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Società Staycation a due stelle Michelin

Staycation a due stelle Michelin

Veronica D’ANGELO

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È indubbio che in questo periodo di crisi economica l’attività di ristorazione sia tra quelle più colpite. Ma probabilmente è anche quella che ha reagito con più creatività. Sin da marzo scorso molti ristoranti, anche stellati, si sono convertiti all’asporto e al delivery. Alcuni hanno avviato collaborazioni con strutture ricettive per organizzare pranzi o cene in camera, unendo competenze, forze ed energie.

Altri ristoranti, collocati negli alberghi, hanno elaborato una formula interessante, in un momento in cui la presenza di turisti è scarsa e la voglia di cenare fuori decisamente alta: offrire gratuitamente il pernottamento a coloro che prenotano la cena, sfruttando la tendenza, consolidata durante la pandemia, di fare vacanze nella propria città, detta staycation. Da stay (restare a casa) e vacation (vacanza). In questo caso, infatti, la ristorazione è consentita senza limitazioni poiché riservata ai clienti dell’albergo.

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Ma a Napoli è successo di più. Nel periodo natalizio, infatti, un notissimo albergo a 5 stelle lusso, il Parker’s del Corso Vittorio Emanuele – che vanta un ristorante stellato al suo interno, il George, e una vista mozzafiato sul golfo – ha offerto al vicino Veritas, ristorante a una stella Michelin, la possibilità di sfruttare la sua stessa formula di cena e pernottamento, mettendo a disposizione gratuitamente i locali e le stanze dell’albergo e permettendogli così di continuare l’attività di ristorazione che altrimenti sarebbe stata chiusa.

Due ristoranti stellati insieme. Incuriosita dall’esperimento e dal gesto di solidarietà, ho avuto modo di parlarne con Stefano Giancotti, patron del ristorante Veritas, per un primo bilancio. Stefano ha un’antica passione per la cucina e l’alta ristorazione, un lato umano fuori dal comune e una vivace tempra imprenditoriale. Mi racconta di un anno di difficoltà e di tanta caparbietà.

Con il lockdown di marzo scorso anche il suo ristorante ha cominciato con l’asporto, elaborando un menù più semplice e alla portata di un pubblico più ampio. Ma è stata la seconda chiusura, quella di ottobre, che è risultata ben più complicata della prima.

I dipendenti avevano ricevuto con notevole ritardo la prima cassa integrazione ed erano preoccupati per il futuro. Stefano quindi, con una sala già dimezzata per rispettare le prescrizioni anti-contagio, decide di utilizzare solo parzialmente la cassa integrazione effettuando una turnazione del personale e anticipando gli stipendi ai dipendenti.

“Il personale aveva bisogno di essere rassicurato”, mi confessa. “Il rischio era la chiusura del Veritas e la perdita della brigata”.

Quando etica e spirito imprenditoriale coincidono. Chapeau.

A quel punto arriva l’offerta dell’albergo stellato. La possibilità di utilizzare una delle due sale con cucina e il pernottamento gratuito anche per i clienti del Veritas. “La generosità dei proprietari del Parker’s, è stata sorprendente ed emozionante”, racconta Stefano Giancotti. “La proposta, totalmente gratuita, di utilizzare la seconda cucina e la sala, normalmente adibita ad eventi, per aiutare il Veritas in un momento di difficoltà ha dimostrato la loro lungimiranza imprenditoriale, oltre al loro senso di altruismo e di cooperazione”.

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Il Veritas è un fine dining di cucina napoletana moderna, che deve il suo successo al sodalizio ormai decennale tra Giancotti e lo chef irpino Gianluca D’Agostino. Secondo la Guida Michelin, la sua cucina è un’esplosione di sapori della tradizione. Il George, invece, ha inaugurato solo nel 2018 e in meno di un anno ha conquistato la stella per la sua cucina creativa ed elegante, che fonde sapori ed esperienze mediterranee. Insomma, due stili diversi, stesso livello di qualità e professionalità.

Nessuna concorrenza, quindi, nessun timore di competizione tra i ristoranti. L’occasione è stata perfetta, invece, per sviluppare un progetto di co-marketing, aggregando due realtà similari e moltiplicando l’effetto comunicativo e promozionale. La notizia, infatti, si diffonde in fretta, piovono articoli e prenotazioni. E il successo arriva: in 16 giorni di apertura a dicembre presso l’albergo panoramico, il Veritas è quasi sempre pieno.

L’operazione non manca di qualche elemento di complessità, naturalmente, dovuta al fatto che la brigata del Veritas deve spostarsi ogni giorno in un’altra cucina, ma questo offre anche spunti di miglioramento. Vengono elaborati due diversi menù degustazione, uno classico, con i piatti più rappresentativi del percorso dello chef, e uno più “innovativo”, oltre a una carta dei vini giornaliera. Inoltre, i clienti vengono contattati il giorno prima per accontentare eventuali richieste di vino particolari. Un’attenzione che agevola notevolmente il servizio in sala e fa sentire coccolato il cliente.

Il bilancio di questa collaborazione con il Parker’s, quindi, è più che positivo, secondo Giancotti, soddisfatto anche per l’ampliamento della clientela. Se in passato i clienti del suo ristorante erano in prevalenza turisti, questa iniziativa è riuscita a richiamare un pubblico napoletano e più giovanile, attratto dalla location e dal panorama.

E chi non si farebbe affascinare dalla possibilità di godere di un’esperienza stellata a tutto tondo, rilassarsi in un ambiente lussuoso, gustare una cena gourmet e fare colazione l’indomani guardando il mare? E che lusso potere scegliere tra ben due ristoranti stellati nello stesso albergo!

Insomma, in questo progetto c’è inventiva, dedizione al lavoro, spirito imprenditoriale, umanità. Credo che il suo successo sia tutto qui, nella voglia di non arrendersi alle difficoltà e nella consapevolezza che la collaborazione, la condivisione di

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conoscenze e risorse, permette di conseguire risultati maggiori di quelli raggiungibili singolarmente.

Questa storia mi fa ricordare un vecchio proverbio africano: “Se vuoi andare veloce, vai da solo. Se vuoi andare lontano, corri insieme”.

E chissà se questo esempio di cooperazione basato sulla solidarietà, insieme allaevidenza dei benefici generali che se ne ricavano, non diventi un modello da appli-

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