2 minute read

Un film…

Cultura

Un film…

Advertisement

Anna NAPOLITANO

50

Mandibules una storia bizzarra, l’attore Grègoire Ludig, che nel film è Manu, lo si vede in una spiaggia vicino Saint Tropez.

È solo, d’inverno dorme in un piumone sulla spiaggia, scivola in acqua ma non se ne importa. Lui vive così.

E’ trasandato, ha i capelli lunghi e la calma del drugo Jeff Bridges nel “grande Lebowski”.

Un tipo gli propone di portare una valigetta piena di soldi; senza fare domande, deve accettare.

Manu ruba una vecchia Mercedes già rubata e porta con sé il suo amico Jean Gab interpretato da David Marsais.

Insieme partono, sentono un rumore nel bagagliaio, vi trovano una mosca gigante che chiameranno Dominique e che cercheranno di addestrare a diventare un drone, intanto la mosca mangia tantissimo, si nutre di scatolette per gatti.

Così inizia l’avventura che avrà dei risvolti inimmaginabili.

Una storia che fa ridere abbastanza, i due protagonisti ingenui, infantili, sono irresistibili, sono molto uniti tra di loro, il loro legame è segnato da un linguaggio bizzarro, che ricorre a parole senza senso, che serve a sottolineare come l’uso di certe parole, tra amici serva a rafforzarne il legame infatti “Torò, Torò” per salutarsi, trasmette allegria per esempio.

I due nel loro viaggio incontreranno un gruppo di ricchi borghesi apparentemente più normali di loro.

Tutto è bizzarro, tutto sembra illogico e in questo strano mondo i due con la loro naturalezza e spontaneità risultano invincibili.

Guardando il film non arriva un unico e preciso messaggio: Mandibules è scritto e diretto da Quentin Dupieux che è anche produttore discografico e musicista, conosciuto come Mr Oizo, una storpiatura della parola “oiseau”.

Questo film fu presentato l’anno scorso fuori concorso a settembre alla mostra del cinema di Venezia, regalando un po' di leggerezza ai giornalisti ed appassionati, in tempi di pandemia.

51

E’ uscito questo 17 giugno nelle sale con I Wonder Pictures e nel vederlo può essere un’occasione per riprendere la piacevole abitudine di andare al cinema e godersi la visione di un film divertente che ci mette di fronte all’insensatezza della vita e ci invita a vivere in modo spontaneo, autentico anche un po' ingenuo e apparentemente folle, il che ci può rendere più normali e amabili di quanto si possa immaginare, scoprendo inoltre come quell’apparente normalità dei ricchi che incontreranno i protagonisti, celi altri mondi bizzarri.

Dunque, perché vederlo?

Perché Quentin Dupiex non suggerisce certo la chiave della felicità, ma in settantasette minuti riesce a raccontare una storia che ci fa dimenticare la pandemia, ci regala minuti di leggerezza, come in una bolla d’aria e forse si può pensare che la vita sia in minuti di felicità, nulla di più.

Dupiex non impone letture, perché le letture possono essere tante, lo spettatore è libero attraverso la leggerezza che percepisce di inoltrarsi in messaggi più sottili, infatti per non limitarsi alle apparenze, è questo un film che va visto!

Mr Ozio è uno bravo!

E già in Rubber presentato a Cannes nel 2010, raccontava di uno pneumatico serial Killer, nel 2019 sempre a Cannes con doppia pelle, primo suo film arrivato in Italia anche se in streaming, faceva innamorare Jean Dujardin di una giacca di daino.

Mandibules, in tempi di pandemia invece di Cannes ha raggiunto Venezia 77 per raccontarci di una mosca gigante che bizzarra che sia, è sicuramente meno assurda delle stranezze a cui siamo abituati senza rendercene nemmeno conto e che passano per normali.

E allora vi invito a vederlo e vi saluto con Torò, Torò!

52

This article is from: