M. ANNESE, L. CHIAPPERINO, N. MARTINELLI a cura di –
DILATAZIONI E INTERFERENZE NEL PERIURBANO
ISBN 978-88-6242-808-8
Prima edizione Febbraio 2023
© LetteraVentidue Edizioni
© Mariella Annese, Letizia Chiapperino, Nicola Martinelli
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Book design Raffaello Buccheri, Alberto Scalia
Il volume è stato pubblicato con i contributi dell’avviso pubblico “Azioni per la realizzazione di Summer School promosse dalle Università pugliesi” bandito e finanziato da Adisu Puglia e Regione Puglia e del DArCoD, Dipartimento di Architettura Costruzione e Design del Politecnico di Bari.
LetteraVentidue Edizioni Srl
Via Luigi Spagna 50 P 96100 Siracusa, Italia
A cura di MARIELLA ANNESE • LETIZIA CHIAPPERINO • NICOLA MARTINELLI
TERRITORI INTERNI
Dilatazioni e interferenze nel periurbano
-
Nicola Martinelli PREFAZIONE
Un’esperienza di terza missione
Mariella Annese, Letizia Chiapperino INTRODUZIONE
Strategie per il periurbano interno
QUESTIONI
Francesco Curci, Enrico Formato, Federico Zanfi
Territori dell’abusivismo nel Mezzogiorno contemporaneo
Giovanni Multari
Strategie di progetto e realtà territoriali non standard
Loris Rossi
La nuova immagine sostenibile dell’Albania
Sergio Bisciglia
Il rapporto città-campagna
Giulia Giacchè, Mariavaleria Mininni
Dal periurbano all’agri-urbano
LETTURE
Nicola Martinelli
Il sistema ambientale del Promontorio del Gargano
Letizia Chiapperino
Modi e pratiche di abitare il territorio
Mariella Annese
La condizione di internità
Nicola La Macchia
Riabitare le aree interne tra spopolamento e disagio abitativo
08 12 22 34 46 54 64 74 80 88 98
SGUARDI
Nicola La Vitola, Giulia Spadafina Fotografie
Francesco Curci, Enrico Formato Situazioni differenziate ravvicinate
Giovanni Multari Interpretare l’esistente
VISIONI
Enrico Formato, Maddalena Scalera, Nicola La Vitola Territori dell’acqua. Il lago di Varano
Giovanni Multari, Cinzia Didonna, Federica Montalto Non finito da abitare. La porta del lago
Francesco Curci, Maria Simioli, Giulia Spadafina Carpino. Un dialogo tra campagna e città
Maria Raffaella Lamacchia
POSTFAZIONE
Summer school per la valorizzazione della terza missione del sistema universitario pugliese
Pasquale Pazienza
POSTFAZIONE
Il Parco del Gargano: risorsa per la rigenerazione territoriale
APPENDICE
cura di Nicola
Letture territoriali
A
La Macchia, Maddalena Scalera
Albania’s New Sustainable Image Note biografiche 110 128 134 142 154 172 184 188 192 200 204
Loris Rossi
Mariella Annese, Letizia Chiapperino
INTRODUZIONE
Strategie per il periurbano interno
Itemi individuati dalla Summer School Beyond Agrotown sui territori presi come casi studio (Martinelli, infra; Chiapperino, infra; Annese infra), sono centrali per ripensare l’assetto territoriale dell’Italia “dell’osso” (Bevilacqua, 2002; Rossi Doria, 2005; De Rossi, 2018), quella minore delle aree interne, per ripensarne la sua identità nonostante l’estraneità ai processi di sviluppo che si concentrano nelle aree metropolitane (i territori della polpa), al fine di trasformare quelle condizioni di internità da limite e stigma in potenzialità per politiche di sviluppo locale ed interpretare caratteri e specificità come risorse entro un nuovo progetto di sviluppo (Cersosimo, Donzelli, 2020).
Come incubatore multidisciplinare di scenari, la Summer School si è prefissata di generare nuove prospettive per il territorio periurbano di due realtà garganiche, con l’obiettivo di stimolare una maggiore consapevolezza sulle trasformazioni mal governate che finiscono per incidere negativamente anche sulla qualità del paesaggio. Per lavorare in questa direzione le strategie elaborate si sono dichiaratamente allineate ai contenuti del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR , 2015), orientandosi sugli indirizzi delle Linee guida di uno dei cinque Progetti di Territorio del PPTR: il Patto Città-Campagna, nella convinzione che questa strategia paesaggista possa frapporre un argine ai fenomeni dell’abusivismo particolarmente diffuso nelle aree marginali delle città pugliesi.
L’occasione formativa è diventata così una sperimentazione in chiave agro-urbana sulle possibili azioni di riqualificazione edilizia dei manufatti spontanei e/o abusivi e degli spazi aperti all’interno di ampie strategie di Rigenerazione “Peri-Urbana” per i Comuni di Carpino e di Cagnano Varano.
Il territorio periurbano dei due Comuni ricadenti nel Parco Nazionale del Gargano è caratterizzato, infatti, da una proliferazione di trasformazioni a densità variabile, con profili di criticità dal punto di vista giuridico, urbanistico e paesaggistico. Questi immobili rappresentano oltre che degli elementi detrattori del paesaggio, una questione irrisolta per il governo del territorio e per la gestione dello stesso patrimonio edilizio. La diffusa condizione di illegalità che li permea richiede però visioni articolate, in grado di stimolare proattivamente anche lo spazio agricolo sui cui insistono, rigenerandolo (Lanzani, Zanfi, 2018).
L’obiettivo di questa esperienza è stato quindi quello di affrontare, entro un progetto che restituisse valore al paesaggio, l’annosa questione della gestione del patrimonio informale, anche giungendo alla definizione di nuovi cicli di vita di questo patrimonio (riconversioni, demolizioni, rinnovi di destinazioni d’uso), entro una riflessione di carattere multidisciplinare. Le visioni elaborate per i territori di studio provano in tal modo a misurarsi con il valore residuale espresso da tale stock edilizio, intercettando le questioni di carattere sociale ed economico che le recenti dinamiche di spopolamento e di fluttuazioni stagionali di immigrati hanno acuito riversandosi nello spazio aperto.
La Summer School intreccia così in particolar modo il dibattito disciplinare che dal 2016 si è riattivato nella comunità scientifica attorno ai
INTRODUZIONE
Mariella Annese • Letizia Chiapperino
13
Sergio Bisciglia
Il rapporto città-campagna
Tratti di complessità socio-economica
Il rapporto tra la città e le aree rurali che a distanza variabile e secondo diverse morfologie gravitano attorno ad essa, pare non riuscire a liberarsi completamente del concetto di ‘limite’ (di separazione) che ha profondamente e lungamente segnato tale rapporto per la sua funzione distintiva delle reciproche identità morfologiche, funzionali e sociali. Un limite che è ormai acquisito come dinamico in quanto tracciato idealmente sul territorio in modi che variano a seconda delle diverse prospettive teoriche che si declinano in pure analisi o come supporto alle politiche sulla base dei differenti obiettivi che queste si pongono avendo come finalità ora la messa a fuoco delle aree interne ora le forme e i gradi dell’urbanizzazione, oppure ancora la definizione di sistemi che comprendano entrambe. Si tratta pertanto di un limite che viene definito sulla base di parametri estremamente eterogenei da quelli, prevalentemente strutturali, relativi a bilanci demografici, al land use e alla specializzazione di funzioni oppure alla mobilità a quelli di matrice perlopiù socioculturale che rispondono a più specifici e limitati interessi scientifici, come le variazioni degli stili di vita e le varie forme di capitale culturale sociale ed economico, degli orientamenti di voto, i cicli del cibo o i livelli di salute e istruzione. Tutti tentativi questi ultimi, di ricostruire geografie di questo rapporto a partire da singoli tematismi. Il limite viene concettualizzato anche secondo i suoi gradi di ‘porosità’, in quanto attraversato da linee di flusso e di scambio, in ogni caso in grado di individuare processi variamente osmotici tra città e spazio rurale. In definitiva si tratta di un’idea di limite che continua ad esercitare la sua influenza anche quando si dichiara di volerla superare per l’impossibilità di individuare precisi punti di rottura o perché inefficace per la elaborazione di un framework adeguato che permetta di leggere e restituire la complessità e la densità dei rapporti tra le due entità socio-spaziali. È il caso di descrizioni in termini di continuum o di gradiente urbano-rurale. Tale eterogeneità di approcci si traduce in definitiva in una fondamentale incertezza nel definire il rapporto tra urbano e rurale mediante ‘caratteristiche di stato’ oppure mediante ‘dinamiche e flussi’, e risente dello sguardo potremmo dire viziato rivolto verso un territorio complesso fondamentalmente ‘a partire dalla città’, attraverso occhi che si sono soffermati ad osservare ed analizzare per lungo tempo dinamiche urbane e che ora sono costrette giocoforza a seguire le dilatazioni del proprio oggetto d’analisi. Con le presenti brevi note non si vogliono certamente riproporre letture teoriche di ampio respiro né formulare ulteriori modelli di relazione tra campagna e città, né continuare nella revisione critica dei modelli esistenti, ma porre in evidenza alcune ‘resistenze’ presenti nel dibattito in Italia. Queste si comportano come resistenze a considerare città e campagna come un sistema territoriale strutturato da dinamiche molteplici e sono incorporate nel lessico e nelle narrazioni delle prospettive d’analisi, soprattutto quando hanno la risonanza delle narrazioni mediatiche. Si tratta di resistenze ideologiche che sono in qualche modo traccia di una prospettiva consolidata prevalentemente centrata sull’urbano, e possono trasformarsi, in effetti, in limiti fisici che riproducono la dicotomia urbano-rurale che si vuole superare.
IL RAPPORTO CITTÀ-CAMPAGNA
Sergio Bisciglia
55
Cagnano Varano. © Nicola La Vitola
Nicola Martinelli
Il sistema ambientale del Promontorio del Gargano
È d’obbligo pensando e lavorando in Gargano, penisola protesa per 30 km nell’area adriatica verso la penisola balcanica con caratteristiche peculiari1, ritornare ad un libro straordinario come Pellegrino di Puglia (1960), di Cesare Brandi meritoriamente riedito dagli Editori Riuniti nel 2004 e all’attualità del suo pensiero, in particolare nei nessi tra ambiente ed espressioni artistiche della Puglia. In questo territorio è esposta con una certa insistenza quell’interpretazione del paesaggio che emerge dalla lettura del volume, quale contesto dell’opera d’arte, dei monumenti e degli insediamenti urbani. Quella “natura umanizzata”, come il cane da caccia o il gatto che fa le fusa, a cui Brandi associa le grandi «ulivete distese al sole viste in Maremma, a Creta, in Puglia», nella bellissima descrizione del capitolo i Cedri dell’altro suo libro straordinario Città del deserto (Brandi, 2006) e qui la mente non può non andare alle piantate olivetate, del Gargano come quella di Mattinata, incastonate tra due promontori e affacciate sul Mare Adriatico.
Il Gargano ritorna nella descrizione di un “luogo naturale” come la Foresta Umbra – visitata quasi per forza e insistenza degli amici di viaggio – Brandi in questo caso ci parla di «Tronchi di Faggio lisci e dritti come ciminiere… Dolce foresta silenziosa, altissima nel cielo e profonda dentro la terra, e piena di luce aperta, mediterranea…», contrapponendo questa foresta, solare e protesa nel mare, alla wilderness «delle orride foreste del Settentrione…».
Natura addomesticata e mediterraneità emergono dalle significative pagine del Pellegrino di Puglia come grandi costanti del paesaggio garganico e queste narrazioni come sempre costituiscono sottolineature molto rilevanti per la lettura delle questioni emergenti nei contesti di indagine (Chiapperino, Annese, infra) e per il lavoro sviluppato nella Summer School.
Già all’epoca della ricerca Itaten negli anni Novanta (Borri, 1996) emergevano alcune ricorrenze della struttura insediativa e ambientale del promontorio del Gargano, che il sistema dei diciotto centri abitati che lo costituiscono, confermano ancora oggi: un robusto sistema policentrico, senza primazie urbane, costituito da centri di crinale interni e centri costieri che mostrano una più spiccata tendenza alla crescita; un territorio interno indenne dai processi della diffusione e dispersione insediativa. Complementare a tale sistema insediativo è una permanenza di grandi vuoti insediativi della natura e della campagna.
I grandi vuoti insediativi della natura rappresentano ancora le eccellenze di questo territorio che nel sistema dell’Offerta Turistica (Gunn, 1993) rappresentano quel segmento definito Attrazioni: un insieme di aspetti ecologici determinanti per una scelta turistica consapevole e orientata da fattori culturali ed ambientali.
75 IL SISTEMA
DEL
DEL GARGANO
AMBIENTALE
PROMONTORIO
Nicola Martinelli
PROLOGO _
_
VISIONI
Località Bagno, lago di varano. © Nicola La Vitola
TERRITORI INTERNI Dilatazioni e interferenze nel periurbano 110
Località Bagno, lago di Varano. © Nicola La Vitola
111
FOTOGRAFIE
Nicola La Vitola
Il periurbano, Cagnano Varano. © Nicola La Vitola
TERRITORI INTERNI Dilatazioni e interferenze nel periurbano 118
Cagnano Varano. © Giulia Spadafina
119
FOTOGRAFIE
Giulia Spadafina
Cagnano Varano. © Giulia Spadafina
TERRITORI INTERNI Dilatazioni e interferenze nel periurbano 126
Lago di Varano. © Giulia Spadafina
127
FOTOGRAFIE Giulia Spadafina
Lago di Varano. © Giulia Spadafina
Giovanni Multari
Interpretare l’esistente Strategie e luoghi possibili
La società proprio come le persone che la compongono, spende l’esistenza alternando fasi di assorbimento ed elaborazione a fasi di cambiamento. Succede spesso di voler aprire un nuovo capitolo della propria esistenza e poco importa se si tratti di esistenza personale o collettiva… il cambiamento al quale partecipiamo… sta nella certezza che il potenziale di ciò che nasce è invariato e completamente a nostra disposizione, la differenza è fatta dalla nostra capacità di interiorizzare ed interpretare l’accaduto, dalle nostre azioni successive1 .
La disponibilità di spazi, edifici ed aree da riconvertire, riutilizzare, completare, è una condizione diffusa, una risorsa importante di cui farsi carico e che prefigura azioni possibili capaci di valorizzare l’esistente, di diversa natura e scala, di recuperare tracce e urbanizzazioni antiche, di ripensare i rapporti tra elementi naturali ed elementi antropici, di conservare materiali e luoghi. Si tratta di riconoscere i territori contemporanei in un’ottica di tutela e risparmio del suolo, di confronto con l’esistente, di conservazione di caratteri materiali e immateriali, di considerare le comunità come patrimonio e autentica memoria.
È necessario in questa condizione immaginare un progetto di lungo periodo che anteponga la dimensione collettiva ed i valori sociali dello spazio pubblico, come principio di cambiamento, attraverso un progetto consapevole dei limiti del nostro ecosistema, dei tempi e degli effetti della loro trasformazione. Lo spazio perde continuità, che non è solo continuità ecologica, ma corrisponde al disegno di relazioni e di forme di accessibilità che divengono ostacoli, barriere infrastrutturali, edilizie, gestionali, segni di una profonda e lacerante discontinuità. La soluzione è una strategia che abbia consapevolezza di quel sistema di relazioni che esiste tra le componenti sociali, economiche ed ambientali di un territorio e che rappresentano “la nuova questione urbana”. Paesaggio e ambiente devono essere spazio dell’abitare, dispositivi per le strategie di progetto, sostenute da una grande consapevolezza e conoscenza dell’esistente, dai valori di una comunità. Ciò corrisponde ad avere cognizione della consistenza materiale e immateriale dei territori e delle città, delle loro potenzialità di trasformazione, della capacità di introdurre azioni e progetti che aumentino le prestazioni dello spazio esistente in termini di qualità, di sviluppo e di resilienza. Una trasformazione e uno sviluppo che agiscono in modalità adattiva, valutando costantemente la trasformabilità dei suoi elementi, l’analisi dei suoi sistemi ecologici, economici e urbani. La complessità dei territori contemporanei impone, dunque, un necessario cambiamento ai modi di osservare e ai modi di acquisire la conoscenza, che produce gli effetti di articolate risposte agli obiettivi dell’indagine e della strategia da mettere in campo. Il tema è innanzitutto la valorizzazione dei rapporti tra metodi disciplinari, dati dell’investigazione e forme della città e del paesaggio per costruire una dimensione della conoscenza condivisa. Si tratta di assumere nuovi paradigmi che vanno dallo spazio pubblico tradizionale alla dimensione dello spazio di relazione, caratterizzato da
Giovanni Multari
135 INTERPRETARE
L’ESISTENTE
The Waiting city, Cagnano Varano. © Urban Reports
Enrico Formato, Maddalena Scalera, Nicola La Vitola
Territori dell’acqua
Il lago di Varano
Il lago di Varano è uno specchio d’acqua separato dal mar Adriatico da uno stretto lembo dunale, che definisce così un ampio anfiteatro naturale alimentato da correnti subacquee e, in parte, provenienti dall’entroterra. Con una superficie di circa 60 kmq, una profondità media delle acque che va dai 3 ai 5 metri, la laguna rappresenta un ambiente umido di particolare pregio naturalistico e faunistico1. Colture orticole a pieno campo disegnano le sponde immediatamente a sud del lago, per lasciare spazio a consistenti areali di frutteti e pascoli arborati e poi a rilievi terrazzati di oliveti man mano che le quote si fanno più alte sino ai centri abitati di Cagnano Varano e Carpino (imgg. 1.1, 1.2, 1.3, 1.4).
DESCRIZIONE DEL TERRITORIO _
143
TERRITORI DELL’ACQUA
Enrico Formato • Maddalena Scalera • Nicola La Vitola
1 .1 1 .3 1 .2 1 .4
Località Bagno, lago di Varano. © Nicola La Vitola
1.1. Sistema territoriale del lago di Varano; 1.2. Sistema antropico e naturale; 1.3. Area di interesse; 1.4. Sezioni territoriali.
156 TERRITORI INTERNI Dilatazioni e interferenze nel periurbano
1. Ortofoto del comune di Cagnano Varano.
157 NON FINITO DI ABITARE
Giovanni Multari • Cinzia Didonna • Federica Montalto
Seminativi Uliveti Incolto Bosco Macchia Mediter. Frutteti Bosco di Latifoglie Area Arborato Orto vivaio 18% 8% 17% 35% 1% 21% scala 1:5000
2. Sistema del verde.
168 TERRITORI INTERNI Dilatazioni e interferenze nel periurbano
12. Vista - Proposta di utilizzo del non finito.
13. Vista - Proposta di utilizzo del finito non abitato.
169 NON FINITO DI ABITARE
Giovanni Multari • Cinzia Didonna • Federica Montalto
14. Vista - Proposta di utilizzo del non finito parzialmente abitato.
15. Vista - Parco Agricolo.
174 TERRITORI INTERNI Dilatazioni e interferenze nel periurbano Torrenti Uliveti Seminativi Incolto
1. Uso del suolo del territorio comunale di Carpino.
2. Evoluzione storica dell’edificato di Carpino.
Torrenti
Strade Carrabili
Percorsi non asfaltati
Strade Pedonali
Marciapiedi
Aree Pedonali/Piazze
Parcheggi
Parcheggi non pavimentati
Percorso bus
Fermata bus
Accessi
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CARPINO
Francesco Curci • Maria Simioli • Giulia Spadafina
3. Carta della mobilità del territorio di Carpino.
4. Carta delle percorrenze dal periurbano al centro storico.
Il quadro di generale declino dei territori interni del Gargano, acuito dagli effetti di processi di lunga durata (contrazione demografica e abbandono dello stock edilizio) e di visioni territoriali incapaci di cogliere i differenziali di contesto e di ri-orientare l’azione sulla base delle tendenze in atto, si dà come condizione per riflettere su nuove prospettive per questi contesti con l’obiettivo di stimolare una maggiore consapevolezza su trasformazioni mal governate, incisive sulla qualità del paesaggio e sull’assetto socio-economico, e riflettere così su scenari futuri orientati verso una diversa crescita a partire dalle risorse e dai materiali disponibili sul territorio.
€ 22,00 9 788862 428088