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Il Cristo medico

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no aveva simbolicamente abbandonato la toga romana per il pallium, veste costituita da un pezzo di stoffa rettangolare di lana, che indossavano, tra gli altri, i filosofi. Terminava l’opuscolo sul pallium, in cui giustificava il suo cambiamento d’abito, con le parole non prive d’umorismo: «Rallegrati, pallium, esulta! Una filosofia migliore si degna ora di onorarti, perché hai iniziato ad essere l’abito del cristiano». Gesù che insegna, ruolo ben caratterizzato nei Vangeli, è quindi uno dei modi in cui viene rappresentato anticamente Cristo. Lo si vede spesso seduto in mezzo ai suoi discepoli, la mano destra levata a significare che sta parlando. Più significativo il fatto che egli porti nella mano sinistra un volumen (rotolo di pergamena) o un codex (libro), che rappresenta i Vangeli, cui è consegnato il suo insegnamento. Questa scena paradigmatica simboleggia l’annuncio della buona novella della salvezza di Cristo, che affida ai suoi discepoli la nuova Legge.

Il Cristo medico

Poiché Gesù ha compiuto numerose guarigioni nel corso della sua vita, i primi cristiani hanno visto in lui il medico divino che guarisce non soltanto i corpi, ma

44 I SIMBOLI DI CRISTO 1. Traditio legis, Cristo consegna a Pietro ilrotolo della nuova Legge: il Vangelo, sarcofago, ca. 400, basilica di S. Ambrogio, Milano.

2. Cristo in piedi sulla montagna da cui sgorgano i quattro fiumi paradisiaci con ai piedi quattro pecore, sarcofago detto «del Cristo dottore checonsegna la Legge a Pietro» (particolare), ca.400, Musée de l’Arles Antique, Arles.

anche le anime malate dai loro peccati, come scrive Clemente Alessandrino: «Il buon Pedagogo, la sapienza, il Logos del Padre, il Creatore dell’uomo si prende pensiero di tutta quanta la creatura, e corpo e anima cura il medico che guarisce la natura umana»12 . Per quanto riguarda le diverse guarigioni compiute da Gesù, agli occhi dei cristiani il miracolo è di per sé meno importante del suo significato. Queste, come gli altri miracoli, mostrano che Cristo ha un potere divino sulla creazione. «Il Dio che con una parola ha creato il mondo visibile, può dunque, con una parola, guarire da un’infermità», affermava Tertulliano13. Per Gesù, i miracoli vengono ad avvalorare il suo messaggio e indicano che l’era messianica ha avuto inizio. La sua risposta agli inviati del Battista, che gli domandavano se fosse o meno il Messia, è scevra da ogni ambiguità: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi recuperano la vista, gli storpi camminano (...), ai poveri è predicata la buona novella» (Matteo 11,4-5). L’interpretazione più diffusa nei primi secoli cristiani è quella che vede nelle guarigioni fisiche un segno della remissione dei peccati che infettano l’anima. I catecumeni sono tal-

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3. Guarigione del paralitico di Cafarnao, mosaico, VI secolo, basilica di S. Apollinare Nuovo, Ravenna. «È lui la medicina che guarisce tutti i mali dell’umanità» (Clemente Alessandrino).

4. Guarigione del cieco e resurrezione di Lazzaro, lipsanoteca, IV secolo, Museo Civico Cristiano, Brescia.

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volta presentati come malati che il bagno battesimale guarirà dai loro peccati, per farne delle creature nuove, risanate e sante. Come Cirillo di Gerusalemme insegnava ai suoi catecumeni, il battesimo è la terapia per mezzo della quale si ottiene la guarigione morale. Dopo aver spiegato che il nome di «Gesù equivale a ‘Salvatore’ secondo gli ebrei, ma a ‘medico’ secondo la lingua greca», aggiunge: «infatti, egli è medico delle anime e dei corpi e guaritore degli spiriti (...) Se dunque un’anima giace malata nei peccati, possiede il medico»14 . È in questo senso spirituale che bisogna interpretare, nell’arte cristiana primitiva, le rappresentazioni delle guarigioni riportate nei Vangeli. Si può citare, a titolo d’esempio, la guarigione del paralitico, quella dell’emorroissa e quella del cieco.

46 I SIMBOLI DI CRISTO 1. Guarigione dell’emorroissa, catacomba deiSs.Pietro e Marcellino, Roma. «Gesù andava attorno per tutta la Galilea (...), curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo» (Matteo 4,23).

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