APPUNTAMENTI
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Plast 2023: alto tasso di innovazione, basso impatto ambientale
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ATTUALITÀ
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Gomma Plastica: un comparto resiliente
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MATERIALI
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Donne e innovazione: un binomio vincente
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Scegliere il riciclo può fare la differenza
6 Storia di copertina Leggeri, riciclati e bio: i polimeri di RadiciGroup per la mobilità del futuro
18 Appuntamenti Plast 2023: alto tasso di innovazione, basso impatto ambientale
20 Ambiente e riciclo Un materiale che fa la differenza
Ambiente e riciclo Corepla, un modello circolare che compie 25 anni
2 ı LaPlasticaOggieDomani sommario plastic a la OGGI DOMANI e www.interprogettied.com Plast 2023: alto tasso di innovazione, basso impatto ambientale Catene portacavi resistenti all'abrasione plastic a la OGGI DOMANI e Le nuove s昀de ci elettrizzano. competenza per sviluppare soluzioni innovative sicure. Puoi contare sui migliori prodotti per rendere ogni viaggio sempre più e�ciente sosteni�ile� tu, sei pronto per un futuro elettrico? www.radicigroup.com 00_00_COVER 03-2023.qxp_Layout 17/07/23 09:12 Pagina 10 Attualità
14 Attualità
resiliente 26 Ambiente
24 Ambiente
28
4 Editoriale
Solvay: 160 anni di innovazione tecnologica
Gomma plastica: un comparto
e riciclo La soluzione per il riciclo di materiali inquinanti o non-omogenei
e riciclo Imballaggi in plastica: per gli italiani una garanzia di qualità
ANNO XII - N. 3 SETTEMBRE/OTTOBRE 2023
30
Ambiente e riciclo L’economia circolare rallenta
34
Macchine Vecoplan supporta le imprese sulla strada della circolarità
40
Stampaggio a iniezione Il multicomponente per migliorare la produzione e-mobility
48
Componenti
Catene portacavi resistenti all’abrasione
38
Macchine Soluzioni su misura per il raffreddamento e la termoregolazione
42
Estrusione Radici solide e nuove tecnologie: così IPM resiste anche al climate change
46
Componenti Giunti rotanti versatili per bisogni specifici
50
Saldatura
Tecnologie per le diverse applicazioni della plastica
52
Materiali
Donne e innovazione, un binomio vincente
56 Elenco inserzionisti
LaPlasticaOggieDomani ı 3 sommario
Scegliere il riciclo può fare la differenza
Nel 2023 il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica, Corepla, ha compiuto 25 anni. Un anniversario che ci ricorda quanto la storia del consorzio sia strettamente legata a quella dell’Italia, che oggi vanta un primato a livello europeo nella gestione sostenibile degli imballaggi in plastica.
“In questi 25 anni, la raccolta degli imballaggi è passata da 114.000 a 1.500.000 tonnellate (+1.216%), ovvero da 1,9 kg a 25 kg pro capite”, ha detto il presidente Corepla, Giorgio Quagliolo. “Per quanto riguarda il materiale avviato al riciclo, l’Italia è passata da 228.000 tonnellate a oltre 1.050.000 tonnellate: un risultato brillante frutto di una rete capillare che vanta attualmente 31 impianti di selezione e 92 impianti di riciclo sul territorio nazionale”.
Numeri importanti confermati anche dall’indagine Ipsos secondo cui, negli anni, la sensibilità e l’attenzione dei cittadini italiani verso la raccolta differenziata è cresciuta in maniera significativa.
Risultati incoraggianti arrivano anche dal comparto gomma plastica che vale un fatturato di 25,9 miliardi di euro, secondo i dati 2022 rilevati da federazione Gomma Plastica, in crescita di oltre il 10% rispetto all’anno precedente. Un’evoluzione che ha incontrato però molte difficoltà, tra cui l’aumento dei costi delle materie prime, dell’energia e della logistica, connesse allo scenario di guerra e al perdurare della pandemia.
Eppure, nonostante la crescente importanza del riciclo, una ricerca promossa da Alpla conferma che un consumatore
su due dichiara di porre ancora “abbastanza” attenzione al tipo di confezione, ovvero alla sua sostenibilità e riciclabilità, e vi è ancora una percentuale consistente, pari al 22%, di acquirenti che non si sofferma su questo aspetto.
Peggiore è la situazione che riguarda il tasso di circolarità nell’economia mondiale che, in cinque anni, è passato dal 9,1% al 7,2%, tradotto: il pianeta ricicla e riusa di meno. Certo, tra le prime cinque economie dell’UE l’Italia rimane il Paese più circolare d’Europa, anche se negli ultimi cinque anni ha perso posizioni mentre altri Stati hanno accelerato. Il tasso di utilizzo circolare dei materiali in Italia è infatti sceso dal 20,6% del 2020 al 18,4% del 2021, che comunque resta più alto della media UE (11,7%), come conferma il rapporto nazionale sull’economia circolare, realizzata dal Circular Economy Network. Bisogna fare di più, quindi, e le industrie devono dare un contributo consistente. L’economia globale brucia oltre cento miliardi di tonnellate di materiali l’anno, per questo accelerare la transizione all’economia circolare contribuirebbe a diminuire l’estrazione di materiale vergine di oltre un terzo (-34%) e a ridurre le emissioni di gas serra contenendo così l’aumento della temperatura globale entro i 2°C. Per fortuna, alcune nuove (e vecchie) realtà si stanno già muovendo, non solo grazie a soluzioni di recupero dei materiali plastici o inquinanti, ma anche grazie a idee innovative di startup amiche dell’ambiente. Tanti progetti che, se messi insieme, possono davvero fare la differenza.
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4 ı LaPlasticaOggieDomani editoriale
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Leggeri, riciclati e bio: i polimeri di RadiciGroup per la mobilità del futuro
La transizione ecologica è al centro della strategia del Gruppo. L’area di business High Performance Polymers punta in particolare allo sviluppo di materiali innovativi e green anche per l’e-mobility, un mercato in accelerazione e con enormi prospettive di crescita.
di Alessandro Bignami
La sostenibilità ambientale in senso ampio e la sua declinazione nell’ambito della mobilità elettrica sono i principali trend che stanno impegnando l’area di business High Performance Polymers di RadiciGroup e che ispireranno in larga parte la sua partecipazione alle imminenti fiere Plast (a Milano dal 5 all’8 settembre) e Fakuma (dal 17 al 21 ottobre a Friedrichshafen). Da alcuni anni la strategia del Gruppo è fortemente orientata verso questi temi, che d’altronde coinvolgono profondamente la produzione e lo sviluppo di materiali innovativi. “È una transizione che ha
cambiato radicalmente anche il nostro sguardo verso il futuro”, spiega a La Plastica Oggi e Domani Erico Spini, Global Marketing Director di RadiciGroup High Performance Polymers. “Siamo molto concentrati sul metal replacement, ovvero sullo sviluppo di tecnopolimeri con prestazioni tali da poter sostituire i metalli in tantissime applicazioni, anche molto critiche. Per molte applicazioni, RadiciGroup ha proposto tecnopolimeri che possono sostituire, in molti casi, sia le leghe leggere sia l’acciaio, con costi spesso decisamente più competitivi. Ma oggi alle performance tecniche ed eco-
nomiche dobbiamo aggiungere un terzo fattore che sta acquisendo importanza crescente: quello della sostenibilità ambientale. Considerare aspetti quali il minor impatto ambientale, l’eco-design e l’economia circolare sono ormai la norma nello sviluppo di nuovi progetti”.
Ingegner Spini, quali sono i cardini attorno a cui ruota la vostra produzione di polimeri ecosostenibili?
“Siamo impegnati principalmente su tre fronti: materiali con caratteristiche elevate per la sostituzione dei metalli e l’alleggerimento dei componenti; il riciclo meccanico da fonte pre e post consumer; materie prime biobased”.
Cominciando dal primo, perché resta fondamentale la riduzione del peso?
“L’alleggerimento è un obiettivo che oggi appare ancora più importante di un tempo, ma che noi abbiamo sempre perseguito ot-
Settembre/Ottobre 2023 6 ı LaPlasticaOggieDomani
storia di copertina
Cavo Gewiss per la ricarica di veicoli elettrici: alcune parti di presa e spina sono state realizzate con Renycle
tenendo importanti risultati. Diminuire il peso dei materiali ha effetti immediati sul contenimento dell’impatto ambientale, permettendo in particolare di abbassare le emissioni dei veicoli, in modo facilmente misurabile e certificabile da enti terzi, come oggi il mercato richiede”.
Nell’ambito del riciclo si sta affermando la vostra gamma Renycle…
“Si tratta di una famiglia di prodotti a base di filo di poliammide PA6/66 riciclata. Vengono recuperati materiali provenienti dal riciclo meccanico di scarti sia post-industrial, inclusi quelli che provengono dalle divisioni di RadiciGroup, sia post-consumer, cioè ricavati da prodotti a fine vita. Nella lavorazione di post-industrial abbiamo un’esperienza ultradecennale, trattando da molto tempo gli scarti della nostra area di business dedicata alle fibre sintetiche. Accanto a questi materiali, ci stiamo dedicando sempre di più al recupero dei post-consumer, che chiaramente presuppone sfide più complesse. Spesso per la produzione di componenti con i tecnopolimeri si utilizzano vari materiali tra loro diversi e non semplici da separare nella fase di smantellamento di oggetti che hanno terminato il primo ciclo di vita. Comunque, quando possibile, si procede per diverse fasi di lavorazione, dal lavaggio fino alla separazione e alla trasformazione degli scarti in polimeri di nuova generazione utilizzabili in molteplici applicazioni. Oggi la gamma Renycle® conta oltre 40 prodotti che consentono un impatto
ambientale minore rispetto agli analoghi prodotti ‘prime’, che derivano dalla polimerizzazione di monomeri di origine fossile. I Renycle possono essere composti da percentuali diverse fra materie prime post industrial, post-consumer e vergini, a seconda delle esigenze applicative. La quota di materiale riciclato può andare da un minimo di solito del 20% fino al 100%. Le prestazioni meccaniche sono un po’ inferiori rispetto alle soluzioni con materiali ‘prime’, ma il loro LCA è di gran lunga più ecosostenibile, come è possibile dimostrare attraverso misurazioni oggettive. Questi prodotti sono sempre più richiesti anche dai nostri clienti storici, che vogliono mostrare al mercato i progressi concreti e verificabili che stanno compiendo sulla strada della transizione ecologica”.
Diceva che il terzo pilastro della vostra produzione sostenibile è rappresentato dai materiali biobased…
“Abbiamo una serie di prodotti che contengono materie prime di origine biologica. Mi riferisco in particolare alla gamma Radilon® D, basata sulla poliammide 6.10, realizzata per il 64% a partire da acido sebacico, che si ricava dai semi dell’olio di ricino. È un prodotto che abbiamo lanciato oltre 10 anni fa e che offre ottime caratteristiche: rispetto alle poliammidi 6 e 6.6, per esempio, presenta maggiori resistenza chimica e stabilità dimensionale, oltre a una notevole resistenza ai sali stradali in caso di impiego nell’automotive. È in grado di sostituire la poliammide 12 di origine fossile e ha una forte valenza green, considerando che la pianta dell’olio di ricino consuma anidride carbonica nel corso della sua crescita. Inoltre la coltivazione di questa pianta non interferisce in maniera significativa con l’uso di terreni dedicati alla produzione di prodotti per l’alimentazione umana”.
Le vostre soluzioni con materiali di origine biologica trovano applicazione anche nella mobilità elettrica? Per quali componenti soprattutto?
“Per noi produttori di poliammidi uno dei campi di applicazione più interessanti nell’e-mobility riguarda la gestione termica dell’intero veicolo: dal motore elettrico al sistema batteria, dalle apparecchiature di potenza fino allo stesso abitacolo. Si tratta di una sfida tecnologica più complessa rispet-
Settembre/Ottobre 2023
LaPlasticaOggieDomani ı 7
storia di copertina
Da sinistra, un tubo corrugato per vapori del carburante e linee di trasporto dei carburanti realizzati con poliammidi biobased di RadiciGroup
Erico Spini, Global Marketing Director di RadiciGroup High Performance Polymers
to al thermal management di un veicolo a motore endotermico, la cui inefficienza energetica consente di avere molta energia a disposizione per la regolazione della temperatura. Nel caso della vettura elettrica si tratta invece di recuperare energia senza compromettere l’autonomia chilometrica del motore. È un sistema dunque più articolato, formato da circa il doppio dei componenti rispetto alla gestione termica di un’auto tradizionale. Tra questi componenti sono molto importanti i condotti per i liquidi di raffreddamento, che devono superare test specifici, come quello della resistenza al contatto con i sali stradali. Per la realizzazione di questi condotti risultano particolarmente adatti i materiali di origine parzialmente biologica, come la poliammide 6.10 della gamma Radilon D. I nostri prodotti biobased possono essere utilizzati anche per molti altri componenti dell’auto elettrica, in segmenti diversi: powertrain, interni veicolo, chassis e altro ancora”.
L’evoluzione dell’e-mobility è incalzante e richiede grandi investimenti per rispondere alle sue esigenze…
“Certamente bisogna essere reattivi e rapidi nell’assecondare questa evoluzione. Faccio notare che lo sviluppo di nuovi materiali è uno degli aspetti chiave su cui si sta concentrando la ricerca del settore. Per quanto ci riguarda, noi siamo avvantaggiati dalla lunga esperienza nella realizzazione di materiali destinati al settore elettrico ed elettronico, sia in ambito industriale sia civile. Molti di questi materiali, pur modificati dove necessario, sono già utilizzati nell’e-mobility”.
In termini di volumi di vendita, la mobilità elettrica vi sta dando risultati soddisfacenti?
“I riscontri sono interessanti, sia per la poliammide 6.10 biobased sia per i materiali di prima scelta ritardanti alla fiamma Radiflam ®, sviluppati per le specifi -
che esigenze dell’e-mobility.
I volumi sono in crescita, ma è nei prossimi anni che ci aspettiamo una grande accelerazione. Gli investimenti delle case automobilistiche sono ormai quasi esclusivamente orientati all’elettrico, essendo stata pressoché abbondonata la ricerca e sviluppo nell’endotermico. Se le prospettive per un vicino futuro sono buone, al momento dobbiamo comunque considerare che il mercato dell’auto elettrica non supera il 14% del dato globale. Per i grandi numeri, occorrerà aspettare una decina di anni, entro i quali si prevede che il settore raggiungerà il 50% del mercato auto. E c’è da crederci. Non solo per il limite fis-
bali nella mobilità elettrica, sia per la produzione di vetture, sia per la fornitura di componenti e apparecchiature. Siamo attenti al contempo alle opportunità del mercato indiano, dove abbiamo completato l’acquisizione del ramo tecnopolimeri della società Ester Industries Ltd”.
Proprio in Cina, a Suzhou, avete inaugurato quest’anno un nuovo stabilimento all’avanguardia.
Il nuovo stabilimento di RadiciGroup in Cina si estende su un’area di oltre 36mila metri quadrati ed è all’avanguardia per standard ambientali, sicurezza e tecnologie produttive
sato dalla UE al 2035 per la vendita di vetture alimentate a benzina e diesel, ma anche perché l’e-mobility in questi ultimi anni ha corso più velocemente di quanto previsto dai più autorevoli studi. Le potenzialità sono dunque interessanti. E in Cina più ancora che altrove, visto che oggi il gigante asiatico è alla testa di questa evoluzione e presenta i principali player glo-
“È il frutto di un investimento di 35 milioni di euro, un fiore all’occhiello non solo per tecnologie produttive e standard ambientali, ma anche per la sicurezza e il benessere garantiti agli operatori. Ne siamo tutti orgogliosi. Si sviluppa su un’area complessiva di 36mila metri quadrati di cui circa la metà dedicati alla produzione e alla ricerca e sviluppo. Il resto è costituito da uffici, sale riunioni, spazi comuni, aree verdi e parcheggi. Ho avuto il piacere di visitarlo e posso dire che, nella mia non breve carriera nell’industria dei tecnopolimeri, non avevo mai visto nulla di simile”.
8 ı LaPlasticaOggieDomani Settembre/Ottobre 2023
storia di copertina
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Solvay: 160 anni di innovazione tecnologica
In occasione dell’anniversario il Gruppo Solvay ha inaugurato il laboratorio “Dry Room” nel Centro Ricerca di Bollate, che si conferma polo d’eccellenza nello sviluppo di tecnologie sostenibili per la mobilità del futuro.
In occasione del 160° anniversario della storia industriale del Gruppo Solvay, le cui origini risalgono al 1863 quando fu fondato da Ernest Solvay in Belgio, si sono tenuti in tutti i siti del Gruppo nel mondo i Citizen Day, una serie di iniziative ed eventi dal titolo For Generations to Come per condividere l’importante traguardo con i principali stakeholder e confrontarsi su sfide e
opportunità future. Nel Centro di Ricerca Solvay di Bollate le celebrazioni si sono aperte con un evento che ha visto la partecipazione di Istituzioni locali, Università, partner, clienti, dipendenti e stampa e che si è concluso con l’inaugurazione del nuovo laboratorio “Dry Room” per batterie al litio. Erano presenti Marco Martinelli, Country Manager Solvay in Italia e Marco Apostolo, Direttore del Sito di Bollate, il Sindaco di Bollate Francesco Vassallo e Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda.
Un centro di studio delle batterie al litio
L’investimento nel nuovo laboratorio è di 1 milione di euro, con anche un contributo dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy attraverso il sostegno finanziario concesso nell’ambito del programma IPCEI
(Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo). Il Centro di Ricerca Solvay di Bollate conferma così il proprio ruolo chiave nello sviluppo di materiali innovativi che rispondano alle crescenti esigenze e richieste dei settori high-tech, in particolare grazie al nuovo laboratorio applicativo dove valutiamo le prestazioni delle batterie al litio assemblate con i nostri materiali.
Solvay Specialty Polymers è attiva da diversi anni in ricerca, sviluppo e commercializzazione di polimeri speciali utilizzati nella fabbricazione di batterie al litio. Per consolidare l’affidabilità e accelerare le attività di ricerca e sviluppo, il laboratorio Batterie a Bollate si è dotato di una nuova “Dry Room”, un ambiente a temperatura e umidità controllata, a valori molto bassi, che consente di lavorare nelle condizioni dei produttori di batterie al litio ed ottenere
attualità
Settembre/Ottobre 2023 10 ı LaPlasticaOggieDomani
Il laboratorio “Dry Room” per batterie al litio presso il Centro di Ricerca Solvay di Bollate
risultati applicativi attendibili e condivisibili con partner e clienti.
“Oggi celebriamo i 160 anni dalla fondazione del Gruppo Solvay. È un traguardo che poche realtà industriali al mondo possono vantare di aver raggiunto”, ha commentato
Marco Martinelli, Country Manager Solvay Italia. “L’ispiratore è stato il nostro fondatore Ernest Solvay, che nel 1863 è partito dall’invenzione del processo produttivo della Soda Solvay. Da allora il Gruppo ha intrapreso un percorso di continuo sviluppo, che oggi gli permette di essere presente in oltre 60 paesi al mondo, tra le aziende attiva nel settore dei materiali avanzati e delle specialità chimiche. L’attuale vision, in linea con i principi del nostro fondatore oggi è: connettere persone, idee ed elementi per reinventare il progresso”.
“La nuova Dry Room consente al Laboratorio Batterie del Centro Ricerca Solvay Specialty Polymers di Bollate di posizionarsi come centro di eccellenza per lo studio delle batterie al litio”, ha commentato Marco Apostolo, Direttore del Sito di Bollate di Solvay. “Questo investimento è in linea con la mission del Centro Ricerca che consiste nell’interpretare le necessità e i trend di mercato per soddisfare le esigenze e i bisogni della collettività. Oggi, infatti, i polimeri speciali qui sviluppati sono materiali fondamentali per le più evolute e tecnologiche fi-
liere produttive, tra cui l’energia green, la mobilità sostenibile e l’elettronica solo per citarne alcune”.
“I miei complimenti a Solvay per aver raggiunto questo importante anniversario”, ha dichiarato Alessandro Spada, presidente di Assolombarda. “Si tratta di un traguardo raggiunto grazie alla capacità di investire in ricerca e sviluppo, puntando sull’innovazione tecnologica, in ottica di tutela dell’ambiente che ci circonda. Il forte impegno di imprese come Solvay nella transizione ecologica è fondamentale perché svolge il ruolo di traino per molte PMI, indicando la strada da seguire. Serve però fare di più. Ora le priorità sono quelle di ridurre gli eccessivi oneri burocratici e di formare professionisti capaci di far fronte alle nuove esigenze dettate dalla sostenibilità: Assolombarda è al fianco delle imprese in questa importante partita”.
Il ruolo della sostenibilità
Durante l’evento è stato possibile, inoltre, assistere alle presentazioni di alcuni dei principali partner e clienti di Solvay, come Stellantis e PPE-Precision Polymer Engineering, sul ruolo chiave dei fluoropolimeri nei più importanti settori high-tech e, in particolare, per l’attuazione dei programmi di sostenibilità per la transizione energetica.
A seguire si è svolta la tavola rotonda sul
tema “Sviluppo di tecnologie sostenibili per la mobilità del futuro” moderata dalla fisica, scrittrice e performer teatrale Gabriella Greison e a cui hanno partecipato Marco Bocciolone, Delegato al Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Milano, Renata Mele, Senior Vice President Sustainability di Leonardo e Cristiana Gaburri, Direttore Centrale Scientifico di Federchimica.
I partecipanti all’evento hanno avuto l’opportunità di visitare lo Showroom del sito di Bollate per visionare concretamente i risultati del
lavoro del Centro di Ricerca, che lavora in stretta sinergia operativa con lo stabilimento produttivo Solvay di Spinetta Marengo (AL) e in particolare i prodotti e le applicazioni destinate ai vari settori dei più importanti mercati internazionali.
Il Centro Ricerca Solvay di Bollate occupa circa 350 ricercatori che lavorano in stretta collaborazione con le principali Università italiane e internazionali, partner e clienti. Il sito di Bollate è anche sede della Direzione nazionale di Solvay in Italia ed occupa complessivamente circa 500 dipendenti.
Settembre/Ottobre 2023 attualità
LaPlasticaOggieDomani ı 11
L’inaugurazione del laboratorio
Un momento del convegno per i 160 anni di Solvay
Alessandro Augello rieletto presidente di AIPE
L’Assemblea degli Associati AIPE ha rinnovato per la terza volta consecutiva la fiducia al presidente Alessandro Augello (Poron Italiana Sud), il quale rimarrà in carica per il prossimo biennio. Augello, ha una lunga esperienza nel mondo dell’EPS ed è già stato presidente di AIPE per i mandati 2019-2021 e 2021-2023.
“Sono molto onorato della fiducia accordatami dagli Associati e di questa opportunità che mi vedrà impegnato a proseguire nel lavoro svolto dando continuità ai progetti avviati e ai nuovi che verranno”, ha dichiarato Augello. “Ringrazio Giovanni Raggi e Luca Saccardi, vicepresidenti uscenti, per la loro preziosa collaborazione
ed il supporto nelle attività svolte durante il mandato precedente e saluto con grande piacere i due vicepresidenti entranti, Paolo Garbagna (ICSS) per il settore Imballaggio e Giuseppe Rinaldi (Isolkappa Italia) per il settore Edilizia, che mi affiancheranno nei futuri impegni istituzionali per far fronte alle richieste delle normative italiane ed europee in cui anche il nostro materiale sarà coinvolto”.
Eletto anche il nuovo Consiglio Direttivo di AIPE che oltre al presidente e i due vicepresidenti è composto da: Renzo Cester (Politop), Ennio Delia (Fortlan-DIBI), Valerio Micacchi (Isopak Adriatica), Alberto Nicoli (M.P.E.), Giovanni Raggi (Isolconfort), Luca Saccardi (S.T.S. Polistiroli), Romeo Tonello (Rexpol) e Luca Zappelli (Sulpol). Gli undici Consiglieri rimarranno in carica per i prossimi due anni. Marco Piana, Direttore Tecnico di AIPE, è confermato socio onorario.
Wilfried Ensinger è scomparso il 23 maggio dopo una vita dedicata alla creazione di un’azienda che oggi è diventata Ensinger International Group, una delle realtà più importanti del mondo nella produzione e distribuzione di materiali plastici ad alte prestazioni.
Wilfried Ensinger inizia la sua carriera dal basso, lavorando come apprendista e poi, sostenuto l’esame, diventa maestro artigiano. Successivamente entra a far parte di diverse aziende specializzate in ingegneria meccanica, meccanica di precisione e industrie della lavorazione della plastica. Poi, consegue il titolo di ingegnere industriale.
Nel 1966 avvia la sua impresa in un piccolo garage a Ehningen con l’obiettivo di produrre semilavorati di qualità e componenti per macchinari industriali in
tecnopolimeri, un settore molto innovativo e, in quel periodo, caratterizzato da una forte crescita. Il trasferimento a Nufringen, pochi anni dopo, gli permette di ampliare le capacità produttive e di avviare la produzione di componenti tramite la lavorazione dei prodotti semilavorati.
Fra le tappe più significative, va ricordato il 1977, anno in cui Wilfried Ensinger mette a punto
e inizia a produrre in serie i primi profili termoisolanti in poliammide 66 rinforzata con fibre di vetro per le finestre in alluminio.
Nel 1980 viene inaugurato a Cham un secondo impianto di produzione e, nel 1986, apre anche la prima filiale estera negli Stati Uniti, a cui seguiranno le altre sedi in Europa, Sud America e Asia.
Wilfried Ensinger ha lavorato all’insegna dell’innovazione, forte delle proprie intuizioni e creatività, affiancando un impegno continuo che ha portato allo sviluppo ininterrotto di prodotti e processi.
Allo stesso tempo, ha sempre prestato grande cura alla valorizzazione del potenziale dei propri dipendenti. Nel 1997, dopo aver passato la gestione operativa alla seconda genera -
zione, ha intensificato il proprio coinvolgimento in progetti comunitari e sociali. La Fondazione Wilfried e Martha Ensinger, creata insieme alla moglie, sponsorizza oggi istituzioni sociali, culturali e scientifiche in Germania e all’estero.
In qualità di Presidente prima, e poi di Presidente onorario della Camera di Commercio e dell’Industria del distretto di Böblingen, ha dato un impulso fondamentale alla riforma degli organi di commissione e al miglioramento della formazione in azienda. L’Università di Stoccarda gli ha conferito il titolo di senatore onorario e, nel 2005, è stato insignito della Croce al Merito Federale della Germania. Due anni fa la città di Rottenburg am Neckar ha nominato Wilfried Ensinger cittadino onorario.
12 ı LaPlasticaOggieDomani attualità Settembre/Ottobre 2023
L’addio a Wilfried Ensinger, fondatore dell’omonima azienda
COIM India: il welfare a supporto dei dipendenti
COIM Spa, multinazionale italiana che
ciso di rafforzare le iniziative di welfare a favore dei nostri collaboratori”, spiega Alberto Lunardon, General Manager India. “Queste prevedono un’assicurazione temporanea sulla vita per tutti i dipendenti, in base alla quale al verificarsi di un evento funesto verrebbero corrisposti
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attualità
180 studenti delle scuole superiori
Gomma plastica: un comparto resiliente
segnare un +10% di fatturato del 2022 sul 2021, a rinnovo contrattuale recentemente approvato in tempi rapidi e con una base associativa in crescita”, commenta Marco Do, Presidente di Federazione Gomma Plastica. “È una buona notizia per i nostri comparti, ma lo è anche per lo sviluppo industriale e manifatturiero del Paese, perché i prodotti in gomma e in plastica sono strutturali per settori quali l’alimentare, l’agricoltura l’automotive, i trasporti in generale, la farmaceutica, la sanità, l’edilizia, solo per citare i principali. Non possiamo però non sottolineare alcune difficoltà, relative all’aumento delle materie prime, dell’energia e della logistica che hanno provocato una contrazione dei margini complessivi. Il nostro obiettivo prioritario rimane quello di essere a fianco e a supporto delle imprese dei due settori offrendo un ampio ventaglio di servizi e consulenze, che, come dimostra l’incremento della base associativa, le aziende nostre associate mostrano di apprezzare”.
Si è riunita a giugno scorso, presso la Sala Conferenze Rogers del Politecnico di Milano, l’Assemblea di Federazione Gomma Plastica, appuntamento di metà mandato dell’attuale Consiglio di Presidenza.
L’incontro è stato un’occasione per discutere dell’andamento dei comparti gomma e plastica nel contesto economico nazionale e internazionale, del recente e positivo rinnovo contrattuale di categoria, con focus in particolare sul tema welfare sanitario e della crescita della Federazione in termini di nuovi soci e nuovi servizi. Complessivamente il comparto formato dalle industrie della gomma e della plastica vale un fatturato di 25,9 miliardi di euro, secondo i dati 2022 che registrano una crescita di oltre il 10% rispetto al 2021, quando era attestato a 23,4 miliardi. Una crescita importante, che è stata contrassegnata da numerose difficoltà quali l’aumento dei costi delle materie prime,
dell’energia e della logistica, connesse allo scenario di guerra e al perdurare della pandemia.
Nello specifico, le materie prime sono aumentate anno su anno del 40%, con picchi anche superiori al 100%. Il settore della gomma ne ha risentito particolarmente: il fatturato è stimato in crescita di circa il 10%, passando quindi da 4,5 miliardi a 5 miliardi di euro, ma le marginalità sono ridotte.
Per quanto riguarda il settore della plastica di prima trasformazione si registra un fatturato nell’ultimo anno pari a 20,9 miliardi di euro, con un aumento del 10,4% rispetto al 2021, anch’esso a marginalità compressa.
Tante luci e qualche ombra
Gli addetti rimangono stabili, per un aggregato totale di 140.000 lavoratori delle due industrie.
“L’Assemblea 2023 coincide con un momento positivo per i due settori e per la Federazione: le industrie della gomma e della plastica fanno
In questo contesto di chiaroscuro, il recente rinnovo del CCNL Gomma Plastica, raggiunto in tempi brevi è, quindi, un risultato particolarmente importante e sottolinea lo sforzo e il cambio di passo delle aziende della gomma e della plastica nell’equilibrare il costo del lavoro con i trattamenti retributivi.
“Nel TEC (Trattamento economico complessivo) – continua il presidente Do – abbiamo consolidato il welfare sanitario integrativo per tutti i 140.000 addetti, in modo da dare un supporto stabile alla salute dei nostri lavoratori”.
Per quanto riguarda l’attività di Federazione Gomma Plastica, i dati danno riscontro di una crescita stabile della base associativa: se nel 2020 Federazione Gomma Plastica rappresentava circa 43.000 addetti, i dati a metà 2023 parlano di una rappresentanza di quasi 47.000 addetti, un aumento cioè di 4.000 addetti, pari a quasi il 10% della base associativa, che corrispondono a 72 nuove aziende tra il 2021 e il primo semestre del 2023.
14 ı LaPlasticaOggieDomani Settembre/Ottobre 2023
attualità
Il fatturato 2022 del comparto gomma plastica è risultato in crescita del 10% sfiorando così i 26 miliardi di euro: un dato importante se si considerano le difficoltà portate dall’aumento dei prezzi di materie prime, energia e logistica.
Volata finale per Bio-Plastics Europe, progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020, che mira a ricercare strategie e soluzioni sostenibili idonee alla produzione e all’uso di plastiche bio-based/biodegradabili e compostabili a tutela della qualità ambientale del mare e del suolo in Europa.
Sotto il coordinamento dell’Università di Scienze Applicate di Amburgo (HAW Hamburg), Bio-Plastics Europe vede coinvolti 22 partner, tra cui Assobioplastiche, uniti nella progettazione di prodotti innovativi e nell’analisi di modelli di business che facilitino strategie e soluzioni efficaci per l’utilizzo e il riciclo delle plastiche bio-based / compostabili applicate in molteplici settori, quali per esempio imballaggi alimentari, agricoltura, foodservice e consumer goods, ponendo attenzione anche al tema della sicurezza dei materiali.
Il progetto non ha solo fini di ricerca, ma si pone anche nell’ottica di indagare i complessi e dinamici processi di trasformazio-
ne della società innescati da una nuova e maggiore consapevolezza sull’uso della bioplastica. Nel 2022 Assobioplastiche ha organizzato nell’ambito della Digital Green Week di Ecomondo l’evento HISCAP dal titolo “La gestione dell’organico e delle bioplastiche nelle città storiche italiane”.
Una tappa importante di questo progetto è rappresentato dalla Summer School “The new plastics economy: circular business models and sustainability” che si svolge a Bologna dal 10 al 14 luglio 2023. Patrocinata da Assobioplastiche, la Summer School è organizzata dall’Università di Bologna in collaborazione con l’Università di Scienze Applicate di Amburgo, l’Università tecnica di Kaunas l’Università di Scienze Applicate di Turku.
“La collaborazione tra mondo scientifico-accademico, ricerca e imprese rappresenta uno dei valori aggiunti di Bio-Plastics Europe”, ha sottolineato Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche.
“Così come nel progetto, Assobioplastiche lavora in ambito comunicativo affin -
ché ci sia una corretta informazione.
Assistiamo ad una moltiplicazione di ricerche scientifiche ed accademiche nel campo della bioeconomia e delle sue applicazioni. Occorre saper valutare la portata di questi studi e contestualizzarli. Interpretazioni non corrette possono generare incomprensioni nell’opinione pubblica a danno dell’immagine di queste nuove filiere produttive”.
Plexiglass, anche considerando che i monomeri possono essere riprocessati secondo un approccio circolare.
Maire Tecnimont Spa annuncia che NextChem, la controllata facente parte della business unitSustainable Technology Solutions, ha acquisito il 51% diMyRemono Srl, una nuova società nella quale Biorenova Spa ha trasferito brevetti, asset, incluso un impianto pilota, e contratti relativi a CatC, un’innovativa tecnologia di depolimerizzazione catalitica della plastica.
CatC consiste in un processo di riciclo chimico continuo per il recupero di monomeri (componenti base per la catena del valore della plastica) ad alto grado di purezza da rifiuti plastici differen-
ziati, in particolare dal polimetilmetacrilato (PMMA, anche noto come Plexiglass®).
Il primo impianto dimostrativo della tecnologia CatC, con una capacità di trattamento di circa 1.600 tonnellate di rifiuti plastici all’anno, è attivo in Abruzzo e campioni di monomeri sono stati pienamente validati da potenziali clienti.
I risultati raggiunti indicano che CatC rappresenta un’alternativa economicamente vantaggiosa, efficiente (circa il 95% di conversione del materiale plastico) e competitiva rispetto ad altre tecnologie di depolimerizzazione del
MyRemono realizzerà il primo impianto industriale con una capacità di trattamento fino ad un massimo di circa 5.000 tonnellate all’anno, la cui entrata in esercizio è prevista nella seconda metà del 2025, quando saranno inoltre avviate le attività commerciali di licensing, ingegneria di processo e fornitura di apparecchiature critiche.
Questa acquisizione aggiunge un altro importante tassello all’esecuzione della strategia di MAIRE, che individua nell’espansione del portafoglio di tecnologie sostenibili di NextChem un driver di crescita fondamentale nei prossimi 10 anni.
LaPlasticaOggieDomani ı 15 attualità Settembre/Ottobre 2023
NextChem (Gruppo Maire Tecnimont) acquisisce il 51% di MyRemono
Un progetto europeo per le plastiche bio-based e compostabili
Prysmian Group: Massimo Battaini designato come prossimo CEO
Il Consiglio di amministrazione di Prysmian Spa ha designato Massimo Battaini - attuale Amministratore e Chief Operating Officer (“COO”) di Gruppo - quale prossimo candidato per il ruolo di Chief Executive Officer di Prysmian Group, coerentemente con il piano di successione di Gruppo, essendo stato informato dall’attuale CEO della società, Valerio Battista, della sua indisponibilità a continuare a ricoprire la carica di CEO per il prossimo triennio (2024-2027). Massimo Battaini sarà presentato come candidato CEO nella lista che il Consiglio uscente presenterà per il prossimo rinnovo in occasione dell’assemblea degli azionisti del 2024, quando Valerio Battista lascerà la carica.
“Sono felice di essere il candidato designato ad assumere la leadership di questa straordinaria società”, ha aggiunto Massimo Battaini, COO. “Saremo rigorosi e attenti alla creazione di valore, nel lavorare con i nostri clienti e con i
nostri partner con l’obiettivo preminente di creare valore in modo sostenibile per tutti i nostri stakeholder”.
Prysmian Group organizzerà un Capital Market Day il 5 ottobre 2023 per presentare un’overview della strategia del Gruppo. Maggiori dettagli sull’evento saranno forniti nelle prossime settimane.
Massimo Battaini ha iniziato il proprio percorso professionale nel Gruppo Pirelli nel 1987 ricoprendo, per un periodo di oltre 13 anni, diverse posizioni nelle aree R&D e Operations. Dopo aver guidato la divisione di Business Development tra il 2000 e il 2002 come responsabile dei business Tyres, Cavi Energia e Cavi Telecom, è stato nominato Operation Director delle divisioni Energia e Telecom di Pirelli Cavi e Sistemi.
In seguito alla formazione del Gruppo Prysmian tramite l’acquisizione delle attività di Cavi e Sistemi Energia e Telecom di Pirelli nel 2005,
Battaini è stato nominato CEO di Prysmian UK. Nel 2011 è stato nominato COO del Gruppo Prysmian, posizione che ha ricoperto sino al 2014 quando ha assunto il ruolo di Responsabile Business Energy Project e di Presidente e CEO di Prysmian PowerLink S.r.I. ricoprendo tale carica fino a quando, nel giugno 2018, ha assunto il ruolo di North America CEO.
Nel gennaio 2021, Massimo Battaini è stato promosso a COO del Gruppo Prysmian con responsabilità anche della performance nelle unità di business regionali.
16 ı LaPlasticaOggieDomani attualità Settembre/Ottobre 2023
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Interplas 2023: torna il padiglione PlastikCity
Nel 2023, Interplas, la più importante e longeva fiera britannica delle materie plastiche, celebrerà il suo 75° anniversario. Tra una serie di caratteristiche interessanti e nuovi sviluppi c’è il ritorno del padiglione PlastikCity per la terza edizione dal suo debutto nel 2017.
Il padiglione PlastikCity è stato introdotto per la prima volta a Interplas nel 2017 e, dopo il successo della seconda edizione nel 2021, gli organizzatori della fiera, Interplas Events Ltd, parte del Rapid News Group e PlastikCity annunciano il suo ritorno per Interplas 2023, dal 26 al 28 settembre al NEC di Birmingham.
Il padiglione è stato progettato per offrire opportunità ai fornitori britannici e irlandesi che normalmente non espongono alla fiera, o per tutti coloro che non hanno le risorse per occupare uno stand
L’agenda
Plast
5 - 8 settembre 2023
Milano
www.plastonline.org
Armo
10 - 12 settembre 2023
Poznan, Polonia
www.armo2023.com
individuale di grandi dimensioni e che desiderano sperimentare l’ambiente della fiera.
Come risultato dell’esposizione nel 2017 e nel 2021, molti membri di PlastikCity sono passati a occupare un posto più grande in fiera, perché il tempo trascorso nel padiglione PlastikCity ha dato loro la certezza di poter ottenere un ritorno sull’investimento.
“Siamo lieti che Carl, Jess e il padiglione PlastikCity siano tornati per il 2023”, ha speigato Duncan Wood, CEO di Interplas. “È un anno importante per Interplas con i festeggiamenti per il nostro 75° compleanno e questo padiglione rappresenta una grande opportunità per le aziende più piccole di partecipare alla festa. Il padiglione PlastikCity è un punto fermo della fiera Interplas e attendiamo l’ora di vedere l’ampia gamma di fornitori
Powtech 26 - 28 settembre 2023
Norimberga, Germania www.powtech.de
Fakuma
17 - 21 ottobre 2023
con cui i nostri visitatori potranno entrare in contatto. “Siamo entusiasti di portare ancora una volta il padiglione PlastikCity a Interplas, soprattutto per questa speciale edizione commemorativa della fiera”, ha concluso Carl Futcher, amministratore delegato di Pla-
stikCity. “Con oltre 100 aziende nostre partner che esporranno e altre 20 PMI che parteciperanno al nostro fianco nel padiglione, la fiera si preannuncia come uno dei momenti più importanti del 2023 per l’industria delle materie plastiche del Regno Unito”.
Plastex 9 - 12 gennaio 2024
Nuovo Cairo, Egitto www.plastexegypt.com
NPE
6 - 10 maggio 2024
Chemical Recycling Europe Forum 2023
21 - 22 settembre 2023
Bruxelles, Belgio
www.chemicalrecyclingeurope.eu
Interplas 26 - 28 settembre 2023
Birmingham, Regno Unito www.interplasuk.com
Settembre/Ottobre
Friedrichshafen, Germania www.fakuma-messe.de/en
Vietnam Plas
18 - 21 ottobre 2023
Ho Chi Minh City, Vietnam www.vietnamplas.com
MECSPE - Focus mediterraneo 23 - 25 novembre 2023
Bari www.mecspebari.it/it
ArabPlast 13 - 15 dicembre 2023
Dubai, Emirati Arabi Uniti arabplast.info
Orlado, Florida npe.org/
InterPlas Thailand
19 - 22 giugno 2024
Bangkok, Thailandia www.interplasthailand.com/
Greenplast 25 - 27 maggio 2025
Milano www.greenplast.org
K 8 - 15 ottobre 2025
Düsseldorf, Germania www.k-online.com
LaPlasticaOggieDomani ı 17 appuntamenti
2023
Plast 2023: alto tasso di innovazione, basso impatto ambientale
A cinque anni dall’ultima edizione, dal 5 all’8 settembre 2023 torna Plast, che punterà l’attenzione sull’innovazione delle tecnologie green, ma anche sulla carbon footprint generata dalla fiera stessa.
Igrandi temi che stanno caratterizzando in modo trasversale il mercato dell’industria della plastica e della gomma saranno al centro di Plast 2023, dal 5 all’8 settembre presso i padiglioni di Fiera Milano a Rho. Fari puntati sull’innovazione e sulle opportunità legate alla evoluzione dei paradigmi produttivi in ottica circolare che, assieme a sostenibilità e risparmio energetico, rappre-
sentano gli argomenti portanti della fiera. Temi che saranno centrali non solo per l’offerta espositiva, ma anche per la realizzazione stessa della manifestazione, che per questa edizione punta a raggiungere migliori risultati in termini di sostenibilità. Parte di questo processo è possibile grazie a Fiera Milano, ormai da tempo impegnata in un percorso costante di riduzione dell’impatto am-
bientale e delle emissioni di CO2 generate dalle manifestazioni che si svolgono nel proprio Quartiere, attraverso il controllo delle operazioni logistiche, la corretta gestione dei rifiuti e una offerta di ristorazione sostenibile.
Una fiera a basso impatto ambientale
Promaplast, organizzatore di Plast, vuole dunque essere esempio virtuoso di questa sensibilità e aderire ai canoni di sostenibilità oggi considerati un obiettivo improrogabile. Tra gli aspetti che caratterizzano questo approccio emerge, per esempio, la disponibilità di allestimenti che rispettano i canoni dell’ecodesi-
Settembre/Ottobre 2023 18 ı LaPlasticaOggieDomani
appuntamenti
gn e di servizi legati alla ristorazione, come quelli proposti da Fondazione Banco Alimentare, attenti a queste tematiche. Non solo, per la prima volta Promaplast offre la possibilità di avviare un percorso rivolto alla Carbon Footprint pensato anche per poter arrivare in tempo a comunicare al Plast 2023 i primi risultati aziendali raggiunti. Il calcolo della Carbon Footprint, infatti, oggi è il metodo più immediato e universalmente accettato per comunicare e rappresentare l’impatto ambientale di un’organizzazione. Il progetto adotterà i parametri identificati dall’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change, organismo che opera sotto l’egida delle Nazioni Unite) applicando i protocolli riconosciuti a livello internazionale (GHG Protocol e ISO 14064). Tradurre la propria attività in emissioni di anidride carbonica equivalente in atmosfera è indice di attenzione all’ambiente ed evidenzia la volontà di aderire ai canoni di sostenibilità oggi considerati un valore aggiunto.
Tema quello della sostenibilità che insieme all’innovazione tecnologica pervaderà i 6 padiglioni che comporranno la fiera, all’interno di un’offerta espositiva che spazia dai
materiali ai processi di lavorazione, dai prodotti finiti ai servizi, alle soluzioni più avanzate sviluppate dai costruttori di macchinari, attrezzature, ausiliari, e stampi per la lavorazione di plastica e gomma.
Il futuro del comparto
Dopo aver lanciato, nel maggio del 2022, la mostra-convegno GreenPlast – focalizzata proprio sugli aspetti di sostenibilità dei materiali, delle tecnologie e dei processi di trasformazione per la plastica e la gomma – anche Plast 2023 ospiterà l’eccellenza dell’innovazione in chiave green: dai materiali sempre più sostenibili ed eco friendly ai macchinari dal consumo energetico ridotto e capaci di trasformare i polimeri bio-based e riciclati; dai processi che consentono di utilizzare una minore quantità di materia prima mantenendo comunque un elevato livello di performance
sino agli impianti di selezione e riciclo. Il calendario degli eventi collaterali in fiera sarà poi momento di approfondimento e confronto sullo stato dell’arte e sulle sfide da affrontare per evolvere verso un modello di economia sempre più sostenibile.
Nel frattempo, è proseguito il tour di presentazione di Plast con la partecipazione ad alcune fiere di settore come Equiplast di Barcellona, Plastexpo di El Jadida in Marocco e Saudi PPP di Riyadh.
In occasione della specializzata marocchina, il tema della sostenibilità e, più nello specifico, del riciclo delle materie plastiche post-consumo è stato approfondito nel corso di un seminario tecnologico organizzato da Amaplast (l’Associazione dei costruttori italiani di macchine e stampi per materie plastiche e gomma, che supporta Plast), in collaborazione con ICE-Agenzia e Fédération Marocaine de Plasturgie. Un esperto italiano ha illustrato le tecnologie più recenti e innovative in tale ambito, a livello di impianti e processi, presentando agli operatori locali i trend e le prospettive di mercato, gli investimenti richiesti per dotarsi di soluzioni adeguate al programma di “transizione green” intrapreso dal Governo del Marocco. Il futuro dell’industria della plastica e della gomma è dunque a Milano dal 5 all’8 settembre, in un evento dove saranno presenti ad oggi oltre 1.200 espositori e sono attese delegazioni ufficiali di buyer da almeno una trentina di paesi. Aperte le preregistrazioni per gli operatori professionali che vogliono interagire con un’offerta specializzata e risposte trasversali alle proprie esigenze in termini di prodotti, tecnologia, soluzioni e-business.
Settembre/Ottobre 2023
LaPlasticaOggieDomani ı 19
appuntamenti
Promaplast, organizzatore di Plast, vuole essere esempio virtuoso di sensibilità e aderire ai canoni di sostenibilità oggi considerati un obiettivo improrogabile
Un materiale che fa la differenza
Intervista al presidente di PlasticsEurope Italia (Federchimica) Lorenzo Bottinelli: “La plastica non deve essere demonizzata in modo indiscriminato, bensì utilizzata in maniera consapevole e circolare per aiutarci non solo a vivere meglio, ma anche a ridurre il nostro impatto ambientale”.
di Eva De Vecchis
In un momento di sfide di rilevanza storica, il Presidente di PlasticsEurope Italia (Federchimica), Lorenzo Bottinelli, ci racconta di quanto sia importante portare avanti una strategia di supporto al comparto, che inizia dalla gestione del fine vita delle materie plastiche per attraversare il tema della circolarità e dello sviluppo di tecnologie sempre più innovative. Ma l’Italia è già un’eccellenza in termini di riciclo e
quello di cui c’è bisogno è invece valorizzare e preservare questo primato: non solo attraverso innovative soluzioni di riciclo chimico, ma anche lasciando agli Stati membri e agli operatori economici la possibilità di potersi organizzare in autonomia per raggiungere gli obiettivi ambientali fissati a livello europeo.
Presidente Bottinelli, con quali sentimenti ha accolto la riconferma della sua presidenza da parte del Consiglio Direttivo di PlasticsEurope Italia?
Sono molto onorato della fiducia ricevuta dai colleghi del Consiglio Direttivo di PlasticsEurope Italia, l’Associazione di Federchimica che rappresenta i produttori di materie plastiche, per questo importante incarico che cercherò di svolgere al meglio. Questo momento è caratterizzato da tante sfide legate alla trasformazione in atto che inte-
Settembre/Ottobre 2023 20 ı LaPlasticaOggieDomani
ambiente e riciclo
Lorenzo Bottinelli, Presidente di PlasticsEurope Italia (Federchimica)
ressano un po’ tutto il sistema industriale e, nello specifico, quello delle materie plastiche. Sono sfide di rilevanza storica, che sarà possibile affrontare solo lavorando insieme a tutti gli attori della filiera. Dobbiamo agire in maniera compatta, continuare a dialogare con le Istituzioni e gli Istituti Pubblici, guardare avanti, nel rispetto della società e dell’ambiente e a sostegno delle future generazioni.
Dobbiamo fare il possibile affinché il ruolo della plastica e i benefici che derivano dal suo impiego emergano, anche riguardo al tema della transizione ecologica: la plastica è indispensabile, non possiamo farne a meno.
Quali saranno i suoi obiettivi in questo nuovo mandato?
Gli obiettivi che cercherò di perseguire durante questo mio mandato sono molteplici: la gestione del fine vita delle materie plastiche, la loro circolarità, lo sviluppo di tecnologie sempre più innovative - ad esempio quella del riciclo chimico, in grado di valorizzare anche quei rifiuti che non è possibile riciclare meccanicamente.
Un impegno particolare è la continuazione e il rafforzamento del dialogo con il mondo della Scuola, con insegnanti e studenti, perché, nel caso specifico delle materie plastiche, la sfida potrà esser vinta se tutti i cittadini compiranno il gesto, piccolo ma importante, di prendersi cura dei propri rifiuti prodotti.
La plastica viene spesso demonizzata. Come pensa sia possibile sconfiggere questo stigma e valorizzare invece gli aspetti positivi di questo materiale?
Si è vero, sempre più spesso alla plastica vengono attribuite colpe e responsabilità di vario tipo, che sono tuttavia riconducibili a comportamenti poco attenti e irrispettosi dell’ambiente da parte nostra. Ci si dimentica facilmente quanto questo materiale sia
utile, quanto contribuisca al nostro benessere. Nel medicale, ad esempio, è insostituibile. Basti pensare alle valvole cardiache, alle protesi, alle cornee artificiali e alle lenti a contatto, alle sacche ematiche, alle siringhe, ai guanti monouso e ai cerotti. Nella filiera alimentare poi, protegge gli alimenti da microbi, umidità e radiazioni UV, prolungandone così la durata e riducendone gli sprechi. Nell’edilizia è un ottimo isolante, aiuta a ridurre i consumi energetici e conseguentemente le emissioni di anidride carbonica nell’ambiente. Sono solo alcuni dei settori applicativi in cui la plastica è presente e fa la differenza.
Una riflessione più consapevole e critica, senza pregiudizi sugli impieghi di questo materiale, l’analisi del suo ciclo di vita e della sua circolarità mostra che la plastica, non solo ci aiuta a vivere meglio, ma contribuisce insostituibilmente a ridurre il nostro impatto ambientale.
Cosa pensa del Regolamento Europeo sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio (direttiva del 94/62/Ce e del regolamento 2019/1020)?
A quali conseguenze potrebbe portare per le industrie di settore?
La questione è sicuramente di grande attualità e ci preoccupa non poco. La proposta prevede che il riutilizzo degli imballaggi sia preminente rispetto al riciclo, vietando alcune applicazioni e dettando obiettivi vincolanti di riutilizzo da raggiungere. Nel fare questo secondo noi non sono state valutate attentamente il ciclo di vita e il fine vita degli imballaggi, né le conseguenze ambientali legate da una parte al riuso e dall’altra al ri-
Ci si dimentica facilmente quanto la plastica sia utile e quanto contribuisca al nostro benessere. Nel medicale, ad esempio, è insostituibile. Basti pensare alle protesi, alle sacche ematiche, alle siringhe, ai guanti monouso e ai cerotti.
ciclo. Pur comprendendo che la scelta deriva dalla gerarchia della sostenibilità che prevede, quando possibile, di preferire il riuso al riciclo riteniamo che le soluzioni proposte dal Regolamento per ridurre la produzione di imballaggi e i relativi rifiuti così come presentate, comportino diversi rischi. Anche noi siamo favorevoli al riuso ma crediamo che l’introduzione di obiettivi volti a incentivare sistemi di riutilizzo e di ricarica dovrebbe essere presa in considerazione unicamente laddove sia chiaramente dimostrato che ciò abbia senso dal punto di vista ambientale, sanitario ed economico.
Settembre/Ottobre 2023 ambiente e riciclo
LaPlasticaOggieDomani ı 21
“L’industria italiana del riciclo è la migliore in Europa, un comparto strategico del sistema produttivo nazionale da preservare e migliorare incrementando le quote di rifiuti recuperati, realizzando nuovi impianti e sviluppando nuove tecnologie”
A nostro avviso i settori in cui applicare questo approccio non sono molti. Infatti, dobbiamo tener presente che le operazioni di preparazione per il riutilizzo richiedono rilevanti consumi di acqua e di energia, rendendo, quindi, il riuso non sempre la scelta a minor impatto ambientale. Il Regolamento, inoltre, non tiene conto dell’importante ruolo degli imballaggi nel prevenire gli sprechi alimentari e garantire la sicurezza degli alimenti, né dell’esigenza di assicurare igiene nell’uso dei prodotti. Misure che andrebbero invece valutate attentamente per evitare conseguenze indesiderate sulla salute dei consumatori.
Il Regolamento, infine, non tiene conto, mettendole a repentaglio, delle esperienze nazionali virtuose sviluppate in alcuni Paesi che hanno consentito già di raggiungere e superare gli obiettivi europei di riciclo degli imballaggi.
In Italia ad esempio, il recupero, il riciclo e la valorizzazione dei materiali di imballaggio, che avvengono tramite il sistema Conai, costituiscono dei veri punti di eccellenza. Si parla di quasi 11 milioni di tonnellate di rifiuti che vengono valorizzati attraverso il riciclo. Questo modello basa la sua forza sul principio della “responsabilità condivisa”, che presuppone il coinvolgimento di tutti: dalle imprese, che producono e utilizzano gli imballaggi, alla Pubblica Amministrazione,
che stabilisce le regole per la gestione dei rifiuti sul territorio, ai cittadini, che con il gesto quotidiano della raccolta differenziata danno inizio ad un processo virtuoso per l’ambiente, fino ad arrivare alle aziende che riciclano. Noi crediamo che il nostro sistema, che da oltre dieci anni sta ottimizzando la gestione dei rifiuti e del fine vita degli imballaggi in Italia, sia da preservare; vorremmo quindi, che venisse lasciata agli Stati membri e agli operatori economici la flessibilità di potersi organizzare nel raggiungere gli obiettivi ambientali fissati a livello europeo con le modalità che siano più opportune.
Dai dati del Rapporto “Il Riciclo in Italia 2022” realizzato dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile, emerge un quadro positivo per l’Italia che, in 25 anni, è passata dall’emergenza rifiuti all’eccellenza nel riciclo. Cosa dovrebbe fare nei prossimi anni l’industria italiana per
migliorare ulteriormente questi risultati?
Non c’è dubbio, come ho detto prima, l’industria italiana del riciclo è la migliore in Europa, un comparto strategico del sistema produttivo nazionale da preservare e migliorare incrementando le quote di rifiuti recuperati, realizzando nuovi impianti e sviluppando nuove tecnologie.
Questa consapevolezza non fa altro che rafforzare le nostre convinzioni in merito al Regolamento così come proposto.
A 25 anni dal decreto Ronchi, il riciclo in Italia è un’eccellenza in costante crescita.
Cosa si aspetta da questa seconda parte del 2023 per il comparto delle materie plastiche in Italia e quali sono le maggiori sfide tecnologiche che lo vedranno coinvolto?
Prevedo che la rimanente parte dell’anno, per la nostra industria, prosegua in salita. Come abbiamo avuto modo di vedere, le sfide che ci attendono sono tante e tra queste sottolineerei quella dello sviluppo del riciclo chimico. L’industria delle materie plastiche negli ultimi anni ha incrementato la qualità e i volumi del riciclo meccanico, ma ha anche messo a punto questa nuova tecnologia che ne è il complemento, che permette di ritornare alla materia prima originale, per poi produrre plastiche con le stesse caratteristiche di quella dalle quali si era partiti.
Un’infrastruttura industriale dotata sia di riciclo meccanico sia di riciclo chimico assicurerebbe la massima circolarità possibile ai prodotti in plastica.
22 ı LaPlasticaOggieDomani Settembre/Ottobre 2023
ambiente
e riciclo
Strade sicure, performanti e sostenibili per tutti gli utenti, anche per quelli più vulnerabili ed esposti come i motociclisti. Questo l’obiettivo dell’innovativo progetto Anas (Gruppo FS Italiane) che ha testato, in campo prova certificato ai sensi della UNI CENT TS 17342 e con ottimi risultati, un nuovo prototipo di dispositivo di sicurezza ecofriendly salva motociclisti realizzato con i compound
in gomma riciclata dagli PFU-Pneumatici Fuori Uso: grazie all’elasticità e alla capacità di assorbimento degli urti dei compound in gomma, il nuovo prototipo di dispositivo Anas assicura la massima sicurezza nei casi di impatto con il corpo del motociclista limitando le lesioni gravi ed azzerando gli interventi manutentivi, grazie alla capacità della gomma di ritornare nella forma originale a seguito dell’urto.
Il progetto D.s.m.U Ecofriendly Anas, è stato studiato e progettato in house da Anas, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Firenze per la verifica di funzionamento agli elementi finiti, l’azienda Proge Plast per la realizzazione dei prototipi al vero ed Ecopneus per la parte materiali, con l’obiettivo di garantire la massima sicurezza per i motoci-
clisti e in linea con la necessità di rendere la rete infrastrutturale sempre più sostenibile e al tempo stesso performante.
