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ISSN 1825-5515
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bene et commode vivens
69 Trimestrale N°69 - Anno XX - Settembre 2019 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Dopo lala seconda guerraguerra mondialemondiale emerse il bisogno di fonDopo seconda emerse il bisogno di fondare un centro europeo dare un centro europeo all’avanguardia per la ricerca al per la ricerca al fine di ridare all'Europa il primato nella fisica. A tale scopo nel 195 fine di ridare all’Europa il primato nella fisica. A tale scoeuropei riunirono un consiglio di scienziati con il compito di tradurre in realtà qu po nel 1952, dodici Paesi europei riunirono un consiglio di consiglio venne denominato “Consiglio europeo per la ricerca nucleare”, da cui la sig scienziati con il compito di tradurre in realtà quel desiderio. Scopo principale dell’organizzazione è la ricerca nella fisica delle alte energie, svolta Il consiglio venne denominato “Consiglio europeo per la con “acceleratori di particelle”, che portano nuclei atomici e particelle subnucleari ad ricerca nucleare”, da cui la sigla CERN. elevate, e “rivelatori”, che permettono di osservare i prodotti delle collisioni tra Scopo principale dell’organizzazione è la ricerca nella fisiparticelle. Ad energie sufficientemente elevate, nelle collisioni vengono prodo ca delle alte energie, svolta principalmente con “acceleraparticelle diverse, permettendo in alcuni casi di scoprire particelle fino a quel mome tori di particelle”, che portano nuclei atomici e particelle La sede e ad il laboratorio al confine tra Svizzera e Francia alla periferia o subnucleari energie molto CERN elevate, si e trova “rivelatori”, che di Ginevra, nel comune di Meyrin. L’istituzione organizza tutto l’anno visite guidate permettono di osservare i prodotti delle collisioni tra fasci lingua inglese. https://visit.cern/ di queste particelle. Ad energie sufficientemente elevate, nelle collisioni vengono prodotte tantissime particelle di-
verse, permettendo in alcuni casi di scoprire particelle fino a quel momento ignote.
La sede e il laboratorio CERN si trova al confine tra Svizze-
ra e Francia alla periferia ovest della città di Ginevra, nel comune di Meyrin. L’istituzione organizza tutto l’anno visite guidate gratuite in lingua inglese. https://visit.cern/
© Foto di copertina: Globo della scienza e dell’innovazione, CERN Ginevra, © Claudia Salani, 2019.
= letteralmente, buona vita.
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Requisiti acustici passivi degli edifici in provincia di Trento: situazione tecnico/normativa attuale e prospettive future.
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Acustica e posa (efficace) dei serramenti: dalla progettazione dei giunti d’installazione alla corretta esecuzione.
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Progetto SINFONIA, il risanamento energetico su scala europea.
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Diagnosi strumentale per ogni stagione.
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Comunità energetiche e reddito energetico regionale...il risvolto sociale dell’energia nella legislazione.
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Tracce del tempo: i suoni della memoria.
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Le barriere acustiche per infrastrutture lineari.
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Simulazione energetica dinamica con ICARO - Parte 2.
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ANIT
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Strumenti per i Soci ANIT
Fondatore Sergio Mammi
A b b o n a r s i
si può. Stampato su carta prodotta con cellulose senza cloro-gas nel rispetto delle normative ecologiche vigenti.
Vignetta di Sergio Mammi, Fondatore ANIT.
Hanno collaborato:
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Alberto Piffer, Perito Industriale, Tecnico competente in acustica dal 2000 (E.N.TE.C.A. n.47). Rita D’Alessandro, Ingegnere libero professionista e consulente tecnico-normativo per il comparto dei serramenti di legno afferenti a EdilegnoArredo/FederlegnoArredo. Martina Demattio, Ingegnere, Research and Development Agenzia CasaClima, Bolzano. Gelsomina Di Feo, Ingegnere ambientale, libero professionista e collaboratore di ACCON Italia. Andrea Cerniglia, Libero professionista e Direttore Tecnico di ACCON Italia. Anna Magrini, Ingegnere meccanico e professore ordinario di fisica tecnica presso la facoltà di Ingegneria all’Università degli Studi di Pavia. Christian Quaranta, Psicologo, libero professionista, tirocinante post laurea presso l’ospedale San Paolo di Milano. Antonella De Benedittis. Neo-Eubios Giorgio Galbusera, Esperto ANIT. abbonamento annuale 4 numeri: 24 e Alessandro Panzeri, Esperto ANIT. Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT.
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Trimestrale N°68 - Anno XX - Giugno 2019 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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EDITORIALE
Siamo orgogliosi che anche quest’anno, per il settimo consecutivo, l’ambizioso team di TEDX Milano abbia organizzato nella nostra città questo evento innovativo, ancora (purtroppo) poco conosciuto in Italia. TED sta per “Tecnologia, Intrattenimento e Design” (dall’inglese), tre campi con potenti convergenze che diedero l’ispirazione, nel lontano 1984, ai suoi fondatori americani: l’architetto e designer, Richard Saul Wurman e il designer Harry Marks. Si tratta di un’organizzazione non-profit nata con l’intento di diffondere “idee di valore”. La prima conferenza TED al mondo fu organizzata trentacinque anni fa e vide presentati un prototipo di “compact-disc” sviluppato da Philips e Sony, il prototipo di un “e-book”, grafiche 3D della LucasFilm e l’intervento del matematico Benoit Mandelbrot che dimostrò come mappare le coste con l’utilizzo della geometria frattale. Finanziariamente l’evento chiuse in perdita e ci vollero altri sei anni per organizzare la seconda edizione della conferenza TED2, nel 1990. Questa volta il mondo era pronto.
La conferenza divenne da allora un evento annuale organizzato a Monterey (California) in grado di attrarre un influente e crescente pubblico unito da curiosità e mente aperta. Nel frattempo, la platea di speaker si era aperta a scienziati, filosofi, musicisti, leader religiosi e aziendali, filantropi e molti altri. Nel 2000 fu l’imprenditore Chris Anderson che acquisì TED e ne fece un’organizzazione non-profit diventandone il curatore. Il format (interventi di massimo 18 minuti), la portata dei contenuti e la dedizione nel cercare intorno al mondo personalità interessanti e appassionate in grado di comunicare agli altri la loro passione, divennero i principi che fecero grande TED. Fu subito chiaro che le idee e l’ispirazione generate da TED non potevano limitarsi alla città di Monterey. I primi video degli interventi alle conferenze TED furono caricati on-line nel 2006. In un solo mese, avevano raggiunto più di un milione di visualizzazioni. I TED Talks divennero così popolari che nel 2007 fu lanciata una piattaforma dedicata che
colonna sonora Rich Man’s House – Anne Feeney • River - Joni Mitchell You Don’t Own Me - Lesley Gore • Toxic - Britney Spears Car Wash – Rose Royce • The Wolves – Bon Iver Sweet Dreams - Eurythmics • When the party’s over - Billie Eilish Someone you loved - Lewis Capaldi • The New Revolution - Sari Schorr
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consentì a una platea globale di utenti di accedere gratuitamente alle idee dei più grandi pensatori, leader e maestri del mondo contemporaneo. Nel 2009 il numero di visualizzazioni dei TED talks raggiunse 100 milioni e lo stesso anno vi fu la nascita dei TEDX, un’apertura radicale del format a eventi locali e organizzati in modo indipendente. Nel 2012, TED celebrò un miliardo di visualizzazioni e da allora TED continua a essere visto - con una media di 17 nuove pagine al secondo – ispirando, motivando e appassionando. “Idee che meritano di essere diffuse”, è il motto dell’organizzazione, ormai considerata - lo ha scritto l’Economist in dicembre – “la grande macchina globale delle idee”, che ha festeggiato il trentesimo anniversario nella conferenza di Vancouver del 2014. L’edizione indipendente 2019 di TEDX Milano si terrà anche quest’anno al Teatro dal Verme, in lingua rigorosamente italiana e sul tema “cambiamenti”. Il programma darà spazio a
tredici speaker (Giacomo Poretti, Laura Ferreri, Tommaso Ghidini, Katia Provantini, Luigi De Micco, Davide Cassi, Antonio La Cava, Marco Dussin, Manuela Ulivi, Pink Puffers Brass Band, Alberto Diaspro, Paolo Rigamonti, Tommaso Salaroli) su un’intera giornata ed è organizzato in modo da dare voce a individui, organizzazioni e comunità locali, stimolare il dialogo e raccontare esperienze significative nello spirito TED di “diffondere idee”. Sono stati invitati pensatori, imprenditori, visionari, artisti. Persone energiche, resistenti, vivaci, semplici, coraggiose, delicate e travolgenti. Persone che portino valore con le loro idee ed esperienze a Milano, la nostra città e a tutto il pubblico di TED. I video di ciascun intervento verranno poi resi disponibili on-line e sottotitolati in inglese per la fruizione internazionale. Con il patrocinio del Comune di Milano. www.tedxmilano.com www.ted.com
Tommaso Ghidini – Capo Ing. Strutturale ESA a TEDX Milano 2019.
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REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI IN PROVINCIA DI TRENTO: SITUAZIONE TECNICO/NORMATIVA ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE di * Alberto Piffer
Riassunto: la realtà relativa ai Requisiti Acustici Passivi (RAP) della Provincia Autonoma di Trento rappresenta un’anomalia nel contesto normativo nazionale. La Provincia di Trento è stata tra le prime a legiferare in materia (1991), ma è poi venuto a mancare l’aggiornamento delle ormai superate norme, lasciando una situazione paradossale di “ipo-protezione” degli edifici. Attraverso questo contributo si vuole fare chiarezza sullo stato attuale della normativa nazionale e provinciale sui requisiti acustici passivi degli edifici ad oggi in vigore, valutando quale sia il grado di soddisfacimento dei parametri normativi da parte degli edifici realizzati sul territorio della Provincia di Trento sulla base di un campione di circa 900 verifiche effettuate dallo scrivente su elementi di strutture edili nuove o oggetto di ristrutturazione nel periodo dal 2007 ad oggi.
• DM 24 dicembre 2015 e seguenti aggiornamenti (DM 11 gennaio 2017 e DM 11 ottobre 2017) contenente le indicazioni relative ai “Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici”; • D.Lgs. del 17 febbraio 2017 n. 42: disposizioni in materia di armonizzazione della normativa nazionale in materia di inquinamento acustico. Elenco delle norme Provinciali in vigore: • Legge Provinciale 18 marzo 1991, n. 6 - Art. 18; • D.P.G.P. 4 agosto 1992, n.12-65/Leg. – regolamento di attuazione della L.P. 6/91; • Legge Provinciale del 11 settembre 1998 n. 10 Art. 60 – Misure collegate all’assestamento di bilancio; • D.P.G.P. 26 novembre 1998, n 38-110/Leg. – Art. 13 – norme di applicazione della L.P. 11 settembre 1998, n. 10; • D.P.G.P. del 2 febbraio 2018 n 141 - Prime disposizioni attuative delle norme provinciali di tutela ambientale in materia di applicazione dei criteri ambientali minimi ai contratti pubblici.
Quadro normativo attuale: Elenco delle norme nazionali in materia di inquinamento acustico: • Legge Quadro n 447 del 26 ottobre 1995; • D.P.C.M. 5 dicembre 1997: determinazione dei requisiti acustici degli edifici; • Decreto del 16 marzo 1998: tecniche di rilevamento e misurazione dell’inquinamento acustico; • Legge Comunitaria 2008 del 7 luglio 2009, n. 88: Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee; • Legge comunitaria 2009 n.96 del 4 giugno 2010, art. 15: Modifiche all’articolo 11 della legge n.88 del 7 luglio 2009;
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La normativa locale: La Provincia Autonoma di Trento, tra le prime in Italia, tra il 1991 e il 1992 ha legiferato in tema di inquinamento acustico e di protezione acustica degli edifici. L’art. 18 della L.P. 6/91 prevedeva già al tempo quanto segue:
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1. Tutti i nuovi edifici, gli ampliamenti e le ristrutturazioni di edifici esistenti devono essere progettati ed eseguiti secondo le disposizioni della presente legge e del relativo regolamento di esecuzione.
di riferimento, e quindi di valore limite, declassandoli a semplici “valori orientativi” in attesa di una norma attuativa specifica che, ad oggi, non è ancora stata emanata (rif. art. 21 comma 2 D.P.G.P. 4 agosto 1992, n.12-65/Leg e Circolare dell’Assessore al territorio, ambiente e foreste della P.A.T. di data 22 marzo 1993 prot. n. 515/93 ASP). È probabile che tale norma fosse troppo in anticipo sui tempi e che, oltre all’impatto psicologico / economico sulla mentalità notoriamente piuttosto tradizionale del settore edile locale, abbia pesato anche la difficoltà tecnica nelle verifiche in opera, data la quasi totale assenza di tecnici con esperienza in acustica. Come conseguenza, per tutto il periodo dal 1992 al 1998, anno di entrata in vigore del DPCM 5.12.97, i progettisti si sono limitati a produrre “relazioni acustiche” riportanti il solo rispetto del potere fonoisolante R a 500 Hz, certificato in laboratorio, dei diversi elementi costruttivi, di cui alla tabella contenuta al punto 8) dell’allegato D di seguito riportata.
2. Il progetto delle opere di cui al comma 1 deve essere corredato da una relazione sulle caratteristiche acustiche degli edifici…. La relazione, redatta da un tecnico abilitato secondo quanto previsto dal regolamento di esecuzione, illustra gli accorgimenti, i materiali e le tecnologie usate per l’insonorizzazione e l’isolamento acustico. Tale relazione costituisce parte integrante degli elaborati da allegare alla domanda di concessione edilizia. 3. Il sindaco, in sede di rilascio del certificato di abitabilità o di agibilità, verifica, nei modi previsti dal regolamento di esecuzione, la conformità delle opere alle disposizioni di legge e alla relazione depositata con la domanda di concessione edilizia.
Tabella allegato D, punto 8 - D.P.G.P. 4 agosto 1992, n.12-65/Leg Requisiti di accettabilità da determinare in laboratorio (potere fonoisolante R a 500 Hz)
I limiti previsti dal regolamento di esecuzione (D.P.G.P. 4 agosto 1992) prevedevano il confronto dei valori di isolamento acustico normalizzato Dn e dei livelli di rumore di calpestio normalizzato Ln (determinati in opera ed espressi entrambi in valori riferiti alle frequenze in banda da 1/1 ottava), con le curve di riferimento (figura 1) specifiche per le differenti tipologie di edifici considerati (per gli edifici residenziali la curva di riferimento è la n.1). Ai valori limite da verificare in opera, tuttavia, il legislatore provinciale ha tolto la valenza di parametro
• Strutture divisorie interne • Infissi verso l’esterno • Griglie e prese d’aria verso l’esterno • Strutture divisorie interne orizzontali • Strutture divisorie esterne verticali senza serramento • Struttura divisorie verticali con serramento
Figura 1
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≥ 40 dB ≥ 25 dB ≥ 20 dB ≥ 42 dB ≥ 45 dB ≥ 35 dB
Dopo l’entrata in vigore del DPCM 5.12.97, il legislatore provinciale ha deciso di mantenere in vita il solo articolo 18 della Legge Provinciale relativo ai RAP, con la L.P. 11 settembre 1998 – Art. 60 e il D.P.G.P 26 novembre 1998 – Art 13, confermando la scelta di mantenere come unico riferimento tecnico, la tabella contenuta al punto 8) dell’allegato D del regolamento di esecuzione. La motivazione ufficiale di tale scelta starebbe negli errori (o presunti tali) contenuti nel testo del DPCM 5.12.97 [1] e pertanto l’ente pubblico è rimasto inutilmente in attesa di un aggiornamento normativo nazionale. Le modalità della progettazione acustica in edilizia è proseguita quindi “sotto traccia” e senza alcuna variazione fino al periodo 2006 – 2008 quando, a fronte delle prime sentenze relative alle carenze di isolamento acustico, anche in provincia di Trento si è iniziato a dibattere sull’argomento.
Come si evince dal seguente estratto del modello di domanda per il rilascio del permesso a costruire del Comune di Trento, dal punto di vista formale, viene richiesta la presentazione della relazione acustica ai sensi della sola L.P. 6/91. Conseguentemente, progettista e costruttore ritengono di aver adempiuto correttamente agli obblighi normativi locali anche laddove le lamentele e le successive verifiche in opera dimostrano le scarse prestazioni acustiche degli elementi. In decine di casi l’ultima parola è stata emessa dal giudice con interpretazioni a volte discordanti. Ne citiamo alcune di particolare rilevanza: • Sentenza 2013 – R.G. 465/10 – Tribunale di Trento: il G.I. ritiene che la norma provinciale abbia prevalenza su quella statale in quanto la Provincia Autonoma di Trento ha “..competenza primaria in materia urbanistica.” • Sentenza 580/13 del 14 giugno 2013 – Tribunale di Trento: sono considerati applicabili i soli limiti provinciali in quanto il giudice non ritiene recepiti i disposti nazionali, comunque ritenuti sospesi dalla legge comunitaria 2009.
Confronto con i limiti nazionali I parametri di riferimento previsti dalla norma provinciale risultano evidentemente meno restrittivi dei già blandi limiti nazionali… Ovviamente nella pratica, nessuno o quasi, ha mai progettato puntando al mero rispetto di tali parametri. Tuttavia questi riferimenti normativi hanno fornito l’appiglio a costruttori e progettisti nei molti contenziosi aperti negli ultimi 15 anni.
• Sentenza del 20 giugno 2014 – R.G. 1591/2011 Tribunale di Rovereto: vengono presi a riferimento i parametri nazionali in quanto il giudice ha ritenuto che in tema di tutela dell’ambiente, la normativa statale sia prevalente rispetto a quella
Estratto modello permesso a costruire – Comune di Trento
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provinciale ai sensi dell’art. 117 della Costituzione.
continuano a tutt’oggi a richiedere ai progettisti la sola relazione acustica ai sensi della Legge Provinciale 6/91, creando un evidente contrasto tra le prestazioni di progetto e quelle attese in opera. Si tratta tuttavia di un problema più formale che pratico dal momento che oramai la maggior parte dei progettisti progetta, consapevolmente o non, strutture con prestazioni orientate più ai valori nazionali che non a quelli provinciali. Da questo punto di vista è interessante vedere come sono variate nell’ultimo decennio le prestazioni medie degli interventi edilizi trentini. Il grafico 1 mostra l’andamento progressivo nel tempo dei risultati delle prove in opera, espressi come differenza tra valore misurato e limite previsto. La linea di tendenza (rossa) evidenzia l’andamento di progressivo miglioramento delle prestazioni acustiche, con un numero via via sempre minore di casi di non conformità e un numero sempre maggiore di prestazioni positive, migliori anche di 20 – 30 dB rispetto al limite (nel caso del calpestio).
• Sentenza del 6 febbraio 2014 – R.G. 604/2011 – Tribunale di Rovereto: i parametri provinciali vengono considerati validi per la definizione delle caratteristiche dei materiali (prestazioni di laboratorio) ma i valori nazionali vengono riconosciuti come “..unico riferimento normativo esistente, per una valutazione di conformità dell’isolamento acustico in opera…”. • Sentenza 334 del 15/04/2019 – Tribunale di Trento. In questo caso il G.I. considera validi i soli limiti nazionali del DPCM 5.12.97 senza nemmeno prendere in considerazione la normativa provinciale. Come si evince dalla sintesi delle sentenze, il panorama è piuttosto variegato e confuso. Col passare degli anni l’orientamento prevalente dei giudici è stato quello di considerare validi i limiti nazionali ma spesso con un certo margine di incertezza interpretativa. Vero è che le pubbliche amministrazioni locali
Grafico 1
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Grafico 2
Grafico 3
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Bibliografia: [1] La normativa acustica in edilizia in Trentino: situazione e prospettive” a cura di Fabrizio Gerola (Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente della Provincia Autonoma di Trento).
I grafici 2 e 3 riportano rispettivamente le distribuzioni statistiche relative a due blocchi temporali successivi (dal 2007 al 2012 e dal 2013 ad oggi). Anche in questo caso si evidenzia come la prestazione media sia aumentata di 4.7 dB nel periodo considerato. Fermo restando l’incerto e opinabile quadro normativo locale, la qualità acustica relativa alle costruzioni in provincia di Trento ha certamente fatto sensibili progressi. I fattori che hanno determinato questo passo in avanti sono, a giudizio dello scrivente, i seguenti: • La maggior attenzione costruttiva legata all’efficienza energetica; • La spinta delle numerose cause civili sorte tra il 2007 e il 2013; • La selezione portata dalla “crisi” che in parte ha premiato le imprese con un prodotto di miglior qualità; • La maggior consapevolezza dei progettisti, in parte dovuta anche al maggior numero di corsi di formazione in acustica organizzati dai vari enti; • La progressiva introduzione nel gruppo di progettazione e direzione lavori della figura del Tecnico Acustico.
* Alberto Piffer, Perito Industriale - Tecnico competente in acustica dal 2000 (E.N.TE.C.A. n.47) Specializzato presso la Scuola di Acustica dell’università di Ferrara. Opera da oltre 20 anni nel campo dell’acustica, dal 1996 al 2002 come tecnico presso alcune tra le principali società di consulenza della provincia di Trento e dal 2003 come libero professionista eseguendo incarichi in tutta Italia. Tra i primi in Trentino Alto Adige a dotarsi della strumentazione per il collaudo dei requisiti acustici passivi, ha all’attivo circa 1200 verifiche in opera e oltre 40 incarichi peritali per contenziosi in sede civile per problematiche relative ai requisiti acustici passivi. Coautore dello studio dal titolo “Catalogo degli elementi costruttivi per l’acustica in edilizia” pubblicato nel 2013 dalla Provincia Autonoma di Bolzano e di vari altri articoli presentati su riviste ed a convegni locali e nazionali.
Conclusioni: Le prospettive future non vedono all’orizzonte ancora nessuna norma locale che possa mettere definitivamente la parola fine all’anomalia legislativa Trentina. L’opinione dello scrivente è che si stia attendendo il riordino completo della normativa acustica nazionale e del tanto atteso nuovo decreto sui requisiti acustici passivi, atteso oramai da oltre 10 anni… L’unica novità normativa recente è rappresentata dall’introduzione del Criteri Ambientali Minimi che, almeno per quanto riguarda gli edifici pubblici, fornisce dei riferimenti prestazionali precisi. La Provincia Autonoma di Trento, con la Delibera della Giunta Provinciale n. 141 del 2 febbraio 2018, ha posticipato al 31 dicembre 2019 l’applicazione dei CAM con l’esclusione però, fra gli altri, del punto 2.3.5.6 – Comfort acustico – che risulta quindi in vigore anche sul territorio Trentino.
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ACUSTICA E POSA (EFFICACE) DEI SERRAMENTI: DALLA PROGETTAZIONE DEI GIUNTI D’INSTALLAZIONE ALLA CORRETTA ESECUZIONE di * Rita D’Alessandro
La riproduzione di stralci tratti dalla norma UNI 11296 è stata autorizzata da UNI Ente Italiano di Normazione. L’unica versione che fa fede è quella originale reperibile in versione integrale presso UNI, Via Sannio 2 20137 Milano, 0270024200 - vendite@uni.com - www.uni.com.
prevista la possibilità di agire direttamente sulle facciate dei ricettori (scuole, ospedali, residenze, ecc.) al fine di ottenere determinati valori limite per il rumore immesso nei locali interni. Per quanto riguarda il calcolo previsionale dell’isolamento acustico di facciata si può fare riferimento alla UNI EN ISO 12354-3 che richiede la conoscenza, sulla base di dati misurati o stimati, delle caratteristiche prestazionali dei vari componenti di facciata (tamponamenti, serramenti, dispositivi per la ventilazione, ecc.), presupponendo che questi siano posti in opera “a regola d’arte”, al fine di garantire nel tempo prestazioni analoghe a quelle misurate in laboratorio o indicate in sede progettuale. Una posa in opera eseguita non secondo la regola dell’arte può determinare sensibili riduzioni dell’isolamento acustico complessivo di facciata. Per poter però pervenire a una corretta esecuzione occorre partire dalla progettazione dei giunti di installazione, ossia delle connessioni tra vano di posa e serramento o altro componente di facciata. A tal fine è stata pubblicata la norma UNI 11296, versione 2018, che in affiancamento a quanto già indicato nella norma UNI 11673-1, definisce i principi e i criteri di base della progettazione e della verifica di un efficiente sistema d’installazione ai fini acustici. Oltre alle due norme sopra citate, il tessuto normativo inerente al comparto dei serramenti e della relativa posa in opera ne comprende altre che trattano svariati argomenti, tra cui in particolare: • i ruoli e le responsabilità dei soggetti che intervengono nel processo di installazione, dal progettista, all’impresa edile, al fabbricante, al posatore fino all’utente finale (UNI 10818) • i criteri di selezione dei serramenti in relazione
La pubblicazione della norma UNI 11296 versione 2018 (revisione profonda della precedente edizione datata 2009) ha aggiunto un ulteriore tassello normativo in tema di progettazione dei sistemi d’installazione dei serramenti e più in generale dei componenti di facciata, compresi i dispositivi per il passaggio dell’aria, i sistemi di oscuramento/schermatura e altri eventuali componenti. La norma fa parte di un tessuto normativo che focalizza l’attenzione non solo sulle configurazioni di posa raccomandate in relazione all’interfaccia con il vano murario, ma anche sui ruoli e le responsabilità dei soggetti coinvolti nel processo di installazione dei componenti di facciata, così come sulla selezione delle caratteristiche prestazionali del serramento in relazione alla destinazione finale prevista in sede progettuale. 1. Generalità e quadro normativo di riferimento La protezione degli edifici dal rumore proveniente dall’esterno è un requisito di primaria importanza sia per le nuove costruzioni sia per gli interventi di riqualificazione di edifici esistenti. Vari disposti legislativi indicano i valori limite da rispettare per l’isolamento acustico di facciata in relazione alla tipologia di immobile; anche nei piani di risanamento acustico delle infrastrutture stradali definiti dalla Legge n. 447/95 “Legge quadro sull’inquinamento acustico” e dai suoi decreti attuativi è
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alle caratteristiche di permeabilità all’aria, tenuta all’acqua, resistenza al carico del vento e isolamento termico e acustico (UNI 11173) • i criteri di estendibilità dei risultati acustici ottenuti mediante test di laboratorio o metodo di calcolo/tabellare (UNI/TR 11469). Vi sono poi tre ulteriori progetti normativi, finalizzati dai tavoli di lavoro UNI e in attesa di pubblicazione al momento della stesura del presente articolo, che vanno a completare la serie UNI 11673 e riguardano in particolare: • la qualificazione degli installatori/posatori in termini di conoscenza, abilità e competenza (prUNI 11673-2) • i requisiti minimi per l’attività di formazione non formale per gli installatori/posatori (prUNI 11673-3) • i requisiti e i criteri di verifica dell’esecuzione (prUNI 11673-4). Una volta pubblicate anche queste tre ultime norme tecniche il quadro di riferimento in materia di installazione dei serramenti sarà completo e la “posa in opera a regola d’arte” potrà fondarsi su criteri codificati.
È prevista, come nella precedente versione, la duplice modalità di verifica dell’efficacia dell’intervento sulla facciata in termini di isolamento acustico e di livello sonoro immesso nell’ambiente interno, inoltre è prevista la verifica di rispondenza alle previsioni progettuali mediante la misurazione in opera dell’isolamento acustico di facciata secondo UNI EN ISO 16283-3. La parte più consistente della norma riguarda i criteri per la progettazione dei giunti di installazione dei componenti di facciata (serramenti, chiusure oscuranti e dispositivi di ventilazione), con frequenti richiami alla UNI 11673-1. Tale progettazione deve garantire che l’interfaccia con il vano non sia causa di peggioramento delle prestazioni di prodotto dichiarate e non si generino degradi funzionali. Il progetto di posa in opera deve considerare innanzitutto la prestazione del prodotto dichiarata, espressa in termini di indice di valutazione di potere fonoisolante, RW. Nella valutazione dei possibili tipi di giunto fonoisolante occorre considerare che • la pressione acustica sui bordi del serramento può essere maggiore di quella al centro dell’elemento • la geometria del vano di posa ha rilevanza ai fini del raggiungimento delle prestazioni acustiche complessive del sistema. Tipicamente, la presenza e la natura di una o più battute sui giunti di installazione, il contenimento delle dimensioni dei giunti stessi e il completo riempimento con materiali idonei consentono il miglioramento delle prestazioni • le dimensioni dei giunti sono fondamentali per prevenire inconvenienti in fase di posa dei serramenti e non comprometterne le prestazioni. Tali dimensioni possono essere stabilite in sede di progetto, dal capitolato, dalle prescrizioni del fabbricante e/o da altri documenti contrattuali • le proprietà acustiche dei materiali sigillanti devono essere note e idonee in relazione al
2. Gli aspetti salienti della UNI 11296 La UNI 11296 si applica agli interventi eseguiti su edifici esistenti e di nuova costruzione, comprendendo anche i serramenti interni di separazione tra ambienti che richiedono protezione dal rumore (per esempio, porta d’ingresso inserita nella parete divisoria tra alloggio e vano scala condominiale), e si riferisce unicamente ai casi di propagazione del rumore per via aerea. Rispetto alla precedente edizione 2009 è stato semplificato il metodo di verifica del livello sonoro immesso nell’ambiente interno (appendice A) rimandando, per il calcolo in funzione della frequenza, alle norme della serie UNI EN ISO 12354 e per il calcolo delle prestazioni dei serramenti (in particolare delle finestre) alla UNI EN 14351-1.
Tab. 1 – Prestazioni acustiche di riferimento dei sigillanti in funzione dell’indice di valutazione del potere fonoisolante RW del serramento
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livello prestazionale del serramento, così come indicato in Tab. 1 Al fine di ottenere una sigillatura durevole, caratterizzata dall’adesione del sigillante su due lati, è sempre raccomandabile l’inserimento del fondo giunto (Fig. 1). L’assenza del fondo giunto può provocare l’adesione del sigillante su tre lati e un’elevata probabilità che il giunto si rompa se soggetto a sollecitazioni di trazione. I materiali costituenti il fondo giunto possono essere di varia natura, quali per esempio polietilene espanso a cellule chiuse, neoprene. Sono preferibili materiali sigillanti a basso modulo di elasticità, quindi meno rigidi.
• piano di tenuta agli agenti atmosferici, che è collocato verso l’esterno dell’edificio e dei giunti di installazione e deve garantire la protezione dagli agenti atmosferici, quali vento, pioggia battente e acqua stagnante; • piano di permeabilità all’aria interna dell’edificio, che è posto nelle zone superficiali interne dell’edificio e dei giunti, deve essere rac cordato con gli elementi di isolamento interno dei locali e deve impedire o regolare il passaggio dall’interno verso l’esterno di umidità interna, al fine di prevenire il rischio di formazione di condense interstiziali e superficiali e di altri fenomeni degradanti il vano, il prodotto e il sistema di posa in opera; • piano di isolamento termo-acustico e di fissaggio meccanico, che è collocato in posizione intermedia tra i due piani precedentemente definiti e deve contribuire all’isolamento termico-acustico e al trasferimento dei carichi al vano. Il fissaggio meccanico può interessare piani diversi, in funzione di molteplici fattori (tipologia del serramento, posizione del serramento nel vano di posa, morfologia del vano di posa, ecc.)
Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche e i livelli prestazionali dei materiali per sigillatura, riempimento e isolamento termo-acustico, nonché la compatibilità tra le varie tipologie di sigillanti fluidi e substrati è possibile fare riferimento rispettivamente al prospetto 3 e al prospetto 4, riportati nella UNI 11673-1.
In presenza di controtelaio l’interfaccia vano murario-controtelaio (giunto primario) deve essere concepita e realizzata con la finalità di non compromettere le prestazioni del serramento dichiarate dal fabbricante e di limitare i ponti acustici. Il giunto primario deve presentare dimensioni adeguate in modo tale da consentire il riempimento con idonei materiali in grado di compensare le eventuali irregolarità del vano e le dilatazioni dei materiali. Fatte salve diverse prescrizioni progettuali, per quanto riguarda il controtelaio occorre verificarne - la messa a piombo - il parallelismo tra le facce - la complanarità rispetto al vano murario.
1 sigillante 2 fondo giunto A almeno 5 mm e in conformità alle specifiche tecniche del fabbricante del sigillante B raccomandato pari ad A/2, ai fini della corretta reticolazione Fig.1 – Schema esemplificativo di un giunto con fondo giunto 2.1 L’interfaccia vano di posa-serramento secondo UNI 11296 In fase di progettazione del sistema di interfaccia vano di posa–serramento, che può essere realizzato mediante controtelaio, direttamente sul vano murario in assenza di controtelaio o su telaio preesistente, occorre tenere conto dei piani funzionali seguenti:
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In assenza di controtelaio, ossia nel caso di interfaccia serramento-vano di posa direttamente sul vano murario, il giunto primario coincide con quello secondario. Anche in questo caso l’interfaccia vano di posa-telaio fisso del serramento (giunto secondario) deve rispettare le condizioni previste per l’interfaccia in presenza di controtelaio.
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Nel caso di interfaccia serramento-vano di posa su telaio preesistente, riscontrabile per esempio nella sostituzione di serramenti esistenti, le criticità sono generalmente elevate e pertanto non sempre si può garantire il raggiungimento dei risultati acustici. Si rendono necessarie misure in opera per la verifica delle prestazioni effettive. Nel caso di telaio fisso preesistente non rimovibile e/o non riducibile, una soluzione consiste nel sovrapporre il nuovo telaio fisso e nel considerare i sistemi di sigillatura sui tre piani funzionali, in corrispondenza dei due telai fissi e, ove possibile, anche del giunto primario preesistente. Qualora non sia noto il sistema di fissaggio del telaio fisso preesistente, è opportuno effettuare un
sondaggio conoscitivo e prevedere il fissaggio direttamente al vano murario. 2.2 Esempi di configurazioni di posa Pur mantenendo un approccio prestazionale e non escludendo soluzioni alternative parimenti efficaci allo scopo, la UNI 11296 riporta, a titolo puramente indicativo e non esaustivo, alcuni esempi di giunti d’installazione tra serramento e vano di posa sia nel caso di presenza che di assenza del controtelaio o di montaggio su un controtelaio esistente. Per quanto riguarda la posa in opera dei serramenti su vano murario nuovo, la norma distingue il caso della posa in luce (Fig. 2) da quello della posa in battuta (Fig. 3).
Sezione verticale 1 esterno 2 interno 3 isolante termo-acustico (per esempio, schiuma poliuretanica) 4 sigillante 5 fondo giunto 6 tenuta all’aria e freno vapore (per esempio, pellicola o guaina) 7 barriera all’acqua stagnante (per esempio, guaina impermeabilizzante) 8 fissaggio 9 telaio fisso 10 controtelaio 11 soglia 12 vano di posa 13 tenuta all’acqua, tenuta all’aria, isolamento termo-acustico (per esempio, nastro sigillante di PVC Fig. 2 – Esempio di configurazione di posa in luce per una finestra
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a) sezione verticale b) sezione orizzontale 1 esterno 2 interno 3 barriera alla pioggia battente e apertura alla diffusione del vapore (per esempio, nastro autoespandente bifunzionale) 4 isolamento termo-acustico (per esempio, schiuma poliuretanica) 5 sigillante 6 tenuta all’aria e freno al vapore (per esempio, pellicola o guaina) 7 barriera all’acqua stagnante (per esempio, guaina impermeabilizzante) 8 barriera all’acqua stagnante esterna e freno al vapore interno 9 fondo giunto 10 telaio fisso 11 controtelaio 12 interruzione di soglia 13 soglia 14 vano di posa 15 fissaggio Fig. 3 – Esempio di configurazione di posa in battuta per una finestra * Rita D’Alessandro, Ingegnere libero professionista e consulente tecnico-normativo per il comparto dei serramenti di legno afferenti a EdilegnoArredo/FederlegnoArredo. Vicepresidente della Commissione UNI Legno, coordinatore del GL UNI Legno non strutturale, GL UNI Massetti e GL Pavimenti cementizi, membro di svariati GL nell’ambito della Commissione UNI Acustica e Vibrazioni, membro di WGs in ambito CEN TC 33, CEN TC 175 e ISO TC 218. Membro della Commissione Acustica dell’Ordine degli Ingegneri di Milano. rita.dalessandro16@gmail.com
Viene inoltre trattata la posa dei sistemi monoblocco (serramento e sistema oscurante integrati) (Fig. 4) e dei dispositivi di ventilazione, comprendendo in questo caso l’installazione tra telaio fisso e vano murario, l’installazione a davanzale e quella a parete. Gli esempi riportati nella UNI 11296 sono riferiti alle condizioni di posa ai fini dell’isolamento acustico e ovviamente devono essere integrati con quanto richiesto a livello progettuale per soddisfare gli altri requisiti generalmente previsti.
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1 esterno 2 interno 3 tenuta alla pioggia battente ed apertura alla diffusione del vapore sul lato esterno, isolamento termo-acustico all’interno, tenuta all’aria e freno al vapore sul lato interno (per esempio, nastro autoespandente multifunzione) 4 isolamento termo-acustico (per esempio, schiuma poliuretanica) 5 tenuta all’aria e freno al vapore (per esempio, pellicola o guaina) 6 barriera all’acqua stagnante (per esempio, guaina impermeabilizzante) 7 barriera all’acqua stagnante esterna e freno al vapore interno 8 telaio fisso 9 controtelaio 10 interruzione di soglia 11 soglia 12 guida dell’avvolgibile 13 vano di posa Fig. 4 – Esempio di giunto in luce di un serramento monoblocco
Tab. 2 – I principali riferimenti normativi
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PROGETTO SINFONIA, IL RISANAMENTO ENERGETICO SU SCALA EUROPEA. di * Martina Demattio
Dal 2014, l´Agenzia per l´Energia Alto Adige – CasaClima è partner del progetto europeo SINFONIA, un’iniziativa per attivare nelle città europee di medie dimensioni soluzioni energetiche estese, integrate e scalabili. Al centro del progetto si colloca la collaborazione tra le città di Bolzano e Innsbruck, che lavorano fianco a fianco per conseguire un risparmio di energia primaria tra il 40 e il 50%, aumentando la quota di fonti rinnovabili del 20% nei due distretti pilota. Più di 20 partner - tra cui EURAC Research, IDM, Alperia, Comune di Bolzano e IPES stanno lavorando insieme per pianificare e realizzare interventi che renderanno le due città più sostenibili dal punto di vista energetico e ambientale. Gli interventi riguardano in particolare il risanamento energetico di grandi complessi di edilizia sociale, l’ottimizzazione della produzione e della distribuzione di calore, l’introduzione di smart points intelligenti per monitorare l’ambiente. Saranno testate soluzioni innovative e il modello sviluppato nei due capoluoghi potrà essere replicato da altri centri europei. In particolare cinque città hanno già scelto di intraprendere questo percorso una volta concluso il progetto Sinfonia: sono Borås in Svezia, Siviglia in Spagna, La Rochelle in Francia, Paphos a Cipro, Rosenheim in Germania. In questo articolo presentiamo l’intervento su un condominio destinato all´edilizia abitativa agevolata di proprietà del Comune di Bolzano. La particolarità di questi interventi è che, nonostante si sia trattato di interventi di deep retrofit, l’efficiente organizzazione del cantiere ha permesso agli inquilini di rimanere nelle loro abitazioni.
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Proprietario dell’edificio Nome e Indirizzo Progetto architettonico
Comune di Bolzano
Progetto impiantistico
• Ing. Andrea Cagni EQ Ingegneria (TO) • Ing. Massimo Vettori Studio Tecnico Vettori (BZ) • Arch. Dipl. Ing. Gerhard Kopeinig Arch + More (Austria)
Responsabile Unico del Procedimento
Ing. Rosario Celi
Via Passeggiata dei Castani, 33 Bolzano • Ing. Giorgio Sandrone e Ing. Paolo Sobrino Studio Mellano Associati (TO) • Arch. Alberto Sasso Officina di Architettura (TO) • Arch. Manuel Benedikter Manuel Benedikter architecture (BZ)
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PRIMA DELLA RISTRUTTURAZIONE
Immagini esistente
Caratteristiche dell’edificio Complesso costituito da 2 edifici di 5 piani edificato a metà degli anni ‘90 con struttura a telaio in calcestruzzo armato e solai interpiano con struttura tipo predalles. Le criticità maggiori dell´esistente sono dovute da una parte alle infiltrazioni attraverso il tetto e i balconi, dall´altra alle problematiche di condensazione superficiale dovute alla presenza di ponti termici geometrici e alla discontinuità dell´isolamento termico. Involucro della costruzione Pareti esterne a telaio in calcestruzzo armato e tamponamento con doppio strato di mattoni di laterizio e coibentazione in intercapedine • U = 0,67 W/m2K Tetto in laterocemento coibentato • U = 0,47 W/m2K Solaio verso cantine con struttura tipo predalles • U = 0,63 W/m2K Serramenti: • Doppio vetro: Ug = 3,1 W/m²K • Telaio in alluminio: Uf = 2,5 W/m²K • Distanziale in alluminio Prestazioni energetiche dell´involucro 194 kWh/m²a (Classe G CasaClima) Impiantistica Sottosistema di generazione del riscaldamento e dell’acqua calda sanitaria decentralizzato con caldaiette alimentate a gas naturale Sottosistema di emissione: radiatori
CONCETTO DI RISTRUTTURAZIONE Soluzioni energetiche per l´involucro • Coibentazione termica delle pareti esterne per mezzo di un sistema innovativo di facciata prefabbricata intelaiata in legno con 25 cm di lana di vetro in intercapedine ed uno strato esterno da 1,5 cm in fibra di legno • Coibentazione delle logge dei balconi e dei solai verso esterno con pannelli in schiuma polyiso, rispettivamente di spessore 16 cm e 12 cm
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• Coibentazione dei solai verso le cantine con 10 cm di lana di roccia • Coibentazione del tetto esistente con pannelli sandwich in schiuma polyiso da 28 cm • Sostituzione di tutti i serramenti esterni con serramenti in legno-alluminio e sistema ombreggiante esterno integrato nel monoblocco • Coibentazione termica dei balconi
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Prestazioni degli elementi dell´involucro Pareti esterne: U = 0,13 W/m2K Solaio verso cantine: U = 0,15 W/m2K Tetto: U = 0,07 W/m2K Serramenti: • Triplo vetro: Ug = 0,5 W/m2K • Telaio in legno-alluminio: Uf = 0,8 W/m2K
e dell´acqua calda sanitaria • Sottosistema di emissione: mantenimento dei radiatori negli appartamenti esistenti • Inserimento in tutti gli appartamenti di un sistema decentrale per la ventilazione meccanica controllata • Fonti rinnovabili: - Installazione di 439 m² di pannelli solari termici - Installazione di un impianto fotovoltaico da 52 kW sul tetto
Durata dei lavori 23 mesi Soluzioni energetiche impiantistiche • Sottosistema di generazione del riscaldamento: dismissione delle caldaie a gas esistenti ed installazione di un sistema centralizzato alimentato da una pompa di calore con 16 sonde geotermiche • Sottosistema di generazione dell´acqua calda sanitaria: installazione di 2 caldaie a gas naturale • Sottosistema di distribuzione: realizzazione delle nuove linee di distribuzione del riscaldamento
Obiettivi di performance Efficienza dell´involucro = 12 kWh/m²a (Classe A CasaClima) Efficienza complessiva = 4 kg CO2/m²a Totale energia da fonti rinnovabili: 76% del fabbisogno complessivo * Ing. Martina Demattio, Research and Development Agenzia CasaClima, Bolzano.
Dettaglio facciata prefabbricata
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Immagini dopo i lavori di ristrutturazione
pa della certificazione energetica e ambientale di edifici e prodotti. Ad oggi l’Agenzia ha certificato oltre 8.000 edifici, distribuiti su tutto il territorio nazionale. CasaClima è uno standard e un processo di qualità che portano a risultati chiari, trasparenti e misurabili espressi attraverso il certificato di qualità CasaClima. L’Agenzia propone un’ampia offerta formativa per tutti gli attori del settore edilizio. Organizza e promuove molteplici iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza nei settori dell’efficienza energetica, della sostenibilità, della qualità costruttiva e della tutela del clima.
Credits foto: Ivo Corrá Credits foto e immagini: Alexa Reiner, Ivo Corrá, Studio Mellano Associati (TO), Arch. Alberto Sasso, Arch. Manuel Benedikter, Studio Vettori, EQ Engegneria (BZ) Fonti: Factsheet, IDM, 2018
Agenzia per l´Energia Alto Adige – CasaClima L’ Agenzia CasaClima è il centro di competenza della Provincia Autonoma di Bolzano, che si occu-
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DIAGNOSI STRUMENTALE PER OGNI STAGIONE di * Alessandro Panzeri
Contesto La diagnosi energetica degli edifici esistenti con l’ausilio di strumenti che consentono indagini non distruttive è un tema già affronato da tempo (Neo Eubios ha ospitato gli articoli “la valigetta del certificatore” del 2007, “La misura della trasmittanza in opera” nel 2008, “Strumenti per la valutazione dell’isolamento termico e acustico dei
serramenti” nel 2010, “Valutazioni in opera dei coefficienti lineici”, “Collaudo e diagnosi dei sistemi di isolamento a cappotto”, e “Proposta metodologica per indagini sugli edifici esistenti” nel 2013, “La diagnosi energetica, sostanza non carta” nel 2014, “Misure in campo per la diagnosi in estate” nel 2016 - tutti articoli che possono essere liberamente scaricati dal sito anit.it).
Diagramma di flusso per la realizzazione della diagnosi energetica, schema UNI CEI/TR 11428 rielaborato da ANIT
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La diagnosi energetica, quando utile e propedeutica a proposte di efficientamento effettivamente da realizzare (ovvero non quando è subita come pratica cartacea/digitale da realizzare), prevede che il modello di calcolo debba essere “validato” rispetto ai consumi per poi procedere con gli scenari di proposte di efficientamento. Il contesto normativo è presente attraverso il pacchetto di norme della serie UN EN 16247 ed è in corso la realizzazione di un rapporto tecnico dedicato al tema delle diagnosi al CTI – Comitato Termotecnico Italiano. Ciò significa che i dati in input rilevanti, inseriti nel modello di calcolo riferito alle UNI TS 11300, devono essere il più possibile rappresentativi del comporamento reale dell’edificio.
- è generalmente costituito dalla stessa tecnologia costruttiva; - ha un servizio prevalente (il riscaldamento) che è “facile” modellare poiché i singoli comportamenti delle utenze, per quanto differenti, sono standardizzabili e influenzano poco il risultato di consumo finale derivante principalmente dalle perdite per trasmissione; - gli interventi che possono portare al risparmio energetico coinvolgono tutti gli inquilini e sono effettivamente realizzabili; - la valorizzazione degli interventi non si riassume nel solo “risparmio energetico”, ma anche nell’aumento del valore di mercato grazie alla classificazione energetica dell’edificio (influenzata in gran parte dal servizio di riscaldamento).
L’attuale contesto legislativo nel quale sono evidenti le opportunità derivanti dalle elevate percentuali di detrazione fiscale (dal 50 al 75% solo per la parte energetica) coniugate con la cessione del credito porta il condominio con riscaldamento centralizzato ad essere un frequente oggetto di studio. Questa casistica di edificio, rispetto ad altre tipologie e destinazioni d’uso, ha i seguenti vantaggi:
Lo studio dell’edificio passa nel “centrare” il più possibile i dati in ingresso rilevanti ai fini del bilancio. Il grafico evidenzia il peso dei diversi contributi mensili in un edificio esistente tipo condominio in zona E. La parte azzurra che caratterizza le perdite per trasmissione è definita principalmente da: - geometria delle superfici disperdenti; - trasmittanza termica delle strutture; - coefficienti lineari dei ponti termici.
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Il peso dei ponti termici in strutture in cemento armato con tamponature in laterizio è mediamente del 20% sul coefficiente di dispersione verso l’esterno HD. Gli strumenti attualmente disponibili sul mercato per migliorare le informazioni relative alle strutture sono le termocamere e i termoflussimetri con sonde di temperatura. L’impiego e l’efficacia della strumentazione durante il periodo invernale è consolidato. Più interessante sfruttarne l’impiego al di fuori della stagione di riscaldamento.
rapidamente restituire informazioni geometriche di lunghezze e aree). Il tipo di indagine che si effettua, in accordo con le definizioni presenti nella norma UNI EN 16714, è con procedura “qualitativa” ed eccitazione “attiva”. La rilevazione di disomogeneità di “temperatura” superficiale è frutto di una differente effusività termica superficiale dei materiali della facciata: l’effusività dipende dalla conduttività termica, dalla densità e dal calore specifico del materiale. Nel caso dei ponti termici, per esempio relativi alla presenza di cemento armato, l’indagine termografica consente di cogliere differenze di temperatura superficiale derivanti da caricamento (accumulo di calore) o da scaricamento (rilascio di calore) determinate dal diverso comportamento, sotto l’intonaco, del laterizio e del calcestruzzo. La raccolta di immagini termografiche mostra come siano evidenti le differenze di temperatura e come sia possibile modellare con maggiore precisione e verosimiglianza il ponte temico con adeguati software agli elementi finiti. Le immagini di modelli di ponte termico sono state realizzate con il software IRIS, distribuito agli associati ANIT. Il periodo della campagna termografica è stato compreso tra marzo a giugno.
Focus termografia e ponti termici Le diagnosi energetiche degli edifici si realizzano, se si è fortunati, avendo a disposizione piante in formato cartaceo dalle quali si ricavano la geometria generale dell’edificio e le tipologie di ponti termici. Visto il peso dei ponti termici nella fase di modellazione e poi nella successiva fase di proposta di isolamento termico, è opportuno raccogliere informazioni il più possibili rappresentative dell’edificio. L’irraggiamento solare può aiutare sensibilmente il responsabile della diagnosi per l’individuazione della posizione, tipologia e dimensione del ponte termico (gli ultimi modelli di termocamere di recente produzione hanno a bordo anche il distanziometro e quindi possono
Casistica dei materiali con differenti valori di effusività termica in un sistema a cappotto Fonte: Diagnostica dei sistemi a cappotto, Manuale ANIT, 2013
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Facciata di edificio, ΔT = 3.4 °C marzo, esposizione sud-ovest, pomeriggio
Ponte termico della trave di bordo con muratura in doppio tavolato e intercapedine d’aria
Facciata di edificio, ΔT = 3.3 °C giugno, esposizione sud, ora di pranzo
Ponte termico del balcone con muratura in doppio tavolato e cassonetto
È evidente che le immagini mostrano le strutture in cemento armato più “fredde” di qualche grado °C. L’energia solare scalda la superficie e le strut-
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ture sottostanti si scaldano in modo differente per effetto della loro effusività termica. Non ha alcuna importanza la temperatura dell’ambiente interno.
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Facciata di edificio, ΔT = 2.3 °C maggio, esposizione nord-ovest, pomeriggio
Ponte termico del solaio in aggetto con doppio tavolato e isolante in intercapedine
Facciata di edificio, ΔT = 1.6 °C giugno, esposizione nord-est, pranzo
Ponte termico del pilastro in parete
Come si possono impiegare le indagini termografiche fuori dalla stagione di riscaldamento così anche le indagini termoflussimetriche possono aiutare a comprendere meglio le strutture di parete.
bre a fine aprile) per essere in completo accordo con la norma di riferimento UNI ISO 9869. I risultati delle misure con i dati elaborati con il metodo delle medie progressive restituiscono grafici, come quello riportato, con il valore in rosso di conduttanza media progressiva che dopo un certo periodo si stabilizza. Nell’esempio con misura durata otto giorni su una parete in laterizio di un edificio esistente il valore si stabilizza intorno a 1,2 W/m²K.
Focus termoflussimetria per tutte le stagioni Le misure termoflussimetriche sono da realizzarsi generalmente durante il periodo di riscaldamento a seguito del caricamento dell’edificio (da fine novem-
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CONVEGNI ANIT 2019
Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico
Trento
Milano
Torino
Mantova
Pavia Parma
Asti
Modena Bologna
Genova
Rimini
Firenze Pisa
26 MAR.
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Mantova
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Milano
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2 OTT.
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Erba
Olbia
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Rovigo Mestre
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Udine
Bergamo Verona Vicenza
Erba
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Belluno
Lecco Varese
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Arezzo
Ancona
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Roma
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8 OTT.
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16 OTT.
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Siracusa
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Rimini
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29 OTT.
Vicenza
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5 NOV.
6 NOV.
Napoli
Perugia
Ancona
12 NOV.
19 NOV.
20 NOV.
Pavia
Pordenone
Belluno
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Elaborazione dati di misura di conduttanza in opera con valutazione media progressiva (rosso) e istantanea (in giallo) – 8 giorni di novembre Per ottenere questi risultati si opera in condizioni che riproducono progressivamente il regime stazionario: temperatura media esterna più bassa rispetto a quella interna e flusso di calore uscente monodirezionale e con valori consistenti (> 2/3 W/m²). La strumentazione di misura può essere impiegata in modo apprezzabile anche fuori dalla stagione di riscaldamento come descritto nel successivo paragrafo.
una prevalenza di energia “entrante” che quindi porta al surriscaldamento dell’ambiente.
Misure in estate Sono state realizzate tre campagne di misura su tre pareti differenti in tre edifici in zona climatica E dal 12 giugno 2019 per i successivi 20 giorni. Il grafico riassume le tre campagne con indicata la temperatura superficiale esterna misurata (in rosso), quella interna (in azzurro) e il flusso termico aerico (in giallo). Come si evince, il comportamento delle strutture rispetto alla radiazione solare incidente è caratterizzato dal valore di trasmittanza termica periodica. Nelle strutture di parete non isolate esistenti, il valore di trasmittanza periodica, ampiamente superiore alle attuali indicazioni di legge (Yie < 0.10 W/m²K), porta ai seguenti risultati: - la sollecitazione esterna di temperatura ha delle ripercussioni interne (con un certo sfasamento termporale e con un’attenuazione dell’oscillazione); - il flusso energetico entrante o uscente in relazione alla superficie interna è caratterizzato da un comportamento con inversione di segno e con
Il grafico mostra come si possano acquisire informazioni al di fuori del periodo di riscaldamento sul livello di isolamento termico della struttura. Informazioni che aiutano ad affinare il modello di calcolo. Sulla base infatti delle misure di temperatura superficiale interna ed esterna e di flusso è possibile raccogliere preziose informazioni su: - sfasamento temporale tra la sollecitazione esterna e interna della struttura; - energia entrante e/o uscente in gioco dipendente dalla struttura e dalle condizioni al contorno.
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La struttura isolata invece mostra questo comportamento: - assenza di conseguenze della sollecitazione esterna sull’interna; - flusso energetico sulla superficie interna prossimo allo zero.
Nel modellare una struttura con le caratteristiche dei materiali che la compongono (densità, conduttività termica, spessore e calore specifico) e inserendola in un contesto climatico caratterizzato da temperature dell’aria e dall’irraggiamento solare, è possibile: - valutare lo sfasamento temporale in accordo con UNI EN ISO 13786; - valutare, con calcoli agli elementi finiti, l’energia in ingresso e in uscita.
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Il modulo avanzato del software PAN distribuito agli associati ANIT è dedicato proprio al calcolo agli elementi finiti ed è quindi possibile impiegarlo per capire meglio le strutture esistenti.
Le misure mostrano il comportamento delle strutture oggetto di irraggiamento solare ed è evidente che al crescere del livello di isolamento termico delle strutture l’influenza del sole si riduce sino a essere trascurabile: la parete è adiabatica. Questi livelli si possono raggiungere anche su edifici esistenti con interventi di isolamento che portano le pareti ad avere valori di trasmittanza termica periodica molto ridotti: isolare conviene, anche d’estate.
Conclusioni La diagnosi energetica di condomini esistenti passa da una valutazione accurata del peso dei ponti termici e delle strutture opache. Strumenti a supporto di questa analisi sono storicamente le termocamere e i termoflussimetri. Le indagini sembrano essere realizzabili solo durante il periodo di riscaldamento, ma, come mostrato nell’articolo, molte informazioni possono essere raccolte al di fuori di quel periodo.
