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Pensieri semplici

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Buon lavoro!

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Politica

Pensieri semplici

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Antonella GOLINELLI

Il Direttore ha detto: questo mese argomento libero. Alè festa grande.

Vuoi non approfittare di questa ondata di libertà per scrivere le tue osservazioni sul mondo che ti circonda? Quando mai!

Da qualche settimana si sono alleggerite le restrizioni “causa malattia”, la gente ha ricominciato un po' alla volta a gironzolare con esiti a volte esilaranti, altre volte tragici. Il più delle volte comici.

Dunque, vorrei cominciare chiacchierando degli omarelli, normalmente di una cer-

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ta età, che esibiscono autovetture con motori potenti (e va bene) e dotati di cofani esagerati.

Allora, li vedi affondati nel sedile di guida (a volte guidano pure semistesi), più che altro li intuisci dietro i vetri fumè dal baluginio dell'occhiale griffato posto subito sotto all'avanzo del ciuffo ribelle (una volta) che guardano il mondo con un'espressione di sfida perenne mista allo schifo. Una collezione di smorfie di disgusto per i poveretti che non hanno il cofano che hanno loro, che si sono conquistati come simbolo di successo sociale.

Ve lo dicono a chiare lettere che loro sono di successo. Per forza! Hanno un cofano tanto!

L'avantreno in questione, con colore che normalmente va dal grigio al nero profondo, sbuca dagli incroci. Prima la mascherina con una serie di fanali tali da illuminare un campo da calcio.

Dicevo, sbuca dagli incroci e avanza dapprima lentamente (se sei fortunato) e pare non finisca mai. E' lunghissimo. E tu che ti stai avvicinando all'incrocio ti chiedi “arriverà anche il resto?”. Sembra un mercione, un postale infinito di lontana memoria.

Alla fine, arriva l'abitacolo e il muso dell'auto è già praticamente dall'altra parte dell'incrocio intasando la via, bloccando la strada e la circolazione tutta. Deve passare lui, anzi LUI. Lui che ce l'ha lungo, il cofano, e lo esibisce al mondo con orgoglio. Perché lui è così. È ovvio no? La proiezione di se stessi.

Adesso, io non ho mai verificato di persona la veridicità di queste identificazioni esibite, di queste proiezioni pubblicitarie però le trovo francamente imbarazzanti.

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Sono francamente difficili da gestire quando si piantano bloccati in mezzo ad un incrocio, magari multiplo, impedendo qualsiasi tipo di movimento a tutti.

Sono fastidiosi nella loro pretesa di passare sempre e comunque col loro cofano che invade e occupa tutti gli spazi disponibili.

E se suoni? Dio ci salvi dal loro risentimento! Come osi! Tu che giri con una scatoletta di scarsa cilindrata (che parcheggi e fai manovra in un francobollo) usare il clacson per segnalare la tua presenza!

Tu che non hai un tale cofano (al massimo la cofana storta della mattinata difficile) ti permetti di insinuare non siano in grado di manovrare un tale transatlantico in loro possesso? CAFONA!

Alla grande che sono cafona! E se non ti cavi dal mezzo l'ignorantona agricola che alberga in me scende e ti ammacca la dentiera! Il tutto scandito in italiano perfetto che non si sa mai da che parte arrivi il possessore orgoglioso di tale smisurato cofano e urlato fuori dal finestrino con un uso di decibel da concerto rock. Sia mai siano duri d'orecchio.

Ora, io non voglio incitare ad atti di violenza, sia chiaro, ma sappiate che scappano a gambe levate smoccolando non si sa in quale lingua. Pare quasi che il cofano imponente si ammosci all'impudente invettiva, divenendo esile. Proprio visivamente, il cofano scompare. Chissà dove sparisce.

Oh! Ma parliamo anche dei giovanotti con il monopattino elettrico, ultimo fenomeno di mobilità che trovo affascinante.

Giovani se non giovanissimi, ancora senza bisogno di esibire il cofano, li vedi impettiti sostanzialmente in due pose.

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O sono appollaiati come i dipinti egizi, un piede infilato all'altro come negli affreschi delle piramidi, di profilo (e lì noti la canoppia inutilmente mascherata dall'ala del berretto) o assumono quella garbata posa da etoile, con un piede angolato e sporgente. Ma con garbo. Peccato che i giovanotti moderni siano dotati di estremità che vanno dal 44 in su. In pratica dei Pippo.

E l'effetto è quello c'è poco da fare. Il piede pende. La posa è elegante ma il piede cade. L'effetto tre quarti si rovina.

Arrivano ronzando cercando di non arare la pista ciclabile, oppure ronzando e mostrando al mondo un occhio solo.

Che speri sempre di vederlo tornare indietro chiedendoti se dall'altra parte c'è l'altro occhio o una benda da pirata.

Questi mai un fremito, mai un'occhiata al mondo. Lo sguardo fisso rivolto al futuro. Capisco che l'equilibrio sia precario ma guardati attorno. Cosa vuoi avere lo sguardo rivolto al futuro? Il futuro è la bolletta dell'elettricità. Che io mi chiedo: una pedana un filino più larga? Una volgarissima dinamo per ricaricarsi in movimento? Troppo antica e pretenziosa eh?

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