Interpack torna a plasmare il futuro del packaging
RIVISTA DELLE
Macchine in crescita, ma pesa la carenza dei componenti
Flessibilità e sicurezza nella produzione del gelato
Interpack torna a plasmare il futuro del packaging
Macchine in crescita, ma pesa la carenza dei componenti
Flessibilità e sicurezza nella produzione del gelato
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Ingredienti vegetali e clean label per progetti innovativi ABS FOOD ha anticipato il trend oggi in forte crescita delle soluzioni plant-based, ormai non più confinate a diete specifiche ma utilizzate in una sempre più ampia varietà di prodotti alimentari. Nel 2023 l’azienda presenta nuove partnership e arricchisce l’offerta di ingredienti sostenibili.
24 Torna Interpack, dove si plasma il futuro del packaging
Dopo il lungo stop per la pandemia, la fiera ospiterà a Düsseldorf oltre 2.700 espositori in tutti i 18 padiglioni. La tecnologia made in Italy sarà una grande protagonista, con una rappresentanza inferiore solo alla Germania.
32 Ordini in aumento ma pesano i ritardi dei componenti
Secondo i preconsuntivi di MECS - Centro Studi Ucima, il settore delle macchine per il packaging chiude il 2022 intorno agli 8 miliardi, perdendo il 3% rispetto al record del 2021. Aumentano gli ordini, con buone prospettive per l’anno in corso.
36 Flessibilità e sicurezza nella produzione del gelato
A Sigep 2023, Tetra Pak ha presentato un robot cooperativo per il riempimento di vaschette e una tecnologia per il dosaggio a ciclo continuo di pezzi di frutta e altri ingredienti.
40 O-Ring incapsulati in FEP e PFA
Con opportuni semplici accorgimenti tecnici, l’utilizzo degli O-Ring incapsulati è possibile in sostituzione dei comuni O-Ring in elastomeri o gomme tradizionali. La gamma di Fluortecno si caratterizza per i materiali di alta qualità.
C’è chi ha parlato di fiducia ritrovata dopo aver attraversato gli affollati padiglioni di Rimini nel corso di Sigep 2023. A Marca by Bolognafiera la partecipazione ha oltrepassato le stesse previsioni degli organizzatori. Forte è stata la risposta raccolta dagli eventi di Pordenone dedicati alla produzione sostenibile di cibo in acqua e a terra, ovvero Aquafarm, Novelfarm e Algaefarm. Le tappe di avvicinamento a SPS Italia, molto seguite fra conferenze e tavole rotonde, preannunciano il ritorno a Parma di tanti visitatori. E questa attesa carica di aspettative si estende all’Europa: Interpack ha esaurito da tempo gli spazi espositivi di Messe Düsseldorf (per una area pari a 37 campi di calcio!) e ambisce a un’affluenza paragonabile a quella del 2017, che pare un’altra epoca. Insomma, se il 2022 ha visto un timido ritorno delle fiere, uno dei settori più colpiti dal tornado della pandemia, quest’anno sembra finalmente restituire a queste “piazze” il fondamentale ruolo di incontro che avevano avuto fino al 2020. Non solo il superamento della pandemia, la ripresa economica degli ultimi due anni e il bisogno di tornare ad aggiornarsi spingono a calcare nuovamente i corridoi dei saloni, ma anche il semplice e insopprimibile desiderio umano di guardarsi negli occhi e stringersi la mano fra un caffè e un progetto da avviare. Gli affari, l’innovazione
tecnologica, la scelta di un fornitore non possono prescindere, almeno per ora, dall’uomo e dalla sua capacità di relazione. L’uomo è un essere sociale e l’incontro di persona in fiera non può essere sostituito da una piattaforma digitale, come ha sottolineato Richard Clemens, managing director della VDMA, l’associazione dell’industria mec canica tedesca, illustrando a Milano Interpack 2023. Mentre il “nostro” Marco Taisch, presidente di MADE - Com petence Center 4.0, intervenuto alla presentazione di SPS Italia, considera le fiere non solo uno spazio di connes sione fra domanda e offerta, ma anche di crescita culturale e di riflessione sul tessuto industriale del Paese.
Le esposizioni esclusivamente virtuali, che pure hanno offerto un’ulteriore opportunità di comunicazione e scam bio, oggi non vengono ricordate con particolare nostalgia, forse anche per il cupo contesto in cui si sono sviluppa te. Quel che è certo è che le piattaforme on line non hanno rivelato la vanità delle fiere, come alcuni temevano o speravano, ma al contrario la loro necessità.
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ABS FOOD ha anticipato il trend oggi in forte crescita delle soluzioni plant-based, ormai non più confinate a diete specifiche ma utilizzate in una sempre più ampia varietà di prodotti alimentari. Nel 2023 l’azienda presenta nuove partnership e arricchisce l’offerta di ingredienti sostenibili.
ABS FOOD, realtà che da più di 30 anni affianca le aziende alimentari con soluzioni vegetali e naturali, è sempre alla ricerca di nuovi ingredienti, per offrire soluzioni innovative e personalizzabili. Il 2022 è stato un anno caratterizzato da nuovi stimolanti progetti e si è concluso con la partecipazione alla fiera parigina Food Ingredients Europe. Il 2023
sarà un anno ricco di nuovi stimoli, iniziative e interessanti proposte. Ne parliamo assieme a Valentina Mengato, Sales e Marketing Director di ABS FOOD.
Valentina Mengato, come giudica la vostra recente esperienza al Food Ingredients di Parigi?
“È stata decisamente interessante. Per la prima volta ABS FOOD è stata protagonista esponendo in un suo stand. Era da molto che ci pensavamo ed è stato senza dubbio il momento migliore per approcciare questo evento internazionale. In questa edizione infatti, pur mantenendo sicurezza e attenzione, i vincoli post Covid sono stati molto più contenuti rispetto agli anni precedenti. Questo ha fatto dell’evento 2022 il primo vero incontro fieristico europeo post pandemia. Il numero di visitatori, la forte partecipazione internazionale, gli scambi di informazioni, i nuovi prodotti hanno reso questo momento molto stimolante e straordinariamente ricco di proposte. Si è superata infatti la vivacità di qualche anno fa, con molta più energia e creatività. E finalmente ABS FOOD ha potuto
toccare con mano quanto il suo brand sia conosciuto anche in ambito internazionale. Abbiamo incontrato i nostri partner storici e abbiamo creato sinergie e incrociato interessi e progetti con nuovi fornitori. I clienti sono stati numerosi e tutti gli sviluppi che avevano vissuto momenti di sospensione o di arresto durante la pandemia ora sono finalmente ripartiti con più velocità e intensità”.
Quali nuovi stimoli interessanti vi sono stati suggeriti dall’evento ospitato dalla capitale francese?
“Al FIE abbiamo ricevuto dimostrazione di quanto il mondo del plantbased stia crescendo e che ciò che avevamo previsto qualche anno fa in ABS FOOD si sta effettivamente realizzando. Mi riferisco in particolare al trend sempre in crescita delle proteine vegetali come nuove alternative per sostituire o affiancare le proteine di origine animale. In questo mondo troviamo sempre più matrici, diverse tipologie e per ognuna di queste è possibile definire una specifica funzionalità. Se le proteine qualche tempo fa erano praticamente utilizzate solo per diete specifiche low carb e per sport nutrition, adesso compaiono sulle etichette di cibi più svariati: dall’analogue al vegetal beverage, sino alla pasta agli snack o ai biscotti e pastry in generale. Completare una ricetta con proteine di leguminose o
cereali è ormai molto comune. Ci sono svariate motivazioni nell’aumento dell’uso di questi ingredienti che non si possono confinare semplicemente alle nuove mode nelle diete, ma che abbracciano ragioni salutistiche, ideali personali importanti, impegno sociale per affrontare l’aumento della popolazione mondiale e presa di coscienza in un tema che oggi tocca davvero tutti noi, la sostenibilità del pianeta”.
“Alla fiera Food Ingredients a Parigi, ABS FOOD ha toccato con mano quanto il suo brand sia conosciuto anche in ambito internazionale.
Abbiamo incontrato i nostri partner storici e incrociato interessi e progetti con nuovi fornitori”
Quali nuovi progetti e ingredienti sono stati i protagonisti del vostro 2022?
“Nel 2022 abbiamo voluto approfondire il percorso già intrapreso da qualche anno, supportando i nostri clienti con nuovi prodotti e affiancandoli come consulenti nello sviluppo di ricette o nell’implementazione di nuovi progetti. Tutto nel vegetale, sempre e comunque nel NO OGM con il chiaro obiettivo del clean label. Abbiamo aggiunto matrici a quelle più conosciute, offerto prodotti con
declinazioni tecnologiche molto interessanti e peculiari. Ci siamo mossi puntando su tre diversi milestones: prodotti più sostenibili, qualità in senso ampio, ricerca dell’innovazione. A breve tutto questo lo potrete vivere visitando il nostro nuovo sito che a voce alta andrà ad identificare quelle che sono le caratteristiche e i valori di ABS FOOD. Ma preferisco non anticipare nulla”.
E il 2023 con quali nuovi progetti si apre?
“Ovviamente non deluderemo le aspettative dei nostri clienti abituati ad un’azienda sempre in evoluzione: già in questi primi mesi presenteremo al mercato nuove e importanti partnership con aziende storicamente affermate nel mondo internazionale del Food e con start-up che stanno proponendo prodotti nuovi ed insoliti. Come indicavo precedentemente, l’R&D ha ricercato prodotti sostenibili e clean label e in questo senso verranno a breve presentati i nuovi amidi modificati clean&simple e i nuovi prodotti da economia circolare impiegabili nel bakery o nell’analogue. Approfondiremo anche le svariate funzionalità delle fibre Lantmannen, le novità nei prodotti Boecker o gli innovativi lieviti naturali. E poi tutto ciò che è proteina, testurizzati, fibra e amidi per il mondo bakery e plant-based”.
Il Gruppo Ferrero ha acquisito Fresystem, azienda italiana di primo piano nel settore del frozen bakery della “colazione italiana”.
Fresystem, fondata nel 1983 e acquisita dalla famiglia Simioli nel 1991, rappresenta un punto di riferimento per gli operatori del settore. L’azienda, che ha chiuso il 2021 con un fatturato di 60 milioni di euro, opera in Italia tramite il polo produttivo di Caivano (Napoli). Produce e distribuisce referenze a marchio Cupiello e opera come produttore per conto terzi. Il punto di forza di Fresystem è l’utilizzo di ingredienti pregiati, tra cui l’esclusivo lievito madre fresco, custodito e rigenerato quoti-
dianamente in una zona dedicata dello stabilimento, uniti a processi e tecnologie di produzione innovativi.
L’acquisizione rientra nell’ambito del percorso di crescita strategico di Ferrero nel mercato allargato del fuoripasto dolce e si colloca in un segmento ad alto potenziale. L’operazione consolida inoltre la posizione di Ferrero in Italia, che rimane un polo strategico per il Gruppo sia in termini produttivi, che di mercato. Lo stabilimento di Caivano diventa il secondo polo produttivo di Ferrero in Campania e si affianca allo storico stabilimento di Sant’Angelo dei Lombardi in provincia di Avellino.
Princes Industrie Alimentari, (PIA), società che gestisce il più grande stabilimento in Europa per la trasformazione del pomodoro, ha consolidato il proprio impegno a favore della sostenibilità ambientale nonostante i rincari di materie prime ed energia dovuti alla situazione geopolitica che influisce sul Made in Italy. L’azienda ha avviato un nuovo sistema intermodale di distribuzione del prodotto che predilige il trasporto su linea ferroviaria, al posto di quello su camion e strade. In questo modo, attraverso la collaborazione con i propri partner, Princes è stata in grado di risparmiare 924 tonnellate di CO2 equivalente,
rispetto alle emissioni di CO 2 che avrebbe prodotto mediante il trasporto su camion, ossia 1.252 tonnellate.
Grazie al programma di efficientamento energetico COGEN per la fornitura di elettricità, vapore e acqua utili alla lavorazione del pomodoro e al tetto fotovoltaico della sede in Capitanata – il distretto del pomodoro del Mezzogiorno – PIA è riuscita a produrre la quantità di energia utile a soddisfare parte del proprio fabbisogno energetico. Nello specifico, Princes è riuscita a produrre, mediante l’impianto di cogenerazione, energia elettrica per un totale di circa 1.4 milioni di kWh. L’impianto
fotovoltaico ha prodotto oltre 30.000 kWh di energia elettrica, rendendo gli uffici direzionali completamente autonomi dal punto di vista energetico.
L’azienda, durante la season, ha inoltre confermato il proprio impegno a favore di modelli di produzione circolari, destinando il 100% di bucce e semi di pomodoro alla produzione di biogas e prodotti per la zootecnia e il 100% di terra, pietre e sabbia da coltivo alle attività di rigenerazione e ripristino dei terreni.
“La campagna 2022 è stata complicata dagli impatti del cambiamento climatico e dalla situazione internazionale”, commentato Gianmarco Laviola, am-
Sealed Air (SEE) ha completato l’acquisizione di Liquibox. Un’operazione strategica che unisce due leader nel settore internazionale dell’imballaggio flessibile e che è in linea con l’intensa crescita e la cultura dell’innovazione che caratterizzano entrambe le aziende. Liquibox è pioniera e innovatrice nella produzione di bag-in-box per il packaging sostenibile di fluidi e liquidi e sistemi di erogazione per alimenti freschi, bevande, beni di consumo ecc. L’acquisizione rafforza il segmento a più rapida
ministratore delegato di Princes Industrie Alimentari. “Sono risultati cruciali gli investimenti fatti negli anni a favore dell’efficientamento energetico e di iniziative di economia circolare”.
crescita di SEE, ovvero la divisione Fluids & Liquids del marchio CRYOVAC®. Inoltre favorisce la trasformazione di SEE in un’azienda globale digitalizzata in grado di fornire soluzioni automatizzate per il packaging sostenibile. “Si tratta di una combinazione felice, che mette insieme le nostre persone, culture, prodotti e presenza nel mondo al fine di consegnare ai clienti e ai mercati soluzioni sempre più innovative e sostenibili”, commenta Ted Doheny, presidente & Ceo di SEE.
14 - 15 giugno 2023
Fiere di Parma
tecnologie
granuli, polveri e solidi sfusi: dal 14 al 15 giugno a Parma
Dopo Anversa, Cracovia, Dortmund e Rotterdam, nel 2023 arriverà anche in Italia Solids, la fiera specializzata nelle tecnologie di processo e dei solidi sfusi, organizzata da Easyfairs, società specializzata nell’organizzazione di eventi internazionali.
L’appuntamento per la prima edizione italiana è per il 14 e 15 giugno presso gli spazi espositivi di Fiere di Parma (Pad.8). Un evento che chiama a raccolta i più importanti e noti produttori provenienti da tutta Europa che porteranno in mostra tecnologie, soluzioni e tendenze per la manipolazione di polveri, granulati e solidi sfusi, ricoprendo l’intero ciclo del trattamento dei materiali solidi: dalla movimentazione, alla lavorazione, allo stoccaggio, e all’analisi di materiali granulari fini e grossolani
Una fiera professionale trasversale, che si rivolge alle seguenti industrie di riferimento: cosmetica, farmaceutica gomma e plastica, chimica, agricoltura e mangimi, alimentare, lavorazione metalli, costruzione macchinari, minerario, farmaceutico.
Gli espositori – 150 quelli attesi per la prima edizione italiana della fiera – esporranno tecnologie inerenti all’intera catena del valore dell’industria di processo di polveri, granuli e solidi sfusi:
• Lavorazione materiali (macinazione; agglomeramento; raffreddamento ed essicazione; separazione e filtraggio; miscelazione)
• Gestione materiali (smistamento e filtraggio; dosatura e pesatura; compressori; sistemi di trasporto; tecnica di misura e regolazione)
• Stoccaggio materiali (stoccaggio e imballaggio; silos e magazzini; carico e scarico)
• Trasporto materiali/ Sistemi multimodali (consegna, logistica, trasporto e controllo; marcatura intelligente; sistemi di codifica e tracking)
• Servizi (analisi materiali; test di laboratorio; misurazione online; simulazione; controllo qualità)
• Sicurezza e Ambiente (custodie antideflagranti; filtri antipolvere, attrezzatura antincendio e a prova di esplosione; metaldetector e dispositivi di protezione per macchinari; riciclaggio e smaltimento)
• Analisi e Automatizzazione (sistemi per l’analisi di processo; sistemi automatizzati)
I visitatori (operatori professionali delle industrie di trasformazione) potranno toccare con mano queste tecnologie e scoprire le tendenze che guideranno l’evoluzione del settore, anche grazie a un programma di panel tematici (ancora in via di definizione). Obiettivo dei giorni di manifestazione è stabilire scambi, relazioni e accordi commerciali tra decision-maker e aziende leader del settore.
SOLIDS continua la sua espansione scegliendo quale nuova sede fieristica Fiere di Parma, una scelta strategica dettata dall’importanza che la Regione Emilia-Romagna riveste per l’industria dei processi e dalla peculiarità dei suoi distretti industriali (agroindustria, biomedicale, ceramica, edilizia, gastronomia, packaging).
Di seguito alcuni nomi che hanno già confermato la loro presenza: Beccaria, C.E.B. Impianti, Dec Group, Emilos, Gimat, Hecht Technologie GmbH, Sacchi F.lli, Schrage Rohrkettensystem GmbH Conveying Systems, Steinhaus GmbH.
Vi aspettiamo a Fiere di Parma, dal 14 al 15 giugno 2023!
Per richiedere maggiori informazioni sulla fiera, visitare il sito: www.solids-parma.it
La Fiera di Saragozza è stata a febbraio la vetrina internazionale di riferimento per il settore agroalimentare con l’esposizione congiunta di Enomaq-Oleomaq-E-Beer dal 14 al 17, dove sono stati presentati i macchinari più all’avanguardia del settore e dove i professionisti hanno avuto l’opportunità di scoprire e conoscere i principali team, progetti di ricerca e proposte tecniche on site.
Alfa Laval, azienda svedese leader nelle soluzioni innovative per l’industria dell’olio d’oliva, del vino e della birra, ha
presentato in questa occasione il sistema Olive Oil Booster, una tecnologia in grado di ottimizzare l’estrazione dell’olio in condizioni complesse, migliorando le prestazioni e la qualità dell’olio, che è stato premiata per la categoría “Eccezionale Novità Tecnica” dalla Giuria di valutazione del concorso novità tecniche. L’azienda ha presentato inoltre la gamma di decanter Sigma appositamente studiati per le diverse dimensioni produttive; tra questi il Sigma 6, per frantoi di piccole e medie dimensioni.
Antares Vision Group, multinazionale italiana leader nella tracciabilità e nel controllo qualità, che garantisce la trasparenza di prodotti e filiere attraverso la gestione integrata dei dati, ha sottoscritto, attraverso la propria controllata FT System, un accordo vincolante che prevede l’acquisto del 30% di PYGSA Sistemas
Gimeno e Pedro Chillarón, con oltre 20 anni di esperienza nell’ispezione prodotto attraverso il controllo qualità e tracciabilità. La società, con sede a Valencia, è oggi interamente posseduta da Guillermo Jose Gimeno, uno dei due fondatori. Il gruppo è composto da tre società: Sistemas Tecnicos de Vision S.L., Investigaciones Y Control s.l.u., Talleres Ferragut S.L.
Y Aplicaciones SL (“PYGSA”).
Simultaneamente, AV Group ha sottoscritto con la società spagnola un accordo per la distribuzione in esclusiva delle proprie soluzioni in Spagna, in tutti i settori di riferimento (Life Science, Cosmetics, Food & Beverage) e in Portogallo per il solo food & beverage.
PYGSA è stata fondata nel 2008 dai due soci Guillermo José
“Con questa operazione l’obiettivo è di rafforzare la nostra presenza in Spagna, mercato strategico e ad alto potenziale, e di espandere il nostro servizio e il nostro supporto tecnico locale in modo da garantire ai nostri clienti velocità ed affidabilità, oggi indispensabili per costruire relazioni efficaci e durature”, conferma Fabio Forestelli, CEO di FT System e membro del Consiglio di amministrazione di Antares Vision Group.
“Inoltre questa operazione segna l’inizio di una collaborazione strategica, e la costituzione di un hub tecnologico di riferimento per la qualità e la trasparenza di prodotti e filiere, nonché l’efficienza nei processi di produzione. Da oggi tutti i clienti spagnoli potranno beneficiare delle soluzioni tecnologiche di Antares Vision Group,
oltre che a quelle di PYGSA”. “Questa alleanza con Antares Vision Group rappresenta una grande opportunità, poiché da un lato ci permette di offrire ai clienti di Antares Vision Group (Life Science, Cosmetics, Food & Beverages), utilizzatori delle tecnologie FT System e Antares Vision, un servizio tecnico locale, con personale specializzato e una vasta esperienza nel campo del controllo tramite sistemi di visione artificiale, e dall’altro offre a PYGSA Group la possibilità di ampliare il portafoglio tecnologico che offre ai suoi clienti, e di affermare l’azienda come un punto di riferimento internazionale per il settore”, conferma Guillermo José Gimeno, Ceo di PYGSA. Inoltre l’operazione consentirà di incrementare la capacità produttiva nei mercati specifici; potenziare lo sviluppo di soluzioni innovative, anche personalizzate; sviluppare un team R&D internazionale attraverso la collaborazione con Università e Istituti di ricerca (le 3 sedi operative sono nelle prime 3 città universitarie spagnole); aumentare il knowhow come hub tecnologico di riferimento per il controllo qualità nel food & beverage, nelle soluzioni software per l’efficienza delle linee di produzione e in generale.
Sammarinese Aqua Viva Srl è stata acquisita al 100% da Siberian Health s.r.o, gruppo nutraceutico internazionale con sede centrale a Praga.
Aqua Viva, fondata nel 2001, produce e commercializza due linee d’integratori alimentari (Keforma e Nutrifarma). Con un fatturato annuo di circa 8 milioni di euro e una crescita che negli ultimi anni si è attestata intorno al 15% annuo, l’azienda avrà così la possibilità di distribuire i suoi prodotti in più vaste aree geografiche. Siberian Health è infatti un solido gruppo con base nella Repubblica Ceca e sedi commerciali e produttive in molti Paesi dell’Europa Orientale e del continente asiatico.
Con questa prima acquisizione in Italia, il gruppo potrà espandersi nel mercato occidentale e completare la sua offerta d’integratori.
Aqua Viva è stata seguita da SHC Advisor, società di consulenza strategica che dal 2018 gestisce operazioni di Merger & Acquisition (M&A), in partnership con il cliente, per coadiuvarlo e supportarlo nel raggiungimento degli obiettivi strategici prefissati, grazie a un team di professionisti con competenze maturate in importanti realtà internazionali.
“L’azienda che abbiamo seguito era molto contesa sul mer-
cato e abbiamo trovato la soluzione ideale per entrambe le parti che avranno modo di farsi conoscere in contesti più ampi e di offrire una gamma di prodotti variegata, frutto di attente analisi di mercato e di ricerche approfondite”, commenta Filippo Ponsone, partner di SHC Advisor.
Siberian Health è stata seguita per la parte advisor da Ernst & Young.
Per la parte legale Aqua Viva è stata seguita dallo Studio Taddei mentre Siberian Health dallo Studio Della Balda, entrambi con base a San Marino.
Sigep 2023 è tornata ai numeri pre-pandemia e ha riacceso la voglia delle imprese di incontrarsi dal vivo. Il foodservice dolce si conferma innovativo e propenso all’export. Il ministro Lollobrigida:
“A Rimini un’eccellenza agroalimentare italiana, dai maestri artigiani fino agli imprenditori”.
II comparto del foodservice dolce ha ritrovato la sua piattaforma mondiale. Sigep 2023 è tornato ai numeri dell’edizione record del 2020, che si era tenuta poco prima dello scoppio della pandemia in Italia.
La 44esima edizione del Salone internazionale di gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè, organizzato da IEG - Italian Exhibition Group insieme alla triennale ABTech, ha prodotto cinque giornate all’insegna della concretezza, dell’incontro dei saperi e della formazione, dense di affari e networking, all’interno di un panorama di offerta innovativo, pronto ad assecondare ulteriori sviluppi.
È stato un Sigep della fiducia ritrovata, con le imprese che hanno riscoperto il valore delle relazioni e l’entusiasmo nel presentare le innovazioni prodotte nell’ultimo biennio vissuto fra tante difficoltà. Il Salone ha espresso un’energia positiva percepibile in tutto il quartiere fieristico riminese, sold out con oltre 1.000 imprese su 28
padiglioni, per 130.000 metri quadrati di esposizione. Il food service dolce made in Italy è connotato da forte dinamismo, innovazione e propensione all’export e diffonde nel mondo tecnologia e talenti. I visitatori esteri sono arrivati a Rimini da 155 Paesi: 77% dall’Europa con Germania, Spagna, Grecia, Francia e Gran Bretagna ai primi posti; 12% da Asia e Medio Oriente con prevalenza da Israele, Libano, India, Corea e i Paesi dell’Area del Golfo; 7% dalle Americhe con Stati Uniti, Canada, Messico, Brasile e Argentina ai primi posti e il 4% dall’Africa, in primis da Marocco, Algeria Egitto, Libia e Nigeria. Inaugurato dal presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, insieme alle autorità locali e con l’intervento da remoto, nella seconda giornata, del ministro Francesco Lollobrigida (Agricoltura, sovranità alimentare e foreste), IEG ha accolto 450 top buyers provenienti da 78 paesi del mondo grazie alla partnership strategica con ICE Agenzia e il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il sup-
porto della rete internazionale di regional advisor IEG, presente in 60 paesi. Sigep 2023 ha quindi segnato il pieno ritorno alla sua dimensione di salone leader mondiale per la gelateria artigianale e fra i primi per gli altri comparti dell’arte bianca e del caffè. Insieme ai dati numerici, è soprattutto la soddisfazione generale degli espositori e dei visitatori a decretarne il successo. Sold out il calendario di appuntamenti quotidiani alla Vision Plaza, luogo eletto per i contenuti dedicati alle tendenze e alle informazioni economiche per il mondo del food service dolce, protagonista del comparto out of home che in Italia vale circa 60 miliardi. The NPD Group ha comunicato il sostanziale recupero dopo lo stop e le restrizioni del periodo pandemico: +3% del giro d’affari. La crescente famigliarità con gli spostamenti aiuterà un’ulteriore crescita. Da Deloitte un Foodservice Market Monitor mondiale con valori su 2.525 miliardi di euro (+14% sul 2021). L’Italia è il primo paese europeo per valore di mercato dei ristoranti Full Service, con una quota complessiva di 36 miliardi di euro nel 2022.
In fiera erano rappresentati i settori Gelato, Pastry, Choco, Coffee e Bakery, quest’ultima filiera potenziata grazie alla contemporaneità con AB Tech Expo. Show, contenuti e competizioni nelle sei Arene: Dolce, Gelato, Pastry, Choco,
Bakery e Coffee, con la Start-Up Area e la Digital Talks. Un palinsesto arricchito da oltre 100 talk e 200 relatori, di cui 50 internazionali, più di 20 competizioni con 30 Paesi partecipanti. Oltre 1.000 gli eventi organizzati dagli espositori. In fiera tutti i grandi Maestri del dolciario made in Italy.
Fari puntati su quattro concorsi internazionali: Gelato Europe Cup che ha selezionato le nazioni europee per la Coppa del Mondo a Sigep 2024, Bread in the City-Bakery World Cup, The Pastry Queen (il mondiale di pasticceria femminile) e il Campionato Mondiale Juniores di pasticceria.
Sigep e ABTech hanno attirato l’attenzione dei media italiani e internazionali che hanno prodotto un’audience pari a 439 milioni di contatti lordi. 655 gli accrediti in sala stampa, dei quali 70 esteri. I profili social hanno raggiunto i 137mila followers e nelle giornate di fiera sono state 280mila le visualizzazioni degli operatori professionali dei profili espositori sulla piattaforma B2B TEO The Eating Out Hub.
La 45a edizione di Sigep è in programma dal 20 al 24 gennaio 2024 alla Fiera di Rimini. Ma prima, la piattaforma della community del foodservice dolce e del modo italiano di viverlo, si appresta a un nuovo, ambizioso appuntamento: Sigep China. Si terrà dal 10 al 12 maggio 2023 e sarà organizzato da Eagle, socie-
Con il gusto Sfizio Calabrese alle noci, bergamotto e fichi caramellati, il maestro gelatiere Santo Palamara della Gelateria
Zio Santo di Monaco di Baviera si è aggiudicato la prima tappa europea 2023 del Gelato Festival World Masters, svoltosi tra 15 gelatieri tedeschi in lizza
tà interamente controllata da IEG, in partnership con Fiera di Colonia, allo Shenzhen World Exhibition e Convention Center in contemporanea con Anufood China.
IL MINISTRO: “DOBBIAMO PROTEGGERE LA NOSTRA IDENTITÀ ALIMENTARE”
Si è collegato alla Pastry Arena da remoto Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Ad ascoltarlo, i massimi esponenti del food service dolce italiano e internazionale con l’amministrato delegato di IEG, Corrado Peraboni e il maestro Iginio Massari.
“All’Italia – ha detto Lollobrigida – non può bastare parlare genericamente di cibo, serve investire con decisione sulla qualità e sull’innovazione, per mantenere la posizione di primato che riveste. A Sigep si esprime questa eccellenza, dai maestri delle varie arti rappresentate fino agli imprenditori, coi loro macchinari e tecnologie. Siamo una nazione che ha pericolosamente dismesso molte eccellenze. Dobbiamo proteggere questo patrimonio. La sovranità alimentare che vogliamo è questa, valorizzare e proteggere la nostra identità. Assistiamo invece spesso, recentemente col vino, a pericoli per la nostra produzione. Ho in programma di organizzare appuntamenti nel mondo dedicati al cibo italiano, per diffondere i nostri sapori. Penso a tavoli di confronto che potranno generare una
conoscenza precisa che distingua il prodotto italiano frutto di disciplinari precisi e dalla qualità riconosciuta”.
“Il Sigep entra in una nuova era che per me richiama il Rinascimento – ha dichiarato Iginio Massari – perché abbiamo superato i tormenti e qui abbiamo ritrovato menti e talenti, che devono sentirsi stimolati nella conquista di nuovi spazi e di tecnologie innovative. Siamo chiamati a dare tutti il nostro contributo e ringrazio Sigep per la sua capacità organizzativa, per aver garantito questa splendida vetrina”.
Durante il convegno “Pane: il futuro è sostenibile” – che si è tenuto durante la quarta giornata di Sigep – AIBI, l’Associazione Italiana Bakery Ingredients, ha ribadito come il futuro del pane non solo sia sostenibile, ma debba esserlo, perché questa è l’unica strada che ha il comparto per affrontare il futuro e risollevarsi dopo un periodo difficile, assecondando la richiesta di un consumatore sempre più consapevole nelle scelte d’acquisto, che si dimostra comunque ben disposto verso il pane artigianale: l’84% degli italiani acquista quasi quotidianamente dai panificatori. “La sostenibilità è un tema impellente che abbraccia l’intera collettività. La panificazione artigianale, per definizione, ha già buoni requisiti, perché il pane viene prodotto tutti i giorni, a chilometro zero – dichiara Giancarlo Ceccolini, neopresidente della Fippa – ma ci sono margini di miglioramento, per esempio accelerando sulla sostituzione delle attrezzature attualmente utilizzate con soluzioni più efficienti dal punto di vista energetico, ma per migliorare questi aspetti è imprescindibile un aiuto anche da parte delle istituzioni”. Secondo l’Associazione, la sostenibilità deve essere declinata in più direzioni, tra loro interdipendenti: ambientale, riducendo il consumo energetico anche con l’intervento sulle attrezzature, sui packaging e sulla logistica; umana, con una sempre maggiore attenzione alla co-
Durante un convegno, l’Associazione
Italiana Bakery Ingredients ha ribadito come il futuro della panificazione deve necessariamente essere sostenibile, perché “questa è l’unica strada che ha il comparto per affrontare il futuro e risollevarsi dopo un periodo difficile”
munità di appartenenza, alle relazioni, al concetto di filiera corta e al benessere del consumatore, abbracciando il tema dell’alimentazione funzionale. In questa prospettiva la circolarità e, quindi, l’azzeramento degli sprechi diventa un altro aspetto di primaria importanza per il comparto, ridistribuendo le merci invendute a beneficio dei meno abbienti attraverso accordi con associazioni di charity, e con iniziative come quelle del pane sospeso, sulla quale AIBI sarà particolarmente impegnata in questo 2023. “Il consumatore è sempre attento alla riduzione degli sprechi e alla scelta di prodotti che preservano il pianeta – commenta Alberto Molinari, presidente di AIBI - e penso che noi produttori di materie prime dobbiamo e possiamo aiutare in maniera concreta l’intera filiera”.
UN LIEVITATO CHE CONTIENE
20 SAPORI ITALIANI
Si chiama Italia 20 e si pone l’ambizioso obiettivo di racchiudere, in un solo as-
saggio, tutti i sapori dell’Italia. È stato presentato nella Choco Arena di Sigep il primo lievitato realizzato con ben 20 prodotti Dop e Igp, uno per ogni regione. Un dolce che si propone di diventare ambasciatore della grande tradizione italiana all’estero. Nato da un’idea di Mirco Della Vecchia, maestro cioccolatiere ed ex presidente di CNA Agroalimentare, e realizzato dalla pasticcera e specialista del panettone Beatrice Volta, Italia 20 contiene, come suggerisce il nome, 20 eccellenze certificate dello stivale: dalla nocciola del Piemonte Igp al mandarino tardivo di Ciaculli presidio Slow Food, passando per il Vin Santo del Chianti Doc, la pera dell’Emilia-Romagna, le fragoline di Sciacca, l’arancia Ribera, il cioccolato di Modica e il limone della Costa d’Amalfi, solo per citarne alcuni.
“Siamo a disposizione di questa economia che da Sigep decolla in tutto il mondo”, ha ricordato Corrado Peraboni, amministratore delegato di IEG. “E a maggio debutterà Sigep China”.
E GREEN GRAZIE
ALLO ZUCCHERO D’UVA
Le nuove tendenze nel mondo del gelato e il futuro del comparto protagonisti nella Gelato Arena. Con Martino Liuzzi, ricercatore nutrizionista oltre che esperto di food e gelato, si è parlato di un’esperienza green legata al gelato. Liuzzi, che insieme all’Accademia Italiana Gelatieri Artigiani sperimenta soluzioni nuove, ha illustrato la ricerca condotta sull’utilizzo di zuccheri alternativi al destrosio e fruttosio di cereale comunemente utilizzati. L’utilizzo dello zucchero d’uva ha permesso una vera rivoluzione nel bilanciamento del tradizionale gelato artigianale, rendendolo più sano grazie ad una notevole riduzione di grassi e zuccheri, ma lo ha reso anche più “verde”. Grazie alla sua maggiore capacità di legare l’acqua, infatti, lo zucchero d’uva consente un anticipo del processo di produzione, con conseguente risparmio energetico e di tempo.
Bruno Seabra è il nuovo direttore generale di Carapelli Firenze. Di origini portoghesi, Seabra ha una solida esperienza in ruoli dirigenziali maturata a livello internazionale in grandi aziende del food and beverage. Prima di arrivare in Carapelli, ha lavorato per diversi anni come direttore commerciale e direttore supply chain di Suntory Iberia, fra i più grandi produttori europei di bevande.
Seabra si è già occupato del mercato olio in Unilever. La sua conoscenza del comparto e delle sue dinamiche contribuirà alla crescita di Carapelli Firenze.
Il manager guiderà la company italiana del gruppo Deoleo che, oltre a Carapelli, controlla anche altri marchi fra cui Bertolli. “Il gruppo Deoleo è una realtà leader a livello internazionale, impegnata nella costruzione di un futuro di valore per la categoria dell’olio in cui sostenibilità, innovazione e qualità sono fattori determinanti”, dichiara Bruno Seabra. “Porterò la mia esperienza e la mia visione, lavorando di concerto con il mio team per valorizzare il portafoglio dei nostri marchi e adottare strategie sempre più efficaci per rispondere alle esigenze ed opportunità di sviluppo della categoria olio in Italia”.
Con un aumento del 17% è record storico per l’export agroalimentare italiano che ha raggiunto i 60 miliardi di euro nel 2022, trainato dai prodotti simbolo della dieta mediterranea come vino, pasta e ortofrutta fresca che salgono sul podio dei prodotti italiani più venduti all’estero. È quanto emerge dalle proiezioni della Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero relativi ai primi undici mesi del 2022, che evidenziano un balzo a doppia cifra per l’alimentare nonostante la guerra in Ucraina e le tensioni internazionali sugli scambi mondiali di beni e servizi.
Il re dell’export tricolore si conferma il vino per un valore stimato vicino agli 8 miliardi di euro nel 2022, secondo l’analisi della Coldiretti, grazie ad una crescita a due cifre delle vendite all’estero. Al secondo posto si piazzano la pasta e gli altri derivati dai cereali con un volume di vendite all’estero che a fine anno voleranno ben oltre i 7 miliardi di euro mentre al terzo ci sono frutta e verdura fresche con circa 5 miliardi e mezzo di euro di export, ma ad aumentare in modo consistente sono anche l’extravergine di oliva, oltre a formaggi e salumi.
