2 minute read

A far l’amore cominci tu?

Costume

A far l’amore cominci tu?

Advertisement

Antonella BUCCINI

In principio furono le Kessler.Anzi no. Abbe Lane.

41

Una giovane e bellissima americana che negli anni ’50 piroettava intorno al marito Xavier Gugat, direttore d’orchestra di origini spagnole, di trent’anni più vecchio, grassoccio e con l’espressione untuosa.

Per anni, dunque, Abbe Lane fu l’incubo dei funzionari rai per le movenze seducenti nei vestitini strizzati intorno alle sue magnifiche forme.

Le Kessler nel ‘61 dovettero indossare le calze pesanti per il loro da da umpa, la pelle non si doveva vedere.

Nel ‘62 furono più trasparenti, sempre le calze, nel ‘63 le nostre conquistarono il nylon.

Anche la straordinaria Delia Scala nel 1959, nella storica “Canzonissima” dovette trasformare il suo can can in cin cin.

Qualche anno dopo la giovane Mina, che aveva orgogliosamente avuto un figlio da un uomo sposato, Corrado Pani, veniva allontanata dalla Rai.

E poi arrivò lei, Raffaella Carrà.

Nel ‘70, mostrò l’ombelico all’umanità televisiva, scompigliò i capelli affrancati dalla lacca, e ballò il tuca tuca con Alberto Sordi, una coreografia che mobilitò l’Osservatore Romano.

I tempi erano evidentemente maturi e la si lasciò libera di movimentare bacino, anche e ombelico che già allora sembrò agli italiani quello del mondo.

E’ di questi giorni la notizia che l’inglese Guardian l’ha eletta “l’icona culturale che ha insegnato all’Europa le gioie del sesso”.

Questa inaspettata consapevolezza è emersa in coincidenza dell’uscita della com-

42

media musicale Explota Explota del regista uruguaiano Nacho Alvarez.

Un musical dunque che celebra i suoi grandi successi e sembra fare il paio con gli Abba in Mamma mia.

Bella soddisfazione per la nostra Raffaella, già consolidato simbolo dei gay nostrani.

Tra l’altro, l’artista Francesco Vezzoli ha dichiarato sulle donne: “Penso che lei per liberarle abbia fatto più di molte femministe”.

Esagerato?

Il personaggio Carrà ha conservato negli anni una forma di sobrietà, più propriamente di reticenza, eleganza per taluni, pur non risparmiandosi in vigorose coreografie e canzoni ammiccanti ma senza azzardare sorprese, anzi, garantendo la stabilità del colpo di caschetto e il ritmo sincopato della sua musica.

E se l’adozione di movenze e costumi, arditi per i benpensanti, può aver provocato pruriti e quindi riserve moralistiche, la reiterazione e la prevedibilità hanno prodotto una salvifica rassicurazione.

Un mix perfetto per l’inveterato successo della nostra e forse chissà destinato in qualche modo a smuovere la sensualità sopita delle donne.

A voler dar credito alla giornalista inglese possiamo allora ipotizzare che magari l’esortazione “a far l’amore comincia tu” possa aver incoraggiato le signore davanti alla tv, che, giunte alla sigla del varietà del sabato sera, pur di fronte a mariti distratti e magari già in pigiama, abbiano preso l’iniziativa assumendosene l’inusuale responsabilità, visto che a sollecitare era addirittura la Carrà.

43

This article is from: