La Piazza di Treviso - Febbraio 2023

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NUOVO AEROPORTO: IL MASTER PLAN È ARRIVATO AL MINISTERO DEI TRASPORTI

SI ACCENDE LA CAMPAGNA ELETTORALE PER LA CONQUISTA DI TREVISO

Dopo gli annunci ufficiali del sindaco uscente Conte, del candidato civico del centrosinistra De Nardi e del 5stelle Mestriner, anche Rocco (Terzo Polo) scioglie le riserve e si presenta alla città

Il piano, che vale 53,2 milioni di euro, ridisegna l’area con l’ampliamento del terminal e dei parcheggi. Entro giugno la nuova passerella pedonale Servizi alle pagg. 6, 8 e 9

Vent’anni dopo

Antonio Di Lorenzo >antonio.dilorenzo@givemotions.it<

Sembra di rivivere la trama di “Vent’anni dopo” di Alexandre Dumas padre, quando D’Artagnan va a cercare i suoi vecchi amici moschettieri e li ritrova, certo, ma totalmente cambiati. Aramis è diventato abate e appoggia La Fronda nemica di Mazzarino; Porthos è un conte infelice perché vuole diventare barone; Athos è tutore di un rampollo che forse è anche suo figlio. E anche lui, D’Artagnan, s’è venduto al cardinale per ottenere una promozione. Insomma, i protagonisti sono rimasti se stessi ma la vita li ha trasformati nel profondo. Come succede più o meno a tutti. segue a pag 5

Al centro del giornale scopri l’inserto con le nuove offerte

IL CONGRESSO La Lega rielegge segretario Dimitri Coin 9 EMERGENZA CASA Uno stabile di 24 nuovi alloggi Erp a Monigo 12 SANITÁ Allarme obesità per i bambini trevigiani 13 VIABILITÁ Inaugurata la nuova rotonda di Codognè 20 PRONTO SOCCORSO Enrico Bernardi è il nuovo primario 14 LA GRANDE MOSTRA Arturo Martini al Bailo dal 31 marzo 21
Servizio a pag. 5
FEBBRAIO 2023
Periodico d’informazione localeAnno XXX n. 41
di Treviso
Notiziario
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del giornale L’INFORMAZIONE LOCALE
Notiziario delle 11:30
delle 18:30
delle 17:30

NOI SIAMO verde

ANTENORE verde

Il nuovo aeroporto è una realtà sempre più vicina

S ono quattro le notizie che riguardano il presente e il futuro dell’aeroporto Canova. La più recente è anche la più importante e attesa. Arriva da Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile, che a inizio mese ha finalmente avviato il procedimento di accertamento della conformità urbanistica del Master Plan al 2030 di Aertre-Save presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Un “finalmente” giustificato dal fatto che si stava aspettando questo passo dall’inizio del 2021 (va anche ricordato che il primo progetto, poi ricalibrato, risale al 2017) e che, qualora il Ministero in questione approvi il tutto, i lavori di ampliamento e di riorganizzazione dell’aeroporto potranno partire. Un piano che vale 53,2 milioni di euro e che prevede il ridisegno dell’intera area dello scalo alla luce dello scenario di traffico aereo e il miglioramento della qualità dei servizi. Più parcheggi quindi, oltre alla razionalizzazione della viabilità di accesso, l’adeguamento normativo delle superfici di sicurezza delle infrastrutture di volo e l’ampliamento del terminal passeggeri. La passerella pedonale sulla Noalese – e questa è la seconda notizia – dovrebbe essere già realizzata entro giugno, indipendentemente dalla conclusione dell’iter del Master Plan, al quale non appartiene. La terza è che lo scalo trevigiano nel 2022 è riuscito a recuperare l’81% dei flussi pre-pandemia: oltre 2,6 milioni di passeggeri, con un volume medio di 250mila passeggeri al mese nel periodo estivo. Le rotte principali sono state Bruxelles, Bucarest, Tirana, Lamezia Terme e Parigi. A proposito di rotte, ecco la quarta notizia. Con l’arrivo dell’estate Ryanair porta a Treviso 10 nuove rotte: Corck, Crotone, Danzica, Katowice, Marsiglia, Minorca, Santander, Tallin, Tolosa e Saragozza. A queste si aggiungeranno complessivamente 14 voli settimanali in più con destinazione Alicante, Bruxelles, Bucarest, Malaga, Malta, Siviglia, Vilnius e Praga. (s.s.)

È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.

Vent’anni dopo

Dopo le ultime elezioni si respira la stessa aria trionfante di vent’anni fa, quando il centrodestra di Berlusconi era vincente e la bandiera era il famoso 61 a 0 della Sicilia, ottenuto polverizzando gli avversari. Per carità, la destra-centro di Meloni oggi ha tutto il diritto di cantare vittoria, perché ha davvero trionfato in Lombardia e nel Lazio. E la maggioranza di governo è più salda. Vero. Alla pari dei moschettieri tutto è come allora ma tutti i protagonisti sono cambiati. A sinistra non ci sono più D’Alema e Prodi, a destra c’è una coalizione assai diversa, oggi con baricentro spostato e come leader una deputata che ha i toni grintosi e non quelli melliflui dell’ex cavaliere; non c’è neanche più neanche la Lega schiacciasassi d’un tempo come non esiste più l’Ulivo, bensì un Pd che cerca se stesso neanche fosse Diogene ed è anima di una sinistra come sempre divisa e litigiosa.

Tutti sono se stessi e tutti sono cambiati. Anche l’elettorato non è più lo stesso: sei elettori su dieci sono rimasti a casa. Dato allarmante quant’altri mai. Perché? Perché gli elettori non hanno sempre ragione, spiega Calenda. Troppo comodo. Invece sì, in democrazia vince chi vota e ci si deve interrogare di fronte alla marea di persone rinunciatarie verso questo diritto. Intanto non è più vero che a votare vanno soprattutto gli elettori con una motivazione ideologica: alta astensione uguale vittoria della sinistra, si sosteneva. No. Alta astensione vuol dire che sono stati a casa tutti, di qui e di là. E ha vinto la destra.

il Master Plan al Ministero dei trasporti:

un piano da 53,2 milioni di euro

Poi queste elezioni hanno visto affievolirsi l’idea di un centro ago della bilancia: non è così, al massimo è un centrino. Invece bisogna ammettere che gli elettori stanno a casa perché le proposte non hanno affascinato né sono state affascinanti.

Quando ci sono in ballo questioni che toccano nel profondo, le persone si muovono: al referendum del 2016, quello che perse Renzi, l’afflusso fu alto; alle elezioni di settembre nel Veneto la percentuale è stata superiore alle regionali del 2020. Si voleva dare una spallata. Stavolta no. Tocca all’opposizione, come da copione, intercettare il cambiamento: altrimenti Meloni & c. governeranno cinque e altri cinque anni.

Questa edizione raggiunge i quartieri di Treviso per un numero complessivo di 32.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199

Chiuso in redazione il 17 febbraio 2023

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Verso il voto amministrativo

La corsa a Ca’ Sugana. Il candidato del Terzo Polo si è presentato, annunciando una campagna elettorale per quartiere

La visione di Treviso secondo Rocco “Un bravo sindaco fa anche scelte impopolari”

Saranno due le liste a sostenerlo, una politica e di esperienza e l’altra civica formata solo da giovani under 35 “Gli unici nemici da battere non sono gli sfidanti alle elezioni ma l’inquinamento e le solitudini nate con la pandemia”

Annuncia dieci campagne elettorali, una per ogni quartiere della città, perché è lì che si costruisce la qualità della vita dei cittadini. Afferma che gli unici nemici contro cui combattere non sono i tre rivali nella corsa alla conquista di Ca’ Sugana, ma l’inquinamento e quelle solitudini e fragilità emerse con grande prepotenza durante la pandemia. Dipinge la sua visione di Treviso, fatta di grandi progetti e di piccole cose che facciano battere il cuore, di coesione, di attenzione all’ambiente, al sociale, alla sanità e alle persone che si sentono escluse. Vuole una Treviso ambiziosa e lo fa in una manciata di minuti, microfono in mano, parlando a braccio, sotto la Loggia dei Trecento. Nicolò Rocco sceglie la piazza della trevigianità (“non una stanza chiusa o i social”, sottolinea punzecchiando gli avversari) per presentare pubblicamente la sua corsa. Una trevigianità che il candidato del Terzo Polo – che con i suoi 33 anni è il più giovane dei quattro sfidanti delle amministrative di primavera – fa capire di vestire in toto fin dalla nascita all’ospedale Ca’ Foncello, l’asilo al Bricito, il liceo Canova, l’impegno in consiglio comunale iniziato nel 2013, quando a 23 anni è stato eletto per la prima volta con la maggioranza dell’ex sindaco

Giovanni Manildo nelle fila di quel Partito democratico di cui due anni prima era diventato segretario regionale giovanile e che ha deciso di lasciare qualche mese fa, scelto poi da Carlo Calenda come capogruppo di Azione a Palazzo dei Trecento e ora, con la benedizione di Italia Viva, pronto a provare a misurare se stesso e il nuovo soggetto politico, forte del buon risultato delle politiche di settembre.

“So di non essere solo in questa scelta, che sono convinto di poter fare con la massima libertà”. È circondato da molti giovani: quelli di TEDxTreviso di cui da sei anni è presidente e licenziatario, ma soprattutto quelli che correranno in una delle due liste, la civica del sindaco, composta unicamente da under 35 che in questi mesi saranno chiamati alla formazione politica e amministrativa

(“Perché non ti candidi se non sai chi era Tina Anselmi”, sottolinea Rocco) e che dovranno presentare un curriculum sia di studi che di esperienze nel mondo del volontariato. L’altra lista, quella politica, sarà riservata all’”esperienza”.

Cita don Primo Mazzolari (“A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca”) per spiegare il suo impegno e San Paolo (“gareggiate nello stimarvi a vicenda”) per lo stile che intende dare alla sua campagna elettorale: “L’atto più rivoluzionario del mondo è costruire ponti”, afferma e definisce gli altri sfidanti “persone buonissime”, Mario Conte un sindaco molto presente che è riuscito a portare a casa i bandi europei e ha avviato la realizzazione del sistema fognario, Giorgio De Nardi (che era lì ad ascoltarlo) un bravissimo imprenditore.

Ma Nicolò Rocco, al di là del-

le parole buone, della cultura personale e della scelta di un linguaggio non ostile, mette sul piatto anche visione e punti programmatici. A cominciare dalla sfida di riportare i giovani a Treviso: “Dopo importanti esperienze all’estero o nelle grandi città, devono poter credere nella qualità della vita che Treviso offre. Che significa anche andare incontro alle tante solitudini di chi, per guardare con fiducia e speranza al futuro, ha bisogno di capire che la città continua a crescere. Chi va via, infatti, rende la città più povera”. Mette al centro la cultura, con la proposta di realizzazione di un auditorium “capace di dare più voce alla nostra rete straordinaria di festival e di attrarre convegni e professionisti”. Lo sport, con la realizzazione di un centro sportivo polifunzionale. La salute, ricordando che proprio

a lui l’allora sindaco Manildo affidò la delega ai rapporti con l’azienda sanitaria nella delicata fase dell’accordo di programma per la nascita dell’Ulss unica provinciale e di quella che definisce “parte integrante della città”, la Cittadella della Salute. “Serve una presenza forte di Treviso nella conferenza dei sindaci”, afferma. Non certo da ultimo, l’ambiente. Che, dopo la laurea in Scienze politiche a Padova e un master a Londra, è diventato la sua professione in quanto partner di una società benefit che assiste le aziende nei processi di trasformazione sostenibile. “Per combattere il particolato, proporrò la piantumazione di siepi verdi lungo il Put”, annuncia il candidato del Terzo Polo. Uno per il quale un buon politico “fa anche cose impopolari”.

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Ascom detta l’agenda ai candidati “Equilibrio fra turismo e residenzialità”

La mattina successiva alla sua rielezione fino al 2028 alla guida del mandamento di Treviso di Ascom-Confcommercio, Federico Capraro è entrato nuovamente in campagna elettorale. Non la sua, quella l’ha già vinta. Su quella della città, per la quale ha un’agenda piena di idee chiare e che definisce “molto importante perché incide sul Pnrr e sulla costruzione della Grande Treviso”. Capraro – il cui mandamento assomma oltre a quella del capoluogo le delegazioni di Conegliano, Mogliano, Roncade, Montebelluna e Asolo – ha preannunciato che chiederà un incontro a Mario Conte, sindaco uscente e candidato per il secondo mandato, “per sapere quali progetti e quali programmi lascia nei cassetti”. Dopodiché arriveranno le proposte di commercio, turismo e servizi. Un “dopodiché” che però non lo ha fre-

nato dall’anticipare i temi sui quali Ascom Treviso si vuole confrontare con tutti i candidati (residenzialità, vivibilità, città universitaria e città turistica) e dal mettere già sul piatto della competizione le proprie posizioni sui grandi nodi.

Commercio. “Nei cinque anni di mandato vogliamo continuità di collaborazione a sostegno delle attività commerciali, che poi significa a sostegno della città”, ha affermato Capraro, che ha richiamato quanto fatto durante la pandemia relativamente ai plateatici, “arrivati finalmente a essere considerati attività sociale”.

Turismo e residenzialità. Il rischio di svuotamento del capoluogo si evita solo “equilibrando turismo e residenzialità”. Per Capraro “non è sufficiente fare i bandi, ci vogliono le politiche attive in base alla Treviso che voglia-

mo e se vogliamo una Treviso da vivere allora è necessario muoversi”: dalla residenza per le famiglie all’ospitalità degli studenti universitari e a quella di chi affluisce alla Cittadella della Salute, con scelte forti e determinate. Senza dimenticare i grandi eventi,

sinonimo di grandi opportunità. Il presidente di Ascom guarda anche oltre, convinto che i campanilismi e i luoghi comuni vadano superati e che il territorio debba essere sprovincializzato. “Dov’è l’aeroporto delle Colline del Prosecco? Dov’è l’aeroporto delle Dolomiti e delle Olimpiadi di Cortina?”, ha chiesto retoricamente. Colline del Prosecco e Olimpiadi “sono anche di Treviso e dell’intera provincia” e “il turismo ha come unico confine il bello”, ha affermato. Insomma, il suo è un chiaro sì a portare il gonfalone dell’Unesco nel capoluogo. Grande Treviso. “È motivo di attrazione non solo per coloro che la vengono a visitare, ma per i capitali che vengono a investire. Secondo me – ha messo in chiaro Capraro – è un processo inevitabile, che va gestito bene nell’equilibrio delle varie componenti”. Pedonalizzazione. “Si parla

delle stesse cose da vent’anni senza fare nulla”, è stata la premessa. La posizione di Ascom Treviso è quella di una pedonalizzazione del centro storico della città a fisarmonica, perché “non tutti i giorni sono uguali, non tutte le settimane sono uguali e non tutti i mesi sono uguali”. No pertanto a un’unica regola che non tenga conto della diversità dei flussi e dell’importanza degli equilibri. Prima di tutto, però, “È necessario realizzare i servizi in funzione alla pedonalizzazione”.

Appiani e Sant’Artemio. L’idea di Ascom, da sempre contraria alla Cittadella delle Istituzioni, è di trasferire la Provincia all’Appiani per avvicinarla alla città e dare al Sant’Artemio nuovo impulso in ottica di Grande Treviso. Magari trasformandolo in campus universitario.

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Federico Capraro. Il neo rieletto presidente del mandamento del capoluogo interviene sulla campagna elettorale
In foto, Federico Capraro

L’elezione. Dopo quattro anni di commissariamento, il 52enne deputato riguiderà la segreteria provinciale

La Lega trevigiana torna a Coin: l’uomo di Gobbo vince, ma il partito è spaccato

Dimitri Coin torna a essere il segretario provinciale della Lega. Con 306 voti, il 52enne deputato e vicecapogruppo in Parlamento ha portato a casa il congresso della Marca, spuntandola di appena 13 voti sul favorito Riccardo Barbisan, capogruppo in consiglio comunale a Treviso ed ex consigliere regionale, sostenuto dai vertici regionali (Stefani) e dallo stesso Matteo Salvini. Sconfitto, ma pure lui con un margine limitato, anche l’ex sindaco di Castelfranco Veneto ed ex deputato Luciano Dussin, che si è fermato a 250 voti: aveva dalla sua sindaci, dissidenti che fanno capo all’europarlamentare Toni Da Re, la maggioranza del consiglio regionale oltre all’appoggio (mai dichiarato) di Luca Zaia e di Mario Conte: una candidatura nata all’indomani del voto politico dello scorso settembre, che nel territorio aveva mandato un chiaro segnale di insofferenza rispetto alla linea nazionale del Capitano. Si riparte da dove tutto era stato lasciato prima dei quattro anni di commissariamento: da Coin a Coin, uomo di Gian Paolo

Gobbo, che ora deve fare i conti con la gestione di un partito nettamente spaccato in tre. Ci sarà da cucire, da mediare. “Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati, con l’unità della squadra, per ritornare a lavorare in assoluta armonia e riportare i cittadini a essere al nostro fianco”, sono state le parole di esordio di un Coin emozionato, che ha subito voluto accanto a sé i due sconfitti e abbracciandoli

ha dichiarato: “Questa è la Lega, sono sicuro che torneremo a occupare lo spazio che meritiamo in provincia di Treviso”.

“Coin dovrà tenere conto che gran parte dell’assemblea ha espresso un voto diverso da quello per la sua segrete-

Uno scarto di appena 13 voti con Riccardo Barbisan mentre Luciano Dussin si ferma al 29% Tre anime e nessuna maggioranza netta che il segretario è chiamato a provare a unire con la mediazione

ria”, ha dichiarato Barbisan. Estremamente critico Dussin: “Ho cercato di interpretare il messaggio del 25 settembre da parte dei nostri elettori, estremamente critici verso la dirigenza. Con questa vittoria siamo lontani dal pensiero dei soci di maggioranza del nostro partito, perché probabilmente sono prevalse le logiche di ammorbidimento nei confronti di via Bellerio, con l’obiettivo più che della guida della segreteria provinciale di quello della Liga Veneta da Padova con il prossimo congresso. E i nostri elettori dovranno aspettare ancora”.

Verso il voto. I primi passi della campagna elettorale

De Nardi: “Treviso ha bisogno di cambiare”

Il primo grande impegno del nuovo segretario della Lega trevigiana, Dimitri Coin, è il voto di primavera nel capoluogo. “Si deve subito fare squadra insieme per le comunali”, ha dichiarato a caldo il sindaco Mario Conte che – forte anche dei sondaggi – sta gestendo questa fase di campagna elettorale semplicemente amministrando la città e presenziando a 360 gradi eventi e iniziative. Conte si è anche confrontato faccia a faccia con gli studenti del liceo Da Vinci – in un incontro promosso, non senza polemiche, da “Per Treviso” dell’ex assessore manildiano Ofelio Michielan - sul ruolo di un sindaco e sui bisogni della città.

Il candidato civico della coalizione formata da Partito democratico, Treviso Civica, Coalizio-

ne Civica, Volt e Europa Verde Giorgio De Nardi prosegue con la sua strategia di incalzare e punzecchiare mediaticamente il sindaco uscente con quelle che definisce “ricette”. Una delle ultime in ordine di tempo riguarda l’emergenza abitativa: una serie di misure concrete di fronte a 6.948 case sfitte in città (dato che Conte ribatte essere relativo a tutta la provincia). De Nardi propone la modulazione delle aliquote Imu per favorire la messa a disposizione degli appartamenti sfitti, l’attivazione del fondo di garanzia per gli affitti a vantaggio dei locatori, la promozione di percorsi di auto recupero del patrimonio edilizio con cooperative di abitazione e l’accesso a finanziamenti regionali, il vincolo di nuove costruzioni residenziali a una

percentuale di alloggi a prezzi accessibili per le famiglie meno abbienti, l’avvio di un piano pluriennale di ristrutturazione del patrimonio immobiliare comunale, la revisione del piano ERP e la facilitazione dell’iter amministrativo per le ristrutturazioni.

L’8 febbraio si è tenuta l’assemblea degli iscritti del Movimento 5 stelle di Treviso, che candida a sindaco Maurizio Mestriner. “Riportare il Centro al Centro” è una delle prime proposte presentate via social alla cittadinanza: far cioè rivivere Treviso, che deve essere il più importante centro di aggregazione e interesse, a partire dai giovani e dalle loro famiglie, ponendo fine alle speculazioni cementizie e di interessi di una parte minore della popolazione.

www.lapiazzaweb.it 9 Il Carroccio a congresso Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
Dimitri Coin, al centro con Gian Paolo Gobbo, a sinstra Riccardo Barbisan e a destra Luciano Dussin

Il monitoraggio. Prefettura e Provincia hanno presentato un bilancio pesante, fatto di 66 morti e oltre 2500 feriti

Alcol, sostanze stupefacenti e distrazioni 2022, l’anno orribile sulle strade della Marca

È il dato peggiore dal 2016, costellato di tragedie. Il prefetto Sidoti: “Comportamenti scorretti alla guida”. Sono state 718 le patenti sospese per stato di ebbrezza: in due notti di controlli, 91 gli ubriachi al volante

Sessantasei morti, 2574 feriti. Sono i numeri che fotografano le conseguenze degli incidenti sulle strade della provincia di Treviso nel 2022. Un anno costellato di tragedie e che il rapporto annuale del Centro di monitoraggio formato da Prefettura e Provincia conferma essere il dato più alto dal 2016 in avanti. Anche se, va ricordato, la Marca ha alle spalle un ventennio pesantissimo: nell’anno 2000 si piansero 151 vite spezzate. E proprio in quell’anno iniziarono a moltiplicarsi investimenti e iniziative di informazione e sensibilizzazione – dalla realizzazione di grandi infrastrutture viarie all’educazione stradale nelle scuole – che in dieci anni ridussero del 50 per cento i morti. Rispettando gli obiettivi fissati dall’Unione europea. Un bilancio che preoccupa di per sé e che fa suonare un doppio campanello d’allarme quando nell’analisi dei dati si passano al setaccio le cause degli incidenti. “Principalmente – sottolinea il prefetto di Treviso, Angelo Sidoti – ci sono comportamenti scorretti alla guida. Il mancato rispetto di precedenze o semafori, l’alta velocità, l’alterazione psicofisica alla guida”.

Cause emerse dai controlli coordinati di forze dell’ordine e polizie locali nelle serate tra il 28 e 29 ottobre e il 22 e 23 dicembre e che confermano quella che Sidoti definisce una “preoccupante tendenza”.

Ci si mette alla guida in condizioni di non lucidità, senza cinture di sicurezza, si utilizza lo smartphone e soprattutto ubriachi. Sono 91 i casi di guida in stato di ebbrezza rilevati nelle due nottate di controlli, 94 i fermati privi di cintura di sicurezza, 14 coloro che stavano impiegando dispositivi elettronici mentre guidavano. Nel corso dell’intero 2022 sono state sospese 1.036 patenti e in 718 casi la causa è stata proprio la guida in stato di eb-

brezza. Ben 42 le sospensioni per guida in stato di alterazione dovuta all’assunzione di sostanze stupefacenti, 23 per omissione di soccorso in caso di incidente.

“È fondamentale unire gli interventi di messa in sicurezza della viabilità a iniziative di sensibilizzazione sulla guida sicura che raggiungano tutte le

fasce di età. Per questo – spiega il presidente della Provincia, Stefano Marcon – l’anno scorso abbiamo avviato il tavolo per la sicurezza stradale, che a oggi riunisce trenta soggetti fra istituzioni, forze dell’ordine e associazioni, con l’obiettivo comune di diffondere una cultura della sicurezza tra tutti gli utenti della strada, automo-

bilisti, ciclisti, pedoni”. A proposito di pedoni, negli ultimi dieci anni sono stati 730 i casi di investimento e il fenomeno sembra orientato a peggiorare. Dai risultati emerge che a essere maggiormente a rischio sono i minorenni e i giovani nella fascia 18-20 anni, oltre ai pedoni tra i 65 e gli 80 anni. Per questi ultimi gli esiti dell’investimento risultano spesso mortali.

“Da vent’anni la Provincia porta nelle scuole lezioni di educazione stradale. Con l’avvio del nuovo anno scolastico sono già oltre quattromila gli studenti coinvolti”, afferma Marcon. “Lezioni che – aggiunge Luisa Celeghin, referente per le politiche giovanili dell’Ufficio scolastico territoriale di Treviso – sono un punto di partenza fondamentale per formare cittadine e cittadini consapevoli dei rischi conseguenti a un uso scorretto delle strade e dei mezzi con cui ci si sposta. Da settembre a marzo sono 25 su 37 gli istituti che hanno richiesto le lezioni della Provincia”.

