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DIGITAL MARKET UN VACCINO DI NOME CRESCITA
UN VACCINO DI NOME CRESCITA
SECONDO UNO STUDIO DI ANITEC-ASSINFORM, ORGANISMO ADERENTE A CONFINDUSTRIA E SOCIO FONDATORE DELLA FEDERAZIONE CONFINDUSTRIA DIGITALE, IL DIGITAL MARKET MADE IN ITALY HA SAPUTO FAR FRONTE ALLE RIPERCUSSIONI DEL DRAMMA PANDEMICO. NEL 2020 IL CALO DELLA DOMANDA È STATO CONTENUTO ENTRO LIMITI ACCETTABILI, PRELUDIO AL RITORNO ALLA CRESCITA PREVISTO PER IL BIENNIO 2021/2022.
DI MAURO MURERO
MARCO GAY, PRESIDENTE DI ANITEC-ASSINFORM.
ANCHE DOPO LA CONCLUSIONE DI UN ANNO IN CUI I MERCATI DI OGNI SETTORE SONO STATI TRAVOLTI DALLO TSUNAMI NOTO COME COVID-19, LA CENTRALITÀ DELL’INFORMATION AND COMMUNICATION TECHNOLOGY NELLE STRATEGIE DI RILANCIO DEL SISTEMA PAESE SEMBRA ESSERE IN LINEA CON LE ASPETTATIVE DELLE IMPRESE E CON LA DISPONIBILITÀ DI QUESTE ULTIME A GARANTIRE ULTERIORE SPINTA PROPULSIVA.
Più specificamente, in quel 2020 che passerà alla Storia come l’anno zero (nella speranza che la numerazione si fermi qui...) dell’emergenza sanitaria la domanda digitale in Italia ha registrato un decremento che, se contestualizzato al periodo in esame, appare ‘ragionevole’: due soli punti percentuali tondi. Una battuta d’arresto inevitabile ma con ogni probabilità contingente e, anzi, destinata a essere seguita da due tassi di variazione positivi e quasi identici (+3,4% nell’anno da poco iniziato e +3,3% nel 2022). Questi e molti altri dati sono emersi da un recente studio promosso da Anitec-Assinform, l’Associazione interna a Confindustria cui fanno capo le principali aziende del mercato ICT, realizzato con la collaborazione di NetConsulting cube e finalizzato a fare il punto sullo stato dell’arte del mercato digitale italiano e sulle sue prospettive di ripresa nell’immediato futuro.
L’’APPROCCIO DI SISTEMA’ “La digi-
talizzazione è la scelta più efficace e sostenibile per superare le difficoltà e per ripartire”, afferma a riguardo Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform. “I segnali che vengono dal mercato ci dicono che questa tesi è nelle aspettative delle aziende e che quello che serve ora è un ‘approccio di sistema’ che consenta di passare dalle dichiarazioni teoriche alle azioni concrete, sfruttando anche tutto il supporto istituzionale che può essere fornito a livello comunitario. I prossimi due anni saranno decisivi per far sì che la crisi pandemica non venga ricordata solo per il grave dramma sanitario, ma anche per aver impresso una forte accelerazione al processo di digitalizzazione del nostro Paese. Il digitale, infatti, ha sostenuto l’attività di famiglie, imprese e istituzioni durante le fasi di lockdown e si è distinto come una leva particolarmente potente e sostenibile per spingere verso la ripartenza e trasformare quest’ultima in una vera e propria ripresa. In quest’ottica e nel quadro del programma Next Generation UE, è necessario che le risorse del Recovery Fund vengano destinate prioritariamente a progetti di trasformazione digitale e di innovazione, negli ambiti che fanno realmente la differenza: dalle infrastrutture di Rete all’evoluzione dell’Amministrazione Pubblica, dal sostegno alla digitalizzazione diffusa delle imprese al rafforzamento del settore ICT in Italia e della sua capacità di ricerca e sviluppo… e via di questo passo, fino alla creazione massiva delle competenze digitali evolute di cui siamo carenti. I trend della domanda, oggi come oggi, ci dicono che tutto questo è possibile!”. Per quanto concerne gli aspetti più strettamente numerici, Marco Gay ricorda che “nel primo semestre del 2020, nel pieno della prima ondata pandemica, il mercato digitale italiano ha limitato il calo al 2,9% rispetto al corrispondente periodo del 2019” (e su base annua, come
abbiamo visto in apertura di questa analisi, la flessione è stata ancora più contenuta: 2 punti percentuali, contro i quasi 3 del periodo gennaio/giugno) e che “se da un lato tutti i comparti hanno registrato una flessione dei ricavi, dall’altro questa è stata di gran lunga meno pesante rispetto all’andamento medio dell’economia nazionale: il che conferma la percezione del generale fabbisogno di digitalizzazione e del ruolo trainante che stanno avendo le tecnologie più innovative, ovvero i Digital Enabler, che comprendono Cloud, Intelligenza Artificiale, Mobile Computing, Big Data, IoT, Blockchain, Cybersecurity e altro ancora. Anche in un periodo difficile la loro domanda ha continuato a crescere, innescando dinamiche su cui si è innestata la sostanziale tenuta del mercato a fine anno”.
IL BIENNIO DEL RISCATTO Grazie al citato recupero riscontrato nella seconda metà dell’anno, il decremento complessivo finale è stato dunque del –2% rispetto al 2019, il che equivale a un valore assoluto nell’ordine dei 70,5 miliardi di euro. Sono state moderate, ad esempio, le contrazioni dei comparti Dispositivi e Sistemi (–1,9%) e Software e Soluzioni ICT (–1,6%), per effetto delle esigenze emerse nel lockdown e dello sviluppo della sicurezza e delle nuove piattaforme di servizio online, fenomeno che ha riguardato un po’ tutti i settori. I Servizi ICT sono apparsi addirittura in linea con il 2019 (il dazio pagato all’emergenza si è concretizzato in un irrilevante -0,1%), grazie soprattutto alla continua crescita a due cifre dei servizi Cloud (+16%), che a sua volta chiama in causa il già citato stato di grazia di tutti i Digital Enabler. E se un calo più consistente arriva ancora una volta dai Servizi di Rete (–5,9), una buona notizia è quella riservata dall’ambito dei Contenuti e della Pubblicità Digitale: +2,7%, performance davvero degna di nota. “Considerando la fase recessiva generale”, sottolinea ancora il Presidente di Anitec-Assinform, “tutti questi andamenti non fanno altro che confermare la strategicità dell’ICT e la maggior consapevolezza – trasversale a tutti i settori – delle sue potenzialità: grazie alla digitalizzazione si può prima resistere e poi ripartire, in direzione di quella buona ripresa del mercato da noi stimata in riferimento al biennio 2021/2022”. A proposito del biennio da poco iniziato, anche ‘tenendo conto con la massima prudenza degli effetti del Recovery Fund’ (così precisano gli stessi artefici dell’indagine) per il mercato digitale italiano si prevede una crescita complessiva del 3,4% nel 2021 (valore assoluto: circa 73 miliardi di euro) e del 3,3% nel 2022, anno in cui tutti i comparti tecnologici saranno in fase di evidente ripresa e in cui dovrebbe essere abbattuta, in termini strettamente valoriali, la soglia dei 75 miliardi di euro. Ancor più specificamente, i riflessi di fattori importanti e, anzi, determinanti come la ripresa dei progetti di modernizzazione infrastrutturale, il riavvio dei progetti applicativi e il rilancio degli acquisti consumer produrranno, se le previsioni saranno rispettate (è ovvio che i conti, come il 2020 ha amaramente ricordato a tutto il mondo, si dovranno fare anche ‘con l’oste’… o comunque, al di là dei detti proverbiali, con eventuali ulteriori ‘imprevisti’), una serie di delta positivi di un certo rilievo. Per i Dispositivi e Sistemi si ipotizza un tasso di crescita del +5,5% nel 2021 e del +5,2% nel 2022; per il Software e le Soluzioni ICT si parla rispettivamente del +7,6% e del +6,4%, mentre sul fronte dei Servizi ICT la ripresa è quantificata con una stima del +7,8% per quest’anno e del +7,2% per l’anno prossimo. Previsioni rosee anche per il comparto Contenuti e Pubblicità Digitale (già emerso, come abbiamo visto, con una variazione in positiva controtendenza dall’anno zero dell’emergenza): lo studio gli attribuisce un incremento di 6,5 punti e, dodici mesi dopo, di altri 5,4 punti. È inoltre lecito prevedere, sempre in relazione al biennio 2021/2022, una dinamica più forte per la componente business (quest’anno +5,3% e un valore di 43,2 miliardi di euro, l’anno prossimo +4,6% e poco più di 45 miliardi) che per quella consumer (+0,9% e 29,7 miliardi, seguiti
PER LE IMPRESE ITALIANE DI OGNI SETTORE, INTENZIONATE AD AFFRONTARE DA PROTAGONISTE LE NUOVE SFIDE COMPETITIVE, L'ACCELERAZIONE DEL PROCESSO DI DIGITAL TRANSFORMATION APPARE SEMPRE PIÙ INDISPENSABILE. SECONDO UNO STUDIO DI ANITECASSINFORM, IL MERCATO DIGITALE HA DIMOSTRATO GRANDE CAPACITÀ DI RESILIENZA DI FRONTE ALLA PANDEMIA E SI ACCINGE A VIVERE UN BIENNIO 2021/2022 ALL’INSEGNA DELLA CRESCITA.
