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Gabinia, l’operazione di contrasto alla pirateria della fregata Marceglia

L’avvicendamento del Comandante in Capo della Squadra Navale rappresenta senza dubbio alcuno la più affascinante delle cerimonie che riguardano i vertici della Forza Armata, valorizzata dallo splendido scenario ove fanno da sfondo le più performanti “ unità navali di cui dispone la Marina Militare ”

il capo di Stato Maggiore della Marina Militare ammiraglio di squadra Enrico Credendino

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in mare, in cielo e in terra, impegnati nelle diverse basi, nei teatri operativi o nei diversi contesti internazionali. Sono ben consapevole di quanto sforzo vi sia quotidianamente richiesto, nelle strette turnazioni d’impiego che gravano, ancor di più sulle vostre famiglie”. Mani ferme, orgogliose, sicure, quelle dell’ammiraglio Aurelio De Carolis mentre riceve in consegna, nella sua amata Taranto, la Bandiera di Guerra della Marina Militare e delle Forze navali. L’ammiraglio De Carolis ha tra l’altro affermato: “Mi dedicherò con slancio e totale dedizione alla preparazione e all'impiego delle forze dipendenti in aderenza alle priorità che Lei (Capo di Stato Maggiore n.d.r.) definirà, affinché la componente operativa della Marina oggi alle mie dipendenze possa esprimere il massimo livello di prontezza per assolvere le missioni e i compiti assegnatici dalla Nazione. Sopra e sotto i mari, dentro e fuori dal Mediterraneo, nelle nostre basi, a fianco al personale delle altre Forze Armate con cui cooperiamo nei teatri operativi fuori area; ovunque chiamata ad operare, la Squadra navale darà il massimo per mare, cielo e terra, incluso il contributo che la Marina fornisce alle attività spaziali e di difesa cibernetica, in un moderno approccio multi dominio”. L’ammiraglio De Carolis nel suo discorso ha toccato anche le corde della memoria e dei ricordi, nel quale è emerso come la Marina sin stata sempre in famiglia sin dall’infanzia: “Ho voluto rievocare questi ricordi per meglio descrivere ciò che vivo oggi. Mio padre mi parlava infatti del suo lavoro e talvolta anche dei suoi capi, degli ammiragli e del Co-

Intervista esclusiva dell’ammiraglio Aurelio De Carolis al Notiziario della Marina

di Alessandro Busonero mandante in Capo della Squadra navale. Li percepivo come figure mitologiche, personaggi da poema epico cavalleresco. A 40 anni da allora, oggi sono qui. E sono molto contento”. Queste le parole di chi con passione ha fatto del proprio lavoro una missione.

Stazione navale Mar Grande di Taranto, 17 dicembre 2021. Alcuni momenti di forte emozione e valore simbolico. In basso il Comandante in Capo della Squadra navale, ammiraglio Aurelio De Carolis.

Quale auspicio per il 2022 per gli equipaggi della Squadra navale, essenza e ragion d’essere della Marina Militare?

Il mio sentito auspicio per il 2022 è che il nuovo anno porti al personale della Squadra navale, me compreso, tanta energia fisica e mentale affinché possiamo operare sempre al massimo dell’efficienza e mantenere su livelli altissimi la motivazione e la soddisfazione per quanto quotidianamente facciamo, nella consapevolezza dell’importanza delle missioni che il Paese assegna alla Marina.

Le famiglie vivono spesso con sacrificio i periodi di imbarco dei loro cari distanti da casa anche per lunghi periodi. Qual è il messaggio rivolto a loro?

Le nostre famiglie sono la nostra ancora di sicurezza. Il marinaio riesce ad affrontare al meglio le difficoltà della vita di mare quando sa che a casa qualcuno pensa a lui e attende il suo rientro. Questo sentimento è ancora più avvertito in periodi particolari come quello delle festività natalizie. Mi viene qui in mente una poesia di Stevenson, dal titolo Christmas at sea, che ben descrive la vita di mare in un contesto di fine ‘800, quando le condizioni erano molto più dure delle attuali. Il marinaio che si trova in mare, soprattutto nei momenti di difficoltà, immagina la terra e impara ad apprezzare ancora di più quegli aspetti della vita quotidiana che per altri costituiscono la normalità. In queste considerazioni ci sono tutte le asperità e al tempo stesso le peculiarità che contribuiscono a conferire fascino alla nostra condizione di gente di mare.

Tre parole (o tre brevi concetti) che ritiene debbano essere

di riferimento per ogni donna o uomo di un equipaggio. Tre sono le parole da prendere come riferimento per i componenti di un equipaggio: entusiasmo, coraggio e coesione. Credo che esse esprimano concetti tra loro correlati. Infatti, all’interno di un gruppo, l’entusiasmo dei singoli aiuta a rafforzare la coesione, che a sua volta accresce il coraggio individuale e collettivo.

C’è un episodio di qualsiasi genere della storia navale della Marina Militare che nella sua lunga carriera ha tenuto presente quale riferimento e “faro” per la sua azione di comando?

Più che ad uno specifico episodio di riferimento ho sempre ispirato la mia azione di comando all’eroismo e alla dedizione dei nostri padri che con abnegazione, senso del dovere e spirito di servizio hanno dedicato la propria vita alla Marina e grazie ai quali oggi godiamo di grande considerazione nel panorama istituzionale nazionale e nel contesto internazionale.

In conclusione, Ammiraglio, qual è il saluto che rivolge ai lettori del Notiziario della Marina?

Il mio saluto ai lettori è quello di un altro assiduo lettore che da quasi 50 anni apprezza il Notiziario della Marina. In questa bella rivista periodica vedo non solo un efficace strumento di comunicazione interna ed esterna della Forza Armata, ma anche un importante riferimento per seguire le attività della Marina – attraverso articoli e foto – e l’evoluzione dei principali concetti di gestione e conduzione delle forze.

Gabinia, l’operazione di contrasto alla pirateria della fregata Marceglia

Rafforzati i rapporti internazionali, nell’ottica del più ampio concetto di comprehensive security

L’ufficiale di guardia in plancia con il binocolo, vede in lontananza l’isola del Tino e all’orizzonte il Golfo dei Poeti. Siamo a casa! Il Mar Ligure e le sue coste frastagliate hanno accolto il rientro della fregata Antonio Marceglia a La Spezia, il 22 dicembre dopo circa 4 mesi di missione operativa fuori del Mediterraneo: oltre 20.000 miglia nautiche percorse e 140 ore di volo dell’elicottero imbarcato. La missione di presenza e sorveglianza nel Golfo di Guinea, zona geo-strategicamente rilevante in cui insistono importanti interessi economici del nostro Paese, ha visto un impiego molto versatile di nave Marceglia: dalle attività operative e addestrative sino all’esercizio delle funzioni di naval diplomacy, con l’obiettivo di consolidare le relazioni con gli stakeholder, nazionali e anche internazionali, sviluppando una sempre più ampia rete di contatti e legami con le Marine rivierasche del continente africano. Più volte la nave della Marina ha effettuato soste logistiche in porti africani e diversi sono stati gli eventi protocollari che hanno coinvolto l’equipaggio: 171 tra donne e uomini, “marinai” di ogni grado ed età, a cui si è aggiunto un nucleo del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacqueo e Incursori (COMSUBIN), il team opposed della Brigata Marina San Marco e il personale della componente volo. Navigando verso le coste africane, la prima sosta ha visto il Marceglia attraccare nel porto di Abidjan (Costa d’Avorio), dove un caloroso benvenuto è giunto da parte dell’ambasciatore d’Italia Stefano Lo Savio. Nella prima decade di ottobre, in sosta alla fonda a Lagos (Nigeria), il console Generale Maurizio Busanelli, accompagnato da una rappresentanza della Marina nigeriana, è salito a bordo e nell’occasione ha espresso parole di stima a tutto

di Attanasio Sarno. Foto Mario Cardone.

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