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Andrea Pambianchi andrea@dabliu.com
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LA CRISI DELLO SPORT: INCENTIVARE PER RILANCIARE Un settore al tracollo con chiusure crescenti e messo ulteriormente in difficoltà da incertezze, date di possibili aperture tardive e sconvenienti, rischi concreti di insostenibilità per restrizioni spesso insensate Una situazione paradossale che oramai ha minato le fondamenta del sistema sportivo italiano. Nonostante le continue riconferme del binomio “Sport uguale Salute”, e di quanto l’attività fisica sia importante per rendere il sistema immunitario più forte, non si vede luce per la ripartenza di palestre, piscine e centri sportivi.
LA “RIPARTENZA” OLTRETUTTO NON PUÒ E NON DEVE ESSERE CONFUSA CON LA “DATA DI RIAPERTURA”. Riaprire le porte dei nostri club è senz’altro una enorme necessità ma molta è la paura da parte degli operatori di riaprire delle strutture per poi registrare pochissimi accessi ed ancor meno incassi. Il protrarsi delle chiusure ha messo a dura prova la sopravvivenza delle organizzazioni sportive, molte delle quali hanno cessato definitivamente la propria attività: secondo
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i dati aggiornati a marzo 2021 nella ricerca messa a punto da SWG per Sport e Salute Spa, il 6% delle organizzazioni italiane ha chiuso nel corso del 2020, mentre il 2% collega tale evento al 2021. Tra i motivi principali di chiusura vi sono i costi troppo elevati (32%), la mancanza di adeguati aiuti dallo Stato (27%) e la riduzione degli iscritti (23%). Ridotto è anche il numero dei praticanti: nel periodo maggio 2020-febbraio 2021, più di 9 organizzazioni su 10 hanno riscontrato una perdita di utenza e, tra questi, il 40% afferma di aver perso oltre la metà dei propri praticanti. Se guardiamo alle sole organizzazioni operanti al Sud, tuttavia, a ritenere di aver perso più della metà dei propri utenti è il 53% degli operatori. Situazione negativa anche per i bilanci: quasi la totalità del campione ha riscontrato perdite di ricavi nel 2020 e oltre la metà degli intervistati (il 61%) stima che tale perdita superi il 50%. Tutt’altro che rosee anche le prospettive per il 2021: infatti, quasi l’80% delle ASD/ © D I R I T T I R I S E R VAT I
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