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Politica E crisi fu
Politica
E crisi fu
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Antonella GOLINELLI
Dopo una quarantina di giorni di tira e molla, minacce e ricatti, insulti e richieste, alla fine la Befana ci ha portato la crisi. Ora, io capisco che siamo stati cattivi, disubbidienti, discoli e birichini ma bastava il carbone signora Befana! La crisi di governo mi pare un eccesso. Da qualunque parti la si guardi. Tramite conferenza stampa, in ritardo ovviamente poiché il signore in questione mai una volta in vita sua ha iniziato in orario, ha ritirato le ministre (come fossero pacchi postali) e un sottosegretario. Così, a freddo, senza nemmeno un convenevole. Tutta una tirata di rivendicazioni e tutta una tirata di elogio alle sue ministre che sono il non plus ultra delle possibilità femminili in ruolo di governo, dice lui, anche se non hanno diritto di parola. Nemmeno il sottosegretario se è per questo, ma lui non è donna, anche se in turno di discorso in Senato lo ha conteggiato come tale. Va tu a capire. Senza diritto di parola dicevo. Lui le ha messe, lui le ha tolte. E zitte. Nei giorni
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successivi abbiamo avuto l'onore di sentire la loro voce e leggere le loro dichiarazioni. Ovviamente a sostegno della scelta del capo. Che io mi chiedo: come fanno a prestarsi a questo gioco? Se posso capire la Beautynews che è un politico eletto capisco meno la Bonetti. Lei un lavoro di suo ce l'ha, non ha bisogno di prestarsi per sopravvivere. Voglio dire, campa uguale. Non sto a ricordare l'indignazione generale. Ce la ricordiamo tutti. Però è indicativo di come sventolando la bandiera del 50 e 50 per il genere alla fine della fiera risulti essere un 50 con meno valore. C'è il capo e il capo decide per tutti. Poco importa il ruolo, per niente importa ciò che si sta facendo, l'importante è che quando si ordina si sbattano i tacchi e si obbedisca. Decenni di lotta delle donne di sinistra e non solo gettate.... al vento in un solo momento. Del resto, cosa vuoi dire? Ci si sono messe loro in quelle condizioni di sudditanza. Crisi che pareva risolvibile in poco, un cambio di Presidente del Consiglio e si sarebbe ripartiti più belli che prima. E invece... è andato tutto per traverso, pare. Un po' alla volta sono apparse piccole crepe nel muro compatto dei sostenitori della crisi, quei sostenitori di stampo industriale e cultural-politico-giornalistico che hanno annusato l'aria, naso al vento, capendo che stava diventando rischioso. La rivolta della gente è stata palese, tanto forte da, evidentemente, preoccupare. La politica ai tempi del social è fatta di disintermediazione, di contatto diretto col soggetto, ma non sempre è un contatto positivo o che volge al positivo sostenendo l'attuato. Eh no! A volte capita il contrario. Capita di ritrovarsi migliaia di commenti di insulti. Che non indica un bel trend. Significa semplicemente che la gente è stufa di te e delle tue strombazzate azioni. Guarda un po'. Se non hai sostegno non servi, anzi potresti essere persino pericoloso per i tuoi, diciamo così, mandatari. E cominciano le crepe nell'intonaco della facciata. A complemento di tutto uno sbriciolarsi dei consensi arriva a sorpresa il fatto che il senatore della repubblica tutt'ora in carica risulta essere un lobbista al soldo di una potenza straniera, credo uno stato canaglia, tra l'altro, e che bel bello nel frattempo se n'era andato a tenere una conferenza in loco e tornando a precipizio. Senza una quarantena che sia una. Né all'andata né al ritorno. Tanto non siamo mica in piena pandemia con un 500 morti al giorno. Tanto non siamo immersi fino al collo nei problemi con le case farmaceutiche che non consegnano i vaccini, ancora non si è capito perché. Nooo, qui va tutto ben madama la marchesa. Tutto perfetto, tutto
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impeccabile, nessun problema. Non fosse per il fatto che l'Europa ci ha mandato a dire: state ben attenti con le voltate che potremmo revocarvi tutti i soldi. Al che pure i destinatari finali di tali somme un momento di riflessione se lo devono essere preso. Magari, si saranno detti, è meglio poco che niente. Detto a modo mio: piotost che gnint l'è mej un tost. (potrei tradurlo ma si perderebbe la rima). Si avviano consultazioni e lui, sempre lui, il senatore semplice, si esibisce in un comizio di 27 minuti e sblisga. Da segretario le sue relazioni introduttive duravano meno. Cincischia sui banchi a rotelle (deve essere una mania dei mattei), giochicchia con le parole, prova a declinare le sue responsabilità. La stampa ci prova, con una serie di ipotesi di fantapolitica meravigliosa, ma non riesce. Anyway, si dà l'incarico di esploratore al Presidente della Camera (Forza Italia lo aveva chiesto per la Alberti Casellati (Serbelloni Mazzanti Viendalmare), ma Fico ha più esperienza, l'ha già fatto. Seconda consultazione limitata ai partiti sostenitori