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Cronaca di un sogno

Politica

Cronaca di un sogno

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Raffaele FLAMINIO

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L’Unità laburista compie due anni di pubblicazioni con il numero di luglio del 2021.

La nostra avventura è cominciata ante Covid 19, con un mondo che procedeva monotono e distratto dimenandosi su analisi e possibili strategie da applicare per trovare un senso.

L’avvento dell’epidemia ha scosso tutta l’umanità cogliendola, come dicevo, pigra e impreparata, incapace di interpretare i mutamenti civili e climatici che l’antropologia e la natura s’impegnavano a manifestarci.

Il virus con la sua irruenza cruenta ha fatto da livella, ci ha affratellati e resi uguali, ma non liberi.

Subito si è presentato l’interrogativo sulla Democrazia e i suoi diritti, accettare la visione compressiva di tutto o cercare di opporsi, ed aprire degli spazi nuovi che contemperassero la responsabilità individuale della Fratellanza, Uguaglianza e Libertà, che conducessero alla responsabilità collettiva, e quale costo da pagare ed accettare rispetto a quest’ultima.

Nei terribili inizi della pandemia, personalmente, quando tutto era fermo, mi sono illuso che finalmente le cose potessero veramente cambiare, che la paura e lo sgomento per quanto stesse succedendo, infondesse sinceri e mediti consigli al genere umano che aveva vissuto il “Secolo Breve” con un senso di impotenza senza precedenti.

Che il rigenerarsi nella natura in poco tempo ci convincesse a cambiare rotta, impegnandoci a fare le cose per stare meglio tutti: è da lì che veniamo, dal mondo naturale, e grazie ad esso e alle sue risorse che progrediamo.

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Ci ha consentito lo sfruttamento selvaggio, ha aperto le sue vene regalandoci linfa, ci ha dato tempo e modo per pensare ad una nuova organizzazione nel vivere ma come tutti gli organismi viventi rischia il collasso, la perdita di coscienza e la morte.

Ho ascoltato e pensato, valutato i progetti e i propositi con entusiasmo ed interesse, dicendomi sempre e più convintamente: è fatta, è vero non tutti i mali vengono per nuocere, dopo la Fraternitè e l’Egalitè finalmente la Libertè.

Alla fine, l’amara costatazione che siamo Fratelli e Uguali ma il nostro è mio e ilmio è mio.

Se sei diverso per colore, religione, censo, lavoro ora non sei più mio Fratello e non sei Uguale e della Libertà forse me ne infischio se ho quello che mi serve, e per compensarti ti racconto una bella storia che metto sui social network così faccio “democrazia e partecipazione”, tanto chi me lo impedisce, il mondo è carta moneta virtuale e tu Peones.

Non sono in una crisi depressiva, credetemi, scrivendo su questa libera testata, hoimparato a raccontare quello che vedo e sento; i commenti appartengono ai lettori.

Credo che il nostro compito sia quello di raccontare la realtà, anche schierandoci,per dare voce alla Libertà.

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