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Tornare

di Cristina Comencini

AAlice, giornalista italo-americana, non torna a Napoli dal funerale di sua madre Irene ma è costretta a rincasare per la morte di Patrick, suo padre, militare della Nato malato da tempo. La donna incontra Marc, uomo premuroso che lavora nella biblioteca della base e che da un anno andava a trovare Patrick per leggergli dei libri e gli articoli di Alice, di cui era fiero, sebbene non l’avesse mai confidato alla figlia. La protagonista vive del suo lavoro, prendendosi cura di suo figlio, avuto da un matrimonio fallito, dopo il quale non ha avuto più una relazione.

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Rimasta sola nella villa di famiglia per ricevere eventuali acquirenti, la donna inizia a ripensare al suo passato, dialogando con se stessa da adolescente e guardandosi fuggire di notte per dirigersi a una festa, durante la quale flirta con diversi coetanei, osservata da un misterioso ragazzo. Secondo Alice, Patrick la considerava troppo ribelle e viveva come una sfortuna l’avere due figlie femmine.

La protagonista incontra la suora che le insegnava inglese, che non ha mai perdonato Patrick per averla portata via improvvisamente da Napoli, prima del diploma. Alice racconta a Marc che sua madre aveva fatto perdere la testa a diversi ragazzi, ma il tutore che la crebbe la costrinse a cambiare per maritarsi.

La Alice adolescente è ancora vergine e non vuole fare sesso, divertendosi a tenere gli spasimanti sulle spine. Nonostante ciò, si considera una poco di buono e sceglie di diventare una ragazza seria per non deludere le aspettative del padre, sebbene l’adulta la inviti a viversi per come è. La giovane le confida di aver sentito il padre accusare Irene di ninfomania.

Alice inizia a provare dei sentimenti per Marc e i due si baciano. La protagonista incontra se stessa da bambina, mentre gioca con il piccolo Marc nelle grotte sotto la casa. Patrick rincasa ed è insospettito dall’abbigliamento elegante di Irene e geloso del rapporto tra Alice e il bambino, che caccia via.

Un collega di Patrick ricorda ad Alice la decisione del padre di costringerla a lasciare Napoli dopo una caduta dagli scogli che la donna sembra aver dimenticato. La protagonista intravede se stessa da adolescente allontanarsi con un ragazzo in un tunnel, per cui la segue e la ritrova nuda, livida e in stato di shock. Alice ricorda di essere stata violentata e Marc le confida che Patrick l’ha mandata via affinché non si sapesse, inventando l’incidente sugli scogli.

Marc decide di passare la notte da Alice per tranquillizzarla; le confida di essere il misterioso ragazzo che la seguiva e che è stato lui a riportarla a casa, dopo aver assistito allo stupro, non intervenendo affinché Alice imparasse la lezione e cessasse di frequentare uomini sbagliati, in modo da averla per sé, non immaginando che il padre la costringesse a lasciare Napoli. Mentre Alice tenta di fuggire, Marc incontra la protagonista adolescente e, mentre tenta di violentarla, viene colpito in testa dalla Alice bambina.

Dopo essersi riconciliata con il proprio passato, Alice lascia Napoli.

IIn accordo con la filmografia della Comencini, Tornare, thriller dell’anima scritto da un team di sole donne, indaga la femminilità nei suoi aspetti più

Origine: Italia, 2019 Produzione: Lionello Cerri e Cristina Comencini per Lumière & CO., Rai Cinema con il sostegno della Direzione Generale Cinema - Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Lazio Fondo Regionale per il Cinema e L’Audiovisivo Regia: Cristina Comencini Soggetto e Sceneggiatura: Giulia Calenda, Ilaria Macchia, Cristina Comencini Interpreti: Giovanna Mezzogiorno (Alice), Vincenzo Amato (Marc), Beatrice Grannò (Alice ragazza), Clelia Rossi Marcelli (Alice 10 anni), Marco Valerio Montesano (Marc ragazzo), Alessandro Acampora (Marc 10 anni), Trevor White (Padre di Alice), Astrid Meloni (Madre di Alice), Tim Ahern (Adam), Barbara Ronchi (Virginia) Durata: 107’ Distribuzione: Vision Distribution Uscita: 15 giugno 2020

intimi, centralizzato su quel desiderio sotteso ai ruoli femminili socialmente riconosciuti da un ethos di purezza e domesticità, osservando quel piacere considerato spesso una colpa, accusato da una società che, ancora oggi, non evita di puntare il dito verso una gonna troppo corta o un atteggiamento provocatorio che conduce necessariamente alla violenza come conseguenza ineluttabile, ricercata e quasi necessaria, in cui la vittima è costretta a pagare le colpe della propria sfrontatezza, colpevole a metà della propria punizione.

Giovinezza e maturità si alternano come regioni dell’anima

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