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Un rigurgito di umanità
Cultura
Un rigurgito di umanità
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Antonella BUCCINI
Non c’è dubbio, ai tempi di Melville le cose andavano diversamente. Altri personaggi, altre intenzioni. Moby Dick, una balena di tutto rispetto, cattiva, astuta, provocatoria, ironica. Incarnazione del male, quello che si trancia di netto, senza indugi, nelle storie che non tradiscono la purezza e la complessità dei sentimenti. E di Akab che dire, un uomo divorato dal livore, sopraffatto dai suoi stessi demoni. Lo scontro tra i due è epico, maestoso, racchiude in sé un destino, l’uomo e la natura. Anche la balena di Collodi fa la sua figura e certamente ha da insegnarci molto in tema di ospitalità verso chi si perde per mare. Michael Packard, invece, è capitato male, almeno così sembra. Michael è un pescatore di aragoste e con l’attrezzatura del caso si trovava lungo le coste di Cape Code per
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ragioni di lavoro. Ad un tratto ha sentito un tonfo. Non è cosa facile orientarsi in mare. In prima battuta ha pensato a uno squalo. Non avvertiva dolore però, si percepiva tutto intero. Era buio intorno ma riusciva comunque a muoversi ed è stato allora che ha avvertito come dei muscoli nel suo raggio di azione. Muscoli non suoi. E poi ha capito. Era stato risucchiato da una balena e stava nuotando nella sua bocca. Il nostro Michael ha giustamente temuto il peggio e ha pensato in fretta a come uscirne vivo. Ma intanto, nel giro di trenta secondi, la balena è salita in superficie, ha agitato la testa e lo ha sputato fuori. Michael è planato sull’acqua a galleggiare incredulo. Non si sa se per un conato, per l’ingombro eccessivo, (pensate alla muta, le pinne e gli occhiali come recita la famosa canzone), per una forma di ribrezzo, perché si sentiva solleticare il palato, ma la balena lo ha liquidato velocemente come un incidente fastidioso. Quale che sia la dieta delle balene si insinua un sospetto. Questo rifiuto è stato troppo netto, rapido e senza esitazioni. Non è proprio usuale. A chiunque sarà capitato di ritrovarsi con qualcosa di bizzarro in bocca e magari, esplorandone la consistenza o la superficie, ha valutato in un certo tempo se buttar giù o no. Oppure, ad esempio, il nocciolo di una ciliegia è scivolato nella trachea senza intenzione, così, all’improvviso. La balena invece non ci casca, ha i riflessi pronti, qualche secondo e via. Aveva già esperienza degli umani? Ne aveva incontrato qualche esemplare? Ne ha conosciuto in qualche modo la curiosa conformazione del corpo o quella dell’anima? Probabilmente avrà sentito parlare del DDL Zan. Potrebbe anche aver saputo dei calciatori italiani che agli europei si inginocchiano contro il razzismo…. forse…. anzi no…. un po', solo un po'. Quali le ragioni, dunque, di uno sputo così…. sprezzante? Magari è tutto più semplice e, chissà, allo sventurato Michael è stato inoculato astrazeneca e quel retrogusto trombotico avrà disgustato la povera megattera!
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52Racconto
Benvenuti in Italia
Massimo MORINO
Mia moglie era attaccata al bordo e io cercavo di tenerle la testa su. Sentivo la gente, aggrappata come noi alla chiglia della barca capovolta, che si lamentava, pregava, urlava in tante lingue diverse. Il mare era scuro e rabbioso. Non avevo mai visto il mare prima ed ora ci ero dentro, ci stavo morendo.
Pensavo al villaggio con le case di fango e lamiere, col vecchio pozzo di acqua sporca e fangosa. Agli uomini armati che ogni tanto arrivavano e prendevano qualche giovane donna o qualche ragazzino più in salute e li portavano via. Al cimitero pieno di bambini morti.
Mia moglie era incinta, non poteva più vivere lì. Ibrahim era partito per la Francia cinque anni prima e ci aveva detto che si stava bene in Europa. Che l’acqua da bere
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non ti faceva morire e che la gente non veniva portata via di notte. Aveva un lavoro in un ristorante. Mio fratello ci aveva mandato dei soldi.
Si, avevo deciso di provare, ma Dio pareva che avesse altri piani. Salva mia moglie e il nostro bambino, pregai.
Mio fratello mi aveva detto anche che in Europa molti non ci volevano. Avevano paura di noi. Pensavano che volessimo andare a casa loro per rubare e per fare i delinquenti. Ma io per noi volevo solo una vita senza la paura di morire per la fame, per le malattie, o di essere uccisi dagli uomini armati. Io volevo solo un po’ di serenità per la mia famiglia. Un piccolo pezzetto, senza dare fastidio a nessuno.
Alcuni vicino a noi avevano lasciato la presa ed erano scivolati via in silenzio nel buio. L’acqua era fredda e le onde mi sommergevano la testa. La bocca piena di acqua salata. Salva mia moglie se ci sei, ti prego.
Sarei andato a Marsiglia. Avrei lavorato e poi con Ibrahim e le nostre mogli avremmo aperto un piccolo ristorante. Le cose sarebbero andate bene. Ora ero stanco, a- vrei voluto scivolare via ma non potevo. Mia moglie era stanchissima e mi guardava con i suoi occhi grandi e io la tenevo per un braccio e non potevo, non potevo…
Sentii il motore prima di vederla. Era una barca, forse un peschereccio. Una luce illuminò il buio e le urla aumentarono. Dovevamo resistere ancora un poco.
Quando tirarono su me e mia moglie mi resi conto che eravamo rimasti in pochissimi. Tutti gli altri andati. Mia moglie stava piangendo e forse lo stavo facendo anche io. Un uomo venne vicino a noi e ci diede una coperta e una tazza di caffè caldo. Non conoscevo la sua lingua capii solo “Benvenuti in Italia”. I suoi occhi erano buoni e il suo fu il primo sorriso che vidi dopo settimane di viaggio.
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