Il successo dei prodotti della dieta mediterranea all’estero confermano l’alto gradimento per la cucina italiana che si è classificata come migliore dieta al mondo del 2023 davanti alla dash e alla flexariana, “ma è sotto l’attacco – afferma la Coldiretti – degli effetti del cambiamento climatico, dell’esplosione dei costi di produzione e delle scelte dell’Unione Europea, che boccia il vino con etichette allarmistiche e promuove i grilli a tavola. A pesare sono i rincari energetici ed i ritardi infrastrutturali che a valanga si trasferiscono dai campi alle tavole, il moltiplicarsi delle imitazioni sui mercati esteri ed il rischio di un nuovo protezionismo alimentato da etichette ingannevoli come il nutriscore, un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che –sottolinea la Coldiretti – finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole”.
A livello generale la Germania resta il principale mercato di sbocco dell’alimentare made in Italy in aumento del 13%, davanti agli
Stati Uniti, in salita del 20% mentre la Francia si piazza al terzo posto ma mette a segno un tasso di crescita del 17%. Risultati positivi anche nel Regno Unito con un +18% “che evidenzia – sottolinea la Coldiretti – come l’export tricolore si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue.
“Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia nazionale serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo”, dichiara il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, che rimarca l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr.
Le edizioni 2023 di AquaFarm, NovelFarm e AlgaeFarm hanno registrato una notevole crescita dei visitatori, confermando la città friulana come vetrina internazionale per la produzione innovativa e sostenibile di cibo in acqua e a terra.
La Fiera di Pordenone si è confermata un palcoscenico di riferimento internazionale per gli eventi dedicati alla produzione innovativa e sostenibile di cibo in acqua e a terra. L’edizione 2023 delle tre manifestazioni AquaFarm, NovelFarm e AlgaeFarm si sono infatti concluse con numeri di rilievo. I visitatori hanno visto una crescita del 62% rispetto al 2022 e del 25% se il valore viene confrontato all’ultima edi-
dei costi dell’energia e i mutamenti climatici. Obiettivo è adattarsi al cambiamento da una parte e provvedere con l’autoproduzione alle proprie esigenze energetiche. Di supporto agli allevatori in queste impegnative attività sono i fondi europei del FEAMPA che in questo ciclo di bilancio dell’UE hanno visto aggiungersi alla P di pesca la A di acquacoltura.
Sul fronte più scientifico, grande interesse per la sessione sul microbioma dei pesci e la sua modulazione tramite mangimi e probiotici, secondo molti esperti il futuro della nutrizione in acquacoltura. Non sono mancate le sessioni tecnologiche e sul mercato del prodotto finale, che ha ospitato quest’ultima una serie di storie aziendali di grande fascino sulla lunghezza d’onda della costante ricerca di qualità e innovazione.
zione pre-covid. Numeri positivi anche guardando ai 130 espositori, il 25% proveniente dall’estero, quasi 7.000 metri quadrati di area espositiva nei padiglioni 4 e 5.
Piscicoltura, vertical farm, microalghe: i contenuti in primo piano Come a ogni edizione, punto di forza delle tre manifestazioni sono risultati i contenuti con oltre 30 conferenze in programma con 150 relatori provenienti da tutto il mondo. Le tematiche sono state quelle più attuali nei vari settori. Per AquaFarm centrali i due grandi problemi che i piscicoltori e i molluschicultori si trovano ad affrontare in questo momento: l’aumento
NovelFarm è un evento unico in Italia per la focalizzazione esclusiva sul fuori suolo e sul vertical farming, argomenti generali che consentono di affrontare temi di grande interesse per la comunità dei “growers” italiani e spesso collocati sulle frontiere della ricerca. Per fare un esempio, la genetica e le selezioni varietali per il vertical farming hanno portato a ribadire da parte di ricercatori e operatori la richiesta di aprire le porte alla ricerca anche in Italia sulle NBT, le New Breeding Techniques, a partire dalle applicazioni di CRISPR. L’obiettivo non si limita a ottenere più velocemente varietà attrattive per il mercato, ma di ri-domesticare (de novo domestication) le specie coltivate e anche altre “nuove” di grande potenziale proprio per il nuovo ambiente di coltura rappresentato dalle vertical farm. Intanto il fuorisuolo continua a crescere. Non solo è considerato un fattore strategico anche dalla FAO per sfamare in modo sostenibile e sicuro la popolazione mondiale; ormai un segmento di
largo consumo come la IV Gamma lo ha adottato come una tecnica primaria per le sue esigenze, che ruotano attorno alla necessità di accorciare le catene logistiche, eliminare i residui, destagionalizzare l’offerta e adattarsi alle richieste del pubblico in tempo quasi reale, come è stato spiegato nella sessione dedicata organizzata in collaborazione con FreshCut News. In vertical farm crescono da tempo vegetali non dedicati all’uso alimentare, per esempio le officinali, il foraggio di alta qualità per i vitelli, e persino quelle specie che possono essere utilizzate come “fabbriche molecolari” di principi attivi, sostanze industriali e persino vaccini e antibiotici. Infine, AlgaeFarm, punto di riferimento per un settore strategico per la conversione del sistema economico globale in una direzione meno impattante sull’ambiente. Anche qui il tema “caldo” è la domesticazione delle microalghe che, a differenza di quanto avviene in agricoltura, sono allevate nella loro forma “selvatica”. Ha suscitato grande interesse un intervento proveniente dal Consorzio tra enti di ricerca e operatori del New Mexico con sede a Los Alamos, che sta battendo strade inedite per risolvere uno dei limiti principali della coltura delle microalghe, le rese produttive di biomassa che sono ancora troppo basse per fornire prodotti di grande utilizzo a costi accettabili.
Exica, con sede a Grugliasco (TO), è attiva nel campo dell’importazione, trasformazione e commercializzazione di frutta secca, legumi e frutta disidratata.
L’azienda si distingue per la sua attenzione all’innovazione e alla sostenibilità utilizzando un metodo di essiccazione a freddo innovativo che permette di disidratare i prodotti con un sistema di deumidificazione a freddo in vuoto d’aria extra secca. La tecnologia “a freddo” opera mediante impianti frigorigeni appositamente realizzati, i quali congelano e disidratano l’aria al fine di ottenere umidità di trattamento anche al di sotto del 3% e temperatura a partire da soli 10°C. Tale processo permette di disidratare i prodotti alimentari il più delicatamente possibile, mantenendo inalterati aroma, colore e caratteristiche organolettiche. Il sistema azzera gli sprechi energetici, variando automaticamente po-
tenza frigorigena e flusso d’aria in relazione alla natura ed alla quantità degli alimenti introdotti, con un risparmio energetico medio superiore al 70% rispetto ai sistemi di essiccazione tradizionali. Dal trattamento di disidratazione si ottengono quindi sia il prodotto solido delicatamente disidratato sia i liquidi aromatizzati estratti dallo stesso. La frutta, con l’essiccazione a freddo, viene disidratata senza conservanti, coloranti e zuccheri aggiunti. Il prodotto finale dunque mantiene inalterate vitamine, sali minerali, gusto e colore del prodotto fresco. Il contenuto zuccherino viene valorizzato dalla totale assenza di caramellizzazione. Le verdure essiccate a freddo mantengono bene le caratteristiche originarie e possono essere consumate quindi come snack, come basi per soffritti e minestroni e, se reidratate, ritroveranno colore, sapore e volume originari.
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Coesia, gruppo di aziende specializzate in soluzioni industriali e di packaging basate sull’innovazione, e Oji Holdings Corporation, leader nel settore della cellulosa e della carta in Giappone, hanno firmato l’accordo per la vendita di IPI, leader nel settore degli imballaggi in cartone asettico per l’industria delle bevande e degli alimenti liquidi con sede a San Sisto (Perugia), al Gruppo giapponese, garantendo la salvaguardia e la tutela delle risorse umane.
IPI, parte di Coesia dal 2013, ha 170 collaboratori e nel 2022 ha registrato un fatturato di circa 65 milioni di euro. L’azienda fornisce materiali in cartone, macchine riempitrici per il confezionamento asettico e servizi tecnici, e opera in oltre 50 Paesi. Gli imballaggi di IPI, con struttura multistrato, sono utilizzati principalmente per latte e prodotti lattiero-caseari, bevande analcoliche non gassate come succhi di frutta, vino e alcolici,
e alimenti liquidi come zuppe, passata di pomodoro e salse.
Oji Holdings Corporation, già distributore di IPI per il mercato asiatico, è un’azienda giapponese produttrice di cellulosa e carta con sede a Ginza, Tokyo: ha 27.360 dipendenti, 156 filiali nel mondo e nel 2012 è stata classificata come la terza azienda più grande nel suo settore a livello internazionale. Oji Holdings Corporation è quotata alla Borsa di Tokyo con una capitalizzazione di mercato di circa 3,8 miliardi di euro. L’azienda ha 86 siti produttivi in tutto il Giappone e attività forestali in Australia, Brasile, Canada, Cina, Germania, Nuova Zelanda e altri Paesi del mondo.
La tecnologia e il know how di IPI rappresentano una importante leva per lo sviluppo di Oji nel settore della carta, in particolare nel settore delle soluzioni di carta asettica. Oji e IPI stanno già lavorando sinergicamente per espandere il business a livello globale.
La diciannovesima edizione di Marca by BolognaFiere 2023 ha festeggiato a gennaio un risultato oltre le aspettative con una crescita in qualità e quantità che stacca l’edizione del 2022. Organizzata in collaborazione con ADM - Associazione Distribuzione Moderna e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e della Camera di Commercio di Bologna, la manifestazione si è confermata appuntamento irrinunciabile per coloro che si occupano di
marca del distributore. Sono oltre 17.000, il 40% in più rispetto all’anno scorso, gli operatori e i visitatori che hanno affollato i sei padiglioni e i 23.000 metri quadrati espositivi netti (+15% rispetto al 2022). Segno più anche per gli espositori, oltre 900 aziende (+10%) per più di 2.500 brand. In crescita anche le insegne della Distribuzione Moderna: sono 22 (4 in più rispetto alla precedente edizione) e rappresentano i più importanti retailer del
Paese. La vetrina delle insegne si è riempita di prodotti food e non food di grande interesse e varietà, molti dei quali legati a momenti di consumo come la colazione e l’aperitivo. Migliaia di operatori hanno partecipato al programma scientifico di Marca by BolognaFiere che ha offerto l’occasione di aggiornarsi a convegni, presentazioni di dati sul mercato, workshop e incontri specializzati su tutto ciò che riguarda la Mdd. Tra gli appuntamenti,
la presentazione dell’Osservatorio Packaging del largo consumo di Nomisma e molto partecipato l’evento “Il Bio nella Distribuzione Moderna Italiana: scenario evolutivo, performance, ruolo, spazi di mercato”, organizzato da AssoBio nell’ambito della Campagna Being Organic in EU promossa da FederBio e Naturland e cofinanziata dall’Unione Europea, a riprova del grande interesse che continua a suscitare il comparto del biologico.
La storica azienda fiorentina di marmellate Chiaverini entra nel gruppo Le Bontà, realtà agroalimentare di proprietà della famiglia fiorentina Barbagli - Carapelli, che da oltre 100 anni opera nel settore food. Un’acquisizione che garantisce coerenza e continuità con i principi e i valori di Chiaverini, che dal 1928 realizza le marmellate seguendo la ricetta scritta a mano dai fratelli fondatori.
L’operazione conferma la vocazione fiorentina del marchio, raccontando una case history caratterizzata da una continuità territoriale a gestione, ancora una volta, familiare. Chiaverini è nata a Firenze e rimane così ben salda e radicata nel suo territorio attraverso un’acquisizione volta a preservare queste radici. Ma se l’identità rimane legata alle origini, la visione commerciale della nuova proprietà prevede un’importante
espansione nel territorio nazionale e oltre. “Il nostro obiettivo è sicuramente quello di mantenere intatti i principi, la tradizione, la storia e l’importantissimo heritage dell’azienda di confetture, garantendo allo stesso tempo una spinta, un potenziamento della stessa, per valorizzarla ed uscire dai confini strettamente fiorentini”, spiega Andrea Barbagli, amministratore delegato de Le Bontà. “Vogliamo portare questa eccellenza gastronomica locale sul territorio nazionale e internazionale”.
L’acquisizione intende mantenere la continuità con i valori di Chiaverini, che dal 1928 realizza le marmellate seguendo la ricetta scritta a mano dai fratelli fondatori
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Nel mese di maggio a Parma andrà in scena l’undicesima edizione della fiera dell’automazione e del digitale per l’industria, che prevede una partecipazione paragonabile al pre-pandemia. Una nuova area sarà dedicata all’innovazione sostenibile.
Per presentare una fiera “innovativa per vocazione” non c’era probabilmente location più adatta che il MADE Competence Center di Milano, laboratorio dell’industria del futuro e luogo di formazione di competenze 4.0. L’innovazione, evocata dal claim scelto da SPS Italia (Smart Production Solutions) per l’edizione 2023 (23-25 maggio a Parma), trova le basi nello scambio di esperienze, nella capacità di ascoltare il mercato e offrire contenuti e spunti d’interesse a tutti i livelli della filiera.
In vista dell’undicesima edizione della fiera dell’automazione e del digitale per l’industria intelligente e sostenibile, Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia, ha introdotto così la conferenza dello scorso fine gennaio, di fronte a una folta platea di rappresentanti delle aziende espositrici, del comitato scientifico, delle associazioni, del competence center, dell’università e della stampa di settore: “Il 2022 lo hanno definito l’anno che ha
conosciuto la permacrisi, viste le crisi continue che si sono innestate l’una nell’altra. Eppure se guardiamo all’industria e al PIL italiani rileviamo una crescita notevole, con il ruolo trainante della manifattura, che è il mondo attorno a cui ruota l’esperienza di SPS. Siamo dunque ottimisti e guardiamo alla fiera di maggio come un momento cruciale per l’innovazione delle nostre imprese, per scoprire le tecnologie abilitanti per la fabbrica, conoscere i nuovi trend, confrontarsi sulla trasformazione green e digitale del manifatturiero”.
La ripartenza delle fiere è un ulteriore ragione di ottimismo per il 2023, che ha rivisto le iniziali previsioni di recessione. Intanto SPS si prepara a sbarcare anche negli Stati Uniti, prima a Chicago come parte di IMTS dal 9 al 14 settembre 2024, e l’anno successivo con un evento indipendente ad Atlanta, dal 23 al 25 settembre 2025, che avrà poi cadenza biennale.
Ha fatto gli onori di casa Marco Taisch, presidente di MADE - Competence Center 4.0: “Siamo in un luogo particolarmente adatto alla presentazione di SPS, dato che MADE nasce proprio per essere al servizio dell’innovazione e dell’industria. Penso alle fiere non solo come occasione di incontro fra domanda e offerta, ma anche di crescita culturale per il Paese, riflessione sul futuro del nostro tessuto economico e industriale”.
Greta Moretto, Marketing, Communications Event Director di Messe Frankfurt Italia ha ricordato che “SPS si sta affermando sempre di più come la fiera delle tecnologie intelligenti e sostenibili, che vive da protagonista la svolta culturale a sostegno della transizione”.
Daniele Lo Pizzo, Show Director di SPS Italia, ha rivelato che a fine gennaio gli espositori erano già aumentati del 20% rispetto alla precedente edizione, avviando il ritorno ai numeri prepandemia: “I padiglioni occupati saranno sei, con una nuova area dedicata alle soluzioni per l’innovazione sostenibile. È stata inoltre messa a punto un’app che mette a disposizione del visitatore una guida ragionata per orientarsi nella fiera secondo i propri settori d’interesse”.
Sulla digitalizzazione delle imprese come processo continuo si è soffermato Andrea Bianchi, presidente di Anie Automazione, che ha poi insistito su alcuni dati rappresentativi del mercato: “La nostra associazione conferma la sua partecipazione a SPS Italia attraverso diverse iniziative. Accanto alla presenza istituzionale, con uno stand dedicato, svilupperemo nelle tre giornate un percorso tecnologico attraverso una serie di eventi organizzati a cura dei nostri gruppi di lavoro oltre a un’importante collaborazione con la OPC-UA Foundation. Il 2022 è stato complesso ma anche ricco di soddisfazioni con il mercato in crescita di oltre il 20% secondo le ultime stime; pur senza dimenticare l’incertezza gene-
rale, i soci si esprimono con toni po sitivi e ipotizzano una piccola ulterio re crescita per il 2023. Confidiamo nella conferma delle aliquote del Piano Transizione 4.0 e nel migliora mento delle condizioni geopolitiche che hanno inciso in modo sensibile sulla disponibilità di materiali e sui costi dell’energia”.
Sei padiglioni accolgono il meglio del le tecnologie dell’automazione a ser vizio della trasformazione dell’indu stria in ottica 4.0.
L’area District 4.0 con demo funzionanti e casi applicativi illustra le potenzialità delle soluzioni di Digital&Software, Robotica e Meccatronica, Additive Manufacturing. Alle aree tematiche già consolidate se ne aggiunge una nuova, che vuole offrire al visitatore un percorso dimostrativo sulle soluzioni più innovative e sostenibili.
L’automazione che avanza ed evolve si trasforma per rispondere alle esigenze odierne dell’industria manifatturiera.
Un percorso che consentirà al visitatore di soffermarsi sui temi della Sostenibilità, Circolarità e Flessibilità.
L’area “Sustainable Innovation” valorizzerà il ruolo delle smart production solutions con le tre principali accezioni: automazione al centro della sostenibilità; digitale come tecnologia a supporto della sostenibilità; tecnologie emergenti per la sostenibilità. La tematica sarà centrale anche nel palinsesto convegnistico, oltre che in occasione della tavola rotonda inaugurale anche nei convegni scientifici, insieme a 5G, additive manufacturing e cyber security. Per favorire e migliorare l’esperienza del visitatore rispetto all’offerta saranno disponibili sulla app ufficiale della fiera dei percorsi che aiuteranno ad orientarsi creando un itinerario ad hoc basato su settori di applicazioni o tecnologie abilitanti di interesse. Un percorso Sostenibilità sarà inoltre dedicato alle soluzioni di automazione e digitale più sostenibili esposte in tutto il quartiere.
Packaging Première & PCD Milan – l’evento che presenta i migliori produttori di packaging per il settore fine food, wine & spirits, fashion, jewelry e beauty – sta preparando un’edizione ad alto tasso di innovazione, sostenibilità e creatività. In programma dal 16 al 18 maggio 2023 a Fieramilanocity, presenterà le più importanti novità di prodotto nell’ambito del packaging deluxe e dedicherà particolare at-
Salone del vino di Torino
4-6 marzo 2023
Torino
www.salonedelvinotorino.it
CFIA
14-16 marzo 2023
Rennes, Francia www.cfiaexpo.com
Cibus Connecting Italy
29-30 marzo 2023
Parma www.cibus.it
Sol&Agrifood
2-5 aprile 2023
Verona www.solagrifood.com
Vinitaly
2-5 aprile 2023
Verona www.vinitaly.com
tenzione alle ultime tendenze del settore, attraverso approfondimenti, talk e conferenze.
