La Piazza di Treviso - Marzo 2023

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di Treviso

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CANDIDATI SINDACO A CONFRONTO: CASA, QUALITÁ DELL’ARIA, GIOVANI, COMMERCIO

La campagna elettorale entra nel vivo. La nostra intervista agli sfidanti, mentre anche il Pci è pronto a correre con Ugo Moro

RESTERA CARDIO-PROTETTA: 7 DEFIBRILLATORI CON IL “PICCOLO PRINCIPE”

Per ricordare Carlo Alberto Conte la Fondazione Ometto con il contributo di Aspiag Service Despar ha donato i dispositivi alla città

Siamo agli sgoccioli

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Agli inizi della primavera già si parla di fiumi e laghi vuoti, canali in secca, campi assetati e acqua da razionare. Ma anche di processi di desalinizzazione dell’acqua marina, come si fa tra le sabbie del Qatar, o del ricorso alle soluzioni israeliane per ricacciare indietro il deserto. Stiamo esagerando? Speriamo, ma intanto dobbiamo fare i conti con quello che non abbiamo: la pioggia dal cielo e l’acqua dove servirebbe. segue a pag 5

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FACCIAMO IL PUNTO Il sabato trevigiano scandito dalle risse 5 PROGETTO GIOVANI Riaperte le sale prova di via Dalmazia 14 GRANDI MOSTRE Al Museo Bailo i capolavori di Arturo Martini 14 VIA ORSENIGO La discarica sarà trasformata in bosco urbano 19 SPORT E SALUTE La ricerca trevigiana sulle morti improvvise nei giovani atleti 21 FILARMONIA VENETA Massimo Raccanelli è il nuovo direttore artistico 20
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MARZO 2023
Periodico d’informazione localeAnno XXX n. 62
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del giornale L’INFORMAZIONE LOCALE
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Mario Conte | Giorgio De Nardi | Maurizio Mestriner | Nicolò Rocco

NOI SIAMO verde

ANTENORE verde

Siamo agli sgoccioli

Agli inizi della primavera già si parla di fiumi e laghi vuoti, canali in secca, campi assetati e acqua da razionare. Ma anche di processi di desalinizzazione dell’acqua marina, come si fa tra le sabbie del Qatar, o del ricorso alle soluzioni israeliane per ricacciare indietro il deserto. Stiamo esagerando? Speriamo, ma intanto dobbiamo fare i conti con quello che non abbiamo: la pioggia dal cielo e l’acqua dove servirebbe.

Non è sabato!più

C esare Cremonini cantava “Non è più domenica” in una delle sue più struggenti canzoni. Il cantautore emiliano in quelle strofe creava un parallelismo tra la fine di un certo calcio romantico, quello per intenderci nel quale ci si stupiva con le magie del “divin codino” Roby Baggio, e la fine di una relazione. A Treviso, da un po’ di tempo in qua, si potrebbero parafrasare i versi di Cremonini e cantare “Non è più sabato”.

Perché i sabati trevigiani oramai sono funestati da risse in pieno centro tra baby gang, assalti agli autisti dei mezzi pubblici, atti di vandalismo, spaccio e eccessi vari.

Non è più il tempo nel quale, come liturgia gentiliniana, i nemici erano gli immigrati che l’allora primo cittadino suggeriva di travestire da leprotti. Oggi il nemico di Treviso sono i giovani, italiani e non, minorenni e appena maggiorenni, che ogni settimana si danno appuntamento nelle piazze, magari abusano un po’ di alcol e sostanze, dando vita a veri e propri regolamenti di conti.

Sono molte le famiglie che il sabato pomeriggio rinunciano allo struscio tra le piazze, così come sono molti i negozi che iniziano a farsi qualche conto e temono di dover chiudere. Cosa stia succedendo a questi ragazzi è materia per chi ne ha le competenze. Da queste righe ci limitiamo a constatare come il fenomeno sia esploso dopo i lockdown obbligati dalla pandemia da Covid-19. Evidentemente qualcosa si è rotto in quei difficili mesi. Questa tipologia di fenomeni, che accadono anche in altre città del Veneto, a Treviso però appaiono maggiormente concentrati e frequenti.

C’è dunque un allarme criminalità? È solo malessere?

Difficile da dire. Quello che è certo è che i cittadini stanno vivendo questi fenomeni come una vera e propria emergenza, l’attrattività della città ne sta risentendo e il comparto del commercio soffre. La campagna elettorale in corso su questo tema è decisamente animata su diagnosi, ricette, responsabilità, ricadute. Possiamo tranquillamente affermare che, tra programmi elettorali non troppo diversi tra loro a leggere le prime anticipazioni, questo argomento è il vero terreno di scontro politico. Intanto la città aspetta.

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Risse in pieno centro storico ogni settimana con protagonisti sempre più giovani

La città aspetta risposte

Già nel 2022 abbiamo affrontato la siccità e la cronica mancanza d’acqua, ma quest’anno, prevedono gli esperti, potrebbe anche essere peggio. Così a metà marzo arriva l’ordinanza regionale per cercare di fare economia di acqua, risorsa sempre più rara e preziosa. Siamo davvero agli sgoccioli e non si può continuare a sospirare “chissà che piova, prima o poi”. Perché di pioggia se ne vede sempre meno, salvo quando cade tutta insieme nell’arco di poche ore, spazzando via quel che trova e lasciandosi dietro altri danni ed emergenze. Ecco allora che si studiano provvedimenti per limitare l’uso dell’acqua, ma tutto questo non basta, perché è solamente la punta dell’iceberg di un fenomeno che possiamo annoverare tra le conseguenze del cambiamento climatico che stiamo vivendo in questo inizio di millennio. Così scopriamo quanto è preziosa l’acqua, anche se a scriverlo sembra una banalità. Ed è inutile far finta di nulla o pensare che tutto prima o poi si aggiusti. Se c’è meno acqua è evidente che bisogna ridurre i consumi e usare al meglio quella che c’è. Bisogna anche pensare a come recuperare e conservare questa risorsa preziosa. In questo il Veneto è ancora indietro, perché secondo gli esperti riesce a trattenere appena il 5% dell’acqua piovana conto l’11% della media nazionale. Ecco allora un primo passo: avanti con gli invasi e le “banche dell’acqua”, utili per fare scorta ma anche per convogliare l’acqua in eccesso in caso di piene improvvise. Le idee non mancano, i progetti nemmeno, servono volontà di fare e risorse da impegnare.

È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.

Questa edizione raggiunge i quartieri di Treviso per un numero complessivo di 32.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199

Chiuso in redazione il 17 marzo 2023

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Verso il voto amministrativo

L’iniziativa. Quattro domande per Conte, De Nardi, Mestriner e Rocco

Sulle pagine de “La Piazza di Treviso” il confronto fra candidati sindaci

Mentre andavamo in stampa è arrivata la notizia che il Partito Comunista correrà con il dirigente nazionale Ugo Moro

Nei due mesi che mancano all’appuntamento con le urne abbiamo deciso di rivolgere ai candidati alla carica di sindaco una serie di domande relative ai principali temi su cui si articola la campagna elettorale e nelle cui risposte i contendenti sintetizzano idee, programmi e soluzioni da portare a Ca’

Sugana, se eletti. In questo numero di marzo i temi scelti riguardano quelle che la cronaca del momento mette sotto i riflettori come emergenze per la città: il disagio giovanile che sfocia sempre più spesso in episodi di violenza, l’abbandono del centro storico da parte delle attività commerciali, la qualità

dell’aria che in questi mesi ha raggiunto picchi negativi di rilievo, la casa. Le risposte vengono pubblicate nelle pagine che seguono secondo l’ordine alfabetico dei candidati, essendo ancora prematuri i tempi di assegnazione, da parte della commissione elettorale, del numero progressivo con cui i candidati e

Chi vincerà la corsa per Ca’ Sugana?

La campagna elettorale non è ancora davvero entrata nel vivo, ma dietro le quinte non mancano le scintille (anche fra alleati)

Ci siamo quasi, il dado è pressoché tratto, abbiamo la data e buona parte degli interpreti in campo.

I trevigiani saranno chiamati alle urne il 14 e 15 maggio per eleggere il nuovo consiglio comunale e, soprattutto, il nuovo sindaco.

I bookmaker che animano piazze e bar danno per stra-favorito il sindaco in carica: il leghista Mario Conte, 43 anni, sostenuto oltre che dalla Lega, da Fratelli d’Italia, Forza Italia e dalla lista civica che porta il suo nome. Alle sue spalle sembrerebbe potersi piazzare l’imprenditore Giorgio De Nardi, 62 anni, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra formata da Partito Democratico, Treviso Civica, Coalizione Civica per

Treviso, Volt, Europa Verde e dalla civica del sindaco. Lotta, sempre a sentire i bookmaker piazzaroli, per il terzo posto tra Nicolò Rocco, alfiere calendiano del Terzo Polo e il pentastellato Maurizio Mestriner. Il primo ha 33 anni, è consigliere comunale uscente, mentre l’esponente del Movimento 5 Stelle ha 43 anni. Saranno rispettati i pronostici della vigilia? Decisamente presto per dirlo. Due mesi di campagna elettorale potrebbero anche produrre qualche scossone.

A proposito di campagna elettorale: non sembra ancora essere entrata nel vivo. Molti incontri, qualche aperitivo, tante riunioni preparatorie, ma poche azioni pubbliche. La città, diciamo così, non sembra an-

cora essere coinvolta in quella frenesia tradizionalmente tipica di questi periodi. Tanto che ci si aspetta, da un momento all’altro, un improvviso susseguirsi di fiammate.

A tenere banco, in queste settimane, c’è certamente il tema della sicurezza. Su questo Conte e De Nardi se le sono date di santa ragione, come è normale che sia. Il primo ha scritto a ben otto ministri per chiedere sostegno alla definizione e conduzione di un progetto integrato capace di parlare a quei giovani troppo spesso protagonisti di risse e vandalismi. De Nardi ha però bollato questa iniziativa del sindaco uscente come un atto di pura propaganda e ha ricordato a Conte come, in tutti questi anni, si sia

le liste a loro collegate saranno stampati sul manifesto e sulla scheda elettorale. Mentre stavamo per andare in stampa con il numero di marzo de “La Piazza di Treviso” è arrivata la notizia che la corsa amministrativa di Treviso si arricchisce di un quinto candidato. Si tratta di Ugo Moro, 60 anni, architetto,

che rappresenterà il Partito Comunista, di cui è dirigente nazionale. Per il numero di aprile non mancheremo di rivolgere anche al candidato Moro le stesse domande che porremo a Mario Conte, Giorgio De Nardi, Maurizio Mestriner e Nicolò Rocco.

rebbe in un ruolo di rilievo in caso di conferma alla guida di Ca’ Sugana. Vedremo cosa accadrà. Intanto sono comparsi i primi manifesti del sindaco. Altra curiosità: oltre al simbolo della sua civica compare quello della Lega dal quale è stato, saggiamente, rimosso il nome di Salvini.

sempre detto indisponibile a definire questi fenomeni come segnale di un’emergenza, accorgendosene quindi solo oggi, a poche settimane dalle elezioni.

