4 minute read

Gli scarti del limone fanno bene al cuore

Dal frutto possono essere creati integratori e nutraceutici da utilizzarsi nella prevenzione di alcune patologie come obesità, diabete, ipercolesterolemia e disturbi cardio-vascolari

di Gianpaolo Palazzo

«D ella limonata / (Cha cha cha) seduti in riva al mar / (Cha cha cha) della limonata / (Cha cha cha) seduti in riva al mar». Nel marzo del 1984 il brano “Limonata Cha Cha Cha” viene pubblicato da Giuni Russo come lato B del suo undicesimo singolo. Al testo collabora Franco Battiato, con le pseudonimo di Tripolino, due siciliani fieri delle proprie origini e dell’agrume con un frutto ovoide giallo. Trentasette anni dopo, in collaborazione con Enea, due aziende sicule “Navhetec srl” e “Agrumaria Corleone spa”, scelgono ancora il Citrus limon e brevettano una metodologia per convertire gli scarti della lavorazione in integratori e nutraceutici. Il cosiddetto pastazzo, residuo di limoni e altri agrumi che hanno subito un processo di spremitura, prima era destinato prevalentemente all’alimentazione del bestiame, alla concimazione e anche all’estrazione della pectina. I nuovi prodotti, invece, si potranno utilizzare nella prevenzione di alcune patologie quali diabete, obesità, ipercolesterolemia e disturbi cardio-vascolari.

Partito nel 2016, il progetto si basa sull’utilizzo della tecnologia “separazione su membrana”, condotto dall’Enea, cui si aggiungono fasi di incapsulamento ed essiccazione grazie alla tecnologia di spray-drying essiccazione a spruzzo. Dagli avanzi e dai sottoprodotti venuti fuori durante la lavorazione si ricavano delle nanovescicole, piccolissime sfere ricche di composti bioattivi come acidi nucleici, polifenoli, lipidi e proteine. La loro dimensione è compresa fra i 50 e 70 nm, sono conosciuti come esosomi e vengono utilizzati dalle cellule per comunicare tra loro.

Alcuni studi in vivo e in vitro portati avanti dalla start-up “Navhetec” (acronimo di Nanovesicles in health and technology), spin-off accademico dell’Università di Palermo, incubata presso il Consorzio Arca, hanno dimostrato la capacità di diminuzione nella crescita di cellule tumorali, mentre studi ancora in corso ne mostrano le proprietà antinfiammatorie. Inoltre, nel 2019, dopo la sperimentazione del sistema brevettato su alcuni volontari sani, è stata confermata una riduzione di alcuni fattori di rischio cardiovascolare, come colesterolo-LDL e circonferenza vita.

Paola Sangiorgio ricercatrice del Laboratorio bioprodotti e bioprocessi, presso il Centro ricerche Trisaia a Rotondella (MT) racconta che la “Navhetec” li abbia contattati qualche anno fa per risolvere un problema: «trovare una soluzione tecnologica alternativa per la separazione su larga scala di nanovescicole col fine di selezionarle dagli scarti lavorativi del succo di limone prodotto da “Agrumaria Corleone”. Il sistema consta di due fasi: la prima è la separazione delle nanovescicole dalla matrice, mediante tecnologie a membrana, la seconda essiccazione del permeato derivante dalla prima». Il brevetto può essere adatto anche con altre matrici vegetali e permette di avere un prodotto facilmente utilizzabile e dosabile, con alta stabilità e conservabilità, agevolmente trasferibile su scala industriale, con costi e tempi di produzione minori se comparati con le tecniche tradizionali di ultracentrifugazione.

«Utile anche per la formulazione di cibi e be-

vande con proprietà nutraceutiche - continua Paola Sangiorgio - il brevetto si ispira al principio zero waste nei processi produttivi ed è in grado di rispondere sia a esigenze ambientali che economiche, legate da una parte all’abbattimento dei costi di smaltimento e dall’altra alla trasformazione degli scarti agroindustriali in bioprodotti ad alto valore aggiunto».

La microfiltrazione trattiene nel concentrato tutte le sostanze sospese e produce «un permeato, quella frazione di liquido che supera il filtro, diventando un prodotto intermedio. Nel permeato - spiega Daniele Pizzichini del Laboratorio bioprodotti e bioprocessi, Centro ricerche Casaccia di Roma - si raccolgono le vescicole e gli elementi polifunzionali come polifenoli e flavonoidi, convertiti poi in una frazione stabile sotto forma di polvere». Dopo la microfiltrazione il permeato viene avviato all’atomizzazione e trasformato in polvere. «Con l’aggiunta di opportune sostanze - prosegue Gian Paolo Leone, sempre del Centro ricerche Casaccia - è possibile creare un coating attorno alle nanovescicole ottenendo un incapsulamento delle stesse e, dunque, una migliore stabilità microbiologica e conservabilità nel tempo».

Le loro caratteristiche fisiche permettono d’ipotizzare che, secondo il gruppo di ricerca “Navhetec”, anche se già utilizzabili allo stato attuale, per mezzo dell’ingegnerizzazione potrebbero consentire di veicolare altri composti naturali e non, direttamente dove ce ne fosse bisogno. Considerata la presenza di vitamine e antiossidanti nelle nanovescicole dei limoni, il prossimo obiettivo della start-up palermitana sarà quello di valutare il loro impiego in altri campi applicativi, come la cosmetica. L’ipotesi accattivante è servirsene per combattere le specie reattive dell’ossigeno, causa di danni alle strutture cutanee e cellulari, tramite la vendita di creme e cosmetici, un settore che sempre più ricerca prodotti di origine naturale e vegetale.

Le varietà

Esistono numerose varietà di limoni: a frutto globoso, piriforme, senza umbone, a polpa sanguigna, dolce, a foglie strette ecc. Se le condizioni climatiche lo permettono, è rifiorente e i frutti maturano per gran parte dell’anno; i più importanti nella produzione sono i “Primofiore”, che provengono dalla fioritura di aprile-maggio. Con una pratica di forzatura se ne può avere un’altra nel mese di settembre, per fare nascere i verdelli, che maturano da maggio a settembre (maggiolini o verdelli primaticci, bastardi o verdelli tardivi). Oltre ad essi, ci sono i limoni invernali, quelli comuni raccolti da novembre ad aprile. I lunari, con scorza grossa e rugosa, sono poco acidi, maturano tra luglio e agosto ma, in climi particolarmente idonei, possono fruttificare ad ogni luna, cioè tutti i mesi.

This article is from: