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Il ragazzo più felice del mondo

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Jack in the box

Jack in the box

di Gipi

SSul nero: “Basato su una storia vera. I nomi dei luoghi e delle persone sono stati cambiati per rispettare la privacy dei diretti interessati”. In corsivo, il titolo del film. Voice over del regista che racconta e commenta quanto accade. Gipi, fumettista e autore del film, incontra il produttore Domenico Procacci e gli propone di lavorare insieme a una versione al maschile del film “La vita di Adele” di Abdellatif Kechiche, intitolato “La vita di Adelo”. Procacci ascolta attonito, mentre Gipi racconta le eventuali scene di sesso sfrenato tra i protagonisti. Lo stacco improvviso mostra gli immaginari titoli di testa di “Vita di Adelo”. Gipi decide poi di lavorare su un’altra storia. Si reca in Toscana e inizia le riprese di un documentario che racconterà la vicenda di Francesco, presunto fan di fumetti che, fingendo di essere un bambino, ha, negli anni, inviato a numerosi disegnatori la medesima lettera di complimenti per ricevere in cambio delle bozze di tavole. Gipi pubblica un post su Facebook e scopre che moltissimi colleghi hanno ricevuto, nell’arco di oltre due decenni, la stessa identica lettera. Decide allora di formare una piccola troupe composta da Gero Arnone, autore e produttore, Davide Barbafiera, fonico e Francesco Daniele, assistente tuttofare, per documentare le indagini sulla bizzarra vicenda.

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La troupe intervista così numerosi colleghi di Gipi, tra cui i fumettisti Laura Scarpa e Giacomo Nanni. Gipi contatta inoltre una grafologa che analizzerà la lettera del finto fan per delinearne il profilo psichiatrico. Le vicende vengono interrotte o accompagnate dalle riflessioni in voice over dello stesso Gipi, che aggiorna la moglie su quanto accade attraverso una serie di messaggi vocali e che spazia tra pensieri sulla fragilità del mestiere del fumettista, sulla stupidità dell’ego e sul controverso rapporto con i fan. Frattanto l’autore e la squadra allestiscono un vero e proprio quartier generale e scoprono che il finto fan vive in una località di mare e lavora come veterinario. Gipi viene poi contattato da un’importante casa di produzione interessata a sovvenzionare l’opera. In cambio, tuttavia, il protagonista dovrà licenziare gli amici. Al loro posto verranno inserite le famose attrici Jasmine Trinca e Kasia Smutniak. Gipi accetta la proposta e liquida i collaboratori, che si allontanano delusi. Poco dopo, tuttavia, si scopre che la produzione non aveva alcun interesse a valorizzare l’opera, tanto da pubblicare un montaggio di backstage in cui Gipi viene umiliato e preso in giro. L’uomo incontra la moglie, ma non riesce più a distinguere tra realtà e finzione. La donna va su tutte le furie e lo abbandona. Gipi chiede scusa agli amici e chiede loro di aiutarlo per la parte finale del progetto: andare dal presunto fan e smascherarlo. Gero, Davide e Francesco partono al fianco del regista verso la misteriosa città di mare dove abita il truffatore, ma, giunti davanti al citofono, decidono di tornare indietro. La perizia calligrafica ha infatti stabilito che il fan non avrebbe retto a un evento così traumatico. Tornato in città, Gipi ringrazia gli amici e saluta la moglie che lo ha perdonato. Il telefono squilla: Domenico Procacci ha accettato l’idea di produrre “Vita di Adelo”. Gipi sorride. Stacco al nero e titolo del film.

GGipi - all’anagrafe Gian Alfonso Pacinotti -, fumettista e illustratore originario di Pisa, torna a confrontarsi per la terza volta col gioco cinematografico dopo L’ultimo terrestre (2011) e Smettere di fumare

Origine: Italia, 2018 Produzione: Domenico Procacci per Fandango Regia: Gipi (Gian Alfonso Pacinotti) Soggetto e Sceneggiatura: Gipi (Gian Alfonso Pacinotti), Gero Arnone Interpreti: Domenico Procacci (Se stesso), Gipi (Se stesso), Davide Barbafiera (Davide), Chiara Palmieri (Chiara), Gero Arnone (Se stesso), Nathanaël Poupin (Nat), “i sacchi di sabbia” (I cavernicoli), Michele Rossi (“il rosso”), Mauro Uzzeo (La sensitiva), Francesco Daniele (Francesco), Anna Bellato (La direttrice di “megaproduzioni”), Kasia Smutniak (Se stessa), Jasmine Trinca (Se stessa) Durata: 90’ Distribuzione: Fandango Distribuzione Uscita: 8 novembre 2018

fumando (2012), approfondendo, in questo curioso Il ragazzo più felice del mondo, tutta la gamma poetica, personale, esistenziale e paradossale già abbozzata nei due precedenti lavori. Seguendo la traccia dell’opera di otto anni fa, il Gipi regista torna a palleggiare con il genere cinematografico, scegliendo stavolta l’approccio del mockumentary e ironizzando così sulla vasta risma di bizzarrie, personaggi e sgangherate case di produzione che attraversano la giungla dell’universo cinematografico italiano, ammiccando a Boris - impossibile non farci i conti se si tenta un certo tipo di discorso -, ma rivendicando una personale autorialità con cui tenta, a volte con efficacia altre meno, di sorvolare una quantità infinita di tematiche. Visitato da un’irrefrenabile urgenza di raccontare, nel suo terzo lungometraggio Gipi saltella da un episodio all’altro, mescolando senza filtro alcuno, nevrosi personali e vecchie amicizie, autoanalisi e riflessioni sul mestiere del fumettista, discorsi sul cinema e buffe annotazioni sull’assurdità del quotidiano, finendo per confermare che, tentazione fatale di ogni autore cinematografico, peggio ancora se italiano, è quella, prima o poi nel corso della carriera, di ab-

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