Fin dai primi test effettuati, il prototipo ha ottenuto ottimi risultati, raggiungendo caratteristiche prestazionali di massima sicurezza nei casi di impatto con il corpo del motociclista e in grado di limitare le lesioni gravi, adattandosi anche a stretti raggi di curvatura. Grazie alla combinazione del design e l’utilizzo del compound in gomma riciclata da PFU per la sua realizzazione, il dispositivo assicura infatti molteplici vantaggi: è flessibile e modulare, adattabile ai diversi raggi di curvatura della strada; facile da installare, grazie ad un sistema di aggancio al montante della barriera stradale, garantisce una continuità su strada, in virtù del sistema di collegamento a incastro tra i diversi elementi e non richiede interventi di manutenzione o ripristino a seguito dell’urto, grazie all’elasticità conferita dalla gomma riciclata che consente al dispositivo di ritornare nella forma originale ed azzerare di conseguenza i costi manutentivi.
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Imballaggi in plastica: per gli italiani una garanzia di qualità
La seconda edizione della survey di Alpla evidenzia una crescita della consapevolezza da parte dei consumatori dell’importanza del recupero e riciclo degli imballaggi plastici. Parallelamente, aumenta la percezione della plastica come materiale capace di garantire una migliore conservazione degli alimenti.
Sono stati resi pubblici i risultati della seconda ricerca promossa da Alpla, azienda globale operante nel settore degli imballaggi in materiale plastico, nella cornice della campagna “La plastica è cambiata, cambia idea sulla plastica”, un’iniziativa partita più di un anno e mezzo fa con l’obiettivo di sensibilizzare i consumatori sul corretto utilizzo degli imballaggi plastici e di fare cultura su uno dei materiali più importanti che oggi pervade la nostra vita quotidiana: la plastica. La survey, condotta come diciotto mesi fa su un campione rappresentativo della popolazione italiana a livello di età (18-54 anni) e gender, se da un lato su alcune tematiche di natura generalista non ha mostrato evidenti scostamenti rispetto ai risultati della prima edizione, dall’altro ha però posto in evidenza alcuni importanti trend. Innanzitutto, il dato complessivo dichiarato relativamente all’abitudine di fare la raccolta differenziata domestica mostra chiaramente
Settembre/Ottobre 2023 24 ı LaPlasticaOggieDomani
come questa sia oramai divenuta una prassi consolidata a livello generale e trasversale, ovvero senza differenze di età, di genere e di territorialità. Attenzione però: questo dato non deve essere confuso con quello tipico del riciclo, che come ben tutti sappiamo varia percentualmente, a volte anche molto, tra una regione e l’altra o addirittura tra due comuni di una stessa provincia.
Cresce la quota di utilizzo nel food
Lo spunto più interessante sul quale riflettere arriva però dalle domande poste sull’utilizzo degli imballaggi plastici. Alla domanda “In quale ambito consumi maggiormente la plastica?” l’alimentare passa dal 72% all’89%, mentre il farmaceutico/cosmetico scende dal 24% al 9%. Questa tendenza ad associare maggiormente la plastica con il carrello della spesa alimentare e meno con quello dei prodotti farmaceutici è probabilmente da intendersi come una conseguenza legata al mitigarsi della crisi pandemica e, quindi, ai diversi comportamenti di acquisto dei consumatori.
Decisamente significativa, se vogliamo anche in relazione alle risposte date a quanto sopra, è la percentuale dei rispondenti che, alla domanda “Gli imballaggi in plastica consentono una migliore conservazione del cibo?”, hanno risposto affermativamente. Ebbene, se gli indecisi sulle proprietà funzionali della plastica legate alla conservazione degli alimenti si mantengono su una soglia stabile intorno al 30%, coloro che asseriscono che la plastica favorisca il mantenimento della freschezza dei cibi passa dal 29% al 36%.
Ricordiamo che nella prima survey la percentuale degli intervistati che non sapeva che cosa rispondere o riteneva la plastica non idonea alla migliore conservazione del cibo era pari al 70% e più. Forse complice la recente pandemia, che ha indotto i consumatori a fare i conti con scorte di cibo a
lungo termine, la percezione della plastica come materiale funzionalmente idoneo alla conservazione è decisamente aumentata. Utilizzata nella conservazione degli alimenti freschi, così come packaging primario dei prodotti farmaceutici, la plastica garantisce igienicità e praticità d’uso, grazie alla leggerezza, robustezza e versatilità d’impiego. Non da ultimo, va anche ricordato che, nel circolo virtuoso del riciclo, l’impatto che il processo di recupero e riutilizzo della plastica genera sull’ambiente in termini di CO2 è di gran lunga minore rispetto a quello di altri materiali che, sia pur del tutto ecologici, come ad esempio il vetro, sono molto energivori.
Consumatori attenti al riciclo
A fare da contralto ai risultati appena descritti vi sono le risposte in merito all’importanza che il consumatore dà al packaging all’atto dell’acquisto. Anche se un consumatore su due dichiara di porre “abbastanza” attenzione al tipo di confezione, ovvero alla sua sostenibilità e riciclabilità, vi è ancora una percentuale consistente, pari al 22%, di acquirenti che non si sofferma su questo aspetto. Questo, nonostante i dati della seconda survey pongano in chiara evidenza come i consumatori considerino importante il riciclo, con il 41% del campione che alla domanda “In una scala da 1 (molto poco) a 10 (tantissimo), quanta importanza dai al riciclo della plastica nella tua vita quotidiana?” ha assegnato il punteggio massimo di 10 (nella survey scorsa la percentuale del campione era pari al 33%).
Da ultimo, fermo restando che le principali fonti di informazione per i consumatori rimangono i siti web e i social – anche se in leggero calo in favore di brochure e opuscoli – si conferma la necessità di disporre di maggiori informazioni da fonti ufficiali, con regole e norme più chiare per evitare errori nella differenziazione dei rifiuti che,
spesso, soprattutto quelli di tipo misto, vengono gestiti con modalità differenti da comune a comune. Come accade in molti altri casi, il principio di diffusione della cultura si configura dunque uno degli elementi di maggiore stimolo all’impegno collettivo verso la responsabilità ambientale.
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ambiente e
plastica garantisce igienicità e praticità d’uso
riciclo
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La soluzione per il riciclo di materiali inquinanti o non-omogenei
Nel 2022 l’Italia ha registrato una raccolta di 316.000 tonnellate di scarti RAEE difficili da reperire e quindi importanti da recuperare. Da simili necessità nasce la collaborazione tra Bausano e Wintech, che hanno sviluppato un impianto in grado di trasformare i rifiuti inquinanti in un prodotto 100% sostenibile.
La collaborazione tra Bausano – esperto internazionale nella progettazione e produzione di linee di estrusione personalizzate per la trasformazione delle materie plastiche – e Wintech – azienda specializzata nella costruzione di macchine ad iniezione rotativa – dà vita a una soluzione rivoluzionaria in grado di rispondere alla sfida di riciclare i materiali di scarto plastici inquinanti o non omogenei. Nel 2022, l’Italia ha registrato una raccolta di 316.000 tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), per cui la rigenerazione risulta di rilevanza strategica sia per recuperare materie prime oggi difficilmente reperibili, sia per tutelare l’ambiente, riducendo le emissioni di CO2.
“Consapevoli della difficoltà di trattare tali materiali, che necessitano di una pulitura previa alla fase di riutilizzo, Bausano con-
tinua a investire per creare una tecnologia in grado di reintrodurre i rifiuti plastici in un ciclo produttivo di valore”, dichiara Marco Masiero, R&D, Test Engineer dell’azienda. “Si tratta, infatti, di un ulteriore passo avanti per quanto concerne i rifiuti non omogenei o altamente inquinanti, che esulano dai canali standard della circular economy”.
Una partnership vincente È in questo quadro che si inserisce la partnership avviata tra Bausano e Wintech, una sinergia vincente volta a proporre un processo innovativo per il recupero degli scarti RAEE, altrimenti destinati alla discarica o alla termovalorizzazione. In particolare, l’expertise delle due aziende ha visto l’integrazione del sistema di iniezione Wintech con un estrusore all’avanguardia di Bausano, per produrre oggetti di uso comune
senza alcun trattamento preliminare degli scarti. Concretamente, il processo vede una fase iniziale di lavorazione dei rifiuti plastici ad opera dell’estrusore bivite Bausano, che crea uno stato di omogeneità della massa fusa e una plastificazione ottimale, affinché il materiale possa essere iniettato nello stampo Wintech. L’intuizione di Bausano si traduce in una tecnologia in grado di eliminare totalmente l’umidità residua ed eventuali composti volatili, grazie ad un efficiente e collaudato sistema di degasaggio. Post-iniezione, il prodotto viene adeguatamente raffreddato in un carosello a più stazioni, quale passaggio fondamentale per garantire un’elevata produttività pezzo/ora. Quest’ultimo rappresenta un fattore cruciale da valutare, in fase di progettazione, unitamente al tipo di estrusore Bausano, al volume del cilindro di iniezione, alla tipologia di materia prima da lavorare e alle dimensioni dell’output.
Il consolidato know-how degli esperti Bausano e Wintech rende i macchinari completamente personalizzabili e permette di ottimizzarne lo stampaggio, a vantaggio di una superiore qualità del prodotto finito: dai piccoli formati, quali piastrelle, a manufatti di grandi dimensioni, come tappeti per la copertura di pavimenti, dossi o, ancora, basi per cartelli e barriere stradali. Infine, grazie al sistema di trasmissione Multidrive, brevettato, e al sistema di riscaldamento a induzione, patent-pending, è anche possibile ridurre il consumo energetico del 30-35%.
“Un progetto all’insegna dell’economia circolare per un impianto totalmente integrato, efficiente e affidabile, in grado di trasformare i rifiuti in un nuovo prodotto sostenibile al 100%”, dichiara Marco Masiero, R&D, Test Engineer di Bausano, che conclude “Alla domanda se è possibile riciclare i materiali di scarto, Bausano risponde con i fatti, con un sistema che conferisce nuova vita a questi rifiuti difficili da recuperare”.
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Sono oltre 30 mila le tonnellate di rifiuti plastici gestiti nel 2022 da Ecopolietilene. Il consorzio per la raccolta dei beni in polietilene l’anno scorso ha raddoppiato i volumi rispetto al 2021, confermandosi tra i principali attori di una filiera green per un particolare, ma soprattutto prezioso polimero quale è il polietilene. “Prosegue il cammino di consolidamento del consorzio”, osserva il direttore generale di Ecopolietilene, Giancarlo Dezio.
“Prosegue nel solco di profonda attenzione verso le imprese che, nel rispetto del principio EPR - la responsabilità estesa del produttore -, sono chiamate a farsi
Rifiuti da polietilene: oltre 30 mila tonnellate gestite nel 2022
carico della gestione dei rifiuti che i loro prodotti generano. Prosegue anche nel segno di una grande attenzione all’ambiente: Ecopolietilene l’anno scorso si è fatto promotore di una serie di progetti e iniziative finalizzate non solamente a incrementare e migliorare la raccolta dei rifiuti da beni in polietilene, ma anche a verificare nuovi utilizzi della materia prima seconda ottenuta dai processi di riciclo”.
Sotto il profilo dei numeri, Ecopolietilene nel 2022 ha aumentato del 25% le aziende consorziate: tra fabbricanti, importatori, brand owner e distributori, sono 147 le realtà che fanno riferimento al consorzio. Le 30.198 tonnellate di rifiuti da beni in polietilene gestite in collaborazione con Ecolight Servizi rappresentano un importante passo in avanti. Nel suo secondo anno di attività (il consorzio è stato riconosciuto dal Ministero della Transizione Ecologica nel giugno 2020), Ecopolietilene ha incrementato del 117% le quantità gestite, arrivando a effettuare oltre 8.500 missioni in tutta Italia.
RETHINK
Dal masterbatch alla finitura dei prodotti in plastica Garantire la qualità della produzione nella filiera dei prodotti in plastica colorata, con un ecosistema di misurazione del colore perfettamente configurato per ridurre i costi e gli sprechi.
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PLASTIC PRODUCTION AUMENTARE LE PRESTAZIONI DELLA PRODUZIONE NELLA FILIERA DELLA PLASTICA
ambiente e riciclo
Corepla, un modello circolare che compie 25 anni
delle istituzioni ed esponenti del mondo accademico, economico e scientifico, Corepla ha tracciato un primo bilancio delle d’attività di questi 25 anni. Un bilancio positivo, dal quale emerge che l’Italia vanta un sistema d’eccellenza, a livello europeo, per raccolta differenziata e riciclo degli imballaggi, e una filiera industriale complessa che produce risultati straordinari.
Quanto ne sanno gli italiani sulla plastica e sul riciclo?
Secondo l’indagine Ipsos-Corepla, l’Italia è più attenta all’ambiente di quanto creda. La conferma arriva dai numeri: negli ultimi 25 anni la raccolta degli imballaggi in plastica è passata da 114.000 a 1.500.000 tonnellate.
La percezione dell’emergenza climatica da parte dei cittadini italiani sta crescendo di anno in anno, così come la consapevolezza e la necessità di dover adottare comportamenti sempre più sostenibili. È quanto emerge dai risultati della ricerca Corepla, condotta da Ipsos e presentata a Roma al convegno “L’evoluzione del Consorzio tra sfide e innovazione”, realizzato per celebrare i 25 anni di attività del Consorzio.
N ell’incontro, avvenuto alla presenza
“Questo anniversario segna il passaggio alla piena maturità di Corepla che, consapevole della propria forza e della propria unicità, può guardare al futuro, alle nuove sfide, scoprendo di non essere più semplicemente un attore dell’economia circolare ma anche un motivatore del cambiamento”, ha dichiarato il presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo. “Oggi, infatti, Corepla gioca un ruolo decisivo nel percorso di transizione ecologica che il Paese sta perseguendo con obiettivi precisi e sfidanti per far fronte alle richieste dell’Europa. Il nostro impegno è costante, come dimostra il quotidiano dialogo con tutti gli stakeholder e l’attività di informazione e sensibilizzazione sui temi della raccolta e del riciclo degli imballaggi in plastica, e il nostro contributo sempre più innovativo”.
La ricerca in collaborazione con Ipsos
C ome rivela l’indagine Ipsos, negli anni, la sensibilità e l’attenzione dei cittadini verso la raccolta differenziata è cresciuta in maniera significativa, per il 22% dei cittadini italiani fare correttamente la raccolta differenziata dei rifiuti è il comporta -
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Giorgio Quagliuolo, Presidente di Corepla
mento più importante da mettere in pratica per rispettare l’ambiente, per il 15% è fondamentale iniziare a ridurre gli sprechi riutilizzando gli oggetti anziché disfarsene. Il 66% ha presente il significato del concetto di economia circolare e l’88% ha chiaro che contribuisce ad apportare vantaggi all’ambiente, tuttavia solo il 38% è consapevole che può essere una leva di crescita economica. A fronte dei primati conseguiti dal nostro Paese, la percezione degli stessi non supera però la metà della classifica.
Rispetto agli ultimi decenni, fare la raccolta differenziata della plastica è diventato più facile per i cittadini, che chiedono ai Comuni e in generale alle Istituzioni, maggiori informazioni di dettaglio sugli imballaggi e il 91% ritiene che Governo e Istituzioni dovrebbero fare di più per sensibilizzare i cittadini sul tema plastica e il suo riciclo, investendo risorse per rendere tutti i tipi di plastica riciclabili al 100% e per potenziare le infrastrutture dedicate alla gestione dei rifiuti.
S empre dalla ricerca, emerge che gli italiani sanno perfettamente che bottiglie, flaconi e vasetti vanno nella raccolta differenziata ma hanno molti dubbi sui tubetti e sugli imballaggi in polistirolo.
Prende così corpo la richiesta di un siste -
ma di comunicazione costante e sempre più unificato sui metodi e le logiche di differenziazione dei materiali riciclabili.
I numeri di Corepla
Il Consorzio è stato uno degli attori che, dal 1997 ad oggi, ha contribuito maggiormente e concretamente a sensibilizzare i cittadini verso la cultura circolare, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica.
Oggi, Corepla è all’apice di una grande filiera di imprese consorziate e di un sistema che svolge un ruolo economico e sociale prezioso per il nostro Paese e che non a caso ha reso l’Italia un’eccellenza europea nel campo della gestione sostenibile degli imballaggi in plastica.
“Corepla si impegna a garantire che gli
imballaggi raccolti in modo differenziato siano avviati a riciclo e recupero con efficienza, efficacia ed economicità”, ha specificato il presidente Quagliuolo. “In questi 25 anni, infatti, la raccolta degli imballaggi in plastica è passata da 114.000 tonnellate a 1.500.000 tonnellate (+1.216%), ovvero da 1,9 kg a 25 kg pro capite. Per quanto riguarda il materiale avviato al riciclo, l’Italia è passata da 228.000 tonnellate a oltre 1.050.000 tonnellate: un risultato brillante frutto di una rete capillare che vanta attualmente 31
impianti di selezione e 92 impianti di riciclo sul territorio nazionale”.
A nche la copertura dei Comuni è aumentata esponenzialmente dal 77% del 2002 al 99% di oggi. Parallelamente, è raddoppiato il numero di imprese consorziate della filiera del packaging in plasticaproduttori di materia prima, produttori di imballaggi, utilizzatori che autoproducono i propri imballaggi e riciclatori –, passato da 1.216 a 2.480.
L a sfida del Consorzio e di tutto il settore dell’economia circolare sarà, ora, riuscire ad aumentare la consapevolezza dei primati del sistema italiano fra gli stessi cittadini e lavorare sulla pratica quotidiana del riciclo, fornendo informazioni puntuali a sostegno della sua correttezza.
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L’economia circolare rallenta
La quinta edizione del rapporto nazionale sull’economia circolare parla chiaro: l’economia globale brucia oltre cento miliardi di tonnellate di materiali l’anno. Per questo è importante accelerare la transizione alla circolarità, soprattutto per un paese povero di materie prime come l’Italia.
In cinque anni il tasso di circolarità nell’economia mondiale è passato dal 9,1% al 7,2%. In altre parole, il Pianeta ricicla e riusa di meno. Tra le prime cinque economie dell’UE l’Italia rimane il Paese più circolare d’Europa, anche se negli ultimi cinque anni perde posizioni mentre altri Stati accelerano: non possiamo sederci sugli allori, occorre fare di più per mantenere la leadership. Il tasso di utilizzo circolare dei materiali in Italia è al 18,4%, resta più alto della media UE (11,7%) nel 2021 – ultimo dato disponibile - ma eravamo al 20,6% nel 2020 e al 19,5% nel 2019. Per la produttività delle risorse siamo, assieme alla Francia, davanti alle altre principali economie europee con 3,2 euro generati per ogni kg di materiale consumato e anche nella percentuale di riciclo sul totale dei rifiuti prodotti, speciali e urbani, siamo in testa con il 72%. Nella classifica complessiva della circolarità delle cinque principali economie dell’Unione Europea (Italia, Germania, Francia, Spagna e Polonia) restiamo dunque leader ma nella tendenza degli ultimi cinque anni perdiamo posizioni: la Spagna ci segue a ruota e sta tenendo un ritmo di cambiamento più veloce dell’Italia.
Sono questi alcuni dei dati al centro della quinta edizione del Rapporto nazionale sull’economia circolare, realizzata dal Cir-
cular Economy Network - in collaborazione con ENEA e con il patrocinio della Commissione Europea, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, presentato a Roma presso il Nazionale Spazio Eventi di via Palermo.