* Alessandro Panzeri, Esperto ANIT.
Dalle strutture non isolate alle strutture molto isolate: conseguenze della sollecitazione esterna annullate!
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COMUNITÀ ENERGETICHE E REDDITO ENERGETICO REGIONALE… IL RISVOLTO SOCIALE DELL’ENERGIA NELLA LEGISLAZIONE. di * Daniela Petrone
Premessa La Regione Puglia ha recentemente pubblicato due interessanti leggi regionali che forniscono una lettura del tema produzione energetica dal punto di vista sociale e sono da stimolo e riflessione per discutere sull’energia non solo per questioni tecnologiche ma anche di carattere sociale. Le due leggi regionali di recente emanazione riguardano l’istituzione delle comunità energetiche e del reddito energetico regionale vediamo in cosa consistono.
Art. 2 Comunità energetiche 1. La comunità energetica incentra la sua attività sul valore dell’energia prodotta e non sulla realizzazione di un profitto. I membri della comunità partecipano alla generazione distribuita di energia da fonte rinnovabile e all’esecuzione di attività di gestione del sistema di distribuzione, di fornitura e di aggregazione dell’energia a livello locale. A tal fine, la comunità realizza progetti innovativi finalizzati alla produzione di energia rinnovabile a basso impatto ambientale, alla ricerca di soluzioni eco-compatibili e alla costruzione di sistemi sostenibili di produzione energetica e di uso dell’energia, attraverso l’impiego equilibrato dei beni comuni e collettivi del territorio di riferimento.
Le comunità energetiche L’aspetto importante è che si possa parlare di comunità e quindi di collettività, di insieme di persone oltre l’individualismo parlando di energia. L’energia può diventare il mezzo per costruire le comunità e questa è forse la lettura più interessante della legge regionale. Condivisione e autoscambio dell’energia prodotta dalle fonti rinnovabili sono la chiave di lettura delle comunità energetiche. L’autoscambio energetico permetterebbe alle società di produrre energia e di scambiarla per soddisfare i propri bisogni personali e si realizza quindi mediante la nascita di comunità energetiche che rappresentano delle vere e proprie associazioni tra produttori di energia elettrica e consumatori della stessa. Lo scopo principale delle comunità energetiche è quello di soddisfare il proprio fabbisogno di energia auto-prodotta mediante l’utilizzo di fonti rinnovabili che permettono di diminuire le spese e i costi connessi al consumo e avere un impatto positivo nell’ambiente. Si riportano “in toto” gli articoli 2 e 3 della Legge Regionale pugliese che definiscono le comunità energetici e le loro competenze:
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2. L’obiettivo primario della comunità energetica è l’autoconsumo dell’energia rinnovabile prodotta dai membri della comunità, nonché, eventualmente, l’immagazzinamento dell’energia prodotta, al fine di aumentare l’efficienza energetica e di combattere la povertà energetica mediante la riduzione dei consumi e delle tariffe di fornitura. 3. Alle comunità energetiche possono partecipare soggetti pubblici e privati. 4. Le comunità energetiche acquisiscono e mantengono la qualifica di soggetti produttori di energia se annualmente la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo da parte dei membri non è inferiore al 60 per cento del totale. 5. La Giunta regionale entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore delle presenti disposizioni, sentita la commissione consiliare competente, predispone le linee guida che definiscono i requisiti dei soggetti che possono partecipare alle
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comunità energetiche e descrivono le modalità di gestione delle fonti energetiche all’interno delle comunità e di distribuzione dell’energia prodotta senza finalità di lucro.
La legge prevede l’istituzione di comunità che hanno l’obiettivo di gestire un sistema energetico locale senza finalità di lucro. I Comuni dovranno farsi carico di proporre la costituzione della comunità energetica, attraverso la predisposizione di protocolli di intesa cui possono aderire su base volontaria soggetti pubblici e privati. Viene anche individuato un obiettivo di efficienza delle comunità energetiche: le stesse, in quanto produttrici di energia, mantengono la loro qualifica se annualmente la quota dell’energia prodotta destinata all’autoconsumo da parte dei membri è non minore del 70% del totale. Le comunità energetiche dovranno redigere un bilancio energetico e predisporre un documento strategico che individua le azioni che la comunità intende adottare ai fini dell’efficientamento e della riduzione dei consumi. Un documento che rappresenta anche uno strumento di valutazione delle azioni adottate dalle comunità. Grazie a questa proposta, che ha come fine quello di promuovere l’autoconsumo, il singolo utente, autoconsumatore di energia, potrà scegliere di condividere l’energia rinnovabile in eccesso, creando tanti piccoli poli di distribuzione tali da fare concorrenza ai grandi distributori nazionali. In questo modo, case, uffici e stabilimenti produttivi e fonti rinnovabili saranno connessi tra loro e in grado di gestire gli scambi e i flussi energetici. La Regione, tramite lo strumento del bando pubblico, provvederà a sostenere finanziariamente la fase di costituzione delle comunità energetiche, tenendo conto nell’erogazione dei contributi delle specificità del territorio di riferimento, in modo da favorire le aree svantaggiate.
Art. 3 Competenze 1. Le comunità energetiche: a) possono stipulare convenzioni con l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) al fine di ottimizzare la gestione e l’utilizzo delle reti di energia; b) redigono, entro sei mesi dalla loro costituzione, un bilancio energetico; c) redigono, entro dodici mesi dalla loro costituzione, un documento strategico che individua le azioni per la riduzione dei consumi energetici da fonti non rinnovabili e l’efficientamento dei consumi energetici. 2. Il documento strategico di cui al comma 1, lettera c), è trasmesso alla Giunta regionale ai fini della verifica della sua coerenza con il Piano energetico ambientale regionale. Ogni tre anni la Giunta regionale verifica l’attuazione del documento strategico e i risultati conseguiti in termini di riduzione dei consumi energetici. La legge regionale pugliese del 9 agosto 2019, n. 45 Prima della Puglia il Piemonte ha avviato e sperimentato l’istituzione di comunità energetiche. Il Piemonte ha lanciato un progetto di costituzione di un’ associazione all’interno della quale possa concretizzarsi l’autoscambio energetico in modo diretto tra utenti, siano essi enti pubblici, privati o cittadini. E con la prima Legge Regionale sulle comunità energetiche ha approfondito una serie di punti da rispettare per permettere l’autoscambio energetico. In pratica la norma definisce nei minimi particolari tutte le modalità di implementazione per quello che riguarda un sano e corretto scambio di energia che viene auto-prodotta all’interno di una comunità locale mediante l’utilizzo di fonti rinnovabili. La Puglia, sulla base dell’esperienza già avviata in Piemonte, è tra le prime regioni italiane ad avere una legge in materia, in linea con quanto previsto dalla normativa europea che con la Direttiva ha previsto la promozione e lo sviluppo delle comunità di energia rinnovabile.
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Il Reddito energetico Con il reddito energetico il risvolto sociale è di immediata comprensione e consiste nel dare l’opportunità a chi non potrebbe permetterselo di coprire una buona parte dei propri consumi energetici con fonti rinnovabili. Ridurre dunque le bollette elettriche delle famiglie in difficoltà economiche e sviluppare le energie rinnovabili. L’iniziativa della Regione Puglia giunge sulla scia di un progetto pilota analogo avviato dal Comune di Porto Torres (Sassari), l’anno scorso. Sarà la Regione, a farsi carico dell’acquisto dei pannelli e a mettere a disposizione a titolo di co-
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modato impianti fotovoltaici in favore di utenti in condizioni di disagio socio-economico. Grazie all’autoconsumo dell’energia prodotta, le famiglie potranno abbattere i costi della bolletta elettrica.
con sistemi di accumulo, e solari termici in comodato d’uso sui tetti delle abitazioni di persone indigenti o di condomini. Per quanto riguarda i criteri di selezione dei beneficiari: - per le utenze domestiche favoriti, in via prioritaria, i nuclei familiari in stato di indigenza, quelli più numerosi e le giovani coppie; - per le utenze condominiali previsti specifici punteggi sulla base, ad esempio, del numero di unità abitative ad uso residenziale presenti nel condominio.
Art. 2 Istituzione del Reddito energetico regionale 1. Al fine di favorire la progressiva diffusione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile presso e a servizio delle utenze residenziali domestiche o condominiali, è istituito il Reddito energetico regionale attraverso la previsione di interventi per l’acquisto e l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili in favore di utenti in condizioni di disagio socioeconomico che si impegnano ad attivare, tramite idonee convenzioni con il Gestore dei servizi energetici S.p.A. (GSE), il servizio di scambio sul posto dell’energia elettrica prodotta dai suddetti impianti, il cui acquisto è incentivato dalla Regione attraverso la concessione di contributi.
Per diventare a tutti gli effetti operativa, bisognerà attendere la pubblicazione delle regole applicative da parte della stessa Regione Puglia. Tali regole stabiliranno nello specifico i criteri di selezione dei beneficiari. L’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico o micro-eolico potrà essere autoconsumata dai beneficiari nell’ambito delle normali regole dello Scambio sul Posto, amministrato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) impegnandosi a cedere alla Regione eventuali proventi derivanti dall’immissione in rete dell’energia rinnovabile non immediatamente utilizzata e ceduta alla rete e in eccesso rispetto a quella prelevata. Eventuali crediti non finiranno quindi nelle tasche dei titolari dell’utenza, bensì in un fondo regionale, al quale la Regione stessa attingerà per finanziare nuovi impianti e promuovere ulteriormente le energie verdi. Tutte le spese per l’acquisto, installazione, allaccio, manutenzione straordinaria, assicurazione e telecontrollo degli impianti saranno a carico della Regione, che procederà tramite bandi pubblici alla selezione dei beneficiari. Nessun onere quindi per i percettori del reddito energetico, ad eccezione delle spese di manutenzione ordinaria, dell’eventuale facoltà di riscatto e di eventuali obblighi risarcitori in caso di inottemperanza o decadenza dal beneficio, se i beneficiari alieneranno o dismetteranno l’impianto prima di 20 anni. La norma prevede inoltre dei bonus a favore degli utenti che useranno i fondi per rimuovere l’amianto dai tetti.
2. Con l’istituzione del Reddito energetico regionale, la Regione intende perseguire i seguenti obiettivi di pubblico interesse: a) tutela dell’ambiente, grazie all’abbattimento delle emissioni atmosferiche ottenuto mediante il progressivo incremento della produzione d’energia elettrica da fonti rinnovabili; b) promozione della coesione economico-sociale, attraverso il progressivo incremento delle utenze beneficiarie del consumo gratuito dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili; c) sviluppo economico del territorio, per effetto del diffuso miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili serviti e della possibilità di favorire la creazione di una filiera locale nel settore dell’installazione, manutenzione e gestione di impianti di produzione d’energia da fonti rinnovabili. La legge regionale pugliese del 9 agosto 2019, n. 42 La Puglia è la prima regione ad istituire il Reddito energetico regionale con l’obiettivo di favorire la diffusione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nelle utenze domestiche o condominiali. La legge prevede per il 2019 uno stanziamento di 5,6 milioni di euro a fondo perduto, da usare per installare impianti fotovoltaici, micro-eolici, anche
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* Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT.
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TRACCE DEL TEMPO: I SUONI DELLA MEMORIA di * Gelsomina Di Feo, Andrea Cerniglia, Anna Magrini, Christian Quaranta
“Era la vigilia di Natale di un freddo inverno. La neve cadeva copiosa mentre il vento che fischiava l’accompagnava talvolta come in walzer talvolta agitandola freneticamente a formare scie lattiginose. Il legno nel camino scoppiettava sopra le ardenti fiamme mentre quello della sedia a dondolo del nonno si lamentava sotto il suo peso da dover cullare. Ci ritrovavamo sempre lì, in quella casa di montagna, io, papà, mamma, il mio fratellino di otto anni e mio nonno, per festeggiare insieme. Dalla finestra si sentiva il cigolio delle ruote di un carretto natalizio che si faceva sempre più energico, poi il silenzio di qualche istante veniva interrotto dal campanello della porta che annunciava l’arrivo degli zampognari. Si usava ancora così in quel paesino, una tradizione così lontana dal nostro presente capace però di scaldare le nostre anime con la stessa distanza che intercorre tra un bimbo in pancia e il cuore della sua mamma. Un paio di canzoni bastano a spingere la realtà oltre un orizzonte fiabesco, fatto di renne, di Babbo Natale, di regali e di arrosto con patate. L’atmosfera fatata terminava lasciando spazio al vociare della gente che, brulicando, si avviava verso la chiesa attendendo il rintocco delle campane, ma già qualcuno si scambiava gli auguri bisbigliando, per paura di rompere quella magia quasi surreale. Come tutti gli anni, il nonno prendeva una vecchia cassetta e noi, come apostoli, ci radunavamo intorno al televisore per guardare insieme quel filmino, sempre lo stesso, di uno di quei natali in cui papà aveva poco più dell’età di mio fratello. In quel filmato compariva molto spesso la nonna, ma stavolta percepivo che il mio cuore non era pronto per rivedere la sua immagine e udire la sua voce; era passato troppo poco tempo dalla sua scomparsa e sapevo che quella visione non sarebbe stata come tutte le altre volte, ma avrebbe fatto scorrere in noi un fiume di commozione. Così decisi di allontanarmi e girovagare in cerca di distrazioni. In quella casa la polvere avvolgeva gli oggetti come una coperta, come a proteggerli
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La persistenza della memoria (1931), SalvadorDalì dal fluire del tempo: fu durante questa accurata osservazione che mi accorsi di una macchina da scrivere, che giaceva lì e mi chiamava a sé come se volesse incitarmi a toccarla e a provare la sensazione di chi davanti a sé non aveva schermi bensì un foglio di carta che non concede ripensamenti ma solo battute definitive. Ma io un errore lo avevo commesso perché mi ero fatto distrarre dalla musica del giradischi che mio papà si divertiva sempre a far suonare con il suo primo quarantacinque giri regalato dalla sua prima fidanzata. E così, come il suo primo amore, la melodia partiva con qualche incertezza, si stabilizzava, per poi iniziare a gracchiare fino a interrompersi. Non esistevano angoli di quella casa a cui non appartenesse qualcosa di magico; persino l’orologio oscillava sornione convinto che ognuno di loro, ogni oggetto lì presente, non sarebbe mai stato dimenticato e che, anzi, loro fossero i precursori non solo del nostro presente ma anche del nostro futuro. In lontananza sento un suono che si fa sempre più vicino e con prepotenza viene a portarmi via da qui. E’ la sveglia del mio cellulare, sono le otto! Oggi è la vigilia di Natale”. Gelsomina Di Feo
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Introduzione “…d’in su i veroni del paterno ostello, porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela…”. Così Giacomo Leopardi rievoca Silvia attraverso il ricordo della sua voce e del rumore del telaio che faticosamente veniva mosso dalla sua mano. [1] Si pensi poi a ‘La pioggia nel pineto’, poesia nella quale Gabriele D’Annunzio ricostruisce un ambiente sonoro con virtuosismo lessicale basato sul principio della ripetizione, che genera uno sviluppo di tipo ritmico – musicale; il poeta tende a imitare i suoni della pioggia attraverso processi rievocativi, in modo che il lettore entri in empatia con la natura. La letteratura è comunque ricca di poeti e scrittori che hanno inserito nei loro testi ricordi di suoni e rumori per enfatizzare emozioni, di natura malinconica, sia gioiosa sia angosciante. Da questo emerge il forte valore che la memoria ha sul vissuto personale e che, spesso, condiziona l’esistenza al punto tale da caratterizzare la diversità degli individui. ‘Noi siamo ciò che abbiamo vissuto’ e non a caso il nostro modo di vivere, individualmente e nel contesto sociale, deriva dalle nostre esperienze. L’ascolto di suoni e/o rumori fa parte dell’esperienze sensoriali che hanno indubbiamente origine da processi biologici e neurologici, ma che condizionano o possono vicendevolmente essere influenzati da aspetti puramente psicologici. Il bagaglio di esperienze che costituisce una sorta di ‘database’ personale, rappresenta la memoria individuale e permette di rivivere situazioni ed eventi del passato nel tempo presente. Di fatto l’esperienza è da interpretarsi come qualunque avvenimento capace di coinvolgere un individuo esteriormente e interiormente. Far riaffiorare dei ricordi, in questo caso memorie di suoni/rumori, ha un’importanza rilevante sotto diversi aspetti: attraverso questi processi si possono ottenere informazioni di tipo psicologico e sociologico che permettono di inquadrare in maniera, quanto più possibile oggettiva, gruppi di soggetti che hanno vissuto differenti contesti sociali e/o ambiti generazionali. Basti pensare ai cambiamenti indotti dal progresso tecnologico che hanno avuto come conseguenza la scomparsa di alcuni suoni/rumori dalla nostra quotidianità o ancora altri connessi a specifici luoghi differenti da quelli attuali a cui si
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sono associati dei ricordi (luoghi di vacanza, territori di origine, località dove si sono trascorsi brevi periodi). Con le finalità sopra citate si è scelto di indagare, attraverso la somministrazione di un questionario online, quali suoni/rumori continuano a permanere nella memoria delle persone. Genesi del ricordo sonoro Le esperienze sensoriali derivano dal coinvolgimento del soggetto rispetto alla realtà in cui vive. Volendo riassumere il processo meramente neurologico, tutto ciò che ci circonda viene recepito dagli organi di senso (vista, udito, olfatto, gusto, tatto) sotto forma di ‘messaggi’ che vengono trasmessi agli organi centrali tramite il sistema nervoso.[2] Questo sviluppo, così come descritto, non è però esaustivo a rappresentare la formazione di un ricordo. Ciò che di fatto porta a memorizzare un dato evento è strettamente legato alla percezione, intesa come il processo psichico finalizzato a tramutare i dati sensoriali in forme dotate di senso. La trasduzione sensoriale, che di fatto è solo la conversione dell’informazione recepita dagli organi di senso poi inviata al nostro cervello sotto forma di impulso elettrico, viene riconosciuta, organizzata e arricchita di un certo contenuto secondo il processo che in psicologia viene definito ‘di significazione’.[3] Il valore attribuito individualmente secondo specifici filtri, che determinano il grado di attenzione data alla realtà percepita, fa sì che l’informazione venga immagazzinata secondo profili cognitivi ed emotivi e assuma l’aspetto di ricordo. I ricordi si generano sin dall’infanzia mediante processi percettivi che avvengono già in fase di gestazione. Come dimostrato in alcune ricerche cliniche, il feto percepisce i rumori dell’ambiente in cui vive, nonché quelli prodotti dalle funzioni vitali della madre (battito cardiaco, fluire del sangue, rumori di stomaco e intestino prodotti dalla madre), ma è anche in grado di rispondere a stimoli acustici provenienti dall’esterno, chiaramente attenuati dal passaggio attraverso il grembo materno. Mediante l’abitudine all’ascolto, alcuni suoni e rumori iniziano ad essere immagazzinati e memorizzati e tali attività ne permettono il riconoscimento dopo la nascita. [4, 5, 6].
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Il ricordo atavico Abbiamo discusso di quanto la psicologia abbia influenza nella costruzione della memoria individuale, ma è bene ricordare che esistono ricordi non solamente personali ma piuttosto sociali che decretano l’appartenenza ad un gruppo di persone, a una collettività. L’attenzione dunque viene posta sul contesto sociale che, in maniera del tutto analoga a quello psicologico, è in grado di costituire un gancio con il passato da definirsi appartenente non al singolo soggetto ma al componente di una comunità. Quanto descritto fa emergere l’attitudine a ricordare eventi avvenuti al gruppo al quale si appartiene ma non vissute direttamente in quanto accadute prima della nostra nascita. A titolo esplicativo, talvolta si dice che le donne abbiano paura di quello che può esserci sotto il letto contrariamente agli uomini che temono tutto ciò che possa trovarsi alla loro altezza. Questo ricordo atavico trova radici nell’era primitiva quando la donna, che raccoglieva i frutti sugli alberi vedeva il pericolo di essere attaccata da qualche animale feroce provenire dal basso, mentre la minaccia dell’uomo, che di fatto era addetto alla caccia, spesso giaceva al suo stesso livello. Mentre il vissuto personale è associabile alla memoria storica del soggetto e caratterizza gli individui in maniera puntuale, il contesto sociale invece è costituito dell’insieme delle condizioni culturali e relazionali con gli altri soggetti, nonché della collocazione nella società dalla quale egli proviene e nella quale nasce e cresce.[7] I ricordi quindi derivano dall’apprendimento individuale secondo impostazioni mentali dettate dal contesto sociale che, attraverso regole e schemi rievocativi, tendono ad assoggettare la nostra memoria. Inoltre mentre i ricordi personali sono propriamente appartenenti alla nostra esistenza, quelli sociali, veicolati da processi comunicativi e in un certo senso anche divulgativi, permangono nella memoria anche di persone a cui quei ricordi non appartengono nemmeno. Dunque la collocazione nella società influenza in maniera molto forte il comportamento individuale e tutto quello che ne implica (modo di parlare, modo di porsi, giudizi, pareri, ecc..) ed è quindi in grado di spingersi molto oltre il solo aspetto individuale.
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Il questionario come mezzo di indagine Data la natura dell’indagine strettamente legata ad aspetti psicologici e sociologici si è scelto di utilizzare un questionario on-line con domande a risposta aperta e senza limite di parole al fine di non ‘pilotare’ le scelte, lasciando completa libertà di giudizio. Tutto questo però fa sì che l’analisi dei risultati divenga un’operazione particolarmente complessa che può, sotto certe percentuali di occorrenza, condurre a notevole dispersione dei campioni. A differenza di un questionario costituito da domande a risposte chiuse, lo strumento scelto per questa indagine non permette di operare categoriche standardizzazioni, piuttosto vengono applicati procedimenti interpretativi basati sulla ricerca di ambiti in cui collocare le risposte ottenute. Il questionario, a prescindere dalle modalità (frontale, online, eccetera) e dalle caratteristiche di somministrazione (tipologia di domande, utilizzo di scale di valutazione, ecc.) rimane comunque uno degli strumenti di indagine più efficace laddove si voglia conoscere il parere di un gruppo di persone in relazione ad uno specifico contesto condiviso. [8] Quello proposto per il caso specifico si compone di una prima parte anagrafica in cui, oltre all’anno di nascita e al sesso, è necessario inserire comune, provincia e regione sia di nascita sia di residenza; nella successiva parte l’intervistato ha la possibilità di inserire fino a tre suoni/rumori appartenenti alla sua memoria. Questi dati divengono utili per operare valutazioni di tipo generazionale, laddove connessi all’anno in cui si è nati, o associazioni a contesti geografici e, dunque culturali e sociali, se invece legati ai luoghi in cui si nasce e/o si vive. Metodologia di analisi L’analisi è stata effettuata su un campione di 356 soggetti che hanno fornito 990 risposte complessive (non tutti hanno indicato tre suoni). L’età dei partecipanti è compresa tra 14 e 79 anni ed è stata raggruppata in fasce da dieci anni secondo una scelta arbitraria operata per comodità di analisi. Per arginare le difficoltà relative alla variabilità dei dati input, nonché delle risposte ottenute, si è scelto di raggruppare i risultati in macrocategorie opportunamente definite in base alla tipologia di
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Distribuzione dei rispondenti per sesso e fasce di età suono/rumore indicato dai rispondenti secondo: suoni antropici, suoni naturali, suoni tecnologici e suoni sociali. La categoria dei suoni antropici comprende le voci di persone quali genitori, nonni, figli, bambini che giocano in strada, eccetera. La categoria dei suoni naturali è relativa a tutto quanto prodotto dalla natura senza l’intervento dell’uomo: tra questi troviamo quindi lo sciabordio dell’acqua del ruscello, il frinire dei grilli, l’abbaiare del cane, eccetera. La categoria dei suoni tecnologici comprende tutti i suoni prodotti da oggetti tecnologici quali: televisione, telefono, computer, automobile, treno, eccetera. Infine nella sfera dei suoni denominati ‘sociali’, sono stati compresi tutti i suoni legati
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alle attività dell’uomo: tra questi quindi troviamo i suoni legati alle attività domestiche, scolastiche, ricreative, lavorative, eccetera. Risultati ottenuti Al fine di comprendere come l’età dell’intervistato ed il progresso tecnologico influenzino i ricordi sonori, in relazione alla fascia di età e/o al sesso, è stata calcolata la distribuzione delle risposte nelle quattro macrocategorie indicate. I grafici che seguono riportano la percentuale riferita al totale delle risposte e suddivisa in base al sesso dei rispondenti. Dai grafici si evince una certa predilezione per i rumori appartenenti alla macrocategoria ‘tecnologici’. Essa infatti riveste la prima scelta sia per
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derazione le donne di meno di vent’anni, quelle tra i trenta e trentanove e gli uomini tra i cinquanta e i cinquantanove anni che invece hanno scelto per la maggiore suoni classificati come ‘sociali’. Superati i sessant’anni la macrocategoria dei sociali diviene prima opzione di scelta per uomini e donne, fino ai settantanove anni. Per quanto concerne i suoni ‘naturali’ e i suoni ‘antropici’ quasi sempre i primi sono stati scelti prima dei secondi citati, escludendo qualche situazione di pari merito. Questa situazione è da intendersi ribaltata solo in quattro casi: uomini di età inferiore ai vent’anni e compresa tra i trenta e i trentanove e donne tra i venti e i ventinove e tra i trenta e i trentanove. I seguenti grafici aiutano a capire meglio la variazione delle scelte rispetto alle macroaree in rela-
gli uomini sia per le donne di tutte le fasce di età partendo dagli intervistati di anni inferiori ai venti fino al gruppo di età compresa tra i cinquanta e i cinquantanove. Restano esclusi da questa consi-
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zione all’età dei rispondenti, a fronte della suddivisione in base al sesso degli intervistati. La seconda fase di elaborazione dei risultati riguarda i suoni/rumori scelti per ogni intervallo di età indipendentemente dal sesso. Il dato rappresentato è la media delle percentuali
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raggiunte dai due sessi; tale scelta è stata operata al fine di normalizzare le situazioni con sbilanciamento tra il numero di rispondenti maschi e femmine. Nei grafici vengono riportate solo le occorrenze che hanno superato il 3%.
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memoria acustica collettiva relativa a diversi periodi storici, in un momento di forte trasformazione e rivoluzione. Alcuni dati emersi appaiono congruenti con i processi evolutivi sia di matrice tecnologica sia sociale, riportando in superficie ricordi latenti che fanno parte del background collettivo. Il questionario è ancora disponibile online all’indirizzo: www.eracustica.eu e, qualora venisse raggiunta una base statisticamente significativa, l’analisi potrà essere ripetuta considerando anche aggregazioni di tipo geografico in relazione all’area di appartenenza, rurale o cittadina e, all’eventuale spostamento da una zona all’altra. Bibliografia
Dai precedenti grafici emergono importanti considerazioni: il suono del telefono fisso, ad esempio, appare in sei diagrammi su sette; nell’analisi relativa alle persone con età compresa tra i venti e cinquantanove anni esso si colloca tra i primi tre suoni più ricordati. Anche la macchina da scrivere, ad esclusione dei rispondenti di età inferiore ai ventinove anni, ha raggiunto un numero di occorrenze tale da essere sempre indicata. Questi suoni/rumori, così come altri presenti ma non citati, sono strettamente connessi all’evoluzione tecnologica, già menzionata precedentemente che, in qualche modo, ha decretato la scomparsa di questi oggetti dal nostro vivere attuale. In altre parole ciò che ha rappresentato una costante in periodi ben definiti della nostra vita è stato sostituito da qualcos’altro di più innovativo. Altre scelte degne di curiosità sono le ‘voci dei nonni’ inserite dalle persone con età inferire a trentanove anni e le ‘voci dei genitori’ ricordate da sessanta a settantanove anni. E’ chiaro che questo tipo di ricordo è associato alle persone care presumibilmente scomparse, che nel caso della fascia di età più giovane si identificano nelle figure progenitoriali, mentre spostandoci in là nel tempo vengono sostituite da quelle della madre o del padre. Ci sono poi dei suoni che caratterizzano un dato contesto generazionale come il caso del modem per i rispondenti di età compresa tra i trenta e i trentanove anni: queste persone erano infatti adolescenti nei primi anni del nuovo secolo, periodo della diffusione capillare di Internet quando ancora la connessione ADSL non aveva fatto la sua comparsa. Interessante anche il rumore della bicicletta proposto prima dei ventanni e tra sessanta e sessantanove, generalmente indicato come ‘la cartolina tra i raggi’, per riprodurre il suono dell’agognato motorino.
[1] G. Di Feo, A.Cerniglia, A.Magrini, C.Quaranta, I suoni della memoria: somministrazione di un questionario ad un campione misto di popolazione, 46° Convegno Nazionale Associazione Italiana di Acustica, Pesaro 2019 [2] https://www.coscienza-universale.com/salute/lamemoria-e-ricordi-nelnostro-cervello/ [3] Vicario, G. B., Psicologia generale (III edizione), CLEUP, Padova, 1988 [4] https://institutomarques.com/it/ [5] M.Vivalda, G.Dealessandri, G.Brero, M.Fringuellino, C.Fabris, G.Bricchi, O.Sernia, R.Basta, O.Bellagamba, N.Castellino, A.Delogu, S.Gabrielli, S: Ghirardello, G.Pomero, P.Gancia, Analisi e riproduzione dei suoni percepiti dal feto nel grembo materno,. XII Congresso Nazionale Società Italiana di Neonatologia”,Montecatini 2006 [6] Nell’incubatrice tutti i suoni del pre-parto, La Repubblica, 30/01/1997 [7] Corbetta P., Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Il Mulino, Ed.II, 2014. [8] Fields J.M., de Jong R., Brown A.L., Flindell I.H., Gjestland T., Job R.F.S., Kurra S., Lercher P., SchuemerKohrs A., Vallet M., Yano T, Standardized general-purpose noise reaction questions for community noise surveys: research and a recommendation, Journal of Sound and Vibration, (2001) 242 (4), pp. 641-679.
* Gelsomina Di Feo, Ingegnere ambientale, libero professionista e collaboratore di ACCON Italia. Si occupa di acustica e vibrazioni con particolare riguardo all’acustica ambientale ed alle modellazioni numeriche. Andrea Cerniglia, Libero professionista e Direttore Tecnico di ACCON Italia, si occupa di acustica e vibrazioni dagli anni 80 con particolare riferimento all’acustica industriale ed alle vibrazioni strutturali. Anna Magrini, Ingegnere meccanico e professore ordinario di fisica tecnica presso la facoltà di Ingegneria all’Università degli Studi di Pavia; esperto di energetica degli edifici e degli impianti, esperto di acustica. Christian Quaranta, Psicologo, libero professionista, tirocinante post laurea presso l’ospedale San Paolo di Milano. Specializzato in psicologia clinica.
Conclusioni La ricerca si è rivelata particolarmente interessante in quanto ha consentito di tracciare uno spaccato sulla
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LE BARRIERE ACUSTICHE PER INFRASTRUTTURE LINEARI di * Antonella De Benedittis
Nella legislazione italiana, il rumore prodotto dalle infrastrutture lineari è regolamentato, a valle della legge quadro sul rumore (L.447/95), dal DMA 29 novembre del 2000, che ha definito i Piani di Risanamento Acustico, e dai decreti DPR n.459 del 18 novembre 1998 e DPR n. 142 del 30 marzo 2004, questi ultimi due rispettivamente per le infrastrutture ferroviarie e stradali (esistenti o future) che ne hanno definito limiti e modalità di esecuzione. In seguito a tali norme, i titolari di concessioni autostradali o i proprietari delle reti ferroviarie statali o locali devono provvedere al risanamento acustico delle infrastrutture esistenti e prevedere opere di mitigazioni acustiche per le infrastrutture di nuova progettazione da realizzare contestualmente alla nuova infrastruttura. I dispositivi più utilizzati per proteggere i recettori prossimi alle infrastrutture, dal rumore generato dalle stesse sono le barriere antirumore. La scelta cade su questo tipo di dispositivi perchè esse hanno un ridotto ingombro (caratteristica questa che negli ambienti fortemente antropizzati li rende più opportune di altre soluzioni e in alcuni casi le uniche attuabili) e una relativa rapidità d’istallazione che, specie per le infrastrutture in esercizio, le rendono preferibili a dune o barriere naturali. Inotre i costi di manutenzione, per i più diffusi tipi di barriere acustiche da infrastrutture lineari sono molto bassi se paragonati a quelli di natura vegetale. I dispositivi antirumore più utilizzati non hanno subito grandi evoluzioni negli ultimi 20-30 anni, a meno di soluzioni sperimentali rivelatesi poi poco sostenibili su grande scala e nel lungo
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periodo. I materiali che costituiscono le barriere antirumore sono acciaio, alluminio, legno, calcestruzzo alleggerito per quanto riguarda i dispositivi opachi e vetro e PMMA per le parti trasparenti. Di fatto i produttori, pochi in verità sul nostro territorio nazionale, investono poco in innovazione e mirano essenzialmente a rispettare i requisiti acustici prescritti dai capitolati di gara delle stazioni appaltanti gestori di infrastrutture. Le richieste in sede di gara, da parte dei gestori delle infrastrutture, per ciò che concerne le caratteristiche acustiche delle barriere antirumore, si concentrano sulle classi di fonoisolamento e fonoassorbimento/riflessione. I capitolati definiscono valori differenti per barriere opache, miste e trasparenti (in quest’ultimo caso il fonoassorbimento non è contemplato). Dalla prospettiva del progettista acustico, l’attenzione sulla scelta delle barriere è massimamente posta sulle caratteristiche acustiche delle stesse ma in realtà esse devono rispettare una serie di prescrizioni non acustiche, statiche e di resistenza al fuoco ecc, affatto trascurabili. Le caratteristiche non acustiche sono spesso fortemente condizionanti nella scelta dei materiali e nell’innovazione dei sistemi di barriere acustiche. Un discorso a parte merita l’inserimento ambientale delle barriere antirumore che i progettisti studiano attraverso fotosimulazioni che vengono poi sottoposte all’approvazione paesaggistica dei vari enti preposti alla tutela del paesaggio.
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Foto n.1: esempio di fotosimulazione dell’inserimento paesaggistico. Altro elemento più che rilevante nella scelta delle tipologie di dispositivi da scegliere e sul “tracciamento” delle barriere sul territorio sono le questioni di sicurezza che, sia per le infrastrutture stradali che per quelle ferroviarie, devono rispondere a specifiche normative tecniche ministeriali che definiscono spazi franchi, di deformazione, di rispetto ecc. Ad esempio, l’uso delle barriere stradali integrate (dispositivi che integrano dispositivi di sicurezza e antirumore) si rende necessario quando lo spazio tra sorgente e recettore è talmente esiguo da non consentire l’istallazione della barriera antirumore con davanti la barriera di sicurezza, garantendone gli spazi di deformazione prescritti dalla normativa in caso di urto di un veicolo. L’efficacia delle barriere acustiche è strettamente legata alla loro ubicazione planoaltimetrica rispetto alla sorgente e al recettore da proteggere. La prossimità alla sorgente acustica della barriera ne aumenta l’efficacia e l’ombra acustica da essa generata definisce una zona di attenuazione acustica con un impatto importante sul clima acustico del recettore. Il beneficio acustico riscontrabile sulla facciata dell’edificio è tanto più alto quanto più l’e-
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dificio è prossimo alla barriera. L’efficacia acustica, misurata strumentalmente può variare da 2 a più di 10 dB. Ma qual è la vita utile delle barriere? La letteratura parla di studi fatti su barriere invecchiate artificialmente in laboratorio ma non c’è molto, neanche in campo internazionale, su studi effettuati su barriere effettivamete in esercizio su strada o su massicciata ferroviaria per 20-30 anni. Le barriere su strada sono sottoposte ad una usura determinata da agenti aggressivi quali le polveri da traffico, i sali utilizzati nelle operazioni invernali per prevenire la formazione del ghiaccio, le intem-
Foto n.2 : schema di ombra acustica
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Foto n.3: Esempio progettuale di strategia complessa per il miglioramento acustico in ambito urbano perie, gli urti dovuti agli incidenti stradali con o senza perdite di carico delle più diverse categorie merceologiche. Quello che più frequentemente accade nelle strutture antirumore a guscio, cioè quelle costituite da materassino fonoassorbente contenuto in gusci di vari materiali (alluminio, legno ecc), è che il materiale fonoassorbente si deteriori in seguito a cicli di imbibizione e asciugatura fino a sgretolarsi. Analogamente le barriere ferroviarie sono deteriorate dalle polveri generate dai freni del materiale rotabile e dallo stesso contatto tra materiale rotabile e binario. Tuttavia, il contributo acustico di una barriera è in grossa parte legato alla sua funzione di ostacolo fisico alla propagazione del suono tra sorgente e recettore (se la sua capacità di fonoisolamento non è compromessa) e in parte minore legato alle caratteristiche intrinseche della barriera. Il che farebbe intuire che gli effetti di invecchiamento sono senza dubbio più influenti sulle questioni legate al fonoisolamento (pannelli mancanti, fessurati, distaccati o divelti) che al fonoassorbimento (sgretolamento dei materassini fonoassorbenti). Per le barriere in cal-
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cestruzzo prefabbricato gli effetti di invecchiamento sono praticamente nulli in un arco temporale di 2030 anni (attualmente valutabili). Un discorso a parte meritano le opere di mitigazione acustica in ambito urbano, qualcosa di pressapoco sconosciuto nella realtà italiana, tranne rare e virtuose eccezioni, anche per la ben nota mancanza di fondi comunali destinabili ai piani di risanamento acustico. La maggior parte dei Comuni italiani non ha provveduto a classificare le proprie strade, primo passo verso la possibilità di progettarne un risanamento acustico. In realtà il clima acustico urbano meriterebbe molta attenzione soprattutto in prossimità di recettori sensibili quali scuole ed ospedali. In ambito urbano l’azione di miglioramento acustico è frutto di una strategia complessa che integra tecniche di traffic calming per limitare la velocità di percorrenza dei veicoli e proteggere i pedoni e interventi fisici sulla città che fondono arredo urbano, vegetazione e ostacoli acustici. Ma magari approfondiremo l’argomento in un’altra occasione. * Antonella De Benedittis
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SIMULAZIONE ENERGETICA DINAMICA CON ICARO - PARTE 2 di * Giorgio Galbusera
Continuiamo la trattazione sulla simulazione energetica dinamica secondo UNI EN ISO 52016-1 condotta con il software ICARO e iniziata con l’articolo pubblicato sul numero 67 di questa rivista. Nella prima parte abbiamo visto come descrivere i dati climatici della località e creare la zona termica su cui condurre la simulazione. Di seguito continuiamo vedendo come funziona la gestione delle schermature solari e dei profili utente per la ventilazione, gli apporti interni e l’attivazione degli impianti. Ricordiamo che ICARO è il software distribuito da ANIT per la simulazione dinamica secondo la norma UNI EN ISO 52016-1. Consente la valutazione di una o più zone termiche per il calcolo dei fabbisogni di riscaldamento e raffrescamento, lo studio delle condizioni di comfort con e senza impianto e l’analisi delle potenze di picco invernali ed estive. È possibile scaricare gratuitamente una versione di prova dal sito ANIT (valida per 30 giorni) oppure utilizzare ICARO per 12 mesi attraverso l’attivazione di una quota “Socio Più” al costo di 240€+IVA.
Il metodo di calcolo è descritto nell’Annex F della norma dal titolo “Calculation of solar shading reduction factors” e prevede una procedura atta a identificare per ogni ora dell’anno e per ogni elemento esposto alla radiazione solare un fattore di riduzione della captazione solare. Dal momento che la geometria dell’involucro entra in gioco sia nel calcolo delle dispersioni energetiche che degli apporti solari, ICARO segue le modalità di inserimento dati già utilizzate da LETO (software ANIT in accordo con UNI/TS 11300), ovvero abbina nella stessa schermata entrambi i temi. Come si vede in Figura 1, la schermata tipica per il calcolo “Dispersione e apporti solari – verso l’esterno” è divisa in 4 parti per l’inserimento delle strutture opache (A), delle strutture trasparenti (B), dei ponti termici (C) e per visualizzare i coefficienti di trasmissione in forma grafica attraverso un diagramma a torta (D). Gli elementi che costituiscono la zona termica sono richiamati nella schermata a partire da quelli presenti in archivio (e precedentemente caricati nel progetto) attraverso i classici comandi “Aggiungi”, “Modifica”, “Duplica” ed “Elimina”. Per quanto riguarda le strutture opache, attraverso il tasto “Aggiungi” si accede alla schermata riportata in Figura 2 con cui l’utente può selezionare l’elemento di interesse tra quelli caricati in archivio e procedere all’inserimento delle superfici disperdenti e della geometria delle ostruzioni esterne. Se un elemento è presente su più orientamenti l’utente può aggiungere le informazioni in un’unica schermata compilando i dati geometrici corrispondenti a tutti gli orientamenti, oppure ag-
Schermature solari Le informazioni richieste per l’analisi delle schermature solari e delle ostruzioni esterne secondo UNI EN ISO 52016-1 sono simili a quelle dall’attuale norma UNI/TS 11300-1. Si tratta infatti di definire un modello geometrico semplificato per la descrizione degli elementi che limitano la ricezione di energia solare sulle strutture opache e trasparenti.
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Figura 1: visualizzazione della schermata “Dispersione e apporti solari – verso l’esterno”.
Figura 2: creazione di un elemento opaco con il comando “Aggiungi” della schermata “Dispersione e apporti solari”.
