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STRATIFICA PDTA
Un sistema di stratificazione che soddisfi questi requisiti può essere di grande aiuto per una corretta programmazione dell’offerta assistenziale. A tale riguardo, è necessario che la definizione e la prioritizzazione degli interventi non si basino esclusivamente sulla presa in carico “della patologia” (ad esempio, allocando le risorse disponibili nella gestione delle patologie croniche a maggiore prevalenza), ma tengano in considerazione anche il carico individuale, familiare, sociale e ambientale.17 Infatti, le modalità con cui vengono individuati gli strati di popolazione dovrebbero essere in grado di catturare alcuni dei “passaggi” più strategici per un’efficiente pianificazione degli interventi: dal disease management al case management, dalla complessità clinica alla vulnerabilità socio-economica, dalle cure primarie alle cure intermedie. Inoltre, soprattutto se improntato ai principi del Population Health Management (PHM) un sistema di stratificazione dovrebbe essere in grado di differenziare anche la popolazione sana, tenendo conto della presenza di fattori di rischio, sia individuali che “contestuali”, su cui agire con interventi di promozione della salute.18 Si pensi che, secondo l’ultima indagine Istat, Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari, il 76,5% della popolazione adulta presenta almeno un comportamento a rischio tra fumo, obesità, alcol e sedentarietà, il 37,2% ne presenta almeno due, mentre l’8,4% associa tre o quattro comportamenti non salutari.19