E fin qui tutto normale. Ma a mettere ulteriore pepe ci ha pensato uno dei rappresentanti di spicco di Fratelli d’Italia, l’avvocato Fabio Crea, che nel corso di una trasmissione televisiva ha segnalato come ampie zone della città siano effettivamente insicure e non si possa derubricare tutto a fenomeni isolati. Apriti cielo! Conte ha chiesto immediatamente rassicurazioni al partito di Giorgia Meloni sulla fedeltà alla sua candidatura e, pare, abbia posto il veto su Crea che, viceversa, Fratelli d’Italia vor-

Scintille tra Terzo Polo e il centrosinistra: i primi, all’indomani della vittoria delle Primarie da parte di Elly Shlein hanno fatto un appello a tutti i moderati, De Nardi compreso, perché andassero con loro. I secondi, invece, hanno notato come ci sia una certa assonanza tra il candidato del Terzo Polo e il Sindaco Mario Conte. Durante l’ultimo consiglio comunale, infatti, non è sfuggito a nessuno uno scambio importante di attestazioni di reciproca stima. Talmente evidente che lo stesso Rocco è dovuto ricorrere ad una comunicazione mezzo stampa per smentire qualsiasi accordo pre-elettorale con il leghista Conte. Insomma, la campagna elettorale è un po’ sonnolenta, ma con il dietro le quinte non ci si annoia.

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Treviso 2023/2028. Affitti degli immobili troppo cari e la città si sta progressivamente svuotando

Le attività commerciali se ne vanno dal centro? Analisi, idee e proposte per provare a invertire il trend

La domanda

Nel centro storico si sta assistendo a un progressivo svuotamento degli immobili da parte delle attività commerciali. Quali politiche intende adottare per provare a invertire il trend in una città a vocazione prettamente turistica?

“Le azioni devono andare in una duplice direzione: sostegno e sensibilizzazione. Il sostegno è alla base del Bando Rilancio e del Treviso 4 Change, dai contributi a fondo perduto per le nuove aperture nei negozi sfitti ai finanziamenti a tasso agevolato tramite il sistema di contributi ai cofidi. Un’altra forma di sostegno sta nell’attrattività, vale a dire nella promozione congiunta con partner internazionali (come con Ryanair) e di eventi particolarmente accattivanti, per attirare visitatori nel territorio. La sensibilizzazione è un’azione rivolta ai proprietari: partendo dal presupposto che i contratti di affitto e locazione riguardano i privati, è fondamentale il dialogo con i sindacati di settore affinché si creino le condizioni migliori per fare impresa e investire”.

“Quello dell’affitto è un grosso problema. Le amministrazioni non hanno possibilità di intervento sui contratti di locazione stipulati fra privati ma la politica ha un compito fondamentale: far rinascere Treviso, animandola tutto l’anno con manifestazioni internazionali e ripopolando il centro cittadino di famiglie e giovani. Grazie alle proprie attrazioni e al proprio posizionamento geografico la città può diventare un riferimento internazionale del turismo sostenibile e re-

“Treviso turistica è una grandissima risorsa e siamo orgogliosi che negli ultimi dieci anni la nostra città stia vivendo questo interesse di piccolo gioiello vicino a Venezia. In questa direzione possiamo

sponsabile; dobbiamo perciò valorizzare e riorganizzare l’offerta naturalistica, enogastronomica, cicloturistica e artistica. Vogliamo custodire e sviluppare tramite processi di partecipazione civica, nel centro e nei quartieri, le tradizioni sportive e culturali di cui è ricca e definire il Piano Culturale coinvolgendo istituzioni e associazioni. L’afflusso costante dall’esterno stimolerà l’economia cittadina e i ricavi delle attività commerciali potranno ritornare a fiorire”.

fare ancora di più e un grande ruolo lo avrà una generazione di imprenditori giovane e innovatrice. Però il turismo non basta. Se le funzioni che tengono viva una città tutto l’anno se ne vanno dal centro sto-

“Le amministrazioni degli ultimi 15 anni hanno privilegiato i grandi centri commerciali nella prima periferia, hanno svuotato il centro dai clienti, è rimasta solo la vetrina, ma ora la bella vetrina è rimasta vuota. Il Comune non può intervenire nella contrattazione privata ma può costituire una consulta delle attività immobiliari commerciali in centro, con le associazioni di proprietari di immobili, agenzie immobiliari e imprenditori, tentando di riequilibrare il

rico o un ragazzo di trent’anni è costretto a comprare casa a Villorba o Carbonera la città si impoverisce. Dall’altra per quanto riguarda gli esercizi commerciali non abbiamo grandi leve sugli affitti, pos-

tessuto commerciale. Bisogna riportare anche un senso di sicurezza nel centro: il clima violento rende meno attraente per il consumatore venire a Treviso. Questa giunta di destra ha fatto tante promesse, sulla sicurezza più di tutte, ma dopo cinque anni il risultato è sconfortante”.

siamo solo pensare a sgravi, in particolare su plateatici e rifiuti. Sento dire da dieci anni che va aperto un tavolo con Contarina, è giunto il momento di prendere carta e penna e farlo”.

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Interviste a cura di Sara Salin

Treviso 2023/2028.

PM10, le domeniche ecologiche da sole non bastano per migliorare la qualità dell’aria in città

La domanda

La qualità dell’aria di Treviso - complici il cambiamento climatico e le PM10 prodotte da caldaie e mezzi di trasporto - in questi mesi ha raggiunto picchi negativi importanti. Le ordinanze antismog e le domeniche ecologiche circoscritte alla sola zona dentro le Mura hanno dimostrato di non essere soluzioni sufficienti. Quali misure andrebbero adottate?

“Treviso si trova in un bacino, quello Padano, storicamente problematico dal punto di vista della qualità dell’aria. La nostra amministrazione ha lavorato fortemente sul Piano caldaie investendo 560 mila euro per la sostituzione di 280

impianti obsoleti, la piantumazione di alberi (presto arriveremo a quota 5mila essenze messe a dimora) e la predisposizione di una rete ciclabile per proporre un’alternativa alle auto. Inoltre è stata incentivata la mobilità elettrica portan-

do da 5 a 50 le colonnine di ricarica. Questi per noi rappresentano traguardi ma anche punti di partenza, consapevoli del fatto che il problema dell’inquinamento si risolve su area vasta, moltiplicando ulteriormente lo sforzo”.

“Le domeniche ecologiche purtroppo hanno avuto effetti controproducenti. La gente è partita convinta di venire in centro in macchina, ha trovato i varchi chiusi e si è formata una coda che di certo non ha giovato alla qualità dell’aria. Serve un piano shock per la sostituzione degli impianti che generano combustio-

“Realizzare vere politiche di democrazia energetica significa sostenere tutte le azioni che permettano ai cittadini di attivare interventi nelle proprie abitazioni e luoghi di lavoro per il risparmio energetico e la transizione ecologica. L’amministrazione dovrà supportare con adeguato potenziamento delle risorse umane dedicate tutti gli uffici impegnati delle pratiche necessarie. Promuovere e sostenere le comunità energetiche, realizzare impianti fotovoltaici che partecipino alle comunità energetiche e condividano l’energia messa in rete a supporto di famiglie e associazioni. Poi serve una pianificazione e regolamentazione dl

ni scorrette, le quali sono le principali responsabili delle PM10. Dall’altra parte nell’immediato ci sono piccole proposte come piantare sempreverdi lungo le aree più trafficate. Anche le comunità energetiche possono essere una strada da seguire, ma serve una forte regia del pubblico perché siano efficaci”.

verde urbano: mantenimento dei viali alberati, spesso vittime di potature e capitozzature aberranti; piantumazione programmata di essenze autoctone e siepi resistenti alle nuove epidemie. Trovo machiavellico punire sempre gli automobilisti, quando sappiamo che il problema prevalente è dato dai fumi dei riscaldamenti e nessuno mai accenna al fatto che l’aeroporto da molti anni fa più movimenti rispetto a quanto gli sia consentito, ogni aereo quando si muove inquina come 500 auto euro zero. La forma del centro storico impone scelte di pianificazione urbana che attuino un cambiamento radicale della mobilità”.

“L’attenzione all’ambiente è un’importante forma di assunzione di responsabilità: la nostra coalizione intende procedere senza reticenze sulla strada dell’efficientamento energetico pubblico e privato e della generazione in loco di energia da fonti rinnovabili, ad esempio tramite l’installazione di pannelli fotovoltaici, la consulenza legale e amministrativa ai cittadini, la promozione della nascita di comunità energetiche. Per quanto riguarda le misure specifiche rivolte alla qualità dell’aria, vogliamo promuovere la mobilità elettrica per i veicoli pubblici (progressivo rinnovo della flotta) e privati (nuovi spazi per le colonnine di ricarica); adotteremo strategie di acquisizione di spazi verdi urbani (ad esempio tramite la trasformazione dei parcheggi in strada in sotterranei o multipiano). Tra i nostri obiettivi primari vi sono la riduzione del traffico, lo stop al consumo di suolo, la tutela delle acque e il contrasto dell’inquinamento atmosferico, acustico e luminoso”.

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Mario Conte
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Nicolò Rocco
Tutti gli sfidanti hanno messo l’ambiente al centro del proprio programma elettorale

Treviso 2023/2028. A scuola e nel tempo libero gli episodi di violenza si stanno moltiplicando

Disagio giovanile, un malessere o maleducazione?

Visioni diverse su un problema da risolvere

La

Dall’uscita dalla pandemia si assiste con sempre maggiore frequenza a situazioni di violenza e di disagio giovanile sia nel contesto pubblico cittadino che in ambito scolastico. Come analizza questa emergenza e con quali strumenti un’amministrazione pubblica può e deve intervenire per risolvere il problema?

“Gli episodi di maleducazione e le manifestazioni di disagio da parte dei ragazzi sono un tema che riguarda tutto il Paese. A Treviso ci sono stati alcuni episodi dovuti a una ricerca di attenzione, anche e soprattutto sui social network. Serve un nuovo modello sociale fondato sull’entusiasmo, sulla realizzazione in vari ambiti e sulla partecipazione che va costruito su scala nazionale insieme al Governo e a una serie di riforme strutturali volte a creare percorsi e contesti per i ragazzi, integrate, ovviamente, dalle azioni su scala locale. In questo senso la nostra amministrazione in questi anni, oltre ad aver potenziato Progetto Giovani con spazi, attività, corsi e laboratori tenuti da esperti, ha aperto i luoghi della cultura a ragazzi, giovani musicisti e corpi di ballo. Si sono concretizzate iniziative come

Nicolò Rocco

“Tutti parlano di giovani ma nessuno parla con i giovani. Nella mia squadra ho voluto professionalità del mondo della prevenzione che conoscano il problema della condizione giovanile nella sua complessità. Non dobbiamo

“Con lo Sguardo al Futuro”, in collaborazione con I.C. Coletti all’interno del Patto Educativo di Comunità per prevenire la povertà educativa; CON TRA STO, progetto di prevenzione del disagio adolescenziale con la formazione di gruppi di genitori dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni; il progetto di prevenzione all’Abuso con gli operatori della Comunità Giovanile di Conegliano nel corso degli eventi musicali e culturali estivi; gli spettacoli We Free promossi dalla Comunità di San Patrignano per 800 studenti delle superiori e tutti i progetti legati al Patto di Treviso e fra questi la creazione di un inserto sui quotidiani interamente gestito dai ragazzi. La nostra intenzione è di ricavare nuovi spazi per i giovani e portare attività in grado di invogliarli e stimolarli a realizzarsi in ambito sportivo, culturale e sociale”.

dimenticare che per due anni la pandemia ha impedito ai ragazzi di socializzare in una fase fondamentale del loro sviluppo. A questo dobbiamo aggiungere situazioni familiari complesse e un indebolimento generale delle agenzie

“Il malessere manifestato dai giovani è il segnale di una Treviso escludente. All’assenza di spazi di aggregazione e di una rete sociale extrascolastica vanno contrapposte occasioni di incontro in cui i giovani possano esprimersi da protagonisti. I ragazzi vogliono risposte concrete che vanno individuate a partire dall’analisi delle situazioni di disagio sociale e psichico,

“Si devono mettere i giovani al centro e un sindaco può e deve intervenire, cercando di capire che esigenze hanno questi giovani. Vanno finanziati progetti in accordo con le scuole per coprire fasce pre e post orario scolastico e riempiendo questo tempo con contenuti formativi e sportivi. Azioni che si possono fa-

educative tradizionali. Nel breve periodo un’amministrazione può agire solo con misure dure e contingenti come le ordinanze anti alcol o la presenza delle forze dell’ordine nelle zone più a rischio. Nel lungo periodo

da affrontare affiancando l’assistenza sanitaria al supporto nelle relazioni di socializzazione. È necessario stimolare proattivamente la partecipazione alla comunità degli esclusi, anche tramite il coinvolgimento nelle

cilmente finanziare tramite bandi del fondo sociale europeo. L’amministrazione deve garantire periodiche consulte con associazioni, dirigenti scolastici e servizi sociali, ci si deve dare precisi obiettivi per garantire le pari opportunità, attuare servizi di contrasto alla violenza su donne e bambini e istituire un Protocollo Rosa

dobbiamo ricreare gli spazi per fare sport, favorire i luoghi della cultura, potenziare la presenza di psicologi nelle scuole e nelle società sportive. Psicologi che non servono solo ai giovani, ma che possono supportare an-

decisioni che riguardano Treviso, con l’attivazione di una Consulta dei Giovani e di focus group. L’amministrazione può intervenire, inoltre, aprendo le scuole ai quartieri anche al di fuori dell’orario scolastico e, in sinergia con scuole e Ulss, istituendo programmi di educazione affettiva e cittadinanza attiva. Per una città attenta e accogliente, che condivide le decisioni importanti”.

mettendo in dialogo polizia scuola e pronto soccorso. Si devono attuare politiche di vera integrazione e non solo di accoglienza. Vanno strutturati e poi ben mantenuti luoghi di aggregazione, anche dove poter offrire ai giovani un pasto conviviale sano ed economico, luoghi per il confronto, lo studio e lo sport”.

che i genitori e gli adulti nel relazionarsi in maniera corretta. Infine i progetti vanno costruiti con i giovani. Se gli proponiamo progetti che interessano solo agli adulti come possiamo pensare che si appassionino?”.

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| | Maurizio Mestriner

Treviso 2023/2028. Punti di partenza e soluzioni diverse su una questione sociale sempre più urgente

La casa, un’emergenza riconosciuta da tutti Cosa fare per non lasciare indietro nessuno?

Secondo lei a Treviso esiste un’emergenza casa? Se sì, come si dovrebbe intervenire? La

| Giorgio De Nardi

L’emergenza esiste e nell’affrontarla non dobbiamo lasciare nessuno escluso. Sempre più persone faticano a trovare casa a prezzi accessibili. Intendiamo affrontare le politiche abitative adottando soluzioni specifiche per universitari, giovani e famiglie, senior, avviando un piano per gli alloggi universitari in concerto con le Università e l’ESU, anche al fine di attrarre nuovi studenti; favorendo l’accesso alla prima casa, in locazione o proprietà, sia dal lato dell’offerta (differenziando le aliquote IMU, attivando un Fondo di Garanzia per gli affitti, avviando un piano pluriennale di ristrutturazione delle proprietà comunali), sia della do-

“L’emergenza c’è e la stiamo affrontando mettendo a disposizione dei cittadini che ne hanno bisogno tutto il patrimonio di edilizia residenziale pubblica possibile sostenendo le famiglie con fondi dedicati alle spese per l’abitare (affitti, bollette, spese condominiali) e cercando di sensibilizzare il mercato immobiliare verso condizioni contrattuali calmierate. Per il futuro, oltre alla istituzione di un fondo di garanzia, su cui stiamo lavorando con l’Associazione Comuni Marca Trevigiana, vorremmo favorire l’attivazione di un’agenzia sociale per la casa a carattere provinciale e adottare una strategia condivisa a livello regionale per affrontare il problema su larga scala”.

manda (supportando la nascita di cooperative di abitazione e agevolando l’accesso ai finanziamenti regionali e statali); favoriremo, inoltre, l’incremento del numero di posti disponibili nelle residenze per anziani, con interventi di sostegno per chi si trova in difficoltà nel pagare le rette”.

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“L’emergenza la stiamo vivendo. Comune e ATER avrebbero dovuto sfruttare da subito la norma del Super Bonus1 10 e fare rete tra gli edifici con le comunità energetiche. Stiamo mettendo sempre più in difficoltà i ceti poveri. Con strutture vetuste, colabrodo energetici e questo incide sia sulla salute delle persone sia sulle loro dispo-

nibilità di spesa. Non ultimo il governo di centro destra specula sui poveri rimodulando al ribasso il Reddito di Cittadinanza mettendo le basi per una vera macelleria sociale. Attueremo un’anagrafe delle proprietà immobiliari comunali, un piano di monitoraggio e recupero degli alloggi esistenti, verificando la congruenza delle assegnazioni

relative agli inquilini assegnatari e lo stato di fatto degli edifici esistenti, evitando in ogni caso che la popolazione più anziana venga spostata in zone o quartieri dove vadano perduti quei legami sociali e culturali che formano una comunità solidale. E sosterremo con adeguate risorse e nuova edilizia popolare pubblica nuove famiglie giovani”.

“Un’emergenza che potremmo definire acuta riguarda i nuclei che da un giorno all’altro si trovano senza un tetto. Purtroppo ce ne sono e servirebbe un intervento normativo della Regione perché tuteli le situazioni disperate di chi è già in un alloggio ATER ma rischia lo sfratto dopo quattro mesi che non paga l’affitto. Altro ragionamento riguarda l’indipendenza abitativa e il sostegno abitativo a chi non è in uno stato di marginalità totale, ma non è neanche nelle condizioni di comprare casa visti i prezzi. Tra alloggi di proprietà comunale e ATER ci sono circa 400 case inutilizzate. Per metterle a posto basterebbero 50mila euro. Potremmo pensare di darle direttamente ai cittadini o a realtà del Terzo Settore che si impegnino a ristrutturale facendo poi un accordo sul canone. C’è infine un terzo ragionamento da fare su un’edilizia di qualità ma con finalità sociale e gli interlocutori potrebbero essere i Fondi di investimento privati con investimenti edilizi in accordo con il Comune a favore ad esempio delle giovani coppie”.

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domanda

Progetto Giovani. Aperto il concorso di idee Libera Creatività: l’anno scorso ha visto la realizzazione di 14 progetti

La musica torna nelle sale di via Dalmazia Già sette i gruppi pronti alla chiamata

Le due sale prova di via Dalmazia hanno riaperto le porte ai gruppi musicali dei giovani della città. L’immobile in cui vengono ospitate, di proprietà comunale, è stato infatti riqualificato e il primo marzo si è già tenuta la riunione dei gruppi che hanno aderito alla chiamata di Progetto Giovani per dare spazio alla propria creatività e al desiderio di stare insieme. Sono sette i gruppi che si sono già presentati alla chiamata: cinque i gruppi di maggiorenni, tre dei quali nuovi e due che frequentavano le sale prima della chiusura, due i gruppi di minorenni (uno è il coro del liceo Canova e l’altro è il gruppo di uno studente che frequenta Progetto Giovani). A loro nella prima serata si sono uniti anche quattro maggiorenni singoli e altrettanti minorenni.

Entrambe le sale sono dotate di casse, mixer, batteria, peda-

li, microfoni e sono destinate ai gruppi di giovani fra i 14 e i 30 anni, coordinati dagli educatori della Cooperativa La Esse che gestisce Progetto Giovani. Ragazzi e ragazze che hanno già un gruppo o che desiderano crearlo, ma non sapendo dove andare possono trovare nelle sale comunali un’opportunità per provare e divertirsi suonando. Vengono accolti gruppi formati da almeno due componenti, con priorità ai gruppi con una percentuale maggiore di componenti residenti a Treviso.

“Le sale prova sono un’importante risorsa, dove i giovani appassionati di musica hanno l’opportunità di esprimersi con entusiasmo, passione e talento, promuovendo la loro creatività”, afferma l’assessora alle politiche giovanili Silvia Nizzetto, che spiega come “la parte creativa sia indubbiamente fonda-

mentale, ma in questo progetto i giovani sono chiamati a confrontarsi anche con il senso di responsabilità nella gestione di spazi comuni e delle attrezzature e quindi diventa un’occasione di crescita”.

Sempre nell’ambito di Progetto Giovani rientra anche il bando “Libera Creatività”, concorso di idee che ha come obiettivo lo stimolo e la valorizzazione della creatività in ambito sportivo, artistico, culturale, musicale, teatrale, fotografico, architettonico, nelle nuove tecnologie, nell’interculturalità, nel riciclo e nella sostenibilità ambientale. Riservato alla fascia di età compresa fra i 16 e i 35 anni (bisogna essere residenti, studenti o lavorare in città), singoli o gruppi: entro il 25 marzo si presenta la propria idea creativa – un evento, uno spettacolo, una mostra, una performance, un workshop, un laboratorio – e

questa, grazie alla supervisione degli educatori e al supporto del Comune, sarà realizzata dal 1° maggio al 31 dicembre. Lo scorso anno sono state 16 le candidature arrivate e 14 i gruppi che hanno vinto con la propria idea. “Un grande successo”, dice Nizzetto. “Lo scopo è far emergere il protagonismo giovanile. Credo sia una grande opportunità per mettersi in gioco con se stessi e con gli altri, condividendo e progettando insieme, generando nuove

e positive connessioni. I giovani delle due ultime edizioni – dichiara l’assessora – hanno dimostrato di aver compreso le potenzialità della proposta. Entusiasmo e forte desiderio di essere protagonisti riconosciuti e apprezzati è parte integrante della gioventù, che si lega al bisogno di socializzare e interagire. Per questo raccogliere le loro proposte e realizzarle insieme concretamente significa costruire un rapporto di fiducia reciproca”. (s.s.)

Treviso omaggia lo scultore Arturo Martini Al Museo Bailo in mostra 280 capolavori

L’inaugurazione è fissata per il 31 marzo e l’esposizione sarà aperta fino al 30 luglio. Per l’occasione arrivate a Treviso altre 130 opere. La prossima esposizione sarà nel 2047, per il centenario della morte

S ono almeno tre i motivi per cui la mostra “Arturo Martini. I capolavori” che apre i battenti il 31 marzo al Museo Bailo merita di essere visitata.

Il primo è temporale. La prossima esposizione di queste dimensioni dedicata allo scultore a Treviso sarà nel centenario della morte di Martini, ovvero nel 2047. Se infatti le mostre dedicate allo scultore trevigiano sono, ad oggi, circa 500, c’è da precisare che quelle monografiche si possono contare sulle dita di una mano e si sono svolte quasi tutte a Treviso (1947, 1967, 1989). Il secondo motivo è l’occasione da non perdere. Saranno infatti esposte tante opere, tra cui il Legionario Ferito e il Sacro Cuore, che non sono mai

uscite da collezioni private o che non si vedono da decenni, come la Sposa Felice o il Tobiolo Giacquinto.

Il terzo e ultimo motivo è la possibilità di vedere una mostra tematica dedicata al Martini. Il Figliol Prodigo di cui il Bailo possiede il grande bronzo, ad esempio, sarà posizionato in mezzo al gesso che lo scultore ha realizzato in gioventù e alla terracotta che ha realizzato nella fase della maturità. In questo modo, narrata per temi, sarà più facile cogliere l’evoluzione dello scultore durante la sua attività artistica. Il modello dichiarato dell’esposizione che a breve si potrà ammirare è la mostra del 1967, epica per la quantità di opere radunate per l’occa-

sione da Bepi Mazzotti e per la progettazione degli allestimenti a Santa Caterina firmati da Carlo Scarpa. Non c’è un percorso cronologico, ma una narrazione costruita “per capolavori”, un po’ per costrizione (dimensioni delle opere e spazi a disposizione) e un po’ per desiderio. Non mancano però alcune sale-omaggio tra cui quelle dedicate ai collezionisti Arturo Ottolenghi e Herta von Wedekind zu Horst o quella che riproduce la sala che la Biennale dedicò ad Arturo Martini nel 1942. “Si tratta di un punto di arrivo non solo per valorizzare lo scultore locale, ma anche la città e per il museo stesso, perché nel Bailo conserviamo la più ampia raccolta pubblica dedicata a Mar-

tini” ha dichiarato il direttore dei Musei Civici Fabrizio Malachin, curatore della mostra insieme a Nico Stringa.

“Mi aspetto – ha aggiunto Malachin – che il pubblico trevigiano risponda con lo stesso entusiasmo con cui ha partecipato alla sottoscrizione indetta nel 1993 per l’acquisto dell’Adamo ed Eva che riempie il giardino interno del museo. In quell’occasione la città si è mobilitata per appropriarsi dell’eredità di Martini; mi pia-

cerebbe che questa mostra riaccendesse quella fiamma. La mia seconda speranza è che rispondano non solo la città e il territorio trevigiano, ma tutti gli amanti dell’arte perché Martini sta al Novecento come Canova all’Ottocento e Tiepolo al Settecento: è il massimo del Novecento italiano e perdere questa mostra significa perdere una grande occasione”. L’inaugurazione del 31 marzo alle 18 è aperta a tutti.

www.lapiazzaweb.it 14 Cosa succede in città
Veduta del chiostro sud: in primo piano la Venere dei porti (1932) e sullo sfondo il gruppo Adamo ed Eva (1931)
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Santa Bona. Al via i lavori di rimodellamento superficiale e di bonifica dei 96mila metri quadrati di terreno

Via Orsenigo, da discarica a bosco urbano Qui nascerà la prima comunità energetica

Per Treviso è “una delle opere di bonifica ambientale più importanti mai realizzate”. Sono queste le parole del sindaco Mario Conte in merito ai lavori di rimodellamento superficiale e bonifica dell’ex discarica di via Orsenigo partiti nelle scorse settimane. L’area di 96mila metri quadrati, pari a 13 campi da calcio, è stata ammessa al finanziamento regionale nell’ambito del piano di bonifica dei siti inquinati per 4,3 milioni di euro. I lavori permetteranno di riconsegnare lo spazio situato nel quartiere di Santa Bona alla collettività con un nuovo bosco urbano e un parco fotovoltaico che produrrà un megawatt di energia per gli edifici pubblici. Il primo step è però la bonifica delle acque inquinate dai rifiuti. L’assessore all’Ambiente Alessandro Manera durante l’inaugurazione dei lavori ha infatti spiegato che, dopo un anno e mezzo di studi, si è arrivati a scoprire che i rifiuti che si trovano per quasi quaranta metri in profondità andavano a toccare la falda e questa era la causa dei punti di inquinamento a valle. Pertanto, prima si interverrà con la baulatura e poi si procederà al prelievo e alla purificazione delle acque grazie a un nuovo impianto che sarà costruito. I risultati saranno così due: l’isolamento dei rifiuti rispetto alla falda e dell’acqua piovana dall’alto verso il basso. Verranno inoltre scavati un canale esterno lungo per la raccolta delle acque e un bacino di laminazione in caso la piovosità sia elevata. Nello specifico, alla superficie dell’ex discarica verrà data una pendenza di circa tre metri affinché l’acqua possa defluire verso le estremità. Infine, erba, piante (tra cui sempreverdi) e cespugli andranno a coprire una superficie pari a 25mila metri quadrati; la scelta della vegetazione privilegerà però alberi ad altro coefficiente di abbattimento di PM10. Per quanto riguarda il parco fotovoltaico, alimenterà la comunità energetica in fase

di realizzazione che l’amministrazione uscente conta di completare prima della fine del mandato (maggio): fornirà scuole, uffici pubblici e case di riposo. “Un processo di comunità importante e unico nel suo genere anche dal punto di vista sociale: da un’ex discarica si passerà ad una fonte di energia per la collettività a costo zero”, ha dichiarato Manera. In collaborazione con Ats saranno inoltre inseriti una serie di “pozzi-spia” a diverse altezze per monitorare la falda di passaggio e conoscere la qualità dell’acqua in ogni punto.

“Si tratta di un progetto che proietta Treviso nel futuro da un punto di vista ambientale ed energetico. In particolare, il nuovo campo fotovoltaico sarà un passo fondamentale verso l’efficientamento energetico della nostra Città”, le parole del sindaco Mario Conte. Presente all’avvio dei lavori anche l’assessore regionale all’Ambiente Bottacin: “In via Orsenigo partendo da un problema si è arrivati ad un’opportunità: non solo è stata messa in sicurezza l’area della discarica ma si è fatto molto di più. Questo è un esempio virtuoso di quello che stiamo

facendo in Veneto recuperando situazioni degradate”. Dal punto di vista operativo, l’intervento verrà effettuato da Contarina in virtù della convenzione stipulata fra Comune di Treviso e Consiglio di Bacino Priula per la messa in sicurezza e la gestione del sito. I lavori, realizzati da Gruppo Cosmo, si concluderanno con la semina dell’erba e il livellamento del terreno che sarà reso pianeggiante per la futura installazione dell’impianto fotovoltaico, in grado di evitare l’emissione di ben 500 tonnellate di CO2 l’anno. “Tra i vari lavori che saranno svolti, - ha sottolineato il direttore del Consiglio di Bacino Priula, Paolo Contò - c’è anche la costruzione di un impianto di depurazione, che estrae e pulisce le acque inquinate attraverso un sistema di filtri, tra cui quelli a carboni attivi. Un impianto di cui ci sono pochi esempi in Italia e che permetterà di purificare le acque di falda”. Insomma, quello di via Orsenigo a Treviso sarà (ci si augura) non solo un grande intervento dal punto di vista ambientale per la città, ma un intervento che farà scuola a livello nazionale.

Primo colpo di benna per l’intervento che durerà un anno e che è stato ammesso al finanziamento regionale di bonifica dei siti inquinati per 4,3 milioni di euro. Saranno realizzati un’area verde di 25 mila metri quadrati e un parco fotovoltaico da un megawatt

Fai la doccia al posto del bagno, risparmi fino al 75% di acqua

Chiudi il rubinetto quando ti lavi i denti: 1 minuto di acqua corrente sono 20 litri sprecati

Non usare il wc per eliminare piccoli rifiuti, meglio lo scarico differenziato risparmi il 10% di acqua

Mangia a Km0, ogni volta che il cibo viene importato, si importa anche l’acqua contenuta in esso

Spugna e secchio per lavare la tua macchina, risparmi più di 100 litri d’acqua

Usa la lavatrice e la lavastoviglie a pieno carico

Controlla e ripara il rubinetto o il water che gocciolano: una perdita può costare 5mila litri all’anno

Tieni in frigo l’acqua se la vuoi fresca, non la far scorrere dal rubinetto

Lava la frutta e la verdura in una bacinella e ricicla per le piante l’acqua utilizzata

Innaffia le piante la sera, dopo il tramonto l’acqua evapora lentamente

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Treviso di domani

La nomina. Il violoncellista e direttore d’orchestra guiderà la direzione artistica dell’Orchestra regionale

Nuovo corso della Filarmonia Veneta nelle mani del direttore Massimo Raccanelli

L’ Orchestra Regionale Filarmonia Veneta ha un nuovo direttore artistico. È il trevigiano Massimo Raccanelli, trentacinquenne classe 1988, violoncellista e direttore d’orchestra. A lui l’onore e l’onere di guidare il nuovo corso artistico della compagine orchestrale, pronta per una profonda riorganizzazione con una visione di respiro maggiormente internazionale. Al suo fianco, in qualità di segreteria artistica, la musicista Anna Campagnaro.

Raccanelli, dopo il diploma in violoncello con il massimo dei voti al Conservatorio di Castelfranco Veneto, si è perfezionato sotto la guida dei maestri Mario Brunello, Enrico Bronzi e Antonio Meneses. Nel 2016 alla Hochschule di Monaco di Baviera si è diplomato anche in direzione d’orchestra. Come primo violoncello della Venice Baroque Orchestra si è esibito nelle più prestigiose sale da concerto del modo e come direttore, invece, da molti anni frequenta podi altrettanto acclamati, da Monaco a Lienz. Non è un volto nuovo per l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta: nel 2022 ha collaborato a diversi appuntamenti della rassegna “Gocce Musicali per la Natura”, dedicata alla transizione ecologica, con la quale l’Orchestra è tornata a suonare con un proprio cartellone al Teatro comunale Mario del Monaco.

Il giovane talento trevigiano si è detto entusiasta della nomina. “Sono pronto a mettere le mie esperienze di studio e musicali a servizio di quella che sento l’orchestra del mio territorio, impegnandomi a farla crescere da tutti i punti di vista”, ha dichiarato Massimo Raccanelli, che ha spiegato che il suo desiderio è riuscire a portare suggestioni e relazioni dal centro Europa, con l’obiettivo di far dialogare l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta con altre compagnie europee, facendo arrivare a Treviso e nella regione i migliori talenti

Compito del 35enne trevigiano portare maggiore respiro internazionale e avviare un rinnovamento

della musica internazionale. La scelta di Raccanelli è stata spiegata Alberto Barbaro come conseguenza logica della necessità di rinnovamento. “Abbiamo voluto puntare su un giovane direttore trevigiano con un solido curriculum e un’esperienza internazionale per promuovere una profonda

riorganizzazione”, da dichiarato il presidente dell’Orchestra, nata nel 1980 e protagonista per anni delle stagioni concertistiche di Treviso, Rovigo e Bassano del Grappa, oltre che strumento principale della bottega-laboratorio per giovani cantanti e musicisti diretti da Peter Maag.

