THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING
La Rivista “Perforare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
Anno 7 - Novembre/Gennaio 2022
Fondazioni | Perforazione| Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria || Foundations | Drilling | Tunnelling | Geotechnics | Quarrying and Mining Industry
Fondazioni Perforazione Gallerie Perforazione pozzi pozzi Gallerie Geotecnica | Industria estrattiva-mineraria massime prestazioni - dimensioni compatte
Benvenuti nel mondo che avevamo sognato 30 anni fa!
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Editoriale
Aspettando una Primavera di promesse mantenute Cari Lettori,
Fabio Potestà
il clima piuttosto rigido delle ultime settimane e gli ultimi scampoli di incertezza di una pandemia depotenziata crea qualche malumore negli operatori della manifattura made in Italy e nelle imprese di costruzione alla ricerca di una rinascita con meno ombre. Partiamo dalle notizie positive che arrivano all’alba di questo 2022. Una recente analisi di Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia rileva che l’economia italiana galopperà nel 2022 a ritmi vicini al 4%, nonostante “le difficoltà di approvvigionamento degli input produttivi e i rincari energetici rimarranno fattori determinanti per le prospettive di crescita nel breve termine”. L’attività economica, secondo Signorini, potrebbe tornare a espandersi in modo sostenuto già in primavera, in virtù soprattutto della componente interna della domanda. Le previsioni ottimistiche, soprattutto se motivate con coerenza, sono sempre ben accette; ma sui rincari energetici, ad esempio, non ci sembra che la politica stia prendendo decisioni significative. Siamo chiusi nel solito angolo dei rinvii, tra opzioni “sostenibili” (termine che ormai vuol dire tutto e niente, come un vacuum di transizione verso l’indefinibilità e l’impotenza) e scelte rinviate (a fronte di una Francia dalle 60 centrali nucleari e di una Germania avviata all’autonomia interna per il 46% del fabbisogno, con un spinta decisiva sul fronte eolico e solare). Noi abbiamo in casa un’avanguardia industriale per lo sviluppo delle tecnologie basate sull’idrogeno; ma i veri programmi sono ancora e sempre in sala d’attesa, nonostante l’impegno e il dibattito acceso su questo fronte (anche grazie a iniziative come la prossima fiera Hydrogen Expo, in programma a Piacenza dall’8 al 10 giugno). Torniamo sul terreno dei cantieri. La domanda interna, ecco il primo punto. Fino a quando potrà mantenersi, una richiesta di beni importante e fin troppo vivace nel settore delle costruzioni, se il volano delle grandi opere non decolla in misura decisiva e massiccia? Questa perplessità si riproduce costantemente, come il fegato di Prometeo divorato dall’aquila, appena si consideri con un minimo di realismo il futuro degli interventi strategici che riguardano le grandi opere. Nell’ambito di un recente seminario sulle “Infrastrutture in Italia: dotazione, programmazione, realizzazione”, sempre a cura di Bankitalia, viene sottolineato che “la qualità della programmazione sembra costituire l’aspetto di maggiore criticità nel nostro Paese”. Lo confermano due seri osservatori economici come Piero Casadio e Marco Paccagnella. In una lunga ed esauriente disamina, sottolineano lo scarso riferimento “a linee guide strategiche nella programmazione degli investimenti, l’assenza di una valutazione sistematica dei costi e dei benefici dei progetti (che concorre a determinare costi unitari elevati nel confronto internazionale), la frammentarietà delle fonti di finanziamento e il conseguente ricorso al finanziamento parziale delle opere, le carenze dell’attività di monitoraggio che non consentono di controllare lo stato di avanzamento degli interventi e di formulare valutazioni generali sull’efficienza del processo di realizzazione delle opere stesse”. Ora, dopo la pantomima per l’elezione del Presidente della Repubblica, si spera che il governo riprenda le redini delle priorità del Paese e non disperda il credito di fiducia accumulato. Tutti vorremmo sapere, ad esempio, se gli oltre 120 commissariamenti di opere ancora incompiute e indefettibili stiano producendo frutto, oppure se troppi cantieri siano tuttora fermi nella palude dell’ignavia. E vorremmo saperlo presto, anche, perché il Natale è finito da un pezzo e anche i regali (dell’Europa), a breve, saranno in fase di esaurimento. Che l’inverno non sbiadisca il Tricolore issato sul Ponte San Giorgio di Genova. A futura memoria, anche i simboli sono suscettibili di testimoniare, instabilmente, l’eccellenza e il proprio contrario.
Alberto Finotto
Buona lettura!
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Periodico associato a
Sommario | Novembre/Gennaio 2022 THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING
La Rivista “Perforare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
Anno 7 - Novembre/Gennaio 2022
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Benvenuti nel mondo che avevamo sognato 30 anni fa!
In copertina:
La CF4 è un simbolo moderno della multifunzionalità nella perforazione. Per Tescar è il modello esemplare per la strategia 2022 dedicata al mercato italiano. Con tutto il valore di una filosofia basata su prestazioni, compattezza e versatilità operativa
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Fondazioni | Perforazione| Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria Fondazioni Perforazione pozzi | Gallerie Foundations | Drilling | Tunnelling | Geotechnics | Quarrying and Mining Industry Geotecnica estrattiva-mineraria Direttore| Industria Responsabile Fabio Potestà
Responsabile Editoriale Alberto Finotto Collaboratori Roberto Ambra Andrea Potestà Stefania Priolo Grafica e impaginazione Romina Testino grafica@mediapointsrl.it Fotografia Archivio Perforare
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Ufficio traffico Daniela Chiusa daniela.chiusa@mediapointsrl.it
ATTUALITÀ
Direzione e redazione MEDIAPOINT & EXHIBITIONS SRL Corte Lambruschini Corso Buenos Aires, 8/7 16129 Genova - Italy tel. +39-010-5704948 fax +39-010-5530088 redazione@perforare.it
28 TESCAR Profeta in Patria 34 FONDAMENTA Mareterra, come un sogno mediterraneo
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40 CASAGRANDE Sulle rotaie del Cairo 44 ESPI ENGINEERING La luce verde della competenza
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IMET Nell’Olimpo delle Applicazioni
BAUER Nel cuore profondo di Vienna
74 EPIROC Ingegneria sostenibile
52 COMACCHIO Talento compatto e multipurpose
80 SANDVIK Martello in levare
58 H2IT Idrogeno, nel profondo del futuro
84 CAPRARI Fatte per competere
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DOOSAN PORTABLE POWER Aria forte in cantiere
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90 HYDRAPRED La sfera (oleodinamica) del futuro
FRASTE Nei pozzi d’Africa SOILMEC Varietà compatta
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Pubblicità Italia ed estero tel. +39-010-5704948 fax +39-010-5530088 info@perforare.it Pre-stampa e stampa Euro Grafica - Genova Registrazioni Tribunale di Genova n.27/2011. Camera Commercio di Genova, R.I. N.O 395768 del 5 novembre 2001 Registro operatori di comunicazione N.O 022258 del 20 gennaio 2012 Comunicazione agli abbonati Art. 10 Legge 675/96. I dati personali contenuti negli archivi della casa editrice “Mediapoint & Exhibitions Srl” sono utilizzati solo dalla casa editrice e solo per perfezionare gli obblighi derivanti dagli abbonamenti. Tutti gli abbonati possono chiedere in qualsiasi momento l’aggiornamento o la cancellazione dei propri dati. Responsabile: Fabio Potestà Testi e foto a riproduzione vietata senza consenso della casa editrice. Legge 1396/42, art. 7, Reg. 18 © Copyright 2021
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Attualità News PERFORAZIONI
Comacchio, il talento CXT 15 conquista l’Africa
Due nuovissime perforatrici Comacchio CXT 15 entreranno per la prima volta nella flotta di Capital Drilling, grande impresa di perforazione attiva in tutto il continente africano. “Si tratta di macchine polivalenti che possono essere utilizzate in diverse fasi dei nostri programmi esplorativi del suolo, tra cui applicazioni di carotaggio ad aria, perforazioni con diamante a fondo foro, carotaggio diamantato e perforazione a circolazione inversa – spiega Emanuele Comacchio, area manager dell’azienda trevigiana – Ci siamo concentrati sul miglioramento dell’efficienza e dell’economia di impiego, mantenendone la semplicità di progettazione, l’affidabilità e l’intuitività operativa, garantendo ovviamente il massimo comfort e sicurezza per l’operatore”. Le unità CXT 15 sono montate su autocarro 6×6 e implementano due motori, uno da 575 HP per il compressore di bordo da 555 l/sec per la perforazione RC e un motore più piccolo che va ad alimentare tutte le funzioni della macchina durante l’esecuzione del carotaggio. Il passaggio dalla configurazione di perforazione diamantata a RC richiede solo regolazioni minime sulla testa rotante multipurpose. La dotazione di bordo comprende anche una pompa fango triplex da 190 l/min e un verricello a fune da 1.000 m. L’impianto di perforazione richiede un’area operativa molto più contenuta grazie alla sua configurazione compatta e al minimo equipaggiamento di supporto ausiliario richiesto, soddisfacendo così uno degli obiettivi chiave di Capital Drilling per ridurre al minimo l’impronta dell’impianto di perforazione e limitare l’impatto ambientale.
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Attualità News AZIENDE
Sampierana, acquisizione completata CNH Industrial, multinazionale leader nei settori dell’agricoltura, del movimento terra, dei veicoli commerciali e del powertrain, ha completato l’acquisizione del 90% del capitale sociale di Sampierana. Come precedentemente annunciato il 30 agosto 2021, l’acquisizione del restante 10% dell’azienda avverrà nel corso dei prossimi quattro anni attraverso meccanismi concepiti appositamente per assicurare un passaggio di consegne agevole, si legge in una nota della società. Riconosciuto nel settore delle macchine per le costruzioni per la sua linea di mini e midi escavatori Eurocomach e sottocarri speciali, il gruppo Sampierana ha registrato, anno dopo anno, un trend positivo degli utili, in particolare in Europa. La società è presente in Italia, dove si trovano il suo quartier generale e i siti produttivi. Ma vanta anche una sua controllata al 100% con un sito produttivo a Kunshan, in Cina. L’acquisizione consentirà al business Construction Equipment di CNH Industrial di integrare, al proprio portafoglio prodotti, le macchine movimento terra a marchio Eurocomach, i sottocarri cingolati Sampierana e i pezzi di ricambio parti carro.
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Attualità News FONDAZIONI SPECIALI
Pisa, 30 pali di fondazione per la ciclopedonale Sono partiti a Pisa i lavori di installazione dei pali di fondazione del ponte ciclopedonale che collegherà i quartieri di Cisanello a Riglione divisi dal fiume Arno. All’inizio del dicembre scorso, nell’area di Cisanello, lungo l’argine dell’Arno dietro all’edificio dell’ospedale, l’impresa Preve Costruzioni di Cuneo aveva già provveduto a pulire la zona dalla vegetazione, spianare il terreno e a predisporre l’argine del fiume alle operazioni successive. Ieri ha fatto ingresso nell’area del cantiere la perforatrice che ha iniziato le lavorazioni per installare i pali che sorreggeranno la struttura. I lavori, che avranno una durata prevista di 300 giorni, sono seguiti dall’impresa Pisamo, incaricata dal Comune della gestione per la fase progettuale, l’affidamento e il monitoraggio sull’esecuzione delle opere. L’intervento ha un costo complessivo di 3,5 milioni di euro, di cui 1,7 milioni finanziati dal Comune di Pisa e 1,4 milioni dalla Regione Toscana, a cui si aggiunge un contributo di 400 mila euro da parte dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana. La perforatrice Casagrande dell’impresa trentina SCS ha iniziato le operazioni di scavo da qualche giorno e si prevede di mettere in posa due pali al giorno, alla profondità di 30 metri. Dalla parte di Cisanello verranno installati complessivamente 30 pali di fondazione, che verranno ultimati entro il mese di febbraio. La perforatrice si sposterà poi sull’altro argine, dalla parte di Riglione, ed eseguirà la stessa operazione di scavo e di posa dei pali.
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Attualità News PERSONE
Addio a Michela Grillanda Dopo una lunga malattia, se n’è andata poco prima di Natale, Michela Grillanda, stimata geologa quarantaseienne ed erede dell’Idromineraria Grillanda Aldo di Marcello Grillanda & C. sas, nota impresa di Ro (Ferrara), specializzata nella perforazioni di pozzi. Michela Grillanda si era laureata in geologia all’Università di Ferrara e aveva fatto parte come consigliere per la provincia di Ferrara nella consulta dell’Ordine dei geologi. Dopo un periodo vissuto in Abruzzo, alcuni anni fa era tornata nelle terre d’origine e aveva sostituito la madre andata in pensione nell’azienda di famiglia.
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Attualità News FONDAZIONI SPECIALI
Mait, 70 anni nel firmamento della perforazione
U
na ricorrenza luminosa, quella dei 70 anni di storia della Mait di Osimo. Una delle grandi aziende costruttrici della perforazione italiana segna il proprio anniversario in questo 2022 di ripresa nazionale. A sottolineare con emozione la ricorrenza è Maria Grazia Tonti, attuale amministratore delegato di Mait e figlia del fondatore. Con un messaggio pubblicato sul portale web dell’azienda, (che riportiamo integralmente) Maria Grazia ricorda il padre Emilio Tonti e la madre, Enrica Camilletti, che continuò con tenacia e successo l’opera intrapresa con il marito, dopo la prematura scomparsa. La dedica si estende a tutti i protagonisti del-
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la grande storia di Mait, ai collaboratori e alla squadra societaria che ha contribuito al futuro di un marchio apprezzato e riconosciuto a livello internazionale. “Per questo traguardo straordinario, dedico il primo grazie a mio padre Emilio, fondatore e inventore della prima perforatrice meccanica mobile, grande tecnico, persona molto capace e con un’immensa passione per il suo lavoro. Nelle parole che seguono, vorrei riassumere un aspetto molto importante della sua esperienza: ‘Un’idea può cambiare la tua vita’. È quello che è successo a lui e a tante altre figure del periodo storico nel quale mio padre ha vissuto, da Enzo Ferrari a Ferruccio Lamborghini e a molti altri ancora. Esperienze di vita vissute, che hanno visto sofferenze, povertà e quanto altro lasciato dalla guerra, persone che avevano come unica ricchezza la loro creatività, la loro voglia di ricominciare, di riuscire e di dare una svolta alla loro vita, contando solo su se stessi con tenacia e volontà. Grandi esempi da cui trarre ispirazione. Un grazie a mia madre Enrica Camilletti - vera creatrice dell’azienda e una delle prime business woman italiane - e a mio fratello Claudio; entrambi, hanno lasciato la loro impronta in maniera indelebile, anch’essi come esempi di devozione al lavoro e di impegno.
Un ringraziamento a mio marito, l’ingegner Sandro Siniscalchi, oggi presidente della Mait, che ha saputo continuare in maniera professionale e brillante lo sviluppo tecnico dei nostri prodotti, permettendo, già negli anni Ottanta, il passaggio dalla realizzazione di modelli meccanici alle macchine oleodinamiche, e recentemente all’attività straordinaria della produzione di turbine eoliche. Un ringraziamento, poi, a tutte le maestranze passate e presenti, che hanno contribuito con professionalità e con il cuore a raggiungere questo traguardo, perché è sempre la squadra che vince e mai il singolo. Un grazie ai nostri clienti per la fiducia accordataci, e per saper partecipare ogni giorno, con i loro preziosi consigli, al miglioramento dei nostri prodotti, accompagnandoci nella crescita. Un grazie a tutti i nostri fornitori e collaboratori, per il loro indispensabile supporto nella realizzazione di un prodotto di valore e durevole per lunghi anni di lavoro sul campo. A tutti infine vogliamo rinnovare la promessa del nostro impegno per gli anni a venire, per continuare il percorso alla ricerca della qualità, dell’innovazione e dell’affidabilità nei nostri prodotti. Colgo infine l’occasione per rinnovare a tutti gli auguri di un buon 2022, pieno di salute e di prosperità. Con stima e gratitudine. Maria Grazia Tonti, amministratore delegato di Mait”.
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Attualità News ASSOCIAZIONI
AIF contro le accuse dell’Ispettorato
In una nota diramata poco prima di Natale, l’AIF (Associazione Imprese Fondazioni) “esprime forte perplessità per l’affermazione rilasciata dal direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro Bruno Giordano in occasione di un’intervista rilasciata al TG3 del 19 dicembre scorso sul presunto rapporto di irregolarità delle imprese edili, asserendo che ben nove imprese edili su 10 non sono regolari”. Il comunicato prosegue, dichiarando che “l’AIF, associazione di categoria delle imprese edili specializzate (cat. super specialistica OS21 – fondazioni- consolidamenti), impegnate sovente in subappalto, con un investimento quotidiano in attrezzature, sicurezza e personale
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specializzato assunto stabilmente in azienda “non possono condividere la generalizzazione espressa dal direttore del INL che non fa altro che demonizzare un settore, quello edile, che ha bisogno di controlli, ma anche di regole serie sulla qualificazione delle imprese, sul contratto di subappalto”. Le parole dell’associazione sono affidate, nel comunicato, allo stesso presidente dell’AIF, Gabriele Graziani. “Affermare che l’Edilizia si presta a utilizzare e abusare del contratto di subappalto, ci appare un semplice slogan del momento – continua Graziani, nella nota – Piuttosto, AIF evidenzia da troppo tempo che il contratto di subappalto necessita di una regolamentazione
di natura pubblicistica, perché fino a quando il contratto di subappalto sarà svincolato dall’appalto principale, le condizioni capestro si moltiplicheranno, a scapito anche della sicurezza sul lavoro. Per migliorare la sicurezza nei cantieri edili, non sono solo necessari i controlli degli ispettori, ma è bene che le Istituzioni siano premianti verso tutte quelle imprese edili che investono quotidianamente in formazione e sicurezza dei lavoratori, in attrezzature e competenze”. Il Presidente Graziani conclude il suo intervento, sottolineando che “serve oggi, ancora più di ieri, credere nella qualificazione delle imprese edili, vero motore per il rilancio di questo Paese.”
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ASSOCIAZIONI
Marchetta a capo del CECE Dall’inizio di questo 2022 e per tutto il biennio 2022-2023, sarà Alexandre Marchetta – presidente del gruppo Mecalac e dell’associazione nazionale francese Evolis – a guidare il CECE, l’organo rappresentativo europeo dei produttori di macchine per le costruzioni. Alexandre Marchetta ha fatto il suo ingresso in Mecalac (azienda di famiglia) occupandosi di progettazione, per dirigere poi la produzione del gruppo per sette anni. Nel 2009 ha assunto l’incarico di responsabile commerciale, prima di accedere alla carica di CEO e di presidente del cda, sempre nell’ambito del gruppo Mecalac (che oggi conta oltre 1.000 dipendenti, caratterizzandosi come realtà industriale globale sotto il duplice profilo produttivo e commerciale). In qualità di presidente del CECE, la prima sfida che attende Alexandre Marchetta sarà quella normativa, in particolare riguardo all’armonizzazione delle regole comunitarie sui requisiti di circolazione stradale delle macchine Construction in tutti i Paesi dell’Unione.
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Da Marini, la nuova lancia per cls proiettato Velocità di esecuzione e sicurezza ai massimi livelli con la nuova lancia MR-SB di Marini Quarries Group, completamente radiocomandata. Versatilità e praticità sono gli elementi che hanno dato vita al nuovo accessorio Marini. La lancia MR-SB per calcestruzzo proiettato, infatti, è adattabile su qualsiasi tipologia di macchine semoventi. Completamente radiocomandata a distanza e con sistema di rotazione dell’ugello automatico, questo accessorio permette di velocizzare tutte le procedure di posizionamento e di lavoro aumentando in modo significativo la sicurezza del personale in cantiere. Per l’utilizzo della lancia MR-SB su gru telescopiche è possibile anche accoppiare una centrale idraulica dedicata, che a sua volta potrà essere anche utilizzata per le unità da perforazione della gamma MR-Line.
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Attualità News
TUNNELLING
Una “talpa australiana” per Webuild
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Insieme ai partner nella joint-venture Future Generation, Webuild ha celebrato con il primo ministro australiano e con il cliente Snowy Hydro la messa in servizio di Kirsten, la TBM (Tunnel Boring Machine) tecnologicamente più avanzata delle tre previste per la realizzazione del progetto Snowy 2.0, il più grande progetto per la produzione di energia rinnovabile in Australia. Progettata specificamente per Snowy 2.0 dalla società tedesca Herrenknecht AG in collaborazione con Webuild, la TBM prende il nome dell’astrofisica australiana Kirsten Banks ed è una dimostrazione della spinta innovativa che Webuild è in grado di apportare in ogni progetto che realizza. In Australia, Snowy 2.0 supporterà la transizione del Paese verso le energie rinnovabili. La TBM Kirsten è stata concepita per affrontare scavi in rocce dure. La sua caratteristica più innovativa è la capacità di scavare lungo percorsi inclinati, in condizioni di pendenze sfidanti e con angolazioni anche molto ripide, pari in discesa fino al 9% (cinque gradi) e in salita fino al 45% (25 gradi). Con un diametro di circa 11 metri, la TBM è in grado di scavare fino a 30 metri di roccia al giorno. Con i suoi 250 metri di lunghezza, è anche una delle più lunghe al mondo nel suo genere oggi in esercizio e sarà dedicata allo scavo del tunnel dell’uscita di emergenza, dei cavi e di ventilazione lungo più di 6 chilometri, il pozzo inclinato e 2km del tunnel di adduzione, per un totale di oltre 6 km di gallerie.
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Attualità News ASSOCIAZIONI
Unacea conferma e raddoppia al Bauma 2022
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Al Bauma 2022 Unacea ci sarà. La grande fiera internazionale delle costruzioni – in programma dal 24 al 30 ottobre prossimi – vedrà protagonista in campo la nostra associazione nazionale che rappresenta i produttori di macchine e attrezzature, con un’area espositiva dedicata alle aziende italiane e con uno stand istituzionale. Il Padiglione Unacea, realizzato con la collaborazione della segreteria tecnica di Monacofiere, sarà allestito nel padiglione A5 e ospiterà tutte le imprese italiane non ancora titolari di uno spazio espositivo individuale. “Il Padiglione Unacea alla prossima edizione di Bauma è un’importante opportunità per le aziende italiane di esporre alla principale fiera di settore del mondo – ha dichiarato Luca Nutarelli, segretario generale di Unacea – Grazie all’area di Unacea infatti le aziende in lista di attesa potranno essere ammesse alla manifestazione, corroborando ancora di più la già notevole presenza dell’industria italiana di settore alla manifestazione di Monaco di Baviera”.
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Attualità News
ATTREZZATURE & COMPONENTI
Niente Bauma per Atlas Copco La divisione Power Technique di Atlas Copco ha confermato che non parteciperà al Bauma 2022, preferendo dedicarsi a modalità di incontro virtuali e mirate con i propri clienti. Atlas Copco in effetti sta spingendo molto sulla digitalizzazione funzionale alle interazioni commerciali e di confronto.
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La Power Technique Atlas Copco si occupa di prodotti come compressori mobili, pompe a fluidi, torri faro e generatori e offre anche noleggio e servizi speciali attraverso la propria rete globale. Serve settori che comprendono l’edilizia, l’industria, l’oil & gas e la perforazione esplorativa. Il Bauma – che si terrà a Monaco
di Baviera, dal 24 al 30 ottobre 2022 – secondo l’azienda non sarebbe coerente con le attività promozionali interne che si sono “evolute drasticamente negli ultimi due anni” in senso digitale, secondo un approccio che darebbe oggi priorità alle “relazioni personali in modalità virtuale appropriata”.
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Attualità News ATTREZZATURE & COMPONENTI
Al top delle prestazioni con l’ET51
Il sistema di perforazione con aste tubolari ET51di Epiroc consente perforazioni più dritte e profonde, migliorando notevolmente la durata. La capacità del sistema di eseguire una perforazione estremamente diritta è il risultato di un nuovo design del tubo, di una batteria di perforazione più rigida grazie all’azionamento a spalla, di una nuova geometria di accoppiamento nonché di una resistenza alla flessione notevolmente migliorata, con una robustezza fino al doppio rispetto al modello precedente T51. Il nuovo sistema consente inoltre all’operatore di perforare più a fondo di prima. Le estremità del tubo più leggere, anch’esse caratterizzate da una geometria migliorata, consentono di trasferire più energia nella roccia. Il vantaggio aumenta con ogni tubo della batteria di perforazione, riducendo la velocità di perdita di penetrazione per tubo e ottenendo fori notevolmente più profondi. Oltre a migliorare la linearità di perforazione, l’azionamento a spalla riduce l’usura meccanica del tubo, grazie alla nuova geometria ottimizzata del giunto, incluse le filettature brevettate.
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Attualità News FIERE
THE UTILITY CONSTRUCTION SHOW
Pipeline & Gas Expo 2022, l’energia dell’Italia va in rete
8-10 Giugno 2022 - Piacenza
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ono in costante crescita le adesioni alla 2^ edizione della fiera Pipeline & Gas Expo – in programma dall’8 al 10 giugno 2022, negli spazi di Piacenza Expo -, unica mostra-convegno a livello europeo dedicata alle aziende che progettano, costruiscono e si occupano della manutenzione e della gestione di gasdotti, metanodotti, oleodotti,
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oltre che di reti distributive di gas e acqua, comparti di vitale importanza per lo sviluppo dell’industria, in qualsiasi contesto nazionale. Il forte interesse per la mostra-convegno piacentina non è solo determinato dalla strategica importanza delle tematiche legate agli approvvigionamenti energetici del nostro Paese e dal ruolo essenziale
svolto dal gas in uno scenario sempre più condizionato dagli impegni sul fronte della sostenibilità – ribaditi anche dal recente summit di Glasgow in merito alla protezione dell’ambiente – ma anche a seguito della crescente domanda di soluzioni tecnologicamente avanzate per garantire una funzionalità moderna e una sicurezza di massimolivello delle reti di-
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8 -10 Giugno 2022 Piacenza
stributive presenti in Italia; domanda proveniente da quegli stessi operatori qualificati che hanno spinto gli organizzatori di Mediapoint & Exhibitions (già inventori delle fiere GIS e GIC, le Giornate Italiane dedicate rispettivamente al Sollevamento e al comparto del Calcestruzzo) a organizzare una manifestazione di cui si sentiva da tempo una forte necessità. “Le reti infrastrutturali per la trasmissione e la distribuzione del gas (e degli idrocarburi in genere) sono estremamente sicure in Italia, in virtù dell’alto livello di specializzazione che da tempo si è meritato l’apprezzamento internazionale di cui godono le nostre aziende nazionali – considera Fabio Potestà, presidente di Mediapoint & Exhibitions – Il dramma dei giorni scorsi in Sicilia dimostra comunque che vi è sempre un margine di miglioramento in tema di sicurezza e prevenzione, e questo margine rappresenta un dovere per tutelare al massimo sia la collettività che il territorio. Un territorio che proprio in
Italia presenta molte più problematiche che altrove sia dal punto di vista idrogeologico che sismico”. L’ulteriore motivo d’interesse per la fiera Pipeline & Gas Expo è rappresentato dalla contemporanea organizzazione, in un padiglione adiacente all’esposizione, dell’edizione inaugurale di Hydrogen Expo, prima mostra-convegno italiana riservata alle macchine, alle attrezzature e alle tecnologie per la produzione, lo stoccaggio, il trasporto e lo sfruttamento dell’idrogeno. “Vi sono fortissime sinergie fra i due comparti e la prossimità dei due eventi incrementerà certamente l’afflusso di operatori qualificati provenienti anche dall’estero – assicura Potestà – Siamo certi che la nuova data pre-estiva e l’intenso piano di vaccinazioni attuato nella maggior parte dei Paesi europei (e non solo) garantiranno una più libera circolazione degli operatori esteri”. All’inizio del nuovo anno, saranno disponibili sia sul sito pgexpo.eu che su hy-
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drogen-expo.it i programmi dei numerosi convegni che verranno organizzati anche in collaborazione con le principali associazioni di categoria italiane ed estere dei rispettivi comparti; convegni i cui relatori saranno anche importanti personalità del mondo scientifico e imprenditoriale ma anche rappresentanti della sfera politica e istituzionale. “Caratteristica di tutte le manifestazioni organizzate da Mediapoint & Exhibitions, è quella di costruire i nostri eventi insieme a tutti gli operatori presenti sul mercato – sottolinea ancora Potestà – La finalità è quella di poter far diventare in breve tempo le nostre fiere appuntamenti fondamentali su base biennale, anche per le aziende estere. Un obiettivo che a Piacenza Expo abbiamo già raggiunto con il Geofluid, il GIS- le Giornate Italiane del Sollevamento e il prossimo GIC-le Giornate Italiane del Calcestruzzo (gic-expo.it), in programma dal 28 al 30 aprile 2022.
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Attualità News
LEGGI E NORMATIVE
Pensione anticipata per i perforatori
Andare in pensione nel 2022 prevede oggi, secondo le correzioni più recenti della legge vigente, un’uscita anticipata anche per gli operatori della perforazione. Dopo la fine dell’opzione quota 100, l’attenzione va spostata sulle uscite agevolate previste per le fasce cosiddette più svantaggiate, relative alle mansioni usuranti.
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Uno sconto sui 67 anni è previsto per chi desidera andare in pensione nel 2022 e abbia lavorato una vita come addetto a mansioni gravose. Tra i soggetti interessati, vanno annoverati: operai edili e addetti alla manutenzione edilizia; conduttori di mezzi pesanti, camion e convogli ferroviari; operatori di gru o macchine perforatrici; personale
sanitario e infermieristico con lavoro organizzato in turni; operatori ecologici; conciatori di pellame.Tutti questi lavoratori possono andare in pensione anticipatamente, con un’età di 66 anni e 7 mesi, in presenza di 30 anni di contributi. Le mansioni suddette sono consultabili all’allegato C della legge n° 232 del 2016.
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Cover Story | Tescar
Profeta in Patria La ripresa delle fondazioni speciali d’Italia ha il profilo di una macchina d’eccezione come la CF4, simbolo della multifunzionalità e dell’operatività versatile della gamma di Osimo. Antonello Verdolini, direttore commerciale dell’azienda marchigiana, ci spiega il valore e la personalità tecnologica di una gamma senza confronti
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Se vogliamo parlare di uno spirito libero che si adatta all’ambiente e lo percorre con un’agilità senza pari, l’immagine che ci sovviene è quella di una gazzella. Ecco, un’immagine simile, rapportata al mondo specifico dell’idromeccanica da perforazione, può applicarsi a Tescar e alle sue macchine compatte dedicate alle più diverse applicazioni nell’ambito delle fondazioni speciali. Sono oltre 45 anni di storia, quelli che contraddistinguono l’azienda di Osimo, a partire da quell’idea straordinaria condotta con la massima coerenza da Elio Tonti e dal figlio Sauro (con il testimone raccolto dalla terza generazione rappresentata da Mirco Tonti, General Manager del gruppo Tonti Trading di cui fa parte Tescar). L’idea era quella di perforatrici speciali e polivalenti, agili e compatte, montate per la prima volta sulle basi di mini-escavatori. Il risultato ha portato, nel corso degli anni, allo sviluppo delle attuali serie CF e TT, implementate su basi escavatore da 2 a 20 ton e dedicate alle applicazioni più versatili in allestimento kelly bar, CFA, per microperforazione, pali di piccolo e medio diametro, diaframmi, fondazioni ferroviarie e molto altro ancora. “Oggi la nostra gamma comprende macchine da perforazione che arrivano fino ai 36 m di profondità, per un diametro di 1.500 mm - precisa Antonello Verdolini, direttore commerciale di Tescar - I cantieri di destinazione sono quelli dei centri commerciali, di ponti e infrastrutture di media grandezza, edifici residenziali, insediamenti di linee su rotaia. La multifunzionalità è da sempre la nostra
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Antonello Verdolini
vocazione e su questa filosofia Tescar ha costruito il proprio successo tra le piccole e medie imprese del settore. Non dimentichiamo che Tescar è il primo produttore mondiale di macchine da pali ad aver allestito i propri impianti di perforazione su basi per mini-escavatore. Questa prerogativa rimane per noi fondamentale per lo sviluppo dei nuovi modelli, mantenendo la vocazione di azienda costruttrice destinata a una produzione flessibile nell’allestimento e concentrata sulla tecnologia delle attrezzature. Nel
tempo, abbiamo appurato tutta l’efficacia dell’abbinamento tra mini-escavatore e impianto di perforazione, soprattutto se il mini-escavatore ha una struttura girosagoma, molto adatta al trasporto su veicoli a circolazione stradale e all’intervento in ambiti urbani o comunque confinati in spazi ristretti, come spesso è richiesto dalla complessa morfologia del territorio italiano. Questa vocazione di successo oggi ha il profilo della macchina più attuale e sorprendente mai proposta al mercato da Tescar. Si chiama CF4 e ha tutta la personalità di una perforatrice idraulica adatta proprio a ogni esigenza. “L’abbiamo lanciata ufficialmente durante il Bauma del 2019 ed è l’evoluzione naturale del nostro best-seller CF3 - ci spiega Verdolini - Quella macchina, prodotta dal 2002 sulla base di un mini-escavatore Hitachi da 7 ton, rappresentò un’autentica rivoluzione per il mercato. Oggi, con la nuova CF4, i nostri progettisti hanno alzato ancora di
Crescita nazionale (e non solo) Il mercato italiano visto da Tescar è un orizzonte di opportunità. “Dopo un decennio di regressione totale, dal 2019 il settore interno è in decisa ripresa - conferma Antonello Verdolini - Il merito certo è degli incentivi statali per l’Industria 4.0 e dei vari finanziamenti di sostegno alle imprese. A questo impulso, va aggiunto il ‘rimbalzo’ economico seguito al lockdown produttivo causato dalla pandemia. Senza contare le speranze e l’ottimismo indotti dal PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, basato sugli ingenti, attesi finanziamenti europei). Stiamo parlando comunque di una congiuntura incredibile che anche noi in Tescar stiamo vivendo appieno. Siamo passati da margini del 6-7% annui, registrati fino al 2028, all’attuale 25%. Questa ripresa notevolissima del mercato interno ci ha permesso di supplire all’arretramento di mercati per noi importanti e fondamentali, come quello sudamericano e del Medio Oriente. Le macchine più vendute in Italia? Dalla più piccola della gamma, il modello CF1, fino alla CF8, a conferma di un’identità di mercato ben precisa”. Guardando all’estero, il mercato stagnante in America Latina e in Medio Oriente non deve far dimenticare il successo crescente delle macchine Tescar in tutto l’Est europeo. “Un riscontro di vendite notevole, in aumento del 70% per un panorama che comprende Russia, Romania, Bulgaria, Serbia, Croazia, Bosnia, Ungheria, e Repubblica Ceca - riporta Verdolini - Senza contare la crescita di clienti in paesi di riferimento come la Germania e l’Inghilterra. In ambito internazionale, l’export delle nostre macchine è sempre più diffuso in Australia e Nuova Zelanda (per noi, davvero un mercato chiave), nel Nord America, nel Sud-est asiatico (India, Thailandia, Filippine, Malesia e Giappone)”.
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CF3 S Plus, una personalità speciale Tra i prodotti inediti e recenti di Tescar, va citata in primo piano la nuova perforatrice idraulica CF3 S Plus. Dotata di una speciale torre divisa in tre sezioni telescopiche - con dispositivo controslitta per abbassare il gruppo mast a terra - la macchina può raggiungere un’altezza minima di lavoro di 3.000 mm. La CF3 S Plus è dotata di un kelly bar con bloccaggio a cremagliera, per una profondità di lavoro massima di 23 m. Con una larghezza minima del sottocarro di 2.320 mm, questo modello può spostarsi in ambiti di cantiere molto stretti e in aree a ingresso limitato. Il sottocarro, inoltre, è dotato di cingoli in gomma per lavorare agevolmente su qualunque superficie. La rotary a doppio motore sviluppa una coppia di 45 kNm.
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più l’asticella tecnologica dell’innovazione. Questa perforatrice compatta è dotata di un parallelogramma cinematico concepito per ottenere maggiore spazio sotto alla rotary e ricavare un maggiore interasse per poter lavorare a maggiore distanza dalla torretta. La CF4 può anche essere equipaggiata con sottocarro allargabile per migliorarne la stabilità in qualsiasi assetto di lavoro (specialmente se la macchina viene equipaggiata in modalità CFA per operare fino a 12 m di profondità, con diametri da 600 mm). Con la CF4 è stato incrementato il diametro di perfo-
razione - quindi, l’interasse fronte mast - e raddoppiato la dotazione di motori della rotary (completamente ridisegnata rispetto a quella della CF3). La rotary arriva a una potenza di 50 kNm e in versione kelly bar può arrivare fino a 28 m di profondità, per diametri di perforazione da 1.100 mm. Nella versione per micropali, a rotazione o a distruzione con martello fondo foro, la CF4 offre una corsa unica di 9 m, con doppia morsa del diametro di 350 mm. Il tiro-spinta a catena arriva alle 8 ton e la macchina può essere allestita anche in versione per diaframmi, una variante adottata soprattutto all’estero per la costruzione di piccole paratie”. L’eredità storica della base-escavatore è garantita dalla dotazione di un carro speciale Eurocomach ESP100 UR4, propulso
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da un motore overboost Stage V e di un impianto idraulico dedicato che permette alla nuova CF4 di montare proprio la nuova rotary con doppio motore in grado di sfruttare la coppia già menzionata di 50 kNm. “La lunghezza della torre permette di lavorare con un kelly bar a bloccaggio di 28 m - sottolinea ancora Verdolini - All’operatore è data la possibilità di rimuovere la sezione superiore della torre per ridurre l’altezza totale e lavorare sotto i 6 m con uno speciale kelly bar ‘corto’ per una quota 15 m di profondità. Se vogliamo parlare della versatilità di trasporto, ricordiamo che la CF4 ha una larghezza massima di 2.320 mm e grazie al mast regolarmente ribaltabile all’indietro, permette all’operatore di caricare altre attrezzature e mezzi di manovra su uno stesso camion”. La CF4 è la punta di diamante per un mercato dalle molte promesse, soprattutto in Italia. “Proprio sul modello d’avanguardia della CF4, abbiamo sviluppato alcuni modelli compatti ideali proprio per le imprese di perforazione italiane - conferma il direttore commerciale di Tescar - Negli anni passati, in seguito ai programmi di ricostruzione post-sisma che ha coinvolto i territori del Centro-Italia, la richiesta di modelli speciali e di piccole dimensioni ha rafforzato l’identità del nostro mercato interno. Abbiamo avuto diverse unità operative nel cratere dell’Aquila e nei territori della provincia di Modena, con miniperforatrici da micropali destinate a opere di consolidamento e rinforzo, oltre a perforatrici compatte per pali di medio-grande diametro, da 400 a 1.000 mm”. Un’identità, quella delle macchine Tescar, contraddistinta dal vantaggio di poter accedere e lavorare in luoghi proibitivi per altri modelli standard dei costruttori concorrenti. “Le nostre unità CF operano senza difficoltà all’interno degli edifici, qualora sia richiesto un intervento di ripristino strutturale delle fondamenta, di qualsiasi entità si tratti e a seconda del grado di danneggiamento - specifica ancora Antonello Verdolini Oltre agli interventi nelle zone terremotate, i modelli Tescar possono affrontare, da sempre, con la massima efficacia, interventi di palificazione per piccoli e medi diametri. La nostra vocazione alla flessibilità in cantiere è declinata al progetto di macchine agili e dalle dimensio-
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ni contenute, con una notevole potenza sviluppata da impianti idraulici concepiti per le massime prestazioni. Le basi-escavatore di oggi, poi, sono di assoluta eccellenza sotto il profilo oleodinamico e testimoniano la ricerca tecnologica portata avanti dai maggiori produttori Construction in ambito internazionale.
Con un punto d’onore dovuto all’Italia, che ha il privilegio di poter contare su costruttori d’avanguardia come Eurocomach, al nostro fianco da molti anni e autore addirittura di un progetto ad hoc come l’ESP100 UR4, un traguardo tecnologico specifico e straordinario per le applicazioni di perforazione”.
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LA PIÙ AUTOREVOLE RIVISTA INTERNAZIONALE DI MACCHINE ATTREZZATURE E TECNOLOGIE PER LE PERFORAZIONI
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Fondazioni Speciali | Fondamenta Special Foundations
Mareterra, come un sogno mediterraneo Con la conclusione, nell’autunno scorso, dell’ultimo getto di fondazione dell’opera urbana e residenziale più ambiziosa d’Europa, l’Anse du Portier ora è pronta a disegnare gli spazi di un’isola artificiale sviluppata nel solco dell’eco-sostenibilità più avanzata
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Patrice Pastor assiste personalmente all’ultimo getto di fondazione dell’Anse du Portier
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er l’ultimo getto di fondazione, la sinergia delle squadre al lavoro di Fondamenta e Sogefon ha prodotto tutta l’emozione di un evento che rimarrà negli annali delle grandi opere residenziali d’Europa. Stiamo parlando del momento finale - arrivato al suo compimento supremo lo scorso 14 ottobre - della “concrete base” su cui si insedierà lo straordinario complesso di Mareterra, il progetto firmato da Renzo Piano, Denis
Valode e Michel Desvigne che disegna una nuova isola galleggiante nel Principato di Monaco, ricavata in un braccio di mare che conterrà spazi residenziali, culturali e ricreativi - a celebrazione dello spirito del Mediterraneo e, naturalmente, dell’eccellenza riferita alle più avanzate tecnologie di costruzione.
Maestri italiani A impressionare è lo sforzo realizzativo testimoniato dalla stessa estensione in mare del quartiere Mareterra. L’opera - in capo alla SAM L’Anse du Portier, un consorzio monegasco di imprese composto da Bouygues Travaux Publics, J.-B. Pastor & Fils ed En.ge.co. - poggia letteralmente su 18 cassoni di calcestruzzo prefabbricati galleggianti (del peso, ciascuno, di circa 24.000 tonnellate), la cui realizzazione è stata completata nel 2019 per formare la cintura di delimitazione dell’area - della lunghezza complessiva di 500 metri e insediata a una profondità di 20 metri su una collina sottomarina realizzata appositamente con 450.000 metri cubi di sabbia d’estrazione. Va sottolineato il fatto - rimarchevole, sempre per il know-how made in Italy, distintivo di gran parte del progetto Mareterra - che l’anima resistenziale di questi cassoni è formata da gabbie assemblate per pali di fondazione, realizzate appositamente dalla Presider di Borgaro Torinese, che ha lavorato le oltre 7.000 tonnellate di acciaio fornite dalla bresciana Feralpi. Successivamente - restando sempre nell’ambito dell’eccellenza italiana - Fondamenta e Sogefon si sono occupate della
realizzazione della vasta piattaforma di fondazione che sostiene l’intero complesso residenziale. “Si è trattato di un impegno straordinario, per dimensioni e difficoltà tecniche - rileva l’ingegner Paolo Muneretto, socio e consigliere di amministrazione di Fondamenta, presenza d’eccezione in prima fila, con tutta la squadra tecnico-esecutiva dell’impresa milanese, alla celebrazione dell’ultimo getto - Questa piattaforma di fondazione ha richiesto la realizzazione di 1.100 pali rivestiti trivellati. Una lavorazione che ha compreso diametri fino a 1.800 mm, a una profondità di 65 m, con lo riempimento a mare come condizione limite comprovata per un palo trivellato. Questa tipologia di applicazione realizzata in ambiente acquatico, infatti, fa sì che il terreno ‘stringa’ immediatamente sul tubo, provocando un grado di attrito superficiale elevatissimo. Per la profondità di molti pali e la notevole lunghezza delle gabbie sono state create delle coppie di ‘pali garage’ di circa 60 m, non riempiti, che sono stati utilizzati per pre-assemblare completamente le gabbie e permettere di effettuare tiri in battuta unica di gabbie da 50/60 m di lunghezza”. I 1.100 pali trivellati hanno coperto circa 39.000 metri lineari (per 25.000 metri di pali con rivestimento definitivo e 14.000 con rivestimento temporaneo), per diametri di 1.800, 1.500, 1.200 e 1.000 mm, con una produzione media di 20 pali alla settimana. Un’impresa che ha testimoniato ancora una volta l’eccellenza di Fondamenta e Sogefon nelle numerose lavorazioni che sono state affidate alle due realtà societarie gemelle specializzate in fondazioni speciali.
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Complessità risolutiva L’evento del getto finale della piattaforma di fondazione per Mareterra ha visto l’importante presenza di Patrice Pastor, proprietario e presidente della J.-B. Pastor & Fils, la più importante impresa di co-
struzioni monegasca, protagonista degli interventi di trasformazione che continuano a ridisegnare l’antropizzazione del territorio monegasco, secondo caratteristiche di sostenibilità e avanguardia senza confronti a livello mondiale. Mareterra, negli effetti, è il progetto esemplare di
tecniche costruttive pionieristiche e sostenibili, con una priorità assoluta affidata a una serie di misure che riguardano l’ecosistema, la sostenibilità dell’insediamento e lo sviluppo responsabile dello stesso quartiere residenziale a favore della conservazione costante delle prerogative naturali dell’ambiente. Questo eco-distretto si trova, infatti, tra le riserve marine di Larvotto e Spélugues, entrambe tutelate da normative internazionali ed europee - oltre che dalla rigida tutela legislativa del Principato di Monaco - Prima della costruzione vera e propria, quindi, sono stati effettuati sondaggi e analisi approfondite per determinare il potenziale impatto ambientale dell’insediamento. Un comitato di esperti, scienziati e biologi marini è stato incaricato di individuare misure indefettibili per evitare, ridurre e compensare l’impatto del cantiere. Dalla sostenibilità preventiva, si è poi giunti all’esordio vero e proprio dei lavori di fondazione, successivi alla posa dei cassoni di delimitazione dell’area. Un esordio che ha previsto, come preambolo esecutivo, tre pali di prova effettuati per la prima volta sul territorio francese - con l’utilizzo di celle Osterberg, ossia
La planimetria di progetto delle fondazioni per Mareterra
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Fondazioni, Perforazione Pozzi, Gallerie, Geotecnica, Industria Estrattiva-Mineraria
La squadra in cantiere di Fondamenta posa in esclusiva con Perforare
di una serie di dispositivi a perdere guidati idraulicamente, calibrati e sollevati con martinetti e installati all’interno delle unità di fondazione. Funzionando in due
direzioni, verso l’alto con il taglio laterale e verso il basso con la reazione di base, la O-cell separa automaticamente i dati di resistenza.
