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Esercitazioni NATO nel Mediterraneo orientale per il cacciamine Viareggio
Articolo 87 della Costituzione della Repubblica Italiana
“Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale […] Ha il comando delle Forze Armate, presiede il Consiglio supremo di Difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere […]”.
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I Presidenti della Repubblica
Il primo Presidente fu Enrico de Nicola, eletto capo provvisorio dello Stato nel 1946. Il ricordo della guerra era ancora presente e De Nicola chiese ai partiti di pensare al “bene comune” e di “marciare uniti” per risollevare l'Italia. Seguiranno: Luigi Einaudi (1948), Giovanni Gronchi (1955), Antonio Segni (1962), Giuseppe Saragat (1964), Giovanni Leone (1971), Sandro Pertini (1978), Francesco Cossiga (1985), Oscar Luigi Scalfaro (1992), Carlo Azeglio Ciampi (1999), Giorgio Napolitano (2006 e 2013, primo Presidente rieletto), Sergio Mattarella (2015 e 2022). grato rivolgere il più cordiale augurio e apprezzamento per l’impegno svolto in adempimento dei compiti loro affidati dal Parlamento e dal Governo”: questo l’incipit del messaggio inviato dal Presidente in occasione della scorsa Giornata della Marina all’allora capo di Stato Maggiore, ammiraglio Cavo Dragone, che è proseguito con “Il mare, elemento di connessione globale, costituisce una risorsa strategica imprescindibile per l'Italia. La garanzia della libertà di navigazione, la salvaguardia della vita umana in mare, la sicurezza delle coste, costituiscono una cornice essenziale allo sviluppo delle relazioni internazionali e sono condizioni per il mantenimento della pace tra i popoli […]”. Per concludere con: “Viva la Marina Militare, viva le Forze Armate, viva la Repubblica!”.
Momenti della visita del Presidente all’Altare della Patria. In alto a destra: Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta la nave scuola brigantino-goletta Palinuro (agosto 2001). A destra: Il capitano di vascello Ostilio De Majo seduto in plancia, durante il suo anno di comando del cacciatorpediniere Luigi Durand de La Penne.
Intervista del Direttore al capitano di vascello Ostilio de Majo dell’Ufficio per gli Affari militari del Quirinale
Comandante dopo il suo ultimo incarico a Palazzo Marina è stato designato quale Assistente Militare e Aiutante di Campo per la Marina del Presidente della Repubblica. In cosa consiste il suo incarico?
Insieme ai colleghi dell’Esercito e dell’Arma dei Carabinieri, effettuiamo analisi e valutazione sulle questioni in materia di sicurezza militare e difesa, e teniamo aggiornato il Presidente sugli aspetti di maggiore interesse. In accordo alle direttive del Consigliere Militare e del Consigliere per il Consiglio Supremo di Difesa, manteniamo inoltre i rapporti con il Ministero della Difesa, in particolare per la preparazione delle riunioni del Consiglio Supremo. Un altro aspetto che ci coinvolge - anche dal punto di vista emotivo - sono le istanze di natura o interesse militare inoltrate dai cittadini, che spesso trattano situazioni difficili o di bisogno, e che seguiamo in coordinamento con gli altri uffici della Presidenza o altri enti interessati. Fra i nostri compiti vi è anche quello legato alla organizzazione e preparazione delle cerimonie militari, che viene effettuato in collaborazione con il Servizio del Cerimoniale.
Dal comando di navi della Marina al Quirinale, quale aspetto della vita di mare o del DNA di “marinaio” emerge di più in questo alto contesto istituzionale?
Il contesto in cui si opera al Palazzo del Quirinale è unico e non trova similitudini presso altre organizzazioni. La straordinaria flessibilità, la capacità di adattamento alle più disparate situazioni, lo spirito di sacrificio e la dedizione al servizio, coniugata con la capacità di lavorare in team, sono alcune delle doti che caratterizzano i marinai e che in un incarico del genere - dove non esistono “manuali di istruzioni” - consentono in breve tempo di “agguantare” e muoversi con disinvoltura anche in situazioni nuove o particolarmente complesse. In breve, lo spirito di “equipaggio” che ci caratterizza è un elemento importantissimo che ci consente di lavorare bene ed è un valore aggiunto in qualunque contesto.
Tre concetti o parole che rappresentano la “Casa degli italiani” come la definì Carlo Azeglio Ciampi ovvero il Quirinale.
Quando si varca l’ingresso del Palazzo si viene colti da una certa soggezione, che aumenta soprattutto quando si pensa che qui hanno dimorato 30 papi, 4 reali e 13 presidenti. In circa 500 anni queste mura hanno visto compiersi la travagliata storia d’Italia, che si può scorrere come fosse un film quando si attraversano i lunghi corridoi e le magnificenti sale. Il Palazzo custodisce con cura i simboli, le tradizioni e i valori della nostra Repubblica, ed è forte l’emozione nel poter toccare con mano la prima copia firmata della Costituzione. Ma questo Palazzo non è un museo: ogni ambiente è vivo ed è utilizzato dal Presidente. Le sale accolgono capi di Stato, re e regine, ambasciatori oltre che alte personalità del mondo della politica, dell’arte della moda e dello sport, ma anche semplici cittadini, ragazzi e bambini che possono ammirarne la bellezza. Un vero onore poter lavorare in un tale contesto. In tre parole: istituzione, rispetto e arte.