La Regione sceglie Federico Pupo per la Fondazione Arena di Verona

Federico Pupo è stato nominato dal Consiglio regionale del Veneto, in rappresentanza della Regione, nel consiglio di indirizzo della Fondazione Arena di Verona. Il 63enne trevigiano, docente universitario all’Egart di Ca’ Foscari, è stato proposto da Alberto Villanova, capogruppo di Lega-Liga veneta, ottenendo 32 voti su 44. Va a sostituire

Gabriele Maestrelli, eletto nel 2017 nell’organo di indirizzo politico e amministrativo dell’ente di governo della fondazione scaligera, alla cui presidenza siede il sindaco di Verona Damiano Tomasi. Diplomato in violino, Pupo dal 1980 ha suonato nell’Orchestra Filarmonia Regionale Veneta e dal 1989 ne è diventato segretario organizzativo. Ha collaborato per alcuni anni con i Solisti Veneti per l’organizzazione artistica di produzioni discografiche e attività concertistiche. Membro del comitato promotore del Festival Organistico Internazionale “Città di Treviso e della Marca Trevigiana”, dal 1991 al 1996 è stato responsabile dei servizi musicali del Teatro Comunale di Treviso. Dal 1995 è direttore artistico di Asolo Musica – Veneto Musica. Dal 2000 al 2008 è stato direttore organizzativo di Teatri Umanesimo Latino e dal 2017 è direttore artistico della stagione concertistica del Teatro Comunale di Monfalcone. Non è la prima volta che Federico Pupo ha a che fare con l’Arena: già nel 1997 è stato capo servizio programmazione e organizzazione artistica dell’Ente Lirico che, l’anno successivo, lo ha nominato direttore artistico del 76° Festival Areniano.

www.lapiazzaweb.it 20 Eccellenze trevigiane

La donazione. L’iniziativa fa parte del progetto Piccolo Principe della Fondazione

Ometto

Sette defibrillatori lungo la Restera per ricordare la morte di Carlo Alberto

Sette defibrillatori lungo la Restera, dal ponte dell’Università fino alla centrale di Silea, per proteggere i trevigiani e i turisti che camminano, corrono e vanno in bicicletta, oltre che per ricordare Carlo Alberto Conte, il dodicenne padovano stella nascente delle Fiamme Oro morto improvvisamente un anno fa mentre partecipava a una corsa campestre a Vittorio Veneto. Mamma Valentina Ometto e papà Dino Massimiliano Conte hanno scelto la strada della solidarietà e della sensibilizzazione alla prevenzione per onorare la memoria di un figlio che se ne è andato troppo presto e troppo in fretta. E così con il progetto Piccolo Principe della Fondazione Ometto (progetto nato nel 2022 subito dopo la morte del ragazzo e al quale è stato dedicato anche il ricavato del concerto di Capodanno al Teatro Comunale) e con il contributo economico di Aspiag Service Despar hanno acquistato i defibrillatori destinati a essere installati ogni 650 metri lungo la camminata che costeggia il fiume Sile.

“Un messaggio importante che parte da una tragedia, con due genitori che hanno saputo trasformare il loro dolore immenso. Chiunque proverebbe un po’

di rabbia, ma loro invece hanno voluto ringraziare le istituzioni e la sanità”, ha dichiarato il sindaco Mario Conte all’inaugurazione del primo defibrillatore, posizionato all’altezza della sede del centro Pro Senectute. “La Restera – ha aggiunto il primo cittadino – è un luogo simbolo: attrezzarla con i defibrillatori è fondamentale per la sicurezza e la salute. È un inizio. Partiamo da qui per poi replicare il progetto in altri luoghi ad alta frequentazione, come i parchi e la Treviso-Ostiglia”.

Sono arrivati in tanti alla scopertura della prima colonnina con il defibrillatore. Le Fiamme Oro della Polizia di Stato, le associazioni Corritreviso e Ride Your Dreams, assessori e consiglieri comunali, il presidente di Israa Mauro Michielon, il direttore delle relazioni esterne di Aspiag Giovanni Taliana. C’era il primario della cardiochirurgia del Ca’ Foncello, Giuseppe Minniti, che non ha nascosto l’emozione

Un anno fa la scomparsa del dodicenne padovano, promessa delle Fiamme Oro, durante una corsa campestre a Vittorio Veneto. Mamma e papà, con il contributo di Aspiag Service Despar, onorano la memoria del figlio dedicandosi alla prevenzione e alla ricerca scientifica

di vedere nascere una cosa così bella da una tragedia. E c’era la direttrice del Suem Marialuisa Ferramosca, che ha ricordato che in Italia ogni anno sono 60mila i casi di arresto cardiaco e che fondamentale è l’utilizzo tempestivo del defibrillatore. Più defibrillatori ci saranno, più Treviso sarà cardio-protetta.

“Qui c’è un po’ di Carlo Alberto”, hanno detto i genitori del ragazzo, che hanno sottolineato come l’affetto ricevuto dalla città sia stato fuori dal normale. Un progetto, quello del Piccolo Principe, che prevede un impegno concreto in tre direzioni: l’installazione di defibrillatori nei luoghi frequentati dagli amanti dello sport e nelle scuole; la sensibilizzazione nei ragazzi sull’importanza della prevenzione, ma anche il supporto nell’orientamento alla scelta del percorso scolastico o professionale; e il finanziamento della ricerca sulla morte improvvisa.

Il 74% delle patologie cardiovascolari a rischio di morte improvvisa diagnosticate in giovani under 16

Sono più di 22mila i giovani atleti monitorati nell’ambito di uno studio condotto dalla Medicina dello Sport dell’Ulss 2, centro di riferimento regionale per lo sport nei giovani con cardiopatie, in collaborazione con l’Università di Padova sul significato dello screening medico sportivo nella prevenzione delle morti improvvise. La ricerca, intitolata “Value of screening for the risk of sudden cardiac death in young, competitive athletes”, è stata pubblicata sulla rivista scientifica “European Heart Journal”. La collaborazione fra l’équipe

trevigiana guidata da Patrizio Sarto e Domenico Corrado, direttore dell’UOSD Centro genetico per le cardiomiopatie aritmiche e Cardiologia dello sport, e Alessandro Zorzi, entrambi del Dipartimento di Scienze toraco-vascolari e Sanità pubblica dell’Università di Padova, ha portato alla conclusione che ben il 74% delle patologie cardiovascolari che presentano il rischio di morte improvvisa è stato diagnosticato in bambini e ragazzi con meno di 16 anni. Grazie al modello di screening italiano sono state potenzialmente salvate

le vite di 69 giovani atleti. Su 22.324 sportivi valutati, uno soltanto è stato colpito da arresto cardiaco durante l’attività sportiva, ed è sopravvissuto grazie alla rianimazione cardiopolmonare con l’uso del defibrillatore. “Questo è un caso molto complesso perché nonostante i tanti esami eseguiti non è stato ancora possibile individuare la causa dell’arresto cardiaco”, afferma Patrizio Sarto.

14 - 15 Maggio 2023 ricorda ai soggetti interessati la propria disponibilità ad ospitare per le Elezioni amministrative del 14-15 Maggio 2023 messaggi politici elettorali e inserti pubblicitari allegati al giornale. (In ottemperanza alla legge 28 del 22 Febbraio 2000).

www.lapiazzaweb.it 21 Elezioni PER INFORMAZIONI: tel. 049 8704884 info@givemotions.it Elezioni Amministrative
Sport, sanità e solidarietà Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
Patrizio Sarto

#Regione

Ormai l’ipotesi sta diventando una pista d’atterraggio del dibattito politico, peraltro così sgombra da far prevedere che l’aereo delle buone intenzioni plani in sicurezza e in (relativamente) poco tempo. L’idea è quella del terzo mandato per i governatori, argomento che interessa da vicino il Veneto, visto che Luca Zaia terminerà il suo compito nel 2025. Ma davvero lo concluderà? Sarebbe il terzo mandato, che in verità è il quarto perché Zaia presidente lo è diventato nel 2010. E, a voler essere precisi, è in giunta dal 2005, quando era vicepresidente di Giancarlo Galan, non proprio un incarico da niente.

Era l’anno, il 2005, quando i consiglieri della Lega, per fare sentire la propria forza, alla seduta inaugurale entrarono volutamente insieme, in leggero ritardo e facendo

Il Punto Quarto potere

perfino rumore. Volevano fare capire che erano ben vivi nel Veneto in cui Forza Italia aveva ottenuto il 22% mentre la Lega era rimasta al 14%. Insomma, un po’ orgogliosi e un po’ arroganti.

Cinque anni dopo, nel 2010, i risultati sarebbero stati opposti: Lega al 35% mentre il Pdl, l’evoluzione di Forza Italia, al 24%. Iniziava l’era di Zaia, eletto governatore con il 60% dei voti quando nel 2005, Berlusconi imperante, Galan aveva ottenuto “appena” il 50%.

Il resto è cronaca, vale a dire le due riconferme di Zaia del 2015 e del 2020, quest’ultima con la percentuale stellare del 77%. Ha ragione Crozza: non è un’elezione, il Veneto è un principato, un sultanato.

E il futuro? Niente di più facile che sia Zaia a succedere a se stesso. È vero che l’eurodeputato Variati ha bocciato questa idea, ma la pensano così nel Pd del Veneto non in tutta Italia. I democratici, infatti, hanno molto a cuore la rielezione di Vincenzo De Luca in Campania. Quindi, uno a me e uno a

te, tra destra e sinistra è assai probabile che si trovi un accordo per abolire quella norma che impedisce ai governatori di candidarsi per un terzo mandato, norma che appunto è scattata dopo il primo quinquennio di Zaia e che lo porterebbe al quarto incarico da governatore.

L’unico ostacolo su questa strada è Fratelli d’Italia che vorrebbe mettere la sua bandiera sulla prestigiosa poltrona, visto che anche nel Veneto supera abbondantemente il 30 per cento. Ma, fanno notare a Roma, qualcosa agli alleati i Fratelli devono pur concederla, mentre Luca De Carlo, senatore e timoniere veneto di FdI nelle dichiarazioni ufficiali ha spiegato: “Noi siamo assolutamente favorevoli all’eliminazione del tetto dei mandati perché sono i cittadini che devono poter scegliere. Valuteranno i partiti e i candidati il da farsi”.

Autonomia, la parola passa al Parlamento

Intanto Ciambetti incontra il ministro Calderoli: “Coinvolgere anche i Consigli regionali sui processi decisionali”

Altri due passi avanti sulla strada dell’autonoma differenziata, che a metà marzo ha incassato il via libera definitivo dal Consiglio dei Ministri. Ma il cammino è ancora lungo e non privo di incognite, adesso che la palla passa al Parlamento. E si sa quanto l’Aula possa rivelarsi insidiosa anche per progetti che godono di un ampio consenso e per riforme che sembrano mettere tutti d’accordo. Intanto il disegno di legge che porta il nome di Roberto Calderoli, ministro per gli affari regionali e le autonomie, ha fatto importanti passi avanti nel giro di pochi. L’ultimo in ordine di tempo è l’approvazione definitiva del disegno di legge dal Consiglio dei Ministri. Una decina di giorni prima era arrivato il via libera da parte della Conferenza delle Regioni e dalla Conferenza Unificata, aprendo di fatto il confronto parlamentare sul percorso di autonomia differenziata. Il governatore

veneto Luca Zaia non può che compiacersi: “Con alto senso di responsabilità e volontà di inclusione porteremo avanti questo progetto, ascoltando tutti, consapevoli che questa è una scelta di modernità. Adesso serve che prosegua con efficacia il lavoro per LEP, i livelli essenziali delle prestazioni. Dovrà continuare l’impegno di tutti anche nel far capire che l’autonomia non spacca certo il Paese, né impoverisce qualcuno, ma è una grande opportunità per tutti i territori”.

Zaia si spiega meglio e aggiunge: “Prende sempre più forma il progetto per dare compimento al dettato costituzionale. L’autonomia, infatti, è prevista dalla Costituzione ed è la chiave per un profilo di modernità, di efficienza e di modernità dell’amministrazione della cosa pubblica che avrà quella ricaduta positiva attesa dai cittadini. Il centralismo è l’equa divisione del malessere,

l’autonomia è l’equa divisione del benessere. Questa Italia a due velocità deve finire e le regioni devono essere tutte messe nelle condizioni di dare servizi e risposte ai loro cittadini”.

Detto questo il presidente del Veneto si rivolge anche alle quattro Regioni che invece avevano espresso parere contrario: Campania, Puglia, Emilia Romagna e Toscana: “Rispetto la scelta: hanno fatto dei distinguo ma, è da notare, che non si sono pronunciate contro l’autonomia, lamentandosi più che altro delle modalità. Da parte nostra c’è soddisfazione ma colgo anche

un grande senso di responsabilità da parte di tutti noi e del ministro Calderoli a cui va il mio ringraziamento per l’impegno che continua a dimostrare. Da parte nostra c’è la volontà di vedere riconosciuto fino in fondo che questo è un progetto serio, che non spacca l’Italia e darà opportunità a tutti, anche a quella foresta che cresce e che non ha ancora voce”.

Di autonomia hanno parlato anche i presidenti dei consigli regionali in occasione dell’incontro a Roma con il ministro Calderoli. “Il confronto con gli enti territoriali è sempre proficuo, - ha dichiarato - sull’au-

tonomia c’è coinvolgimento e attenzione” ha dichiarato il ministro. “E’ stato un incontro costruttivo e molto utile - ha sottolineato il presidente del consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti - abbiamo apprezzato la concretezza del ministro. Abbiamo concordato su come la natura del processo decisionale, connesso all’esercizio di più ampie funzioni delegate alle Regioni, debba coinvolgere anche il rispettivo Consiglio regionale e abbiamo auspicato che il Ministro possa farsi portavoce di questa sensibilità in Parlamento, quando avranno luogo le audizioni dei soggetti istituzionali deputati”.

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La riforma. Dopo il via libera del progetto da Consiglio dei Ministri e Conferenza delle Regioni
Luca Zaia Roberto Ciambetti

Dopo le primarie. Il segretario regionale Andrea Martella traccia la rotta

Pd più forte per un Veneto che vuole voltare pagina”

“Nessun’altra forza politica si apre all’esterno così tanto e sa ascoltare la richiesta di cambiamento, siamo in campo su sanità, scuola, transizione ecologica e sviluppo”

Si sono concluse le Primarie del Partito Democratico con l’affermazione nazionale di Elly Shlein e il Veneto, in questo senso, non ha fatto eccezione tributando alla neo-segretaria un’affermazione molto netta percentualmente superiore alla media nazionale. Uno sforzo organizzativo importante che ha visto allestire nella Regione oltre 400 seggi che hanno consentito a migliaia di militanti e simpatizzanti di esprimersi, nonostante anche condizioni meteo non agevoli, prova di attaccamento e grande attenzione verso la nostra forza politica.

“Abbiamo dato una grande prova di partecipazione –commenta il segretario regionale, Andrea Martella - grazie all’immane lavoro di centinaia di militanti che sono riusciti a garantire che tutto si svolgesse al meglio e in modo capillare.

Siamo una grande comunità. Non c’è nessun’altra forza politica che si apre all’esterno così tanto, che ascolta i simpatizzanti e che può contare su di una militanza così preparata e disponibile.”

“La vittoria di Elly Shlein - continua - rappresenta certamente una richiesta, che viene dalla base, molto forte di impegno e cambiamento. I cittadini, i nostri elettori, i nostri iscritti ci hanno detto in modo molto chiaro che dobbiamo tornare tra le persone, nei luoghi del lavoro, nelle periferie, ci hanno richiamato al dovere di rappresentare, in primo luogo, chi vive condizioni di difficoltà, chi fatica. Non un partito chiuso, ma capace di tornare alle radici profonde dei suoi valori e del nostro Paese coniugando le esigenze di chi produce lavoro e benessere con quelle di chi ha il diritto di averlo un lavo-

ro e di poter contare su di una retribuzione adeguata, sicura e al passo con i tempi. Sono ancora troppe le persone che pur lavorando non hanno diritti, non hanno sicurezze, non hanno un reddito sufficiente per affrontare con tranquillità le proprie vite.”

“In Veneto – spiega Martella –in questo anno abbiamo compiuto dei passi importanti, ci siamo rinforzati e affrontiamo con fiducia la tornata elettorale che ci vedrà protagonisti il prossimo 14 e 15 maggio con le nostre e i nostri candidati e con le nostre idee e programmi. Il rinnovamento che l’elezione di Elly Shlein ha avviato nel partito e sulla scena politica italiana, ne siamo certi, avrà riflessi anche nella nostra Regione nella quale lo strapotere della Lega, dati alla mano, appare ormai al tramonto e quello di Fratelli d’Italia non sembra in

grado, affidandosi al solo traino nazionale di Giorgia Meloni, poterlo sostituire. Del resto tocchiamo tutti con mano l’incapacità che oggi ha la Regione Veneto di garantire le giuste risposte ai cittadini, di far crescere il nostro territorio, di proporsi sulla scena nazionale ed europea, di sostenere chi ha più bisogno, di governare i processi di transizione economici e sociali.”

“Noi siamo in campo - conclude il segretario regionale del Pd - con quattro caposaldi essenziali: Sanità Pubblica, efficiente, accessibile e veloce; scuola pubblica per tutti nella quale il ruolo degli insegnanti sia realmente valorizzato e gli studenti possano trovare tutti gli strumenti per aprirsi al meglio al mondo; transizione ecologica, sostenibilità, energie rinnovabili e rivoluzione green; sviluppo e produzione per sostenere

Sanità. La proposta di Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale

Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale ha depositato una Mozione in Regione sul tema dell’età della pensione obbligatoria per i medici.

“È importante che la Regione, si attivi perché ai professionisti vicini alla pensione venga data la possibilità, su base volontaria, anche una volta raggiunta l’età pensionabile, di rimanere

in servizio fino ai 72 anni con compiti di formazione rivolta ai neo laureati.

L’inserimento nel mondo di lavoro del medico è articolato e richiede dopo la laurea un corso di specializzazione che varia da 4 a 6 anni a seconda del settore prescelto. Proprio per questo penso sia opportuno non disperdere questo patrimonio di esperienza e conoscenze;

inoltre l’interazione tra professionisti affermati e giovani neo laureati potrebbe rendere maggiormente attrattiva, per questi ultimi, la permanenza all’interno del servizio pubblico. Per questo ho depositato una mozione con la quale chiedo alla Regione di farsi parte attiva nel chiedere al Governo che si individuino percorsi per rendere attrattiva la permanenza

in servizio dei medici in età pensionabile in servizio presso l’azienda Ospedale-Università di Padova con funzioni di didattica a favore delle nuove generazioni di medici. Questo percorso permetterebbe quel passaggio di competenze e quella protezione formativa che i medici più esperti potrebbero offrire ai medici di più recente nomina”.

i lavoratori e le nostre imprese. Ma prima di tutto dobbiamo restituire centralità alle persone e alle comunità, perché paradossalmente questa destra sul territorio ha accentrato e polarizzato tutto sull’uomo solo al comando. È un’agenda importante che dobbiamo ampliare per coinvolgere quante più energie è possibile. Siamo certi che ci sia la possibilità di cambiare, di innovare il nostro territorio, di riavvicinare decisamente i cittadini alla politica: noi abbiamo iniziato organizzando un importante seminario con documenti e piattaforme che adesso svilupperemo e con il nostro congresso. Siamo consapevoli di come sia solo il primo passo.”

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“Impieghiamo i medici vicini alla pensione per formare i giovani”
Andrea Martella

Emergenza siccità. Inaugurato il primo stralcio del Leb, che preleva le acque dell’Adige

Il canale artificiale che disseterà le campagne

Salvini e Zaia all’inaugurazione della prima opera irrigua finanziata con i fondi del Pnrr, due anni per completare il tratto iniziale

A“dissetare” la campagna veneta alle prese con la siccità ci penserà un canale artificiale lungo 48 chilometri, che permetterà, una volta completato, di distribuire acqua irrigua su 350 mila ettari tra le province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia. E’ il Leb (Lessino Euganeo Berico, dal nome dei territori attraversati), la prima opera irrigua finanziata dal Pnrr con 20 milioni di euro, ai quali se ne aggiungeranno altri 33 che permetteranno di completare entro il 2025 i primi due stralci da quasi 13 chilometri e risparmiare circa 120 milioni di metri cubi d’acqua, risorsa sempre più preziosa.

Una volta completato il canale sarà lungo 48 chilometri, in parte a cielo aperto (16,25 km) ed in parte in condotto sotterraneo (27,7 km). Preleva le acque del fiume Adige, a Belfiore, e nel suo percorso si dirama in un fitto sistema idraulico a beneficio di un comprensorio di 350mila ettari di campagne, di cui 90mila ettari irrigui, nelle province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia. A tagliare il nastro il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini ed il presidente della Regione Luca Zaia, che non hanno mancato di sottolineare quanto sia sentito questo intervento in tempi crisi climatica.

Il Leb è nato dalla volontà di tre consorzi di bonifica veneti per gestire al meglio l’acqua per l’irrigazione delle campagne: Alta Pianura Veneta di San Bonifacio (VR), Adige Euganeo di Este (PD) e il Bacchiglione con sede a Padova.