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Un approccio estremamente calibrato e analitico, in relazione agli stessi vincoli impegnativi vigenti sul territorio monegasco e alle obiettive difficoltà realizzati
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previste dal cantiere Mareterra. Tra le peculiarità del cantiere, rimarchiamo i 14.000 metri di pali con classico rivestimento a doppia parete e recupero, con i restanti 25.000 metri caratterizzati da rivestimento definitivo. Una scelta consigliata dalla considerazione opportuna che il rivestimento usato in fase di scavo, a singola parete, rimane nel terreno, diventando parte integrante del palo definitivo. Scelta tecnica quantomai raccomandabile, in relazione alle caratteristiche del cantiere dell’Anse du Portier, contraddistinto dall’evidente problema di attrito negativo in tutta l’area di riempimento - quindi, dai confini della costa attuale fino a 25 m dai cassoni a mare. Tutti i pali con rivestimento a recupero, invece, si trovano nell’area a riempimento grossolano, con pezzatura da 20 a 180 mm, situata a ridosso dei cassoni.
Un orizzonte che parte dalla natura Ora l’isola di Mareterra può salpare, sul fronte del mare di Montecarlo. Sarà un quartiere in gran parte pedonale, con un parco lussureggiante, un’elegante passeggiata sul lungomare, un piccolo porto, un parcheggio sotterraneo e insediamenti d’élite di carattere residenziale e commerciale. Il masterplan è stato attentamente concepito per integrarsi con la costa, da Port Hercule alla spiaggia del Larvotto. Tra le attrattive, vanno menzionati diversi highlights. In primis, il Petit Portier, un piccolo porto turistico da 15 posti barca, circondato da una piazza elegante che ospiterà negozi e ristoranti. A seguire, La Pinède e la Vallée, luogo naturalistico urbano testimone della topografia na-
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turale e della flora autoctona della costa mediterranea, insediato sulla collina di Mareterra. L’Esplanade e Promenade Prince Jacques, invece, abbracceranno la costa dal nuovo porto fino al Grimaldi Forum, prefigurando uno degli spazi pubblici più frequentati dai monegaschi. Declinando al limitare della spiaggia del Larvotto, la più famosa di Montecarlo, un’oasi balneare valorizzata sotto il profilo del glamour dai negozi ridisegnati dal Renzo Piano Building Workshop, per una ristrutturazione che rappresenterà la continuità e la coerenza dello sviluppo di Mareterra. Gli residenziali, poi, avranno caratteristiche uniche, all’interno di un insieme di edifici che si elevano in scala da est a ovest. Il complesso comprenderà alcune ville costiere e collinari, delimitate dal profile di Le Renzo, il grattacielo concepito da Renzo Piano Building Workshop, secondo la forma di un vaso frammentato, ispirato dagli elementi naturali che lo circondano.
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Fondazioni Speciali | Casagrande Special Foundations
Sulle rotaie del Cairo Nel progetto Monorail delle ferrovie egiziane, la scelta dell’impresa The Arab Contractors ha privilegiato due unità B400XP-2 di ultima generazione. Ideale per pali trivellati di grande diametro su terreni molto impegnativi
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e strade (ferrate) verso Oriente non hanno confini per la qualità delle macchine italiane. Specialmente se parliamo di fondazioni speciali. La metafora ferroviaria, in questo caso, non è solo un’immagine evocativa ma riprende la realtà di una committenza prestigiosa. Casagrande ha recentemente fornito all’impresa egiziana The Arab Contractors, due modelli idraulici di ultima generazione B400XP-2, da impiegare nel progetto Monorail, al Cairo, per pali di grande diametro da 2.000 a 2.600 mm, a una quota da 20 a 40 m di profondità. Le due untà B400 XP-2 sono allestite con argano pull-down, nella versione extended, con prolunga mast e interasse di perforazione maggiorato per realizzare diametri fino a 3.100 mm, per profondità fino a 99 m. Grazie alla rotary H47 capace di erogare una coppia di 470 kNm, alle aste telescopiche HD e a un potente argano con forza di estrazione di 415 kN, il modello B400 XP-2 , anche in questo caso specifico, ha dato prova di macchina ideale per perforazioni profonde con diametri elevati e in terreni particolarmente impegnativi. L’argano pulldown da 600 kN e la corsa di 21 m della rotary facilitano l’impiego di tubi colonna. La Casagrande B400 XP-2, negli effetti, è una macchina multifunzione progettata nello specifico per l’esecuzione di pali trivellati con aste telescopiche e rivestimento di diametro massimo pari a 3.500 mm e per una profondità massima di perforazione di 99 m così come l’esecuzione di
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Ergonomica e accessibile La livrea della B400 XP-2 offre la massima accessibilità e sicurezza nelle fasi di manutenzione. Le fiancate a elevazione elettroidraulica automatica e l’apertura completa del vano motore e argani consentono la massima accessibilità. Gli altri benefit ergonomici contemplano le pedane laterali ripiegabili (opzionali) e le fiancate sollevate che diventano balaustre di protezione durante le attività di manutenzione nella parte alta della macchina.
pali CFA per 35 m di profondità di perforazione. Le macchine al lavoro in Egitto sono dotate del sistema CDS-Control Descend System, che consente di regolare l’avanzamento dell’argano pull down per l’inserimento ottimale del rivestimento in funzione delle condizioni di cantiere. L’operatore deve solo impostare forza e la velocità del sistema di avanzamento della testa H47 e i sistemi XP-2 controllano in automatico le operazioni. Un potente motore diesel da 450 kW, conforme alle più recenti normative sulle emissioni EU Stage V, aziona tutte le funzioni di lavoro della macchina che ha una massa di circa 130 t. Il B400XP-2 è dotato, inoltre, dei nuovi sistemi CFM e CDR di controllo e monitoraggio remoto sviluppati appositamente per la gamma di macchine Casagrande della serie XP-2. Le innovazioni contemplate nella XP Series di Casagrande comprendono all’origine progettuale, notevoli plus a vantaggio della produttività in campo delle macchine. Il sistema di controllo Smart Power Management (SPM) permette una gestione intelligente della potenza del motore, aumentando le prestazioni e la produttività delle macchine. Questo sistema SPM monitora i flussi di potenza istantanei e destina in tempo reale la piena potenza disponibile alle funzioni di lavoro, affinché. Gli impianti idraulici di potenza di XP Series adottano la tecnologia Full Load Sensing (FLS). A differenza dei comuni sistemi di gestione idraulica, il sistema FLS, tramite una retroazione
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tra pompe e distributori, porta in pressione solo la quantità di olio richiesta istantaneamente dagli utilizzi. Ciò permette di gestire la richiesta di potenza e di ridurre le dissipazioni, ottenendo un risparmio di carburante fi no al 25% (calcolato su un ciclo di lavoro teorico).
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la funzione di lavoro abbia sempre a disposizione la massima potenza possibile. Il sistema di comando e controllo delle XP offre una serie di vantaggi per l’operatore, dal monitoraggio di tutte le funzioni lavorative, alla diagnostica dei sistemi di lavoro per garantire il costante monitoraggio
dello stato dei sensori e dei componenti, dalla facile conversione di qualsiasi tipologia di perforazione (senza la necessità di operazioni manuali) alla personalizzazione dei parametri di lavoro e assistenza, della diagnostica e del monitoraggio remoto della macchina stessa.
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Fondazioni | Perforazione| Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria Fondazioni Perforazione pozzi | Gallerie THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING
Anno 7 - Maggio/Agosto2021
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Benvenuti nel mondo che avevamo sognato 30 anni fa!
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THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING Anno 7 - Settembre/Ottobre 2021
THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING Anno 7 - Febbraio/Aprile 2021
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La Rivista “Perforare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
pubblicata dal 2015, è l’evoluzione cartacea del portale www.perforare.it, l’unico in Italia specializzato nei settori delle perforazioni verticali, orizzontali e direzionali, il tunnelling, le fondazioni speciali, la geotecnica, la bonifica e il consolidamento dei terreni e l’industria estrattiva.
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Anno 7 - Novembre/Gennaio 2022
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Fondazioni Speciali | Espi Engineering Special Foundations
La luce verde della competenza A Castelfranco Emilia, per la famiglia Govoni le macchine da fondazione sono state al centro di una storia imprenditoriale unica, fatta di know-how nel revamping più complesso e di consulenza ad alto livello. Oggi, nelle parole di Francesco Pezzoni, scopriamo tutto il valore e la qualità di un dealer fuoriclasse, fondamentale per il successo della gamma Sennebogen in Italia
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Francesco Pezzoni
Stefano Govoni
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crivi Espi Engineering e pensi alla competenza più vasta per le gru cingolate adatte all’heavy lifting e alle fondazioni speciali. L’impresa di Castelfranco Emilia (Mo) è da 50 anni un punto di riferimento per la consulenza sull’usato e il revamping delle lattice boom cranes destinate alle lavorazioni più difficili e impegnative. Oggi il core business si è decisamente diretto alla vendita e al noleggio delle macchine nuove del marchio internazionale Sennebogen, storico costruttore tedesco che ha trovato nella struttura di Espi un alleato formidabile per la diffusione in Italia delle linee di prodotto Duty Cicle Crane & Dragline, Crawler Crane e gru telescopiche (che attualmente si stanno rivelando best-seller series nel nostro ambito nazionale). Tutto il valore di questa offerta è stato portato all’ultimo Geofluid 2021 e anche al GIS, le Giornate Italiane del Sollevamento, con la rivelazione di una gamma telescopica che va dalle 16 alle 130 ton di capacità (dal modello 613E al 6133E). Il caleidoscopio delle applicazioni va dalla posa di pipeline ai grandi cantieri di fondazione, dalle costruzioni speciali ai montaggi industriali. Le grandi Crawler Crane, invece, comprendono modelli dalle 50 ton alle 300 ton (partendo dal modello più piccolo 1100E, fino al 7700G). Questo panorama di prodotti unico non potrebbe dipanarsi in modo così brillante se alle spalle della distribuzione di Sennebogen in Italia non ci fosse proprio Espi Engineering, nata ufficialmente nel 2006, ma in realtà dalle origini ben più lontane che risalgono addirittura al 1964. Allora, nell’officina meccanica fondata da Loredano Govoni - padre del patron attuale, Stefano Govoni - prende vita una piccola attività di commercio e riparazione di gru cingolate ed escavatori a fune. All’inizio degli anni Ottanta, sulla scorta dei risultati ottenuti nel primo ventennio dì attività, avviene la svolta con la costituzione di
Espi e il conseguente ampliamento degli ambiti operativi. L’eredità e il talento raccolti da Stefano Govoni si declinano con successo al commercio dì macchine nuove e usate e ai servizi di riparazione e assistenza, con il supporto di un fornito magazzino ricambi, la realizzazione di macchine destinate ad applicazioni speciali e un’attività di noleggio di prim’ordine. Oggi, come dicevamo, Stefano Govoni sta preparando la terza generazione imprenditoriale e il timone organizzativo-commerciale di Espi Engineering conta sempre di più sul lavoro direttivo del nipote, Francesco Pezzoni, che abbiamo intervistato in esclusiva proprio nel corso della kermesse di Geofluid 2021, negli spazi di Piacenza Expo.
Francesco, la tradizione che lei raccoglie in questo momento storico per Espi Engineering parte da lontano, dalla grande competenza di famiglia nel revamping di gru da fondazione cingolate. Un talento che suo zio, Stefano Govoni, ha portato ai massimi livelli, nel corso degli ultimi 40 anni. Senz’altro è una tradizione che non abbandoniamo. Oggi il revamping delle lattine boom cranes da fondazione, però, è un aspetto dell’attività di Espi Engineering che si affianca alla partnership commerciale primaria con Sennebogen. Negli anni recenti del nostro sodalizio, abbiamo venduto più di 50 macchine e l’attività di noleggio è servita e serve ancora a promuovere il valore della gamma tedesca. Adesso
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sembra che tutto sia facile, nella vendita di macchine nuove ma fino a ieri non c’erano i super incentivi e i super ammortamenti. Con Stefano Govoni, ci siamo impegnati a fondo per far conoscere una gamma ancora poco frequentata dal pubblico italiano degli operatori di fondazioni speciali. Quali modelli hanno contraddistinto la vostra fortuna commerciale, nel corso degli ultimi anni? Inizialmente soprattutto le tipologie tralicciate, che continuiamo a vendere anche oggi con un certo successo, soprattutto per applicazioni con diaframmi e scavi a notevoli profondità. Ma la scommessa vincente, oggi, riguarda la gamma Sennebogen delle gru cingolate telescopiche, impiegate soprattutto come macchine di servizio per il carico e lo scarico di attrezzature perché la messa in opera è molto più flessibile, non comporta operazioni di montaggio complesse (per il braccio, ad esempio), si adattano bene ad applicazioni come la vibrazione a frequenza, assicura stabilità e sicurezza praticamente in ogni situazione. La linea cingolata telescopica di Sennebogen oggi si sta vedendo molto in Italia ed è un risultato a cui siamo arrivati, in Espi Engineering, attraverso una
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promozione in campo a tamburo battente, destinando i modelli ai grandi cantieri attraverso il noleggio e la prova diretta da parte delle imprese più importanti. Chi, in particolare, vi richiede le gru telescopiche Sennebogen? La linea telescopica Sennebogen sta prendendo molto piede tra le aziende di palificazione, che utilizzano queste gru come macchine di servizio, per movimentare e mettere a terra le gabbie, per operazioni di scarico e per molto altro ancora. L’infissione delle palancole è un’operazione che diventa della massima praticità e sicurezza con una gru telescopica. Tutte le nostre macchine hanno l’opzione di guida da remoto e sono dotate di sistemi di controllo all’avanguardia. Ma il core business delle nostre vendite Sennebogen riguarda i grandi cantieri di imprese primarie italiane. Gli esempi non mancano. Una flotta di quattro unità Sennebogen, tra modelli tralicciati e telescopici, era al lavoro nel Principato di Monaco, altri sono protagonisti nei cantieri del gasdotto TAP al servizio di diverse imprese. Senza contare l’acquisto di macchine Sennebogen per i lavori che riguardano il grande progetto Ravenna Port Hub. Diciamo che l’impor-
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tanza di Sennebogen in Italia è stata conquistata direttamente sul campo. Insieme alla crescente importanza di Espi Engineering. Certamente l’autorevolezza l’avevamo conquistata anche prima. L’azienda di famiglia la fondò mio nonno e sono 57 anni che siamo sul mercato, con la fama di una competenza unica in Italia. Siamo diventati maestri del revamping perché abbiamo una conoscenza totale delle gru da fondazione; ai clienti ci proponiamo come consulenti totali, per cercare, a vantaggio di chi si affida a noi, sempre la macchina giusta per l’applicazione specifica. Assicuriamo un servizio post-vendita e ricambi irreprensibile e interveniamo in tutta Italia e anche fuori dai confini per ogni esigenza dell’impresa-cliente. I nostri investimenti più recenti sono andati di pari passo con quelli
realizzati da Sennebogen. In Germania hanno ampliato lestrutture produttive, si sono dotati di un nuovo magazzino robotizzato, all’avanguardia. Noi l’anno scorso abbiamo acquisito tre capannoni nuovi per ampliarci, per realizzare le verniciature e per ricavare un magazzino nuovo, tra le altre cose. Più spazio per nuovi progetti e ancora più spinta alla nostra voglia di fare e di migliorare le performance aziendali. Sempre guardando alla qualità di ciò che proponiamo e a macchine e progetti che siamo sempre a misura del cliente.
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Fondazioni Speciali | Bauer Special Foundations
Nel cuore profondo di Vienna Per la nuova metropolitana, sono stati realizzati i pali trivellati più profondi mai eseguiti nella capitale austriaca, con un diametro di 1.180 mm e una profondità di perforazione di 61 m
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a rete dei trasporti pubblici di Vienna comprende attualmente circa 1.150 km, cinque linee di metropolitana, 28 linee di tram e 131 linee di autobus. Attualmente, la rete metropolitana è oggetto di un rinnovamento strutturale importante, con una ridefinizione del percorso per la linea U2 e la costruzione della nuova linea U5. L’ampliamento dell’attraversamento U2xU5 sarà realizzato in due fasi. La prima prevede l’estensione della U2 dalla stazione Rathaus a Matzleinsdorfer Platz, insieme al percorso della U5 da Karlsplatz a Frankhplatz. La successiva seconda fase di costruzione, che prevede la realizzazione delle stazioni U5 fino a Hernals e delle stazioni U2 fino a Wienerberg, è attualmente in fase di progettazione. Bauer Spezialtiefbau Ges.mbH, controllata austriaca di Bauer Spezialtiefbau GmbH, è stata incaricata dalla joint venture omonima U2xU5, composta dalle società Swietelsky AG, Hochtief Infrastructure GmbH e Habau Hoch- und Tiefbaugesellschaft mbH, di realizzare circa 35.000 m di pali con un diametro di 620 mm, 880 mm, 1.180 mm e profondità di perforazione fino a 61 m per nove pozzi e per le strutture delle stazioni nel centro della capitale austriaca (sezioni contrattuali U2/22 e U5/2). Per questo, da aprile 2021 fino all’autunno 2022 sono in progressiva messa in opera cinque grandi impianti di perforazione a rotazione. La geologia prevalente nell’area di progetto è caratterizzata da depositi del Bacino di Vienna (Miocene), che sono ricoperti
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da rinterro, terriccio di loess e ghiaia quaternaria. Contrariamente ai tratti compresi tra le stazioni della U2 Matzleinsdorfer Platz e Neubaugasse, dove le gallerie di linea in costruzione sono generalmente in strati miocenici (terreno Wiener Tegel), gli assi delle gallerie nell’area in cui Bauer Spezialtiefbau sta realizzando le opere tra Rathaus e Schottentor sono situate negli strati acquiferi quaternari. A causa di questi corpi idrici liberi collegati nella ghiaia di quarzo, in combinazione con le acque sotterranee confinate degli strati sabbiosi del Miocene, i pali trivellati incorporati negli strati del Miocene devono generalmente essere costruiti sotto carico d’acqua. Quando si tratta della costruzione dei pali trivellati, le successive attività di costruzione e i lavori di ampliamento nella maggior parte delle sezioni di costruzione richiedono il rispetto di requisiti di tolleranza più elevati rispetto alla norma. I requisiti includono la precisione di perforazione con una deviazione massima dell’inclinazione dell’1% rispetto alla profondità di perforazione dalla superficie di perforazione e l’uso di una dima di perforazione che deve essere costruita con precisione al livello di avvicinamento fino a +/- 3 cm. Per quanto riguarda l’impianto successivo delle strutture, per prevenire eventuali correnti di disturbo durante il funzionamento della metropolitana, almeno il 10% della sezione trasversale massima
per tutte le gabbie di armatura deve essere collegata e integrata nella struttura complessiva. I collegamenti tra le barre di armatura, che sono sovrapposte fino a cinque sezioni di gabbia per palo, vengono eseguite saldando direttamente le barre di armatura mediante un cordone di saldatura di 4 cm. Il clou dell’opera è la costruzione dei pali trivellati più profondi mai eseguiti a Vienna sulla struttura di collegamento Schottentor – con un diametro di 1.180 mm e una profondità di perforazione di 61 m. A causa della nuova disposizione del tracciato, si è reso necessario un ampliamen-
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to della galleria, per cui i pali assumono funzioni diverse a seconda dei gruppi corrispondenti. Ad esempio, il muro di pile contiguo sul lato dell’università sostituirà il diaframma rimosso in quest’area e devierà ulteriormente i carichi derivanti dalla campata di supporto estesa nel sottosuolo. Le elevate concentrazioni di carico dovute alle condizioni statiche laterali e alla ridistribuzione del carico rendono necessaria la costruzione di un gruppo di pali a 2 file nell’area Universität Ost e la costruzione di pali lunghi 55 m con una profondità di perforazione di 61 m nell’area Universität Mitte, che successivamen-
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te formerà anche una parte della parete del tunnel. In base alle condizioni del suolo prevalenti in questa sezione parziale, i pali più profondi, della lunghezza di 61 m, saranno parzialmente rivestiti fino a una profondità di circa 30 m e oltre, con impiego di bentonite. Per l’ambizioso programma previsto dai lavori, su questa sezione sarà idealmente costruito un palo di 61 m al giorno, in condizioni di spazio complesse e limitate, lavorando su 2 turni con una perforatrice Bauer BG 45. Grazie all’utilizzo del software b-project di Bauer, tutti i dati relativi alla realizzazione dei pali vengono raccolti e elaborati elettronicamente. Inoltre, viene applicato il sistema di controllo del processo Bauer, per garantire l’efficienza e la continuità della produzione. Alla fine del 2021, circa il 75% dei servizi commissionati è stato concluso nei tempi previsti. Nel corso del 2022 proseguiranno i lavori nell’area compresa tra Universität e Votivpark e sui pozzi per Landesgerichtstraße, Schwarzspanierstraße e Frankhplatz Süd.
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Deep in the heart of Vienna Vienna’s public transport network currently encompasses approximately 1,150 km, five subway lines, 28 tram lines and 131 bus lines carry passengers to their destinations. As one of the most important infrastructure measures in Vienna, the subway network is being modernized with a new route layout for the U2 line as well as the construction of the new U5 subway line. The expansion of the U2xU5 line crossing will be carried out in two construction stages, whereby the first construction stage includes the extension of the U2 from the Rathaus station to Matzleinsdorfer Platz along with the U5 from Karlsplatz to Frankhplatz. The subsequent second stage of construction, which involves the construction of the U5 stations until Hernals and the U2 stations until Wienerberg, is currently in the planning phase. Bauer Spezialtiefbau Ges.m.b.H., the Austrian subsidiary of Bauer Spezialtiefbau GmbH, was commissioned by the joint venture U2xU5, comprising the companies Swietelsky AG, Hochtief Infrastructure GmbH and Habau Hoch- und Tiefbaugesellschaft m.b.H., to construct approximately 35,000 m of piles with diameters of 620 mm, 880 mm, 1,180 mm and drilling depths of up to 61 m for nine shafts and station structures in the middle of the city center of the Austrian capital (contract sections U2/22 & U5/2). For this purpose, up to five large rotary drilling rigs are being mobilized in the period from April 2021 to fall 2022. The prevailing geology in the project area is characterized by deposits from the Vienna Basin (Miocene), which are overlaid with backfill, loess loam and water-bearing quaternary gravel. In contrast to the contract sections between the U2 stations Matzleinsdorfer Platz and Neubaugasse, where the line tunnels under construction are generally in Miocene
(Wiener Tegel soil) layers, the tunnel axes in the area where Bauer Spezialtiefbau is carrying out work between Rathaus and Schottentor are situated in the water-bearing quaternary layers. Due to these connected free bodies of water in the quartz gravel, in combination with the confined groundwater of the sandy Miocene layers, bored piles embedded into Miocene layers generally have to be constructed under water load. When it comes to the construction of the bored piles, the subsequent construction tasks and expansion work in most construction sections require compliance with higher tolerance requirements compared to the standard. Requirements include drilling precision with a maximum tilt deviation of 1% with respect to the drilling depth from the drilling surface, and the use of a drilling template that must be constructed precisely at the approach level down to +/- 3 cm. With regard to the later use of the structures, in order to prevent any interference currents during subway operation, at least 10% of the maximum reinforcement cross section for all reinforcement cages must be electrically through-connected and integrated into the overall structure. The connections between the reinforcement bars, which are overlapped by up to five cage sections per pile, are carried out by directly welding the reinforcement bars using a 4 cm welding bead during the installation process on the construction site. The highlight of the work is the construction of the deepest bored piles ever executed in Vienna on the Schottentor connecting structure – with diameters of 1,180 mm and a drilling depth of 61 m. Due to the new route layout, an expansion of the tunnel is required, whereby the piles take on different
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functions depending on their corresponding groups. For example, the contiguous pile wall on the side of the university will replace the diaphragm wall that was removed in this area and additionally divert the loads resulting from the extended support span into the subsoil. The high load concentrations resulting from the static side conditions and load redistributions make it necessary to construct a 2-row pile group in the Universität Ost area and to construction 55 m long piles with a drilling depth of 61 m in the area Universität Mitte, which will subsequently also form a part of the tunnel wall. Based on the prevailing soil conditions in this partial section, the deepest piles in Vienna with a drilling length of 61 m will be partially cased up to depths of approximately 30 m, and beyond that under bentonite support. Given the ambitious predefined construction schedule, one 61 m pile per working day will ideally be constructed on this section under challenging, very limited spatial conditions in 2-shift work using a Bauer BG 45 drilling rig. Thanks to the use of the digitalization software “b-project” from Bauer Spezialtiefbau GmbH, all pile construction data are collected and processed electronically. In addition, a process-oriented construction/production system is applied using the Bauer Construction Process, with the aim of guaranteeing the efficiency of all processes on an ongoing basis. By the end of the 2021 calendar year, approximately 75% of the commissioned services were concluded on schedule. During the current year, additional work will be continued in the area between Universität and Votivpark as well as on the shafts for Landesgerichtstraße, Schwarzspanierstraße and Frankhplatz Süd.
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Perforazioni | Comacchio Drilling
Talento compatto e multipurpose Il debutto al Geofluid 2021 ne ha già decretato il successo e l’interesse primario di numerosi clienti italiani e internazionali. Stiamo parlando della nuova CH 150, nata per soddisfare l’esigenza di macchine da pali compatte, installate su carri-base commerciali a garanzia della massima versatilità
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e una macchina ha testimoniato il valore attuale della multifunzionalità per le moderne macchine da perforazione, nello spazio ampio di idee dell’ultimo Geofluid, questa è senz’altro la CH 150 di Comacchio. La genesi di un modello dalle caratteristiche multipurpose così spiccate risale alle necessità - rilevate dal costruttore con l’ascolto e lo sviluppo delle richieste di molti utilizzatori-clienti - di riservare un progetto specifico alla crescente esigenza di macchine da pali compatte, installate su carri-basi commerciali, che si rivolgano alla vasta platea di imprese che operano nel settore delle costruzioni e in molte altri segmenti di applicazione. “Il vantaggio competitivo di questa tipologia di macchina è dato dalla grande versatilità, basata sull’ampio spettro di tecnologie di perforazione utilizzabili, e dalla rapidità e facilità di messa in opera. Tutto questo in un contesto di mercato che richiede sempre più spesso la capacità di operare in spazi ridotti e di difficile accesso, su cantieri che non consentono l’impiego di macchine più tradizionali, pur mantenendo livelli di performance in linea con quelli offerti dalle macchine perforatrici di tipo “convenzionale” – spiegano i tecnici della casa trevigiana. Il concetto si basa sull’utilizzo di un escavatore di media portata (nella classe di peso delle 8-10 ton), a cui viene applicato un mast di perforazione a lunghezza modulare e una testa di rotazione multifunzione che si presta sia alla realizzazione
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In azione ad Altenburg, nei pressi di Lipsia, la CH 150 di Comacchio durante la costruzione di una paratia di pali secanti del diametro di 610 mm, alla profondità di 10 m. La configurazione del cantiere richiedeva alla macchina di operare in condizioni di altezza ridotta a 6,5 m, per la presenza di un ponte.
di pali trivellati (con o senza rivestimento), sia all’esecuzione di pali CFA, tramite dei semplici kit di trasformazione. L’area occupata a terra dalla macchina risulta estremamente ridotta, grazie anche alla configurazione dell’escavatore di base che mantiene la zavorra all’interno dell’ingombro dei cingoli. Con 2320 mm di larghezza e 3075 mm di lunghezza, la CH 150 ha un peso in trasporto pari a 15000 kg e si posiziona nel segmento light-weight della serie CH, ma apre anche la strada a nuovi scenari di sviluppo di questa linea di prodotto. Non mancano infatti nella gamma delle possibili applicazioni della CH 150 ambiti innovativi che esulano dal segmento delle fondazioni, come la realizzazione di pozzi acquiferi con tecnologia kelly. Il mast è dotato di sistema di avanzamento a cilindro che a fronte di ingombri e peso ridotti è in grado di garantire una forza di tiro/spinta pari a 60 kN. Due gli argani che equipaggiano la macchina e che si distinguono dalla media del segmento per le elevate caratteristiche di tiro: un argano principale che offre 65 kN di tiro e un argano ausiliario da 27 kN. Il mast è montato su un braccio a lato cabina, realizzato seguendo la progettazione degli escavatori di grandi dimensioni: questo conferisce maggiore robustezza e rigidità alla macchina. L’amplissimo movimento di sbraccio, considerando anche la possibilità di ruotare il mast in senso
Motore e idraulica, una tradizione di efficienza Grande attenzione nello sviluppo di questa macchina è stata dedicata agli aspetti legati alla sostenibilità ambientale. La CH 150 incorpora un motore Stage V che rispetta le più stringenti normative sulle emissioni, sia a livello europeo che americano. L’esperienza Comacchio ha permesso inoltre di applicare le più moderne tecnologie al sistema idraulico dell’escavatore alla base della CH 150, ottimizzandolo per questa tipologia di utilizzo al fine di garantire la massima produttività a fronte di una maggiore efficienza energetica. Il controllo elettronico del motore diesel da parte del sistema CCS consente in ogni istante all’impianto idraulico di prelevare la massima potenza disponibile, massimizzando così la produttività. Il sistema di raffreddamento dell’impianto idraulico, rispetto a quello dell’escavatore base, è stato potenziato per far fronte, anche nelle condizioni ambientali più impegnative, all’utilizzo intensivo che è tipico di una macchina da perforazione.
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sia longitudinale che trasversale, consente alla CH 150 di raggiungere una grande varietà di posizionamenti, coprendo una vasta area di lavoro e permettendole di lavorare anche in presenza di ostacoli. La stabilità della macchina anche in condizioni di sbraccio massimo (3.600 mm), è data dal carro estensibile, fornito come standard, che in condizioni di lavoro raggiunge i 2.920 mm di larghezza. Questo consente di operare in condizioni di sicurezza anche su cantieri che presentano una conformazione del terreno difficile,
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ad esempio in situazioni di pendenza. Non solo, per una maggiore sicurezza della macchina e dell’operatore Comacchio ha scelto di dotare la CH 150 di appositi dispositivi elettronici che rilevano la posizione e angolazione di lavoro della macchina e permettono di intervenire sui parametri operativi in maniera automatica, prevenendo l’insorgenza di eventuali situazioni di pericolo. Queste scelte costruttive permettono alla CH 150 di classificarsi ai vertici del segmento per livello di sicurezza.
