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Il mostro di St. Pauli

di Fatih Akin

Origine: Germania, Francia, 2019 Produzione: Nurhan Sekerci-Porst, Fatih Akın, Herman Weigel, Bombero International Regia: Fatih Akin Soggetto: dal romanzo “Der goldene Handschuh” di Heinz Strunk Sceneggiatura: Fatih Akin Interpreti: Jonas Dassler (Fritz Honka), Margarete Tiesel (Garda Voss), Hark Bohm (Doornkat-Max), Marc Hosemann (Siggi Honka), Martina Eitner (Frida), Adam Bousdoukos (Lefteris), Katja Studt (Helga Denningsen), Jessica Kosmalla (Ruth), Tilla Krachtovil (Inge), Barbara Krabbe (Anna), Uwe Rohde (Herbert Nürnberg), Heinz Strunk (Veterano), Victoria Trauttmansdorff (Gisela), Greta Sophie Schmidt (Petra Schulz), Dirk Böhling (Il soldato Nobert), Lars Nagel (Nasen-Ernie), Tristan Göbel (Willi) Durata: 115’ Distribuzione: Bim Disribuzione Uscita: 29 agosto 2019

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AAmburgo. Quartiere di St. Pauli, primi anni Settanta: un’area malfamata frequentata da alcolizzati, prostitute, giocatori d’azzardo e altri reietti della società. Tra questi troviamo anche Fritz Honka (detto “Fiete”), un uomo ambiguo dall’aspetto deforme e ripugnante. Ha un lavoro fisso in fabbrica e vive in un piccolo attico nel più totale degrado; per spezzare la routine quotidiana, trascorre gran parte delle giornate a bere e ubriacarsi in un sudicio pub chiamato “Zum Goldenen Handschuh” dove cerca di adescare donne anziane e sole.

Un giorno, Fritz, dopo aver tentato, inutilmente, di avere un rapporto sessuale con una di loro (è impotente), la uccide e fa a pezzi il suo corpo; per non destare sospetti, dissemina parti del cadavere in vari punti del quartiere vicino alla sua abitazione. Poi però, a causa della sua gracile corporatura (e per indolenza), l’uomo inizia a conservare (da qui in avanti) le membra di tutte le donne uccise all’interno di uno sgabuzzino, tentando inoltre di mascherare il fetore nauseabondo di putrefazione con grosse quantità di deodorante e arbre magique al pino selvatico.

Quattro anni dopo, Fritz conduce a casa sua Gerda Voss, un’anziana donna viennese conosciuta all’interno del suo locale abituale, il “Zum Goldenen Handschuh”. Dopo averla fatta bere, l’uomo costringe la donna a fare sesso, ma, non riuscendo ad ottenere un’erezione, la usa violenza.

Il giorno seguente, Fritz, al rientro dal lavoro, trova ancora Gerda a casa sua, pur avendola obbligata ad andarsene; colto da uno scatto d’ira, l’uomo picchia ferocemente la donna per cacciarla via, ma, dopo aver notato la casa riordinata e ripulita, decide di farla restare. Quindi Fritz convince Gerda a firmare un contratto che la costringe a divenire sua schiava; inoltre, quest’ultima, secondo l’accordo, deve presentargli anche la figlia Rosi di trent’anni per fare sesso con lui.

Un giorno però, Gerda lascia Fritz a seguito delle sue continue umiliazioni e viene portata via da Gisela, una maggiore dell’esercito della salvezza che le promette una vita migliore. In preda alla rabbia, l’uomo attira con sé due vecchie donne ubriache, Anna e Inge, per costringerle a fare sesso con lui; ma una di loro, accortasi del pericolo, si rifiuta e fugge via, mentre Anna, rimasta ancora dentro casa, viene violentata e uccisa da Fritz.

In seguito, Fritz, dopo essere stato investito da un’auto, decide di riconsiderare la sua vita e smette di bere. Trova lavoro come guardiano notturno presso un grosso stabilimento di uffici e qui fa conoscenza con la donna delle pulizie Helga Denningsen e suo marito Erich. L’uomo si innamora di Helga e ricomincia a bere e ad ubriacarsi; poi tenta di stuprare la donna ma quest’ultima riesce a respingerlo e a scappare via da lui.

Tornato nuovamente al “Zum Goldenen Handschuh”, Fritz viene attratto da Frida, un’ex prostituta e reduce da un campo di concentramento nazista; dopo averla portata a letto, l’uomo la picchia a causa di una mancata erezione ma, in seguito, quando questa tenta di derubarlo, l’uomo la strangola e la uccide, colpendola ripetutamente con diverse bottiglie di brandy.

Successivamente, Fritz, inizia a pedinare Petra, una giovane e affascinante studentessa liceale per la quale nutre un’irrefrenabile eccitazione sessuale. Il suo scellerato tentativo di adescarla però, fallisce miserevolmente quando scopre che è scoppiato un grosso incendio nel condominio dove risiede. Al suo arrivo, i vigili del fuoco rinvengono numerosi corpi in stato di decomposizione e Fritz viene immediatamente arrestato dalla polizia locale.

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Presentato in concorso al Festival internazionale del cinema di Berlino, Il mostro di St. Pauli segna la prima incursione al genere horror di Fatih Akın (La sposa turca, Soul Kitchen) con un’opera violenta, marcia, malata e cattiva come poche che - pren-

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