Dal monitoraggio emerge che il mese più critico dello scorso anno è stato settembre, con ben 11 incidenti mortali. La fascia oraria più a rischio (apice di mortalità) è quella che va dalle 17 alle 18, mentre i giorni della settimana con il numero maggiore di incidenti mortali sono il giovedì e il sabato, seguiti dal lunedì e la domenica. Scontro frontale, laterale e fuoriuscita in solitaria le principali tipologie. La distrazione la causa principale. (s.s.)

www.lapiazzaweb.it 10 Sicurezza stradale

Cosa succede in città

Emergenza casa. Sbloccati i lavori dell’edificio

di via Castagnole finanziato da Ater Treviso

Con uno stabile di 24 nuovi alloggi finalmente riparte il cantiere ERP

La prima badilata l’hanno data il sindaco Mario Conte con il presidente, la vicepresidente e il consigliere di Ater Treviso, Mauro Dal Zilio, Marina Bonotto e Oscar Borsato. Il resto spetta alla ditta appaltatrice, la Ranzato Impianti di Padova, che realizzerà a Monigo, in via Castagnole, uno stabile con 24 alloggi di edilizia residenziale pubblica. Costo dell’operazione: quasi 1,5 milioni di euro, finanziati dalla stessa Ater nell’ambito del Piano nazionale edilizia abitativa e del Piano strategico politiche della casa nel Veneto. L’edificio sarà dotato di tecnologia energetica a pieno risparmio, dai pannelli fotovoltaici al cappot-

Sullo stesso terreno, a Monigo, verrà costruita una palazzina gemella, entrambe realizzate a basso impatto ambientale: dal fotovoltaico al cappotto fino alla caldaia di ultima generazione

to termico, fino alla caldaia di ultima generazione per garantire costi di gestione e ambientali a bassissimo impatto. Una posa della prima pietra a metà, a dire il vero: i lavori erano già iniziati nel 2018, ma avevano subito uno stop a seguito del fallimento della ditta appaltatrice. Ora si riparte, dopo un nuovo iter burocratico, una nuova gara per l’affidamento dei lavori e la conseguente aggiudicazione. Nello stesso ter-

reno sarà realizzato un edificio “gemello” di altri 24 alloggi. Si tratta, come ha voluto sottolineare il sindaco Conte, di un cantiere fondamentale e di una “risposta concreta all’emergenza casa”. Proprio nei giorni in cui Ater Treviso sta operando a tamburo battente sul nuovo bando di edilizia residenziale pubblica, la cui chiusura è prevista per il 1° marzo, dopodiché verrà formata la graduatoria degli assegnatari.

Ventuno immobili Ater all’asta: sei sono in città, gli altri in provincia

Sono 21 gli immobili che Ater Treviso ha annunciato di mettere all’asta in nove comuni della Marca. Si tratta di case che vanno dai 40 fino ai 97 metri quadrati, rea-

lizzate tra gli anni Trenta e gli anni Novanta, per un importo complessivo a base d’asta di un milione e 130mila euro. Chi vuole presentare un’offerta può farlo entro il 9 marzo attraverso il bando che si può scaricare dal portale www.atertv. it: le aste saranno battute dal 13 al 17 marzo prossimi. Per partecipare

è necessario non avere cause, condanne e pendenze penali in corso. Sei degli immobili sono in città, tre a Caerano San Marco, uno a Castelfranco Veneto, uno a Cornuda, tre a Mogliano Veneto, uno a Motta di Livenza, uno a Pieve di Soligo, uno a Silea e quattro a Vittorio Veneto e hanno prezzi a base d’asta

che vanno dai 27mila agli 81mila euro ciascuno.

“Si tratta di un’operazione che ci consente di reinvestire nell’ammodernamento e nella ristrutturazione dei molti stabili e, in futuro, di realizzarne di nuovi”, affermano il presidente e la vicepresidente di Ater Treviso Mauro Dal Zilio e Ma-

rina Bonotto, che spiegano come le case in questione siano anche di recente costruzione con una base d’asta che considerano accessibile. “Un aiuto – aggiungono – per chi vuole acquistare la prima casa, un supporto alle giovani coppie o a chi vuole fare un investimento per la propria famiglia”.

Gli avvocati trevigiani devolvono 3mila euro alle case rifugio grazie a “Novembre Solidale”

Il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli avvocati di Treviso in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne ha lanciato la raccolta fondi “Novembre Solidale”, un progetto per aiutare concretamente le tre

case rifugio della Marca: “Casa Luna” di Treviso, “Casa Aurora” di Montebelluna e “Casa Alma” di Asolo. Case che, assieme ai centri anti violenza, sono il fulcro della rete territoriale per la presa in carico delle vittime della violenza, per la protezione delle

donne e dei loro figli e per la salvaguardia della loro incolumità fisica e psichica. Il frutto della raccolta, attiva fino al 31 dicembre scorso, è stato di 3mila euro, consegnati il 7 febbraio scorso alle tre case nel corso di una cerimonia che si è tenuta in mu-

nicipio alla presenza del sindaco Mario Conte. L’iniziativa ha inoltre consentito di sostenere un’imprenditrice di Leopoli, titolare di una web agency, alla quale sono state commissionate cento eco-bag con il logo del CPO degli avvocati trevigiani,

omaggiate a tutti coloro che hanno scelto di donare una cifra pari o superiore a 25 euro. Il Comitato è presieduto da Stefano Bof e formato da Maria Bortoletto, Alessandra Ceccon, Elena Cremonese, Annachiara Pavan e Lorenzo Zanella.

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Stili di vita. L’indagine “OKkio alla salute” ha coinvolto i genitori di 594 bambini di 58 istituti

I bambini trevigiani? Dormono troppo poco e sono in sovrappeso perché mangiano snack

Il 22% dei bambini trevigiani è obeso (5%) o in sovrappeso (17%) e il 38% dorme meno di nove ore. Sono solo alcuni dei dati emersi dall’indagine “OKkio alla salute” dell’Istituto Superiore di Sanità, condotta nel territorio trevigiano nei mesi di aprile/maggio 2022 dal Servizio di Epidemiologia Ulss 2 in accordo con l’Ufficio Scolastico di Treviso. L’indagine ha raccolto informazioni sullo stato ponderale, l’attività fisica e il cambiamento nello stile di vita in seguito alla pandemia Covid-19 di un campione di alunni delle classi terze della scuola primaria della provincia di Treviso. In particolare, hanno risposto al questionario online i genitori di 594 bambini di 58 istituti in comprensivi in 55 comuni diversi. I maschi erano il 54% e le femmine il 46%; il 60% aveva 8 anni e il 39% 9 anni.

“Rispetto allo scorso anno si è riscontrato un miglioramento anche molto evidente delle abitudini di vita dei bambini. Il ritorno a un’attività scolastica quasi normale ha con molta probabilità influito su questi risultati, tuttavia si deve continuare a lavorare”, ha dichiarato il responsabile del Servizio Epidemiologico dell’Ulss 2 dottor Mauro Ramigni che ha condotto l’indagine insieme alla dottoressa Cinzia Piovesan e alla dottoressa Valentina Gobbetto.

A preoccupare l’Ulss 2 è però soprattutto la correlazione tra condizione economica e molti dei parametri oggetto d’indagine: la percentuale di famiglie che riferisce di far fatica ad arrivare a fine mese è salita dal 29 al 32% – nonostante il numero più alto di genitori con titolo di studio superiore e la maggiore pre-

senza di lavoratori a tempo pieno – e questo si ripercuote sulla scelta della dieta o sulla possibilità di sostenere i costi di un’attività sportiva per i propri figli. Ma veniamo ai dati. Il numero di bambini che svolge attività fisica per un tempo adeguato è aumentato: il 50% fa almeno un’ora di movimento libero al giorno (era il 34% nel 2021), 3 bambini su 4 fanno almeno due ore di sport a settimana e circa il 40% ne fa almeno tre (erano rispettivamente il 52 e il 31%); un altro 10% va in bici o monopattino almeno un’ora al giorno. Rimane purtroppo costante e bassa (1 su 4) la frazione di bambini che va a scuola a piedi o in bici. Per quanto concerne invece le attività sedentarie, nel 2022 la percentuale di bambini che ha passato più di due ore al giorno davanti a tv o videogiochi è scesa dal 73 al 50% durante il weekend, mentre è salita di poco (dal 35% al 39%) durante i giorni di scuola. Gioca in casa per più di due ore più del 5% dei bambini oggetto di indagine (nel weekend il 14,5%); legge, scrive, disegna quasi il 2% (2,7% nel weekend). Da se-

gnalare che il 21% dei bambini che hanno partecipato all’indagine possiede un proprio tablet, l’11% una propria tv e il 4% un proprio cellulare. Debiti anche per quanto riguarda le abitudini alimentari. Più del 20% dei bambini del campione non fa colazione tutte le mattine. Inoltre, sebbene le percentuali siano aumentate, più del 55% dei bambini non mangia frutta o verdura (38%) a sufficienza. Non va meglio per carne, pesce e legumi: il 38% mangia una giusta quantità di carne, il 33% troppo poca il 29% troppa; solo il 7% dei bambini mangia una corretta quantità di pesce e solo il 12% dei bambini mangia una esatta quantità di legumi. Percentuali basse anche sul corretto consumo di latticini e uova. Infine i nemici di ogni genitore e gli amici di tutti (o quasi) i bambini: i temutissimi snack. Sebbene si registri anche in questo caso un miglioramento, il 41% dei bambini mangia troppi snack salati, il 44% dei bambini troppi snack dolci e il 35% beve troppe bibite zuccherate. Oltre a obesità e sovrappeso un altro fenomeno da tenere sotto controllo è quello dei bambini sottopeso che sono passati dal 9% al 13%, ma le bambine in sottopeso sono significativamente più dei maschi. Infine le ore di sonno: il numero di bambini che dorme meno di 9 ore è arrivato al 38% contro il 7% del 2021. A dormire meno i bambini che hanno la tv in camera (46%), quelli che passano più di due ore al giorno alla tv o ai videogiochi (48%), sono sovrappeso od obesi (53%). Insomma, anche se ogni problema ha una causa più profonda, il segreto rimane coltivare quotidianamente sane abitudini.

Gli esperti: “Rispetto allo scorso anno abbiamo riscontrato un miglioramento delle abitudini di vita. Ha influito il ritorno ad un’attività scolastica quasi normale, tuttavia si deve continuare a lavorare”

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Le nomine. Dal 15 febbraio sono operativi i nuovi direttori dei reparti di emergenza-urgenza

Pronto soccorso, Bernardi è il nuovo primario Montebelluna affidata a Diamanti

Il Pronto soccorso dell’ospedale di Treviso ha un nuovo primario. Lo stesso Enrico Bernardi che, a dire il vero, da quattro anni aveva il ruolo di sostituto facente funzioni nel reparto delle emergenze-urgenze. Bernardi ha preso ufficialmente il comando del Pronto soccorso il 15 febbraio. Classe 1965, il nuovo primario trevigiano nel 1991 si è laureato in medicina e chirurgia per poi specializzarsi, nel 1996 all’Università di Padova, in medicina interna d’urgenza. Nel 2006 all’Università di Ferrara ha conseguito anche la specializzazione in radiodiagnostica, mentre all’Università di Amsterdam un dottorato in management sulla diagnosi e la terapia sulle patologie delle vene e delle arterie. Al curriculum di studi, Enrico Bernardi affianca un altrettanto sostanzioso curriculum professionale. Per circa dieci anni ha operato nel

Pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera di Padova. Fino a quando, nel 2007, è approdato nell’ex Ulss 7 di Pieve di Soligo come primario. Dal 2018, sempre nel Distretto di Pieve di Soligo, è stato direttore del dipartimento di area critica e dal 2019 era diventato anche sostituto facente funzioni del direttore del Pronto soccorso di Treviso. Un professionista da tempo nella prima linea della sanità.

“Sono consapevole delle difficoltà che un reparto come il Pronto soccorso incontra”, afferma il direttore generale dell’azienda sanitaria Francesco Benazzi, che aggiunge:

“Sono certo che il bagaglio di esperienza, la competenza e la professionalità del dottor Bernardi saranno garanzia di ulteriore miglioramento dei servizi offerti”.

A Michele Diamanti è stato invece nominato alla guida del Pronto soccorso dell’o-

spedale di Montebelluna, che fino al 27 dicembre scorso era stato retto da Maurizio Sacher, andato in pensione. Nato nel 1979, Diamanti è specializzato in medicina interna d’urgenza e perfezionato in ecografia vascolare d’emergenza, oltre che diplomato in ecocolordoppler. Dopo aver prestato servizio come libero professionista nei Pronto soccorso di Padova, Treviso e Oderzo, dal 2012 è dipendente dell’azienda sanitaria della Marca e ha sempre continuato a operare nell’ambito dell’emergenza. Da agosto 2019 ad aprile 2021 ha ricoperto l’incarico di alta specializzazione in trombosi venosa ed embolia polmonare all’Accettazione e Pronto soccorso del Ca’ Foncello per passare, da maggio 2021, a essere il responsabile dell’Area critica. Dal 2016 è istruttore di triage nella Scuola superiore di sanità del Veneto. (s.s.)

Dismesso il Covid Point all’ex dogana

L’Ulss 2 Marca trevigiana ha deciso di chiudere il punto tamponi che dall’inizio della pandemia era stato allestito all’ex dogana e che nei momenti più drammatici è stato protagonista di vere e proprie prese d’assalto, con code di auto talmente lunghe da congestionare il traffico a ridosso della Noalese e della tangenziale. È la fine di

un’epoca? La ragione della chiusura è il progressivo ma costante calo nell’afflusso dell’utenza in tutti i punti tampone e nel numero dei soggetti positivi. Dal 13 febbraio scorso l’attività è stata trasferita all’hub vaccinale di Villorba (ex Maber) con apertura dal lunedì al sabato dalle 8 alle 17 e la domenica dalle 8 alle 13. (s.s.)

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Dr. Michele Diamanti Dr. Enrico Bernardi
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Il dibattito. Si accende il confronto politico, e non solo, sui possibili scenari

Tempo di riforme istituzionali: sarà una vera rivoluzione?

Si apre un periodo cruciale per l’autonomia, il presidenzialismo, il terzo mandato e la “riscossa” delle Province

Èvero. In alcuni casi se ne parla da decenni, dividendosi tra favorevoli e contrari, tra speranzosi e scettici. Fatto sta che non se ne è fatto nulla.

Di cosa stiamo parlando?

Delle grandi riforme istituzionali che dovrebbero cambiare definitivamente il volto al nostro Paese.

AUTONOMIA, NOVITÀ E PROSPETTIVE

Quella certamente più sentita, almeno nel nostro territorio, è certamente la riforma in senso federale del nostro Paese.

Negli anni passati, Veneto e Lombardia celebrarono anche un referendum, la cosiddetta autonomia è stata la madre di tutte le battaglie. Il presidente Zaia chiese, a gran voce, un impianto autonomista articolato su 23 materie prevedendo, inoltre, di trattenere i 9 decimi del residuo fiscale.

In buona sostanza gli autonomisti Veneti chiedevano di poter tenere il 90% dei soldi delle tasse dei veneti garantendo di gestire, senza nulla chiedere allo Stato Centrale, 23 materie, scuola compresa.

A questa visione totalmente autonomista se ne contrapposero almeno altre due: quella dei contrari che considerano questa riforma uno “smembramento dell’Unità Nazionale” e quella dei possibilisti che, però, non parlano di residuo fiscale e che considerano più “realistico” concentrarsi su nove materie e non 23.

Rispetto a questo dibattito, dunque, quale è oggi la novità?

La novità è che il Ministro Roberto Calderoli ha portato all’attenzione del Consiglio dei Ministri una cornice autonomista. Certo, c’è ancora molto da fare a partire dai cosiddetti Lep (i livelli essen-

ziali di prestazione: quegli indicatori che dovrebbero dimostrare come in qualsiasi regione, anche in presenza di una riforma autonomista, i servizi ai cittadini siano gli stessi), ma almeno è stato messo un primo punto.

PRESIDENZIALISMO E COSTITUZIONE

La seconda grande riforma della quale si parla molto è tornata alla ribalta all’indomani della vittoria elettorale di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia. Parliamo, ovvia-

che, elette in modo indipendente, hanno il potere legislativo e di controllo, ma non possono sfiduciare il Presidente.

Secondo i suoi sostenitori, il Presidenzialismo dovrebbe garantire maggiore stabilità politica e la possibilità di assumere decisioni in modo più agile.

dove il Sindaco Brugnaro finirà il proprio secondo mandato nel 2025 e, ad oggi, non potrebbe ricandidarsi a Padova dove Sergio Giordani ha appena avviato il proprio secondo.

mente, del presidenzialismo.

Ma cos’è? Per capirci: oggi l’Italia è una Repubblica Parlamentare dove al centro di tutto ci sono, appunto, la Camera dei Deputati e il Senato che hanno il compito, tra le altre cose, di votare la fiducia al Presidente del Consiglio incaricato e di eleggere il Presidente della Repubblica.

Con una modifica della Costituzione si vorrebbe, almeno questo è l’intendimento di alcune forze politiche di Governo, introdurre il presidenzialismo. In buona sostanza si sposterebbe si sposterebbe, in modo sostanziale, il focus dalle Camere alla figura del Presidente sia esso Presidente del Consiglio o della Repubblica che, in quel caso, sarebbe eletto direttamente dai cittadini.

In buona sostanza il potere esecutivo è nelle mani del Presidente che, eletto dai cittadini, diventa sia il capo del Governo sia il capo dello Stato ma non ha la possibilità di sciogliere le Camere

Secondo i detrattori, viceversa, servirebbe una migliore legge elettorale per garantire stabilità e lavoro, non una riforma istituzionale che rischia, inoltre, di avere un Presidente che muove in una direzione e un parlamento in un’altra creando un cortocircuito paralizzante.

In questo caso, a differenza di quanto sta accadendo con l’Autonomia per la quale almeno c’è una prima e parziale cornice che servirà per aprire un dibattito, non c’è ancora nulla. Anzi è già in corso un derby tra le forze politiche della maggioranza di Governo per quale delle due riforme debba viaggiare più speditamente e per comprendere se vi siano elementi di contraddizione tra loro.

SINDACI, SPUNTA

IL TERZO MANDATO

L’altro grande dibattito in corso è legato al terzo mandato per i Sindaci e i Presidenti di Regione. Anche in Veneto sarebbero molte le città interessate: da Venezia,

Ma la grande incognita riguarderebbe la Regione Veneto. Il Presidente Zaia finirà il proprio terzo mandato nella primavera 2025, ma la “regola” che ha introdotto il limite dei due mandati è entrata in vigore dopo i suoi primi cinque anni in laguna: se passasse questa modifica, quindi, Zaia potrebbe ricandidarsi per il suo terzo mandato, visto che il primo (che sommati fa 4) non verrebbe conteggiato.

sarebbe anche una quarta, quella legata alle Province. La cosiddetta “Riforma Delrio” ha declassificato le Province a enti di secondo livello, ovvero soggetti eletti soltanto dagli amministratori comunali del territorio e non più dai cittadini e con competenze molto più ridotte rispetto al passato: una sorta di grande “conferenza dei sindaci” concentrata principalmente su viabilità e edilizia scolastica.

Anche in questo caso è in corso un dibattito, questa volta non per fare qualcosa di nuovo, ma per “tornare al passato” ovvero a delle Province elette dai cittadini e con competenze maggiormente “solide”.

Se ne parla, se ne parlerà ancora, ma anche questo elemento potrebbe contribuire ad un cambiamento importante degli assetti istituzionali del nostro Paese.

Anche in questo caso il dibattito è in corso tra i favorevoli che sostengono come gli anni della pandemia abbiano allungato i processi amministrativi e quindi per completare il lavoro servirebbe “un’aggiunta” e i contrari che ritengono “malsano” per la democrazia la mancanza di ogni tipo di alternanza. Staremo a vedere.

PASSATO

In realtà di riforme ce ne

Di cose che bollono in pentola ce ne sono molte. Bisognerà capire come si combineranno gli ingredienti, quale sarà il primo ad essere pronto e se, alla fine, il piatto che ne uscirà sarà appetitoso, ma soprattutto nutriente. Noi proveremo a raccontare, da qui in avanti, tutti i passaggi che si susseguiranno, raccogliendo opinioni e pareri dei protagonisti di quella che potrebbe essere una vera rivoluzione o, semplicemente, un nuovo buco nell’acqua.

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Politica
PROVINCE, RITORNO AL
Il Ministro Roberto Calderoli ha portato all’attenzione del Consiglio dei Ministri una cornice autonomista Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
Con una modifica della Costituzione si vorrebbe poi introdurre il presidenzialismo

Viabilità. L’infrastruttura è costata 550mila euro, investiti da Comune, Provincia e Piave Servizi

Inaugurata la rotatoria di Codogné Un’opera per la sicurezza della Cadore-Mare

Era uno snodo critico sia per la viabilità che per la sicurezza di un tratto stradale molto insidioso. La rotatoria di Codogné sulla provinciale Cadore-Mare – costata 550mila euro, 150mila dei quali di fondi propri di bilancio del Comune, 200mila messi dalla Provincia di Treviso e altrettanti da Piave Servizi – è stata ultimata a dicembre e inaugurata a fine gennaio. Ha cinque braccia, un diametro esterno di 40 metri e un’isola circolare centrale con un raggio di 12 metri. Il tutto per agevolare il deflusso del traffico, ridurre la velocità di marcia e rendere più facili e sicure le manovre di svolta. In più, per tutelare la circolazione di chi va a piedi o si sposta in biciletta, sono stati realizzati percorsi ciclopedonali. Tutta l’area è illuminata a led e segnaletica lampeggiante: un sistema di luce uniforme per consentire il reciproco avvistamento dei

veicoli, gli eventuali ostacoli e la corretta percezione della struttura viaria. Sempre ai fini della sicurezza, è stata rifatta l’intera rete di deflusso e raccolta delle acque piovane e realizzato un bacino di laminazione.

“Una rotatoria tanto attesa, fondamentale per la sicurezza stradale a Codogné e, grazie al lavoro di squadra tra enti e Piave Servizi, terminata in tempi celeri”, l’ha definita la sindaca Lisa Tommasella. Una delle uscite della rotonda, per il momento ancora chiusa, conduce

direttamente alla sede di Piave Servizi. “Quando nel 2017 cominciammo a parlare del nuovo complesso logistico al servizio di tutta la nostra utenza, sembrava un sogno. Invece quella visione – ha affermato Alessandro Bonet, presidente di Piave Servizi – è diventata sempre più realtà. Questa rotonda è alla base del ridisegno complessivo del nostro nuovo quartier generale ed è un’opera strategica per tutti i 39 comuni soci. Garantirà un’accessibilità al sito in piena sicurezza per le nostre squadre e una viabilità migliorata per le migliaia di automobilisti che ogni giorno percorrono la Cadore-Mare”. Alla cerimonia di taglio del nastro dell’opera viaria presente anche il governatore del Veneto Luca Zaia. “Un’opera che è un nuovo tassello di investimento sulla sicurezza stradale e che dimostra quale sia l’impegno per rendere più sicure e adeguate le nostre strade”, ha

detto il presidente della Regione, che ha sottolineato come sia “altrettanto fondamentale che si prosegua nel sostenere una formazione culturale in questo senso, perché non

sempre sono le strade a essere pericolose, ma siamo noi che le percorriamo a renderle tali, considerato che la metà degli incidenti avviene per disattenzione”.

Primavera del Prosecco: da marzo a giugno fra borghi e cantine

Dal 18 marzo all’11 giugno torna la Primavera del Prosecco Superiore, ventottesima edizione di una manifestazione che con le sue 18 mostre del vino riesce a raccontare anno dopo anno non solo le sue rinomate bollicine, ma tutto un territorio fatto di piccoli borghi, paesaggi, gastronomia e cultura. Obiettivo è far vivere al pubblico (fatto come sempre non solo di turisti ma anche di tantissimi abitanti della Marca) la vera essenza delle colline uniche al mondo, nominate Patrimonio dell’Umanità Unesco: un viaggio nella bellezza alla scoperta dei luoghi in cui è nata la sapiente arte enologica del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. La manifestazione apre i battenti con la mostra di Santo Stefano di Valdobbiadene, il

18 marzo e si chiuderà con quella di Vittorio Veneto. Nel mezzo, una serie di altri eventi a impreziosire il calendario. Domenica 26 marzo, in occasione della seconda giornata regionale dei Colli Veneti, le mostre del vino proporranno visite guidate, escursioni naturalistiche e degustazioni. Anche quest’anno si ripeteranno le passeggiate naturalistiche “Cartoline inviate dagli Dei”, alla scoperta dei luoghi decantati da Andrea Zanzotto, oltre alle visite guidate alla casa paterna del poeta trevigiano. Torna anche il premio dedicato alle cantine green, in collaborazione con il Consorzio Agrario di Treviso e Belluno, per valorizzare le migliori pratiche di sostenibilità ambientale ed economica nelle aziende produttrici di Prosecco.