All’evento, i cui lavori sono stati aperti da Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, hanno partecipato Edo Ronchi, presidente Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Roberto Morabito, direttore dipartimento ENEA di sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali, Laura D’Aprile, capo dipartimento sviluppo sostenibile, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Barbara Cle-
menti, dirigente divisione economia circolare, DG per la politica industriale, l’innovazione e le piccole e medie imprese, Ministero imprese e Made in italy, Katia Da Ros, vicepresidente per l’ambiente di Confindustria, Stefano Ciafani, presidente Legambiente, Giorgio Graziani, segretario confederale CISL.
Le sfide del presente
Il dato da cui parte l’analisi è preoccupante: l’economia globale brucia oltre cento miliardi di tonnellate di materiali l’anno.
Accelerare la transizione all’economia circolare, dunque, contribuirebbe a migliorare le condizioni del Pianeta perché l’estrazione di materiale vergine potrebbe diminuire di oltre un terzo (-34%) e le emissioni di gas serra potrebbero essere ridotte contenendo l’aumento della temperatura globale entro i 2°C, salvaguardando insostituibili ecosistemi fondamentali per la vita del nostro Pianeta. Ma ci sarebbero anche consistenti benefici economici. A partire da un importante contributo alla lotta contro l’inflazione che viene alimentata dai rincari del costo dei materiali e dell’energia: le strategie mirate al recupero di materia ed energia hanno un evidente effetto deflattivo.
“Occorre accelerare, anche per combattere l’inflazione: se il costo delle materie prime e
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L’Italia è a un tasso di utilizzo di materia proveniente da riciclo del 18,4%: dietro la Francia che è al 19,8, ma ben oltre la Germania che è al 12,7%
delle risorse aumenta, la circolarità è una risposta concreta alla crisi. Per questo è fondamentale dotarci di tutti gli strumenti utili per sviluppare pienamente l’economia circolare”, ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente del Circular Economy Network (CEN) un progetto promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con Acque della Salute - Uliveto e Rocchetta, Burgo Group, Cobat, Conai, Conou, Ecopneus, Erion, Federbeton, Gruppo Hera, Italian Exhibition Group, Iren, Montello, Novamont.
“In particolare, come Circular Economy Network, chiediamo di rispettare il cronoprogramma di attuazione della strategia nazionale per l’economia circolare, recepire tempestivamente le misure europee, rafforzare il sostegno alle imprese, prevedere misure di fiscalità ecologica nella legge delega. È necessario inoltre sviluppare l’economia circolare delle materie prime criti-
che, garantire la realizzazione degli impianti previsti dal PNRR, accelerare i tempi di realizzazione degli impianti di riciclo e dei ‘progetti faro’ già finanziati, per colmare il gap tra Centro-Sud e Nord e garantire un’adeguata dotazione impiantistica. Sui rifiuti è essenziale dare piena attuazione al Programma nazionale di gestione dei rifiuti, aggiornare entro fine anno i Piani regionali per raggiungere gli obiettivi di riciclo e riduzione dello smaltimento in discarica previsti dalle direttive UE, accelerare e semplificare le normative sull’End of Waste, sviluppare la simbiosi industriale, nonché adottare il programma nazionale di prevenzione dei rifiuti”.
“L’Italia importa oltre il 99% delle materie prime critiche, mostrando una dipendenza dall’estero ancora più drammatica di quella europea”, ha dichiarato Roberto Morabito, Direttore del Dipartimento ENEA di So-
stenibilità dei sistemi produttivi e territoriali. “Le materie prime critiche sono fondamentali per le filiere hi-tech più legate alla transizione energetica, circolare, digitale e alla qualità della vita in generale. A seguito delle emergenze degli ultimi anni, la richiesta di materie prime a livello globale si è bruscamente impennata, così come il loro prezzo, determinando un aumento del rischio di approvvigionamento con conseguente impatto negativo sulla competitività delle nostre filiere produttive, che rappresentano oltre il 30% del PIL nazionale. Per un Paese come l’Italia, decisamente più povero di materie prime rispetto ai principali competitor, è ineludibile puntare sulla circolarità, dall’eco-design dei prodotti al recupero e riciclo, sfruttando le nostre miniere urbane, che sono la fonte potenziale di materie prime critiche più prontamente accessibile”.
La classifica complessiva di circolarità nelle principali cinque economie dell’Unione Europea (Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna) è basata su sette indicatori: tasso di riciclo dei rifiuti; tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo; produttività delle risorse; rapporto fra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali; quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia; riparazione; il consumo di suolo. Anche per questa edizione, a guidare la classifica è l’Italia, che totalizza 20 punti. Seguono Spagna (19 punti), Francia (17), Germania (12) e Polonia (9). In generale, considerando l’andamento degli ultimi anni, l’Italia migliora meno della Polonia, che parte da livelli molto bassi di circolarità, e della Spagna che sta correndo più velocemente, mentre tiene lo stesso passo della Francia e va un po’ più veloce della Germania.
Rifiuti ed energia
La percentuale di riciclo dei rifiuti nel 2020 è stata del 53% in Europa e del 72% in Ita-
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In cinque anni il tasso di circolarità nell’economia mondiale è passato dal 9,1% al 7,2%. In altre parole, il Pianeta ricicla e riusa di meno
lia, uno dei tassi di riciclo più alti nell’UE. Rispetto alle altre principali economie europee, l’Italia nel 2020 ha consolidato il suo primato, superando di circa 17 punti la Germania. Il tasso di crescita negli ultimi dieci anni è invariato per l’UE, mentre è salito dell’8% in Italia e del 3% in Spagna. Per quanto riguarda i valori pro capite, è prima l’Italia con ben 969 kg/abitante l’anno avviati a riciclo, seguono Germania (921), Polonia (726), Francia (625) e Spagna (472).
Meno positivo per il Belpaese l’andamento del tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo (il rapporto tra l’uso circolare di materia e l’uso complessivo, cioè da materie prime vergini + materie riciclate).
Nell’UE nel 2021 questo valore è stato in media dell’11,7%, - 0,1% rispetto al 2020. Per la prima volta l’Italia nel 2021 ha subito un calo, attestandosi al 18,4% (2,2% in meno rispetto all’anno precedente), perdendo il primato tra le cinque principali economie europee, superata dalla Francia, in testa con 1,4 punti % in più.
Nel 2021 in media, in Europa, a parità di potere d’acquisto, per ogni kg di risorse consumate vengono generati 2,1 euro di PIL. Anche per questo indicatore l’Italia (-7% nell’ultimo biennio) è stata raggiunta dalla
Francia: ambedue sono a 3,2 €/kg. Seguono Germania (2,7 €/kg) e Spagna (2,6 €/kg), mentre staccata è la Polonia (0,8 €/kg).
Nel 2020 l’Italia, con quasi 24.000 aziende che svolgono attività di riparazione, è al terzo posto tra le cinque economie più importanti d’Europa, dietro alla Francia (35.300 imprese) e alla Spagna (29.100). Negli ultimi dieci anni, però, le nostre aziende sono diminuite: 2.622 in meno rispetto al 2011, quasi -10%. Calano anche in Polonia, mentre crescono in Spagna, Francia e Germania.
Se si considera il valore della produzione generato dalle aziende, in Italia supera i 2,1
Un sondaggio sulle abitudini degli italiani
È stata presentata, in occasione della Conferenza sull’economia circolare, un’indagine, realizzata da CEN e Legacoop in collaborazione con IPSOS, su un campione rappresentativo di cittadini, che conferma l’interesse degli italiani per l’economia circolare.
Negli ultimi 3 anni, infatti, quasi un italiano su 2 (il 45% degli intervistati) ha acquistato un prodotto usato e uno su 3 (il 36% del campione) un prodotto ricondizionato o rigenerato. Oltre l’80% delle persone intervi-
La classifica è basata su sette indicatori: tasso di riciclo dei rifiuti; tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo; produttività delle risorse; rapporto fra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali; quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia; riparazione; consumo di suolo
Mld€ (+122 M€ circa rispetto al 2011). Siamo dietro alla Francia (4,5 Mld€), a pari merito con la Spagna e davanti alla Germania (2 Mld€). Gli addetti alle imprese di riparazione operanti in Italia nel 2020 sono quasi 10.800 (in calo di circa 1.500 rispetto al 2019 e di 2.300 circa sul 2011), mentre Germania, Spagna e Francia impiegano un numero di addetti più che doppio rispetto all’Italia.
state pensa che ridurre il packaging sia importante. Leasing, noleggio e sharing sono utilizzati più della media (+ 10-11%) dalla fascia di popolazione di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Gli under 30, però, sono i più scettici circa le proposte per incentivare un approccio più circolare alle scelte d’acquisto, hanno poca fiducia nella capacità di migliorare la governance del settore.
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e riciclo
covestro.com/myfuturecity #MyFutureCity #PushingBoundaries NON SI PUÒ MIGLIORARE LA VITA NELLA MIA CITTÀ. PERCHÉ NO?
Vecoplan supporta le imprese sulla strada della circolarità
Per rimanere competitive, molte aziende di trasformazione delle materie plastiche intendono gestire autonomamente il riciclaggio. Ecco perché Vecoplan, grazie ai suoi trituratori, vuole sostenere le imprese contribuendo ad attuare questa transizione in modo proattivo.
Entro il 2050, l’Europa intende rag giungere la neutralità climatica. L’e conomia circolare delle materie pla stiche offre un contributo importante.
L’elemento essenziale della Direttiva UE su gli imballaggi e sui rifiuti d’imballaggio è la quota di riciclaggio. Entro il 2025, gli Stati membri dovranno riciclare il 65% dei loro ri fiuti d’imballaggio. Entro il 2030 la quota salirà al 70%. La produzione di merci e beni genera emissioni nocive che acuiscono il naturale effetto serra. Ciò comporta, inevitabilmente, cambiamenti di temperatura con conseguenze enormi per il clima. Entro il 2030, le emissioni di gas serra vanno pertanto ridotte almeno del 55% a livello europeo ed entro il 2050 l’Europa intende raggiungere la neutralità climatica.
“L’economia circolare è uno degli strumenti per raggiungere questi obiettivi”, spiega Martina Schmidt, responsabile dell’area
Recycling - Waste, presso Vecoplan AG.
L’azienda è uno dei fornitori leader di macchine e impianti per il trattamento delle materie prime primarie e secondarie per la valorizzazione termica e materiale.
Nell’ambito della progettazione dei prodotti e degli imballaggi, l’impiego di materie plastiche riciclate offre molte possibilità di sostitu-
zione. Secondo uno studio dell’Istituto Fraunhofer UMSICHT, le emissioni di gas serra dannose per il clima possono essere ridotte fino al 50% impiegando materiale riciclato anziché granulato vergine ottenuto dal petrolio greggio. Dobbiamo sfruttare questo potenziale”, afferma l’esperta di Vecoplan. Ma riciclare non è importante solo per la neutralità climatica, contribuisce anche a preservare risorse preziose e a tutelare l’ambiente. L’obiettivo è quello di aumentare la quota di riciclaggio e sfruttare i vantaggi della plastica in modo da non creare danni per il Pianeta. Inoltre, la crescente domanda nei diversi settori industriali determina una situazione di approvvigionamento critica e influisce sui prezzi.
Il riciclaggio controllato
Le imprese di trasformazione possono soddisfare la domanda di riciclati di elevata
L’elevata efficienza energetica è la caratteristica distintiva dell’azionamento HiTorc. Consente tra l’altro un avviamento della macchina anche a pieno carico
qualità in modo rapido ed efficiente in termini di costi, provvedendo autonomamente al riciclaggio e adottando un approccio olistico. “Nello sviluppo delle nostre soluzioni lavoriamo a stretto contatto con i clienti”, spiega Martina Schmidt. “In passato, le imprese di trasformazione si sono rivolte a Vecoplan con sfide sempre nuove. Naturalmente, questo ci motiva a divenire parte attiva del cambiamento”. Particolarmente impegnativa risulta essere la triturazione dei materiali: filati, fibre e filamenti sono disponibili in lunghezze differenti, talvolta estreme, in diversi spessori e in varie materie plastiche. Nonostante tutte le differenze però, questi materiali condividono alcune particolari caratteri-
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macchine
stiche meccaniche: sono tenaci, resistenti all’usura, allo strappo e sono al contempo molto elastici rendendo per questo la frantumazione molto più difficile.
“Un materiale omogeneo in uscita è ottimale per tutti i processi successivi”, illustra Martina Schmidt. “Perciò è importante anche evitare lunghezze eccessive o frazioni fini che causano malfunzionamenti o perdite nel processo”. Inoltre, per l’ulteriore trasformazione delle materie plastiche è di primaria importanza non modificare le caratteristiche del materiale in entrata tramite l’apporto di calore che si genera durante la triturazione.
Concentrarsi sull’efficienza energetica
Per ottenere la migliore efficienza energetica possibile nella triturazione, Vecoplan si affida con HiTorc a un concetto di azionamento speciale. Grazie all’assenza di elementi di trasmissione meccanici quali trasmissioni a cinghia o a ingranaggi, volani e accoppiamenti, l’azionamento diretto ha un grado di efficienza fino al 15% superiore. È dinamico, con valori di avviamento e coppia elevati, ha una ridotta necessità di manutenzione ed è insensibile ai materiali estranei. “Il nostro HiTorc è la Tesla degli azionamenti”, afferma Martina Schmidt. Già un singolo arresto non programmato dovuto a un albero rotto, un limitatore di coppia bruciato o un ingranaggio difettoso giustifica l’impiego di un azionamento HiTorc, grazie al quale è possibile ridurre significativamente sia i costi di manutenzione sia i guasti.
L’importanza degli impianti
L’armonizzazione ottimale per l’applicazione specifica si ottiene grazie alla corretta
selezione dell’unità di taglio. A tale scopo i tecnici Vecoplan operano a stretto contatto con i clienti.
“Noi sviluppiamo trituratori che si possono adattare alle esigenze individuali grazie alle numerose serie di prove condotte nel nostro centro tecnologico. I risultati vengono documentati, messi a disposizione del cliente e inseriti nel nostro database”, spiega Martina Schmidt. Questo database contiene ormai oltre 3.000 test. Temperatura del materiale in uscita, emissioni acustiche, coppie e forze di taglio vengono controllate e registrate in tempo reale. Disponiamo di un laboratorio interno per la misurazione dell’umidità, la
determinazione granulometrica e della densità e il controllo dei materiali. “Nel corso degli anni abbiamo acquisito una quantità enorme di conoscenze, non solo a livello teorico ma, soprattutto, nella pratica”, aggiunge Martina Schmidt. In tutti gli sviluppi sono molto importanti la facilità di manutenzione e il massimo comfort operativo.
Verso l’impianto perfetto
Ma esiste il macchinario perfetto? “Dobbiamo chiarire cosa intendiamo con questo concetto. Si tratta di un trituratore configurato correttamente per l’applicazione specifica? E può funzionare in maniera ottimale
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macchine
Il trituratore VAZ combina interessanti caratteristiche tecniche a un design moderno e funzionale
con pochi accorgimenti quali la regolazione della forza di taglio, una modifica della geometria di taglio o della granulometria in uscita? In questo caso, i nostri trituratori offrono un elevato grado di flessibilità per soddisfare tali requisiti”, spiega Martina Schmidt.
Oppure, un macchinario perfetto deve garantire processi stabili per una produttività elevata e costante e per un materiale in uscita omogeneo? “Anche in questo caso i nostri clienti possono fidarsi di noi”, dichiara l’esperta. “Ne va dimenticato il tema della so-
stenibilità, che riveste un ruolo sempre più determinante. Come la possibilità di ricavare valore aggiunto per il cliente dalle opportunità offerte dalla digitalizzazione, ad esempio nell’ambito di nuovi modelli di business. Anche su questo ci stiamo lavorando”.
Una soluzione efficiente
Per soddisfare gli elevati requisiti del riciclaggio di materiali molto diversi, Vecoplan ha riconcepito la serie di trituratori VAZ in base agli attuali standard di progettazione industriale, presentandola per la prima volta alla IFAT a maggio 2022. Il trituratore monorotore convince soprattutto grazie alla sua struttura modulare. “I gestori possono impiegare la serie in modo universale, ottenendo così la risposta giusta per un ampio ventaglio di applicazioni”, conferma Martina Schmidt. “Disponiamo di diverse possibilità per configurare la macchina e adattarla al compito da svolgere. Se selezionati e combinati nel modo giusto, tali componenti influiscono infatti in modo decisivo sul risultato e sulla qualità del processo di triturazione”. Il nuovo trituratore è inoltre equipaggiato con il Vecoplan Smart Center (VSC). Si tratta di un potente concetto di digitalizzazione di Vecoplan AG per la massima efficienza di trituratori e impianti. L’intuitivo pannello di controllo VSC.control integrato funge da mezzo di comunicazione per il comando moderno e il collegamento diretto con Vecoplan. Grazie a VSC.connect la macchina viene collegata in rete offrendo la possibilità di accedere online a servizi aggiuntivi quali l’assistenza remota, gli indicatori chiave di prestazione e un database dei media.
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Per soddisfare i requisiti del riciclaggio di materiali molto diversi, Vecoplan ha riconcepito la serie di trituratori VAZ in base agli attuali standard di progettazione industriale
macchine
CMG lancia una nuova serie di granulatori a bassa velocità e senza griglia con caratteristiche innovative ed esclusive che contribuiscono ad ottenere il più alto grado di produttività, qualità di rimacinato (omogeneità dimensionale delle particelle di rimacinato e assenza di polvere), efficienza di funzionamento, facilità di pulizia e la miglior flessibilità di applicazione. La nuova gamma SL è composta da quattro modelli, per capacità che vanno da 5 kg/h a 30 kg/h.
A questa prima serie, si aggiunge la linea di granulatori bordo pressa con connotati di alto calibro. Le caratteristiche di questa nuova serie sono molteplici e tutte contribuiscono ad ottenere il più alto grado di produttività, qualità di rimacinato (omogeneità dimensionale delle particelle di rimacinato e assenza di polvere), efficienza di funzionamento e la miglior flessibilità di applicazione.
Nella loro configurazione standard, i granulatori G17 sono applicabili ai processi di stampaggio ad iniezione e soffiaggio. Nelle configurazioni ET1 e ET2, sono adatti alle applicazioni di estrusione. La produzione di questi granulatori va da 5 kg/h a 90 kg/h.
Con la serie Evoluzione CMG presenta invece i modelli EV916 ed EV616, soluzioni adatte alle condizioni operative più critiche, per
Negli ultimi mesi ICMA ha portato a termine con successo quattro installazioni, con una quinta in arrivo a breve, di linee riciclo dedicate al re-compound di rifiuti plastici post-consumo, tutte dotate di estrusori bivite co-rotanti ad alte prestazioni modello ICMA MCM 110 e MCM 140 High Torque. Le linee sono installate in 3 diversi siti situati in Europa e di proprietà di importanti trasformatori di materie plastiche.
Tutti i progetti comprendono l’ingegnerizzazione e la successiva costruzione, installazione e avviamento di linee chiavi in mano dedicate al re-compounding di poliolefine, sia polipropilene che polietilene, con diversa densità e possibilità di aggiungere cariche e/o additivi a seconda dei diversi set-up.
Gli estrusori selezionati dispongono di sistemi di degasaggio potenziati per un’estrazione efficiente dei volatili contaminanti. L’elevata coppia degli estrusori fornisce anche un riempimento ottimale della vite e quindi una produzione massimizzata nell’intervallo da 2 a 4 tonnellate l’ora a seconda delle dimensioni degli estrusori, il grado di filtraggio e tipo e/o della densità dello scarto. I singoli macchinari costituenti la linea sono generalmente integrati nel pannello di controllo ICMA
granulazione con acqua oppure a secco, che richiedono caratteristiche di elevata performance, capacità di granulazione dai 2.000 a oltre 5.000 kg/h, versatilità, efficienza e sostenibilità. La serie Evoluzione garantisce costanza operativa e resistenza all’usura di grado superiore, grazie alle soluzioni costruttive che prevedono l’utilizzo di acciaio armonico, Hardox e strutture modulari assemblate.
e tutti i controlli sono “remotizzati” per un efficiente servizio di assistenza post-vendita. Tutte le linee sono dotate di dosatori gravimetrici e di alimentazioni forzate, di ultima concezione e quando opportuno, per scarti leggeri che, come è noto, sono più difficili da introdurre nell’estrusore. Il sistema di termoregolazione è molto preciso ed è realizzato seguendo gli elevati standard utilizzati nel settore dei compound ingegneristici dove anche la forma quadrata dei cilindri è essenziale e recepita dagli estrusori tecnologicamente più avanzati.
I sistemi di filtrazione, a seconda della configurazione delle diverse linee consegnate, possono raggiungere gli 80 micron per garantire la massima purezza dello scarto lavorato con un sacrificio limitato per la resa produttiva.
“La nostra famiglia di estrusori co-rotanti dedicati al re-compounding di scarti plastici e la nostra esperienza di oltre 50 anni di “ingegneri” specialisti del chiavi in mano, rendono ICMA un partner ideale per ogni società desiderosa di investire in un impianto nuovo o modernizzarne uno esistente dedicato al riciclo di materie plastiche, una opportunità oggi difficile da non considerare”, afferma Giorgio Colombo, AD di ICMA.
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Granulatori senza griglia per migliorare la produttività
Cinque linee per il re-compound di scarti post consumo
Soluzioni su misura per il raffreddamento e la termoregolazione
Focalizzata sui processi di trasformazione della plastica e basata sulla tecnologia, Frigel sviluppa soluzioni personalizzate per i propri partner, aiutandoli ad aumentare la redditività e a migliorare i KPI di produttività, qualità e sostenibilità.
Frigel porta alla fiera Plast, che si terrà a FieraMilano dal 5 all’8 settembre 2023, i principali prodotti della propria gamma, progettati su misura in base alle specifiche necessità dei più importanti settori applicativi del comparto plastico, quali automotive, packaging, medicale e technical. Verranno esposte le ultime innovazioni nel mondo delle centraline bordo pressa, innovazioni orientate verso il raggiungimento dei risultati chiave per l’industria di oggi: aumento della produttività, riduzione del tempo di ritorno dell’investimento (ROI), miglioramento della qualità del prodotto, costanza e ripetibilità del processo. Le soluzioni Frigel sono il frutto di 30 anni di esperienze e storie di successo raggiunte in tutto il mondo ed in svariati settori; grazie a questo know-how acquisito e ad una struttura internazionale, Frigel è in grado di offrire supporto nell’ottimizzazione e nell’efficientamento dei processi di raffreddamento industriale. Durante il Plast, Frigel esporrà le sue soluzioni Microgel e Termogel oltre alla serie
Ecodry MDK, i raffreddatori adiabatici a circuito chiuso con camere di nebulizzazione chiuse e tecnologie di raffreddamento booster brevettate, e Netgel MiND™, un sistema centralizzato per l’industria 4.0, interfaccia web lato macchina e piattaforma di monitoraggio.
Innovativo metodo di controllo della temperatura
Frigel introduce sul mercato Microgel Syncro, la nuova centralina bordo-pressa che rivoluziona il metodo di controllo della temperatura nello stampaggio a iniezione. La tecnologia Microgel Syncro permette una drastica riduzione del tempo ciclo (fino al
Microgel Syncro è la centralina bordo-pressa che rivoluziona il metodo di controllo della temperatura nello stampaggio a iniezione
40%), mantenendo inalterate la qualità superficiale, le caratteristiche dimensionali e le prestazioni meccaniche del prodotto finito. La riduzione del tempo ciclo totale è ottenuta grazie alla contrazione del solo tempo di raffreddamento: questo risultato, raggiunto tramite la sincronizzazione digitale con il processo di stampaggio, ha il grande vantaggio di non richiedere a priori la modifica di tutti gli altri parametri di stampaggio, rendendo il sistema comunicante con la pressa ma completamente autonomo e facilmente
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implementabile dagli operatori.
La grande differenza rispetto al metodo tradizionale consiste nel fatto che la centralina Syncro fornisce acqua fredda allo stampo solo nella fase di raffreddamento, riducendone drasticamente la durata. I vantaggi per il cliente sono facilmente intuibili: aumento della produttività e della reddittività della singola cella produttiva, a fronte di un investimento con tempo di ritorno mediamente inferiore ai 6 mesi. La gamma Microgel Syncro comprende più di 10 modelli, con capacità di raffreddamento da 16 kW a 56 kW e capacità di riscaldamento
Raffreddamento ad alte prestazioni
Il prodotto distintivo del marchio Frigel. Unità di controllo temperatura mono e doppia zona ad alte prestazioni con pompe booster e chiller integrati.
Frigel presenta l’intera gamma di Microgel RS per lo stampaggio a iniezione. Queste esclusive unità di controllo della temperatura a bordo macchina a singola zona (RSM) e doppia zona (RSD) sono progettate per produzioni orarie comprese tra 10 e 240 kg/ora. La nuova gamma Microgel RS introduce importanti miglioramenti chiave nei sistemi di raffreddamento ad alte prestazioni, tra i quali: una maggiore accuratezza sul set point impostato all’interno dell’intero range di controllo (da -5 a 90°C), miglior controllo della portata e maggiore efficienza energetica complessiva.
La gamma RS è disponibile in varie configurazioni, tra cui quelle specificamente progettate per il settore Packaging (RSP) e per le linee di estrusione (RSB). Opzioni come flussimetri, pompe con inverter e sensori di tempera-
tura consentono di ottenere la massima capacità di controllo e monitoraggio del processo. La sua nuova interfaccia utente offre un’esperienza impeccabile di piena connettività e interoperabilità tramite la piattaforma digitale Frigel MiND™.
Termoregolatore ad alta precisione
Termoregolatore stampo ad acqua pressurizzata a zona singola ad alta precisione. Frigel introduce innovazioni nelle sue sempre più popolari termoregolatori ad acqua pressurizzata a iniezione diretta fino a 120°C per applicazioni nei settori automotive, medicale e qualsiasi altro settore dello stampaggio tecnico in cui precisione, ripetibilità e controllo del processo sono fondamentali per la redditività della cella produttiva.
Le unità TDK sono completamente adattabili a qualsiasi condizione di stampaggio e sono dotate di caratteristiche affidabili e sicurezze ridondanti per operare nell’intero range di temperatura. Le opzioni del flussimetro e la connettività a MiND™ o ad altre architetture Industry 4.0 consentono il monitoraggio completo del processo e la registrazione dei dati.
I prodotti e soluzioni Frigel sono progettati per soddisfare i requisiti di raffreddamento e controllo della temperatura di settori come plastica e gomma, alimenti e bevande, generazione e trasmissione di energia, data center, prodotti chimici e farmaceutici, metalli e altri. Frigel ha maturato una conoscenza approfondita dei fabbisogni termodinamici dei processi industriali, consentendole di progettare apparecchiature e sistemi “su misura per l’applicazione per soddisfare le specifiche esigenze di ogni processo.
Quattro fattori chiave guidano la progettazione di soluzioni ottimali per ogni cliente, ovvero produttività, efficienza, sostenibilità e affidabilità.
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Thermogel TDK
Microgel RSD
stampaggio a iniezione
Il multicomponente per migliorare la produzione e-mobility
Il mercato della mobilità elettrica è in espansione, per questo un produttore di ricambi come US Farathane ha deciso di affidarsi all’impianto Haitian che ha raddoppiato l’efficienza produttiva dell’azienda.
US Farathane è un celebre produttore di ricambi i cui prodotti vengono ampiamente utilizzati per le auto, l’elettronica di consumo, le apparecchiature per le immagini e molti altri prodotti industriali. L’azienda dispone di sedi produttive a Shanghai, Changchun e Taicang, numerosi clienti internazionali e fornisce a svariate imprese automobilistiche soluzioni di stampaggio per elementi basilari, come batterie e parti di sicurezza.
Negli ultimi anni si è assistito alla crescita esponenziale dell’industria della mobilità elettrica (e-mobility), che ha contribuito altresì alla rapida evoluzione di numerosi fornitori a valle e a monte, tra cui spicca USF. Abbiamo parlato con Zhang, AD di USF a Taicang sullo sviluppo del comparto dell’e-mobility.
Una produzione automatizzata
Visitando la fabbrica di USF, le macchine Haitian funzionano con sistemi automatizzati ben coordinati. La quota di mercato nella mobilità elettrica è aumentata e il miglioramento di qualità ed efficienza è dovuto ai progressi nell’automazione.
Secondo l’opinione di Zhang,
USF ha sempre puntato all’avanguardia nel settore, integrando da molto tempo l’automazione nel proprio DNA aziendale. La produzione automatizzata migliora il processo produttivo, garantisce maggior precisione e implementa la performance dei macchinari per lo stampaggio a iniezione.
Per assecondare l’orientamento alla leggerezza, USF esplora continuamente le ultime evoluzioni dello stampaggio industriale per aggiornare i macchinari, integrando e implementando una soluzione multicomponente di Haitian con una forza di chiusura di 1.600 tonnellate. Tale impianto include una pressa a iniezione rotativa orizzontale con componenti frontali a doppia iniezione.
Zhang ci ha riferito che l’impiego dei macchinari multicomponenti Haitian ha raddoppiato l’efficienza. Originariamente, ogni stampo necessitava di una macchina, mentre ora una macchina può installare due stampi. L’intero processo produttivo diviene preciso, fluido, di elevata qualità e dinamico. Rispetto al passato, si sono prese le distanze dalla singola produzione ottimizzando le tempistiche e l’impiego dello spazio e soddisfacendo gli obiettivi di maggior efficienza.
La tecnologia di stampaggio a iniezione multicomponente è un processo importante nell’ambito del comparto e-mobility. Con il pieno supporto della squadra tecnica Haitian, dopo diversi debug e ottimizzazioni del programma, il ciclo produttivo è stato ridotto da oltre 70 secondi a circo 48 secondi, raggiungendo un livello internazionale avanzato e aiutando USF a ottenere risultati impareggiabili.
Da molto tempo, i macchinari di stampaggio a iniezione multicomponenti locali dipendono dall’import. Tuttavia, dopo anni di attività, Haitian International ha convinto USF che i macchinari nazionali sono altrettanto affidabili e performanti.
Quale pioniere dell’industria dell’e-mobility, USF continuerà a promuovere l’aggiornamento e la realizzazione della “smart factory”. Si attendono ulteriori tecnologie innovative e attrezzature all’avanguardia, soprattutto nel comparto dell’e-mobility. In futuro, Haitian andrà ancora più a fondo, creando una serie completa di soluzioni per soddisfare le esigenze dell’industria e lavorerà con i clienti per stabilire un nuovo ecosistema per la prosperità del comparto.
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Soluzioni a canale caldo per superfici nell’automotive
L’utilizzo dei canali caldi consente di ottenere superfici stampate impeccabili nel rispetto degli alti standard qualitativi del mercato automotive. I sistemi Oerlikon HRSflow garantiscono una produzione efficiente, senza sprechi e con un elevato controllo del processo. Tra gli esempi applicativi, un pannello posteriore bi-materiale di un’automobile dal design all’avanguardia e un guida luce realizzato con la nuova tecnologia CTC per un’estetica ottimale del gate. I vantaggi della tecnologia a otturazione servo-controllata FLEXflow invece sono dimostrati nello stampaggio a iniezione di due componenti: la cover di un fanale anteriore e un’applicazione leggera realizzata con la tecnica della retro-iniezione su film.
Una cornice in PC/ABS funge da elemento di supporto del pannello posteriore di un’automobile realizzato con tecnologia bi-fase. Nella prima fase, è stato utilizzato un sistema a canale caldo idraulico a due
punti di Oerlikon HRSflow. Nella seconda invece, la parte è stata sovrastampata con PMMA o in alternativa PC utilizzando un ugello singolo serie Ga. Infine, il manufatto è stato decorato direttamente nello stampo con un film. La complessità di questa applicazione ha richiesto delle analisi reologiche approfondite. Insieme a Oerlikon HRSflow hanno contribuito al successo di questo progetto innovativo partner come Kurz, Engel e Schöfer.
Per lo stampaggio a iniezione di un guida luce automotive, è stato utilizzato il nuovo inserto CTC (patent-pending) di Oerlikon HRSflow. L’inserto è in acciaio con proprietà meccaniche superiori e resistente alla corrosione. Grazie al controllo termico ottimale nell’area del gate e a una chiusura cilindrica, è possibile evitare la formazione di bave.
25 anni di Servomold
Nel 2023, Servomold GmbH & Co. KG ha festeggiato 25 anni di successi come specialista nell’automazione degli stampi a iniezione. Le radici dell’azienda risalgono al maggio 1998, quando Bianca e Thomas Meister fondarono Exacon Verwaltungs GmbH nella loro casa nella regione di Odenwald, in Germania, offrendo servizi relativi alla progettazione e allo sviluppo di stampi a iniezione. Ancora oggi sotto la loro gestio-
Entrambi i fattori hanno contribuito a ottimizzare la produttività per la realizzazione del guida luce. Richieste dimensionali facilmente realizzabili semplificano l’esecuzione della sede ugello. Soluzione smart che permette di ripristinare i gates con uno sforzo contenuto facilitando così le operazioni di manutenzione.
ne, la loro azienda, con 28 dipendenti, è uno dei più innovativi ed efficienti sviluppatori, produttori e fornitori di servosistemi per lo stampaggio a iniezione.
La serie di cambiamenti di sede e di nome nell’ultimo quarto di secolo riflette lo sviluppo costante e coerente dal “figlio del seminterrato” degli inizi, scarsamente attrezzato ma altamente qualificato, allo status attuale. Già nel 1999 sono seguiti lo sviluppo e il brevetto degli inserti per cancelli a tunnel, la fondazione di Exaflow GmbH & Co. KG e il trasferimento in locali più grandi. Con il cambio di nome in i-mold GmbH & Co. KG e il successivo trasferimento, sempre per mancanza di spazio, nel 2004 è iniziata anche la distribuzione di sistemi a canale caldo. Cinque anni dopo, l’azienda si è trasferita nella storica città di Michelstadt. Lì, nel 2011, Thomas Meister fonda Servomold GmbH & Co. KG, i cui prodotti sono stati distribuiti da i-mold. Il 2016 è stato infine il punto di partenza per la costruzione dell’odierno edificio aziendale, moderno e spazioso, alla periferia di Erbach. Con un proprio impianto di produzione e macchine utensili all’avanguardia, Servomold da allora supporta i partner esterni contribuendo a ridurre i tempi di consegna.
Nel 2017, entrambe le parti dell’azienda sono state fuse nell’allora i-mold GmbH & Co. Inizialmente Servomold rimase solo il marchio della linea di prodotti. La situazione è cambiata radicalmente nel 2022, quando a Thomas Meister è apparso chiaro che il futuro era e sarebbe rimasto nella servoautomazione. La conseguenza fu il cambio di nome in Servomold GmbH & Co. KG.
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© Servomold
Radici solide e nuove tecnologie: così IPM resiste anche al climate change
“Fare previsioni per il futuro è difficile”, ci spiega Silvia Geminiani, CEO di IPM, azienda che progetta e produce macchine e impianti ad alta tecnologia per l’estrusione e il confezionamento di tubi e profili in materiale plastico. IPM è una realtà dalle radici solide, le stesse che le hanno permesso di resistere all’alluvione che nel mese di maggio ha colpito duramente una vasta zona dell’Emilia Romagna, con pesanti conseguenze per Lugo di Romagna, il Comune dove ha sede l’azienda. Quelle stesse radici che le hanno dato la forza di andare avanti e di aiutare i suoi dipendenti che hanno perso case, automobili, ricordi in un giorno solo: “il frutto di una vita di lavoro”.
Nonostante tutto però, IPM continua la sua crescita orientandosi verso una sempre maggiore evoluzione tecnologica, verso un aumento della produttività, un’attività di ricerca e sviluppo costanti e una forte assistenza tecnica alla clientela.
Ed è proprio grazie a strumenti come questi che l’azienda romagnola vuole risollevarsi, rimboccandosi le maniche con spirito positivo.
Silvia Geminiani, quali risultati e obiettivi ha raggiunto IPM nell’ultimo anno?
“L’evoluzione tecnologica è sempre più importante anche nelle linee di estrusione per la produzione di tubi e profili in plastica. Per quanto riguarda i macchinari di nostra produzione, IPM da sempre ha puntato su: - Tecnologia e conseguente incremento del-
Nel 2023 IPM ha dovuto affrontare le criticità dei mercati internazionali e, soprattutto, le devastanti conseguenze della crisi climatica che hanno colpito la Romagna. Facendo leva su ricerca e innovazione, oltre che sulla tradizionale affidabilità economico-commerciale, l’azienda continua comunque a crescere e a ottenere prestigiosi riconoscimenti.
la produttività, mantenendo standard qualitativi molto elevati. In particolare, abbiamo cercato di migliorare l’efficienza degli impianti, automatizzando le fasi che in precedenza richiedevano l’intervento manuale di molteplici operatori. Mi riferisco in particolare all’automazione del fine linea che, grazie ad una serie di macchine appositamente progettate o ad una serie di robot, consente
la raccolta, il confezionamento (in base alle varie esigenze della clientela) e la palettizzazione dei tubi, pronti per lo stoccaggio a magazzino.
- Ricerca e Sviluppo continui, attraverso i quali monitoriamo attentamente ogni fase del ciclo produttivo per individuare criticità, intervenendo in modo opportuno e dedicando particolare attenzione all’aspetto “green” (ad
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esempio, abbiamo trasformato varie bicchieratrici idrauliche in macchine elettriche, più precise ed ecologiche, contenendo per quanto possibile i consumi energetici).
- Personalizzazione delle macchine prodotte in base alle esigenze di ogni singolo cliente.
Oltre a tutto questo abbiamo potenziato i servizi di assistenza tecnica alla clientela come, ad esempio, IPM meta link: servizi di assistenza tecnica sempre più strutturati ed efficienti in grado di ridurre le distanze, per: trouble-shooting, commissioning, start-up, daily production setting. L’utilizzatore del nostro macchinario, scannerizzando con lo smart phone il QR code posto sulla macchina, avvia in automatico la chiamata al nostro ufficio Service-Assistenza clienti e con l’ausilio di Smart Glasses potrà illustrare con immediatezza e precisione il problema ai nostri tecnici (evitando incomprensioni e tempo per l’invio di mail e foto), ricevendo risposte immediate da tecnici qualificati, riducendo al minimo i tempi di inattività, evitando interventi tecnici lunghi e costosi a causa della distanza”.
Come valuta la vostra partecipazione a K2022 e i contatti sviluppati nei mesi successivi?
“La nostra partecipazione al K 2022 a Düsseldorf, la fiera numero uno al mondo per il nostro settore, ha sancito il ritorno tanto atteso alla normalità, la gioia di incontrarsi faccia a faccia, di stringersi la mano, di scambiarci idee e progetti a livello globale, dopo tre anni sconvolti dalla pandemia. Molti sono stati i clienti con una spiccata volontà di investire che ci hanno visitato e che hanno portato alla conclusione di molteplici ordini, soddisfacendo le nostre più alte aspettative”.
A gennaio di quest’anno IPM ha ottenuto il CRIBIS Prime Company, che premia le aziende capaci di mantenere un’elevata affidabilità economico-commerciale e che sono virtuose nei pagamenti verso i fornitori. Cosa significa per voi questo risultato?
“Siamo orgogliosi di aver ricevuto, ancora una volta, questo riconoscimento: CRIBIS Prime Company, che attesta la nostra massima affidabilità commerciale e la puntualità nei pagamenti ai fornitori, confermando il nostro impegno costante a migliorarci. Grazie a questo attestato, i nostri clienti e i nostri partner commerciali possono essere certi di poter contare su di noi come partner affidabili e professionali.
A questo dobbiamo aggiungere che, nello
Il CEO Silvia Geminiani: “Un profondo ringraziamento va a tutti i clienti che ci hanno scelto, ai partner che da sempre ci sostengono, ed a tutti i collaboratori che, affrontando sempre nuove sfide, quotidianamente ci accompagnano in un percorso di continua crescita”
scorso mese di marzo, IPM srl ha ricevuto il prestigioso titolo di “Campione dell’Export 2023”, un riconoscimento attribuito da Statista GmbH (azienda tedesca specializzata in ricerche di mercato e analisi di dati aziendali) in collaborazione con Il Sole 24 Ore per premiare le 250 aziende italiane con il più alto livello di esportazioni in rapporto al fatturato. Un risultato importante e di grande soddisfazione. Da tempo abbiamo orientato le nostre strategie verso l’export, credendo fortemente nel Made in Italy, scelte che sempre più si sono rivelate fondamentali e vincenti.
Un profondo ringraziamento va a tutti i clienti che ci hanno scelto, ai partner che da sempre ci sostengono, ed a tutti i collaboratori che, affrontando sempre nuove sfide, quotidianamente ci accompagnano in un percorso di continua crescita”.
Dopo cinque anni, torna Plast. Cosa vi aspettate da questa fiera?
A settembre parteciperemo al Plast 2023, dopo che la pandemia ha cancellato l’edizione del 2021. Il mercato italiano è sempre stato importante per IPM, specialmente in questi ultimi anni, grazie agli incentivi fiscali del piano Industria 4.0. Come sempre parteciperemo con entusiasmo, pre-
estrusione Settembre/Ottobre 2023
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I soci di IPM, da sinistra: Bruno Barabani, Silvia Geminiani e Claudio Argnani
sentando le nostre ultime novità soprattutto per quanto riguarda l’automazione del fine linea.
Pensa che il ruolo delle donne e delle imprenditrici nel settore delle materie plastiche sia in espansione?
“Devo ammettere che principalmente stiamo parlando di un settore maschilista. Ultimamente però, come in tutti i settori, si nota un aumento dell’imprenditorialità femminile nonché una maggior presenza delle donne in vari ambiti, e di questo sono veramente felice. Credo infatti che le donne abbiano talento e rappresentino un’importante opportunità di sviluppo per il Paese e di crescita culturale per la società, che va potenziata”.
Quali sono le sue previsioni per l’anno in corso? Quali i prossimi traguardi che le piacerebbe raggiungere?
“Credo che tutti, soprattutto noi imprenditori, abbiamo bisogno di stabilità.
È veramente difficile oggi fare previsioni.I cambiamenti macroeconomici come l’inflazione, la volatilità dei mercati finanziari uniti alle conseguenze della guerra in Ucraina nonché l’impatto della crisi energetica preoccupano molto le imprese che si trovano a
dover fare i conti con l’incombente recessione, le difficoltà nel reperimento di molti materiali (in modo particolare i componenti elettronici), la carenza di manodopera qualificata oltre all’aumento dei prezzi e conseguente riduzione dei margini. Purtroppo, le difficoltà iniziate con la pandemia nel 2020, la crisi energetica e l’impatto economico della guerra in corso stanno colpendo tutta l’Europa, obbligando le aziende a lavorare con macchinari sempre più tecnologici e di qualità, ottimizzando al massimo i processi produttivi in un’ottica di maggior efficienza energetica. Tutto questo sta creando un mercato sempre
più complesso e difficile da organizzare e gestire. Inoltre bisogna aggiungere i cambiamenti climatici che tuttora stanno sconvolgendo il nostro Paese, mettendoci tutti a dura prova. Noi in Romagna, in modo parti colare, abbiamo appena vissuto un incubo. A causa dello straripamento di fiumi e canali, causata dall’enorme quantitativo d’acqua caduta in pochissimo tempo. Danni incalco labili, Paesi e aziende ancora allagati a di stanza di 15 giorni. Molti nostri dipendenti hanno perso la loro abitazione, le automobili, i ricordi ed il frutto di una vita di lavoro.
IPM è stata per fortuna graziata: proprio per questo abbiamo cercato di aiutare i nostri collaboratori che più sono stati colpiti, rim boccandoci le maniche e riprendendo subi to il lavoro, con lo spirito positivo e resiliente che ci contraddistingue.
Grazie a tutti coloro che hanno e stanno tut tora aiutando la nostra regione”.
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La bicchieratrice automatica BA 400 PP
“La nostra partecipazione al K 2022 a Düsseldorf, la fiera numero uno al mondo per il nostro settore, ha sancito il ritorno tanto atteso alla normalità, la gioia di incontrarsi faccia a faccia”
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Giunti rotanti versatili per bisogni specifici
“Johnson-Fluiten è un nome conosciuto nel nostro settore, che sempre più spesso ritroviamo anche nelle specifiche di richiesta del cliente finale”, commenta Nicola Fedele, Responsabile Commerciale e Marketing di Rodolfo Comerio. “I giunti rotanti Johnson-Fluiten sono stati ormai adottati come standard in tutte le nostre soluzioni perché sinonimo di garanzia ed affidabilità”.
Rodolfo Comerio è la maggiore azienda in Italia in termini di costruzione di linee di calandratura e di impianti per l’accoppiamento e la goffratura di foglie termoplastiche e gomma. Fondata nel 1878, oggi Rodolfo Comerio è un’azienda di rilevanza mondiale consapevole dell’evolversi delle esigenze tecnologiche contemporanee che negli ultimi anni si è indirizzata al conseguimento di originali innovazioni di processo finalizzate a conferire ai propri prodotti caratteristiche peculiari, coperte da brevetti internazionali, ed è orgogliosa di sottolineare che il 100% del proprio prodotto è esclusivamente Made in Italy.
Una partnership consolidata
Essere conosciuti e apprezzati in tutto il mondo significa aver ottenuto e dover mantenere elevati standard di brand awarness e brand reputation; è quindi logico che l’azienda eserciti uno stretto controllo sulla qualità dei componenti inseriti nei propri macchinari. Per questo motivo nella scelta dei giunti rotanti l’azienda si è orientata sull’offerta di Johnson-Fluiten, che da sempre realizza giunti rotanti per tutti i segmenti dell’industria meccanica.
Gli impianti che l’azienda realizza spaziano dalla lavorazione delle materie plastiche come PVC, PP, PE, TPO e TPU per la produzione di film plastificato, film multistrato e rinforzato film multistrato per pavimenti, alla produzione di tessuto gommato per pneumatici, nastri trasportatori e diversi componenti in gomma.
L’ampia gamma di soluzioni proposte da Rodolfo Comerio si riflette nell’esigenza di com-
ponenti dalle prestazioni diversificate; la gestione di più tipi di fluido come olio diatermico (usato per le applicazioni di riscaldamento) e acqua (utilizzata per riscaldamento ed anche per raffreddamento) possono richiedere ai giunti rotanti performance molto differenti in termini di velocità, pressione e temperatura. Da questo punto di vista Johnson-Fluiten ha dimostrato di essere un partner ideale: non solo la gamma di giunti rotanti a catalogo comprende soluzioni per ogni esigenza, ma essendo parte del gruppo Kadant, la versatilità delle soluzioni per la gestione dei fluidi è tale da poter trovare sempre il prodotto giusto per ogni bisogno specifico. Rodolfo Comerio può quindi utilizzare un numero relativamente ridotto di referenze e trovare il componente ideale per ogni impianto, semplificando la gestione del magazzino.
Per i suoi impianti industriali per gomma e plastica Rodolfo Comerio ha bisogno di componenti con elevati standard qualitativi, compresi i giunti rotanti, per i quali l’azienda si affida a Johnson-Fluiten.
componenti
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Olio diatermico per una maggiore efficienza
Ottenere la massima efficienza nella gestione dei fluidi negli impianti per la lavorazione della plastica e della gomma è possibile solo adottando i giusti giunti rotanti; in questo caso specifico i prodotti utilizzati per le applicazioni di riscaldamento con l’utilizzo di olio diatermico sono i giunti rotanti serie SX e i giunti serie ELS di Kadant.
Il giunto rotante SX è dotato di due guide in carbonio-grafite che consentono un facile allineamento e assicurano una lunga vita del giunto anche quando installato su cilindri non concentrici. Grazie al design semplice il giunto rotante SX garantisce una straordinaria affidabilità oltre ad essere perfettamente adattabile a diversi tipi di applicazioni con olio e vapore.
Il giunto rotante ELS (Extended Life Series) è un giunto con supporto interno appositamente progettato per risolvere i numerosi problemi di usura riscontrati con l’uso di giunti rotanti tradizionali nelle applicazioni che presentano vibrazioni
Grazie alle soluzioni JohnsonFluiten Rodolfo Comerio può utilizzare un numero relativamente ridotto di referenze e trovare il componente ideale per ogni impianto, semplificando la gestione del magazzino
elevate. Il giunto è realizzato con un design a doppia guida; queste due guide offrono un migliore supporto interno e permettono al giunto rotante di mantenere un corretto allineamento anche quando il rullo o il cilindro non sono perfettamente concentrici.
Grazie alla sua tecnologia e al suo design, questo componente garantisce una maggiore durata e affidabilità rispetto ai prodotti standard.
La gestione dell’acqua
In alcune applicazioni è richiesta la gestione dell’acqua a diverse temperature (sia calde che fredde), ed è in questi casi che i giunti serie R prodotti da John-
son-Fluiten rappresentano la miglior soluzione. Il giunto rotante di tipo R è impiegato per collegare una tubazione stazionaria a un dispositivo rotante. Il fluido al suo interno è sigillato da una tenuta meccanica microlappata che garantisce la totale assenza di perdite. Il giunto è supportato da due cuscinetti a sfera ampiamente distan-
ziati, ma la caratteristica che lo contraddistingue è l’esclusivo design a sostituzione rapida (QRD).
Questo componente è stato progettato per consentire di intervenire sul giunto mentre è ancora installato sulla macchina, ma questa innovativa soluzione tecnica permette anche di adattare rapidamente il giunto rotante ai fluidi che richiedono diversi materiali di tenuta qualora ci fosse una necessità produttiva differente.
E per quei macchinari dalle caratteristiche fortemente innovative, per i quali non è sempre possibile avere il giunto con le qualità richieste “Johnson-Fluiten è comunque in grado di fornire una pronta assistenza e di trovare nuove soluzioni idonee alle nostre esigenze”, sottolinea Fedele. “Collaboriamo ormai con Johnson-Fluiten da molti anni e da sempre si è dimostrata un partner affidabile. Utilizziamo svariate soluzioni, soprattutto in base all’entità del progetto”.
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Catene portacavi resistenti all’abrasione
igus ha introdotto le catene portacavi e-skin flat capaci di resistere all’abrasione anche dopo diciotto mesi di utilizzo continuo e 60 milioni di cicli.
Nel mondo industriale l’impiego di cleanroom si sta espandendo a nuovi settori applicativi, partendo dai semiconduttori e dalla micro-elettronica, passando per la produzione alimentare, ottica, farmaceutica-medicale fino all’aerospaziale. Le aziende che investono nelle camere bianche sanno che anche una minuscola particella invisibile a occhio nudo può danneggiare seriamente l’intero processo produttivo. Per questo, anche i fornitori di componenti per sistemi di produzione in camera bianca devono soddisfare i più severi requisiti. A tal fine igus, azienda che sviluppa e produce motion plastics, propone e-skin flat, una serie di catene portacavi compatte in polimero ad alte prestazioni, ottimizzate per l’abrasione, che permettono di guidare i cavi nei sistemi di produzione in movimento nelle cleanroom, garantendo un funzionamento affidabile senza rilascio di particelle. e-skin flat è conforme alla ISO Classe 1, la più rigorosa per camera bianca secondo la norma DIN 14644-1. Una conformità che igus ha voluto dimostrare conducendo dei test senza precedenti, in collaborazione con l’Istituto Fraunhofer IPA, che hanno confermato l’effettiva resistenza all’abrasione del sistema anche dopo diciotto mesi di utilizzo continuo e 60 milioni di cicli.
“Stiamo parlando di catene portacavi in ambito cleanroom”, commenta Marcello Mandelli, Country Manager di igus Italia, che abbiamo incontrato nel corso di SPS Italia 2023 a Parma. “e-skin flat è un prodotto molto specifico ed è disponibile in due tipologie di materiali: il primo è per lo più utilizzato in ambito medicale e nella produzione di monitor LCD e semiconduttori; il secondo, appena introdotto sul mercato, è contraddistinto da conducibilità elettrica per ambienti ESD che lo rende ideale per produrre materiale elettronico. Inoltre, ha ottenuto la certificazione per le camere bianche secche. Tra i plus delle catene portacavi e-skin flat – continua Mandelli
– l’estrema facilità di apertura; questo permette di inserire all’interno dei singoli vani una linea specifica di cavi denominati chainflex CF clean, sviluppati appositamente per lavorare con le nostre catene e-skin flat, assicurando prestazioni eccellenti in termini di durata. Inoltre, il design modulare consente interventi di manutenzione sul singolo modulo senza richiederne la sostituzione integrale. Una flessibilità che si traduce anche
componenti
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E-skin flat igus rimane nella classe cleanroom più elevata anche dopo 18 mesi di utilizzo continuo e 60 milioni di cicli. (Fonte: igus GmbH)
Catena e-skin flat ESD con proprieta dissipative
TH3: la prima catena portacavi progettata secondo i principi dell’Hygienic Design
Standard di igiene ancora più elevati sono garantiti dalla catena TH3 messa a punto da igus. “Si tratta della prima catena portacavi in tecnopolimero progettata secondo le direttive Hygienic Design e quindi idonea anche al contatto con alimenti”, spiega il Country Manager di igus Italia Marcello Mandelli. “Il materiale con cui è prodotta è conforme alle normative FDA ed è realizzata nel tipico colore blu, rilevabile, che contraddistingue gli elementi in plastica utilizzati nel settore alimentare. La particolare struttura senza viti di collegamento e gli angoli arrotondati che caratterizzano la catena TH3 facilitano notevolmente il lavaggio e la pulizia, evitando la presenza di interstizi dove possano fermarsi residui che potrebbero causare il proliferare di germi e batteri. Tra i plus di questa soluzione, anche la buona resistenza ai detergenti e agli agenti chimici aggressivi”. Grazie alle sue molteplici qualità e al suo particolare design, questo prodotto ha vinto il Red Dot Award.
nella possibilità di ampliare il sistema portacavi collegando tra loro diversi profili, con concreti vantaggi in termini di ottimizzazione degli investimenti”.
Il test igus con l’Istituto Fraunhofer IPA
“Le catene portacavi per camera bianca e-skin flat sono ideali per i robot e gli altri sistemi di automazione presenti nella produzione di elettronica, per esempio nell’industria dei semiconduttori o dei display”, aggiunge Mandelli. “Sono così resistenti all’abrasione che il problema del rilascio di particelle non si pone”. Finora, tuttavia, era difficile quantificare il livello effettivo di resistenza all’abrasione dei polimeri ad alte prestazioni dopo un uso prolungato e intensivo. Per certificare le effettive prestazioni di e-skin flat, igus ha avviato un test in due fasi che non ha precedenti. La prima fase è stata condotta nel laboratorio interno igus, dove la catena portacavi è stata messa in azione in un ambiente con livelli normali di polvere e sporcizia per circa 18 mesi, durante i quali ha completato 60 milioni di cicli. La seconda fase si è svolta nella camera bianca igus presso la sede di Colonia, con
la supervisione dell’Istituto Fraunhofer IPA, partner di igus in ambito R&D e certificazione da oltre 17 anni. Il cuore dell’impianto era costituito da tre moduli a flusso laminare dotati di filtri ad alte prestazioni che consentono di eseguire i test in aria non contaminata.
La catena portacavi utilizzata nella prima fase del test è stata fatta funzionare per più di 100 minuti in questo ambiente dove alcu-
ni sensori hanno rilevato la concentrazione di particelle nell’aria circostante. “Anche dopo 60 milioni di doppie corse, la nostra catena portacavi e-skin flat si qualifica ancora per la classe di camera bianca più elevata ISO 1”, conclude Mandelli. “Un risultato che rende il nostro prodotto ideale per produzioni in camera bianca con la garanzia di massima sicurezza”.
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Catena portacavi higienic design TH3 igus con cavi flessibili chainflex
Catena TH3 installata
Tecnologie per le diverse lavorazioni della plastica
Soluzioni a riciclo d’aria calda ecologiche e convenienti, pannelli infrarossi modulari, saldatura laser per settori hi-tech, estrusori dalle molteplici applicazioni: sono solo alcuni esempi di lavori realizzabili nel settore della plastica con l’ampia gamma di prodotti Leister.
L’industria della plastica comprende una varietà di processi e lavorazioni coerente con le innumerevoli applicazioni. Leister, multinazionale svizzera esperta nella progettazione e realizzazione di soluzioni per la lavorazione della plastica, è in grado di proporre tecnologie diverse per ogni situazione, accomunate dall’affidabilità dei risultati. La combinazione di soffianti e riscaldatori in un impianto crea un’abbinata vincente dal punto di vista delle prestazioni e dei consumi: riciclare l’aria calda, recuperandola dopo che ha svolto la sua funzione e riportandola alla temperatura richiesta dal processo, riduce sensibilmente la quantità
di energia necessaria. Il recupero dell’aria calda è possibile nei processi dove l’aria rimane pulita, non contaminata da residui, polveri o vapori. Richiede soffianti progettate per resistere alle sollecitazioni causate dall’alta temperatura, quindi con caratteristiche ben precise: tubi isolati, tenuta garantita, flange adeguate, il tutto studiato per far fronte a temperature che possono arrivare fino a 350°C.
Il risparmio che si può conseguire è notevole, come si può comprendere con una semplice simulazione: se un impianto riscalda l’aria portandola da una temperatura ambiente di 20°C fino alla temperatura
di 500°C richiesta dal processo, utilizza una quantità di energia (ipotizzando un volume d’aria di 4000 litri al minuto per un impianto in funzione 24 ore al giorno, 250 giorni all’anno) pari a circa 232.000 kWh in un anno.
Se l’aria viene reimmessa nell’impianto a 350°C, l’energia necessaria a riportarla ai 500°C sarà pari a circa 72.600 kWh all’anno: un risparmio che sfiora il 70% e che, all’attuale costo dell’energia stimabile in 32,73 centesimi al kWh, si traduce in oltre 50.000 euro risparmiati in un anno. Certamente non tutte le applicazioni di ricircolo aria consentono ritorni così significativi, ma anche nel caso in cui si riutilizzi
saldatura
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Sistema laser Basic
aria da processo a temperature più basse, 100-120°C, il beneficio in termini economici è tangibile.
Arrivano le tecnologie IR
Da ormai cinque anni Leister ha ampliato la gamma delle proprie offerte mediante l’acquisizione di Krelus, azienda svizzera produttrice dei più avanzati sistemi di riscaldamento a infrarossi.
La tecnologia presenta numerosi pregi: è apprezzata dall’industria di processo delle materie plastiche, di asciugatura inchiostri, nel packaging e nella termoformatura per la bassissima inerzia termica, l’elevata affidabilità, la ridottissima necessità di manutenzione e un rapporto fra prezzo e prestazioni che nel medio periodo si rivela vincente.
Con le soluzioni Krelus si può risparmiare fino al 30% di energia rispetto a prodotti analoghi, il che porta a un rapido recupero dell’investimento iniziale.
La chiave del successo di Krelus è la modularità: i pannelli possono essere forniti con resistenze di diversa potenza e assemblati per creare campi solari con le prestazioni richieste dalla specifica applicazione. Esiste inoltre la possibilità di creare forni su misura, per garantire la totale corrispondenza fra le esigenze del processo, la dimensione dell’impianto e la potenza erogata.
Il cuore dei sistemi Krelus è costituito da una lamina metallica che in tensione emette una radiazione elettromagnetica nel
campo delle onde medie. La trasmissione del calore è estremamente efficiente; prove effettuate hanno dimostrato che oltre il 90% dell’energia assorbita dall’elemento radiante si trasforma in effetto utile sul materiale da scaldare.
Un altro vantaggio rilevante è la precisone nella regolazione della temperatura: abbinando le sorgenti radianti Krelus a dei pirometri ottici si può ottenere facilmente un controllo della temperatura di set sul prodotto dell’ordine di 2-3- grandi centigradi.
I sistemi Krelus hanno una ridotta inerzia termica; vanno a regime in meno di 10 secondi e in ancor meno tempo dallo spegnimento cessano di emettere energia. Nei processi intermittenti questo significa minori consumi energetici perché è possibile accendere il riscaldamento solo quando serve. Inoltre, nel caso di fermate improvvise, non si rischia di danneggiare il prodotto fermo davanti ai pannelli, né è necessario aggiungere costosi meccanismi per consentire di allontanare il campo radiante in questi frangenti.
L’accuratezza del laser
Leister produce sistemi per la saldatura delle materie plastiche con tecnologia Laser da oltre 20 anni: in alcuni settori come il medicale, l’automotive
o l’industria elettronica, questa tecnologia ha trovato accoglienza estremamente favorevole grazie a qualità e ripetibilità del processo ad altissimi livelli e all’assenza pressoché totale di bave o polveri a fine saldatura.
Da alcuni anni questa tecnologia è proposta da Leister anche in Italia con un’accoglienza ottima, sia da parte di progettisti che di aziende: cresce di anno in anno il numero di progetti seguiti, e il potenziale che la tecnologia offre è notevole.
I macchinari per la saldatura
Oltre alle soluzioni per la lavorazione delle materie plastiche nell’industria, Leister è nota per la sua vasta gamma di macchinari per la saldatura della plastica: pistole ad aria calda, che trovano impiego anche nell’industria della plastica per la termoretrazione dei pallet, apparecchiature manuali e automatiche per la saldatura di membrane termoplastiche utilizzate in edilizia, e saldatori a estrusione per la fabbricazione di oggetti in plastica.
IndexLab, start-up del Politecnico di Milano, ha abilmente sfruttato le potenzialità dell’estrusore Weldplast 600-i, abbinandolo ad un robot antropomorfo e realizzando così dettagli architettonici in materiale plastico di grandi dimensioni; interessanti esempi di stampa 3D di grande formato e resistenza, dalle potenzialità ancora in fase di esplorazione ma decisamente molto promettenti.
Settembre/Ottobre 2023 saldatura
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Il cuore dei sistemi Krelus è costituito da una lamina metallica che in tensione emette una radiazione elettromagnetica nel campo delle onde medie
Leister Blower RBR
Donne e innovazione: un binomio vincente
Si chiama WoMat la startup che ha come obiettivo quello di sviluppare materiali ad alto valore tecnologico e basso impatto ambientale. Come? Grazie alla profonda competenza delle sue fondatrici e alla capacità di supportare le realtà aziendali accelerando il loro sviluppo.
vece, faranno parte del progetto.
L’idea alla base di WoMat è quella di sviluppare materiali che riducono i costi di realizzazione di un prodotto mantenendo la performance adeguata, proponendo soluzioni tecnologiche ed ecosostenibili basate su materiali innovativi e destinati a varie industrie del Made in Italy e non solo.
WoMat è una startup di definizione e sviluppo di materiali innovativi a basso impatto ambientale, nata dalla passione di cinque donne, da anni attive nell’innovazione e nella ricerca, e dal sostegno di Reinova, azienda modenese specializzata in validazione di componenti per il powertrain elettrico, che, in qualità di incubatore, aiuterà la startup nella sua fase iniziale di implementazione e crescita.
Le socie fondatrici di WoMat sono cinque ricercatrici: Carola Esposito Corcione, Aurora Rizzo, Silvia Colella, Antonella Giuri e Raffaella Striani. Lato Reinova, in -
A parlarci di questa nuova realtà sono Stefania Carlucci, responsabile commerciale Reinova e Ceo di WoMat, e Carola Esposito Corcione, professore associato dell’Università del Salento.
Come è nata l’idea di WoMat?
Stefania Carlucci: “WoMat nasce dall’incontro di due realtà: Reinova, nata nella
Stefania Carlucci, responsabile commerciale Reinova e CEO di WoMat; Giuseppe Corcione, amministratore delegato di Reinova e chief technical officer di WoMat
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materiali
Il team di ricercatrici WoMat: da sinistra, Raffaella Striani, Silvia Colella, Aurora Rizzo, Carola Esposito Corcione, Antonella Giuri
Motor Valley a Modena, un polo innovativo incentrato sulla conversione verso il mondo elettrificato, e cinque ricercatrici. Incontro che ci ha permesso di colmare quel gap tra mondo industriale e mondo universitario. Con WoMat si è creato un feeling naturale tra noi di Reinova e l’Università del Salento, con cui eravamo in contatto per altre attività e grazie alla quale abbiamo incontrato queste donne così interessate all’ambito ingegneristico, fisico e chimico: ecco come è nata l’idea di WoMat. A dircelo è il nome stesso, dove “Wo” sta per “women” e “Mat” per “materials” così da far emergere sia l’unicità delle donne, sia quella di materiali innovativi con capacità sostenibili”.
Carola Esposito Corcione: “Siamo cinque scienziate con una ultradecennale esperienza nella progettazione di materiali innovativi, hi-tech ed ecosostenibile. Posso confermare che la forza di WoMat sta proprio nella fusione tra mondo universitario e mondo industriale: due realtà apparentemente lontane e che invece sono complementari. Il nostro obiettivo è quello di toccare più o meno tutti i settori delle scienze applicate: dall’ingegneria chimica all’ingegneria energetica, passando per l’ingegneria dei materiali, le tecnologie per i beni culturali, la chimica e la fisica”.
L’obiettivo di WoMat è quello di sviluppare materiali che riducano i costi di realizzazione di un prodotto ma che mantengano performance adeguate, proponendo soluzioni tecnologiche ed ecosostenibili. Può spiegarci più nel dettaglio come funziona la vostra startup e come è possibile conciliare questi tre aspetti?
Esposito: “Noi riteniamo di poter progettare dei materiali innovativi che possano soddisfare i requisiti delle sfide contemporanee della scienza e della tecnologia,
Carola Esposito Corcione:
a partire dalla salute e dall’ambiente per arrivare all’energia e ai beni culturali. Per questo, i prodotti WoMat sono senz’altro più performanti, ma anche più economici ed ecosostenibili, di quelli degli attuali competitors. Come abbiamo fatto? è stato possibile e sarà possibile proprio grazie a questa sinergia tra una realtà di eccellenza come Reinova e una realtà di ricerca tecnologicamente avanzata rappresentata da noi scienziate, che abbiamo un’esperienza di oltre vent’anni e che ora siamo al servizio di questo nuovo progetto. La nostra startup vuole mettere insieme tre aspetti: economicità, ecosostenibilità ed elevate performance, optando per delle strategie di produzione e di progettazione di questi materiali innovativi che mettano al primo posto lo sviluppo di solu-
zioni a misura d’uomo. In questo senso, la figura dell’ingegnere è la figura chiave perché, partendo dalla chimica e dalla fisica, egli è in grado di ingegnerizzare, appunto, e di trasferire l’idea a livello di sviluppo preindustriale e poi industriale. WoMat vuole quindi sviluppare prodotti e servizi innovativi ad alto valore tecnologico per conto nostro o di atri, per uso industriale o per uso di ricerca e vogliamo occuparci di tutti gli aspetti: dall’idea alla progettazione e, grazie a Reinova, anche dell’industrializzazione e dell’ingegnerizzazione”.
A quali industrie potrebbero rivolgersi i vostri servizi? Sono rivolti anche alle realtà produttrici di plastica e gomma o di utensileria?
Carlucci: “Noi come Reinova siamo a stretto contatto con aziende legate alla mobilità e all’automotive che ci permettono di ascoltare e comprendere quelle che sono le reali esigenze dei nostri clienti, tra queste; lo sviluppo di batterie, di materiali anticorrosivi, isolanti termici o elettrici. Questo tipo di ascolto, inoltre, ci aiuta molto a individuare in che direzione anda-
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“WoMat ha anche questo come obiettivo: normalizzare la presenza delle donne in ambito scientifico, perché non siamo né meglio né peggio degli uomini, siamo identici”
re per proporre soluzioni che diano un valore aggiunto al mercato. Ma non ci poniamo limiti, i nostri settori di riferimento, infatti, possono essere svariati e questo è per noi una forza incredibile: partiamo dall’automotive (micromobilità e mobilità) passando per le fonti rinnovabili, le attività mediche e biomedicali ma anche i componenti di arredo outdoor e indoor, vista la resistenza dei materiali da noi progettati”.
Uno degli obiettivi di WoMat è poi quello di rispettare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Nello specifico il punto 17 menziona il “consumo e produzione responsabili”. Pensa che in Italia ci siano ancora troppo poche realtà che si preoccupano di produrre in modo sostenibile?
Carlucci: “Credo che la maggior parte delle aziende parlino molto di sostenibilità senza occuparsene davvero. È invece necessario farlo in maniera concreta con coscienza e consapevolezza della propria mission. Adeguare il business aziendale ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030, ol -
tretutto, porta a svariati vantaggi di tipo economico e di risparmio energetico. Per noi essere sostenibili è un valore aggiunto e un carattere distintivo rispetto ai competitors”.
Quando nasce un’impresa al femminile è sempre una grande conquista. Pensa che il ruolo delle donne e delle imprenditrici sia in espansione nel vostro settore?
Carlucci: “Sono certa che la donna abbia sempre ricoperto un ruolo fondamentale nelle aziende, stando però sempre un po’ dietro alle quinte, per questo è importante esporsi e farsi strada. La donna ha senz’altro una spiccata sensibilità e cura del
Stefania Carlucci: “Vogliamo essere sempre più a stretto contatto con aziende leader nello sviluppo di materiali, per comprendere meglio le loro esigenze e per stringere nuovi contatti di collaborazione”
dettaglio che rappresentano dei punti di forza. Per quanto ci riguarda, questa diversità ci può caratterizzare rispetto ad aziende a prevalenza maschile”.
Esposito: “Oggi, le donne stanno prendendo spazio, ma sono ancora un po’ indietro, soprattutto nei settori scientifici e tecnologici. Io non ho mai avuto paura di fare il mio lavoro e di essere ingegnere e madre allo stesso tempo.
Quello che credo è che sono le opportunità che ci danno ad essere inferiori. Il punto, dunque, non è avere paura ma avere la possibilità di portare avanti con soddisfazione la vita privata e quella lavorativa. WoMat, ha anche questo come obiettivo: normalizzare la presenza delle donne in ambito scientifico, perché non siamo né meglio né peggio degli uomini, siamo identici.
Non c’è motivo di chiedersi perché una donna sceglie un percorso scientifico proprio perché non ce lo chiediamo con un uomo. Inoltre, trovo che vadano sfatati alcuni miti, come il fatto che le donne non sappiano fare squadra o che la facciano meno degli uomini: noi di WoMat ci riteniamo molto coese e speriamo di andare avanti così”.
Quali sono i vostri obiettivi per la seconda metà del 2023?
Carlucci: “Quello che volgiamo è essere sempre più a stretto contatto con aziende leader nello sviluppo di materiali per comprendere meglio le loro esigenze e per stringere nuovi contatti di collaborazione. Adesso stiamo lavorando per brevettare soluzioni tecnologiche che abbiamo già studiato e, infine, chiederemo rinforzi per la fase di implementazione. Continueremo quindi il nostro percorso di ricerca e sviluppo per arrivare alla fine del 2024 con qualcosa di importante portare sul mercato”.
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Resine termoplastiche per sostituire il PTFE
I gradi di polietilene ad elevato peso molecolare (UHMW-PE) prodotti da Mitsui Chemicals e distribuiti da Dreyplas sotto forma del granulato LUBMER™ e dei microgranuli sferici HI-ZEX MILLION™ e MIPELON™, offrono una gamma di proprietà simili a quelle dei fluoropolimeri. In certe applicazioni specifiche possono perfino sostituire il PTFE, un materiale costoso, di scarsa disponibilità e ultimamente anche coinvolto nel dibattito sulle PFAS. Tra le proprietà delle resine UHMW-PE, oltre all’elevata resistenza all’usura e alle eccellenti proprietà di scorrimento, spiccano anche la buona resistenza chimica nonché l’elevata flessibilità e la resistenza agli urti a bassa temperatura. Inoltre la maggior parte dei gradi UHMWPE soddisfano i requisiti per il contatto con gli alimenti in conformità con le direttive europee 1935/2004/CE e 10/2011/ CE e le norme statunitensi FDA. Infine, se confrontati con altre poliolefine, presentano un’elevata fonoassorbenza e ottime proprietà di isolamento elettrico.
La gamma LUBMER comprende i gradi resistenti all’abrasione L5000, L4000 e L3000, oltre al grado LS4140, una lega di UHMW-PE e PA. I granuli possono
essere stampati a iniezione per produrre parti industriali oppure estrusi in foglia, profili e tubi flessibili utilizzando sistemi a canale caldo o punti di iniezione a tunnel convenzionali (tunnel gate). In aggiunta ai gradi di base, i gradi additivati LY1040 e LY4100 incrementano la resistenza all’abrasione di molti tecnopolimeri riducendo nel contempo il coefficiente di attrito. Il colore chiaro opaco ne facilita l’impiego con masterbatches colorati.
Utilizzati al posto del PTFE, i gradi altamente dispersibili HI-ZEX MILLION e MIPELON, forniti in microgranuli con dimensioni a partire da 10 μm, sono adatti per produrre rivestimenti superficiali resistenti all’abrasione e alle sostanze chimiche, oppure per l’impiego come additivi di compounding.
Calzature e abbigliamento con design circolare
Guidata dalla scarpa da corsa riciclabile Index.02 e dalla nuova linea di abbigliamento RunLife per uomo e donna, la collezione Primavera/Estate 2023 di Salomon presenta un numero di prodotti realizzati con materiali riciclabili e sostenibili superiore a qualsiasi altra linea nella storia dell’azienda.
“Questi sforzi comprenderanno la costruzione del nostro Science Based Target
e della nuova strategia sul clima, che sono entrambi stati presentati alla fine del 2022”, afferma Marie-Laure Piednoir, a capo del Global Sustainability program di Salomon. “Si tratta di un passo importante nel percorso dell’azienda per ridurre l’impronta di carbonio complessiva del 30% entro il 2030”.
Per guidare le ambizioni circolari di Salomon nel 2025, il marchio ha classificato i suoi prodotti in tre livelli di sostenibilità:
• Basics for all - requisiti minimi di Salomon
• Progress - prodotti eco-design
• Champion - le “stelle” del brand quando si tratta di innovazione di prodotto e prestazioni responsabili.
Per la stagione Primavera/Estate 2023, la scarpa da corsa Index.02, riciclabile al 100%, è più leggera del 10% (263 grammi) rispetto al modello precedente, l’innovativa Index.01.
Anche per il road running, il 31% del peso totale della nuova scarpa Aero Volt è costitu-
ito da materiali riciclati. Nel trail running, la scarpa Ultra Glide, comoda e di grande successo, utilizza ora il 20% di materiali riciclati.
I pantaloni RunLife utilizzano il 70% di materiali riciclati, i pantaloncini RunLife il 75%, la felpa con cappuccio RunLife il 20% e la t-shirt RunLife è realizzata al 19% in Lyocell, una fibra sintetica ricavata dalla pasta di legno. Un altro capo di abbigliamento, la giacca a strato medio Outline Polartec®, utilizza l’85% di materiali riciclati.
Per quanto riguarda le calzature, il 12% della linea è di livello Progress, il che significa che l’intera scarpa ha più del 20% di materiali sostenibili in termini di peso. Nel settore road running il 49% delle scarpe è di livello Progress o Champion, il che significa che più del 20% dei materiali (in peso totale) sono riciclati. I calzini Pulse Race Flag utilizzano il 50% di materiali riciclati e il 21% della linea di calzini è di livello Progress. Per quanto riguarda l’abbigliamento, il 21% dell’intera collezione Primavera/Estate ‘23 in termini di volume previsto è di livello Progress, il che significa che questi prodotti utilizzano più del 50% di materiale riciclato in peso.
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Settembre/Ottobre 2023
ANNO XII NUMERO 3
SETTEMBRE/OTTOBRE 2023
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plastic a la OGGI
DOMANI e
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56 ı LaPlasticaOggieDomani elenco inserzionisti ATTUALITÀ plastic a la OGGI DOMANI e Le nuove s昀de ci elettrizzano. Mettiamo disposizione la nostra innovative e sicure. Puoi contare sui migliori prodotti elettrico? www.radicigroup.com In questo numero abbiamo parlato di... (in nero sono indicate le inserzioni pubblicitarie) AIPE 12 ALPLA 24 ANAS 23 ASSOBIOPLASTICHE..........................................................15 BAUSANO 26 BIO-PLASTICS EUROPE 15 BIORENOVA 15 C.O.I.M. 13 CALDARA PLAST ..................................................... 2A COP. CMG 37 COPERION 23 COREPLA 28 COVESTRO ....................................................................... 33 DREYPLAS 55 ECOPOLIETILENE 27 ENEA 30 ENSINGER 12 FEDERAZIONE GOMMA PLASTICA 14 FRIGEL 38 HAITIAN MM ITALY BATT. 1A COP., 40 ICMA.................................................................................37 IGUS 48 INTERPLAS 17 IPM 4A COP., 42 JOHNSON FLUITEN 46 KONICA MINOLTA ............................................................ 27 KRELUS 51 LEISTER 16, 50 MAIRE TECNIMONT 15 MITSUI CHEMICALS 55 MONTENEGRO ................................................................. 23 MORETTO...........................................................................1 NEXTCHEM 15 NOVAMONT 13 OERLIKON 41 PLAST 18, 38 PLASTICS EUROPE 20 PRESMA.............................................................................9 PRYSMIAN GROUP 16 RADICI GROUP 1A COP., 6 RODOLFO COMERIO 46 SALOMON 55 SATO ................................................................................ 13 SERVOMOLD 41 SOLVAY 10 VECOPLAN 5, 34 WINTECH 26 WOMAT.............................................................................52
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