La CH 150 si annuncia come molto promettente anche dal punto di vista della produttività. La testa di rotazione Comacchio CR 4 è infatti in grado di trasferire fino a 44 kNm di coppia nominale e offre all’operatore il vantaggio di poter operare in modalità “potenza costante”, ottimizzando le prestazioni grazie alla regolazione automatica tra velocità di rotazione e coppia rotary. In alternativa la stessa rotary può essere gestita con cambio marcia manuale, mettendo a disposizione fino a cinque marce. La costruzione modulare del mast consente l’utilizzo di kelly bar fino a nove elementi e 3,5 m di lunghezza, con un diametro che raggiunge i 419 mm e la possibilità di installare diametri diversi su richiesta, con minimi adattamenti sulla macchina. Nella versione kelly, la CH 150 permette di realizzare pali fino a 1.000 mm di diametro e può raggiungere una profondità massima di 27 m. La CH 150 prevede inoltre una configurazione per pali CFA, caratterizzata dalla possibilità di esercitare anche una spinta di avanzamento sull’utensile. In configurazione CFA, la macchina offre una forza di estrazione pari a 170 kN e consente di operare con eliche dal diametro massimo di ben 750 mm. La profondità massima dei pali CFA può raggiungere i 12 metri, grazie all’utilizzo di un’apposita prolunga. Oltre alle lavorazioni con kelly ed eliche CFA, la macchina può essere allestita per l’esecuzione di micropali con perforazione a roto-percussione. Previste anche versioni ribassate (cosiddette “low headroom”) della CH 150, pensate per far fronte alla necessità di operare all’interno di edifici o in presenza di strutture sovrastanti. L’impiego di basi commerciali ottimizzate per operare in spazi ristretti garantisce una grande facilità di utilizzo e manovra in qualsiasi condizione di cantiere. Partendo da un design della cabina altamente ergonomico, supportato da comandi elettro-idraulici proporzionali servoassisti, Comacchio ha integrato nell’abitacolo dei sistemi che permettono all’operatore di gestire in maniera estremamente semplice e precisa ogni funzione di traslazione, posizionamento e perforazione, con l’ausilio di sensori che controllano tutti i principali movimenti. Le funzioni di lavoro sono comodamente posizionate sui joystick elettronici con tecnologia CANBUS che consente ampi margini di per-
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Il modello CH 150 è stato acquistato dall’impresa Edilflorio. In questa immagine e nella pagina a fianco, possiamo vedere la macchina al lavoro, in un cantiere di Carunchio, in provincia di Chieti, durante una perforazione del diametro di 600 mm, a una profondità di 9,4 m.
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sonalizzazione e diagnostica, e dotati di sicurezza “uomo morto” senza pulsante, a semplice contatto. La gestione di tutte le funzioni è supportata dal software CCS (Comacchio Control System), che fornisce all’operatore informazioni sui vari aspetti dell’operatività della macchina tramite un comodo display touch screen. Si tratta di uno strumento interamente progettato da Comacchio in un’ottica “user-friendly” che mette l’operatore nelle condizioni di gestire al meglio le funzionalità della macchina, grazie all’utilizzo di sensori che permettono di visualizzare e controllare una serie di parametri, come ad esempio l’inclinazione del mast, la velocità di rotazione della testa o la pressione di spinta sull’utensile. Tramite il display di monitoraggio della macchina si riescono
inoltre a tenere sotto controllo i principali parametri di funzionamento della macchina, compresa la diagnosi di eventuali avarie. Questo sistema può essere integrato con il sistema di monitoraggio remoto ComNect, sviluppato da Comacchio per la gestione remota della flotta. ComNect fornisce al cliente informazioni in tempo reale sullo stato della macchina e le sue prestazioni. È facilmente accessibile da PC o dispositivi mobili autorizzati tramite un portale dedicato, e può essere utilizzato per l’analisi dei dati operativi, la creazione di report di produzione e la pianificazione delle manutenzioni. ComNect permette inoltre al service Comacchio di effettuare la diagnosi da remoto di eventuali errori, facilitando l’intervento dei tecnici e riducendo i tempi di fermo macchina.
La CH 150 della flotta noleggio di M2 Machinery GmbH, in Germania, è stata impiegata per la realizzazione di pali per una berlinese con profondità fino a 8 metri e 610 mm di diametro, con la successiva installazione di putrelle da 350 mm e 7 m di lunghezza. Il cantiere era localizzato nella cittadina tedesca di Happenheim.
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Perforazioni | H2IT Drilling
Idrogeno, nel profondo del futuro Intervista esclusiva ad Alberto Dossi, presidente di H2IT, testa di ponte rappresentativa di un elemento cardine della transizione ecologica nell’industria globale. Con l’Italia protagonista in prima linea
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i scrive H2IT e questa denominazione sintetica e di sentore inconfondibilmente scientifico corrisponde all’Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile, costituita nel 2005 come realtà consociativa autonoma che promuove l’idrogeno nelle sue istanze di ricerca tecnologica e nello sviluppo dei sistemi di produzione e di utilizzo per un elemento fondamentale dell’attuale transizione energetica globale. Da sempre H2IT si è posta l’obiettivo di stimolare la creazione delle infrastrut-
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ture necessarie per l’impiego dell’idrogeno nella nostra vita quotidiana - nei sistemi di mobilità, ad esempio - e nell’ambito dell’industria nazionale, facendosi portavoce degli attori del settore e assicurando un ruolo di leadership per l’Italia nel mercato mondiale. Abbiamo intervistato il presidente di H2IT, Alberto Dossi, per disegnare, con il suo aiuto, un quadro il più possibile esauriente delle dinamiche di sviluppo dell’idrogeno nelle strategie europee di riforma delle fonti energetiche. Naturalmente, dalle sue
parole è scaturita anche la vicenda virtuosa di un’associazione che ha saputo, lungo 20 anni di storia, promuovere e conferire impulso alle azioni di sviluppo dell’idrogeno in Italia e nell’ambito delle politiche europee dedicate alla sostenibilità ambientale. Presidente, qual è lo stato dell’arte dell’idrogeno nel panorama di trasformazione energetica che coinvolge l’Europa? L’idrogeno ricopre un ruolo chiave nella transizione energetica, anche tenendo
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settore. Tutti i comparti sono compresi in questa anima industriale, dai protagonisti della produzione, alle imprese dedicate alla distribuzione, fino alle realtà che si occupano dello stoccaggio, per concludere con le stazioni di rifornimento e con gli utilizzatori finali. All’anima industriale di H2IT si affianca l’anima della ricerca - con il vicepresidente dell’associazione, Luigi Crema, a capo anche del Comitato Scientifico dell’associazione -, un’anima che comprende centri di ricerca primari, le maggiori università italiane e i cluster tecnologici. Una terza anima, altrettanto fondamentale, è quella europea che ci vede associati a Hydrogen Europe, l’entità che raccoglie la rappresentatività industriale e le istanze di ricerca di tutti i singoli paesi del continente allo scopo di armonizzarne le direttrici sulla via dell’idrogeno.
conto dei piani di integrazione alla ripresa economica del nostro Paese. L’Italia può giocare un ruolo fondamentale nella partita europea dell’idrogeno, contando su una filiera industriale già completa e integrata e su centri di ricerca dalla rilevanza internazionale; il fattore chiave dovrà essere quello di un chiaro indirizzo politico che sappia valorizzare le tecnologie verdi secondo il principio della neutralità tecnologica, all’interno di un’azione nazionale coordinata e integrata. H2IT continua ad aggregare competenze per supportare lo sviluppo del settore in Italia; attraverso tavoli di lavoro interni, sta lavorando all’elaborazione delle priorità nazionali di intervento sulla filiera dell’idrogeno relativamente alle necessità del settore sugli aspetti legislativi, regolatori e normativi, con l’identificazione di proposte sia di natura giuridica che economica.
tiva DAFI sui combustibili alternativi. Tra biometano e bioGNL, l’idrogeno è rimasto comunque tra gli elementi facoltativi, a discrezione dei singoli stati membri. Come presidente di H2IT, dal 2015 a oggi, mi sono confrontato, a livello nazionale, con ben cinque esecutivi, dal governo Renzi a quello Gentiloni, dai due mandati di Conte fino all’attuale governo Draghi. Oggi, i progressi della nostra azione di impulso si rivelano finalmente significativi. Come associazione, ci collochiamo in una posizione di collegamento tra la parte industriale della filiera dell’idrogeno e la parte istituzionale della politica e delle decisioni che le competono. Nel 2016 siamo riusciti, in primis, con il varo del Dlgs n. 257 del 16 dicembre, a spingere l’Italia ad accettare la direttiva DAFI anche con l’inclusione dell’idrogeno come combustibile alternativo.
Quale ruolo ha svolto H2IT, nel contesto generale di cambiamento degli ultimi anni? Dalla sua costituzione, nel 2005, l’associazione è passata attraverso un lungo periodo di rodaggio. Dopo 10 anni, nel 2015, finalmente l’Europa si è svegliata e la Ue ha decretato l’inizio della decarbonizzazione a livello strategico, indicando le tappe fondamentali di una vera e propria transizione energetica attraverso la diret-
Che progressi ha fatto l’associazione, dalla sua costituzione a oggi e quali direttrici sta seguendo attualmente? Al momento del mio insediamento alla presidenza, l’associazione contava 20 soci. Oggi H2IT ne comprende 95, con la prospettiva di superare i cento per la fine dell’anno in corso. Possiamo dire che questi cento associati costituiscono l’anima industriale dell’associazione, composta da grandi, medie e piccole aziende del
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Che entità di impegno attende il futuro di H2IT, sul fronte della transizione energetica? Dopo due mandati - e con la soddisfazione di aver guidato nel 2015 il Comitato di indirizzo strategico mobilità idrogeno Italia che portò all’accoglimento della DAFI da parte del nostro Paese -, posso dire, come presidente, di aver portato l’associazione a nuove frontiere di consapevolezza. Questa consapevolezza comprende la necessità che le grandi realtà energetiche nazionali sposino la causa dell’idrogeno per trainare la catena di trasmissione industriale verso l’innovazione che comporta una scelta così fondamentale. Nel luglio scorso è nato finalmente il Piano dell’industria Europea per l’idrogeno (delineato nel report Green Hydrogen for a European Green Deal A 2×40 GW Initiative, ndr.), con una road map alla quale si affianca un piano di investimenti che sarà coordinato, secondo le decisioni della Commissione Europea, dalla Clean Hydrogen Alliance. Si tratta, da oggi al 2030, di un programma che prevede la realizzazione di elettrolizzatori (per una previsione di investimento tra i 24 e i 42 miliardi di euro), con una destinazione importantissima di 220-340 miliardi di euro per aumentare e collegare direttamente agli elettrolizzatori 80-120 GW di capacità di produzione di energia solare ed eolica per fornire l’elettricità necessa-
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ria. Gli investimenti negli impianti per la cattura e lo stoccaggio della CO2 sono stimati a circa 11 miliardi di euro. Inoltre, saranno necessari investimenti per 65 miliardi di euro per il trasporto, la distribuzione e lo stoccaggio e per le stazioni di rifornimento dell’idrogeno. Ecco, in questo quadro, l’Italia deve fare la propria parte con il massimo impegno e con un forte senso di responsabilità, soprattutto politico e istituzionale. Perché l’idrogeno rappresenta un elemento cardine dei programmi eco-sostenibili che l’Europa sta spingendo? Nella transizione energetica che attende il Pianeta, l’idrogeno ha un ruolo fondamentale. Il problema attuale sono gli impianti di produzione dell’idrogeno, che attualmente funzionano secondo processi di steam riforming dal metano. Poi abbiamo una produzione di idrogeno blu che avviene da combustibili fossili come il gas naturale; in questi casi, l’impianto di produzione è accoppiato con un sistema di cattura e di stoccaggio permanente della CO2 prodotta nel processo. La direzione virtuosa da intraprendere è quella del cosiddetto idrogeno verde, che si ottiene attraverso l’elettrolisi dell’acqua in speciali celle elettrochimiche alimentate dall’elettricità prodotta da fonti rinnovabili. L’idrogeno verde è l’unico a cui l’Europa del Recovery Fund dedica attenzione e investimenti, ma va considerato il problema essenziale dei costi di questa tipologia produttiva, superiore di sei volte rispetto a quella di derivazione steam riforming; senza contare l’annoso problema italiano della burocrazia dei permessi che concerne le stesse fonti rinnovabili (pensiamo, ad esempio, all’iter accidentato che potrebbe riguardare l’installazione, nel nostro Paese, di una pala eolica, oppure la
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creazione di un campo fotovoltaico). La risposta a queste problematiche risiede nel coraggio di cambiare, con la consapevolezza che una transizione così epocale non sarà a costo zero ma produrrà benefici a medio termine di fondamentale importanza. A patto che i decisori e le politiche nazionali tengano saldo il timone della rivoluzione energetica. Ci può offrire una previsione di futuro a medio termine, con l’idrogeno come protagonista della nostra vita sociale ed economica? La rivoluzione energetica che coinvolge l’idrogeno è una rivoluzione trasversale. Riguarda la mobilità urbana e transurba-
na - treni e camion a lunga percorrenza innanzitutto -, un aspetto dell’automotive che presenta già, sul fronte dell’idrogeno, risultati di convenienza e di facilità di approvvigionamento notevolissimi. Riguarderà, poi, le fonti energetiche destinate al campo residenziale, e prima ancora all’industria. Se guardiamo al Fit for 55 - il pacchetto normativo pensato per portare l’Europa, entro il 2030, al 55% in meno di emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 -, possiamo già rilevare che il ruolo dell’idrogeno è considerato importantissimo come vettore energetico del futuro industriale, per un’ipotesi di utilizzo nella misura del 50% di riduzione delle emissioni da combustione. Nello stesso pacchetto, sempre in relazione alla mobilità, si prevedono stazioni di rifornimento dell’idrogeno ogni 150 chilometri sulle reti transeuropee. Nello stesso PNRR, a questo riguardo, è già prevista la costruzione di 40 stazioni a idrogeno sul territorio nazionale e di nove punti di rifornimento per il sistema ferroviario. Si tratta di un inizio che testimonia l’evoluzione positiva di quella stessa rivoluzione energetica che può e deve mettere, con la massima coscienza di necessità, l’idrogeno in primo piano.