da un delta del +1,5% e un valore assoluto di 30,2 miliardi). In ambito business si riproporrà la centralità di Industria (+7,7% e +5,8% nei due anni in esame), Banche (+4,6% e +3,5%), Telecomunicazioni e Media (+4% e +3,5%) e Distribuzione/Servizi (+5,4% e +4,4%). Crescite più o meno di questa consistenza sono attese anche nei campi Assicurazioni e Finanza, Utility, Trasporti e Sanità. Si profila anche una conferma del cambio di passo della Pubblica Amministrazione, a livello sia centrale (+4,3% nel 2021 e +4,1% nel 2022) sia locale (rispettivamente +3,7% e +4,4%). In sostanza, siamo davanti a previsioni incoraggianti e sintoniche con l’elaborazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; dei 209 miliardi di euro resi disponibili dalla UE tra prestiti e contributi a fondo perduto, circa 50/60 saranno da destinare agli investimenti per la modernizzazione digitale del Paese. “Abbiamo di fronte un’occasione unica”, puntualizza a riguardo Marco Gay, “per migliorare ulteriormente i dati emersi dalle stime previsionali e soprattutto per fare quel ‘cambio di passo’ che è alla base della fiducia e della disponibilità a investire che, in Italia, sta caratterizzando sia le imprese dello stesso comparto ICT sia quelle di ogni altro settore. Mai come oggi si sono viste l’urgenza e la necessità di dotarsi di una politica industriale per il digitale all’altezza dell’importanza delle sfide in atto: una politica da attuare con un ‘approccio di sistema’ e, dunque, con iniziative, obiettivi e risultati condivisi e perseguiti in modo coordinato da tutti i soggetti rilevanti, pubblici o privati che siano”. In quest’ottica Anitec-Assinform ha anche provveduto a individuare e definire una serie di priorità d’intervento, inerenti sia il campo specifico della ‘domanda digitale’ sia quello del mercato ICT in generale. Nel primo caso, l’obiettivo primario deve essere quello di dare alle imprese di ogni settore la capacità finanziaria indispensabile per continuare a percorrere anche in questa fase la strada della digital transformation, rafforzando l’incentivazione ed estendendone l’applicazione; alle infrastrutture a banda ultra-larga va invece conferito nuovo impulso realizzativo e alla Pubblica Amministrazione la possibilità di contare su gare di minor complessità e durata. Ancora, il mondo della scuola va dotato di un’adeguata rete infrastrutturale e di competenze specifiche relative alla didattica in digitale, mentre alla sanità servono spinte precise in direzione della digitalizzazione delle aree chiave, delle banche dati per la prevenzione, della diffusione totale del Fascicolo Sanitario Elettronico, della telemedicina personalizzata e dell’interoperabilità dei sistemi. Quanto al settore ICT nel suo complesso, i punti d’intervento prioritario messi esplicitamente in risalto dall’Associazione riguardano in primo luogo gli incentivi alle attività di ricerca e sviluppo in campo digitale: questi ultimi dovranno avere maggior consistenza e maggior stabilità rispetto al passato e sarà anche necessario concentrarli negli ambiti a maggior potenzialità di industrializzazione e di interazione con i poli scientifici. Bisognerà estendere il supporto alle startup, aggiungendo a quanto già previsto dal Fondo Innovazione e dal Fondo Centrale di Garanzia ulteriori ed efficaci strumenti idonei a finanziarne la crescita (scaleup); è inoltre auspicabile che si possa provvedere, stimolando il sistema formativo pubblico, al superamento di un gap di competenze digitali che interessa migliaia di posizioni e che ancor oggi limita le potenzialità del settore ICT. In conclusione, alla fine di un anno terribile come quello da poco passato il mercato in esame può prendere atto di una inevitabile contrazione, ma non ha motivo di cadere nella trappola dell’eccessivo allarmismo: parallelamente al prosieguo della lotta alla pandemia, la crescita prevista per il biennio in corso potrebbe rappresentare, sotto certi aspetti, il più efficace dei vaccini... MK
IL CLOUD E L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN PARTICOLARE, E TUTTI I DIGITAL ENABLER IN GENERALE, SONO AL CENTRO DELL’INTERESSE DELLE AZIENDE E LO SARANNO SEMPRE DI PIÙ NEL PROSSIMO FUTURO.