LUNARFOLLIE
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Cari ragazzi … Al cinema Nuovo Eden, al termine dell’ultima giornata di proiezione di video e di lettura di testi di studenti che hanno partecipato al concorso “L’esperienza Covid 19. La riscoperta della relazione educativa nella scuola”, la prof.ssa Fausta Moreschi, a nome della Commissione Cultura del Lunardi, rivolge il saluto conclusivo ai presenti.
non farcela. In questi quasi due anni di pandemia abbiamo capito tutti, voi studenti e noi docenti, la bellezza dell’essere scuola come comunità di persone che camminano fianco a fianco nella stessa direzione e che ogni mattina riempiono le
Carissimi ragazzi, gentili docenti e genitori, ospiti tutti presenti in sala, vi do il benvenuto a questo evento a nome della Commissione Cultura dell’Istituto Lunardi, di cui faccio parte. Siamo giunti quasi al termine di quella che Fotografia di Margherita Chiappa, 5°BL strade, varcano i cancelli, si inil collega Luca Guerra ha deficontrano all’interno di edifici manito “una straordinaria follia pegari anche vecchiotti e screpolati, dagogica”. Mesi fa ci siamo ma pieni di libri, di zaini, di banbuttati in questa avventura senchi, di corpi in movimento, di voza avere ben chiaro dove saremci e di occhi che sormo arrivati e che cosa avremmo ridono al di sopra di trovato. Sapevamo solo che era una mascherina, anla vostra voce quella che voleche nonostante una vamo sentire e non certo in verifica andata male. un’interrogazione o solo nei poL’abbiamo capito chi minuti di chiacchiere prima forte e chiaro e non ci dell’inizio di una lezione in accadrà mai più di diDad. E la vostra voce ci è arrimenticarlo o di darlo vata, limpida e potente, attraverper scontato. so i testi che avete scritto, i viIn un racconto della deo che avete girato, le diverse scrittrice Paola Biglia opere artistiche che avete realizintitolato “Penelope”, che ho rezato. Ci siamo emozionati, ma centemente letto con i miei alunnon più di tanto sorpresi perché ni, il protagonista, un carcerato ciò che voi, ragazze e ragazzi, che da sempre prova ribrezzo per avete provato durante i mesi di i ragni, cerca per giorni e giorni lockdown e di Dad è ciò che andi liberarsi di quello che si è inche molti di noi hanno speristallato sul soffitto della sua cella, mentato: lo stesso smarrimento, distruggendone sistematicamente la stessa sensazione di essere le ragnatele, che il ragno, però, prigionieri di un incubo, la stescon perseveranza, tesse di nuovo, sa solitudine, la stessa paura di
ancora e ancora. E questa perseveranza spinge il detenuto a pensare che il ragno – a cui nel frattempo ha dato il nome di Penelope – possa insegnare qualcosa anche a lui: “Non so, vedere Penelope lavorare così, ricominciare dopo che le avevo spazzato via inesorabilmente ogni opera costata tanta fatica mi ha fatto riflettere. Possibile che abbia un senso anche per me ricominciare? Ricostruire qualche cosa che è fragile, che sembra inutile, che tutti quanti possono spazzare via? Iniziare ancora ciò che non sono mai riuscito a terminare? Non lo so. Però ve lo voglio dire: erano anni che non prendevo più in mano una penna e un foglio di carta, e ora l’ho fatto. Sapete, penso che appena avrò terminato di raccontarvi queste cose, prenderò un altro foglio. E questa volta forse riuscirò a scrivere a mio figlio la lettera che aspetta da tanti anni”. Ecco, mi piace pensare a noi, studenti e insegnanti insieme, come a tanti ragni-Penelope legati da mille fili sottili e pazientemente al lavoro per ricostruire la ragnatela della scuola che tutti noi, in fondo, sentiamo un po’ come casa. Il Covid ha colpito duro, ha lasciato nei cuori e nelle menti delle ferite, anzi, delle crepe, come qualcuno di voi ha detto, ma, come nell’arte giapponese del kintsugi ricordataci dall’assessore Morelli, useremo l’oro per riempirle e per guarirle, trasformando in bellezza il dolore. Quindi, a tutti voi, buon anno scolastico, buona tessitura e buona vita! Prof.ssa Fausta Moreschi