“Packaging Première & PCD Milan si impegnano a diffondere una vera e propria cultura del packaging e per questo motivo collaboriamo con i più importanti esperti di packaging, design e sostenibilità a livello mondiale, dando la possibilità alla nostra community di approfondire le tematiche di maggiore attualità e interesse”, afferma Pier Paolo Ponchia, Founder e Director di Packaging Première. Il programma delle conferenze seguirà alcuni focus precisi: innovazione, sostenibilità, tecnologia, digitalizzazione, packaging design e branding, applicati in particolar modo ai settori del beauty, della moda, dei wine & spirits, della gioielleria e molti altri. Ciascuna giornata vedrà l’alternarsi di speaker e ospiti di rilievo italiani e internazionali che parleranno di come l’innovazione e la sostenibilità contribuiscono alla costruzione
SAVE Bergamo
5 aprile 2023
Bergamo
www.exposave.com/bergamo/ evento.asp
Foodex 24-26 aprile 2023
Birmingham, Regno Unito www.foodex.co.uk
Interpack
4-10 maggio 2023
Düsseldorf, Germania www.interpack.de
Sigep China 10-12 maggio 2023
Shenzhen, Cina www.sigep.it/sigep-china/ sigep-china
Mecfor 23-25 maggio 2023
Parma
www.mecfor.it
di un brand, del ruolo della carta, di come la realtà aumentata possa conferire un’im magine moderna ai prodotti più tradiziona li, del metaverso, dell’esperienza del quality delivery, della stampa digitale, di come la filiera cosmetica e del packaging collabora no al raggiungimento degli obiettivi dell’A genda 2030.
Nella sala conferenze sarà dato ampio spazio anche all’iniziativa Avant-Garde, che coinvol ge direttamente gli espositori, invitandoli a realizzare prodotti, servizi o progetti ricono sciuti come meritevoli in termini di innova zione nel settore packaging. I progetti sele zionati dalla giuria – composta da docenti universitari, designer ed esperti del settore – verranno esposti in un’area dedicata e presentati all’interno di momenti di appro fondimento ad hoc con un format nel quale ogni partecipante avrà a disposizione cinque minuti per presentare la sua innovazione.
SPS Italia
23-25 maggio 2023
Parma
www.spsitalia.it
Solids Parma
14-15 giugno 2023
Parma www.solids-parma.de
Sana
7-10 settembre 2023
Bologna www.sana.it
Powtech
26-28 settembre 2023
Norimberga, Germania www.powtech.de
Cibus Tec
24-27 ottobre 2023
Parma
www.cibustec.it
FI Europe - HI Europe
28-30 novembre 2023
Francoforte, Germania
www.figlobal.com
Sigep
20-24 gennaio 2024
Rimini www.sigep.it
Fieragricola
31 gennaio - 3 febbraio 2024
Verona
www.fieragricola.it
Anugafoodtec
19-22 marzo 2024
Colonia, Germania
www.anugafoodtec.com
Ipack-Ima
27-30 maggio 2025
Milano
www.ipackima.com
Dopo il lungo stop per la pandemia, la fiera ospiterà a Düsseldorf oltre 2.700 espositori in tutti i 18 padiglioni. La tecnologia made in Italy sarà una grande protagonista, con una rappresentanza inferiore solo alla Germania.
Ci sarà ancora una volta tanta Italia a Interpack, la più grande mostra internazionale per l’industria del packaging, che torna a riempire i padiglioni di Düsseldorf, dal 4 al 10 maggio 2023, dopo ben sei anni, essendo saltata l’edizione del 2020 per la pandemia. Sarà infatti seconda solo a quella tedesca, e non di molto, la presenza degli espositori italiani, 408 rispetto ai 550 dei padroni di casa. Il settore è in fermento alla vigilia in di un appuntamento che prefigura grandi numeri: circa 2700 espositori distribuiti su 18 padiglioni, per una superficie complessiva pari a 37 campi di calcio. Si punta dunque alla continuità con il 2017, quando gli espositori furono 2866 per 55 paesi e i visitatori 170.899 da 169 paesi.
A presentare la fiera a Milano c’erano Thomas Dohse, direttore di Interpack, e Richard Clemens, managing director della VDMA, l’associazione della meccanica tedesca che è partner della manifestazione. “Per comprendere l’importanza della partecipazione italiana basti pensare che l’azienda di
maggiori dimensioni che espone in fiera è il gruppo IMA”, ha detto Dohse ai giornalisti della stampa tecnica. Richard Clemens ha rivendicato la scelta di questi anni di non ricorrere alle fiere virtuali: “Avremmo potuto seguire quel trend ottimizzando i costi, ma non era la nostra strada. Gli uomini sono esseri sociali e l’incontro di persona nel corso di una fiera è insostituibile”. Il Covid ha cambiato molte dinamiche e accelerato i cambiamenti, ha dichiarato Clemens. “Per il packaging sembravano aprirsi scenari di crisi, per i problemi sulle catene di fornitura, causati dalla carenza di componenti e di materiali, e soprattutto per l’affermarsi di una ideologia contraria agli imballaggi. Durante la pandemia è stata invece riscoperta l’importanza del packaging nel mantenere le condizioni igienico sanitarie del prodotto, soprattutto se alimentare. Un’altra forte spinta è arrivata dall’imballaggio dei prodotti disinfettanti. Ora l’attenzione è rivolta alle nuove direttive della Comunità europea, ma il settore mostra vitali-
tà. È importante che i paesi europei adottino una strategia comune per affrontare la concorrenza globale. Teniamo presente che Germania e Italia sono i maggiori costruttori al mondo di macchine per il packaging”.
Interpack attira l’attenzione sui più importanti trend del momento, connettività, sicurezza e sostenibilità, e sull’impatto che avranno sul futuro di un settore in continuo mutamento come quello del packaging.
“Condizioni come la carenza di risorse, le interruzioni e i ritardi lungo la supply chain rappresentano un’importante sfida per il settore, ma allo stesso tempo la domanda crescente, le nuove tecnologie e una maggiore consapevolezza sul tema della sostenibilità ci offrono la possibilità di fare grandi passi in avanti”, ha sostenuto Thomas Dohse. “Interpack è lo spazio in cui si plasma il futuro del settore a livello internazionale”.
All’interno di Interpack 2023, gli ospiti e i visitatori del settore alimentare troveranno tutti gli espositori raccolti in un’unica area. Lo stesso varrà per il settore bevande, dolciumi, prodotti da forno, per quello farmaceutico, cosmetico, non-alimentare e dei prodotti industriali.
Un’organizzazione precisa e attenta,
resa possibile da un nuovo concept alla base dei padiglioni espositi che verrà implementato per la prima volta. Le altre sezioni, nello specifico materiali e prodotti per l’imballaggio, macchinari per etichette e timbri, produzione dei materiali di imballaggio e soluzioni con stampa integrata, sono raccolte a loro volta in un’area dedicata.
Interpack rappresenta una fonte di stimolo per concetti e visioni innovativi, e li sostiene con un programma in continua espansione. Sono previsti diversi dibattiti specialistici e iniziative, ad esempio le giornate a tema, che permettono ai visitatori di ricevere e raccogliere solo le informazioni per loro rilevanti.
La nuova edizione si concentrerà soprattutto su quattro aree: economia circolare, gestione risorse, tecnologie digitali e sicurezza dei prodotti. Ma Interpack non si limita agli spazi della
A Interpack, dal 4 al 10 maggio 2023, esporranno circa 2700 aziende distribuite in tutti i 18 padiglioni di Messe Düsseldorf, per una superficie complessiva pari a 37 campi di calcio (Foto Messe Düsseldorf, ConstanzeTillmann)
fiera. La piattaforma per la comunicazione digitale Tightly Packed è in continuo aggiornamento per fornire informazioni accurate su nuovi sviluppi, best practice e trend di settore. Il settore del food è tra quelli che riscuotono maggiore interesse tra i visitatori di Interpack. La richiesta internazionale di cibo confezionato è in crescita. Nei mercati più saturi, e con il maggiore potere di acquisto, una tendenza verso il consumo consapevole ha spinto gli acquirenti verso prodotti sostenibili, locali, organici e derivanti da un commercio equo, e questo vale anche per il packaging. Insieme alle nuove sfide poste dalla gestione energetica e dall’impegno a preservare le risorse, ciò ha innescato un processo di trasformazione nel settore.
Le stesse osservazioni possono essere applicate al packaging di bevande e prodotti non alimentari. Gli espositori per queste tre categorie sono raccolti nei padiglioni 5 e 6, oltre che 11 e 14. Nelle stesse aree saranno esposte soluzioni specifiche per l’imballaggio di prodotti industriali, categoria che interessa circa il 20% dei visitatori di Interpack.
A partire dal padiglione 5, il focus è innanzitutto sul settore food, con nomi importanti quali Multivac Sepp Haggenmüller, Ulma Packaging, Weber Maschinenbau e Fuji Machinery. Nel padiglione 6, invece, realtà come Fawema, Coesia, Syntegon Technology o Duravant presenteranno le innovazioni applicabili ai processi di lavorazione e imballaggio.
Dal padiglione 11 al 14, in un percorso a cerchio, saranno ospitati nomi come Omori Machinery, Mettler-Toledo (padiglione 11), Extend Great International, Rovema and Haver & Boecker (12), KHS, Krones, Aetna Group, Sidel e ProMach (13), e infine Gerhard Schubert Verpackungsmaschinen, Ishida Europe Limited, Loesch-Hastamat e tna Solutions (14). Il padiglione 13, inoltre, sarà al centro di un approfondimento sui processi di imbottigliamento e imballaggio per il settore delle bevande.
In Europa, l’industria dei macchinari per la produzione e la lavorazione dei materiali, ed in particolare delle materie plastiche e della gomma, è in crescita costante, grazie anche ad una sempre maggiore richiesta del mercato mondiale, di cui si prevede un aumento, nel periodo 2021-2026, del 21%. L’Europa è leader nell’export, con una quota del 47%, nonostante l’aumento dei prezzi delle materie prime, principalmente gas e acciaio. (Dati Euromap: associazione europea dei costruttori di macchine per plastica e gomma, si veda https://www.euromap.org/).
Per quanto riguarda la realtà italiana, a conferma della tendenza positiva, nel settore delle industrie costruttrici di macchine utensili, robot e automazione, secondo i dati elaborati da Ucimu (Associazione costruttori italiani macchine utensili, robot e automazione) nel 2022 la produzione ha superato il valore di 7 miliardi di euro, registrando un incremento del 15% rispetto all’anno pre-
cedente: l’export nel mercato interno ha raggiunto quasi 4 miliardi di euro (+27%) e il valore delle esportazioni ha superato i 3 miliardi di euro (+2,5%). Inoltre, secondo i dati elaborati dalle associazioni di categoria Acimac (Associazione costruttori italiani macchine e attrezzature per ceramica), Amaplast (Associazione nazionale costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma) e Ucima (Unione costruttori italiani macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio), il fatturato complessivo delle aziende italiane costruttrici di macchinari per la ceramica, plastica, gomma e imballaggio ha superato nel 2022 i 14 miliardi di euro. SOLIDS Parma sarà l’evento di riferimento per le tecnologie dei granuli, polveri e solidi sfusi in Italia: avrà luogo per la prima volta a Parma, dal 14 al 15 giugno 2023. Organizzata da Easyfairs, già presente e consolidata in Germania, Paesi Bassi, Belgio e Polonia, la fiera farà il suo debutto in Emilia- Romagna,
regione strategica perché sede di oltre trentacinquemila imprese attive nell’industria di processo e, in particolare, a Parma, dove si trova uno dei quartieri fieristici più attivi della Penisola. Esporranno circa 150 costruttori di macchine per la movimentazione, lo stoccaggio, l’analisi e la trasformazione dei materiali a grana fine e grossa, che mostreranno le soluzioni più innovative e anticiperanno le nuove tendenze nei seguenti settori: gomma e plastica, alimentare, agricoltura e mangimi, chimica e farmaceutica, lavorazione dei metalli, minerario, carta e vetro.
SAVE raddoppia gli appuntamenti nel 2023 con l’evento verticale SAVE Bergamo, una giornata di incontri e business dedicata ai temi dell’automazione industriale e di processo, della strumentazione, della sensoristica, delle tecnologie 4.0, del condition monitoring e manutenzione impianti. La presenza dell’aeroporto adiacente alla fiera, l’Innovation District Kilometro Rosso a
pochi passi e la posizione naturalmente contigua a Milano e Brescia a comprendere uno dei distretti industriali allargati più dinamici del nostro Paese (oltre che strategico per il Nord Italia) sono tra i fattori che hanno convinto gli organizzatori a scegliere Bergamo quale migliore spazio per l’evento. A maggior ragione vista la crescita delle varie filiere (dalla metallurgia alla gomma, dalla siderurgia alla plastica, dall’alimentare alla meccanica strumentale e via discorrendo) dei distretti lombardi tra il 2021 e il 2022, con valori di produzione ed export che già alla fine del 2021 avevano superato i valori pre-pandemici.
Lo sviluppo accelerato della integrazione dei beni fisici con le tecnologie digitali continua a interessare e coinvolgere tutte le funzioni aziendali e in particolare gli stabilimenti e le fabbriche, chiamate a conseguire obiettivi non solo di competitività economica e qualitativa, ma
anche di sostenibilità ed efficienza con la conversione e passaggio dalle energie tradizionali alle rinnovabili, dalla salvaguardia ambientale alla valorizzazione del green. In questo contesto cresce anche l’importanza del contributo del 4.0, declinato nelle innovazioni produttive connesse alle tecnologie abilitanti, perché il passaggio determina un salto di qualità rilevante sinergico e integrato. A Bergamo si parlerà di efficientamento e di strumentazione per la transizione energetica (e finanziamenti dal PNRR), di predittiva e di automazione degli impianti, di big data e ruolo della sensoristica: ma la giornata diventa una opportunità di rilievo anche per conoscere le tecnologie abilitanti più importanti, dal digital twin al machine learning, dal condition monitoring al machine to machine, con anche le metodologie per migliorare l’efficienza (tecnica ed economica) delle attività industriali in evidenza grazie ai tanti casi applicativi, best practice, progetti condivisi nelle varie sessioni verticali in programma.
Sigep 2023 ha fornito a CSM Ingredients
il contesto adatto per presentare presso il proprio stand il primo prodotto realizzato in collaborazione con Hi-Food, azienda specializzata nella ricerca, sviluppo e produzione di ingredienti di origine naturale e parte del Gruppo CSM Ingredients da febbraio 2022: Lievifresh H24+, un coadiuvante enzimatico in polvere in grado di prolungare la freschezza dei prodotti lievitati da forno freschi, come brioche e croissant. La fibra di origine vegetale e l’innovativo complesso enzimatico, che caratterizzano
Lievifresh H24+, permettono di trattenere l‘acqua e di conferire al prodotto finito sofficità e prolungata freschezza. In particolare, Lievifresh H24+, che può essere utilizzato in impasti realizzati con tutti i tipi di grassi (vegetali, misti o burro) e per prodotti congelati da lievitare, consente di mantenere freschi i prodotti a temperatura ambiente nell’arco di una giornata e fino a 4 giorni se conservati in sacchetti di plastica per alimenti.
“A differenza di altri coadiuvanti, infatti, Lievifresh H24+ può vantare un’etichetta pulita e quindi la totale assenza di emulsionanti o additivi”, commenta Kai-Alexander Heuberger Chief R&I Officer di CSM.
“Siamo contenti di aver presentato questa novità ad una fiera importante come Sigep, offrendo ai clienti una valida alternativa ai più comuni coadiuvanti, in grado di coniugare innovazione, trasparenza ed etichetta pulita”.
“L’obiettivo del Gruppo CSM Ingredients è quello di trainare l’innovazione alimentare, realizzando ingredienti puliti, nutrizionalmente bilanciati e sostenibili”, ha dichiarato Emanuele Pizzigalli Chief R&I Officer di Hi-Food. In questa direzione, Lievifresh H24+ è la concreta dimostrazione di quanto sia importante costruire una solida rete di aziende in grado di integrare efficacemente le proprie competenze per perseguire una comune ambizione, quella di cambiare il mondo del food. Grazie all‘unione tra l’esperienza di CSM Ingredients nello sviluppo di soluzioni per l’artigiano e la ricerca ad alto tasso di innovazione di HI-Food è stato possibile raggiungere quello che per noi è il primo di tanti traguardi futuri”.
Nel corso della fiera, CSM Ingredients ha inoltre presentato altre importanti novità di prodotto per ciascun brand del gruppo – Waldkorn, Agivega, Braims e Masterline – tra cui il nuovo lucidante a base d’acqua
non zuccherato, senza conservanti, coloranti o aromi, e pronto all’uso: Magic Glaze. Sviluppato da Masterline per offrire una soluzione alternativa in grado di conferire una lucentezza e una doratura ideali, Magic Glaze è realizzato senza grassi idrogenati e senza uova, eliminando così i rischi di contaminazione batteriologica e garantendo sicurezza ai prodotti finali.
Specializzata nella produzione di sciroppi di cereali, Meurens Natural è un’azienda in rapida crescita. A dicembre scorso è stata premiata come “Entreprise de l’Année ® ” 2022, il
riconoscimento più prestigioso per l’economia belga. Il concorso è stato organizzato da Ernst & Young (EY), che ha coinvolto un team di esperti del mondo economico e accademico.
“Meurens Natural è un’azienda al 100% familiare che ha condotto con successo una conversione industriale in Vallonia”, ha dichiarato Bruno Meurens, amministratore delegato. “Pionieri del settore biologico, da oltre 30 anni offriamo prodotti sani e sostenibili. Ricevere questo premio ci incoraggia ad andare ancora oltre”.
Meurens Natural era stata invitata da EY a partecipare al concorso. Bruno e Bénédicte Meurens, amministratori delegati dell’azienda, hanno
intrapreso questa avventura e sono stati selezionati nell’ottobre 2022 tra i 3 finalisti del premio. Il 5 dicembre hanno ricevuto il famoso trofeo dalle mani del vice primo ministro Georges Gilkinet.
Al di là delle cifre, che dimostrano una crescita eccezionale, Meurens
Natural è composta da persone con una lunga esperienza e un knowhow unico nel settore agroalimentare, che oggi viene riconosciuto.
“Io e mio fratello siamo felici di ricevere questo premio e siamo orgogliosi di tutto il team di Meurens
Natural che ha contribuito in questi anni a portare l’azienda al livello in cui si trova oggi”, ha commentato Bénédicte Meurens.
21 impianti fotovoltaici installati, innovazione nella refrigerazione con gli impianti a CO2, riduzione dei consumi della flotta e rivoluzione nella logistica del fresco. Così Bofrost punta a centrare anche in Italia l’obiettivo del gruppo a livello internazionale.
Bofrost aumenta il proprio impegno per la sostenibilità.
L’azienda di San Vito al Tagliamento (PN) – che è la più grande realtà italiana della vendita a domicilio di specialità alimentari surgelate e fresche (1 milione di famiglie clienti, 2.800 tra dipendenti e collaboratori e una sessantina di filiali su tutto il territorio nazionale) – ha numerosi progetti in cantiere per centrare l’obiettivo fissato dal gruppo internazionale Bofrost di cui fa parte: raggiungere la neutralità climatica entro il 2035.
“Da tempo la nostra azienda è impegnata a fare la propria parte nel raggiungimento degli obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile”, dichiara l’amministratore delegato di Bofrost Italia Gianluca Tesolin. “Oggi rilanciamo con un cambio di passo, dettato dall’ineludibilità delle sfide portate dal cambiamento climatico e dalla volontà di portare alla nostra clientela, sempre più consapevole e attenta all’ambiente, prodotti e servizi in cui la qualità è inscindibile dalla sostenibilità”.
La prima area di attenzione di Bofrost è rappresentata, naturalmente, dai consumi energetici, che per un’azienda dedicata alla distribuzione di prodotti surgelati e freschi è la voce più impattante. “Non nascondiamo che per noi il risparmio energetico è una priorità anche economica: la spesa per i consumi elettrici è aumentata del 250% nell’ultimo anno”, sottolinea sempre Tesolin. “Già da tempo Bofrost sta investendo sul fotovoltaico: oggi tra sede e filiali sono installati 21 impianti che producono 1,7 milioni di kWh all’anno, pari al 15% del fabbisogno energetico, con risparmio di 1.105 tonnellate all’anno di anidride carbonica.
L’innovazione più importante riguarda la refrigerazione di magazzini e celle: Bofrost ha deciso di passare dalla tecnologia di refrigerazione basata sui gas fluorati agli impianti a CO2: 1 kg di CO2 equivale a circa 2.140 kg di altro gas e questa novità è in grado di ridurre i consumi di più del 30%. Dopo il polo di San Vito al Tagliamento (15.000 metri tra uffici, magazzini e celle frigorifere dove vengono conservate 7.000 tonnellate di alimenti), che ha vinto il riconoscimento come “Miglior impianto a CO2 integrato in Europa” nel 2019, Bofrost ha installato altri due impianti a CO2 nelle filiali di Montirone (BS) e Pianiga (VE) ed è in procinto di rinnovare anche la filiale di Erba.
Sotto la lente anche i consumi dei veicoli utilizzati per le consegne: oltre a procedere al monitoraggio sistematico
di fattori dove piccole percentuali vogliono dire grandi risparmi (analisi delle percorrenze, stili di guida, manutenzioni), Bofrost Italia sta anche valutando di seguire l’esempio di Bofrost Germania, che intende convertire parte della flotta all’elettrico. “Oltre a questo – prosegue l’amministratore delegato – gioca un ruolo fondamentale il coinvolgimento delle nostre persone, che sono formate per attuare azioni responsabili dal punto di vista dei consumi: dai giusti comportamenti alla guida dei mezzi, alla manutenzione regolare delle celle automezzi e di filiale per ottenere la massima efficienza, fino agli accorgimenti nell’uso di riscaldamento, climatizzatori e luci negli uffici che possono aiutare a minimizzare gli sprechi”.
Riorganizzare la logistica del fresco
Infine Bofrost, che negli ultimi anni ha ampliato notevolmente la gamma dei prodotti conservati fra 0° e 4°C, ha deciso di riorganizzare la logistica del fresco in un’ottica sostenibile, inaugurando il “Progetto HUB” che rivoluziona le procedure di stoccaggio, movimentazione e distribuzione dei prodotti da frigorifero. “Siamo partiti nel 2021 con analisi dati e sviluppo IT, testato su 10 filiali startup ed entrato in fase di roll out a luglio di quest’anno”, spiega Tesolin. “La realizzazione di un sistema di hub e l’utilizzo di procedure avanzate per l’analisi dei dati ci permettono di gestire gli stock con un livello di precisione altissimo, non solo per garantire ai nostri clienti la massima rapidità di consegna e freschezza dei prodotti, ma anche per ottimizzare gli spostamenti e ridurre così i chilometri percorsi dai mezzi”.
In occasione della decima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che si è celebrata il 5 febbraio, Assalzoo (l’Associazione nazionale dei produttori di alimenti zootecnici) si unisce alla battaglia contro ogni forma di spreco mettendo in evidenza come attraverso un sistema virtuoso di efficienza produttiva l’industria mangimistica contribuisca a ridurre in modo considerevole gli sprechi alimentari, favorendo la circolarità economica e la sostenibilità ambientale, grazie al recupero di molti residui delle lavorazioni agro-alimentari dalla produzione alla vendita, fino al consumo.
In base ai dati rilevati dall’associazione emerge come nel corso del 2021 i produttori di mangimi abbiano valorizzato nel ciclo produttivo quasi 5 milioni di tonnellate di co-prodotti ed ex-prodotti dell’industria alimentare non più destinati al consumo umano per motivi commerciali, di cui 3,4 milioni di tonnellate di crusca che residua dalla lavorazione del frumento e circa 800 mila tonnellate di coprodotti e sotto-prodotti che derivano da molte lavorazioni agroalimentari (dello zucchero, degli amidi, della birra, della distillazione degli alcoli, e molti ex prodotti alimentari ritirati dalla distribuzione per motivi commerciali), per un valore stimato di 1,5 miliardi di euro. Prodotti che tornano a nuova vita come “materie prime” per la produzione
di alimenti destinati agli animali, compresi gli animali da compagnia. Materie prime che attraverso l’industria mangimistica vengono reimmesse nello stesso ciclo alimentare da cui derivano per la produzione di carne, uova, latte, pesce e loro derivati, trasformandoli così in risorse ed evitandone lo smaltimento. Occorre preservare questo virtuosismo di cui è protagonista l’industria mangimistica a beneficio di tutto il sistema agro-zootecnico-alimentare e per tale ragione Assalzoo auspica che tutti questi prodotti che risultano idonei all’impiego mangimistico non vengano dirottati verso utilizzi diversi, quale quello energetico, che vanificherebbero lo sforzo di circolarità fin qui intrapreso. Assalzoo sostiene che la gerarchia Food-Feed-Fuel – secondo cui i co-prodotti e gli ex-prodotti alimentari che ne hanno le caratteristiche devono essere impiegati e valorizzati in primo luogo dalle industrie alimentari o mangimistiche, e solo quando ciò non fosse possibile, solo in via secondaria, alla produzione di energia – non venga messa in pericolo da un sistema di incentivi che premiano l’utilizzo di questi prodotti a fini energetici, discriminando il settore alimentare e provocando una grave perdita di risorse necessarie a garantire la sicurezza alimentare del nostro Paese, già alle prese con una forte carenza di approvvigionamenti di materie prime agricole di cui l’Italia è fortemente deficitaria.
Andion Global, protagonista internazionale nella realizzazione di piattaforme di conversione di vari rifiuti organici in energia rinnovabile ha nominato Luca Belli alla carica di amministratore delegato per l’Europa, nella sede di Andion Italy a Milano.
“La consolidata esperienza di Luca Belli nel settore del biogas sarà per Andion una risorsa straordinaria in questo momento della nostra espansione”, ha dichiarato Phillip Abrary, CEO di Andion Global.
Prima di entrare in Andion Global, Belli è stato direttore
operativo di Suez Italy. Nel corso di questa sua esperienza, ha ricoperto il ruolo di direttore operativo. Inoltre, si è occupato della piattaforma di esecuzione dei contratti della divisione SES (Smart Environmental Solutions) e delle performance operative di Suez Italy nonché dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile per Suez in Italia. Belli ha maturato una vasta esperienza nel settore del trattamento rifiuti e del biogas sia in Italia che in Europa. In particolare, dal 2010 al 2017, ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato pres-
so Anaergia Europe Gmbh e Anaergia Srl.
“L’esigenza di ridurre le emissioni di anidride carbonica a livello globale è sempre più pressante, il che coincide appieno con la strategia di crescita di Andion nel settore del biogas, mirata a sviluppare impianti di digestione anaerobica per la produzione di energia pulita. Intendo contribuire a fare di Andion uno dei principali sviluppatori di energia rinnovabile in Italia e negli altri Paesi in cui l’azienda è presente”, ha dichiarato Belli.
Secondo il progetto LESS il settore può ridurre le emissioni in atmosfera di gas serra ed ammoniaca e di nitrati nelle acque attraverso tecniche mature e con investimenti contenuti.
Alla luce dei risultati ottenuti con il progetto “Low Emission Farming”, che si è concluso dopo due anni di attività, strategie mirate negli allevamenti e specifiche strategie alimentari possono migliorare l’impatto ambientale nel settore agricolo.
Il progetto è cofinanziato dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) nell’ambito dell’Operazione 1.2.01 “Progetti dimo -
strativi e azioni di informazione” del Programma di Sviluppo Rurale 20142020 della Regione Lombardia, coordinato da Promocoop Lombardia (società di servizio di Confcooperative Lombardia), che ha visto coinvolta la Fondazione CRPA Studi Ricerche di Reggio Emilia come partner e si è avvalso della collaborazione di Comazoo, cooperativa leader nel settore della mangimistica italiana, dell’azienda Canobbio Farm e dell’azienda agricola Barozzi.
“Il progetto Less ha dimostrato come la zootecnia lombarda può raggiungere obiettivi di compatibilità ambientale in termini di riduzione delle emissioni in atmosfera di gas serra ed ammoniaca
e di nitrati nelle acque attraverso tecniche mature, alla portata di tutti e con investimenti molto modesti. La professionalità degli allevatori viene premiata anche quando applicata all’ambiente, senza che vi siano perdite produttive o penalizzazioni a carico della qualità di carne e latte”, commentano i diversi partner coinvolti nel progetto. Entrando nei dettagli, obiettivo del progetto è stata la diffusione dell’informazione e dell’innovazione disponibili riguardo la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra (GHG) e di ammoniaca provenienti dal settore agricolo lombardo, con particolare riferimento all’allevamento delle bovine da latte e dei suini. Grazie al progetto, si è riusciti a verificare e confermare, attraverso simulazioni, l’efficacia derivante dall’applicazione di strategie di mitigazioni nell’allevamento di bovine da latte nel ridurre l’impronta carbonica del latte. E si è dimostrato che opportune strategie alimentari, orientate a ridurre il contenuto di proteina grezza e soprattutto a migliorare l’efficienza d’uso dell’azoto della razione, sono in grado di ridurre l’escrezione azotata dell’allevamento suinicolo.
Gli allevamenti di bovine da latte I risultati hanno messo in evidenza che interventi realmente alla portata dell’azienda con minimo investimento in servizi e mezzi tecnici, riguardanti solo l’alimentazione e la fertilizzazione, sono in grado di ridurre del 27% le emissioni di gas a effetto serra legate alla produzione di latte.
Come si è arrivati a questo dato? L’impronta carbonica del latte bovino alla stalla è stata calcolata e quindi rivalutata sulla base di una simulazione che ha preso in considerazione una serie di strategie di mitigazione applicate
nel processo che va dalla produzione dei foraggi sino a quella del latte. Nel dettaglio: l’adozione della semina su sodo per tutta la superficie foraggera (il mais da insilato in secondo raccolto); la migliore gestione ed efficienza ai fini fertilizzanti degli effluenti zootecnici (minore uso di concimi di sintesi); l’aumento nella razione ENL e Proteina prodotte in azienda e/o nel circuito cooperativo (uso di soia nazionale e di granelle autoprodotte).
Negli allevamenti suini il progetto ha fatto emergere che, adottando opportune strategie alimentari, a parità di produttività e qualità delle carni, è possibile raggiungere una resa di azoto dietetico del 30%, che si riflette in una riduzione della superficie necessaria allo spandimento dei reflui, in ottemperanza alla normativa di applicazione della Direttiva Nitrati. Per l’allevamento suinicolo si è puntato sulla riduzione delle escrezioni azotate alla fonte come elemento di contenimento del rischio di inquinamento da nitrati per le acque e le emissioni in atmosfera di ammoniaca. Presso l’allevamento che ha collaborato al progetto, sono stati svolti due cicli di allevamento da ingrasso del suino pesante utilizzando diete ad alta efficienza azotata: una alimentazione per fasi che ha impiegato 3 mangimi al 14, 13 e 12% di proteina grezza, rispettando il livello minimo previsto dal disciplinare di produzione per la materia prima del Prosciutto di Parma. La razione è stata integrata con 6 amminoacidi di sintesi (lisina, metionina e cisteina, valina, treonina, triptofano) utilizzando i valori suggeriti dalla letteratura scientifica e forniti da ricerche svolte in precedenza dal gruppo di lavoro di LESS.
Sostituire i fertilizzanti chimici con microrganismi e batteri in grado di favorire la crescita delle piante anche nei periodi di stress idrico, migliorando le funzioni del suolo e la produzione agricola. È il risultato del progetto Ortumannu, condotto da Enea, Università degli Studi di Cagliari, CRS4 e Mutah University (Giordania) che, grazie all’utilizzo integrato di risorse naturali, biotecnologie e strumenti di caratterizzazione, monitoraggio e modellazione all’avanguardia, punta a contrastare l’impoverimento dei suoli e a promuovere una produzione agricola d’alta qualità, riducendo l’utilizzo di fertilizzanti, pesticidi e acqua. Nell’ambito del progetto, il team di ricercatori dell’Enea è stato impegnato nella caratterizzazione microbiologica del suolo presso una stazione agronomica della regione di Al-Ghweir in Giordania, contraddistinta da suoli improduttivi e scarsità di risorse naturali e acqua. In seguito, utilizzando il sequenziamento del gene 16S rDNA, il team ha isolato e identificato dal suolo 40 ceppi di batteri che sono stati testati per la capacità di promuovere la cresci-
UN
ta delle piante, fissare l’azoto, mobilizzare il fosforo, solubilizzare il potassio e produrre siderofori, cioè sostanze organiche in grado di influenzare l’accrescimento delle piante.
I ceppi con le migliori caratteristiche sono stati selezionati per creare la formula microbica più efficace da applicare in un campo sperimentale della Mutah University coltivato a sorgo, una specie vegetale della famiglia delle graminacee.
Rispetto all’uso di fertilizzanti chimici come il fosfato biammonico (DAP), la sperimentazione in campo ha dimostrato l’efficacia della formula microbica nel sostenere la crescita durante la fase di produzione di fusti secondari del sorgo (accestimento). Inoltre, è stato rilevato che in condizioni di stress idrico le piante inoculate con il biofertilizzante sono sopravvissute in buone condizioni fisiologiche, a differenza delle piante concimate con fertilizzante chimico.
“Ad oggi abbiamo dimostrato che la fertilizzazione con una formula microbica sito-specifica, naturale ed endemica può sostituire quella chimica e
andare a migliorare le pratiche agricole spesso basate sull’uso intensivo di fertilizzanti e sullo sfruttamento eccessivo delle risorse idriche, causando l’impoverimento dei suoli”, sottolinea la ricercatrice Enea Chiara Alisi del Laboratorio di Osservazioni e misure per l’ambiente e il clima e referente del progetto per l’Agenzia. “Per questo motivo – conclude – auspichiamo un impatto positivo sulle comunità locali che abbiamo già coinvolto nella ricerca, ma ci impegneremo anche per un rapido processo di trasferimento dei risultati al settore agroindustriale”.
Agritech è il Centro Nazionale per lo sviluppo delle nuove tecnologie in agricoltura, un progetto basato sull’utilizzo delle tecnologie abilitanti per lo sviluppo sostenibile delle produzioni agroalimentari, con l’obiettivo di favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici, la riduzione dell’impatto ambientale nell’agrifood, lo sviluppo delle aree marginali, la sicurezza, la tracciabilità e la tipicità delle filiere. Coinvolge 28 università, 5 centri di ricerca e 18 imprese distribuite su tutto il territorio nazionale e rappresentative delle eccellenze italiane nel settore agrifood. Un progetto che vale circa 350 milioni di euro di cui 320 milioni a carico del Pnrr: un finanziamento senza precedenti per la ricerca in agrifood.
Il Centro nasce con l’ambizione di combinare le migliori competenze scientifiche per rendere l’industria agroalimentare italiana più competitiva e sostenibile, e fornire una risposta concreta ai
bisogni di crescita di un settore chiave per l’economia: questo sarà realizzato collegando infrastrutture di ricerca in agricoltura disponibili a livello nazionale, utilizzando le tecnologie abilitanti per migliorare produttività e sostenibilità, oltre che per promuovere transizione ecologica e digitale, collaborando con le imprese per aumentare la resilienza e la competitività economica nel settore agroalimentare e formando la prossima generazione di studiosi nel settore, garantendo il capitale umano e le competenze necessarie per affrontare le sfide future. Cinque gli obiettivi principali che il Centro intende perseguire mediante l’applicazione di tecnologie per l’agricoltura: resilienza, basso impatto, circolarità, recupero e tracciabilità. Ente promotore e responsabile dell’HUB nazionale è l’Università Federico II di Napoli, la sede prescelta è l’ex comprensorio della Manifattura Tabacchi.
Secondo i preconsuntivi di MECS - Centro Studi Ucima, il settore delle macchine per il packaging chiude il 2022 intorno agli 8 miliardi, perdendo il 3% rispetto al record del 2021. Aumentano gli ordini, con buone prospettive per l’anno in corso.
Resta in quota 8 miliardi il fatturato totale dei costruttori italiani di macchine per packaging: nel 2022, secondo i dati preconsuntivi di MECS-Centro Studi di Ucima (Unione costruttori italiani macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio). Il fatturato complessivo del settore si attesta a 7 miliardi e 986 milioni di euro, in calo del 3% rispetto al risultato registrato nel 2021. Un dato che si attesta di poco sopra il risultato del 2020 (anno della pandemia) e di poco sotto quello del 2019.
Nel dettaglio, il mercato dei costruttori italiani di macchine per il packaging è aumentato dell’1,3% in Italia, per un valore assoluto di 1 miliardo e 800 milioni di euro (+ 1% rispetto al 2021). L’export, che come al solito rappresenta la linfa vitale del settore, ha contribuito complessivamente per 6 miliardi e 186 milioni di euro, perdendo il 4,3% rispetto all’esercizio precedente.
I numeri vanno inquadrati nel contesto geopolitico degli
ultimi 12 mesi, con i ritardi di consegna della componentistica che hanno gravato sulle aziende italiane per tutto l’anno (e con avvisaglie concrete già a partire dall’estate 2021), col risultato di avere macchine ordinate, ma non consegnabili per la difficoltà nel completarle. Inoltre, hanno pesato il rincaro dei costi delle materie prime e dell’energia, oltre agli incrementi dei trasporti. Infine lo scoppio, a febbraio, del conflitto tra Russia e Ucraina ha rappresentato un ulteriore motivo di criticità.
A completare la fotografia della situazione del settore è il dato riguardante i mesi di produzione garantita per il 2023 già a dicembre scorso: 7,5. A significare che il settore è in salute, nonostante i tanti motivi frenanti che hanno contraddistinto la fase di ripartenza post pandemia.
“Lo scenario che denunciavamo un anno fa – dichiara Riccardo Cavanna, presidente di Ucima - si è purtroppo verificato: continuiamo a ricevere ordini da tutto il mondo,
ma i ritmi di consegna hanno subito un brusco rallentamento per il ben noto problema della mancanza di componenti”.
“Abbiamo aree geografiche in via di sviluppo sempre più interessate alle nostre tecnologie e abbiamo bisogno di ritrovare le performance di prima per dare risposte rapide. Mi auguro che le decisioni comunitarie sull’energia diano presto respiro all’intero tessuto imprenditoriale italiano, e mi auguro anche che venga fatto di più, a livello nazionale, per continuare a sostenere gli investimenti di Industria 4.0”. Inevitabile anche un riferimento al nuovo regolamento degli imballaggi voluto dall’Unione europea, che privilegia il riuso a scapito del riciclo: “Il nuovo regolamento non ci convince, ma noi ci siamo”, prosegue Cavanna. “Abbiamo sviluppato le tecnologie per il riciclo completo degli imballaggi e abbiamo avuto sempre un ruolo da protagonisti nel portare la filiera a raggiungere importanti risultati in termini di circular economy, contribuendo a sviluppare quell’Italian way to circular economy che è uno dei vanti del nostro Paese. Ora siamo pronti a spingere anche sul fronte riuso, come un leader tecnologico mondiale quale siamo deve fare”.
“Siamo pronti a tutto, senza retaggi ideologici, ma affrontando il tema ambientale con serietà e concretezza, a partire dall’analisi della LCA di tutti i materiali e di tutti i cicli di vita, nella consapevolezza che solo un’analisi scientifica e ragionata ci possa condurre al reale miglioramento dello stato di salute del pianeta”.
Attraverso la voce del presidente di Ucima Riccardo Cavanna, le tre associazioni Acimac (Associazione
Costruttori Italiani Macchine e Attrezzature per Ceramica), Amaplast (Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per
Riccardo Cavanna, presidente di Ucima: “Bisogna affrontare il tema ambientale con serietà e concretezza, a partire dall’analisi della LCA dei materiali e dei cicli di vita, nella consapevolezza che solo un’analisi scientifica e ragionata ci possa condurre al miglioramento della salute del pianeta”
Materie Plastiche e Gomma) e la stessa Ucima hanno partecipato nel mese di febbraio all’audizione
“Indagine conoscitiva sul Made in Italy: valorizzazione e sviluppo dell’impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi” alla X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo presso la Camera dei Deputati.
Si tratta della prima volta che le tre associazioni, che rappresentano tre settori italiani leader al mondo con una quota media di export pari al 75,8% e un saldo commerciale all’attivo 9,9 miliardi di euro, hanno la possibilità di presentare direttamente al Governo le criticità che stanno vivendo le filiere di cui sono portavoce e le possibili soluzioni nel medio-lungo termine.
Focus, dunque, su Industria 4.0, che “dopo il boost degli ultimi anni –spiegano le tre associazioni di categoria – necessiterebbe di un programma di medio-lungo periodo per continuare a supportare la transizione digitale delle aziende clienti, anche in un’ottica di sostenibilità ambientale.
Gli attuali rinnovi su base annuale dei finanziamenti in materia non consentono infatti una programmazione degli investimenti pluriennali necessari per sostenere lo sviluppo in questa direzione”.
Un altro tema toccato è quello dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo di competenze “poiché è necessario sostenere i piani di investimento delle imprese. Un cambiamento che preveda innovazione e transizione digitale come parte integrante del progresso. Per questo le aziende necessitano di un supporto finanziario, migliorando l’accesso al credito, ma anche di investimenti in programmi di formazione dedicati a formare figure specializzate”.
In Italia il numero di diplomati negli istituti tecnici e negli ITS così come quello dei laureati in materie scientifiche (in primis, ingegneri) “è totalmente insufficiente a soddisfare le richieste provenienti dal mondo delle imprese”.
“Per colmare il gap fra domanda ed offerta – sostengono Acimac, Amaplast e Ucima – occorreranno anni in cui l’obiettivo dev’essere intraprendere politiche attive (sfruttando anche i fondi del PNRR) volte a potenziare le strutture oggi esistenti e ad avvicinare i giovani agli istituti tecnici”.
I tre settori rappresentati contano 1.170 aziende che occupano 57.500 addetti e generano un fatturato di 14,2 miliardi di euro, pari al 38,8% del settore dei beni strumentali italiani: uno dei comparti italiani maggiormente riconosciuto nel mondo per la qualità e l’innovazione tecnologica che è in grado di esprimere.
La macchina AOD ULTRA di Altopack realizza una confezione elegante e semplice che può essere esposta come un astuccio anche di costa sullo scaffale.
Una confezione innovativa per la pasta lunga a doppio fondo quadro è stata realizzata grazie all’impiego del modello automatico di confezionamento AOD ULTRA di Altopack: la macchina orizzontale si propone come una tecnologia di riferimento per il confezionamento di pasta lunga grazie a semplicità, prestazioni, risultato estetico finale e sostenibilità.
La confezione realizzata dalla macchina AOD ULTRA si presenta con una forma elegante e pulita che le consente di essere esposta come un astuccio anche di costa sullo scaffale. Questo tipo di disposizione del pacchetto offre una maggior visibilità della confezione ed essendo stampato su tutti i lati della stessa rende più visibile il nome del prodotto, il logo del brand e i valori nutrizionali. La confezione presenta saldature molto poco visibili e molto precise, caratteristiche che derivano dai processi per il confezionamento coperti dal brevetto. Lo specifico processo di saldatura avviene tramite ultrasuoni ed è tecnologicamente molto avanzato. Il processo brevettato da Altopack garantisce l’assenza di frammenti all’interno della saldatura trasversale (Zero Fragment) ed una chiusura totalmente ermetica.
La tecnologia sviluppata da Altopack consente l’impiego di una minore quantità di film per confezione aumentando quindi il numero delle confezioni. Un dato di rilevanza notevole è che le pinze ad ultrasuoni consentono un risparmio di energia pari al 75% rispetto alle soluzioni più tradizionali consentendo una completa eliminazione degli sfridi del materiale di incarto. Queste caratteristiche portano ad una riduzione evidente dei costi di produzione e ad un risparmio di materiale ed energia garantendo una maggiore sostenibilità ambientale.
L’innovazione tecnologica di Altopack è notevole anche per questo: è stato calcolato che l’impiego della macchina confeziona trice AOD ULTRA evita il rilascio nell’am biente di circa 100 tonnellate di CO Questi importanti vantaggi sulla nuova confezione per pasta brevettata da Altopack hanno portato l’azienda leader nel settore fra i finalisti del “Best Packaging” agli Oscar dell’Imballaggio 2020.
L’applicazione in Panzani e la diffusione extra europea Tra le aziende che impiegano questa specifica soluzione per il confezionamento del proprio prodotto nominiamo il Pastificio Panzani: una realtà con sede a Nanterre (Francia) specializzata nel confezionamento di pasta settore in cui è leader sul mercato francese e nelle prime posizioni in Europa. Panzani ha un rapporto di partnership di lunga data con Altopack: utilizza da decenni diversi impianti del costruttore italiano impiegando con soddisfazione questa specifica soluzione per pasta lunga dal 2019. L’interesse suscitato dal pacchetto vincitore “made by Altopack” si spinge oltre i confini europei: macchine AOD ULTRA per lo sviluppo di confezioni innovative sono infatti già in uso presso gli stabilimenti di mol-
ti clienti in Algeria ed in Iran ed è ragionevole prevederne una diffusione sempre maggiore in quei mercati che sono interessati non soltanto alla qualità della confezione, ma anche al risparmio energetico ed alla riduzione dell’impatto sull’ambiente.
Un player di riferimento per il packaging in astuccio Altopack è stata fondata nel 1999 ad Altopascio (Lucca) e in poco più di vent’anni è diventata un importante player nel settore food, affermandosi nelle soluzioni per il confezionamento di pasta.
Nel 2018 l’azienda ha aperto un’unità locale nel cuore della packaging valley a Borgo Panigale (Bologna) e nel 2019 ha acquisito Gammapack, storico brand romagnolo, estendendo così la propria offerta all’ambito del confezionamento in astuccio. Nel 2021 il gruppo si è ampliato con il lancio di Cyborg Line, il team dedicato allo sviluppo di robot umanoidi, collaborativi e interconnessi con applicazioni nel settore del packaging. Oggi, l’azienda conta su un fatturato superiore a 20 milioni di euro, 40 marchi e brevetti internazionali, oltre 40 collaboratori, circa 2400 macchine installate nel mondo a 150 clienti distribuiti su 50 paesi.
Sigep 2023 ha dato a Tetra Pak, azienda europea di riferimento nelle tecnologie per l’industria alimentare, l’opportunità di presentare le sue ultime innovazioni dedicate alla produzione del gelato. La gamma completa per il settore include macchine e linee per la preparazione della miscela e produzione gelato in continuo, linee a ciclo continuo per la produzione e confezionamento di gelati estrusi come gelati premium ricoperti con stecco, sandwich e barrette, in stampo come ghiaccioli e ricoperti, e gelato dosato in contenitori, come coni, coppette, vaschette formato famiglia e torte gelato. Allo stand allestito all’evento di Rimini a gennaio, abbiamo chiesto a Marco Zandermann di illustrarci alcune fra le più importanti novità in mostra. Zandermann, che oggi è Processing Key Account Manager - Ice Cream Category, conosce in profondità le tecnologie e la filosofia produttiva di Tetra Pak, dove ha ricoperto per circa 30 anni diversi ruoli operativi.
Marco Zandermann, su quali innovazioni ha puntato Tetra Pak in questa edizione di Sigep?
“Abbiamo presentato Ice Cream Robot Filler M1, un’avanzata unità semiautomatica per il riempimento delle vaschette su scala artigianale. Si tratta in realtà di un cobot, un robot cooperativo privo di protezioni fisiche, che consente un totale e comodo accesso alle vaschette e al prodotto riempito, bloccandosi automaticamente nel caso in cui l’operatore si avvicinasse troppo al braccio robotico. Il cobot solleva l’addetto dalle operazioni sotto freezer continuo e di sollevamento carichi, attività che sono per altro sottoposte a normative sempre più stringenti”.
A livello di processo produttivo quali vantaggi offre questa soluzione robotica?
“Ciò che la differenzia sul mercato è la disponibilità di ricette pre-caricate con un’ampia varietà di decorazioni già impo-
A Sigep 2023, Tetra Pak ha presentato un robot cooperativo per il riempimento di vaschette e una tecnologia per il dosaggio a ciclo continuo di pezzi di frutta e altri ingredienti.
Ice Cream Robot Filler M1 di Tetra Pak è il primo robot collaborativo progettato specificamente per automatizzare il riempimento manuale di gelato su piccola scala. Offre una grande flessibilità nel riempimento e nella decorazione di un’ampia gamma di gelati. L’automazione avanzata garantisce la sicurezza dell’operatore e un’eccellente facilità d’uso. Il braccio robotizzato si muove su piani laterali e orizzontali per fornire un modello di riempimento e una finitura precisi e ripetibili. Sono disponibili più ugelli di riempimento per realizzare finiture e decorazioni diverse, supportando dimensioni di farcitura fino a 10 o 16 mm, per esempio gli ugelli lisci ideali per torte o vaschette di grandi dimensioni che non necessitano di decorazione. Mentre gli ugelli inferiori seghettati consentono il riempimento e la decorazione, con o senza coestrusione con salse.
state che occorre solo selezionare attraverso il pannello operatore, aumentando così la velocità e la flessibilità delle operazioni. I dosatori sono tutti lavabili con sistema CIP (Cleaning in place). L’unità è in grado di riempire fino a 900 vaschette/ora da un litro, 750/ora da 2 litri e 600/ora da 5 litri. In quest’ultimo caso vengono così confezionati 3.000 litri in un’ora, una produttività impressionante. La tecnologia permette in questo modo all’operatore di sgravarsi dai lavori fisicamente più usuranti e al contempo di favorire un flusso produttivo ripetitivo e uniforme”.
Quali altre novità avete portato in fiera?
“Un’innovazione dirompente che abbiamo mostrato ai visitatori è l’Ingredient Doser, che ha la funzione di addizionare le inclusioni al gelato, una volta terminata la mantecazione. Il punto di forza della nuova soluzione è la possibilità di creare una doppia inclusione, assecondando la domanda crescente del mercato per l’aggiunta di due ingredienti o pezzi di frutta diversi. Finora il produttore, per adeguarsi, pre-miscelava gli ingredienti, dando luogo però a un processo meno controllabile, per i possibili com-
L’Ingredient Doser è stato sviluppato da Tetra Pak per il dosaggio a ciclo continuo di pezzi di frutta, frutta a guscio, cioccolato, caramelle e altri ingredienti, anche quelli appiccicosi come marmellata, di biscotti e prodotti simili, all’interno del gelato. Grazie all’automazione intelligente, gli Ingredient Doser garantiscono grande controllo e precisione. È così possibile ottenere una qualità del prodotto più uniforme, con meno sprechi e costi ridotti.
Il nuovo design garantisce un trattamento delicato, consentendo l’uso di ingredienti fragili e una distribuzione omogenea degli ingredienti appiccicosi, impedendo al contempo la formazione di grumi e garantendo una qualità omogenea.
L’Ingredient Doser gestisce un’ampia gamma di capacità, consentendo portate di prodotto da 10 a 1.200 litri/ora; le unità sono disponibili sia in versione automatica che manuale.
Ingredient Doser 3000
portamenti diversi dei due elementi durante la lavorazione. Altrimenti doveva predisporre dei dosatori ausiliari attorno alla macchina primaria, con la controindicazione di occupare molto spazio. L’Ingredient Doser risolve questi problemi grazie a una doppia tramoggia, una per l’ingrediente primario e una per il secondario, con due distinte coclee di dosaggio. Il dosaggio viene controllato in modo estremamente accurato, con l’impostazione a pannello di precise percentuali. La macchina inoltre è molto compatta e può essere facilmente spostata quando vengono lavorati gelati o altri prodotti che non richiedono inclusioni”.
Oggi più che mai igiene e sicurezza sono fra le priorità dell’industria alimentare… “L’igiene e la facilità di pulizia sono un altro tassello fondamentale delle nostre macchine, oltre che una caratteristica che ci è ampiamente riconosciuta dagli utilizzatori. Sia la macchina primaria, sia il freezer continuo, sia l’Ingredient Doser sono certificati 3A. Il dosatore di ingredienti viene pulito automaticamente in linea nei punti di circolazione del gelato; solo le tramogge vengono lavate manualmente, ma sono facilmente smontabili senza l’uso di utensili. L’intervento umano nella fase di pulizia è davvero minimo, con il conseguente abbattimento dei rischi di contaminazione”.
Non resta che parlare di un altro dei must attuali: la sostenibilità.
“Le nostre macchine sono equipaggiate con motori di ultima generazione e a basso consumo. Al tema dell’efficienza energetica, che oggi s’impone alla massima attenzione del mercato, ci dedichiamo del resto da molti anni. Inoltre, le nostre tecnologie sono progettate per utilizzare il meno possibile fra acqua e agenti chimici. Contribuiscono a questo impegno ecocompatibile la stessa eccezionale precisione del dosaggio e la ripetibilità del processo, perché si traducono in minori scarti e consumi”.
Azienda di riferimento internazionale nello sviluppo e commercializzazione di sistemi e soluzioni di sicurezza dedicati all’industria, Schmersal presenta sul mercato la serie H, una famiglia di dispositivi di comando e segnalazione progettata per soddisfare i requisiti di hygienic design.
Presentata in anteprima alla scorsa SPS di Norimberga, la serie H comprende ben 147 dispositivi diversi, tra cui 26 pulsanti a fungo per l’arresto di emergenza, 24 selettori a due o tre posizioni e quattro potenziometri rotativi con interruttore.
Con la serie H, Schmersal ha sviluppato una famiglia di dispositivi che abbina alle funzionalità di safety le migliori caratteristiche tecniche per ottemperare alle severe norme regolatorie a cui devono fare riferimento i costruttori di macchine per il food & beverage.
La serie H soddisfa i requisiti della norma DIN EN ISO 14159 (“Sicurezza del macchinario - Requisiti relativi all’igiene per la progettazione del macchinario”) e della nuova versione della norma EN 1672-2 (“Macchine per l’industria alimentare - Concetti di base - Parte 2: Requisiti di
igiene”), in cui sono normate in maniera puntuale le specifiche tecniche relative agli elementi di comando di cui devono essere dotate le interfacce uomo-macchina (HMI) in ambito alimentare. E non solo. Si è infatti tenuto conto anche del Regolamento 10/2011/UE, che concerne le caratteristiche dei materiali e degli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari.
La serie H si caratterizza per l’assenza di parti sporgenti e la presenza di raccordi senza fughe tra gli elementi di tenuta e le superfici. Gli elementi di comando risultano estremamente facili da pulire e, grazie all’alto grado di tenuta (IP 69), sono in grado di resistere ai lavaggi effettuati con detergenti aggressivi e getti ad alta pressione di idropulitrici.
La serie H aggiorna e sostituisce il programma N, la nota famiglia di dispositivi di comando e segnalazione di Schmersal che da anni trova un vasto impiego in tutto il mondo a bordo degli HMI delle macchine utilizzate nel settore alimentare.
Nella nuova gamma sono disponibili diversi tipi di interruttori – tra cui pulsanti,
Omron Corporation e Kirin Brewery Company, Limited hanno annunciato la sottoscrizione di un accordo di acquisto titoli relativo all’investimento di Omron in Kirin Techno-System Company (KTS), Limited finalizzato alla fornitura di bevande sicure. La quota azionaria di Omron sarà del 60% e quella di Kirin Brewery del 40%.
Recentemente, con l’aumento dell’interesse dei consumatori per la sicurezza di alimenti e bevande, controlli e ispezioni di qualità avanzati sono sempre più richiesti per garantire la qualità di alimenti e bevande presso il sito di produzione.
Tuttavia, con il rapido aumento della carenza di manodopera nel settore manifatturiero, l’automazione dei processi manuali è diventata un problema gestionale. Inoltre, la riduzione degli sprechi dovuti a difetti qualitativi è fondamentale anche dal punto di vista della salvaguardia ambientale globale, riducendo l’uso della plastica.