del Conte bis e secondo comizietto. Che qui diventa un vizio però! Più breve ma più intenso devo ammettere. Allora, questo signore quando si deve parlare di programmi vuol parlare di nomi, quando si deve parlare di nomi vuol parlare di programmi e di contratti. Un uomo fuori luogo e fuori tempo. Unico fra tutti i convocati per l'esplorazione non appoggia Conte. Il suo 2%, supposto perché reale non è, pretende di inficiare e dettare legge. Tutti devono sottostare ai suoi desiderata. Sarà così, ma francamente non credo. La faccenda ridicola è che accusa i costruttori di essere dei venduti o qualcosa di simile. Si accusano questi paragonandoli a responsabili del passato, alcuni dei quali in galera proprio per aver preso denaro per cambiare bandiera, cercando di sminuire il lavoro fatto per la costruzione di un polo, un polino in realtà, che possa mettere in sicurezza un governo dai capricci del bimbo cresciutello. Su questo torno dopo. Ora vorrei spendere due parole sulla Bonino che indica una donna a capo del governo. Così. Senza alcuna proposta. Basta che sia donna. Ora, questa cosa detta da me potrebbe anche far ridere, ma io mi chiedo: cosa sta dicendo esattamente la Bonino? Messa così fa solo male al genere. Che valore ha una richiesta del genere? Sapete che c'è? Che tante di noi sono stanche di queste protofemministe, metafemministe, nonsocosafemministe. Non hanno portato nulla, non hanno cambiato una virgola in 50 anni di carriera. Tant'è vero che non è nemmeno in grado di raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni, deve andare a prestito e ha
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meno voti che firme. Ma potremo continuare così? Tornando al capriccioso di mezz'età, egli dichiara ai giornali in prima istanza “non è il momento di parlare dell'Arabia”, poi siccome non abbiamo mollato la presa “parliamo pure dell'Arabia ma che non sia divisivo”. Ehi... mi pare una pretesa un po' assurda, considerato che il senatore in questione fa parte di una qualche commissione che ha a che fare con argomenti sensibili. Facciamo così: parliamone e basta. Oh basta. #adesso voglio esercitarmi un po' con la fantapolitica. C'è chi gioca al fantacalcio, potrò giocare alla fantapolitica? Dunque, il compagno Tabacci eletto in parlamento col suo simbolo Centro Democratico, ha accolto l'invito del Presidente della Repubblica di cercare di creare un gruppo di costruttori tale da consentire l'avvio di un governo (possibilmente il Conte ter) per l'esercizio dello svolgimento delle necessità, per incardinare il recovery, l'elezione del nuovo PdR e giungere a conclusione di questa sconclusionata legislatura. Con un esercizio di fantasia degno dei migliori narratori, mi è venuto in mente che il tentativo di ricostruire un partito di centro di stampo piuttosto convenzionale è stato fatto più di una volta dal '94. E’ sempre andato piuttosto fallito il tentativo di ricostruire la DC (uso questo termine per comodità, chiamatelo come preferite). Credo principalmente per il problema di avere troppi galletti sparsi un po' ovunque dopo la diaspora. Se guardate a nomi e facce li vedete bene sparsi un po' dappertutto a seconda delle inclinazioni. E' pur vero che molta parte dell'elettorato si è identificata coi partiti in corso. Vogliamo citare Forza Italia? Se guardiamo ai voti, o meglio alla distribuzione territoriale dei voti, delle politiche ultime notiamo che i voti M5S sono geograficamente sovrapponibili ai voti DC di un tempo. Se consideriamo l'evanescenza del voto grillino capite bene che la tentazione è forte. Non dimentichiamo che il compagno Tabacci (scusate, tranquilli è solo una citazione dei meme dell'epoca) ha, durante il suo intervento, offerto il simbolo sotto cui correre alle prossime politiche a Conte. Che non è un dettaglio da poco. Non accade come con Monti cui crearono un partito per concorrere convinti avesse fatto un buon lavoro. S'erano scordati o ignoravano le lacrime e il sangue che scorsero per il paese. Stavolta il possibile candidato ha capitalizzato parecchio, ha distribuito a piene mani (causa necessità, ma questo è) e piace molto. E' poco rumoroso, poco invadente e, checché ne dica il senatore semplice, appare serio e competente. Non
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ha niente del cialtrone da Papeete né della spiritosaggine toscana. Si vota nel 2023, oramai è sicuro anche se a oggi 31 gennaio non so come andrà a finire la vicenda, quindi da capitalizzare c'è ancora molto. Pensate solo a mettere in moto i cantieri, la transizione ecologica, un po' di ingressi in aziende manifatturiere, la digitalizzazione del paese. Avete una pallida idea di quanto lavoro buono si può creare e distribuire? Quanta gente potrà dire grazie? Quindi, in conclusione, perché farsi sfuggire l'occasione di ricreare un mondo che in tanti rimpiangono? Dipende solo se i galletti ci stanno. Secondo me sì. Alcuni sono proprio alla canna del gas.
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