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«L’olio di salvezza»

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3 matiche, costituiva la base di diversi unguenti, di cui ci si serviva per la cura del corpo e per i massaggi. I lottatori si ungevano d’olio per i combattimenti nello stadio. Gli si riconoscevano virtù curative. Il colore dorato ne faceva un simbolo solare, divino. Il suo uso nei riti religiosi è ben attestato. A ciò si aggiunge la fama dell’ulivo che può vivere numerosi secoli. È un albero sacro dall’alto valore simbolico (→ Ulivo). Per quanto riguarda la dimensione simbolica, ricorderemo in queste pagine le unzioni rituali con l’olio, limitandoci alla sfera biblica e alla liturgia cristiana.

«L’olio di salvezza»

I cristiani hanno introdotto nella liturgia battesimale il rito dell’unzione, ignorato nel battesimo di Giovanni Battista e mai praticato dallo stesso Gesù. Questo rito è mutuato dall’Antico Testamento per il suo alto valore simbolico. Non potendo approfondire il tema in queste pagine, elenchiamo comunque i tre casi tipici del rito. L’unzione regale, tanto importante da far sì che il sovrano consacrato in tal modo si definisse «l’Unto del Signore», in ebraico grecizzato «Messia», il cui equivalente greco è Christos, «Cristo». Nel tardo giudaismo, designerà il Salvatore annunciato per i tempi a venire. Questo messianismo sarà particolarmente influente all’epoca di Gesù. Il secondo rito di unzione è riservato al sommo sacerdote e, successivamente, a tutti i sacerdoti. Quest’unzione sacerdotale acquisterà importanza soprattutto dopo la scomparsa della monarchia. La terza unzione riguarda i profeti, ma soltanto metaforicamente – con l’unica eccezione di Eliseo, unto da Elia – perché hanno ricevuto lo Spirito di Yahweh e la missione di annunciare la sua parola. È solo questa unzione metaforica ad essere considerata da Gesù, che l’attribuisce a se stesso nella sinagoga di Nazaret all’inizio del suo ministero. Questo è il racconto dell’episodio fatto da Luca. Gesù ha appena letto questo passo di Isaia: «Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri» (Isaia 61,1). Quindi dichiara: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i

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vostri orecchi» (Luca 4,21). È sempre un’unzione metaforica quella cui accenna Pietro presso Cornelio: «Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret» (Atti 10,38). I discepoli di Gesù saranno talmente convinti che egli abbia ricevuto la pienezza dello Spirito di Dio, che per loro sarà il Messia, il Cristo promesso per la venuta del regno di Dio. E nel titolo di Messia essi includeranno non solo il Messia profeta, ma anche il Messia re e il Messia sommo sacerdote. In seguito, dal momento che il battezzato si identifica con Cristo e partecipa dunque della sua dignità regale, profetica e sacerdotale, verrà introdotto il rito dell’unzione nella liturgia del battesimo per esprimere questa trasformazione mistica. La metafora dell’unzione si concretizza dunque per mezzo di un’unzione con olio consacrato. In aggiunta al significato altamente simbolico di «olio di salvezza», questo rito ha anche lo scopo di evidenziare la peculiarità del battesimo «nel nome di Gesù», rispetto al battesimo di Giovanni Battista. Quello cristiano non è solo un battesimo nell’acqua purificatrice, ma un battesimo nello Spirito. È il rito dell’ingresso nei tempi messianici. Le catechesi battesimali dei Padri abbondano di commenti su questa unzione. Sarà sufficiente citare Cirillo di Gerusalemme: «Avete ricevuto l’unzione, il segno con cui fu unto Cristo. Ora, questa unzione è lo Spirito Santo (...) Mentre il corpo è cosparso da un balsamo visibile, l’anima è santificata dallo Spirito santo e vivificatore (...) Dio vi ha modellati sul corpo glorioso di Cristo. Ormai dunque associati a Cristo, è normale che vi si chiami ‘Cristi’»20. In sintesi, il simbolo dell’unzione va a completare il simbolo dell’acqua nella liturgia del battesimo, per conferire a quest’ultimo il suo pieno significato mistico (→ Battesimo).

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148 SIMBOLI TRATTI DALL’AMBIENTE CULTURALE 1. Ampolla con raffigurazione di san Mena (arte paleocristiano-copta), monastero dei Siriaci, Wadi el-Natrun, Egitto. Spesso le ampolle contenevano olio benedetto da trasportare.

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