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La grande mostra. Apre il 31 marzo al Museo Bailo l’esposizione che arriva a 75 anni dalla morte dell’artista

Aspettando Arturo Martini Treviso omaggia il suo amato scultore

Il 31 marzo il Museo Bailo aprirà le sue porte all’evento espositivo più atteso: “Arturo Martini. I capolavori”. Dopo quella del 1947, allestita a pochi mesi dalla scomparsa dell’artista; dopo quella del 1967, epica per la quantità di opere radunate per l’occasione da Bepi Mazzotti e per la progettazione degli allestimenti a Santa Caterina firmati da Carlo Scarpa; dopo quella del 1989, in occasione del centenario della nascita, ricca di opere inedite risalenti soprattutto alla fase giovanile, ecco che Treviso si prepara a tributare un nuovo omaggio al suo illustre cittadino, nato nel 1889, promotore della scultura italiana del Novecento. Più che un omaggio per i 75 anni dalla morte, la volontà della Città di Treviso è ricordare Martini per il contributo che diede all’arte veneta, italiana e universale. E lo farà con un’esposizione ampia, completa e ricca, proponendo al pubblico 280 opere, 150 delle quali sono patrimonio del Bailo (resteranno allestiste al primo piano nella sezione permanente). Altri 130 capolavori arriveranno a Treviso in occasione della mostra. Mentre è ancora in corso la mostra dedicata ad Antonio

Carlini, maestro di Martini, il conto alla rovescia e la curiosità sono già partiti. Curata dal direttore dei Musei Civici Fabrizio Malachin e da Nico Stringa, “Arturo Martini. I capolavori” porterà a Treviso opere concesse da collezioni pubbliche e private, da Ca’ Pesaro, dalla Galleria Nazionale di Roma e da quella di Bologna, dalla Galleria del Novecento di Firenze e dal Museo Martini di Vado Ligure e Savona. Alcune verranno esposte per la prima volta. Molte saranno di grandi dimensioni ma, per dirla con Martini, “pesano tonnellate e sembrano leggere come una piuma”.

Opera icona della mostra sarà la stessa che funge da biglietto da visita del Bailo: quell’Adamo ed Eva di dimensioni monumentali che riempie il giardino interno e che Tre-

Fino al 5 marzo si può visitare la monografica su Antonio Carlini, che contribuì a salvare il ciclo con le Storie di Sant’Orsola

Ma c’è già grande attesa per il quarto evento che la città, dal 1947, dedica all’illustre concittadino

viso si è conquistata grazie a una pubblica sottoscrizione indetta nel 1993. Lì terminerà anche il percorso espositivo, composto da cinque sezioni (Il giovane Martini, I grandi capolavori, Le maioliche, Il ciclo di Blevio, Martini pittore, La maturità nei capolavori del Bailo). Un finale che conduce lì, al piano terra del Museo, dove alla luce del chiostro, in uno spazio avvolto nel silenzio e quasi sospeso, appare la Venere dei porti, uno dei capolavori più poetici di Martini. Che poi, vale la pena ricordarlo in quest’attesa che porterà a varcare le soglie di questa mostra che arriva dopo trent’anni dall’ultima: il Bailo è già Arturo Martini, stabilmente protagonista di un’ampia collezione di opere che sono patrimonio del Museo.

Palazzo Sarcinelli. Prorogata al 5 marzo la retrospettiva su Ron Galella, il più famoso paparazzo delle star

C’è ancora tempo per visitare la prima italiana di Ron Galella, il paparazzo superstar, a Palazzo Sarcinelli a Conegliano. La mostra, curata da Alberto Damian, è stata prorogata fino al 5 marzo. Galella, statunitense di origini italiane morto il 30 aprile dello scorso anno all’età di 91 anni, è stato il più famoso fotografo delle icone del nostro tempo e le 180 fotografie esposte a Conegliano costituiscono la prima retrospettiva mondiale dopo la sua scomparsa. Al centro della mostra, una sala interamente dedicata all’ “ ossessione”

del paparazzo: Jackie Kennedy Onassis. Dal 1965 in avanti, Galella ha inseguito, stanato e fotografato i grandi personaggi del suo tempo, riuscendo a coglierli nella loro straordinaria quotidianità, agendo quasi sempre di sorpresa, a loro insaputa e spesso contro la loro volontà. Appostamenti, depistaggi, camuffamenti, inseguimenti, lunghe attese: il risultato è vere e proprie opere d’arte conservate nei musei più importanti al mondo, come il MOMA di New York, l’Andy Warhol Museum di Pittsburgh, la Tate Modern di

Londra, l’Helmut Newton Foundation di Berlino. “Una mostra imperdibile che, ai tempi dei selfie e di Instagram, ci porta indietro a un tempo che non esiste più, nel quale le star entravano nelle nostre case soprattutto attraverso le pagine dei settimanali di costume e scandalistici, le copertine dei dischi, i poster e le locandine dei film. Questo – spiega il curatore della mostra – succedeva anche grazie ai paparazzi e in particolare a Ron, che con le sue fotografie ci ha permesso di vedere le stelle più da vicino”. (s.s.)

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#Regione

Via libera dal Governo. Il ministro: ad inizio 2024 saranno esaminate le proposte presentate dalle Regioni

Autonomia: “Adesso si fa sul serio”

Calderoli: “Tra un anno sarà legge”

Inizia la lunga marcia, a tappe forzate, per l’autonomia. Il primo passo con il via libera in Consiglio dei Ministri alla prima bozza del disegno di legge sull’autonomia differenziata messo a punto dal ministro per gli affari regionali Roberto Calderoli. Ora la palla passa al Parlamento che entro un anno, non di più, dovrebbe approvare la legge mentre nello stesso periodo la Cabina di regia lavorerà ai Lep, i “Livelli Essenziali delle Prestazioni”, vale a dire i servizi che lo Stato deve fornire in modo uniforme in tutto il Paese per garantire il pieno rispetto dei diritti sociali e civili dei cittadini.

“Se entrambi daranno il via alla legge e ai Lep, ed è un auspicio visto che i tempi del Parlamento non possono essere dettati, mi auguro che ad inizio del 2024 inizieremo a esaminare le proposte di autonomia differenziata presentate dalle Regioni”, ha osservato Calderoli, sottolineando che “spetterà al buon senso e alla saggezza delle regioni

fare richieste e con altrettanta saggezza e buon senso risponderà il governo dopo aver ascoltato il Parlamento”. Materiale da maneggiare con cura, ha aggiunto il ministro, richiamando tutti alle proprie responsabilità sulle 23 materie che possono essere devolute alle regioni: “Possono piacere o non piacere ma sono nel testo costituzionale approvate 22 anni fa e confermato da un referendum popolare. Io sono autore di una riforma che modificava il Titolo V che purtroppo è stato bocciato da

un referendum popolare. Dieci anni dopo lo stesso tentativo fu fatto dal governo Renzi e anch’esso fu bocciato. Quando c’è una Costituzione la si rispetta”.

La riforma, ha concluso Calderoli, “è necessaria per rinnovare e modernizzare l’Italia, nel segno dell’efficienza, dello sviluppo e della responsabilità.

L’Italia è un treno che può correre se ci sono regioni che fanno da traino ed altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione. Dopo l’ok compatto del Governo, la-

voriamo insieme a Regioni ed Enti locali con l’obiettivo di far crescere tutto il Paese e ridurre i divari territoriali”.

A Venezia la notizia ovviamente è stata accolta con entusiasmo, sottolineando la portata storica del disegno di legge. Zaia non ha dubbi in proposito: “Diamo corso alla volontà dei Padri costituenti che scrissero la Carta costituzionale in vigore dal ’48 e ai dettami della modifica del titolo quinto. Ma non è il traguardo di un percorso; è l’inizio. Si apre una grande sfida per questo Paese perché stiamo scrivendo una vera e propria pagina di storia. Va riconosciuto a questo Governo che con molta coerenza e rispetto per gli elettori ha mantenuto gli impegni, avviando il percorso dell’autonomia”. A chi non si dice convinto e sottolinea i punti deboli del disegno di legge Zaia ribatte: “Non è il momento di polemiche, dimostreremo con i fatti che autonomia non è la secessione dei ricchi, che non è una trovata per affossare o la-

sciare indietro qualcuno, tantomeno il Sud. L’autonomia sarà una grande opportunità anche per il Sud del Paese; non sarà una nemica ma un’opportunità di crescita insieme e l’occasione di valutare fino in fondo gli amministratori. Nord e Sud sono legati a doppio filo come gemelli siamesi”. Il governatore difende a spada tratta il disegno di legge e i provvedimenti che ne seguiranno: “Ben venga la definizione dei Lep, un elemento di civiltà in un Paese in cui su questo tema non si è mai voluto fare chiarezza fino ad oggi. Se esiste un paese a due velocità non è colpa dell’autonomia ma del centralismo tanto decantato da chi si ostina a contrapporlo al percorso dell’autonomia. L’autonomia è prevista dalla Costituzione quindi è chi è contro l’autonomia a essere contro la Costituzione. Ci sono state più conferme sulla correttezza giuridica e istituzionale del percorso”.

Le reazioni. Il centrosinistra sottolinea i punti deboli della riforma, soddisfazione nel centrodestra

De Carlo:

“Ripagata

Fronte politico veneto spaccato sull’autonomia. Da una parte il centrodestra esulta, dall’altra il centrosinistra sottolinea le molte incertezze di un percorso ad ostacoli. Chi brinda al disegno di legge è il senatore Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fratelli d’Italia: “La meta dell’autonomia si fa sempre più vicina. È inconfutabilmente un risultato targato Giorgia Meloni: i cittadini alle ultime elezioni hanno scelto la concretezza e la coerenza di Fratelli d’Italia, premiandoci con la loro fiducia. In Veneto un cittadino su

la fiducia dei cittadini”, Martella: “Solo un altro annuncio”

tre ha creduto in noi e questo ci onora, e la loro fiducia va ripagata: lo facciamo oggi, con atti concreti e non con slogan, promesse o chiacchiere che hanno caratterizzato i passati governi”.

Andrea Martella, senatore e segretario del Pd Veneto è netto: “L’autonomia si arricchisce di un nuovo annuncio. Si tratta di una recita a soggetto, destinata ad arricchire scaffali di carta e destinata ad arenarsi in Parla-

mento per le troppe contraddizioni che contiene.“Le modalità con le quali si è arrivati a questo provvedimento non sono state adeguate alla serietà della questione in gioco - aggiunge il senatore dem -. Basti pensare al fatto che il ministro Calderoli non ha neppure convocato le Regioni, saltando a piè pari su un confronto che era sacrosanto. La verità è che a questa destra non interessa il merito e neppure il confronto vero sull’autonomia, sulle materie realmente realizzabili, sui Lep e sulle risorse indispensabili per realizzare la riforma”.

Per Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico, “l’autonomia proposta da Calderoli è un contentino tra alleati dato alla Lega ma spaccherà il Paese. Quello sull’autonomia differenziata è un progetto che per essere anche solo considerato dovrebbe stare ad alcune condizioni. Una è avere un confronto costante con le regioni: il ministro Calderoli non le ha nemmeno convocate. Altre sono la chiarezza e la razionalità nelle materie. Il testo uscito dal consiglio dei Ministri non fa nessuna di queste cose: è semplicemente irricevibile”.

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In foto Roberto Calderoli e Luca Zaia Luca De Carlo Andrea Martella

Sfide digitali. Integrati quaranta servizi on line della pubblica amministrazione

ViviVeneto, la “super app” della Regione

Dalla sanità al pagamento del bollo auto, dalla cultura al turismo: tutto in un solo strumento facilmente accessibile. Calzavara e Zaia: “Passo importante sul fronte della semplificazione digitale, anticipiamo i tempi”

Si chiama ViviVeneto, è disponibile su Apple store e su Play store, ed è la nuova “super app” della Regione Veneto, come l’ha definita l’assessore all’agenda digitale e innovazione Francesco Calzavara.

Al suo interno sono state per ora convogliate 4 app e sono attualmente disponibili 40 servizi. Dalla sanità al turismo, dagli eventi culturali ai servizi amministrativi. Un’App sicura, veloce e gratis che, autenticandosi una sola volta con Spid o carta elettronica digitale, permette di fruire dei principali servizi digitali della nostra regione. Ma è solo l’inizio perché l’app sarà continuamente implementata con nuovi servizi. Un servizio costato 1 50mila euro e 8 mesi di lavoro.

A tenere a battesimo la app (www.viviveneto.it) insieme all’assessore Calzavara, il presidente del Veneto Luca Zaia, che l’ha presentata così: “Abbiamo messo ordine al disordine. Questa app ViviVeneto è qualcosa di straordinario e sarà implementata all’ennesima potenza. Arriveremo a fissare tutte le visite mediche tramite attraverso questo strumento, non appena le agende cartacee saranno digitalizzate. E con ViviVeneto stiamo anticipando anche un fenomeno internazionale. Tra le dieci strategie tecnologiche emergenti del 2023 ci sono le ‘super App’, cioè le applicazioni mobili in grado di fornire molteplici servizi tra cui l’elaborazione di pagamenti, la ricezione di comunicazioni ed effettuare altre transazioni. Ancora una volta, anticipiamo i tempi con la nostra super app del Veneto”.

“Si tratta di un contenitore che continuerà ad arricchirsi, in particolare con servizi della pubblica amministrazione ma non solo - ha aggiunto Calzavara -. Ad esempio nella sezione ‘Turismo’ ci sono le informazioni di Unioncamere veneto. Sempre in ambito turistico,

abbiamo in progetto di prevedere una volta a settimana una messaggistica ad hoc con le varie esperienze offerte dal nostro territorio”.

Un progetto in fieri, dunque, “un percorso che inizia e che testimonia l”obiettivo della digitalizzazione e della semplificazione digitale prevista nel programma 2020-25 del presidente Zaia – ha ricordato Calzavara –. Preciso che siamo i primi in Italia a rea-

lizzare un progetto così. E ricordo che il Veneto non ha un’agenzia esterna per la digitalizzazione, ma fa tutto con risorse interne. Abbiamo centrato un importante risultato, ma non ci fermeremo qui. ViviVeneto è un’App che valorizza gli investimenti fatti in questi anni dalla regione in ambito digitale e li mette a sistema, creando benefici diretti per i cittadini e generando economie di scala. L’App è stata realizzata

coinvolgendo ed ascoltando i cittadini, sia nella fase di progettazione sia di test e crescerà nel tempo. Infatti, tra le 16 schede del Pnrr regionale una è dedicata al potenziamento delle infrastrutture digitali e servizi per ViviVeneto, la Casa del Cittadino Veneto”. Tra gli obiettivi futuri della app, anche una sezione “Lavoro” da mettere in piedi con Veneto Lavoro offrendo un match tra domanda e offerta.

Cosa si può fare con la nuova applicazione

Nell’area Salute è possibile cercare e controllare l’affluenza nei pronto soccorso del Veneto, gestire i propri documenti sanitari (certificati, esami, visite), scegliere e cambiare il proprio medico di base. Nell’area Amministrativa si può fare tutto ciò che prima richiedeva l’accesso tramite web ai portali regionali MyPA, BolloAuto, ViviPass, come ad esempio gestire in completa autonomia tutto quello che riguarda il bollo per cittadini e imprese (pagare, controllare, prendere appuntamento, gestire avvisi di accertamento). Novità

importante riguarda la gestione dei contrassegni e delle targhe per i disabili (Cude E Ztl), dal proprio smartphone anziché doversi recare in Comune. Nell’area Turismo è possibile cercare e informarsi su eventi, spettacoli, attività, beni e luoghi del Veneto, scoprire i sentieri pedonali, ciclabili, equestri e quelli dedicati agli sport invernali, ma anche cercare le strutture ricettive per programmare le proprie vacanze e trovare notizie sul territorio, sui prodotti locali e sul meteo. Tutto questo è disponibile anche in lingua inglese.

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Regione
Il presidente Zaia e l’assessore Calzavara presentano l’app Ecco il qr-code per accedere a ViviVeneto
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Bonaccini: “La differenza tra me e Elly? Voglio un partito di governo, non di protesta”

Stefano Bonaccini ha vinto nel voto nei circoli del Pd con circa il 55% dei consensi. Per la leadership dei democratici manca solo un passaggio: le primarie del 26 febbraio nel quale affronterà Elly Shlein, che nel voto tra gli iscritti Pd si è fermata al 33%.

C’è stato un dibattito sulla sopravvivenza stessa del partito. C’è ancora dunque del Pd nel nostro Paese?

“Da quasi due mesi sto facendo un viaggio d’ascolto nel Paese, ovunque registriamo grande partecipazione e voglia di confrontarsi. Se le chiami, le persone arrivano. È una comunità che chiede di ripartire. Per farlo servono un nuovo gruppo dirigente, una nuova agenda e un partito popolare e più forte, che torni fra la gente e parli dei problemi reali: lavoro, scuola, sanità, ambiente. Si sono già espressi 128mila iscritti e ben oltre la metà mi ha accordato la propria fiducia. Sono convinto

che dalle primarie del 26 febbraio, dove potranno partecipare tutti, non solo gli iscritti, uscirà un’ulteriore spinta”.

La vittoria delle regionali in Emilia del 2020 ha testimoniato, nonostante fosse un test nazionale e non soltanto amministrativo, che c’è un Pd che può vincere. Quale la ricetta?

“Non dimentichiamo che il Pd esprime sindache e sinda-

ci quasi nel 70 per cento dei comuni italiani, abituati ogni giorno ad ascoltare i cittadini e dare loro risposta: donne e uomini che hanno vinto le elezioni nei territori mentre, magari lo stesso giorno, venivano perse a livello nazionale. Con me c’è quindi una classe dirigente già rodata, per troppi anni tenuta in panchina: intendo ripartire da loro e dal coinvolgimento vero della base. La mia ricetta, come quella dei sindaci, è stare ogni giorno dove la gente studia, lavora, si cura o si diverte. Perché un partito popolare è così, in sintonia con le persone”. Circoli e militanti. Molti iscritti non si sentono completamente valorizzati. Come invertire la tendenza?

“Se resterà questa pessima legge elettorale, da segretario farò le primarie per scegliere

i parlamentari: devono essere i cittadini a scegliere i propri rappresentanti. Di sicuro non accadrà più ciò che ho visto alle politiche del 25 settembre, quando nessun dirigente nazionale si è candidato nel proprio collegio e i nomi sono stati paracadutati da Roma. Barmsta, adesso si cambia”. Cosa differenzia la sua proposta da quella degli altri candidati alla corsa alla segreteria? E quale il loro ruolo in caso di sua vittoria?

“C’è un confronto molto civile. Nessun partito fa più un congresso per decidere la propria identità e scegliere chi lo guida, dobbiamo essere orgogliosi di questo. Da noi scelgono iscritti ed elettori, mentre gli altri decidono in quattro a Roma nel chiuso di una stanza. La differenza principale? Io non voglio un partito di prote-

sta ma di governo, pragmatico e non ideologico. L’obiettivo è tornare a vincere. Se toccherà a me guidare il Pd, chiederò ai miei sfidanti di darmi una mano”.

Quali prospettive politiche per il Veneto, storicamente una regione nella quale il centrosinistra fa più fatica nonostante le ottime esperienze nelle amministrazioni comunali?

“Conosco piuttosto bene il Veneto: non solo siamo contigui, ma condividiamo una rete sociale e un tessuto produttivo forti. Anche a questa Regione serve una politica industriale, una formazione continua che accompagni i lavoratori nella trasformazione, una rete di servizi che sostenga l’occupazione femminile, le famiglie, la natalità. Dobbiamo rimettere al centro i giovani”.

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L’intervista. Il 26 febbraio la sfida delle primarie del Partito Democratico
“L’obiettivo è tornare a vincere, serve una forza politica pragmatica e non ideologica, ma anche popolare e in sintonia con le persone”
In foto Stefano Bonaccini

Regione

Sviluppo sostenibile. L’obiettivo è intercettare le eccedenze di cibo, favorendone la redistribuzione

Da scarto a risorsa, l’impegno di Despar contro lo spreco alimentare

Lo spreco alimentare è un elemento cruciale dello sviluppo sostenibile e uno dei temi fondamentali per la sfida della sicurezza alimentare. Proprio nell’ottica di promuovere stili di vita sostenibili e comportamenti responsabili per ridurre gli sprechi, proteggere l’ambiente e garantire una sicurezza alimentare per tutti, l’Agenda ONU 2030, attraverso l’SDG 12, ha messo al centro il tema dello spreco del cibo con l’obiettivo di “dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto”. In questo quadro la GDO svolge un ruolo di primo piano per intercettare le eccedenze di cibo prima che diventino

spreco, ridando loro una seconda possibilità, favorendo la redistribuzione di alimenti ancora buoni ma non più vendibili su altri canali, e innescando un circuito virtuoso per aiutare le persone più bisognose e in difficoltà. E questo è anche l’impegno

Tre domande a Last Minute Market

Da dove nasce l’idea di Last Minute Market (LLM) e come si è sviluppata la sua rete sul territorio?

Last Minute Market nasce fra la fine anni ‘90 e l’inizio anni 2000 come progetto di ricerca accademica applicata per affiancare le aziende della Grande Distribuzione Organizzata nel recupero delle eccedenze alimentari a fini solidali. Nel tempo Last Minute Market ha ampliato e perfezionato i suoi ambiti di intervento, occupandosi di prevenzione delle perdite e degli sprechi a 360°, e promuovendo i principi dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile così come declinati dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite, permettendo di dare un contributo fattivo al raggiungimento di alcuni degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU. Dal 2022, inoltre, LMM è membro della Piattaforma Europea sulle perdite e sprechi alimentari.

La GDO è un partner importante per la raccolta del cibo, come è nata la collaborazione con Aspiag Service?

A partire dal 201 3 Last Minute Market collabora con Aspiag Service per recuperare i prodotti rimasti invenduti ma ancora consumabili. La collaborazione ha consentito di costruire gradualmente un’iniziativa strutturata attraverso cui ogni punto vendita è messo in condizioni di donare la merce in eccedenza ancora perfettamente integra ed utilizzabile, alimentare o non alimentare, ad uno o più enti del proprio territorio che assistono persone in difficoltà. Grazie a quest’iniziativa, contestualmente all’apertura di ogni nuovo negozio Aspiag Service, vengono individuati gli enti beneficiari presenti su quel territorio e viene attivato il recupero delle eccedenze. Ad oggi, oltre 9.150 tonnellate di prodotti in eccedenza sono stati donati dall’inizio della collaborazione alle 200 organizzazioni non lucra-

che vede Aspiag Service in prima linea dal 2003 in tutte le regioni in cui l’azienda opera. Un impegno che ha permesso alla concessionaria dei marchi Despar, Eurospar ed Interspar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia di recuperare

ingenti quantitativi di cibo invenduto da destinare alle persone bisognose. “É un’attività di cui andiamo particolarmente orgogliosi e che si inserisce perfettamente nelle nostre azioni di responsabilità sociale di impresa”, spiega Giovanni Taliana, Direttore Regionale di Aspiag Service per il Veneto. Un’azione resa possibile grazie alla consolidata collaborazione con Last Minute Market e Fondazione Banco Alimentare che ha consentito ad Aspiag Service di creare una solida rete con oltre 200 associazioni e strutture caritative dei territori in cui l’azienda è presente. Nel 2022 Aspiag Service ha così recuperato, nelle diverse regioni in cui opera, più di 1400 tonnellate di alimenti, appartenenti a tutte le categorie merceologiche, consentendo la preparazione di oltre 3 milioni di pasti.

Una sostenibilità che guarda all’ambiente e alle persone

tive che aiutano persone in situazione di difficoltà.

Come funziona la rete che avete creato sul territorio Veneto, quali le realtà alle quali donate e come vengono scelte?

Last Minute Market non gestisce direttamente i prodotti, ma affianca l’azienda per la corretta gestione del recupero secondo la normativa vigente. Le strutture beneficiarie coinvolte in questo tipo di iniziativa sono principalmente Empori solidali, Organizzazioni di volontariato, Cooperative sociali, Case-famiglia, Comunità Terapeutiche. Tutte le strutture coinvolte sono impegnate quotidianamente nell’attività di assistenza a persone fragili. L’obiettivo è quello di accreditare gli enti beneficiari prossimi alla sede di recupero e con le caratteristiche adatte per gestire in massima sicurezza tipologia e quantità di alimenti. Una volta attivate le relazioni territoriali, LMM supervisiona le

attività di recupero, ne monitora l’andamento ed interviene in caso di necessità. Inoltre, al fine di prevenire l’insorgere di criticità operative e di mantenere un confronto costruttivo con gli enti no profit partner, LMM e Aspiag Service organizzano periodicamente incontri di restituzione dei risultati, e corsi di formazione, destinati agli operatori degli enti beneficiari finalizzati in particolare a fornire tutti gli strumenti necessari per la gestione in massima sicurezza dei recuperi.

