TERZO SETTORE
Condivisione e co-progettazione. Ecco come cambia il rapporto tra PA ed enti del terzo settore Un’intervista ad Alceste Santuari, professore associato all’Università di Bologna e tra i massimi esperti in materia
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na parte fondamentale della società civile italiana, composta da enti non profit, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale, da alcuni anni è impegnata nelle trasformazioni imposte dalla riforma del Terzo Settore (D.lgs 117/2017). Per comprendere come la riforma ha modificato i rapporti tra enti pubblici ed enti del terzo settore abbiamo raggiunto Alceste Santuari professore associato all’Università di Bologna, dove insegna, tra gli altri, Diritto degli enti non profit e dei partenariati pubblico privati, per capire l’impatto di questi cambiamenti. Professor Santuari, alla luce dei cambiamenti imposti dalla riforma, cosa cambia nei rapporti tra enti del terzo settore ed enti pubblici? «La novità è che la pubblica amministrazione condivide, dialoga, progetto con i corpi intermedi non da una posizione di “forza” ma
Gianluca Levratti Referente categoria Terzo Settore
40 Imprese & Territorio
n° 04 - 2021
quale partner. Non decide più ciò che va bene e male, quanti soldi dare e come. Ma concerta insieme agli enti del terzo settore formule innovative di co-progettazione e convenzioni che riguardano l’erogazione di servizi di particolare rilevanza sociale, in un’ottica che premi l’efficacia e l’efficienza. La PA è ora più che mai chiamata a dialogare con questi enti». Lei ha supervisionato le linee guida sulla co-progettazione tra amministrazione comunale ed Enti del Terzo Settore del comune di Bologna, approvate nel mese di febbraio 2020. Cosa ha prodotto questo lavoro? «Innanzitutto è stato un percorso innovativo per la metodologia seguita. Sono Linee guida elaborate in condivisone con tutti gli uffici competenti del Comune. Abbiamo voluto tenere buono quanto già esisteva ed allargato a tutti i potenziali soggetti non profit, quindi non solo agli ETS iscritti al Regi-
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