Il presidente Moreno Cavazza ha sottolineato: “Siamo arrivati alla conclusione del cantiere in anticipo rispetto alle previsioni progettuali, nell’imminenza della riapertura delle paratoie e dell’avvio della stagione irrigua 2023. Abbiamo ottimizzato un’infrastruttura esistente e fondamentale per

la nostra regione. A questo impegno si aggiunge il progetto di ricerca e sperimentazione sviluppato dal Consorzio con le Università di Verona e Padova sempre volto all’ottimizzazione dell’acqua irrigua

nelle campagne. L’attività sperimentale si sta orientando anche nella valutazione di fattibilità delle potenzialità energetiche dell’infrastruttura Leb sia sotto il profilo fotovoltaico che di micro-idroelettrico”. Zaia, che di lì a pochi giorni avrebbe annunciato la necessità di razionalizzare l’acqua in tutta la regione, ha aggiunto: “È un grande intervento e un modello di eccellenza del Veneto che andrà a interessare una vasta zona di quasi 100mila ettari. È fondamentale dare l’avvio a quello che ho definito il piano Marshall per l’acqua. Bisogna investire sulla rete irrigua per efficientare la distribuzione della risorsa”. Un plauso anche da Salvini, che ha sottolineato la necessità di una nuova coscienza idrica e una nuova politica dell’acqua, risorsa che ormai è oro. In Italia conteniamo solo l’11% dell’acqua piovana. Ho chiesto intanto risorse per un miliardo di euro per realizzare e chiudere alcuni piccoli invasi e dighe. Occorrerà una nuova coscienza ambientale superando le politiche dei no perché l’acqua è vita e non possiamo più permetterci di disperderla”. “L’importanza di questo canale - ha spiegato Francesco Cazzaro, presidente veneto dell’Anbi, che riunisce tutti i consorzi di bonifica, - risiede nell’essenza stessa dell’uso dell’acqua. Dove c’è acqua, c’è resilienza al cambiamento climatico, c’è produzione agricola di qualità, c’è vita, c’è collaborazione, cooperazione per gli obiettivi comuni, tenuta del tessuto non solo infrastrutturale ma anche sociale ed economico del territorio. Oggi il Leb rende concreta una parola che usiamo spesso senza magari ricordarne appieno il significato: sostenibilità”.

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In foto Matteo Salvini con Luca Zaia all’inaugurazione del Leb

L’intervista. Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova

“La nostra agricoltura traina l’economia va difesa da calamità e concorrenza sleale”

L’agricoltura in Veneto è patrimonio culturale, un’eccellenza. I numeri: il settore primario nel 2022 valeva 7,7 miliardi di euro, un dato che colloca il territorio al secondo posto tra le regioni italiane per produzione. Il Veneto è inoltre al terzo posto in Europa per l’export di vino, dietro Francia e Spagna, con oltre 2.700 milioni di euro. Ne parliamo con Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova.

Dopo la pandemia, l’invasione della cimice asiatica, i rincari dovuti alla guerra, il comparto appare in ripresa. Possiamo essere fiduciosi?

“Abbiamo quasi superato i 10 miliardi di export e siamo primi in alcuni prodotti, non solo il pomodoro, ma anche l’uva, il kiwi, e secondi con altri, come le mele e le angurie. Questa è stata una buona annata per le rese produttive, però venivamo da anni di continue emergenze, dal ghiaccio, alla cimi-

ce, e ora la guerra in Ucraina e i rincari. Tutto questo ha portato a raddoppiare i costi purtroppo. Quindi ragionare sulla filiera nel suo complesso è fondamentale per dare anche un po’ di reddito ai nostri agricoltori e cercare di superare il gap logistico rispetto ad altri paesi europei come la Spagna. Ora c’è il Pnrr, un’opportunità per recuperare terreno. E l’altro mio auspicio è che anche nel mondo dell’ortofrutta,

che negli anni è sempre stato molto frammentato, si cerchi di far squadra; di unirsi con i vari elementi per dare delle risposte”.

Quanto incide la concorrenza delle produzioni straniere?

“La concorrenza sleale è data da vari fattori: una su tutte è la mancanza della reciprocità. Cioè non usiamo le stesse armi in tutti i paesi, non abbiamo le stesse regole. Poi però ci sono anche altre barriere, come quelle commerciali che vengono messe alla faccia del libero scambio. Un esempio su tutti è la pera, che noi non possiamo esportare in Cina perché ci mancano delle autorizzazioni, mentre i cinesi possono portare qui le loro. E poi c’è tutta la concorrenza sleale data dall’italian sounding che ci porta via più di 120 miliardi. Vogliono sottrarre valore alle nostre imprese, ai nostri prodotti, usando i nostri nomi, che evocano eccellenze, valori e territori. Questa è una tele-

novela infinita. Speriamo che si arrivi a un punto”. Agricoltura non è soltanto produrre cibo, ma è anche risposta sul piano ambientale.

Coldiretti Padova ha da poco promosso un evento importante: “Valorizzare per non Sprecare”, dedicato proprio alla sensibilizzazione sulle iniziative anti-spreco in ambito alimentare.

“È stato un bel momento, a Padova, organizzato tra l’altro dalla fondazione Nero Pasini per i 140 anni delle Cucine Economiche Popolari. La migliore economia circolare è tornare a quello che si faceva un tempo, a quello che insegnavano i nonni, nel creare i cibi, anche nella modalità di cottura e nelle varie ricette tipiche. Allo stesso tempo va valorizzata la vendita diretta, grazie alla capillarità dei nostri mercati di Campagna Amica, per due ragioni; da un lato si spreca meno cibo, perché essendo più fresco si rischia meno di scar-

tarlo, dall’altro lato si inquina meno riducendo la percorrenza dei prodotti. Detto ciò, però dobbiamo anche dare risposta a quella parte delle aziende che vengono alla Gdo, ai mercati all’ingrosso e guardano all’export. Serve un lavoro di squadra, non solo da parte della produzione - nel cercare di utilizzare al meglio per sprecare meno - e della distribuzione, ma anche dei cittadini”.

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Regione
In foto Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova

Inflazione. Le iniziative per sostenere i consumatori alle prese con i rincari

Risparmio e qualità: un binomio possibile anche nel carrello della spesa

Tra inflazione, rialzo dei prezzi e carrello della spesa sempre più caro le famiglie italiane si trovano a fronteggiare una perdita del proprio potere d’acquisto. In questo contesto tutte le insegne della GDO hanno attivato iniziative e promozioni per sostenere le famiglie italiane, offrendo la possibilità di fare la spesa a prezzi convenienti, senza rinunciare alla qualità.

E questo è anche l’impegno di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia: contro i rincari sugli scaffali dei punti vendita dell’abete è da sempre presente la linea di prodotti a marchio S-Budget, un paniere completo di 500 prodotti, alimentari e non, come pasta, farina, burro, surgelati, prodotti per l’igiene della casa che, oltre a garantire un risparmio medio del 30% sul carrello, consente di effettuare una spesa completa a meno di 15 euro. Caratteristica fondamentale di S-Budget è proprio quella di essere una linea di primo prezzo che alla conve-

nienza abbina elevati standard di qualità, garantita dai severi controlli applicati a tutta la filiera, dalla selezione delle materie prime, alla loro lavorazione fino alle fasi di confezionamento e distribuzione.

S-Budget è un marchio esclusivo di Aspiag Service Despar, sviluppato in collaborazione con le organizzazioni SPAR di Austria, Slovenia, Ungheria, Repubblica Ceca e Croazia, appartenenti al Gruppo SPAR Austria, di cui Aspiag Service

fa parte. E proprio la partnership internazionale è la ragione della sua convenienza: i grandi volumi prodotti a livello internazionale consentono infatti un notevole risparmio di costi a cui concorre anche l’immagine della linea e il packaging volutamente semplici per non pesare sul prezzo finale. Il marchio S-Budget è stato ideato e realizzato da SPAR Austria, casa madre di Aspiag Service, nel 2007, ed è stato poi sviluppato in Italia nel 2008 partendo

dei generi di prima necessità. Oggi rappresenta in termini di fatturato il quarto brand dei prodotti a marchio Aspiag, con una crescita costante che ha registrato nel 2022 un +20% rispetto all’anno precedente. L’obiettivo è quello di arrivare a coprire tutti i bisogni del cliente, presidiando tutte le famiglie merceologiche: un progetto a cui Aspiag Service Despar sta lavorando intensamente e che nel 2023 vedrà il lancio di 200 nuovi prodotti.

Che rapporto c’è tra “primo prezzo” e qualità? Spesso questi concetti sono visti in antitesi l’uno con l’altro; è davvero così? Sicuramente il primo prezzo può essere associato da alcuni consumatori ad un concetto che risponde all’equazione “prezzo basso=qualità bassa”, ma ovviamente l’argomento non può essere ridotto a questa semplificazione. Tra i “primi prezzi” troviamo prodotti differenti, con qualità differente, esattamente come nei prodotti delle altre gamme. Ogni prodotto presente nei nostri supermercati, compresa la nostra linea di primo prezzo S-Budget risponde a standard qualitativi determinati e obbligatori. La convenienza è sicuramente il valore fonda-

mentale, ma allo stesso tempo S-Budget è una scelta sicura e garantita grazie agli accurati controlli effettuati sulla filiera: dalla selezione delle materie prime, alla loro lavorazione fino alle fasi di confezionamento e distribuzione.

Posto che la qualità del prodotto rimane ottimale, quali fattori incidono nella riduzione del prezzo al cliente dei prodotti S-Budget?

Con la nostra linea di primo prezzo S-Budget abbiamo potuto garantire ai consumatori ottimi livelli di qualità agendo su fattori “esterni” al prodotto, come ad esempio la grammatura del packaging o l’importante logica delle economie di scala. Facendo Aspiag Service Despar

parte di un Gruppo Internazionale, ed essendo questo progetto nato dalla nostra Casa Madre Spar Austria (e da qui sveliamo il significato della “S” di S-Budget, che in tedesco significa “Sparen”, ossia risparmio), sicuramente l’abbattimento dei costi dato dalla produzione di elevate quantità è stato uno dei fattori essenziali che ha permesso di portare al consumatore prodotti che, pur essendo qualitativamente ottimali, risultano appartenere alla fascia del “primo prezzo”.

In che modo garantite qualità e sicurezza dei prodotti S-Budget?

Ci tengo a fare una premessa: quando parliamo di sicurezza dobbiamo fare molta attenzione. La sicurezza è infatti garantita per tutti gli alimenti da un requisito legislativo e, di conseguenza, non potrà mai

venire meno in nessuna delle diverse linee di prodotto. Per quanto riguarda la qualità invece, oltre a quanto già detto, essa viene sempre garantita grazie, ad esempio, all’utilizzo di specifici capitolati di fornitura adottati da Aspiag Service Despar per tutti i suoi fornitori, dal monitoraggio analitico realizzato dagli uffici qualità e dai diversi audit svolti in sede dei produttori.

Filiera ed economie di scala, la ricetta per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie Nonostante i dati dell’Istat sui prezzi al consumo a febbraio diano un primo segnale di un rallentamento dell’aumento generalizzato dell’inflazione, permane un sentimento diffuso di incertezza e servirà ancora parecchio tempo per smorzare gli effetti dell’aumento dei prezzi che rappresenta una delle preoccupazioni principali delle famiglie italiane con conseguenze inevitabili anche sui comportamenti e le abitudini d’acquisto. Sostenere il potere d’acquisto e fornire un aiuto concreto alle famiglie contro il caro prezzi è allora una priorità su cui anche Aspiag Service Despar ha lavorato intensamente per non trasferire completamente i rincari sul cliente finale. Per questo abbiamo scelto di offrire ai nostri clienti la possibilità di fare la spesa a prezzi convenienti senza rinunciare alla qualità impegnandoci, insieme ai nostri fornitori, per sostenere le comunità e le persone, anche attraverso campagne e promozioni che puntano a incrementare le occasioni di convenienza. Il nostro gruppo lavora in filiera e questo è un vantaggio per gestire al meglio aumenti importanti di prezzo e favorire economie di scala che consentono di calmierare il costo del prodotto. Inoltre, essere parte di un gruppo internazionale come SPAR Austria rappresenta un vantaggio competitivo che si riflette anche nella gestione degli assortimenti. In un contesto di incertezza come quello attuale, filiera ed economie di scala sono dunque le parole chiave per fronteggiare il caro-prezzi. In questo modo vogliamo dare un sostegno concreto per mitigare l’effetto del caro-vita sulle famiglie, in linea con il nostro impegno al fianco delle persone e delle comunità che è il fulcro della nostra strategia di sviluppo in un’ottica di sostenibilità e vicinanza.

