FOCUS INTERVISTA LUCIANO FLORIDI
“Non bastano più incentivi e disincentivi. Per stare tutti meglio dobbiamo collaborare” Secondo il filosofo Luciano Floridi politica e rappresentanza dovrebbero prendere ad esempio i processi di co-ownership e co-design delle filiere produttive, condividendo le scelte e mettendo a fattor comune i benefici
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n un momento storico complesso può essere utile rivolgersi alla filosofia. Se poi questa è concreta e calata sui grandi temi contemporanei (la trasformazione digitale, la sostenibilità ambientale, il diritto delle persone di essere rappresentate degnamente nei loro diritti fondamentali) bÈ ancora meglio. In occasione della pubblicazione del suo ultimo saggio, “Il Verde e il Blu” (Raffaello Cortina Editore ndr.) e del suo nuovo incarico all’Università di Bologna, abbiamo raggiunto il professor Luciano Floridi. Professor Floridi, che idea si è fatto della crisi politica italiana e dell’avvicendamento del governo Conte con il governo guidato da Mario Draghi? «L’idea che mi sono fatto è che la politica, a livello partitico e nazionale, abbia perso il contatto con il territorio. Dico territorio e non paese perché questa parola evidenzia le tante diversità regionali, culturali, economiche italiane. La
20 Imprese & Territorio
n° 02 - 2021
politica non mira esclusivamente a soddisfare egoismi, è chiaro, ma ha perso la capacità di rapportarsi alle necessità dei tanti territori che costituiscono il “mosaico” italiano. L’attenzione esclusiva verso i propri interessi e il gioco delle parti, hanno prodotto una situazione gravissima. Questo “gioco uno/due” è totalmente sganciato dalle esigenze reali del paese ed è per questo che la politica viene percepita come estranea, sorda al mondo ordinario al quale non sembra dare conto del proprio operato (accountability)». Un gioco pericoloso, perché ha delle conseguenze reali sulla vita delle persone… «È così. Il disequilibrio provocato dalla politica è unidirezionale, cioè la politica è sganciata dal territorio, ma il territorio vive le decisioni assunte dalla politica. E queste decisioni hanno un impatto vitale sulle generazioni presenti e su quelle future. Tutto questo è scoraggiante. Non bisogna però cadere nell’errore di pensare che questo processo