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Perforazioni | Fraste Drilling
Nei pozzi d’Africa La nuova e potente Multidrill XL 170 T di Fraste è davvero qualcosa di speciale. Progettata per la perforazione di pozzi acquiferi, trova il suo habitat naturale in aree remote e difficili da raggiungere
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i tratta dell’ultima versione concepita da Fraste, il costruttore di Nogara (Vr) che ha fatto della linea Multidrill un autentico riferimento internazionale per la perforazione di pozzi. In particolare, il modello di cui parliamo è destinato alle regioni dell’Africa occidentale e riguarda la nuova versione del modello XL 170 T, con potenza e prestazioni di perforazione ai vertici della categoria, allestite su un camion eccezionalmente robusto. In sintesi la Multidrill XL 170 T deve la propria inconfondibile personalità operativa al motore da 173 hp, al tiro da 12 t,
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alla testa rotante a due velocità, alla pompa fango 5 x 6 e alla dotazione completa di un’attrezzatura per il lavoro a circolazione diretta di fango e per l’impiego del martello fondo foro. Il ricovero aste, integrato nella struttura di base, ha la capacità per contenere 36 aste di perforazione del diametro di 114 mm, per una lunghezza di 4 m; un totale di ben 144 m di aste a bordo. La sicurezza della macchina
è garantita in ogni componente e dall’originale e famoso “manipolatore” Fraste, il sistema di movimentazione automatica delle aste di perforazione installato a bordo che consente di maneggiare le aste e gli utensili senza coinvolgere direttamente l’operatore durante le fasi di lavoro più critiche. La fornitura della nuova Multidrill XL 170 T è stata completata con un avanzato
corso di formazione e manutenzione per il team di perforatori locali tenuto da un tecnico Fraste altamente specializzato, per poter ottenere il massimo delle prestazioni con qualsiasi condizione di lavoro e abbattere i tempi improduttivi. Trattandosi di una consegna “chiavi in mano”, questa XL 170 T è stata fornita con un set completo di attrezzature e accessori per la perforazione ad aria/fango fino a 200 m
Geotecnica in pieno movimento Un best seller che rinnova le proprie potenzialità operative. È questa la personalità sorprendente della Multidrill XL 140, perforatrice per geotecnica d’eccezione di Fraste. Compatta, ma completa e potente, valorizzata da una costruzione semplice a base modulare, e corroborata di recente da un design migliorato, da un impianto high-tech e dalla dotazione del dispositivo per il caricamento utensili Manipall 200 fornito da Royal Eijkelkamp. Il Manipall 200 è uno speciale, maneggevole sistema di movimentazione per aste e tubi di rivestimento, adatto per il carico di utensili da 1,5 a 3 m di lunghezza – fino a 100 kg di peso; azionato da un solo operatore, facilita notevolmente il lavoro con elevata sicurezza in cantiere. I dati tecnici attuali della Fraste Multidrill XL 140 rilevano una potenza di 148 hp, una capacità di tiro da 10 ton, una corsa di 3.700 mm, coppia massima fino a 1.600 daNm e velocità massima di 1.250 rpm. la MultidrillL XL 140 si adatta perfettamente a ogni sistema di perforazione con diversi allestimenti e versioni personalizzate. Le applicazioni che ne derivano sono altamente professionali e di ampio raggio d’azione per l’esecuzione di sondaggi e perforazione di pozzi acquiferi con circolazione diretta/inversa di fluidi o con martello fondo foro.
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di profondità e parti di ricambio di routine e di manutenzione per 1.000 ore di lavoro in completa autonomia. Fraste, per questo modello inedito, vanta l’inclusione da parte di Mercedes-Benz nella sezione “Veicoli Speciali“.
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Perforazioni | Soilmec Drilling
Varietà compatta
Multifunzionale e dinamica in ogni contesto di lavoro, la perforatrice SM-6 ha la prerogativa di un’antenna modulare dal design unico per di passare facilmente da 1.400 mm a 3.400 mm di corsa, con quattro diverse configurazioni
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n mix perfetto tra design e prestazioni dall’aspetto ultracompatto. La perforatrice SM-6 di Soilmec è arrivata a sorpresa alla kermesse espositiva di Geofluid 2021, portando tutto il suo valore di flessibilità operativa nella classe delle 7 ton. L’SM-6 combina cinematismo dinamico e design compatto, come dicevamo,
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rendendola adatta a ogni situazione di lavoro in cantiere e offrendo agli operatori un totale controllo delle operazioni in condizioni di sicurezza. L’articolazione del braccio orientabile tramite ralla sulla macchina base consente di perforare parallelamente ai cingoli fino a +/- 90°; la ralla sull’antenna concede una rotazione di +/- 180° e insieme al braccio scorrevole azionato da cilindro rende la macchina in
grado di eseguire un’ampia varietà di angoli e posizioni. L’antenna modulare è la caratteristica principale della SM-6. Il suo design consente di passare facilmente da 1.400 mm a 3.400 mm di corsa, con 4 diverse configurazioni per la massima flessibilità. L’innovativo radiocomando Autec, specifico per perforazione, posizionamento e traslazione consente manovre sicure e un’ottima visibilità all’operatore.
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Compact variety The SM-6 is the right mix of design and performance, a multipurpose drilling rig in 7 ton class, designed to meet the needs of professionals around the world. Flexibility, low fuel consumption and high efficiency were the designers’ guidelines creating the SM-6. The rig is fitted with a new powerful Diesel engine Deutz TCD 3.6 L04 (Tier4f), reaching up to 100 kW, coupled with the new hydraulic system able to deliver with the main circuits up to 200 l/min. The rig is fitted with proportional, hydraulic servo-assisted controls that make operations smooth. Featured with Load Sensing System, it has lower running costs and a reduced wear and tear on components. Marked by flexibility the SM-6 combines a dynamic kinematic mecha-
nism with a rig design that adapts to every work situation on the job site, giving to the operators total control in safe conditions. Swiveling boom articulation by slew ring on the base machine enables parallel drilling on the tracks up to +/- 90°, slew ring on mast for +/- 180° rotation, along with the sliding mast operated by cylinder makes the machine able to perform a wide variety of angles and positions. The modular mast is the SM-6 main features. Its design allows you to easily switch between different feed stroke, from 1400 mm to 3400 mm length. With 4 different configurations the flexibility is guaranteed. The modern and innovative radio remote control system for drilling, positioning and tracking allows safe ma-
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noeuvre and excellent visibility to the operator. The radio remote control by Autec technology is for all drilling operations, kinematic positioning and track movements. The LCD display on the radio control displays the diesel engine parameters, rotary rotation speed and working pressure. The machine can be equipped with a wide range of rotary heads, clamp and breaker devices and crowd systems. A series of additional equipment such as extractor device, technology kit as well as the wire line winch makes the rig very flexible. The SM-6 is a mid-size compact rig with high performance and able to perform a wide range of technologies such as micropiles, anchors, soil investigation and consolidations with jet grouting.
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L’impianto della macchina è dotato di un nuovo potente motore Diesel Deutz TCD 3.6 L04 (Tier 4f), che arriva fino a 100 kW, abbinato al nuovo impianto idraulico in grado di erogare con i circuiti principali fino a 200 l/min. L’impianto è dotato di comandi servoassistiti idraulici di tipo proporzionale che rendono notevolmente fluida ogni operatività in campo – dotato di Load Sensing System, con bassi costi di gestione e una ridotta usura dei componenti. Il display LCD del radiocomando stesso visualizza i parametri del motore diesel, la velocità di rotazione e la pressione di esercizio. L’SM-6 in buona sostanza ha la natura di un impianto compatto di medie dimensioni con elevate prestazioni e in grado di eseguire un’ampia gamma di tecnologie come micropali, ancoraggi, indagini sul terreno e consolidamenti con jet grouting.
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è la più importante e diffusa rivista italiana dedicata a gli operatori del vasto e articolato comparto del sollevamento, della movimentazione industriale e portuale e dei trasporti eccezionali. Sollevamento | Trasporti Eccezionali | Movimentazione Industriale e Portuale
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Anno 7 - Aprile/Maggio 2021
Anno 7 - Agosto/Settembre 2021
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Anno 7 - Febbraio/Marzo 2021
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COMPACT DESIGN POWERFUL PERFORMANCE
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Numero speciale
Anno 7 - Novembre 2021
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Anno 7 - Ottobre 2021
La Rivista “Sollevare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
La Rivista “Sollevare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
Anno 7 - Giugno/Luglio 2021
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Piacenza, Italy
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Editore: Mediapoint & Exhibitions Telefono: +39 010 5704948 69 Fondazioni | Perforazione| Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria Fondazioni Perforazione pozzi | Gallerie Foundations | Drilling | Tunnelling | Geotechnics | Quarrying and Mining Industry Geotecnica | Industria estrattiva-mineraria
Attrezzature & Componenti | Imet Attachments & Components
Nell’Olimpo delle Applicazioni Dalle kermesse del Geofluid e del GIS, Imet riporta il successo dei prodotti più attuali della propria gamma dedicata al controllo remoto di macchine e sistemi. A partire dai nuovi display per i radiocomandi Zeus2 e Thor2
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al quartier generale di Sacile (Pn), la voglia di rivelare una tecnologia in cammino sulla strada d’avanguardia del controllo da remoto ha portato l’entusiasmo di prodotti e soluzioni alle principali fiere specializzate dell’autunno 2021, ovvero il Geofluid e il GIS Tra le novità rivelate nelle due fiere internazionali – salutate da un notevole riscontro
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di pubblico e di espositori, semper negli spazi di Piacenza Expo – prima fra tutte, quella rappresentata dai nuovi display grafici a colori 4,3” per i modelli di radiocomando Zed, Zeus2 e Thor2. I nuovi
display a colori hanno un’elevata luminosità (800 nit) e 65.000 colori riproducili che ne permettono una chiara e nitida visualizzazione anche in ambienti con intensa luce solare. Sono facilmente aggiornabili e programmabili vis USB con apposito software dedicato.
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Tra le nuove soluzioni di Imet troviamo anche le pulsantiere a filocomando per i modelli Wave2 e Ray. Sono ideali per applicazioni semplici o come unità di scorta per attuare i comandi principali della macchina anche in contesti di radiofrequenza vietata. Queste pulsantiere filocomando, permettono di avere sempre a disposizione un’unità affidabile, personalizzabile e sicura. Il pratico connettore permette il collegamento alla macchina
Su misura e senza limiti Una novità ulteriore di Imet, rivelata anche a Geofluid 2021, riguarda Titan, la nuova dimensione del radiocomando per applicazioni no limits “in un concentrato di efficienza e innovazione”, come assicurano i responsabili di prodotto. SuTitan da la possibilità di creare infinite possibilità di personalizzazione con un design ergonomico, robusto e un peso inferiore del 40% rispetto al modello precedente. Grazie ai 110 comandi tra analogici e digitali, data feedback su leds o display grafico 4,3”, Titan ridisegna i confini del comando a distanza.
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tramite protocollo CAN-Open o CANbus. La serie M880 si amplia con il nuovo modello AXT. Il nuovo radiocomando dalla costruzione estremamente robusta e resistente, è la soluzione compatta per applicazioni dove la semplicità, l’ergonomia e la facilità di utilizzo devono essere senza compromessi. AXT garantisce i più elevati standard di qualità e sicurezza. Grande portata, pannello di controllo spazioso con comandi robusti e grafiche chiare per un utilizzo anche con guanti. In occasione delle fiere, i visitatori hanno potuto toccare con mano anche la nuova linea di radiocomandi in conformità alle Direttive ATEX e IECEx per ambienti con atmosfera potenzialmente esplosiva. La versione ATEX/IECEx dei radiocomandi Kron, Zeus2 e Thor2, permette ora operazioni ed applicazioni prima impensabili, consentendo all’operatore di sperimentare una tecnologia all’avanguardia ed explosion proof. Design compatto, peso ridotto e semplicità di utilizzo, permettono una eccezionale libertà di azione, ma-
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novre e movimenti di precisione e maggiore produttività, garantendo sempre la protezione degli operatori. Le trasmittenti idonee all’utilizzo in ambienti con rischio di esplosioni, quali i settori petrolchimico, off-shore, del riciclo, della chimica e dei prodotti pulverulenti, estrazione mineraria, possono essere abbinati a vari modelli di unità ricevente.
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Attrezzature & Componenti | Epiroc Attachments & Components
Ingegneria sostenibile Negli impianti produttivi di Fagersta, in Svezia, la transizione verso metodologie produttive più efficienti e rispettose dell’ambiente è già all’avanguardia. A giovarsene, saranno soprattutto la qualità costruttiva e il risparmio di risorse
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aggiore consapevolezza del ciclo ecologico, trasporti più intelligenti e prodotti che durano più a lungo e migliorano la sicurezza. Gli sviluppi di sostenibilità nel settore minerario e delle costruzioni sono sempre più inarrestabili
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e le aziende devono trovare nuovi modi di lavorare. Alla Epiroc Drilling Tools di Fagersta, in Svezia, di passi avanti ne sono stati fatti tanti sulla strada del cambiamento. Il refrigerante schizza all’interno del vetro quando ogni testa dell’utensile spinge
l’asta di perforazione su e giù, a ritmo cadenzato. Due utensili simili torniscono le filettature all’interno, le stesse per entrambe le punte di perforazione. “Tutto è automatizzato - conferma Peter Dahlberg, Plant Manager Short Goods - Abbiamo un buon numero di queste macchine e un
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solo operatore può azionarle tutte. L’operatore alimenta la cella con le materie prime e i robot fanno il resto: caricare, forare, fresare e tornire. L’unità produttiva che è stata trasferita richiedeva oltre un centinaio di dipendenti. Ora ne bastano otto. Le macchine funzionano ininterrottamente per sei-otto ore e, quando il processo è in esecuzione, l’attività successiva dell’operatore consiste nel testare e misurare i prodotti”. Sopra di lui c’è una lampada
verde, ma nella cella accanto ad essa lampeggia una luce gialla corrispondente. Questo segnale avvisa l’operatore che la macchina avrà presto bisogno di un nuovo utensile. A Fagersta Epiroc ha diversi stabilimenti di produzione per gli utensili di perforazione. Il più recente è stato aperto nel 2012 e proprio in quest’ultimo impianto sono stati realizzati investimenti in macchinari altamente automatizzati e così la
produzione di punte di perforazione è stata trasferita dal Sudafrica all’Europa. All’ingresso dello stabilimento è appeso un diploma incorniciato che attesta che nel 2018 lo stabilimento ha vinto il premio “Lean” della corrispondente divisione Epiroc, con la seguente motivazione: “Un esempio da manuale di come un approccio sistematico alla risoluzione dei problemi possa apportare miglioramenti significativi, ridurre gli sprechi e mostrare risparmi reali”. Anche Jonas Falkeström, Strategic Business Development Manager di Epiroc Drilling Tools, sottolinea come lo stabilimento di Fagersta è pienamente in linea con le ambizioni di sostenibilità del gruppo. “La sostenibilità è in cima alla nostra agenda ed è diventata un argomento sempre più importante in un arco di tempo piuttosto breve - rileva Falkeström - Tanto per cominciare, siamo spinti a fare la differenza perché, quando assumiamo nuovo personale qualificato, molti giovani ci chiedono subito ‘Che cosa fate per l’am-
Una distribuzione a flusso controllato A poco piedi un chilometro di distanza dai due stabilimenti di Fagersta (sull’altra riva del canale di Strömsholm, che attraversa il vecchio polo industriale), si trova uno dei centri di distribuzione Epiroc. Dodici piani di scaffali per i cosiddetti prodotti lunghi, come le aste di perforazione. In totale, 2.500 articoli a magazzino. Tutto ciò che viene prodotto a Fagersta e una piccola quantità di forniture da altri stabilimenti, arriva qui prima di essere spedito nel mondo, su strada e poi principalmente via mare. “In Epiroc i nostri sforzi sono concertati per semplificare la nostra filiera - spiega Anna Grubb, Manager del Distribution Center - Il flusso degli utensili di perforazione deve garantire che la produzione dei clienti non rimanga mai ferma, ma c’è ancora molto da fare per rendere la distribuzione il più intelligente possibile. Diciotto mesi fa, il 40% delle consegne avveniva per via aerea, il 60% per via mare. Ora questo rapporto è di 10 a 90. Spedire i prodotti una volta alla settimana invece che una volta al giorno ha richiesto una grande riorganizzazione e un diverso tipo di gestione delle scorte. Quando prepariamo il carico su camion, lo facciamo per Paese e non per tipo di merce, allo scopo di ridurne il più possibile la movimentazione. Per snellire il flusso di merci e progredire ulteriormente a favore della sostenibilità, abbiamo rafforzato la collaborazione con i nostri Centri Clienti in tutto il mondo, in modo che ci inviino previsioni ancora più esatte sulle forniture. In questo modo evitiamo di avere troppe consegne di piccole dimensioni o di effettuare ordini troppo voluminosi agli stessi Centri. Per una maggiore precisione analitica, Epiroc sta sviluppando un’app per gestire in modo smart l’inventario; questo strumento consentirà agli utenti finali di prevedere più facilmente le esigenze future circa gli utensili di perforazione. Potrebbe essere un altro tassello fondamentale per Epiroc nel suo lavoro integrato a favore della sostenibilità globale”.
