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Gaugauin

omesso e tutto viene mostrato senza mezze misure. Colpiscono gli improvvisi schizzi di sangue, le aggressioni e la violenza inconsulta che si staglia prepotentemente sullo schermo - esposte nella cornice rasserenante di un giardino perennemente baciato dal sole (e che la limpida fotografia di Thimios Bakatakis rende spaventosamente irreale) - che punta a scuotere e provocare lo spettatore.

Dogtooth non è un film surreale nel vero senso del termine. Non oltrepassa minimamente il senso di realtà. È un’opera che descrive una realtà altra rispetto a quella che conosciamo, una realtà che può apparire assurda e inconcepibile ma, da qualsiasi lato la si guardi, terribilmente possibile.

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Vincitore alla 62esima edizione del Festival di Cannes nella categoria Un Certain Regard, il secondo lungometraggio del cineasta originario di Atene ha ottenuto inoltre una candidatura agli Oscar 2011 come miglior film straniero. Rimasto inedito in Italia, è stato distribuito a sorpresa nell’agosto del 2020 da Lucky Red (dopo più di dieci anni dalla sua prima uscita) e con annesso divieto ai minori di 18 anni.

alEssio d’anGElo

GAUGUIN

di Edouard Deluc

PParigi, 1891. Paul Gauguin ha una moglie danese e cinque figli che non può mantenere. Sentendosi oppresso dall’atmosfera cittadina, dove non è rimasto più niente da dipingere, decide di partire nel tentativo di scoprire nuovi posti che possano risvegliare la sua ispirazione. La famiglia però decide di restare in Europa. La ricerca di paesaggi che stimolino la sua creatività lo porta sino in Polinesia, a Papeete, ma presto Gauguin si ritrova senza un soldo.

Sopravvissuto a un infarto, trova un amico nel dottor Vallin, che di tanto in tanto lo va a trovare. Stabilitosi nel villaggio di Mataiera, il pittore riscopre la sua passione, ma anche se stesso. Vive in una capanna, libero, senza codici morali ed estetici. Nell’arco di due anni Gauguin mette a dura prova se stesso, sperimentando la fame e la povertà e vincendo la solitudine e la malattia.

Ma Tahiti segna per l’artista un nuovo inizio, grazie anche alla conoscenza di Tehura, una giovane del posto che sposa e che diventa la musa ispiratrice di gran parte delle sue opere. Con la donna, molto più giovane di lui, l’artista instaura un rapporto segnato da emozioni forti e per certi versi anche ossessivo.

Tehura asseconda ogni fantasia di Gauguin e lui la ricambia come può, con le sue attenzioni e il suo amore. Fino a quando la donna conosce Jotépha, un giovane del luogo, che diventa apprendista del maestro. Tra i due nasce una segreta complicità. Intanto Paul prova a vendere le sue tele tramite l’amico medico anche a Parigi, ma nessuno sembra interessato.

Quando Paul si rende conto dell’infedeltà della moglie decide di trasferirsi con lei il più lontano possibile dal ragazzo e torna a Papeete. Stabilitosi in un villaggio, ormai ridotto in condizioni di estrema miseria, comincia a lavorare come mozzo al porto. Intanto tiene Tehura chiusa a chiave, per paura che scappi via.

Jotépha grazie alle opere intagliate nel legno si è arricchito e arriva nel villaggio per riprendersi la sua amata. Gauguin, distrutto dall’abbandono di Tehura, getta la spugna e decide di ritornare in Francia.

È sempre una difficile È impresa fare il biopic di un pittore, ma la vita di Gauguin era troppo ricca per non tentare di nuovo. Caratterizzato da uno spirito indomito e tormentato, un’anima visionaria e folle, Paul Gauguin aveva già ispirato infatti diversi film e documentari. Gli ultimi anni della vita del maestro furono a dir poco drammatici e controversi. Pittore di grande fama e celebrità, egli era però anche povero, tormentato e sempre più depresso da un senso di fallimento che fu alla base di quel viaggio a Tahiti scelto da Edouard Deluc come soggetto del suo film.

Gauguin (Gauguin: Voyage de Tahiti) nasce infatti dalla scoperta di Noa Noa, il racconto illustrato che Gauguin produsse nel suo primo soggiorno a Tahiti dal 1891 al 1893. È un’opera letteraria di grande poesia, una sorta di

Origine: Francia, 2017 Produzione: NJJ Entertainment, Move Movie, StudioCanal Regia: Edouard Deluc Soggetto: Basato su “Noa Noa” di Paul Gauguin Sceneggiatura: Edouard Deluc, Etienne Comar, Thomas Lilti, Sarah Kaminsky Interpreti: Vincent Cassel (Paul Gauguin), Tuheï Adams (Tehura), Malik Zidi (Henri Vallin), Pua-Taï Hikutini (Jotepha), Pernille Bergendorff (Mette Gauguin), Marc Barbé (Stéphane Mallarmé), Scali Delpeyrat (Hector il mercante d’arte), Samuel Jouy (Emile Schuffenecker), Durata: 102’ Distribuzione: Draka Uscita: 17 settembre 2020

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