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Lucania. Terra, sangue e magia

bozzare il proprio, personale, autoreferenziale 8 ½.

Se Fellini fu maestro nel costruire il proprio mito, complice l’utilizzo, tra i primi, dello strumento del finto documentario (Block-notes di un regista, 1969), inseguendo sempre un posto di privilegio nella Storia e nascondendosi volutamente e costantemente dietro alla bugia del cinema, in questo Il ragazzo più felice del mondo Gipi sembra volersi necessariamente mettere a nudo, ostentando difetti personali e limiti d’autore, mancanza di idee e piattezza creativa, tanto da ammettere candidamente la totale inutilità di un’opera che gira su se stessa senza scopo alcuno. Resta a questo punto da comprendere quale collocazione fosse stata pensata dall’autore e dal produttore - Domenico Procacci, presente qui nella veste di se stesso - per un’opera che non ha neppure la forza e la voglia di giustificare la propria esistenza. Uscito nelle sale italiane nel febbraio 2018 (incasso totale circa trentacinquemila euro) Il ragazzo più felice del mondo è stato pubblicato, nel marzo 2020, per una fruizione gratuita, sul canale Youtube di Fandango in occasione del lockdown che ha coinvolto l’Italia durante la diffusione del Covid-19.

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GiorGio FEdErico mosco

di Gigi Roccati

Origine: Italia, 2018 Produzione: Federico Saraceni, Pilar Saavedra, Joe Capalbo per Fabrique Entertainment, Moliwood Films, con Rai Cinema Regia: Gigi Roccati Soggetto e Sceneggiatura: Carlo Longo, Davide Manuli, Gigi Roccati, Gino Ventriglia Interpreti: Joe Capalbo (Rocco), Angela Fontana (Lucia), Pippo Delbono (Carmine), Maia Morgenstern (Argenzia), Antonio Infantino (Antonio), Hristo Jivkov (Christo), Marco Leonardi (Don Fortunato) Durata: 85’ Distribuzione: 01 Distribution Uscita: 20 giugno 2019

RRocco è un vecchio agricoltore dell’entroterra lucano, rozzo e autoritario nei confronti della bella figlia Lucia, rimasta muta dopo la morte della madre Argenzia.

Tornato da una battuta di caccia, Rocco sgrida Lucia dopo averla vista di nuovo “parlare con il vento” e decide di chiamare la “maciara” (una sorta di maga) per scongiurare il male che la affligge. Non sa però che quel “vento” non è altro che la defunta madre che accompagna la figlia, le da consigli e la consola nei momenti di bisogno, cosa che Rocco non riesce a fare.

Lucia ama stare nella natura, danzare a piedi nudi nei boschi e guardare il padre mentre lavora.

Un giorno alla fattoria arriva Carmine, un malavitoso che chie-

de “gentilmente” a Rocco di poter sotterrare dei rifiuti tossici sotto la sua terra in cambio di soldi. Nonostante il rifiuto, quella notte lo scarico avviene ugualmente ma Rocco riesce a scacciare gli intrusi puntandogli contro il fucile.

La notte successiva però, due nuovi intrusi si presentano, questa volta per dare fuoco alla proprietà. Sentiti dei rumori, Rocco si sveglia, afferra il fucile e corre fuori. Questa volta è costretto a sparare uccidendo l’uno e mandando in coma l’altro. La piccola famiglia adesso è obbligata a fuggire in piena notte, nonostante l’attaccamento di Rocco alla sua terra, per evitare di essere rintracciata.

Nel frattempo Carmine deve fare i conti con Don Fortunato, il suo capo, promettendo di risolvere la situazione. Così si mette sulle tracce di Rocco e Lucia.

Dopo aver passato la notte tra i ruderi di un castello, i due si rimettono in cammino. Di fronte a un lago, chiedono un passaggio a un pescatore che li scorta fino alla sponda opposta. Da quest’ultimo vengono avvertiti che la terra su cui stanno mettendo piede è piena di morte e desolazione.

Approdati, trovano riparo in un paese fantasma, completamente abbandonato, dove dormono aspettando che faccia giorno.

Intanto all’ospedale, il ragazzo in coma, che scopriamo essere il figlio di Carmine, è ancora in condizioni gravi.

Al mattino Rocco e Lucia sono pronti a ripartire, ma Carmine li ha rintracciati. Costretti dunque a nascondersi, i due riescono a continuare il loro viaggio solo dopo averlo seminato.

Lungo il cammino, seguendo i sentieri creati dai briganti tempo addietro, Rocco accusa i sintomi della febbre ed è costretto a fermarsi. Nella notte Lucia è costretta a slegarsi dalla figura materna e prestarsi ad accudire il padre, che al mattino sembra stare meglio.

Un ultimo tratto di sentiero campestre e i due giungono da Antonio, un vecchio pastore, amico di lunga data di Rocco, che vive in un piccolo rifugio. Qui la giovane donna si scopre appassionata di musica e così Antonio decide di metter su un concerto improvvisato, durante il quale Lucia si scatena in un ballo popolare liberatorio attorno a un falò. Al mattino quest’ultima riacquista la voce.

Antonio suggerisce a Rocco di recarsi da un suo amico, Christo, utilizzando la corriera. Raggiunto il luogo, i due trovano grande accoglienza in una bella casa con un

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