É un risultato a cui ha contribuito in modo significativo anche il Veneto attraverso il longevo e proficuo rapporto con Last Minute Market e a fianco del tessuto di volontariato sociale della nostra regione”. In Veneto nel 2022 sono state quasi 600 le tonnellate di cibo recuperate e donate a numerose associazioni sul territorio. I prodotti raccolti e redistribuiti hanno consentito la preparazione di quasi 1,3 milioni di pasti, generando un forte impatto in termini di sostenibilità e riduzione degli sprechi e degli scarti. In Veneto la quantità totale di merce recuperata ha infatti permesso di ottenere una riduzione dei rifiuti prodotti dall’azienda pari a 556 tonnellate, equivalenti a quasi 1.235 cassonetti della spazzatura. Inoltre, ha consentito di non sprecare oltre 2 tonnellate di CO2 emessa e quasi 1,2 milioni di metri cubi di acqua utilizzata per produrre gli alimenti rimessi in circolo. “I dati legati al recupero dei prodotti in eccedenza ci hanno permesso sia di aiutare concretamente le persone più bisognose, sia di intervenire in termini di sostenibilità ambientale. La lotta allo spreco alimentare è un impegno che continueremo a perseguire, in armonia con alcuni degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 che la nostra azienda ha scelto come linee guida per il proprio sviluppo in un’ottica di sostenibilità sociale e ambientale.

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Direttore Regionale Aspiag Service per il Veneto In foto Matteo Guidi, AD e socio fondatore di Last Minute Market – Impresa sociale

Progetto “Polis”. Entro il 2026 saranno 7mila gli uffici trasformati, 500 quelli del Veneto

La rivoluzione digitale dei piccoli comuni

Dall’Isee al passaporto, tutto alle Poste

Sono 500 gli uffici postali dei piccoli comuni del Veneto che entro il 2026 verranno trasformati fisicamente e digitalmente in uno Sportello Unico di prossimità, con l’obiettivo di rendere più semplice e veloce l’accesso dei cittadini ai servizi della pubblica amministrazione. Di questi, 105 sono in provincia di Vicenza, 91 di Padova, 84 di Verona, 83 di Treviso, 48 di Rovigo, 59 di Belluno e 30 di Venezia. Il progetto si chiama “Polis” ed è stato presentato a fine gennaio a Roma da Poste Italiane con un evento che ha visto la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della Presidente del Consiglio dei ministri Gorgia Meloni, del Presidente del Senato Ignazio La Russa, di quasi tutti i ministri del Governo, del Segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin, del Presidente di Anci Antonio Decaro e di 3.500 su 7mila sindaci alla guida di comuni con meno di 15mila abitanti. Costerà 1,2 miliardi di euro: 800 milioni di euro finanziati con risorse del piano complementare al Pnrr e 400 milioni a carico di Poste Italiane.

La ristrutturazione degli uffici postali non sarà innovativa solo dal punto di vista strutturale, con l’abbattimento ad

esempio di tutte le barriere architettoniche: nei nuovi “Uffici Polis” saranno installati dei totem self-service grazie ai quali il cittadino, affiancato da personale appositamente formato, potrà fare richiesta di alcuni documenti e certificati: carta di identità elettronica, passaporto, certificati di stato civile e anagrafici, autodichiarazioni di smarrimento, denuncia di detenzione e trasporto d’armi, richiesta di nuova emissione del codice fiscale (compresa quella del primo codice fiscale dei neonati), estratto conto delle posizioni debitorie, visura delle planimetrie catastali, esenzione del canone Rai, deleghe per i soggetti fragili, certificati giudiziari, Isee, estratto contributivo, modello Obis per i pensionati, certificazione unica, rilascio della patente nautica, denuncia e richiesta di duplicato della patente. Non è tutto, perché i nuovi uffici postali dei 7mila comu-

Nei centri con meno di 15mila abitanti i cittadini potranno richiedere attraverso un totem certificati e servizi della pubblica amministrazione.

Un investimento complessivo di 1,2 miliardi di euro 800 milioni sono finanziati con il Pnrr

uffici postali presenti in tutte le province, inoltre, saranno creati anche 250 “Spazi per l’Italia”, rete di coworking con oltre 10mila postazioni di lavoro e riunione, servizi condivisi, aree dedicate a eventi e formazione per professionisti, imprese, associazioni e singoli cittadini. I primi 37 spazi saranno aperti entro la fine dell’anno.

ni coinvolti vedranno l’installazione di ATM Postamat, di lockers per la consegna di pacchi (attivi 24 ore su 24), di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, di impianti fotovoltaici per l’alimentazione degli stessi uffici e di sistemi di smart building e sensori di monitoraggio ambientale. Alcuni degli uffici saranno dotati, all’esterno, di spazi attrezzati per accogliere iniziative culturali, di salute e benessere. Dalla trasformazione degli edifici direzionali di Poste e dei grandi

“Il mondo è cambiato, ma la vocazione di Poste Italiane di tenere unito il Paese si conferma”, ha dichiarato il Presidente Mattarella, che ha voluto sottolineare come la mancanza di servizi nei piccoli centri abbia portato a un impoverimento dell’Italia. Le comunità sotto i 15mila abitanti rappresentano il 90 per cento dei comuni, coprendo una superficie dell’80 per cento del territorio nazionale. Un’area nella quale vivono 16 milioni di italiani.

“Oggi l’Italia ha il dovere di garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità e la stessa

qualità del vita”, ha dichiarato la presidente di Poste, Maria Bianca Farina, che ha spiegato come il progetto “offra servizi essenziali con connessioni internet ad alta velocità alle zone periferiche, comunità piene di vita e di saperi che nel tempo hanno perso popolazione perché non efficientemente connesse”. Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste, ha aggiunto che l’attuazione del progetto “contribuisce ad accelerare anche la trasformazione digitale del Paese”. Per Giorgia Meloni si tratta di “un progetto imponente e capillare per avvicinare istituzioni e cittadini, un modello di innovazione e inclusione sociale che insegna all’Europa, che unisce l’Italia, che dice no ai servizi di serie A e di serie B, garantendo a tutti il diritto di accedere ai servizi in maniera semplice e veloce, guardando al futuro e facendo risparmiare tempo”.

Il ministro Nordio difende il lavoro dei giornalisti: “La stampa libera è fondamento della democrazia”

L’Ordine dei giornalisti compie 60 anni. È del 3 febbraio 1963 la legge che istituì la professione, voluta dal veronese Guido Gonella, primo presidente dell’Ordine, oltre che segretario della Democrazia Cristina, ex ministro di Grazia e giustizia e della Pubblica istruzione. E proprio nel Veneto di Gonella si sono aperte le celebrazioni nazionali, con un convegno organizzato alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia su “I valori del giornalismo, le sfide dell’informazione”, seguito il 3 febbraio a Roma da un evento aperto con il messaggio del Presidente della

Repubblica Sergio Mattarella che, partendo dall’art.

21 della Costituzione che tutela la libertà di informazione e del pensiero del cittadini, ha sottolineato come i giornalisti abbiano una re-

sponsabilità enorme. “Una responsabilità accentuata dalla moltiplicazione delle fonti di informazione offerta dalla rivoluzione del web. Alla professione giornalistica – ha detto Mattarella

– viene affidato il ruolo di espressione della libera critica secondo doveri di lealtà e buona fede. Ai giornalisti è rimesso il compito rilevante, ai fini della libera formazione delle opinioni dei cittadini, del rispetto della verità sostanziale dei fatti”.

Alla celebrazione nella capitale hanno preso parte il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il suo vice Francesco Paolo Sisto, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini, la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno e il costituzionalista Giovanni Maria Flick.

“La stampa libera è uno dei fondamenti della democrazia liberale e della cultura”, ha detto nel suo intervento il Guardasigilli, che ha sottolineato l’importanza di “coniugare la sua prerogativa con il rispetto della dignità e della libertà dei cittadini, che può essere violata, violando la segretezza delle loro conversazioni”. Precisando che “se un giornalista pubblica una notizia riservata su un’indagine giudiziaria, la colpa non è del giornalista, che non va né incriminato né censurato. La colpa è di chi consente la diffusione di queste notizie e non vigila abbastanza”. (s.s.)

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Sergio Mattarella e Matteo Del Fante

Salute

Sicurezza stradale, la parola passa ai ragazzi. Saranno loro gli ideatori dei prossimi messaggi di prevenzione che la Regione Veneto utilizzerà per sensibilizzare i più giovani al tema della sicurezza sulle strade.

La sfida è partita, “Un’altra strada challenge”, e invita alla partecipazione attiva al progetto i ragazzi della secondaria di secondo grado del Veneto, attraverso un’attività che si svolgerà nelle scuole.

Sicurezza stradale, la parola ai ragazzi

“Guidare ti fa sentire… libero! Niente più bus affollati la mattina, niente più genitori che ti aspettano fuori, niente più pioggia finito l’allenamento. Ma non è tutto rose e fiori. – recita lo spot di presentazione del progetto che in questi giorni rimbalza nel web da una pagina all’altra delle Ulss venete -. Ci sono limiti e regole pensati per proteggerci perché, in fondo, essere liberi significa anche questo: rispettare la libertà degli altri. Scegliamo di essere responsabili. Contribuire a una strada più sicura è qualcosa che dobbiamo prima di tutto a noi stessi e puoi farlo anche tu. Partecipa a un’altra strada chellenge realizzando messaggi di prevenzione efficaci e creativi. Eh sì, anche i meme vanno bene.

Prosegue alla pag. seguente

FEBBRAIO 2023 on-line: /category/salute/
Il concorso della Regione, una sfida a “colpi” di meme

Usa il cellulare con intelligenza

Tutela la salute e l’ambiente

“Usail cellulare con intelligenza. Tutela la salute e l’ambiente”. E’ il messaggio che si rinnova nella campagna di sensibilizzazione del Ministero della Salute e che l’Ulss

2 Marca trevigiana fa proprio veicolandone, nella sua pagina Facebook, i punti salienti attraverso una infografica sul tema.

“Gli smartphone - si legge - sono ormai parte integrante della nostra vita e sono in molti ad utilizzarli per più ore consecutive, per motivi legati alla propria professione o perché lontani dai propri affetti. Uno dei dubbi più comuni sull’uso massiccio dei telefoni cellulari è il possibile effetto nocivo dei campi elettromagnetici in radiofrequenza. Sul tema sono stati condotti numerosi studi”.

L’obiettivo è dunque informare e chiarire qualche dubbio per utilizzare correttamente gli smartphone, nell’ottica di un approccio basato sulla prevenzione.

Lo smartphone e onde elettromagnetiche. Le evidenze scientifiche attualmente disponibili sul tema affermano che le emissioni di telefoni cellulari e cordless non sono pericolose per l’utilizzatore, le ricerche tuttavia sono ancora in corso: non sono ancora disponibili osservazioni fatte a più di 15 anni dall’inizio dell’uso, mentre sono ancora limitate le evidenze per le esposizioni durante l’infanzia e l’adolescenza.

“In quest’ottica – si legge nell’infografica - è

prudente cercare di ridurre l’esposizione alle onde elettromagnetiche, soprattutto per i più piccoli, in attesa che studi specifici in corso forniscano evidenze utili.

Le chiamate sono il momento in cui si è più esposti, pertanto è consigliabile utilizzare l’auricolare o il vivavoce, preferendo quando possibile i messaggi. E’ inoltre preferibile utilizzare il telefono in condizioni di buona ricezione, così il segnale trasmesso sarà meno forte.

Se si è portatori di pacemaker è bene non tenere il cellulare vicino al cuore.

Non distrarsi col cellulare sulle strade. Niente chiamate, messaggi, foto, videogiochi, fumetti o libri mentre si è al volante o in strada. Mentre si guida o si cammina la strada non dev’essere mai persa di vista. E’ opportuno evitare di ascoltare la musica ad alto volume con gli auricolari.

Il Codice della strada, peraltro, lo prevede: è vietato toccare il telefono mentre si guida, anche se fermi in fila nel traffico, al semaforo o al casello. Il cellulare, infatti, aumenta il rischio di incidenti: scrivere un messaggio equivale a 10 secondi di distrazione, si abbassa la soglia di attenzione e aumentano i tempi di reazione come quando si beve troppo. Dove smaltire il vecchio cellulare. E bene rivolgersi direttamente ai punti vendita. E’ un servizio che viene fornito gratuitamente e senza l’obbligo di acquisto.

Un’altra strada è un progetto che vuole creare awareness nelle scuole, invitando gli studenti a realizzare contenuti sul tema della sicurezza stradale, portandoli a riflettere su 3 concetti fondamentali: libertà, responsabilità e sicurezza.

Dopo un primo momento di approfondimento sul tema della sicurezza stradale, gli studenti saranno chiamati a realizzare contenuti brevi ed efficaci, con l’obiettivo di diffondere i valori della prevenzione e della responsabilità con un tono di voce fresco e creativo, mirato a diffondere consapevolezza proprio fra i giovani.