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Regione
Direttore Regionale Aspiag Service per il Veneto IL PUNTO Tre domande ad Arianna Zoccarato, Responsabile PL di Aspiag Service Rapporto tra primo prezzo e qualità Arianna Zoccarato, Responsabile PL

Tecno Crane, il denominatore comune di chi ha bisogno di lavorare in quota in qualsiasi cantiere

U n partner affidabile, capace di fornire servizi completi e altamente personalizzati sulla base delle esigenze di qualsiasi impresa e qualsiasi cantiere. Tecno Crane, azienda di Campodarsego (PD), specializzata nel noleggio e nella vendita di gru edili rappresenta questo per le imprese. Ogni nuovo progetto è una nuova sfida da superare con tenacia, passione e impegno, grazie alla lunga esperienza e alle persone che compongono le diverse squadre di lavoro con cui riescono a far fronte ad ogni evenienza che incontrano in cantiere. L’ultimo grande lavoro, di cui vanno orgogliosi, è la riqualificazione dell’Onda Palace, che con i suoi 18 piani è l’edificio più alto di Padova. Un grattacielo ambizioso lasciato incompiuto e abbandonato a se stesso fino a diventare un ”ecomostro” senza più utilità o funzione. La sua costruzione inizia ormai 15 anni fa con l’intento di ospitare gli uffici di rappresentanza del vicino Interporto, locali da affittare ad aziende e un centro servizi con un ampio parcheggio sotterraneo. Nel 2012 i lavori si interrompono, lasciando il grattacielo al degrado e all’incuria. Solo recentemente si è trovata una soluzione per riqualificare l’edificio e l’intera area circostante, che promette di diventare una zona

strategica per la città. I lavori di recupero dovrebbero terminare entro il 2023 dando un volto nuovo all’edificio. Anche il nome subirà una trasformazione, passando da “Onda Palace” a “Wave Palace”. Nel nuovo progetto ospiterà una banca, degli uffici, showroom per nuovi appartamenti e un ristorante panoramico stellato all’ultimo piano. La rinascita dell’ecomostro è partita grazie ad una protagonista difficile da

non notare. Una gru di 80 metri noleggiata da Tecno Crane. La MRT159 Raimondi, questo il nome del modello, il cui profilo è visibile in buona parte della città e la cui altezza ha richiesto anche l’autorizzazione dell’Enac, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, che regola il traffico aereo. Tre sono le squadre Tecno Crane che si sono alternate nelle fasi di installazione. La gru ha una lunghezza del braccio di 65 metri,

Tecno Crane, pronti per ogni impresa

Tecno Crane è un’azienda di Campodarsego (PD), che opera nel campo dell’assistenza tecnica ai mezzi di sollevamento. Attiva nelle province di Padova, Vicenza, Venezia, Treviso, Verona ma anche in tutta Italia e all’estero.

ridotta a 50 metri per esigenze di cantiere. In punta, ha una portata di 3 tonnellate e una portata massima di 8, con argano a tiro a due funi costante. La zavorra è di 1250 quintali, con la possibilità di offrire diverse configurazioni del braccio e diversi argani. È installata con un motore da 30kW (42Hz) che permette una velocità di sollevamento massima di 80 metri al minuto per 500 kg, mentre al massimo peso, 8000 kg, una velocità di 23 metri al minuto.

In cantiere, Massimo Zacchello, socio Tecno Crane, ha dichiarato: “La nostra più grande soddisfazione? Arrivare con ogni montaggio sempre più vicini al cielo. Sudore, fatica e tenacia ci hanno permesso di raggiungere questo importante obiettivo. Grazie alla Raimondi MRT1 59 sono ufficialmente iniziati i lavori di ristrutturazione dell’edificio ormai simbolo di tutta Padova. Un progetto controverso che darà nuova luce e prestigio alla nostra città e che ci rende orgogliosi di essere parte di questa impresa. Non ci sono progetti troppo complessi per il nostro team, ma solo sfide da vincere.”

È specializzata nel noleggio e nella vendita di gru edili nuove ed usate multimarca ma offre servizi a trecentosessanta gradi come installazione, manutenzione, riparazione, revisione, vendita di ricambi e verifiche strutturali su mezzi di sollevamento. Possiede un parco macchine che conta circa 140 mezzi, tra gru edili, piattaforme aeree con autocarro, escavatori (spesso noleggiati per cantieri stradali) e gruppi elettrogeni.

Insieme al noleggio, Tecno Crane è in grado di proporre servizi articolati e calibrati sulle esigenze dell’impresa che comprendono l’allestimento, l’assistenza, la consulenza e in caso di bisogno anche la riparazione. Infatti, grazie alle sue squadre di lavoro specializzate, Tecno Crane è capace di far fronte a tutte le necessità e le evenienze che possono capitare in cantiere. Permettendo all’impresa, così, di concentrarsi sul proprio lavoro e ottimizzare i tempi. A sottolineare la volontà di incontrare i bisogni delle imprese, Tecno Crane alla recente edizione del Bauma, la più grande fiera al mondo del settore edile che si tiene a Monaco di Baviera, ha acquistato una nuovissima gru a torre flat-top T187 della Raimondi Cranes aggiudicandosi il primato di essere la prima azienda in Italia a metterla a disposizione nel proprio comparto noleggio.

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Storie di imprese ed imprenditori di successo - a cura di TECNO CRANE SRL Via Antoniana, 242-244 - 35011 Campodarsego (PD) - Tel. 049 8803197 - info@tecnocrane.it ASSISTENZA, MONTAGGIO E NOLEGGIO GRU
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Salute

Passi d’argento per invecchiare bene

I risultati dell’indagine sullo stato di salute degli anziani

Over 64 con l’obiettivo di un invecchiamento sano e attivo. Un osservatorio nazionale monitora dal 2016 lo stato di salute degli anziani raccogliendo i dati, anche a livello regionale e locale con il coinvolgimento di 18 regioni e 86 Aziende sanitarie, con la finalità di far percorrere “Passi d’Argento” sereni e nel benessere agli anziani che sono sempre più numerosi e sempre più rappresentano una risorsa per le loro famiglie e l’intera comunità.

A Treviso i dati raccolti sono stati presentati a inizio marzo a tutti i sindaci del territorio compreso nell’Ulss 2 Marca trevigiana, ne è stato disegnato un quadro dello stato di salute delle persone dai 65 anni in su per valutare e programmare azioni di miglioramento di benessere e qualità di vita.

Nel territorio in questione l’edizione 2022 di Passi d’Argento ha visto impegnati in un lavoro di rete i Servizi sociali ed Epidemiologia dell’Ulss 2, le amministrazioni comunali e i loro Servizi sociali, i centri di servizi, le associazioni di volontariato e i sindacati.

Prosegue alla pag. seguente

MARZO 2023 on-line: /category/salute/

Università di Padova. Lo studio condotto dai ricercatori dello Ior e del Vimm

Cellule tumorali e sistema immunitario, una scoperta apre la strada a nuove vie terapeutiche

Guidati dal professor Alimonti gli studiosi sono riusciti a far luce sulle modalità con cui le cellule tumorali agiscono sui neutrofili, il 70% dei globuli bianchi coinvolti nell’immunità innata contro gli agenti patogeni

Unostudio fa luce sulla modalità con cui le cellule tumorali interagiscono con il sistema immunitario e apre nuove strade per prevenire o ritardare alcune malattie oltre al cancro legate all’età, come l’Alzheimer e il Parkinson.

I ricercatori dello Istituto Oncologico di Ricerca e dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (Vimm), guidati dal Professor Andrea Alimonti, oncologo di fama internazionale e che del Vimm è Principal Investigator, grazie al supporto del premio “Prostate Cancer Foundation 2019 SPGFZE-PCF Challenge Award” assegnato allo stesso Alimonti e del “ 2019 Merck & AstraZeneca-PCF Young Investigator Award” vinto da Arianna Calcinotto, hanno infatti identificato, con la collaborazione di ricercatori dell’Università di Padova, un nuovo meccanismo di resistenza alla terapia

che coinvolge i neutrofili.

I neutrofili rappresentano il 50-70% dei globuli bianchi circolanti nel sangue umano e sono principalmente coinvolti nell’immunità innata contro gli agenti patogeni.

Grazie alla produzione di sostanze specifiche, i tumori sono generalmente in grado di attirare un tipo particolare di neutrofili detti “immunosoppressivi”, in quanto in grado di bloccare il nostro sistema di difesa favorendo la crescita tumorale e la resistenza ai trattamenti farmacologici. Questo meccanismo era già stato dimostrato in buona parte nei tumori della prostata in fase avanzata, dove l’aumento dei neutrofili circolanti è correlato ad una minore sensibilità alle terapie convenzionali e quindi ad una sopravvivenza più corta dei pazienti.

Per questa ragione molti gruppi di ricer-

ca stanno esplorando nuove vie terapeutiche volte a bloccare il reclutamento di queste cellule immunosoppressive da parte del tumore. Normalmente i neutrofili hanno una vita molto breve; grazie a questo studio, pubblicato sulla prestigiosa pubblicazione scientifica “Cancer Cell”, i ricercatori hanno identificato un sottogruppo di neutrofili che può persistere a lungo nel microambiente tumorale e che è in

grado di bloccare in modo ancora più importante il nostro sistema naturale di difesa antitumorale rispetto a quanto fatto dal resto dei neutrofili immunosoppressivi.

Questi neutrofili invecchiati sono quindi in grado di potenziare lo sviluppo del tumore e di aumentare la resistenza alle terapie. In tal modo sarà possibile individuare un nuovo meccanismo che permette al tumore di sottrarsi alle di-

Il Professor Alimonti: “Prendendo di mira specifici meccanismi di invecchiamento del sistema immunitario, potrebbe essere possibile prevenire o ritardare l’Alzheimer, il Parkinson e il cancro”

fese immunitarie del nostro organismo e fanno intravvedere la possibilità di sviluppare nuove terapie antitumorali basate su farmaci senolitici che colpirebbero i neutrofili senescenti.

“I nostri risultati rappresentano una scoperta significativa, che fa luce su come le cellule tumorali interagiscano con il sistema immunitario a livello molecolare”, ha dichiarato Nicolò Bancaro, primo autore della pubblicazione.

“Prendendo di mira specifici meccanismi di invecchiamento del sistema immunitario con gli immunosenolitici, potrebbe essere possibile prevenire o ritardare le malattie legate all’età come l’Alzheimer, il Parkinson e il cancro” ha aggiunto il Professor Andrea Alimonti.

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Salute
In foto il Professor Andrea Alimonti

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