Rivista Via - Dicembre 2020

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COMMISSIONE MOBILITÀ ACM

A cura di Paolo Redaelli

DOSSIER MOBILITA’ 2020

MILANO,

DEVI PENSARE IN GRANDE! Proseguono i contributi della Commissione Mobilità ACM per analizzare le recenti scelte delle Amministrazioni in materia di traffico e trasporti e per delineare lo scenario capace di affrontare anche le esigenze dettate dall’emergenza sanitaria. Guardando oltre i confini comunali e scelte solo a favore di una micromobilità che rischia di compromettere la funzionalità del sistema. Attenti – realmente - a sicurezza stradale, fluidità della circolazione, efficienza dei servizi e sostenibilità ambientale. L’OCCASIONE OFFERTA DAL RECOVERY FUND

GLI INVESTIMENTI PER UN RIEQUILIBRIO DELLA MOBILITA’ DELLA GRANDE MILANO Scelte urbanistiche e trasportistiche devono interessare l’intera area metropolitana. Il ruolo dei centri di interscambio. In città, come ridurre una congestione che sembra sciaguratamente programmata: soluzioni per sosta, carico/scarico delle merci, piste ciclabili realmente utili e sicure Testo di Gian Paolo Corda - docente di Progettazione urbanistica

M

ilano si sta riprendendo, nonostante la recrudescenza dell’emergenza sanitaria. Non sorprendentemente. I livelli di traffico entro i Bastioni, nonostante il ripristino dell’Area C, sono tornati ai livelli pre - Covid. Gli ingressi in città sono anch’essi cresciuti tanto da fare sostenere ai più spinti ambientalisti che, poiché si muore anche di smog, si devono reintrodurre senza deroghe i limiti imposti all’ingresso in Milano dall’Area B. Il sindaco Sala ha dato il via libera a metà

ottobre, in coincidenza con la riaccensione degli impianti di riscaldamento, salvo poi tornare sui suoi passi, anche su pressione della nostra Associazione che ha con insistenza ricordato come le auto private siano fondamentali per non affollare in maniera pericolosa i mezzi pubblici. Metropolitana e mezzi pubblici stanno riprendendo comunque i passeggeri del periodo pre-Covid con capienza già oggi superiore al 50% della pregressa utilizzazione, a conferma della cautela espressa

dal campione di mille cittadini di Milano, Roma e Torino nell’indagine condotta da Bain & Company che per il 70% ha dichiarato di voler utilizzare il trasporto pubblico meno di prima per ragioni sanitarie. In controtendenza sono stati gli studenti delle scuola medie superiori fino alla reintroduzione della didattica a distanza. Quindi, dato che bici e monopattini, in ragione dell’età della popolazione e per le incipienti condizioni metereologiche avverse, non sono realisticamente

in grado di spostare in termini significativi la ripartizione modale tra auto e veicoli leggeri nelle relazioni quotidiane casa-lavoro, si avrà un leggero incremento del consolidato rapporto 70/30 a favore del trasporto privato. Il lockdown ci ha lasciato in eredità la “brutta”, e funzionalmente inefficace, riconfigurazione di alcune direttrici stradali primarie come viale Monza e corso Buenos Aires, con auto parcheggiate discoste dai marciapiedi, piste ciclabili talmente pericolose che bici e monopattini zigzagano sui marciapiedi facendosi largo tra pedoni sempre meno sicuri. Quanto sia cresciuto il loro apporto alla mobilità cittadina, nei giorni feriali e in condizioni fin qui di bel tempo, non è dato sapere in mancanza di un qualunque rilevamento che, proprio sulle direttrici già servite da piste ciclabili e su quelle in procinto di esserlo, ne testimoni l’efficacia. Inoltre, la congestione stradale, che sembra - sciaguratamente - programmata per dissuadere l’uso dell’auto, cresce in diretto rapporto con la riduzione della capacità delle strade dovuta alla concessione dei dehors, utile nell’emergenza per la ripresa delle attività di bar e ristoranti, ma da non confermare come orientamento generale. A tutto questo si aggiunge una politica incapace di contrastare la sosta in doppia fila dei mezzi della logistica, che stan-

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