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festa di inaugurazione dell’Asilo infantile
Garbogera, dove avverrà la benedizione e dove poi si aprirà la pesca e tutto il resto.
All’uscita di chiesa le campane suonano a festa, volteggiando in un cielo azzurro illuminato dallo stesso sole che sta completando la doratura delle spighe per la mietitura. Sul sagrato la banda musicale della “Società Filarmonica” accoglie le autorità e i fedeli che escono di chiesa. La fanfara dei clarinetti e degli ottoni, con la gran cassa, cercano di sovrastare i potenti rintocchi delle campane. La competizione sembra impari, ma poi la campana numero 1, la più piccola, getta uno sguardo dall’alto del campanile e appena scorge i neri pennacchi e le luccicanti spalline dorate dei musicanti fa zittire le chiassose sorelle che tacciono per ascoltare estasiate la bella armonia che invita alla festa.
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Ad un segnale convenuto del maestro, tutti i musicanti si mettono in marcia verso via Della Croce e il popolo, seguito da un nugolo di bambini festanti con in testa il parroco don Bianchi, il sindaco, Marino Vaghi, e tutto il Comitato promotore dell’Asilo, segue la fanfara per le vie del paese.
Lungo il cammino si uniscono alla sfilata anche le altre bande invitate dai paesi vicini per festeggiare e per partecipare al concorso musicale che culminerà col concerto delle 17.30 in Piazza Vittorio Emanuele II, l’attuale Piazza della Chiesa.
Ci sono le bande di Bollate, della Bovisa, di Villapizzone, Affori, Dergano, Cusano, Cinisello, Bruzzano, Niguarda, Saronno, Rho, Cornaredo e Baggio; insomma, una gran bella festa.
Si va in fondo a via Della Croce, là dove il Garbogera attraversa la strada per andare verso quella che, nel 1928, verrà battezzata via Vittorio Veneto.
Là c’è un bel campo rigoglioso di verde e ombreggiato da antichi castani e betulle irrorate dalle limpide acque del Garbogera. In quel luogo, proprio alle spalle del nuovo Asilo, è stato allestito il palco delle autorità a lato del quale sorge quello della pesca di beneficenza.
Sul versante opposto, verso la facciata dell’asilo, oltre la polverosa strada che porta a Bollate (via Della Croce) si estendono solo campi di grano a perdita d’occhio.
Il nuovo Asilo è stato costruito fuori dal Paese, all’estrema periferia nord-ovest di Novate e, per raggiungerlo, bisogna fare una discreta camminata.
La festa è servita.
Ai musicanti appena giunti sul posto vengono offerti copiosi calici di vino che tutti mostrano di gradire e, dopo aver rabboccato i calici più volte, ricominciano a suonare.
Il parroco, il sindaco e tutto il Comitato salgono sul podio insieme al presidente, cav. Gaetano Cozzi, che prende il posto d’onore sotto l’effige di Sua Maestà.
Sul palco ci sono proprio tutti. Ci sono i vicepresidenti Giacomo Testori e Francesco Vaghi, i consiglieri Mario Candiani, Giuseppe Merlo, Benigno Silva, Pietro Galimberti, Ercole Morandi, il tesoriere, rag. Luigi Cajo e i revisori dei conti, ing. Mario Prevosti e Walter Gower.
Solo una persona manca ed è una persona importantissima, senza la quale questa opera forse non avrebbe visto la luce.
Si tratta del compianto Presidente della Congregazione di Carità, Carlo Cova, che non può non essere ricordato con affetto da tutti i convenuti, i quali dichiarano di sentirlo più che mai presente in spirito.
Il palco è costituito da un rialzamento in legno di circa 40 centimetri, lungo una ventina di metri e largo 6, tutto ricoperto da un lussuosissimo tappeto ricamato da variegati rosoni e riquadri che riproducono decorazioni floreali.
La gente umile e i contadini lo osservano con ammirazione e non si sognerebbero mai di porvi piede lì sopra, tanto sono abituati ad inzaccherarsi le scarpe camminando nei campi fangosi e nelle stalle colme di letame.
Sul palco ci sono anche i sacerdoti coadiutori di don Bianchi che lo assistono nella cerimonia: don Arturo Piazza, don Ernesto Restelli, don Adolfo Mauri e don Carlo Galli.
Ai chierichetti è stato dato l’ordine di non azzardarsi a mettere piede sul palco.
Le bande vengono zittite e il sindaco, Marino Vaghi, inforca gli occhiali estraendo dalla tasca del suo soprabito il suo bel discorso.
Tutta la popolazione ascolta nel più assoluto silenzio. Qui non ci sono né microfoni né altoparlanti, bisogna stare zitti se si vuole sentire le memorabili parole del primo cittadino. Gli unici irriverenti sono i numerosissimi passerotti che popolano la folta vegetazione circostante e che con il loro cinguettio festoso a volte sovrastano la poderosa voce del sindaco.
Il parroco e tutti i convenuti ascoltano con sguardo fiero, faticando a contenere la gioia per il coronamento di un sogno da così lunghi anni vagheggiato.
festa di inaugurazione dell’Asilo infantile
Poi, dopo la parola delle autorità, un breve discorso del parroco, Francesco Bianchi, e infine la benedizione con visita ai locali del nuovo edificio. Prende quindi il via la festa. Si comincia con la musica e col banco di beneficenza, sempre affascinante per i premi a sorpresa che riservano quei curiosi numerini arrotolati e trattenuti da un minuscolo spago annodato. A questo punto il Comitato Direttivo dell’asilo si defila dalla festa per riunirsi.
“L’adunanza ha luogo quello stesso 4 giugno 1911 nella sala a piano terra del nuovo Asilo.
In quella sede si pone nuovamente la questione dell’impianto di riscaldamento. Si delibera per il sistema a termosifoni che è più igienico e sicuro, anche se più costoso (minori manutenzioni e minor costo del combustibile).
L’iscrizione di bambini è stata numerosissima (quasi 230 alunni) per cui le tre suore destinate non possono assolutamente bastare al bisogno. Il Consiglio riconosce la necessità dell’aumento delle suore e si rimette al Presidente circa il numero di suore da aggiungere ammettendo fin d’ora che non possano essere meno di due”. (Dal registro dei verbali dell’Asilo infantile di Novate Milanese).
Una breve pausa per il pranzo e poi di nuovo tutti davanti al neo inaugurato Asilo per la partenza della gara ciclistica Novate – Varese – Como – Novate.
A seguire parte la gara podistica sul percorso Novate – Castelletto ponte e viceversa.
Poi è il turno della corsa dei sacchi, il gioco delle pentole, la corsa degli asini fino a spostarsi tutti in piazza Vittorio Emanuele II per il concorso delle bande musicali.
A seguire la premiazione dei vincitori dei concorsi e la fantastica illuminazione degli edifici pubblici.
Quante emozioni regala l’illuminazione elettrica agli occhi di tutti coloro che ancora, non potendosela permettere, devono limitarsi ad ammirarla solo nelle feste del paese.
Nella foto. Ecco come appariva nel 1910 l’attuale Via Matteotti, a quel tempo, denominata Via Umberto I. Negli anni che vanno dal 1943 fino alla Liberazione, la via fu intestata ad Ettore Muti. L’immagine è ripresa tenendo il cimitero alle spalle e guardando verso piazza della Chiesa.
contesto socio politico di Novate Milanese