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Pandemia e Viaggi
Pandemia e Viaggi
Viva viva l’Inghilterra
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Antonella GOLINELLI
Bentrovati.
Ci siamo lasciati l'inverno scorso agli albori del Covid e ci ritroviamo ora in piena seconda ondata.
Nel frattempo ho gironzolato di qua e di là della Manica, con tutti i problemi del caso.
Non che ci sia il mondo che viaggia, sia chiaro. Viaggia chi deve e poco altro. A parte la disgraziata parentesi ferragostana gli aeroporti sono ben lontani dall'essere pieni.
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Apro e chiudo una parentesi. Nel semivuoto enorme spazio in cui ti vieni a trovare ti guardi attorno e ti chiedi per chi le abbiano costruite queste strutture mostro. Ti chiedi anche se mai torneranno ad essere sfruttate allo stesso modo in futuro. Ti chiedi come gestiranno i percorsi di arrivo e partenza, chilometriche passeggiate per arrivare a destinazione per trovarti con altri 4 gatti o addirittura da sola a farti controllare i documenti. Ti chiedi se tutte le misure di sicurezza ancora vigenti hanno tuttora senso e se le avranno in futuro. Perché far transitare la gente scalza per uno scan è anche umiliante ad una certa età. Mi hanno scansionato talmente tante volte che mi aspetto i risultati, gli esiti delle tac. Che potrebbe anche essere un'idea non così' peregrina in effetti.
Tornando a noi, sia qui che là vivo in un paesotto e i comportamenti sono simili. La gente è prudente, circola protetta, segue le direttive governative, sta attenta insomma. Quello che noto come differenza sostanziale è che quelli in divisa là girano a piedi oltre che in macchina, se vedono degli assembramenti ci passano in mezzo sciogliendoli di conseguenza. Che già molti sono dei tronchi di pino, in più son sempre bardati e risultano quindi grossi. In effetti fanno piuttosto impressione. Il fatto più importante è che se vedono qualche furbetto lo fermano e gli fanno una bella ramanzina col ditone puntato. Dovreste vedere come abbassano le penne subito! Tornano persino sobri.
Una vicenda che ho trovato sempre differente è la gestione delle prescrizioni delle medicine per le cronicità.
Qui vai dal medico, fai la fila, chiedi la ricetta, aspetti, ti danno la ricetta e vai in farmacia per il ritiro.
Dalla scorsa primavera siamo riusciti a chiedere via bigliettino le ricette che arriva-
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no direttamente in farmacia. Una conquista.
Là la farmacia effettua la prenotazione per la volta successiva e ti manda un messaggio prima della scadenza per il ritiro delle confezioni, misurate in due mesi di cura.
Anche in Albione è partita la campagna vaccinale per l'influenza standard, con gli stessi canoni che abbiamo qui.
La differenza è che l'amante inglese si è recato in farmacia, ha chiesto il vaccino illustrandosi e il farmacista si è guardato attorno e non avendo una grossa affluenza ha detto semplicemente “scopra il braccio”e zac!
Vaccino fatto.
Io è un mese che provo a contattare il mio medico via telefono, un centinaio di telefonate contate, per vaccinarmi.
Ancora non sono riuscita. Ma non demordo.
Per non parlare poi del fatto che l'azienda per cui lavora l'amante inglese ha comunicato ai dipendenti di aver ordinato una serie di dosi a loro disposizione presso il medico aziendale (a disposizione anche in caso di malattia per inciso) previo appuntamento telefonico.
Ehi, una certa differenza la vedo. Voi? (Fine parte 1)
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