neo-Eubios 69 / Settembre 2019

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LE BARRIERE ACUSTICHE PER INFRASTRUTTURE LINEARI di * Antonella De Benedittis

Nella legislazione italiana, il rumore prodotto dalle infrastrutture lineari è regolamentato, a valle della legge quadro sul rumore (L.447/95), dal DMA 29 novembre del 2000, che ha definito i Piani di Risanamento Acustico, e dai decreti DPR n.459 del 18 novembre 1998 e DPR n. 142 del 30 marzo 2004, questi ultimi due rispettivamente per le infrastrutture ferroviarie e stradali (esistenti o future) che ne hanno definito limiti e modalità di esecuzione. In seguito a tali norme, i titolari di concessioni autostradali o i proprietari delle reti ferroviarie statali o locali devono provvedere al risanamento acustico delle infrastrutture esistenti e prevedere opere di mitigazioni acustiche per le infrastrutture di nuova progettazione da realizzare contestualmente alla nuova infrastruttura. I dispositivi più utilizzati per proteggere i recettori prossimi alle infrastrutture, dal rumore generato dalle stesse sono le barriere antirumore. La scelta cade su questo tipo di dispositivi perchè esse hanno un ridotto ingombro (caratteristica questa che negli ambienti fortemente antropizzati li rende più opportune di altre soluzioni e in alcuni casi le uniche attuabili) e una relativa rapidità d’istallazione che, specie per le infrastrutture in esercizio, le rendono preferibili a dune o barriere naturali. Inotre i costi di manutenzione, per i più diffusi tipi di barriere acustiche da infrastrutture lineari sono molto bassi se paragonati a quelli di natura vegetale. I dispositivi antirumore più utilizzati non hanno subito grandi evoluzioni negli ultimi 20-30 anni, a meno di soluzioni sperimentali rivelatesi poi poco sostenibili su grande scala e nel lungo

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periodo. I materiali che costituiscono le barriere antirumore sono acciaio, alluminio, legno, calcestruzzo alleggerito per quanto riguarda i dispositivi opachi e vetro e PMMA per le parti trasparenti. Di fatto i produttori, pochi in verità sul nostro territorio nazionale, investono poco in innovazione e mirano essenzialmente a rispettare i requisiti acustici prescritti dai capitolati di gara delle stazioni appaltanti gestori di infrastrutture. Le richieste in sede di gara, da parte dei gestori delle infrastrutture, per ciò che concerne le caratteristiche acustiche delle barriere antirumore, si concentrano sulle classi di fonoisolamento e fonoassorbimento/riflessione. I capitolati definiscono valori differenti per barriere opache, miste e trasparenti (in quest’ultimo caso il fonoassorbimento non è contemplato). Dalla prospettiva del progettista acustico, l’attenzione sulla scelta delle barriere è massimamente posta sulle caratteristiche acustiche delle stesse ma in realtà esse devono rispettare una serie di prescrizioni non acustiche, statiche e di resistenza al fuoco ecc, affatto trascurabili. Le caratteristiche non acustiche sono spesso fortemente condizionanti nella scelta dei materiali e nell’innovazione dei sistemi di barriere acustiche. Un discorso a parte merita l’inserimento ambientale delle barriere antirumore che i progettisti studiano attraverso fotosimulazioni che vengono poi sottoposte all’approvazione paesaggistica dei vari enti preposti alla tutela del paesaggio.

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