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UN TRENO PER AUSCHWITZ: VIAGGIO NELLA MEMORIA DELLA STORIA
In molte occasioni ci si domanda come l’umanità sia potuta arrivare a bramare lo sterminio di un intero popolo e di altre persone, in quanto ritenute appartenenti “a una razza inferiore rispetto a quella ariana”. Alcuni studenti delle classi quarte e quinte del nostro Istituto hanno deciso di intraprendere un lungo viaggio per vedere con i propri occhi gli orrori dei campi di concentra- mento nazisti. L'11 febbraio, questi studenti e le professoresse Gaggia, Pilia e Bambini sono partiti da Brescia in pullman per arrivare alla stazione di Treviso e prendere il treno, che li ha portati a Vienna. Durante il viaggio, gli studenti si sono cimentati in diverse attività per passare il tempo più velocemente. Per esempio, alcuni si sono improvvisati cantanti per un’ora, mentre altri hanno ammirato i paesaggi di montagna mozzafiato e spettacolari. Arrivati alla stazione di Vienna, hanno preso un pullman per giungere a Auschwitz attraversando anche la Repubblica Ceca. Sono arrivati a destinazione in tarda serata, quindi si sono messi a dormire per essere pronti ad affrontare un nuovo giorno più impegnativo da sopportare mentalmente, perché il programma prevedeva la visita del campo di Auschwitz.
Il giorno dopo, il 12 febbraio, gli studenti si sono divisi in gruppi per visitare il campo di concentramento più noto per aver sterminato un numero ingente di persone, tra cui ebrei, omosessuali, di- sabili e nemici politici. Ogni gruppo aveva una guida, che spiegava loro il modo di vivere dei prigionieri, gli esperimenti condotti su bambini e donne dai nazisti, il trattamento dato a queste persone e i diversi modi impiegati dai nazisti per ucciderli. I ragazzi sono rimasti colpiti da diversi aspetti della spiegazione esaustiva: le dimensioni ridotte delle camere a gas rispetto al numero di persone, che venivano costrette a “fare la doccia”; i capelli e gli oggetti sequestrati ai prigionieri e un libro, che conteneva i nomi di tutte le vittime deportate e uccise in diversi campi di concentramento. Dopo la visita al campo, gli studenti hanno avuto del tempo libero per pranzare presso il Centum Dialogu, dove nel tardo pomeriggio gli alunni di diverse scuole bresciane, aderenti al progetto, hanno presentato il loro lavoro per sensibilizzare i giovani sugli avvenimenti disumani condotti dai nazisti. I lavori presentati spaziano in diversi ambiti: alcuni istituti hanno realizzato disegni, altri presentazioni in digitale, fumetti ed esibizioni musicali. Prima del meeting, gli studenti hanno visitato il campo di Birkenau. Esso è molto più esteso di Auschwitz e la sua particolarità è che i treni, che trasportavano i prigionieri avevano accesso diretto al campo, perché i binari erano stati costruiti a ridosso dell’ingresso.
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Il giorno dopo, il 13 febbraio, gli studenti si sono recati al campo di Plaszow, costruito su un cimitero ebraico e distrutto dai nazisti per celare le prove del loro sterminio agli alleati. Nelle vicinanze del campo è situata la città di Cracovia, che gli Istituti hanno deciso di visitare con una guida. Quest’ultima ha fornito loro interessanti informazioni sulla storia della città e ha mostrato loro i luoghi di maggior interesse, come il castello, la cattedrale e il centro storico. A seguito di un pranzo libero, gli studenti sono accorsi a una sinagoga e a un quartiere ebraico per cenare e poter imparare nuove nozioni sulla cultura di questo popolo.
Il 14 febbraio, l'esperienza è giunta al termine, quindi gli studenti hanno intrapreso il viaggio di ritorno a Brescia con la consapevolezza di aver fatto un’esperienza, che si porteranno sempre nel cuore, e ciò lo dimostrano le opinioni di questi studenti:
“Viaggio indimenticabile e forte dal punto di vista emotivo”
“È stata un'esperienza, che mi ha permesso di conoscere fantastiche persone”
“Paragonerei il viaggio a una montagna russa di miste emozioni”
“Questo viaggio mi ha dato molto per la crescita personale ed emotiva”
Giulia Massarotto, 5EL.
CASA RONALD BRESCIA: UN’ESPERIENZA DI VOLONTARIATO
Casa Ronald Brescia è una delle 4 Case Ronald presenti in Italia. La struttura, nata nel 2008, offre ospitalità ed assistenza ai bambini e alle loro famiglie durante il percorso di cura o di terapia ospedaliera. Casa Ronald Brescia può accogliere fino a 7 famiglie. Qui, ognuna trova lo spazio e il calore per rigenerarsi, ritemprarsi e condividere momenti di vita quotidiana con le altre famiglie. La storia della fondazione
È il 1974 quando a Philadelphia Fred Hill, famoso giocatore di football americano, scopre che la sua bambina ha la leucemia. Insieme a sua moglie, Fred deve affrontare giornate davvero lunghe tra le corsie degli ospedali e le sale di attesa, mangiando dai distributori automatici, ma soprattutto cercando di nascondere a Kim la tristezza e la stanchezza di quei giorni. Ad un certo punto, guardandosi attorno, si accorge che lui e sua moglie non erano soli. C’erano molte famiglie che oltre al dolore per la malattia del loro bambino avevano ulteriori preoccupazioni: i lunghi viaggi per le cure ospedaliere e i costi di una forzata permanenza lontano da casa. È durante la malattia della sua bambina che Fred si rende conto della necessità di pensare a un posto dove i genitori dei bambini malati possono ritrovarsi per sostenersi a vicenda. Ray Kroc, fondatore di McDonald’s, che in quel momento aveva sotto scia, dopo un colloquio conoscitivo con lo staff di Casa Ronald si seguono alcune ore di formazione per poi poter svolgere attività di volontariato. Queste sono svariate: dallo svolgere attività ricreative con gli ospiti fino ad organizzare la dispensa o montare gli appartamenti delle famiglie. Insomma, un aiuto serve sempre! Per ulteriori informazioni recatevi sul sito della Casa Ronald Brescia, dove troverete tutti i contatti. contratto Fred Hill, viene così colpito da questa idea tanto da decidere di appoggiarla in pieno, con la promessa di raddoppiare ogni dollaro raccolto. Grazie a questo lavoro di squadra la dottoressa Audrey Evans, responsabile dell’unità oncologica dell’ospedale pediatrico di Philadelphia, realizza una casa come residenza temporanea per le famiglie dei bambini in cura presso l’ospedale. Così nel 1974, con l’inaugurazione della prima Casa Ronald, nasce ufficialmente la Ronald McDonald House Charities (RMHC®).
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L’esperienza del volontariato
Per tutte le persone maggiorenni è possibile svolgere attività di volontariato presso la sede di Bre-