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Figura 3: apporti solari su una struttura opaca – la descrizione degli ombreggiamenti è legata all’analisi geometrica delle sole ostruzioni esterne presenti. giungere singolarmente i vari elementi compilando (e aggiungendo) una schermata per volta. Per le strutture opache, secondo l’Annex F, l’ombreggiamento viene valutato studiando il solo contributo delle ostruzioni esterne a partire dalla geometria della superficie considerata e dai dati che mettono in rapporto la struttura rispetto all’ostruzione come mostrato in Figura 3. Una volta inserite le informazioni geometriche la tabella “Valori medi mensili” mostra il fattore di ombreggiamento dell’ostruzione esterna f_sh, ovvero il rapporto tra la superficie non ombreggiata e la superficie complessiva (pari a 1 se la superficie ombreggiata è nulla e a 0 se è completamente in ombra). Attenzione: il valore mostrato è puramente indicativo poiché rappresenta il comportamento giornaliero medio pesato in base alla radiazione incidente sulla superficie nel giorno tipo di ogni mese. ICARO in realtà calcola e utilizza ora per ora ombreggiamento e quindi l’effettivo f_sh orario (senza mostrarlo).
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Per gli elementi trasparenti in generale valgono le stesse indicazioni fin qui riportate: dal tasto aggiungi della schermata “Dispersione e apporti solari” (Figura 2) si accede alla finestra di creazione dell’elemento trasparente e si procede all’inserimento del numero di elementi e degli angoli d’ombreggiatura in base all’orientamento previsto. Come si vede dalla Figura 4 la differenza principale con le strutture opache è data dalla modellazione del fattore di ombreggiamento orario che in questo caso oltre alle ostruzioni esterne comprende anche la definizione degli aggetti orizzontali e verticali. La tabella presente nella schermata descrive per ogni mese il valore medio di un giorno tipo dei parametri: • f_sh: fattore di ombreggiamento complessivo valutato considerando la sovrapposizione degli effetti degli altri fattori; • f_ovh: fattore di ombreggiamento dell’aggetto orizzontale;
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Figura 4: apporti solari su una struttura trasparente – la descrizione degli ombreggiamenti è legata all’analisi geometrica degli aggetti orizzontali e verticali attorno al serramento e delle ostruzioni esterne presenti davanti al serramento. • f_fin: fattore di ombreggiamento dell’aggetto verticale destro e sinistro; • f_obst: fattore di ombreggiamento delle ostruzioni esterne.
profili standard individuati dagli allegati nazionali della UNI EN ISO 52016-1 (che probabilmente si rifaranno alle indicazioni della UNI EN 167981:2019 “Prestazione energetica degli edifici - Ventilazione per gli edifici - Parte 1: Parametri di ingresso dell’ambiente interno per la progettazione e la valutazione della prestazione energetica degli edifici in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica”). Finché non verranno pubblicate le indicazioni “ufficiali” per valutare il contributo degli apporti interni sono possibili due approcci: 1) introdurre nel calcolo dinamico un valore costante in accordo con le UNI/TS 11300; 2) costruire un profilo adattato all’utenza in base alle informazioni in proprio possesso.
Apporti interni Siamo abituati a considerare gli apporti interni semplicemente come un contributo costante, forfettario e non modificabile. Questo approccio è definito dalle UNI/TS 11300 che infatti non prevedono la possibilità di progettare/modificare tali apporti, e individuano valori standard in base alla destinazione d’uso. Con una simulazione dinamica oraria invece la libertà dell’utente è totale: è possibile indicare ora per ora e per tutta la durata della simulazione cosa succede al contributo gratuito interno alla zona. Rispetto all’approccio tradizionale il problema quindi si inverte: non più valori mensili “blindati”, ma un “profilo utente” completo e dettagliato. Su questo aspetto siamo in attesa di conoscere i
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Il software ICARO propone come scelta automatica i valori costanti delle UNI/TS 11300 e in alternativa dà la possibilità di creare il proprio profilo personale dalla schermata “Apporti interni” come mostrato in Figura 5.
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Figura 5: apporti interni – la schermata propone un valore dei carichi interni di default, ma lascia libertà all’utente di inserire un profilo più dettagliato (A) basato ad esempio su un ciclo giornaliero (B). I valori dei carichi interni sono espressi in W. Ventilazione Anche in questo caso valgono le considerazioni espresse per gli apporti interni: siamo abituati ad utilizzare valori di calcolo standardizzati e costanti, ma la nuova procedura dinamica apre alla possibilità di gestire profili orari liberi e variabili. Come per gli apporti interni ICARO propone in automatico i valori di riferimento dei ricambi d’aria delle UNI/TS 11300, ma attraverso la gestione di nuovi profili è possibile creare cicli giornalieri, settimanali o mensili in base alle proprie esigenze. Attendiamo la pubblicazione degli aggiornamenti normativi per conoscere eventuali profili di riferimento come da UNI EN 16798-1:2019.
impianto queste temperature rappresentano i valori di set point a cui puntare attraverso la potenza disponibile. Con una simulazione dinamica diventa interessante gestire questo aspetto in 3 medi differenti: 1) potenze disponibili nulle: la simulazione non considera l’attivazione degli impianti e i risultati possono essere letti per verificare come reagisce il solo involucro alle sollecitazioni energetiche esterne e interne. Questa opzione è interessante per analizzare l’andamento della temperatura operante all’interno delle zone termiche e le condizioni di comfort (soprattutto estive) in assenza di impianti. 2) potenze disponibili costanti: l’idea è di verificare il raggiungimento delle temperature di set point e la durata dei periodi di attivazione e spegnimento dagli impianti. In questo caso è bene definire anche la tipologia del terminale di emissione per identificare la frazione convettiva della potenza, ovvero la percentuale di potenza che interagisce per convezione con l’aria della
Potenza fornita Quando si crea una zona termica di solito si definisce anche il valore ideale di temperatura da mantenere all’interno della stessa, ad esempio 20°C per la stagione di riscaldamento e 26°C per quella di raffrescamento. In presenza di un
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Figura 6: potenze fornite – la schermata raccoglie i dati per la gestione delle potenze nominali di riscaldamento e raffrescamento sia con valori costanti che variabili.
Conclusione della parte 2 In questa seconda parte abbiamo visto come vengono gestite in accordo con la norma UNI EN ISO 52016-1 le informazioni delle schermature solari, degli apporti interni, dei ricambi di ventilazione e delle potenze disponibili. Concluderemo la trattazione dell’argomento con la terza e ultima dove mostreremo come si analizzano i risultati di una simulazione dinamica oraria.
zona termica. La frazione non convettiva invece rappresenta la percentuale di potenza che interagisce per radiazione con le superfici delle strutture che delimitano la zona termica. 3) potenze disponibili variabili: attraverso la creazione di un profilo variabile si possono verificare gli effetti di attenuazioni di potenza con cicli giornalieri o settimanali. La schermata di ICARO “Potenze fornite” raccoglie le informazioni per la gestione delle potenze nominali dei servizi di riscaldamento e raffrescamento come mostrato in Figura 6. Il valore della potenza inserita (A) rappresenta la potenza massima disponibile per la simulazione energetica. Come detto questo valore può essere nullo, costante o con un profilo orario variabile. In quest’ultimo caso attraverso il comando “Aggiungi nuovo profilo” (B) si attiva la finestra per la creazione di un profilo orario della potenza massima disponibile (C). Il profilo orario può essere salvato in archivio ed è visualizzato nel grafico riportato nella parte bassa della schermata.
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* Giorgio Galbusera, Esperto ANIT.
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I software ANIT permettono di calcolare tutti i parametri energetici, igrotermici e acustici degli edifici. I software sono utilizzabili in base alla tipologia di associazione (Socio Individuale o Socio Individuale Più) per 12 mesi e su 3 computer. I software sono sviluppati per ambiente Windows (da Windows 7 in poi).
Software ANIT
Sviluppato da TEP s.r.l.
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Analisi termica, igrometrica e dinamica dell’involucro opaco. L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.
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- Progettazione e verifica delle caratteristiche acustiche degli edifici, secondo il DPCM 5.12.97. - I calcoli sono eseguiti per indici di valutazione. - Determinazione della classe acustica dell’unità immobiliare. Software aggiornato con le UNI EN ISO 12354 (del 2017).
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Simulazione dei ponti termici agli elementi finiti secondo UNI EN ISO 10211. L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.
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Software IRIS 4.1
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Sofware per il calcolo del fabbisogno energetico degli edifici secondo UNI/TS 11300 (aggiornato al DM 26/6/15) La versione di Leto è stata protocollata al CTI e quindi impiegabile ai fini della certificazione energetica e della compilazione delle Legge 10/91.
- Calcolo dei Ponti Termici agli elementi finiti - Calcolo del rischio di condensa e muffa
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Software ANIT
Sviluppato da TEP s.r.l.
Software ANIT
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Sviluppato da TEP s.r.l.
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Analisi dell’involucro trasparente e controllo delle schermature.
Socio PIÙ
Simulazione dinamica oraria degli edifici secondo UNI EN ISO 52016-1:2018
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Simulazione dinamica oraria degli edifici secondo UNI EN ISO 52016-1:2018. ICARO è il software della suite ANIT per la simulazione dinamica oraria degli edifici in accordo con UNI EN ISO 520161:2018. I dati climatici utilizzati per la simulazione sono presi in accordo con UNI 10349:2016 oppure possono essere caricati dall’utente in formato .xls.
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LA RIVISTA N EO-‐EUBIOS RIVISTA NEO-‐EUBIOS LA NEO-EUBIOS I LA Soci RIVISTA ANIT ricevono 4 numeri della rivista Neo-‐Eubios. I Neo-‐Eubios SSoci oci AANIT NIT ricevono 4 n4umeri ella rivista Ntermico eo-‐Eubios. LA IVISTA N EO-‐EUBIOS LA R I ricevono numeri della rivista Neo-Eubios. per ld'isolamento e acustico. RIVISTA NEO-‐EUBIOS è «La rivista» Neo-‐Eubios è « La r ivista» p er l 'isolamento t ermico e e acustico. I I Neo-Eubios SSroci A NIT r icevono 4 n umeri d ella r ivista N eo-‐Eubios. Si ivolge a i professionisti c on un taglio scientifico e prevede 4 uscite è «La rivista» per l’isolamento termico eapprofondito acustico. oci ANIT ricevono 4 numeri della rivista Neo-‐Eubios. Si r ivolge a i professionisti c on un taglio scientifico e approfondito e prevede 4 uscite Neo-‐Eubios è « La r ivista» p er l 'isolamento t ermico e a custico. ogni a nno. Si rivolge aiè professionisti con un taglio tscientifico e approfondito Neo-‐Eubios «La rivista» per l'isolamento ermico e acustico. ogni anno. Si rrivolge ccon ivolge aai i 4professionisti professionisti on un un taglio taglio scientifico scientifico e e approfondito approfondito e e prevede prevede 4 4 uscite uscite e prevede uscite ogni anno. Si ogni a nno. ogni anno. I SOCI possono accedere a tutti gli strumenti effettuando il LOGIN al sito www.anit.it con le proprie I credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere SOCI possono accedere a tutti gli strumenti effettuando il LOGIN al sito www.anit.it con le proprie software, chiarimenti credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere s oftware, chiarimenti I I I SOCI accedere a il al con SOCI possono accedere tutti glieffettuando strumenti effettuando il LOGIN tecnici epossono Guide ANIT. SOCI possono accedere a tutti tutti gli gli astrumenti strumenti effettuando il LOGIN LOGIN al sito sito www.anit.it www.anit.it con le le proprie proprie tecnici eervizi Guide ANIT. credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere s oftware, chiarimenti Tutti i s s ono a ttivi d urante i 1 2 m esi d i a ssociazione. credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere software, chiarimenti al sito www.anit.it con le proprie credenziali. Tutti i servizi sono attivi durante i 12 mesi di associazione. tecnici tecnici ee G Guide uide A ANIT. NIT. Tutti Tutti ii sservizi ervizi ssono ono aattivi ttivi d durante urante ii 1 12 2 m mesi esi d di i aassociazione. ssociazione.
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Settembre 2019
Chi è ANIT ANIT è l’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico. Fondata nel 1984, essa fornisce i seguenti servizi:
- stabilisce un centro comune di relazione tra gli associati; - promuove e diffonde la normativa legislativa e tecnica; - assicura i collegamenti con le personalità e gli organismi italiani ed esteri interessati alle problematiche di energetica e acustica in edilizia; - effettua e promuove ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato; - fornisce informazioni, consulenze, servizi riguardanti l’isolamento termico ed acustico ed argomenti affini; - organizza gruppi di lavoro all’interno dei quali i soci hanno la possibilità di confrontare le proprie idee sui temi dell’isolamento termico e acustico; - diffonde la corretta informazione sull’isolamento termico e acustico; - realizza e sviluppa strumenti di lavoro per il mondo professionale quali software applicativi e manuali. I SOCI Sono soci ANIT individuali: professionisti, studi di progettazione e tecnici del settore. Ogni Socio può, a titolo gratuito, promuovere localmente la presenza e le attività dell’Associazione. Sono Soci Onorari: Enti pubblici e privati, Università, Ordini professionali, ecc. Sono Soci Azienda: produttori di materiali e sistemi del settore dell’isolamento termico e/o acustico. Tutti i soci ricevono comunicazione delle novità delle normative legislative e tecniche, delle attività dell’Associazione - in tema di risparmio energetico, acustica, e protezione dal fuoco - oltre che gli strumenti e i servizi forniti quali volumi, software, e sconti. LE PUBBLICAZIONI ANIT mette a disposizione volumi di approfondimento e di supporto alla professione, manuali divulgativi, sintesi di chiarimento della legislazione vigente per i requisiti acustici passivi degli edifici e per l’efficienza energetica degli edifici, scaricabili dal sito internet (per i soli Soci) e distribuite gratuitamente in occasione degli incontri e dei convegni ANIT. I CONVEGNI ANIT organizza convegni e incontri tecnici di aggiornamento GRATUITI per gli addetti del settore. Gli incontri vengono organizzati in tutta Italia presso gli Ordini professionali, le Provincie e i Comuni sensibili alle tematiche del risparmio energetico e dell’acustica in edilizia. Ad ogni incontro viene fornita documentazione tecnica e divulgativa fornita dalle Aziende associate ANIT.
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´ neo-EUBIOS Periodico trimestrale anno XX - n. 69 Settembre 2019 Direttore Responsabile Susanna Mammi Redazione TEP s.r.l. via Lanzone 31 20123 Milano tel 02/89415126
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