La nostra generazione la potevano saltare di Matteo Shiner Quanti di voi sanno cosa sia la teoria generazionale Strauss–Howe? L’idea è che la storia sociale umana si può dividere in quattro fasi (ciascuna dalla durata di circa vent’anni) che si ripetono ciclicamente. La prima fase è il “high”, in cui le istituzioni sono forti e c’è un clima di sicurezza in cui la popolazione ha chiari punti di riferimento culturali e sociali. La collettività è forte nel suo insieme e l’individualismo debole. Al “high” succede un “awakening”, un periodo in cui le istituzioni ed il conformismo vengono messi in crisi nel nome di autenticità individuale e spirituale. La fiducia nelle istituzioni si indebolisce e l’individualismo si rafforza. La terza fase è il cosidetto “unraveling”. Questa fase è antitetica al “high”. L’individualismo è al suo culmine e la fiducia nelle istituzioni è al minimo. Un consenso sulla direzione generale in cui portare la società è assente. La quarta fase, che precede il “high” successivo, è la “crisis”, in cui l’individualismo è nuovamente in calo, mentre la fiducia nelle istituzioni è in crescita. Questo porta ad un nuovo picco di sicurezza nella società, un nuovo “high”. La popolazione, categorizzata nello studio in quattro generazioni (infanzia, young adulthood, mezza età e vecchiaia), è divisa, in ogni fase, rispettivamente ad ogni generazione, in quattro archetipi generazionali: “profeti”, “artisti”, “eroi” e “nomadi”. Gli “young adults” di un high sono “artisti”, quelli di un awakening sono “profeti”,
quelli di un unraveling sono “nomadi” e quelli di una crisi sono “eroi”. L’ultimo high è considerato il periodo del boom tra il 1946 e l’assassinio di JFK nel 1963: gli anni ‘50 sostanzialmente. Gli young adults di questo periodo sono rappresentati dagli “artisti” Silent Generation, nota per il suo disciplinato conformismo. Il periodo successivo costituì l’awakening della consciousness revolution degli anni ‘60 e ‘70. I giovani del periodo erano i “profeti” baby boomers, esuberanti e idealisti. La generazione successiva fu rappresentata dalla gioventù “nomade” GenX che va dalla metà degli anni ‘80 all’inizio degli ‘00. Questi sono gli anni del grunge, degli skateboard e di Trainspotting. La fase nella quale stiamo vivendo ora e che si concluderà entro il prossimo decennio è una “crisis”. La gioventù “eroe” attuale sono i millenials. Arriverò al punto, lo prometto. Just bear with me. In questo schema di quattro fasi in eterna ripetizione è stata fatta tornare tutta la storia sociale anglo-sassone dal medioevo ai giorni nostri. Va detto, inoltre, che come ogni teoria sociale la Strauss-Howe Generational Theory non si può applicare universalmente e non si può assolutamente considerare scientifica. D’altronde si basa sostanzialmente sugli stereotipi delle generazioni. È solo, come dire, divertente. Il tipo di cosa che puoi indicare e dire: ah, io sarei (x). Oppure: mio nonno è proprio un (x). E così via. Io sto per fare proprio questo: guardare la tabella del link e dire, disgustato, “io sarei quello”. La cosiddetta Generazione Z, che è costituita bene o male da tutte le persone attualmente sotto i vent’anni, che cosa sarebbe? Secondo questo schema noi saremmo “artisti”, come le persone nate negli anni ‘20 e ‘30. Siamo così fortunati da essere l’equivalente del XXI secolo della Silent Generation. Siamo sostanzialmente una generazione fascista. Secondo questa schema, quando sarà finita la “crisis”, cominciata intorno al 2008 e che finirà intorno al 2025, ci sarà un nuovo “high” di conformismo e sicurezza nelle istituzioni, durante il quale noi saremo giovani adulti come i millenials oggi. In pratica siamo degli omologati senza identità che abbracciano la mediocrità della loro vita come se fosse 10