Una maggiore precisione ispettiva, l’automazione e la riduzione dei prodotti difettosi sono esigenze impellenti per garantire la sicurezza di alimenti e bevande e salvaguardare l’ambiente globale, abbattendo l’uso della plastica e dell’energia
segnalatori luminosi, selettori, interruttori principali e dispositivi per l’arresto di emergenza – che consentono di far fronte pressoché a tutte le esigenze applicative che i costruttori di macchine si trovano normalmente ad affrontare. Un plus della serie H è la modularità. I portacontatti a scatto e la possibilità di combinare tra loro i contatti, anche in modalità sovrapposta, semplificano e velocizzano il montaggio. La flessibilità è dunque elevata e offre anche il pre-cablaggio.
Con la nuova serie H di Schmersal, i costruttori di macchine per l’industria alimentare potranno avvalersi a richiesta anche della marcatura laser individuale, ad esempio per personalizzazioni mediante scritte e/o loghi.
impiegata in fase di produzione. Con l’investimento in KTS realizzato da Omron, le due aziende svilupperanno congiuntamente soluzioni “Manufacturing DX (trasformazione digitale)” attraverso i dati delle ispezioni, contribuendo allo sviluppo del settore Food & Beverage. Insieme, le aziende creeranno nuovo valore e soluzioni combinando la tecnologia di controllo avanzata di Omron con gli strumenti di ispezione di KTS. In particolare, identificando le cause dei difetti dai dati di ispezione e adottando le dovute contromisure, entrambe le aziende puntano a ottenere siti di produzione che non generino alcun difetto nel corso del processo.
CT Meca propone una vasta gamma di accessori per la realizzazione di sistemi di movimentazione e convogliamento: profilati in alluminio e accessori (elementi di montaggio...); sfere portanti per tutti i tipi di carichi, disponibili in diversi materiali per ottimizzare l’utilizzo finale del prodotto (acciaio, inox o plastica); rulli liberi e ruote omnidirezionali per i sistemi
di movimentazione a gravità; catene a tapparella in acetale o inox e accessori; supporti con cuscinetti; piedi e rotelle per ogni tipo di carico. Questi accessori sono utilizzabili in diversi settori di applicazione tra i quali quello agroalimentare. Per la manutenzione dei macchinari la maggior parte di questi componenti è in pronta consegna. Tutti i prodotti sono di-
sponibili in formato 3D sulla libreria on line sul sito http:// www.ctmeca.com/ e possono essere scaricati gratuitamen -
Le valvole proporzionali di controllo del flusso ASCO TM Serie 209 di Emerson offrono elevati standard di precisione, pressione nominale, caratteristiche di flusso ed efficienza energetica disponibili in un’architettura compatta e appositamente progettata. Grazie a questa combinazione di dimensioni e prestazioni, le valvole della Serie 209 consentono agli utenti di regolare con precisione la portata dei fluidi in un’ampia gamma di dispositivi che richiedono prestazioni elevate, come quelli utilizzati in diversi settori industriali, tra cui l’alimentare.
Precisione, tempi di risposta e ripetibilità sono fondamentali nelle applicazioni di controllo della portata ad alta precisione, come nel caso del flusso di vapore nelle macchine per il caffè e della portata di acqua nei sistemi di raffreddamento. Le valvole della serie 209 hanno bassa isteresi (minore o uguale al 5%), eccellente ripetibilità (minore o uguale all’1%) ed elevata sensibilità (minore o uguale allo 0,2%) che contribuiscono a migliorarne la precisione.
“Le valvole proporzionali sono componenti chiave che possono influire in modo significativo sulle prestazioni
e sull’efficienza delle apparecchiature”, ha dichiarato Shivam Chauhan, responsabile commerciale del marketing di prodotto per Europa, Medio Oriente e Africa presso il business Discrete Automation di Emerson.
“Abbiamo progettato le valvole ASCO Serie 209 per offrire il massimo livello di prestazioni in un ingombro ridotto, garantendo ai nostri clienti la flessibilità e la sicurezza necessarie per progettare prodotti che promuovano l’innovazione e la sostenibilità e riducano i costi migliorando al contempo la vita delle persone”.
Il basso consumo energetico e i tempi rapidi di risposta (inferiore o uguale a 15 millisecondi) della Serie 209 prolungano la durata della carica nei dispositivi alimentati da batterie e ottimizzano le prestazioni e l’efficienza del sistema. Un design interno migliorato impedisce il contatto metallo su metallo che causa i clic, consentendo alle valvole di funzionare a livelli di rumorosità estremamente bassi.
Le valvole della Serie 209 sono conformi alle certificazioni globali, tra cui Underwriters’ Laboratories (UL), United Kingdom Conformity Evalued (UKCA) e European Conformity (CE)
te in un formato a scelta. Le schede tecniche e tutte le informazioni commerciali sono anch’esse disponibili sul sito.
e includono una serie di opzioni che consentono di adattare le valvole ad applicazioni specifiche. Una vasta selezione di elastomeri garantisce la compatibilità con vari materiali, come gli elastomeri privi di silicone in grado di resistere all’alcol e allo zolfo in applicazioni impegnative come verniciatura e rivestimento in polvere epossidica, nonché gli elastomeri approvati dalla Food and Drug Association (FDA) degli Stati Uniti per applicazioni nel settore alimentare. Per ulteriori informazioni sulle valvole proporzionali di controllo del flusso
ASCO Serie 209 di Emerson, si può visitare il sito web www.Emerson. com/Proportional.
Con opportuni semplici accorgimenti tecnici, l’utilizzo degli O-Ring incapsulati è possibile in sostituzione dei comuni O-Ring in elastomeri o gomme tradizionali. La gamma di Fluortecno si caratterizza per i materiali di alta qualità.
Le superfici delle sedi degli O-Ring per tenuta statica devono essere pulite e lavorate con un livello di finitura adeguato, al fine di aumentare la durata degli O-Ring stessi. Le sedi di alloggiamento devono essere adeguatamente dimensionate per consentire il giusto grado di schiacciamento dell’O-Ring con possibile estrusione dagli spigoli. Va inoltre osservato che, durante il montaggio, l’O-Ring non deve essere attorcigliato, ma disposto nel proprio alloggiamento ben disteso.
Gli O-Ring incapsulati sono concepiti per uso principalmente statico data la composizione dell’elemento morbido interno e dell’incapsulamento rigido esterno; tuttavia, con semplici accorgimenti, piccoli spostamenti assiali sono tollerati.
Per le tenute dinamiche, dato il movimento relativo delle
parti, la finitura superficiale delle sedi dovrà essere superiore a quella delle sedi per gli O-Ring statici e tutti gli spigoli dovranno essere raccordati come mostrano le figure riportate.
A titolo indicativo, ricordiamo che il valore di schiacciamento dell’O-Ring deve essere inferiore al valore complessivo del gioco tra pistone e cilindro. Questo per evitare che, per uno spostamento radiale massimo del pistone, l’O-Ring per un certo tratto non sia sufficientemente compresso o addirittura lasci uno spiraglio, seppur minimo, con conseguente annullamento dell’effetto di tenuta. Il pistone deve poi essere sufficientemente sostenuto e guidato affinché l’O-Ring non funga esso stesso da sostegno e compia un lavoro di centraggio, con conseguente sua rapida usura.
Come linea guida generale, per applicazioni con pressioni d’esercizio modeste, il gioco tra le parti potrà essere
relativamente ampio, mentre per alte pressioni dovrà essere ridotto al minimo, al fine di prevenire l’estrusione dell’O-Ring attraverso il gioco, con la sua conseguente rapida distruzione. Questa possibilità può essere evitata utilizzando uno o due anelli antiestrusione in PTFE, Guaflon o PEEK, con opportune geometrie studiate dall’ufficio tecnico di Fluortecno.
Le linee guida permettono di montare O-Ring in FEP (Fluoro Etilene Propilene) e PFA (Perfluoro Alcosside) nelle stesse cave dimensionate per O-Ring in elastomero, ma recenti test applicativi hanno evidenziato che, una volta installato nella sede, l’ORing incapsulato evidenzia una particolare sensibilità alla superficie di contatto.
Test universitari hanno stabilito che è preferibile contenere l’O-Ring in FEP e PFA evitando aree residue di compressione. Tale dimensionamento consente di mantenere una compressione ottimale anche in caso di pressioni di esercizio variabili, purché lo spessore dell’incapsulamento in FEP e PFA sia costante, sia nello sviluppo circonferenziale dell’O-Ring che nel lotto o nei lotti successivi, per garantire nel tempo le stesse performance.
Fluortecno utilizza esclusivamente prodotti di alto livello, con durezze e spessori controllati e calibrati. La gamma durezze degli elastomeri del nucleo interno (silicone bianco HCS, rosso, FPM nero sia con nucleo pieno che cavo, per basse coppie di serraggio) garantisce l’individuazione dell’incapsulato idoneo per ogni applicazione.
Il PTFE (politetrafluoroetilene) è il materiale inerte per eccellenza all’aggressione chimica. L’insufficiente elasticità e il basso grado di deformabilità ne limitano notevolmente l’utilizzo per O-Ring e guarnizioni piane.
Per superare tali carenze sono state sviluppate varie tecniche in modo da conferire al tondino di PTFE un grado di elasticità tale da permetterne l’utilizzo. Sempre mantenendo il PTFE o i suoi derivati a contatto con il prodotto da contenere, sono stati “inseriti” nel nucleo vari materiali per fornire un apporto elastico alla guarnizione.
Il PTFE, peraltro, non possiede una saldabilità eccellente, quindi sono stati utilizzati per l’incapsulamento il FEP o il PFA.
Il FEP è il materiale base per l’incapsulamento: trasparente, elastico, molto diffuso nel mercato globale, permette una produzione anche su vasta scala e presenta medie performance termico-chimiche.
Il PFA presenta all’apparenza proprietà molto simili al FEP; raggiunge però temperature fino a +260°C contro i +200°C del FEP, garantendo una migliore resistenza chimica, alla permeabilità e ai gas.
La minima temperatura è data dal materiale del nucleo interno: si va dai -10°C del FPM ai -76°C del silicone. Per temperature inferiori è necessario adottare O-Ring solidi in PTFE TFM (di colore traslucido) torniti e calibrati fino a diametro 1600 mm.
L’abbinamento della resistenza chimica del FEP o del PFA con l’elasticità dell’elastomero interno (realizzato in FPM, EPDM e silicone rosso oppure silicone HCS bianco) ha permesso di
risolvere numerosi problemi nel settore delle tenute, in condizioni critiche di utilizzo.
PROPRIETÀ DELL’O-RING
- Resistenza chimica totale ad acidi, basi, solventi e forti ossidanti.
- Pressione di esercizio fino a 100MPa
- Temperature operative da -76°C a + 230°C.
- Basso coefficiente di attrito 0.1 - 0.2
- Resistenza ai gas (PFA) senza rigonfiamenti nel caso di alte pressioni.
- Non soggetto a problemi di decompressione.
- Ritorno elastico minimo del 90% dopo compressione.
- Fisiologicamente inerte, certificazione ottenuta sul prodotto finito secondo FDA e UE per utilizzi in campo alimentare e farmaceutico.
UNA RISPOSTA ELASTICA OTTIMALE Nello stabilimento di Cividate al Piano (BG), Fluortecno produce O-Ring rivestiti da corda 1,78 fino a 31,5 mm con una gamma diametrale secondo le normative AS/BS oppure a richiesta del cliente per applicazioni particolari. Gli O-Ring cosi prodotti garantiscono una risposta elastica ottimale in tutte le direzioni, per temperature variabili da -76°C a +220 °C, a contatto con le più disparate sostanze: carburanti, solventi, latte, acidi, vapore.
Gefran – multinazionale italiana specializzata nella progettazione e produzione di sensori, strumentazione per il controllo di processi industriali e sistemi per l’automazione – presenta i controllori di potenza GRM-H con diagnostica integrata, basati sulla piattaforma scalabile GRx, dedicati al controllo dei carichi resistivi nel riscaldamento industriale. Connotano la soluzione, un design ultracompatto e l’interfaccia IOLink, che garantisce funzionalità avanzate in ottica Industry 4.0.
“I nuovi GRM-H sono in grado di soddisfare le esigenze di un ampio ventaglio di applicazioni, in cui sono richieste elevate prestazioni nel controllo della temperatura: dal trattamento termico dei metalli, alla produzione del vetro e lavorazione delle materie plastiche, ai semi-conduttori, fino agli ambiti food e pharma”, dichiara Paolo Buzzi, Controllers & Power Controllers Marketing Manager di Gefran. “In particolare, questa innovativa serie integra le caratteristiche tipiche di un power controller all’interno delle dimensioni di un relè a stato solido (SSR). Disponibili in taglie di corrente da 15A a 120A, sono garanzia di una più agevole installazione e permettono di gestire carichi resistivi lineari e non lineari, come MoSi2, Sic, SWIR, grafite e trasformatori”.
I GRM-H sono power controller monofase, che in configurazione Master/Slave permettono anche il controllo di carichi trifase. Dispongono di tutte le principali tecnologie di firing mode, dal Zero Crossing e Burst
Firing, fino all’Half Single Cycle e al Phase Angle, utili per poter adeguare il controllo, in funzione delle diverse caratteristiche degli elementi riscaldanti. In aggiunta, oltre alla funzione Soft Start, ideale per le Lampade IR, forniscono algoritmi di Feedback che rendono il regolatore una sorgente costante, con set point modificabile, di tensione, corrente o potenza. Un vantaggio importante quando si è in presenza di alcuni tipi di resistenze, come quelle al silicio-molibdeno, al carburo di silicio o grafite.
Un elemento particolarmente distintivo della serie GRM-H è la connettività IOLink. Sono infatti i primi controllori di potenza al mondo a adottare questo protocollo che abilita una comunicazione
digitale dal livello di campo a quella di livello superiore di fabbrica. È possibile quindi registrare, oltre a informazioni di processo cicliche, anche variabili acicliche come le ore di lavoro, i picchi di temperatura, l’energia e la temperatura interna, a favore di un’efficiente manutenzione predittiva della macchina.
Grazie alla configurazione smart tramite l’APP Gefran NFC, disponibile per Android e IOS, è possibile un rapido set up dei principali parametri e una facile lettura dei dati diagnostici. Questa interfaccia consente inoltre di duplicare facilmente la configurazione su più dispositivi o di inviarla via file al service di assistenza che, da remoto, è in grado di analizzarla ed eventualmente modificarla.
Il controllore BPC 9102S di Phoenix Contact è il più potente della gamma prodotti basati sulla tecnologia PLCnext. È stato sviluppato appositamente per applicazioni con i più elevati requisiti di sicurezza o che lavorano in condizioni estreme.
Utilizzando un processore Intel® Core™ i7-10700TE Octa-Core e due potenti processori basati su architettura ARM, il controllore offre prestazioni tra le migliori sul mercato. Creato per l’impiego in condizioni estreme e privo di ventole, può essere utilizzato a temperature comprese tra -20°C e 60°C. Offre un’ampia gamma di nuove applicazioni che superano quelle del classico controllore di sicurezza. Grazie al processore a otto core, è possibile eseguire contemporaneamente al programma di controllo anche programmi in linguaggio di alto livello e software open-source come Docker o anche Matlab Simulink senza compromettere la capacità di calcolo in tempo reale. La sicurezza delle macchine è garantita da processori diversificati e consente di gestire fino a 300 dispositivi Profisafe.
1,5 miliardi di frutti di bosco serializzati nelle loro cassette direttamente sul campo, per monitorarne fin dall’origine le caratteristiche – ad esempio la tipologia, il luogo di raccolta e le condizioni di coltivazione – lungo tutta la filiera. Questa innovativa soluzione di Supply Chain Transparency offre al settore ortofrutta la significativa possibilità di raccogliere i dati relativi a qualunque tipologia di frutta/verdura e integrarli in una piattaforma per controllarne in modo costante la qualità. Antares Vision Group, partner tecnologico d’eccellenza nella digitalizzazione e nella gestione integrata dei dati, leader globale nelle soluzioni di tracciabilità, e tra i principali player nei sistemi di ispezione per il controllo qualità, ha implementato con successo questa soluzione per un’importante azienda statunitense attiva nella coltivazione e distribuzione di frutti di bosco, grazie alla tecnologia di rfxcel, che fa parte del gruppo. Ma i vantaggi non finiscono qui: l’operatore che raccoglie i frutti può scansionare ogni singola cassetta, as-
sociandole un’identità digitale unica, che raccoglie informazioni dettagliate sul prodotto stesso. Ciò consente anche di coinvolgere in maniera diretta il consumatore, che può usare il codice QR presente sulla confezione per esprimere la propria opinione, fornendo preziose indicazioni sulla qualità percepita di quel preciso acquisto. In questo modo il produttore avrà a disposizione informazioni di sicura utilità per indirizzare al meglio il proprio lavoro.
“Il nostro coordinamento con il produttore di frutti di bosco statunitense ci ha permesso di progettare un sistema che gestisce in modo affidabile miliardi di prodotti, dal primo all’ultimo miglio dell’intera filiera produttiva”, ha dichiarato Glenn Abood, CEO di rfxcel. “Il nostro ecosistema svolge questi compiti giorno dopo giorno, con tempi di scansione inferiori al secondo e un’accuratezza estrema. Le nostre tecnologie di serializzazione stanno aprendo strade completamente nuove per tutelare i brand, lavorando per la sicurezza, la
qualità, l’efficienza e la fidelizzazione del consumatore”.
Infine, ma non ultimo, come sottolinea Glenn Abood, il vantaggio è determinante anche per quanto concerne la gestione dei richiami: con la tecnologia rfxcel di Antares Vision Group non sarà più necessario ritirare tutte le confezioni, ma solo la singola vaschetta difettosa. Un importante valore aggiunto sia in termini reputazionali che, ovviamente, economici.
Nell’ampia gamma di sensori inteligenti sviluppati e prodotti da wenglor sensoric group, azienda tedesca con sede a Tettnang, troviamo i sensori di luminescenza di seconda generazione della serie P1PA, basati su una combinazione di caratteristiche innovative e prestazioni ancora più elevate rispetto alla precedente versione. Questi dispositivi operano secondo il principio del funzionamento del tasteggio diretto ed emettono luce UV con una determinata lunghezza d’onda, che permette di riconoscere in modo affidabile sia le marcature visibili, ma anche – e soprattutto – quelle invisibili.
Grazie alle innovative caratteristiche di cui sono dotati, i sensori di seconda generazione sono in grado di rilevare marcature su superfici e materiali diversi e operano in modo preciso in qualsiasi settore industriale.
