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SICUREZZA

Aggressioni. Prevenirle con la qualità del lavoro

Preoccupano i dati su infortuni in sanità, conseguenze delle aggressioni. Necessaria una valutazione dei rischi a livello nazionale

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di Domenico Della Porta - Esperto FNOMCeO per la Prevenzione e Gestione Sicurezza Operatore Sanitari

Dei 28.281 infortuni del 2018 registrati dall’INAIL nel comparto sanità e servizi sociali, il 6% sono la conseguenza del rischio aggressioni, a conferma di quanto più volte dichiarato dal Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli sulla presenza di criticità legate a salute e sicurezza sul lavoro in una struttura sanitaria su tre. Il presidente Anelli si è espresso sulla necessità di avviare una concreta riflessione su questi preoccupanti dati, in considerazione anche degli elementi legati ai “fattori contribuenti” delle violenze in sanità, indicati nell’ultimo rapporto del 2015 del Sistema Informativo per il Monitoraggio degli Errori in Sanità (SI- MES) del Ministero della Salute, al cui primo posto figurano proprio le “criticità strutturali” negli edifici sanitari. Le aggressioni nei luoghi di lavoro sono diventate un tema di grande attenzione sociale, scientifica, sindacale e mediatica. A riprova di questo fattore si possono citare i continui interventi sul Quotidiano Sanità on line, spesso focalizzati sulla figure mediche o infermieristiche, ma anche le aggressioni agli insegnanti, agli addetti dei servizi sociali, la polizia penitenziaria, e la lista potrebbe continuare ancora a lungo.

Il problema è stato affrontato in modo frammentario, in particolare ci sono state carenze delle Valutazioni del rischio (VdR) generali, almeno nell’occasione della VDR su stress LC; se si fosse tenuto conto dell’esistenza del rischio di aggressioni e violenze, non solo quello da rapina in Banca da tempo affrontato, e fosse stata usata adeguata attenzione agli eventi sentinella che emergevano anche nei vari settori critici, forse oggi saremmo più avvantaggiati nel monitoraggio, nella formazione e nelle soluzioni. Nelle valutazioni dei rischi è mancato, soprattutto su questo tema, un atteggiamento empatico, con l’ascolto dei lavoratori e del loro malessere. Sia nelle valutazioni dei rischi che nella ricerca di soluzioni per il momento si è indirizzata l’attenzione soprattutto alla carenza di vigilanza puntando al suo rafforzamento e ad offrire supporto psicologico ex post. La Valutazione dei rischi dovrebbe, invece, considerare tutti i fattori sia del contesto che dell’organizzazione del lavoro: carenze di personale e quindi malessere degli utenti, lavoro da portare avanti in solitudine come

La Valutazione dei rischi dovrebbe considerare tutti i fattori sia del contesto che dell’organizzazione del lavoro.

quello degli assistenti sociali e domiciliari, inadeguata comunicazione nel rapporto con gli utenti, sino a “banali” problemi quali l’illuminazione, la possibilità di segnalazione, il layout di alcune postazioni critiche, tutti elementi da esaminare con perizia. I punti chiave sin qui: • analisi del contesto e dell’organizzazione del lavoro; • modalità di raccolta degli eventi, di valutazione del rischio specifico, interventi e procedure, formazione, supporto ex-post. A dimostrazione delle patologie riconosciute agli operatori sanitari oggetto di aggressioni, si stima che circa un quarto delle 423 denunce Inail di malattie professionali del 2019 legate ai disturbi psichici e comportamentali, riguarderebbero il comparto sanità e servizi sociali. Per rendersi conto del danno economico legato alle conseguenze delle cosiddette aggressioni nel comparto Sanità, basta considerare come nel 2017, secondo le proiezioni Inail, siano state 3.783 le giornate di lavoro perse, in netto aumento rispetto agli anni precedenti, con 1.522 giorni di prognosi nel 2014, 2.397 nel 2015 e 3.140 nel 2016. Quindi, nel 2017 i danni economici ammontano a 30 milioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale, contro i 12 milioni del 2014. Dal punto di vista dell’inquadramento nosologico e in ambito infortunistico Inail, ha precisato Patrizio Rossi, Sovrintendente Centrale Sanità Inail, non è agevole riconoscere tutti i casi di violenza a danno dell’operatore sanitario, talvolta per l’incompletezza di dati disponibili inerenti alla dinamica dell’evento, altre perché manca una lesione medica legalmente valutabile conseguente all’episodio di violenza.

Nel 2017 i danni economici ammontano a 30 milioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale, contro i 12 milioni del 2014.

Grazie alle moderne conoscenze tecniche e amministrative, oltre che agli esempi di buone prassi tratti da varie strutture sanitarie in Europa, è stato dimostrato come ottenere una buona e sana qualità del lavoro, anche per prevenire episodi di violenze e aggressione. In una specifica sezione, infine sono stati definiti ruoli e responsabilità del lavoratore, sottolineando che la partecipazione non è soltanto un loro diritto, ma è fondamentale per permettere una gestione efficace ed efficiente della salute e della sicurezza sul lavoro da parte del datore di lavoro. I lavoratori, infatti, conoscono i problemi che la loro attività lavorativa o funzione comporta, ma sono anche al corrente delle risorse disponibili per far fronte a tali problemi. Inoltre, la loro partecipazione accresce enormemente l’adesione dei lavoratori stessi alle misure di prevenzione adottate e ne prolunga l’efficacia nel lungo termine.

I DANNI DA VIOLENZA, IN NUMERI

28.281 infortuni nel 2018 nel comparto sanità e servizi sociali (INAIL) di cui il 6% conseguenza di aggressioni

Giornate di lavoro perse: 1.522

2017 > 3.783

2016 > 3.140

2015 > 2.397

2014 > 1522

Sanni economici

12 milioni nel 2014

30 milioni nel 2017

GLI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

Il datore di lavoro è obbligato a:

• garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori in tutti gli aspetti connessi con il lavoro;

• disporre di una valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante le ore di lavoro, inclusi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari;

• prendere misure appropriate affinché i lavoratori e/o i loro rappresentanti ricevano, conformemente alle legislazioni e/o prassi nazionali, tutte le informazioni necessarie al corretto svolgimento del proprio lavoro;

• attuare le misure necessarie in base ai principi generali in materia di prevenzione

• permettere la partecipazione di lavoratori e/o loro rappresentanti in tutte le questioni che riguardano la sicurezza e la protezione della salute in quanto la partecipazione non è solo un loro diritto, ma è fondamentale per permettere una gestione efficiente della salute e della sicurezza da parte del datore di lavoro

• determinare le misure da prendere e se necessario l’attrezzatura di protezione da utilizzare;

• garantire che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente e adeguata in materia di sicurezza e salute, sotto forma di informazioni e di istruzioni specifiche in riferimento al luogo di lavoro o alla funzione (in occasione della sua assunzione, di un trasferimento, dell’introduzione di un’attrezzatura di lavoro o di una nuova tecnologia);

• prendere le misure appropriate affinché i datori di lavoro dei lavoratori delle aziende esterne che intervengano nel suo stabilimento ricevano, conformemente alle legislazioni, adeguate informazioni in merito ai rischi per la salute e la sicurezza nel corso delle attività svolte nella propria struttura.

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