_Digitale_Pandema_Un vaccino di nome crescita 4.qxp_Layout 1 23/02/21 16:26 Pagina 59
DIGITAL MARKET | FEBBRAIO 2021 media key
UN VACCINO DI NOME CRESCITA SECONDO UNO STUDIO DI ANITEC-ASSINFORM, ORGANISMO ADERENTE A CONFINDUSTRIA E SOCIO FONDATORE DELLA FEDERAZIONE CONFINDUSTRIA DIGITALE, IL DIGITAL MARKET MADE IN ITALY HA SAPUTO FAR FRONTE ALLE RIPERCUSSIONI DEL DRAMMA PANDEMICO. NEL 2020 IL CALO DELLA DOMANDA È STATO CONTENUTO ENTRO LIMITI ACCETTABILI, PRELUDIO AL RITORNO ALLA CRESCITA PREVISTO PER IL BIENNIO 2021/2022. DI MAURO MURERO dell’arte del mercato digitale italiano e sulle sue prospettive di ripresa nell’immediato futuro.
MARCO GAY, PRESIDENTE DI ANITEC-ASSINFORM.
ANCHE DOPO LA CONCLUSIONE DI UN ANNO IN CUI I MERCATI DI OGNI SETTORE SONO STATI TRAVOLTI DALLO TSUNAMI NOTO COME COVID-19, LA CENTRALITÀ DELL’INFORMATION AND COMMUNICATION TECHNOLOGY NELLE STRATEGIE DI RILANCIO DEL SISTEMA PAESE SEMBRA ESSERE IN LINEA CON LE ASPETTATIVE DELLE IMPRESE E CON LA DISPONIBILITÀ DI QUESTE ULTIME A GARANTIRE ULTERIORE SPINTA PROPULSIVA. Più specificamente, in quel 2020 che passerà alla Storia come l’anno zero (nella speranza che la numerazione si fermi qui...) dell’emergenza sanitaria la domanda digitale in Italia ha registrato un decremento che, se contestualizzato al periodo in esame, appare ‘ragionevole’: due soli punti percentuali tondi. Una battuta d’arresto inevitabile ma con ogni probabilità contingente e, anzi, destinata a essere seguita da due tassi di variazione positivi e quasi identici (+3,4% nell’anno da poco iniziato e +3,3% nel 2022). Questi e molti altri dati sono emersi da un recente studio promosso da Anitec-Assinform, l’Associazione interna a Confindustria cui fanno capo le principali aziende del mercato ICT, realizzato con la collaborazione di NetConsulting cube e finalizzato a fare il punto sullo stato
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L’’APPROCCIO DI SISTEMA’ “La digitalizzazione è la scelta più efficace e sostenibile per superare le difficoltà e per ripartire”, afferma a riguardo Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform. “I segnali che vengono dal mercato ci dicono che questa tesi è nelle aspettative delle aziende e che quello che serve ora è un ‘approccio di sistema’ che consenta di passare dalle dichiarazioni teoriche alle azioni concrete, sfruttando anche tutto il supporto istituzionale che può essere fornito a livello comunitario. I prossimi due anni saranno decisivi per far sì che la crisi pandemica non venga ricordata solo per il grave dramma sanitario, ma anche per aver impresso una forte accelerazione al processo di digitalizzazione del nostro Paese. Il digitale, infatti, ha sostenuto l’attività di famiglie, imprese e istituzioni durante le fasi di lockdown e si è distinto come una leva particolarmente potente e sostenibile per spingere verso la ripartenza e trasformare quest’ultima in una vera e propria ripresa. In quest’ottica e nel quadro del programma Next Generation UE, è necessario che le risorse del Recovery Fund vengano destinate prioritariamente a progetti di trasformazione digitale e di innovazione, negli ambiti che fanno realmente la differenza: dalle infrastrutture di Rete all’evoluzione dell’Amministrazione Pubblica, dal sostegno alla digitalizzazione diffusa delle imprese al rafforzamento del settore ICT in Italia e della sua capacità di ricerca e sviluppo… e via di questo passo, fino alla creazione massiva delle competenze digitali evolute di cui siamo carenti. I trend della domanda, oggi come oggi, ci dicono che tutto questo è possibile!”. Per quanto concerne gli aspetti più strettamente numerici, Marco Gay ricorda che “nel primo semestre del 2020, nel pieno della prima ondata pandemica, il mercato digitale italiano ha limitato il calo al 2,9% rispetto al corrispondente periodo del 2019” (e su base annua, come
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