8 minute read

LA SFARZOSA VILLA D’ESTE E L’IMMENSA VILLA ADRIANA

A fine febbraio, io e la mia classe siamo andati in gita a Roma. Oltre ad avere visitato i principali monumenti, come l’imponente Fontana di Trevi, il Colosseo, il Foro Romano, la maestosa Piazza San Pietro, i meravigliosi Musei Vaticani e avere assistito alla rassegna stampa di Giuseppe Conte dopo una seduta parlamentare, abbiamo anche avuto l’opportunità di trascorrere una giornata a Tivoli, un comune di Roma, situato ai piedi dei Monti Lucretili. Tivoli è una città ricca di punti d’interesse. Ci sono infatti numerose ville tra cui Villa Adriana, l’antica dimora dell’imperatore Adriano; Villa D’Este e Villa Gregoriana, che vanta di un incantevole spazio verde ricco di cascate, boschi, grotte, sentieri e che lasciano a bocca aperta tutti i visitatori. A differenza di Roma, Tivoli è una cittadina molto meno frenetica, caotica, è infatti molto accogliente e pulita. Mi sono piaciute molto le sue viuzze artistiche e colorate che mi ricordavano molto Venezia, e il mercato contadino ospitato nella piazzetta principale. Il particolare abbiamo avuto l’occasione di vistare sia Villa D’Este alla mattina, che Villa Adriana nel pomeriggio.

VILLA

Advertisement

D’ESTE

Villa d’Este è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità UNESCO nel 2001. È simbolo del Rinascimento italiano. La Villa prende il nome dal suo proprietario, Ippolito d’Este, un cardinale e arcivescovo cattolico italiano. Passò alla storia come il protettore di Ludovico Ariosto, il quale gli dedicò il poema cavalleresco “L’Orlando furioso”. Il cardinale iniziò la sua carriera ecclesiastica quando era ancora solo un bambino grazie alle numerose parentele e conoscenze della famiglia, egli era infatti figlio del duca di ModenaFerrara e della principessa Eleonora d’Aragona. Ebbe l’occasione di intraprendere numerosi viaggi in un’epoca in cui viaggiare non era così semplice; questi ultimi gli permisero di ricevere un’educazione raffinata e religiosa. Ippolito d’Este aveva nel cuore il grande sogno di diventare pontefice e durante la vita fu candidato più volte al soglio pontificio, ma il suo desiderio non fu mai appagato ed ebbe anche degli scontri burrascosi con i pontefici al potere. Fu nominato governatore di Tivoli nel 1550 e divenne una sorta di mecenate, invitando numerosi artisti, letterati nella propria corte e vivendo una vita proprio da principe. Il cardinale, una volta stabilitosi a Roma, dopo le numerose delusioni, decise di commissionare Villa d’Este, con l’obiettivo di trasformare l’antico monastero annesso alla chiesa di S. Maria Maggiore in una immensa, straordinaria Villa che potesse competere con la grandiosità della Villa Adriana, la dimora dell’imperatore Adriano. Ippolito d’Este commissionò gli artisti di maggiore rilievo dell’epoca e creò una Villa innovativa con un sistema idraulico sorprendente. Quello che colpisce di più della Villa sono sicuramente le numerose fontane, ninfei, grotte, giochi d’acqua e musiche idrauliche. Il cardinale fece costruire la Villa proprio con l’obiettivo di impressionare i suoi ospiti e mostrare le proprie ricchezze. Villa d’Este è uno dei posti più “instagrammabili” di Tivoli. Quindi consiglio vivamente a tutti coloro che desiderano scattare delle foto con uno sfondo paesaggistico unico e memorabile, di visitare questo capolavoro del giardino italiano, considerato una delle opere simbolo del rinascimento italiano. Personalmente mi hanno impressionato molto i piccoli dettagli, curanti con massima attenzione, e come la natura cambi con il tempo; per esempio abbiamo visto come un piccolo corso d’acqua con il tempo abbia creato una piccola grotta nascosta tra le piante e ancora come la vegetazione sia cresciuta a tal punto da nascondere una parte della vista della Villa dall’entrata principale.

Villa Adriana

Dopo un delizioso pranzo in un locale tradizionale di Tivoli, durante il pomeriggio, leggermente appesantiti, siamo andati a visitare Villa Adriana. Appena entrati ci siamo trovati davanti ad un’immensa estensione naturale. Abbiamo camminato lungo il sentiero principale per una decina di minuti e siamo arrivati in un piccolo edificio che ospitava al centro una meravigliosa e molto dettagliata miniatura di tutta la sfarzosa struttura di Villa Adriana. Villa Adriana è stata dichiarata nel 1999 Patrimonio dell'Umanità.

Fu costruita tra il 117 e il 138 dall’imperatore Adriano, si estende per circa 1.000.000 m^2 ed è simbolo della grandezza dell’Impero Romano. L’imperatore si ritirava spesso in questa dimora per avere momenti più tranquilli e sicuri rispetto alla vita mondana nella capitale romana. Tutta la struttura della Villa è stata studiata in modo tale da assicurare massima sicurezza all’imperatore e anche da rendere facile il mantenimento del controllo. Anche qui il sistema di canalizzazione e delle fognature è impressionante: ci sono infatti molti luoghi d’acqua stratosferici da fotografare. Mi è piaciuta molto la scenografia, le luci naturali rendevano il paesaggio magico e quasi fiabesco. La visita immerge i visitatori proprio nella vita quotidiana delle persone che hanno vissuto durante l’impero romano. Si capiscono gli usi e i costumi dell’epoca. Per esempio, la guida ci ha mostrato lo spazio dedicato ai banchetti, in cui le persone mangiavano con le mani e da sdraiati; le stanze dedicate ai servi che mostrano come le persone fossero molto più basse della media di oggi; le strutture in cui facevano i loro bisogni, i bagni e le terme. Per concludere consiglio a tutti gli interessati a conoscere maggiormente lo stile di vita delle persone del passato, oppure a chi vuole immergersi nella natura, sentire lo scoscio dell’acqua e fare foto mentre si viene accarezzati da soffici folate di vento, di prendersi una giornata e visitare queste due meravigliose Ville, molto diverse e simbolo di due epoche lontane.

Ivana Lin, 5°AAFM

SERENITÀ E CONFIDENCE: UN OSSIMORO

In un mondo in cui viene costantemente predicato che essere sicuri di sé nonostante tutto è fondamentale, l’importanza della fragilità è stata dimenticata. Specialmente nella sfera dei social, in cui tutto è incentrato sull’apparire, viene perpetrato un modello a cui ambisce chi non ammette momenti di debolezza.

La retorica del “Be Confident” (sii sicuro di te) viene venduta come merce all’ingrosso e gioca sulla volontà delle persone di cancellare le proprie insicurezze per apparire invincibili ai propri occhi e a quelli degli altri. Tuttavia, questo genere di fiducia in se stessi non nasce da un processo psicologico di confronto e di accettazione delle proprie fragilità, bensì dalla loro capitalizzazione: viene proposto un susseguirsi di prodotti, diete e lezioni con il fine di cambiare il proprio

“mind-set”. Tale modalità conduce, però, a un circolo vizioso in cui vengono presentati metodi per eliminare insicurezze che non si pensava nemmeno di avere, finendo inevitabilmente per dubitare di se stessi ancora di più.

Ed ecco che i messaggi promozionali vengono accostati a slogan di amore incondizionato che non fanno altro che creare sensi di colpa sulla non accettazione di sé, mentre promuovono l’omologazione totale dell’Io.

Non cambiare per nessuno: ecco come aumentare la tua autostima”, “Scopri come vestirti in base alla tua siluette per valorizzare le tue curve”, “Amati così come sei!”, “Come risultare una persona più interessante agli occhi degli altri” e via dicendo… Sono titoli che generano confusione a livello esistenziale, poiché sottintendono un mo- dello da emulare a cui bisogna ambire, e non propongono alcun tipo di soluzione che vada nella direzione dell’accettazione e della serenità. Anzi, il risultato di questa forma di terrorismo psicologico conduce a uno stato di convivenza conflittuale con l’Io e una tendenza a evitare i problemi. Eppure, vivere e conoscere le proprie fragilità è essenziale non solo per il raggiungimento di uno stato di pace interiore, ma anche per creare un rapporto sincero con gli altri. L’uomo moderno, attraverso l’eco dei social, vive con l’impressione di essere sempre sotto scrutinio da parte di qualcuno e teme il giudizio altrui, ma non riesce a comprendere che il critico più severo e spietato è proprio lui stesso. Ed è così che la forza più autentica della natura umana si basa in realtà sulla capacità di creare rapporti sulla com- prensione dei bisogni e della sensibilità altrui: quanto più in una relazione si condividono e si accettano le proprie fragilità, tanto più il legame che si è formato è forte, sincero e fonte di serenità.

Proprio per questo sono le persone più vicine a noi, come genitori e amici veri, ad essere fonte della nostra felicità, poiché è attraverso la loro accettazione e il loro amore che iniziamo a considerare le nostre insicurezze come punto di forza. In conclusione, solo attraverso l’accettazione della propria essenza in tutte le sue sfaccettature, positive e negative, si può raggiungere un livello di fiducia in se stessi tale da permetterci di affrontare la vita con serenità.

5^CL

Giovedì 2 febbraio 2023, ore 14:30. Io e una mia compagna di classe ci troviamo in un'aula universitaria, una della Facoltà di Economia a Brescia. Siamo tra le prime arrivate, le prime tra moltissimi studenti che vogliono certezze e vengono per ottenerle. Siamo venute lì in occasione dell'Open Afternoon, una delle tante opportunità offerte da UniBs per poter conoscere meglio l'ambiente, in particolare i corsi e i vari sbocchi professionali, con tanto di testimonianze. I professori hanno dato il meglio di sé per spiegare anche a chi era meno preparato in ambito economico (come me e la mia compagna che frequentiamo la quinta liceo linguistico) come funzionano i corsi e il loro contesto, per esempio all’interno del Corso di Laurea in Banca e Finanza, vengono approfondite le dinamiche evolutive del sistema economicofinanziario, con particolare riferimento ai meccanismi di funzionamento dei mercati, intermediari e strumenti finanziari. Potete immaginare lo sguardo confuso che una studentessa del linguistico avrebbe potuto avere di fronte a tale mondo così sconosciuto, un mondo al quale non era abituata, un mondo pieno di misteri che allo stesso tempo, però, suscitano curiosità, il desiderio di volerne sapere di più, il desiderio di affrontare una nuova avventura e di venirne a capo. Prima di venire all'Open Afternoon, ero già fortemente decisa di intraprendere un percorso all'interno di questa facoltà. Ero sicura anche del piano di studi che avevo scelto, quello appunto in Banca e Finanza, per gli sbocchi professionali interessanti che presentava. Avevo scelto di venire lo stesso quel pomeriggio in quell'aula per essere ancora più certa del mio obiettivo e del mio futuro, e posso dire a voi lettori: menomale che ho partecipato!

La presentazione dei corsi mi ha permesso di conoscere meglio il Corso di Laurea in Economia e Azienda Digitale, ed è stato amore a prima vista. Tra le mie varie fissazioni segrete si trova, infatti, quella per il mondo digitale, che ho sempre voluto mettere in pratica. Questo corso, insieme all'entusiasmante insegnamento in lingua inglese a partire dal terzo anno, è in grado di offrirmi la conoscenza e gli strumenti per diventarne protagonista. La testimonianza di chi ha frequentato il corso, inoltre, ha contribuito moltissimo a orientarmi ed è stata uno dei fattori che ha fatto sì che prendessi questa nuova decisione drastica. Questo pomeriggio è crollato un mio possibile futuro, ma è iniziata anche la costruzione di uno nuovo ancora più piacevole. In conclusione, il messaggio che voglio trasmettere è quello di aprire il più possibile il vostro orizzonte, la vostra mente, anche quando pensate di essere nella strada giusta. Queste opportunità possono far sì che troviate una scorciatoia, una strada più efficace ed efficiente a quella che sarà la vostra destinazione finale. Magari sto parlando ancora troppo presto, ma sono consapevole che ho a disposizione tanto tempo e la possibilità di cambiare tutto di punto in bianco. Dunque, per chi non ha ancora la mente chiara e si trova per aria tra le nuvole: prendetevi tutto il tempo che vi serve, non abbiate fretta e cercate di esplorare più percorsi possibili, quelli che vi suscitano maggiore interesse. Non fatevi scoraggiare, ce la potete fare. Buona fortuna!

This article is from: