NO. 6 I'GIORNALINO

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RECENSENDO di Alessia Oreti e Eleonora Sarti TITOLO: Urlo TITOLO ORIGINALE: Howl AUTORE: Allen Ginsberg Nasce a Newark nel 1926 da una famiglia medio-borghese ebraica. Il padre è un docente, la madre, casalinga affetta da una malattia psichiatrica non meglio descritta, è un'immigrata russa, esponente del Partito Comunista Americano. Allen cresce quindi in un ambiente agiato, ha accesso ad un'eccellente istruzione ma al contempo in una famiglia dilaniata dalla sofferenza materna. Frequenta la Columbia University dove conosce altre forti personalità dell'ambiente Beat (Kerouac, Cassidy, Carr e Burroughs) e con le quali frequenta un ambiente che lo inizia all'uso di droghe e alla libera sessualità. Qui esprime a pieno il proprio genio letterario nonché la propria sessualità. Durante questo periodo scrive le sue più importanti opere, tra cui “Urlo”. Muore nel 1997 per un arresto cardiaco, dopo aver lottato per anni contro un tumore. CASA EDITRICE: Il Saggiatore ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1986 GENERE: poema TRAMA: Un poema dissacrante suddiviso in tre atti e una parte aggiuntiva. Il primo atto tratta del disorientamento della generazione post bellica per cui il sogno americano non è altro che un'allucinazione propugnata dalle figure dei grandi capitalisti dell'epoca. Immagini di una vita disincantata, frasi sconnesse e perentorie sulla vita di strada di quella generazione consolata dall'abuso di droghe e dalla riscoperta dei piaceri carnali. Atto secondo: una crudele condanna del capitalismo della così detta “epoca del benessere” degli anni Cinquanta, descritta come una reale sottomissione delle menti. Atto terzo: indirizzato all'enigmatica figura di Carl Solomon che simboleggia per lo scrittore la libertà di pensiero e la follia vista come vera forma di lucidità. Parte aggiuntiva: ricollegandosi al tema della follia come lucidità Ginsberg esprime, sotto forma di preghiera delirante, la necessità di ricordare ciò che è santo e vero nella vita: il corpo, la carne e la solitaria esistenza. COMMENTO: Il poema è in tutto e per tutto un urlo, espressione di condanna, dolore ma anche di speranza nei confronti della società americana dell'epoca. Una descrizione sublime della vita nei sobborghi newyorkesi e del grigiore della sopravvivenza quotidiana ai piedi dei grattacieli della grande mela. “Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d’angelo ardenti per l’antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte, [...]”. Ginsberg mette in luce come la vita “sotterranea” di coloro che vengono ostracizzati dalla società perbenista e borghese sia in realtà l'unico polmone sano e “santo” della metropoli. Tramite allucinazioni lisergiche e deliri psicotici l'autore dona al lettore una visione più completa, diretta e cruda della realtà circostante e maligna, assuefacendolo tramite frasi sconnesse e apparentemente insensate. Un testo suggestivo, crudele ed enigmatico che qualunque adolescente o adulto dovrebbe avere nella propria libreria personale. VOTO: 5/5

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