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I Miserabili

di Ladj Ly

IIl popolo francese festeggia la vittoria della Coppa del Mondo di calcio per le strade di Parigi, i cori di gioia uniscono tutte le classi sociali.

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Subito dopo, Stéphane Ruiz, appena trasferitosi nella regione dell’Ile de France, prende servizio presso il commissariato di polizia capitanato dal commissario Chailly ed è assegnato alla squadra della Brigata Anti Crimine formata dal capo Chris e dal brigadiere Gwada in servizio nel comune di Montfermeil. Chris abusa spesso del suo potere con la forza, assecondato da Gwada. I due portano Stephane nei quartieri turbolenti di Montfermeil. Al mercato i due agenti presentano a Stéphane il “Sindaco”, proprietario di una bancarella. Sopraggiunge Zorro, proprietario di un circo, che denuncia la scomparsa di Johnny, un cucciolo di leone. Responsabile del furto è il giovane Issa.

Chris e la sua squadra si assumono il compito di trovare il leoncino. I tre poliziotti vanno alla tavola calda di proprietà di Salah e incaricano Stéphane di andare a chiedere notizie del leoncino. Ruiz dice a Salah che i suoi colleghi sospettano del furto un ragazzino di origine africana. L’uomo gli risponde che un leone non dovrebbe essere messo in gabbia, poi gli offre un panino e lo saluta. In auto i due colleghi dicono a Stéphane che Salah è un vecchio delinquente che si è fatto crescere la barba e che comanda nel quartiere. Intanto Issa si fa fare una foto dagli amici insieme al leoncino e la posta.

Chris vede su Instagram la foto di Issa. I poliziotti vanno a casa del ragazzo ma non lo trovano. Per strada gli agenti vedono alcuni ragazzini che giocano a pallone e scorgono Issa che fugge. Chris riesce a prendere il ragazzo che dice di non sapere dov’è il leone perché è scappato. Arrivano altri ragazzi, scoppiano dei tafferugli, al culmine dei quali Gwada colpisce Issa con una Flash-Ball ferendolo in volto. Chris si accorge che sono stati ripresi da un drone. Mentre Stéphane vuole chiamare i soccorsi, Chris pensa che il drone abbia la priorità.

I poliziotti caricano Issa in auto. I ragazzini raccontano l’accaduto al Sindaco dicendo che un drone ha ripreso tutto e di sapere di chi è. Intanto i poliziotti si recano da un contatto locale di Chris chiedendo se sa chi fa riprese con un drone in quella zona. Nel frattempo, Stéphane rimasto in auto da solo con Issa, va in una farmacia a comprare delle medicazioni. Poi torna dai colleghi. Chris lascia Issa dal suo contatto, nonostante Stéphane dica che il ragazzo vada portato in ospedale.

Gli agenti si recano nel palazzo dove abita il piccolo Buzz che sta caricando su una scheda video le riprese del drone. Chris insegue il ragazzo mentre Gwada prende il drone e si accorge che non c’è la scheda. Chris si perde Buzz che si rifugia nel ristorante di Salah. Il Sindaco va nel locale e dice a Salah che possono ricattare i poliziotti. Sopraggiungono gli agenti e chiedono a Salah cosa vuole in cambio del video. L’uomo li invita a lasciare il suo locale. Chris minaccia Salah di fargli chiudere e di arrestarlo, poi tenta di prendere Buzz ma Gwada glielo impedisce.

Stephane si apparta con Salah. Il poliziotto dice che il colpo è partito involontariamente al suo collega, chiede di fargli sistemare il problema promettendogli che il bambino se la caverà, Salah dice di volergli dare fiducia ma che non eviteranno la collera della gente. Chris va a prendere Issa ferito. In auto gli agenti vengono informati dell’avvistamento di un leoncino in un orto. I poliziotti recuperano il cucciolo e lo portano al circo. Zorro conduce Issa dentro alla gabbia di un grosso leone spaventandolo a morte, Stéphane interviene e lo fa smettere. Prima di condurre Issa a casa, Chris si accorda con lui sulla versione che dovrà dare sul suo ferimento. Stéphane tiene il video e affronta Chris che vorrebbe appropriarsene.

Quella sera i tre poliziotti tornano alle loro vite. Stéphane incontra Gwada in un bar e gli dice che una Flash-Ball non può sparare

Origine: Francia, 2019 Produzione: Chiristophe Barral, Toufik Ayadi per Srab Films; Coprodotto Rectangle Productions, Lyly Films Regia: Ladj Ly Soggetto e Sceneggiatura: Ladj Ly, Giordano Gederlini, Alexis Manenti Interpreti: Damien Bonnard (Stéphane/ Greaser), Jeanne Balibar (La commissaria), Alexis Manenti (Chris), Djibril Zonga (Gwada), Issa Perica (Issa), Al-Hassan Ly (Buzz), Steve Tientcheu (Il Sindaco), Almamy Kanoute (Salah), Nizar Ben Fatma (Lo spilorcio), Raymond Lopez (Zorro), Luciano Lopez (Luciano), Jaihson Lopez (Jaihson), Omar Soumare (Macha), Sana Joachaim (Bintou), Lucas Omiri (Smilzo) Durata: 102’ Distribuzione: Lucky Red Uscita: 18 maggio 2020

per caso e che ha intenzionalmente colpito Issa, lo accusa di essersi comportato come Chris e che avrebbe potuto uccidere il ragazzo. Poi gli dà la scheda video.

Il giorno dopo la squadra viene attaccata da un gruppo di ragazzi guidato da Issa. I poliziotti li inseguono e vengono assaliti da alcuni adolescenti rimanendo intrappolati nelle scale di un palazzo dove scoppia una guerriglia. Chris viene ferito in volto. Anche il Sindaco viene attaccato e gettato da una rampa di scale. Stèphane chiede aiuto bussando all’appartamento di Buzz ma il ragazzino blocca la porta. Issa accende una bottiglia molotov e sta per finire lo squadrone, Stéphane gli punta la pistola e gli intima di non farlo.

Sullo schermo una frase da “I Miserabili” di Victor Hugo chiude il film: “Tenete a mente questo, amici miei. Non ci sono cose come piante cattive o uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”.

II miserabili, ieri e oggi.

Le storie di tanti diseredati, emarginati e rabbiosi, per cui non c’è speranza, né pace, né redenzione, ieri come oggi.

La citazione da Victor Hugo posta a chiusura del film ne racchiude il senso più autentico.

Non a caso la pellicola di Ladj Ly, francese di origini maliane che si è fatto le ossa con i documentari (e qui al suo esordio nella regia di un lungometraggio), ha lo stesso titolo del romanzo di Hugo di cui rappresenta il contraltare moderno.

Il romanzo, pubblicato nel 1862, raccontava, “il destino, e in particolare la vita, il tempo, e in particolare il secolo, l’uomo e in particolare il mondo”.

Anche questi ‘miserabili’ del terzo millennio abitano nello stesso quartiere di Montfermeil dove Hugo aveva collocato la locanda della famiglia Thénadier e dove il regista è cresciuto (realizzando i suoi primi documentari insieme al collettivo Kourtrajmé da lui fondato).

I diversi episodi narrati nel film sono stati vissuti direttamente dal regista: la vittoria della Francia ai Mondiali, l’arrivo del nuovo poliziotto di quartiere, le riprese con il drone, la storia del leoncino rubato che provoca la collera di alcuni gitani proprietari di un circo. Ladj Ly ha filmato per anni con la sua videocamera tutto quello che accadeva nel suo quartiere (i titoli più riusciti sono 365 jours à Clichy-Montfermeil e A voix haute diretto con Stéphane De Freitas) fino a che un giorno filmò un vero e proprio abuso.

Il regista ha realizzato I miserabili prendendo spunto dai disordini di Parigi del 2005 e da un suo cortometraggio omonimo del 2017 che aveva ottenuto numerosi riconoscimenti.

Esente da qualsiasi tentazione manichea, il film non pone buoni da una parte e cattivi dall’altra, non ci sono i ragazzi cattivi e i poliziotti buoni, ma tanti personaggi dai contorni sfumati, con lati umani ma anche con aspetti più sordidi o quanto meno poco chiari, un mondo complesso in un contesto sociale fatto di disoccupazione e povertà. Molti personaggi sono controversi: è il caso del tale che si fa chiamare “Sindaco” o dei poliziotti, da una parte umani e simpatici, dall’altra prevaricatori. Tutti lottano per la sopravvivenza: compromessi, arrangiamenti, piccoli traffici.

Anche per gli sbirri valgono le regole: molti di loro hanno stipendi da fame e abitano in case misere negli stessi quartieri che devono sorvegliare. Il film fotografa un sistema in cui tutti sono vittime: abitanti e poliziotti. E poi c’è la questione etnica: bianchi, neri, magrebini, gitani. Anche tra i poliziotti ci sono bianchi e neri. E, tra uno scontro e l’altro, la polizia è costretta a fare accordi con i residenti.

Ladj Ly evita lo stile più facile: niente musica rap e niente montaggio da videoclip, ma una narrazione piana che pone in sequenza una serie di duelli. In un’alternanza continua tra alto e basso, il regista compone un film multiprospettico e multifocale. E così, dopo un prologo che catapulta dentro la realtà travolgente dei festeggiamenti per i Mondiali di calcio vinti dalla Francia, si viene trascinati, attraverso gli occhi di un poliziotto nuovo arrivato nella Brigata Anti Crimine, nella realtà di una banlieu che è come un campo minato che sta per esplodere.

Tutto può diventare ‘guerra’, ogni strada, ogni incrocio, ogni fermata dell’autobus, ogni tavola calda, ogni palazzo. In un drammatico gioco di prospettive: lo sguardo dal basso dei poliziotti sulla piccola criminalità di quartiere, e lo sguardo dall’alto del drone che registra tutto ciò che c’è di violenza e prevaricazione, diventando testimonianza e arma insieme.

A quasi venticinque anni da L’odio di Kassovitz, Ladj Ly dipinge un altro duro ritratto delle banlieu, dove non ci sono né condannati, né assolti e dove non c’è giudizio morale.

Con riferimenti importanti, dal Training Day di Fuqua ai polar di Olivier Marchal, I miserabili è una fulminante opera prima confezionata da una regia dinamica che non teme di sporcarsi le mani.

Tante storie: la vittoria della nazionale francese che accomuna tifosi originari dei paesi africani, il poliziotto cattivo contro quello buono, il dramma di una Flash Ball sparata in pieno volto dal poliziotto dalla mano pesante, la favola del leoncino rubato dal bambino cattivo punito dal gitano crudele (la scena nella gabbia del leone è una delle più potenti).

Su tutto, il drone guidato dal piccolo Buzz, occhio neutrale che

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