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Mediterraneo centrale, pattugliatori sempre presenti
Fasan: missione compiuta!
La fregata Virginio Fasan, unità di bandiera dello Standing NATO Maritime Group 2 (SNMG2), rientra a La Spezia dopo 179 giorni.
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di Giovanni Iabichella
La fregata Virginio Fasan, al comando del capitano di fregata Roberto Ruggiero, il 14 dicembre 2021 ha fatto rientro nella base navale di La Spezia al termine dell’assegnazione in qualità di nave di bandiera dello Standing NATO Maritime Group 2 (SNMG2), uno dei quattro dispositivi multinazionali permanenti che costituiscono la Very High Readiness Joint Task Force (VJTF), elemento di massima prontezza della NATO Response Force (NRF) che opera sotto il comando marittimo alleato (MARCOM), basato a Northwood (UK). Trascorsi quasi 6 mesi dalla partenza, avvenuta il 26 giugno scorso, la fregata ha portato a termine il suo impegno nel Mar Mediterraneo centrale e orientale, Mar Egeo e Mar Nero dopo aver assicurato, senza interruzioni il pattugliamento marittimo e una costante presenza nell’area d’operazione. Di particolare rilevanza il prolungato supporto fornito all'operazione NATO Sea Guardian nel monitoraggio delle linee di comunicazione marittime, vitali per tutti i paesi della NATO, contribuendo così a mantenere, in queste aree di interesse strategico, un importante presenza per garantire la sicurezza marittima. Il dispositivo navale SNMG2, impegnato nel Mar Mediterraneo con il compito di assicurare la Maritime Situational Awareness (MSA), il controllo degli spazi marittimi garantendo la sicurezza dei traffici commerciali nell’area, ha operato al comando del contrammiraglio Stefano Russo imbarcato su nave Fasan. All’interno del gruppo si sono avvicendate nel secondo semestre del 2021 le fregate turche Barbaros e Gokceada, la fregata rumena Regina Maria, la fregata bulgara Drazki e le unità rifornitrici Cantabria e Spessart, rispettivamente spagnola e tedesca. La costante presenza della NATO nel Mare Nostrum costituisce un significativo apporto alla sicurezza dei confini marittimi e alla libertà della navigazione. L’interoperabilità e la coesione tra le unità navali del dispositivo incrementano lo spirito di cooperazione e aggregazione tra le marine dei paesi alleati, nonché la consapevolezza di poter fare affidamento su una collaborazione efficace ed essenziale, per affrontare le future sfide che vedranno protagonista il fianco sud dell’Alleanza Atlantica. Meritevoli di attenzione sono i numeri che hanno caratterizzato questa missione: 104 giorni di attività operativa in mare, 21.816 miglia marine percorse e 2.241 ore di moto. Di grande spessore la partecipazione alle attività addestrative di carattere internazionale, svolte in Mar Nero, Mar Mediterraneo e Mar Egeo, tra le quali: Breeze 21, Sea Breeze 21, Dynamic Guard 21, Mare Aperto 21, Dogu Akdeniz 21 e Niriis 21, scandite dalle soste dell’unità di bandiera in 6 porti stranieri (Odessa, Varna, Souda, Izmir, Aksaz, Pireo) e 3 porti italiani (Taranto, Augusta e La Spezia). L’addestramento congiunto ha interessato, in particolare, i settori della difesa antiaerea, subacquea e di superficie in scenari realistici e multi minaccia, la condotta delle manovre marinaresche e della navigazione in acque ristrette
(attraverso lo stretto dei Dardanelli, del Bosforo e tra le isole della Grecia), l’interoperabilità della componente elicotteristica imbarcata con un SH-101A (con frequenti attività che hanno visti coinvolti tutti gli equipaggi di volo delle unità navali dello SNMG2) e, infine, le attività di Maritime Interdiction Operations con i boarding team della Brigata Marina San Marco specializzati nell’abbordaggio e ispezione alle navi mercantili. L’impiego quale nave di bandiera di nave Virginio Fasan ha rappresentato un’eccellente occasione di crescita, in termini di esperienza e preparazione professionale, per tutti i membri dell’equipaggio, di ogni grado, anzianità ed estrazione professionale. “Non avrei mai immaginato un inizio di carriera così avvincente e dinamico dopo aver concluso da poco l’iter formativo nella Scuola Marescialli di Taranto. Sono arrivata a bordo ad ottobre, passando dai banchi di scuola all’unità già impegnata in mare, e ho preso parte alle attività addestrative e operative con le Forze marittime della NATO. La disponibilità e la professionalità dei miei colleghi mi ha colpito fin da subito, loro mi hanno accolto a braccia aperte, dandomi un enorme supporto nell’affrontare le entusiasmanti sfide che si sono presentate nel corso dell’attività in navigazione e in porto”. Nelle parole del capo 3ª classe Emma Albertini, in un’intervista condotta a bordo dell’unità, si evince quanto sia stato formativo il periodo di impiego appena concluso. Il regolare concorso fornito della Marina Militare alle forze navali permanenti di reazione rapida della NATO (Nato Response Force) e alle principali esercitazioni dei paesi alleati è sempre più essenziale per mantenere un'elevata prontezza, migliorare l'interoperabilità e rafforzare la coesione, contribuendo a mostrare la presenza e l’impegno della NATO per la sicurezza marittima e la difesa collettiva. Per l’equipaggio di nave Fasan la soddisfazione di aver portato a termine un’impegnativa attività internazionale in mare, caratterizzata dal grande impegno profuso da ogni singolo marinaio che, con dedizione e professionalità, anche in questo momento storico caratterizzato delle difficoltà legate alla pandemia COVID-19, ha portato a termine la missione assegnata. Ben tornata a casa nave Fasan!
Mar Mediterraneo, la fregata Virginio Fasan in navigazione (foto di repertorio).
La sorveglianza delle attività marittime ed economiche lungo gli 8000 km di coste italiane
di Antonello D’Avenia All’interno dello scacchiere mediterraneo, tutti gli stati costieri hanno iniziato a trattare un argomento tanto delicato quanto importante: la delimitazione della propria zona economica esclusiva (ZEE). L’Italia con la legge del 14 giugno 2021 nr. 91 ha autorizzato l’istituzione di una ZEE i cui limiti esterni saranno determinati sulla base di accordi fra gli stati il cui territorio è adiacente al territorio italiano o lo fronteggia. La sorveglianza della zona economica esclusiva costituisce un’importante compito della Marina Militare, che per naturale vocazione assicura il controllo degli spazi marittimi d’interesse nazionale, vigila sulle attività marittime ed economiche e di salvaguardia dell’ambiente marino.
La Squadra navale oltre a poter contare sulle fregate o altre unità maggiori, può contare su navi dagli elevati requisiti di versatilità strategica, flessibilità d’impiego, proiettabilità e integrazione. Parliamo dei pattugliatori classe Sirio (Sirio e Orione), dei pattugliatori classe Cassiopea o Costellazione (Cassiopea, Libra, Spica, Vega), dei pattugliatori d’altura classe Comandanti (Bettica, Borsini, Cigala Fulgosi, Foscari). E potrà presto contare sui nuovi pattugliatori polivalenti d’Altura (PPA), tre dei quali già varati: Thaon de Revel, Francesco Morosini e Raimondo Montecuccoli. Ne parliamo con il capitano di vascello Luca Pasquale Esposito, comandante delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera (COMFORPAT), a cui abbiamo posto alcune domande.
Mar Ionio, sullo sfondo l’Etna. I pattugliatori Vega (P404) e Comandante Cigala Fulgosi (P490) a poppavia del pattugliatore Cassiopea (P401), durante una manovra cinematica.
Cosa è la Zona Economica Esclusiva (ZEE)?
La ZEE è un’area esterna e adiacente alle acque territoriali nella quale uno Stato costiero beneficia di diritti sovrani ai fini dell’esplorazione, dello sfruttamento, della conservazione e della gestione delle risorse naturali, biologiche e minerali, che si trovano nelle acque sovrastanti il fondo del mare, sui fondali marini e nel relativo sottosuolo. Inoltre, esercita la propria giurisdizione in materia di: installazione ed utilizzazione di isole artificiali, impianti e strutture, ricerca scientifica e preservazione e protezione dell’ambiente marino. Nella ZEE tutti gli stati, sia costieri sia privi di litorale, godono delle libertà di navigazione e di sorvolo, di posa in opera di condotte e cavi sottomarini e di altri usi del mare leciti in ambito internazionale. Tuttavia, nell’esercitare i propri diritti e nell’adempiere i propri obblighi nella zona economica esclusiva, gli stati devono rispettare sia le leggi e i regolamenti emanati dallo stato costiero sia le altre norme del diritto internazionale. La ZEE può estendersi fino a 200 miglia dalle linee di base. Le scoperte degli ultimi anni di enormi giacimenti di gas oltre che di petrolio nel Mediterraneo orientale hanno conferito ulteriore impulso nella definizione delle ZEE.