Questi sensori sono adatti per tutte quelle applicazioni che, come in ambito alimentare, cosmetico e farmaceutico, necessitano di scansionare costantemente e rapidamente le etichette in fase di confezionamento. In questi settori la tecnica di scansione a lumi-
nescenza è molto comune, essendo i luminofori utilizzati non solo per le etichette, ma anche per i foglietti illustrativi o per tutte quelle informazioni che rivestono particolare importanza per il consumatore e la cui presenza deve essere rigorosamente verificata. Tramite l’interfaccia di comunicazione standardizzata IO-Link i sensori di luminescenza possono ora essere parametrati in modo estremamente semplice, indicando anche i valori di intensità, le modalità di Condition Monitoring o impostando l’accensione e/o lo spegnimento. Oltre all’interfaccia IO-Link, dispongono di un pulsante Teach, che permette di poterli configurare in modo semplice. Sulla parte superiore della custodia del sensore, in abbinata al già citato pulsante centrale Teach, sono presenti due LED, che permettono di gestire i comandi in modo intuitivo. Premendo il pulsante per due o cinque secondi, il dispositivo può rilevare gli oggetti, rispettivamente, in modo statico o dinamico. Il sensore, inoltre, può essere impostato anche da remoto avvalendosi del software wTeach2.
L’innovativa confezione della gamma di pesti premium Barilla presenta un logo, una grafica, un design del vasetto e un’elegante chiusura ermetica in metallo Eviosys, che mette in evidenza i valori di qualità e sostenibilità che il brand italiano vuole trasmettere. Lo sviluppo di rebranding fa sì che la confezione del Pesto Barilla si distingua e sia ancora più riconoscibile sugli scaffali.
Il Pesto Barilla è prodotto con ingredienti selezionati, con basilico proveniente da agricoltura sostenibile, seguendo una preparazione unica e segreta. Il processo di sigillatura attentamente controllato e la chiusura metallica di alta qua-
lità di Eviosys assicurano l’ottimale conservazione del gusto e della delicatezza del basilico Barilla.
Eviosys ha supportato la transizione di Barilla verso un design di packaging di qualità, tramite una chiusura ermetica e l’installazione di innovative macchine incapsulatrici nello stabilimento dove viene prodotto il pesto della storica azienda alimentare italiana. Avvalendosi dell’esperienza del team tecnico di Eviosys, Barilla ha superato facilmente la sfida di cambiare i formati dei vasetti in vetro e delle loro chiusure per adattarsi alle esigenze della sua nuova linea di prodotti premium.
Combinando un imballaggio circolare in materiale riciclabile al 100% con un prodotto che contiene ingredienti sostenibili e di provenienza locale, le innovazioni di packaging di Eviosys sostengono brand come Barilla nel loro percorso verso un futuro più sostenibile.
La partnership rappresenta un cambiamento di rotta nell’alimentare, dimostrando che il packaging può essere sia sostenibile che di qualità e aprendo la strada ai marchi che vogliono conservare ancora meglio gli ingredienti sostenibile senza compromettere il design dei prodotti.
“La gamma Pesto Barilla porta il basilico dell’agricoltura sostenibile in tutto il mondo, mentre l’impegno di Eviosys per l’innovazione guida la rivoluzione ecologica nel packaging dei prodotti alimentari di alta qualità”, dichiara Laetitia Durafour di Eviosys.
“La collaborazione con Eviosys è stata determinante per il nuovo design del packaging e l’evoluzione della gamma Pesto Barilla”, commenta Leonardo Mirone, Packaging Purchasing Director di Barilla. “Il prodotto sarà più riconoscibile sugli scaffali grazie alla combinazione di un packaging che rappresenta qualità, italianità e sostenibilità”.
Mondi, protagonista internazionale nel settore dell’imballaggio e della carta, ha collaborato con Noel Alimentaria, supportando l’azienda nella scelta di una soluzione in base carta per prodotti alimentari che consentono di ridurre di molto l’uso della plastica.
Mondi ha lavorato a stretto contatto con Noel Alimentaria al fine di identificare la migliore soluzione d’imballaggio possibile per la sua gamma di alimenti di provenienza vegetale e animale. Dalla collaborazione, Noel Alimentaria ha deciso di sce-
gliere il vassoio in base carta PerFORMing di Mondi, con cui ha imballato i prodotti “Verday”, una gamma di affettati di provenienza alimentare e burger vegetali appena sottoposta a rebranding. La gamma Verday viene usata da Marks and Spencer’s per la gamma “Plant Kitchen” nel Regno Unito e viene fornita ai mercati nordici poiché rientra tra gli affettati e i salumi. Essendo personalizzabili nella forma, i vassoi possono essere modellati e adattati ad alimenti di forma diversa, con elevata elasticità simmetrica che garantisce una formabilità uniforme, ideale per vassoi alimentari bassi. Il vassoio PerFORMing offre un elevato effetto barriera contro umidità e ossigeno, mantenendo così il cibo fresco durante tutto il processo di conservazione e distribuzione. Il vassoio è costituito da carta all’80%, il contrario rispetto allo standard industriale che prevede il 100% di plastica; dunque, il contenuto di plastica in questi vassoi è stato ampiamente ridotto. Questo vassoio di carta è proget-
tato per il riciclo e ha superato i corrispondenti test svolti presso l’istituto tedesco PTS (Papiertechnische Stiftung, metodo RH:021/97).
“Lavorando a strettissimo contatto con Noel Alimentaria dagli esordi, siamo stati in grado di garantire la migliore opzione possibile per l’intera gamma di prodotti di origine animale e non, usando un vassoio costituito da materiale rinnovabile e da fonti sostenibili, ma che comunque consente di proteggere al meglio gli alimenti”, afferma Falk Paulsen, Sales & Business Development Director presso Mondi. “Spediamo i nostri cibi premium in tutta Europa, quindi l’imballaggio giusto è fondamentale per mantenerne la freschezza e proteggerli”, prosegue Maria Sánchez, Corporate Marketing Director presso Noel Alimentaria. “Abbiamo potuto inserire i nuovi vassoi in base carta nei macchinari esistenti e ora useremo questa stessa soluzione per le nostre altre gamme di affettati e salumi”.
Caffè Vergnano è stato riconosciuta tra le 139 aziende innovatrici del “Bando Conai” con il premio Ecopack 2022, per l’eco-design degli imballaggi. L’azienda ha infatti spiccato tra i premiati in gara, per soluzioni di packaging innovative ed ecosostenibili immesse sul mercato nel biennio 2020-22. Non si ferma l’impegno di Caffè Vergnano nel rendere il proprio caffè parte di un cambiamento sostenibile capace di guardare al futuro. Ogni giorno l’azienda porta avanti questa sfida che rappresenta un dovere morale, un senso di responsabilità, con azioni concrete e quotidiane.
Si è distinta infatti, tra i partecipanti al bando, grazie al pack premium dedicato al mondo Horeca – l’imballo da 2,5 kg – per il quale il brand ha scelto una produzione in R-PET: una plastica infrangibile, leggera e rigenerata al 100%, che è possibile riciclare ripetutamente e riutilizzare per la realizzazione di prodotti pregiati.
Granarolo ha lavorato nell’ultimo anno per intervenire sulle bottiglie del latte alto pastorizzato in PET al fine di ridurre la grammatura del collo della preforma e del tappo, che è stato ancorato alla bottiglia per evitare dispersioni nell’ambiente.
Il nuovo tappo del latte Granarolo punta dritto all’obiettivo di riduzione del peso degli imballaggi primari e secondari, infatti ha un meno 30% di plastica rispetto al suo predecessore, rimane agganciato alla bottiglia e non va disperso nell’ambiente, rendendo più facile la raccolta e il riciclo.
Contestualmente alla novità relativa al tappo, il peso delle bottiglie nei vari formati prodotti è stato ridotto mediamente del 13% rispetto alle bottiglie commercializzate nel corso del 2021. E l’ADI Packaging Design Award ha assegnato un premio a Granarolo.
“Il tappo Tethered cap, che prevede l’ancoraggio del tappo alla bottiglia nell’ottica di ridurre al massimo la dispersione di plastica, è stato inserito in bottiglie monomateriale in PET ed è stato studiato in esclusiva per Granarolo, prima fra le aziende dairy ad anticipare la direttiva europea”, ha dichiarato Filippo Marchi, direttore generale del Gruppo Granarolo. “Da anni lavoriamo
sulla sostenibilità del packaging Granarolo e tre sono le direttive sulle quali ci muoviamo: ridurre il peso degli imballaggi primari e secondari; utilizzare plastica riciclabile e riciclata; sperimentare materiali alternativi alla plastica”.
Il tappo si inserisce nel capitolo della riduzione del peso degli imballaggi, da non sottovalutare dati i significativi volumi generati. il PET è un materiale riciclabile al 100% e che l’impatto in termini di CO2 eq di una bottiglia da 1 l in PET del peso di 18,3 g impatta per 59 g di CO2 eq e una bottiglia di vetro da 500 g (di cui 51% riciclato) impatterebbe per 455 g di CO2 eq.
“Sull’ultimo dei 3 obiettivi identificati, l’utilizzo di materiali alternativi alla plastica, lo scorso anno è stato avviato un grande lavoro sui nostri yogurt a marchio Yomo”, continua Filippo Marchi. “66 milioni di vasetti/ anno sono stati convertiti da plastica a carta e a regime, quando la conversione di tutte le linee sarà ultimata, saranno 185 milioni di vasetti/anno.
In merito alle bottiglie di latte in PET saranno prodotte 7,3 milioni di confezioni di latte al mese, cioè oltre 85 milioni di confezioni/anno con il nuovo tappo (-30% di plastica) e una
preforma alleggerita (-13% di plastica). Per quanto attiene le referenze si tratta di tutte le bottiglie del latte pastorizzato a temperatura elevata Granarolo in tutti i formati (1 l, 500 ml, 1,5 l), delle bottigliette di Kefir 500 ml, del latte per l’infanzia Latte Crescita 3 e Granarolo Bimbi 500 ml.
Con questo effetto combinato di riduzioni Granarolo prevede di risparmiare oltre 355.000 kg di plastica in un anno (a parità di volumi di vendita del 2021 per il latte fresco, latte esl, bevanda a base di latte fermentato kefir e latte crescita 3 esl): si tratta di 537 ton di CO2 eq pari all’illuminazione annua di un paese di 7.760 abitanti.
Colines, IMS Technologies e il Gruppo Bobst realizzeranno una linea produttiva di imballaggi per l’indiana Chiripal Poly Films. A sostegno della commessa, oltre 7 milioni di euro erogati da Unicredit e garantiti da Sace.
del subcontinente indiano.
Sace e UniCredit supportano la filiera italiana del packaging alimentare in India. L’obiettivo è sostenere la realizzazione di un nuovo impianto chiavi in mano ad alto contenuto Made in Italy per Chiripal Poly Films, grande produttore indiano specializzato in soluzioni di imballaggio flessibile. Nell’ambito dell’operazione, Sace ha garantito, tramite un Express Buyer Credit, un finanziamento di 7,71 milioni di euro erogato da Unicredit in favore di Chiripal Poly Films per supportare tre contratti assegnati a Colines, IMS Technologies e Bobst Manchester destinati alla fornitura di una linea completa di macchinari e componenti.
L’operazione di Express Buyer Credit – che è una declinazione del Credito Acquirente tradizionale volto a velocizzare il processo di negoziazione della documentazione finanziaria con riduzione anche dei costi associati – è la prima nel suo genere sottoscritta da una banca italiana e conferma ulteriormente la volontà di UniCredit e SACE di supportare la supply chain italiana con soluzioni taylor made.
L’operazione, infatti, consente
agli esportatori di associare alle offerte commerciali un’offerta finanziaria per il buyer che renda più competitiva la proposta dando la possibilità all’acquirente di dilazionare il pagamento dell’investimento negli anni. Nel dettaglio Colines realizzerà una linea completa di coestrusione per la produzione di CPP e CPE film, inclusi servizi di engineering, installazione, training e ultimazione dei lavori prevista per febbraio; IMS Technologies fornirà due tagliaribobinatrici, i macchinari necessari per tagliare il materiale da imballaggio mentre Bobst si occuperà del metallizzatore sottovuoto, una macchina che produce una finitura metallica lucida sui materiali, entrambi complementari alla linea di produzione. I macchinari saranno installati a Hyderabad, capoluogo dello stato di Telangana nell’India Meridionale, uno dei principali centri per l’industria tecnologica
“Per noi si tratta di una fornitura molto importante e siamo consapevoli che il supporto garantito da Sace e Unicredit sia stato molto importante per la buona riuscita dell’accordo”, spiega Anthony Michael Caprioli, Ceo e direttore commerciale di Colines. “L’India è un mercato da sempre rilevante per la nostra azienda e confidiamo che la collaborazione con Sace e Unicredit possa proseguire e ampliarsi nel migliore dei modi per il futuro”, “Grazie a UniCredit e SACE, che ci hanno supportato attraverso
l’Express Buyer Credit in favore del nostro cliente Chripal Poly Films LTD, che ha potuto beneficiare di condizioni competitive e ha facilitato l’acquisto del nostro macchinario”, dichiara Piero Grasso, Trade finance director presso Bobst Group SA.
“Il sostegno di Unicredit e Sace ha facilitato un ambizioso progetto industriale che ha consentito di portare la nostra tecnologia in India, un paese con un forte potenziale e per noi molto strategico”, afferma Marino Ferrarese, Direttore vendite, marketing e service del Gruppo IMS Technologies.
“L’estensione della linea di credito Express Buyer ci consente di acquistare macchinari all’avanguardia da Colines, Bobst e IMS Technologies e di espandere così la nostra azienda e l’offerta
di prodotti”, dichiara Sumant Singhal, Chief executive officer di Chiripal Poly Films Limited.
Un mercato attrattivo per le imprese italiane
L’India è destinata a superare la Cina come Paese più popoloso al mondo già nel 2023, con una forte crescita dei redditi privati e un incremento dei consumi che la renderà un mercato molto attrattivo per le imprese italiane. Oltre ai settori interessati dai piani di sviluppo industriale, l’ampiezza del mercato domestico offre opportunità nei beni di consumo, come pure lungo tutta la filiera del food and beverage. L’India raggiungerà il tasso di crescita più elevato tra le principali economie mondiali nel 2022 (circa +7%), con effetti positivi anche per le vendite oltreconfine italiane, previste a +13,1% dopo l’ottimo risultato conseguito nei 12 mesi precedenti. Per le esportazioni italiane in valore, la spinta maggiore arriverà dai beni intermedi (+19,9%), in particolare chimica (+19,2%) oltre al food processing, cura della persona e metalli (+23,6%), settore che è stato capace di attrarre più di 16 miliardi di dollari di investimenti esteri nel periodo 2000-2021, mentre tra i beni di investimento, che compongono la metà dell’export nel Paese, la meccanica strumentale registrerà un incremento dell’11,1%.
Nordmeccanica, in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma e un gruppo selezionato di partner tecnici qualificati, ha avviato un progetto di ricerca e sviluppo denominato Remopack (Recyclable monomaterial for packaging).
Il progetto richiederà un investimento significativo nei 3 anni di durata previsti. A conferma dell’importanza del tema e dell’attenzione delle autorità politiche ad esso, il progetto si è aggiudicato un finanziamento a fondo perduto da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Obiettivo del progetto sarà lo sviluppo di una struttura di imballaggio flessibile monomateriale ad alta barriera completamente riciclabile. Con il termine monomateriale si indica un composto laminato costituito da strati di film realizzati con lo stesso polimero di base. Le attuali linee guida indicano la percentuale minima per qualificarsi come monomateriale in un range dall’80 al 90%, variabile paese per paese, essen-
do la restante percentuale una quantità tollerata di componenti non riciclabili.
L’obiettivo finale del progetto è una struttura laminata composta da più strati di pellicola, tutti realizzati con lo stesso polimero completamente riciclabile. La struttura, attraverso il contributo combinato di laminazione, completata con l’uso di adesivi completamente riciclabili, rivestimenti barriera, deposizione di AlOx in un metallizzatore sottovuoto e tecnologie sviluppate per correggere la fragilità tipica dello strato AlOx, dovrà raggiungere proprietà meccaniche e di barriera molto elevate per rispettare l’aumento della domanda di performance registrato per gli imballaggi flessibili. La percentuale target di monomateriale per il progetto deve essere il più vicino possibile per l’intero composto laminato al 100%, quindi completamente riciclabile.
L’innovazione consiste nello spingere all’estremo la riciclabilità fornendo un costo di processo competitivo rispetto alle tecnologie tradizionali. Lo sviluppo
del progetto richiederà il contributo di una serie di partner di alto livello. Nordmeccanica è stata approvata dalle autorità pubbliche nel ruolo di leader. Partner primario sarà l’Università degli Studi di Parma. Con il suo Centro Interdipartimentale di ricerca per il packaging, l’ateneo guida la ricerca a livello accademico in questo settore in Europa. Parma è inoltre la sede dell’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, l’autorità preposta allo screening e alla valutazione delle nuove tecnologie e innovazioni nella filiera alimentare.
Goglio – che progetta e sviluppa sistemi completi per l’imballaggio fornendo laminati, valvole e componenti in plastica, linee di confezionamento e servizio per il confezionamento in numerosi settori di applicazione – ha messo in mostra a Sigep 2023 alcuni degli elementi chiave del proprio portafoglio dedicato al settore del caffè, tra cui le innovative confezioni realizzate con materiali “pronti per il riciclo”, la valvola di degasazione monodirezionale, che permette di confezionare il caffè ancora fresco, e le sue applicazioni, come la capsula con valvola, prima al mondo nel suo genere.
In fiera, Il Gruppo ha esposto una serie di confezioni, dispo-
nibili in un’ampia gamma di formati, la cui composizione garantisce un minor impatto sull’ambiente. I laminati in monomateriale polietilene o polipropilene, per esempio, rendono gli imballi “pronti per il riciclo” consentendone il corretto recupero nei moderni impianti di gestione dei rifiuti. Allo stesso tempo, questi materiali di nuova generazione garantiscono elevate proprietà di barriera, per la corretta conservazione del prodotto, e assicurano i medesimi standard di macchinabilità dei tradizionali laminati contenenti alluminio.
Tra le soluzioni esposte a Sigep dal Gruppo, che detiene stori-
camente una posizione prima ria nella fornitura di sistemi di packaging e macchinari per il caffè, c’è la valvola di degasazione monodirezionale, brevettata nel 1968 dall’azienda, che oggi ne produce oltre un miliardo di unità all’anno. Grazie a questa invenzione, è stato possibile per la prima volta confezionare il caffè appena tostato, senza che debba essere lasciato a riposare affinché termini il suo processo di degasazione, con la conseguente di riduzione dei tempi di stoccaggio. La valvola, infatti, consente ai gas naturalmente emessi dal caffè di fuoriuscire dal pack impedendo allo stesso tempo l’ingresso dell’ossigeno.
L’applicazione della valvola ha recentemente trovato applicazione anche nel segmento del caffè porzionato con la prima capsula con valvola di degasazione al mondo realizzata dal Gruppo ed esposta in fiera. La speciale capsula è disponibile sia nella versione “ready for recycling” che in quella 100% compostabile, garantita biodegradabile in un impianto di compostaggio industriale.
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23-25 Maggio 2023
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Dalla meccanica alla plastica fino all’elettronica - salone dedicato agli operatori interessati ad acquisire prestazioni, esternalizzando parte della propria attività, sia nei settori tradizionali che in quelli più innovativi.
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