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Politica
Bidibi bodibi bu
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Antonella BUCCINI
Dunque. Pare che un portalettere abbia gettato in un cassonetto di una strada del centro di Napoli la corrispondenza destinata ai residenti della zona. Poste Italiane ha avviato una verifica sul caso. I commercianti e i residenti da tempo si vedevano costretti a pagare more per avvisi mai arrivati e i loro sospetti si sono tradotti presto in evidenze. Il portalettere probabilmente aveva eletto a sistema questa singolare strategia. Orbene, al netto del “napoletano furbo e scansafatiche”, dell’“immorale condotta”, dei “controlli inesistenti”, della “cedevolezza delle amministrazioni”, del “ai miei tempi”, ragioniamo. Milita dalla parte del nostro la tecnologia, anche quella meno sofisticata. Dalla e-mail alla pec fino allo spid e alle banche tutte on line, la posta è un residuato del secolo scorso. Avrà pensato il nostro postino di essere una risorsa per il suo ente assolutamente sprecata e la carta, inopinatamente consumata, solo un danno per l’ambiente. Il problema va risolto, avrà pensato. In fretta. Il cassonetto, quello per la carta si intende, gli si offriva come la più ovvia delle soluzioni e ne ha approfittato. O magari il problema aveva dimensioni un po' più domestiche. Il caldo eccezionale, un mal di testa fastidioso o forse un appuntamento con la ragazza. Sta di fatto che ogni ulteriore riflessione gli sarà parsa superflua. Non è più tempo. A ben vedere quindi la questione propone più punti di vista e il metodo adottato dal portalettere non è poi così censurabile. Ad esempio. Nella nostra era covid sono stati aggiornati i criteri di valutazione per la colorazione delle regioni, ispirati, tra l’altro, alla percentuale di occupazione negli ospedali. Bene, a un passo dalla collocazione più restrittiva si aumentano i posti26
letto. In tal modo l’equazione risulta vantaggiosa tanto da evitare il peggio. Basta pensarci un po’ su. Alla stessa maniera la distanza tra i banchi in aula deve essere di due metri ma se non ce la si fa va bene anche un metro. Dieci giorni di quarantena? No, anche sette ma possiamo accordarci su cinque. La precarietà del lavoro la possiamo risolvere con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Il presunto “indeterminato” e le fantastiche “tutele crescenti” evocano un futuro e funzionano con effetto placebo. La povertà, ecco la povertà. Abbassiamo il parametro del livello di reddito indicatore della soglia di indigenza.
Saremo tutti più ricchi. È un attimo. E abbiamo risolto.
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