Chi può partecipare al concorso di idee?

Tutte le scuole secondarie di secondo grado e gli istituti di Formazione professionale del territorio Veneto, presentando una o più proposte oh messaggi sul tema della sicurezza stradale.

Da quando e fino a quando può essere presentata la domanda?

La domanda di partecipazione al concorso dovrà essere presentata entro 90 giorni dalla data di pubblicazione della deliberazione del Bollettino ufficiale regionale (Bur) e nel portale Internet regionale (piattaforma telematica “bandi online” della Regione del Veneto: https//bandi.regione. veneto.it/), secondo le indicazioni e le procedure indicate nell’avviso contenuto nell’allegato della deliberazione.

Quante classi possono partecipare per singolo istituto?

Non esiste un limite, però l’adesione al bando è effettuata dall’Istituto, che pertanto dovrà coordinare le proposte presentate dalle proprie classi o gruppi di studenti. Scopo dell’iniziativa è di sensibilizzare ciascuno studente al tema del-

la sicurezza stradale e di raccogliere il maggior numero di proposte al fine di individuare quella con la maggiore efficacia a livello comunicativo. La domanda di partecipazione può essere presentata anche da un singolo alunno? No, la partecipazione al concorso di idee effettuata dall’Istituto scolastico, eventualmente anche in forma associata con altre scuole e potrà interessare più classi. Non è prevista la possibilità di presentare proposte direttamente da parte degli studenti.

Gli step del progetto sono tre: preparazione, creatività, partecipazione dei migliori progetti. La preparazione.

Ogni insegnate che intende iscrivere il proprio istituto scolastico può registrarsi e scaricare il “Kit dello studente” e i documenti allegati da leggere con attenzione insieme agli studenti. Creatività.

L’invito rivolto agli studenti è di creare il contenuto più interessante (sia esso un meme divertente oppure un video emozionante), virgola facendoli lavorare da soli o in gruppo.

La partecipazione

L’insegnate individuerà i prodotti migliori selezionando i lavori più efficaci dei suoi studenti, poi dovrà caricare il materiale tramite il profilo della scuola, senza dimenticare nessun documento al momento dell’upload.

Premi in palio. Al termine del concorso una giuria esaminerà i contenuti e decreterà le tre opere vincitrici che saranno premiate con una somma di denaro: 5.000 euro per la scuola prima classificata 3.000 euro per la seconda classificata e 2.000 euro per la scuola terza classificata.

www.lapiazzaweb.it 28 Salute
Il concorso della Regione, una sfida a “colpi” di meme
L’appello
La campagna di sensibilizzazione del Ministero della Salute rilanciata dall’Ulss 2 Marca Trevigiana sul corretto utilizzo degli smartphone

Prevenzione. La campagna di screening della Regione Veneto

Prevenzione del tumore del collo dell’utero, con una diagnosi precoce si può curare

Tumore del collo dell’utero, si può prevenire e curare, grazie ad una diagnosi precoce, che può davvero salvare la vita. E’ questo il mantra che è stato in più occasioni ribadito. Il messaggio rivolto alle donne è chiaro e si può sintetizzare in tre parole: informati, aderisci allo screening e fai il vaccino.

La campagna della Regione del Veneto sulla sensibilizzazione alla prevenzione del tumore del collo dell’utero parte proprio dal programma di screening oncologico della cervice uterina.

In generale, si spiega sulla pagina web della Regione, i Programmi di Screening hanno lo scopo di ridurre la mortalità favorendo la diagnosi precoce che accresce le possibilità di cura e di guarigione, sono rivolti a tutte le persone che abitano in Veneto e che sono in una fascia di età in cui il rischio di ammalarsi di questi tumori è più alto.

Nello specifico quello della cervice uterina è un percorso gratuito per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero, che accompagna la persona dal momento dell’adesione all’invito, alla diagnosi, fino alla cura dell’eventuale lesione. Ha lo scopo di favorire la diagnosi precoce di tumori e di lesioni che potrebbero evolvere in tumore (lesioni pretumorali), per ridurre la mortalità e accrescere le possibilità di cura e di guarigione.

L’invito ad aderire è rivolto a tutte le donne che hanno residenza in Veneto, a partire dai 25 o 30 anni di età, a seconda dello stato vaccinale per la vaccinazione contro il Papillomavirus (HPV), e fino ai 64 anni. Le

donne vaccinate contro HPV entro i 15 anni hanno un rischio molto ridotto di sviluppare tumori o lesioni pretumorali, per cui iniziano lo screening a 30 anni. Le donne non vaccinate contro HPV entro i 15 anni, invece, iniziano lo screening a 25 anni.

Il Programma di Screening della cervice uterina, propone tramite lettera d’invito, il Pap test ogni tre anni alle donne dai 25 ai 29 anni non vaccinate contro HPV e il test HPV ogni 5 anni a tutte le donne dai 30 ai 64 anni. Viene offerto il test di screening più appropriato ad ogni fascia d’età, sulla base delle caratteristiche del test e sul rischio della donna di sviluppare tumore o lesioni pretumorali.

Differenze tra test HPV e Pap test. Il test

HPV è un esame di recente introduzione che ricerca l’infezione da HPV, mentre il Pap test ricerca le lesioni causate dall’infezione stessa. Il test HPV è più sensibile rispetto al Pap test e, per tale ragione, può essere eseguito ogni 5 anni anziché

3. Tuttavia, poiché nelle donne più giovani le infezioni da HPV sono molto frequenti e nella gran parte dei casi regrediscono spontaneamente, il test HPV è raccomandato a partire dai 30 anni.

Come si procede. La lettera d’invito a effettuare il test arriva a casa alle donne nelle fasce di età interessate da parte della Ulss di appartenenza. Una volta effettuato il test, se l’esito è negativo, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e, dopo l’intervallo programmato, un successivo invito.

Se la risposta è invece positiva, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e un invito a eseguire specifici esami di appro-

fondimento (visita ginecologica con colposcopia): Successivamente, in caso di diagnosi di lesione pretumorale o tumore, vengono definite e programmate le analisi e le cure del caso.

Se il test HPV risulta positivo, viene effettuato, sullo stesso campione, il Pap test.

Se anche il Pap test risulta positivo, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e un invito a eseguire specifici esami di approfondimento (visita ginecologica con colposcopia). Successivamente, in caso di diagnosi di lesione pretumorale o tumore, vengono definite e programmate le analisi e le cure del caso.

Se invece il test HPV è positivo, ma il Pap test risulta negativo, la donna riceverà una comunicazione dell’esito dei test ed un invito a ripetere il test HPV dopo un anno. E’ bene precisare che un test positivo (test HPV o Pap test) non indica la presenza di un tumore o di una lesione pretumorale, ma indica un aumentato rischio. Per questo motivo è importante eseguire gli esami di approfondimento proposti.

La vaccinazione contro il papilloma virus.

In Italia è raccomandata e offerta gratuitamente alle ragazze e ai ragazzi, a partire dagli 11 anni di età, e viene somministrata in due dosi a distanza di sei mesi. Se il ciclo vaccinale inizia dopo il compimento dei 15 anni, le dosi previste sono tre.

Come difendersi dai cyberbulli, alcuni suggerimenti proposti dall’Ulss 5 Polesana

Cyberbullismo e giovani. L’occasione per riflettere sul tema è stata offerta dalla celebrazione, lo scorso 7 febbraio, della Giornata mondiale contro il bullismo, in tutte le forme in cui esso si manifesta.

L’Ulss 5 Polesana ha concentrato l’attenzione proprio sul cyberbullismo e ha fornito, attraverso la sua pagina Facebook, un serie di indicazioni per aiutare i ragazzi che hanno a che fare con questo tipo di molestie.

Intanto, è opportuno sapere che per cyberbullismo s’intende l’uso delle nuove tecnologie per intimorire, infastidire, mettere a disagio o escludere altre persone.

Quando accade la prima cosa da fare – secondo le indicazioni

dell’Ulss 5 Polesana – è inviare un messaggio al bullo, esplicitando il fatto che il suo comportamento infastidisce e disturba, invitandolo a non continuare con il suo atteggiamento.

E’ opportuno non avviare un botta e risposta con chi offende on-line. Il rischio è di fare il suo gioco.

La mossa successiva è quella di

bloccare tutti i profili social del bullo. E’ la strategia più efficace per non rimanere intrappolati nella sua dinamica.

In ogni caso, conviene tenere traccia delle conversazioni o degli sms molesti: potrebbero tornare utili come prova in caso di denuncia.

Non è il caso di visitare community o chat in cui si è attaccati in modo offensivo; così come non è il caso di isolarsi ma, piuttosto, reagire informando i genitori o un adulto di riferimento su quanto sta avvenendo.

L’invito rivolto ai ragazzi è quello di denunciare sempre, se si è testimoni, gli episodi di cyberbullismo perché questo tipo di testimonianza rappresentano un valido aiuto per chi si trova in difficoltà.

A partire dai 25-30 anni e fino ai 64 anni di età l’invito rivolto alle donne è di aderire al percorso gratuito di controllo, diagnosi e cura della eventuale lesione pretumorale

Antibiotici sì, ma con cautela. E’ il monito che anche la Regione Veneto rinnova, invitando ad un uso corretto e consapevole di tali medicinali. Un uso improprio degli antibiotici contribuisce, infatti, a rendere i batteri resistenti ai successivi trattamenti.

Inoltre, è bene sottolinearlo, gli antibiotici sono efficaci solo contro le infezioni da batteri, non aiutato perciò a guarire dalle infezioni causate da virus, come i comuni raffreddori o l’influenza.

Gli antibiotici, pertanto, vanno usati solo con prescrizione e su indicazione del medico. Forse non tutti lo sanno ma gli antibiotici non utilizzati non devono essere conservati e vanno smaltiti secondo mo-

dalità ben precise. Da questo punto di vista molto utili possono essere le indicazioni fornite dal farmacista.

Se continueremo ad usare gli antibiotici nella stessa quantità in cui lo facciamo oggi, potrebbe accadere in futuro che non funzionino più, proprio nel momento in cui potrebbero essere più necessari. La conclusione, quindi, è che possiamo contribuire a mantenere efficaci gli antibiotici solo se ricorriamo ad essi quando servono e lo facciamo in modo corretto.

Chi volesse avere ulteriori informazioni al riguardo può consultare la pagina web della Regione Veneto all’indirizzo www.regione.veneto.it/web/ sanita/antimicrobico-resistenza

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Salute
Antibiotici, vanno usati in modo corretto per essere efficaci

Siete partiti in quarta e riuscite finalmente ad affrontare e risolvere tutte le questioni rimaste in sospeso, in ambito domestico, familiare ma anche lavorativo

State attraversando una fase di passaggio che talvolta genera confusione e disorientamento, ma è un percorso necessario. Presto tutto sarà più semplice e chiaro

E’ un periodo di alti e bassi dal punto di vista emotivo. Non lasciatevi travolgere e date spazio alla razionalità che in questo periodo vi guiderà nelle vostre scelte

Il mese è iniziato nel migliore dei modi. Una rinnovata energia vi consente di ottenere approvazione e successo, a volte anche insperati. Approfittatene per puntare in alto nei vostri obiettivi

Se le cose non vanno proprio come avevate sperato affidatevi all’ottimismo e alla vostra innata gioia di vivere che vi consentiranno di superare con successo tutte le ostilità

All’impulsività che vi tenta talvolta opponete il vostro sano realismo che vi consente di affrontare con lucidità ogni prova. Ne trarrete beneficio in ogni situazione

E’ tempo di rialzarsi in piedi e tirare fuori tutta la grinta di cui siete capaci per lasciarvi alle spalle quella fase di incertezza che avete vissuto in modo passivo. Si volta pagina e si ricomincia

Il cuore avrà la meglio, accompagnato da una fervida immaginazione che vi consentirà di mettervi in gioco con più leggerezza nelle relazioni. Non fatevi distrarre troppo

La situazione è molto più semplice di quanto possa apparire se affrontate le cose con un po’ di spensieratezza e col sorriso. Gli amici sono una risorsa incredibile

Non vi smentite mai: la vostra forza è nella determinazione e, ancora una volta, sarà la vostra carta vincente. Nessuno potrà fermarvi, neanche la stanchezza. La vostra grinta avrà la meglio

E’ il momento giusto per lasciare da parte tutti i dubbi e i sensi di colpa. Guardate oltre e pensate solo a voi stessi. Gli altri se la caveranno da soli

Concentratevi su ciò che volete davvero cambiare e cominciate a pensarci concretamente. Un passo dopo l’altro arriverete a ottenere ciò che desiderate. Siate tenaci

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