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biente?’. Le imprese nostre clienti ricevono richieste sempre più esigenti da parte dei committenti. Pertanto, è nostro compito sostenerli perché la loro dotazione tecnica sia sempre di più fossil free, nel solco dell’economia circolare”. Epiroc, sotto questo profilo, analizza la propria catena di valore e si pone una serie di domande fondamentali. “Che cosa integriamo nel prodotto e per quanto tempo questo può essere utilizzato? Si tratta di individuare, in questo caso, nel modo più preciso, la catena di fornitura dei materiali. Un’altra domanda cardine è la seguente: ”Il materiale che utilizziamo è riciclato?”, perché questo dettaglio fa una grande differenza sull’impatto climatico. Poi “Come possiamo calibrare nel modo più vantaggioso un mix energetico?” A Fagersta, ad esempio, si impiega quasi esclusivamente energia rinnovabile proveniente da fonti idroelettriche. Altrettanto nodale è il punto che ri-
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guarda i trasporti “Come trasportiamo i nostri prodotti?”. Epiroc, In questo ambito, sta passando dal trasporto aereo a quello via nave. “Un’importante area di sviluppo futura è rappresentata dai prodotti con una vita utile estrema - aggiunge Falkeström - Se i nostri clienti possono aumentare drasticamente il numero di metri perforati, i tempi di fermo macchina per la manutenzione saranno notevolmente inferiori. Si potrà risparmiare tempo, riducendo tra l’altro la presenza di personale in ambienti potenzialmente pericolosi”. Un’altra persona che conosce molto bene le sfide che i clienti Epiroc devono affrontare è Fredrik Gransell. In qualità di Global Product Portfolio Manager della divisione Rock Drilling Tools, la sua figura fa da ponte fra i clienti e il reparto di sviluppo dei prodotti. “Il concetto base, per noi, è quello della trasparenza - dichiara subito Gransell - Dobbiamo essere aperti a immaginare quale soluzione di perforazione sia più adatta alle condizioni attuali, alla vita utile del prodotto e ai costi. E per comprendere le esigenze dei clienti e fare calcoli affidabili, dobbiamo conoscere innanzitutto proprio i loro costi operativi. Vogliamo che i clienti siano esigenti con noi. In questo modo possiamo fare grandi progressi insieme nel segno
di una perforazione estrattiva sostenibile. Quando parliamo con i clienti, emerge chiaramente cosa è importante per loro: disporre di prodotti che durano nel tempo e che perforano in modo rapido e diritto. La verticalità è una caratteristica sempre più richiesta, di grande importanza per l’intero ciclo minerario. Si tratta di ottenere fori esattamente come sono progettati nello schema di perforazione, specialmente quando si va più in profondità nelle miniere e la sollecitazione della roccia aumenta. Grazie alle nuove tecnologie produttive e ai nuovi processi, possiamo
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ottenere una vita utile estrema per i nostri prodotti, fino a dieci volte più lunga”. Un aspetto sempre più importante della sostenibilità riguarda il risparmio delle risorse. Riciclando i materiali, si riduce la necessità di produrre nuove materie prime. Quando Yibin Wei, Strategic Purchasing Manager Epiroc, ha elaborato le linee guida per una strategia di fornitura dei materiali, ha tenuto conto di questo aspetto. In collaborazione con fornitori di materie prime e società di riciclaggio, Epiroc ha costruito un sistema di recupero “a circuito chiuso”. Il progetto prevede la re-
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stituzione di tutti gli scarti di produzione e delle scorte di prodotti finiti ai fornitori di materie prime, che poi li riciclano per la produzione di nuove materie prime. “Acquistando acciaio a base di rottami prodotto utilizzando energia idroelettrica, Epiroc è riuscita a ridurre le emissioni di carbonio di oltre 40.000 tonnellate all’anno - assicura Wei - Un aspetto importante della strategia di gestione totale dei rifiuti consiste nel coinvolgere i nostri partner commerciali nellanostra catena Lean all’interno del flusso di informazioni in modo da produrre esattamente ciò di cui i clienti hanno bisogno e consegnarlo quando è necessario. In questo modo riduciamo al minimo la quantità di materiali e prodotti obsoleti, oltre a scorte e a trasporti non necessari. Un altro aspetto della strategia consiste nell’offrire ai clienti assistenza futura per il riciclaggio delle punte di perforazione. I clienti apprezzano il fatto che ci assumiamo la responsabilità della stessa catena sostenibile, in modo da poter risparmiare denaro e garantire la fornitura di materiali. Nel lungo termine, intendiamo coinvolgere ancora di più i clienti, in modo da affinare il più possibile la produzione e i trasporti in base alle esigenze”.
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TECNOLOGIA DEL CALCESTRUZZO - OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE - PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI - INDUSTRIA DEGLI INERTI PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO - MONITORAGGIO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO - DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO
Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione
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Supply chain of concrete eand precast industry Filiera del calcestruzzo della prefabbricazione
Supply chain of concrete and precast industries R
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Martello in levare Passateci la metafora ma la figura è puntuale nel sintetizzare le prerogative del nuovo Tundo RH650. Ad aumentare è la produttività della perforazione, a fronte di una drastica riduzione di carburante e di CO2, con l’applicazione inedita su carri di classe più piccola
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n martello che riduce il consumo di carburante e migliora la velocità di penetrazione. La rivelazione l’ha fatta Sandvik, negli spazi tecnologici di Geofluid 2021, presentando il nuovo martello Tundo RH650, la più recente innovazione nella perforazione fondo foro (DTH) concepita dalla divisione Mining and Rock Solutions. Planato direttamente dall’anteprima al Minexpo International 2021 di Las Vegas, il martello TundoTM RH650 DTH da sei pollici è stato sviluppato specificamente per aumentare la sostenibilità e la produttività delle operazioni di perforazione. Questa attrezzatura è in grado, in effetti, di ridurre il consumo
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di carburante anche del 15% aumentando al contempo le velocità di penetrazione fino al 20% rispetto agli standard attuali. Il design del martello è caratterizzato da un ciclo dell’aria nuovo e altamente efficiente, non contiene valvole di fondo ed è più piccolo e più leggero rispetto agli altri martelli della propria classe e lo spurgo viene eseguito attraverso le scanalature. Un efficiente ciclo dell’aria significa che il nuovo martello può essere utilizzato su carri di perforazione di classe più piccola, garantendo risparmi di carburante e vantaggi in termini di efficienza. “Con il nuovo e rivoluzionario martello Tundo RH650 DTH, i clienti possono perforare di più consumando di
meno - conferma Edgar Halling, Product Manager DTH Hammers nella Sandvik Mining and Rock Solutions - Dal momento che può essere utilizzato su carri di perforazione di classe più piccola, un caso unico sul mercato, i clienti possono aspettarsi un notevole risparmio sui costi, una riduzione dell’investimento totale, miglioramenti della produttività e minori emissioni di CO2”. Per un cliente che utilizza un carro DTH da sei pollici con un martello convenzionale, il passaggio a Tundo RH650 potrebbe aumentare la produttività di perforazione annuale di 32.000 metri. I clienti che scelgono di utilizzare, invece, un carro di perforazione da cinque pollici otterrebbero notevoli
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risparmi sui costi di investimento e una riduzione del consumo di carburante fino a 71.000 litri all’anno, riducendo al contempo le emissioni di CO2 di circa 185 tonnellate. “In tutto lo sviluppo dei nostri prodotti, che svolgiamo a stretto contatto con i nostri clienti, puntiamo ad aumentare la produttività e la sostenibilità - conferma Halling - Con questo nuovo martello, non solo possiamo aiutare i nostri clienti nel loro percorso verso una maggiore sostenibilità del settore minerario, ma possiamo anche migliorare i loro profitti nel processo”. Il martello TundoTM RH650 DTH è oggi disponibile per l’ordinazione con punte di 6 1⁄2 e 6 3⁄4 pollici di diametro.
PowerCarbide, resistere al tempo Sandvik è stata la prima azienda nella storia a produrre attrezzi da roccia con carburo cementato, uno dei materiali tecnologici compositi più efficaci mai prodotti. L’azienda ha ora raccolto i suoi più potenti gradi di carburo sotto un unico nome: PowerCarbide. La gamma offre un’esclusiva combinazione di forza, durezza, robustezza e resistenza all’usura, per migliorare significativamente le prestazioni di perforazione e la convenienza economica. “Sandvik è da decenni leader di mercato nello sviluppo di carburi cementati. L’introduzione del concetto PowerCarbide ci consente di dimostrare l’importanza dei gradi di carburo nelle operazioni di perforazione – afferma Marie Lundbäck, R&D Manager Hard Materials, Rock Tools, Sandvik Mining and Rock Technology – I nostri punti di forza principali in quest’area risiedono nelle nostre innovazioni nella composizione avanzata dei materiali e nei processi di produzione”. Sandvik si è affermata come leader mondiale nello sviluppo e nella produzione di attrezzi in carburo metallico. Ciò è dovuto a ricerca e sviluppo all’avanguardia, agli investimenti continui e alla stretta collaborazione con i clienti. Sandvik controlla inoltre l’intera catena di produzione, dalla propria miniera di tungsteno alla produzione di punte di perforazione; un caso unico sul mercato. “Sandvik PowerCarbide è la più importante innovazione in carburo nel settore della perforazione di rocce da decenni – continua Marie Lundbäck – Poiché disponiamo della gamma più completa di attrezzi in carburo avanzati, possiamo offrire ai nostri clienti soluzioni su misura per soddisfare le loro esigenze specifiche di perforazione. Allo stesso tempo, siamo in grado di contribuire a un futuro più sostenibile attraverso il nostro esclusivo sistema globale di riciclo del carburo”. La famiglia PowerCarbide di Sandvik attualmente comprende i gradi DP55, DP65, GC80, SH70, XT49, XT70 e XT90. Verranno lanciati nuovi gradi che saranno aggiunti nel corso dello sviluppo di gamma. Tutti i prodotti Sandvik con inserti PowerCarbide sono dotati di un simbolo PowerCarbide per differenziarli dalle linee di prodotti in carburo standard.
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MEDIAPOINT & EXHIBITIONS www.mediapointsrl.it Corte Lambruschini - Corso Buenos Aires, 8 - int. 6/7 - 16129 Genova - Italy Tel. (+39) 010.5704948 - Fax (+39) 010.5530088 - info@mediapointsrl.it R
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Corte Lambruschini - Corso Buenos Aires, 8 - int. 6/7 - 16129 Genova - Italy 83 Fondazioni, Perforazione Pozzi, Gallerie, Geotecnica, Industria Estrattiva-Mineraria Tel. (+39) 010.5704948 - E-mail: info@mediapointsrl.it - www.mediapointsrl.it Fondazioni | Perforazione| Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria Fondazioni Perforazione pozzi | Gallerie Foundations | Drilling | Tunnelling | Geotechnics | Quarrying and Mining Industry Geotecnica | Industria estrattiva-mineraria
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Fatte per competere Le nuove pompe sommerse E6KX sono estremamente robuste, assicurano elevate prestazioni e sono contraddistinte naturalmente dall’alta qualità di fabbrica e da un basso impatto ambientale
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on accontentarsi mai dei traguardi già raggiunti. La filosofia di Caprari rimane immarcescibile nel tempo e oggi questa tensione costante all’innovazione ha portato l’azienda di Modena ad ampliare ulteriormente la propria gamma prodotti,
lanciando le nuove tipologie E6KX, prime pompe sommerse della famiglia Easywell da 6” in acciaio stampato. Una serie nuova dall’utilizzo particolarmente versatile, ideale nell’agricoltura professionale, nelle applicazioni dell’impiantistica idrica, nel settore domestico e nell’industria. “Da
L’acqua come tradizione Il gruppo Caprari di Modena è tra le principali realtà internazionali nella produzione di pompe ed elettropompe centrifughe e nella creazione di soluzioni avanzate per la gestione del ciclo integrale dell’acqua. Fondata nel 1945 da Amadio Caprari, l’azienda ha continuamente ampliato e diversificato la propria attività, per rispondere con prodotti e servizi innovativi alle specifiche e mutevoli esigenze del mondo dell’acqua, nell’ottica di una partnership con la clientela sempre più stretta e specializzata. Grazie al know-how esclusivo e diversificato, oggi vengono fornite le migliori e più efficienti soluzioni per le principali esigenze idriche: dalle captazioni nei pozzi profondi al sollevamento delle acque reflue e di drenaggio, dall’alimentazione e distribuzione idrica nei settori civile, industriale e agricolo, alle più svariate applicazioni nel trattamento delle acque.
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oggi Easywell non sarà solo sinonimo di motori prestazionali e resistenti ma anche di pompe sommerse efficienti, sostenibili e disponibili a un prezzo estremamente competitivo – assicurano dal quartiere generale Caprari – L’accoppiamento con i motori sommersi Easywell serie MPC è garanzia di prestazioni ai vertici del mercato”. Le pompe sommerse E6KX hanno caratteristiche di estrema robustezza (design compatto e componenti in acciaio inox), elevate performance (prestazioni garantite nel tempo e bassi consumi), naturalmente l’alta qualità Caprari (prodotti ingegnerizzati da Caprari a garanzia di elevata affidabilità), basso impatto ambientale (grazie all’attento ed efficiente processo di produzione). Tra le altre caratteristiche distintive, va annoverato l’attacco tra parte idraulica e motore che può essere NEMA 4 o 6, che rende le pompe accoppiabili a motori standard presenti sul mercato, facilmente reperibili. In più le giranti e i diffusori sono in acciaio inox, assicurando elevate prestazioni ed affidabilità ed il supporto aspirazione è in acciaio inox microfuso a garanzia di robustezza e durata. In più, il corpo valvola è in acciaio inox microfuso con clapet integrato – non è quindi necessaria l’installazione di una valvola aggiuntiva, permettendo così un saving in termini di costi per il cliente e una maggiore protezione contro i colpi d’ariete. Ottime le prestazioni delle E6KX anche in presenza di sabbia grazie ai cuscinetti radiali lubrificati ad acqua. La possibilità di installazione in booster, con mantello di raffreddamento (per il motore) e in posizione orizzontale/verticale permette una flessibilità d’impiego ai vertici della categoria.
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Attrezzature & Componenti | Doosan Portable Power Attachments & Components
Aria forte in cantiere In assoluto primo piano, la nuova gamma di compressori trainabili di piccole dimensioni dedicata al mercato europeo. Una schiera a tutta applicazione, per lavorazioni ad alta performance
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L
a notizia ha già conquistato l’attenzione di noleggiatori e clienti finali. Doosan Portable Power dedica all’Europa quattro nuovi modelli di compressori trainabili con portata d’aria libera tra 2,5 e 5,0 m³/ min (90-180 cfm), per una serie concepita con particolare attenzione alla semplicità d’uso abbinata a durevolezza, affidabilità e, naturalmente, grande trasportabilità.
Circa il 70% del mercato dei compressori portatili dell’UE è rappresentato da macchine con una portata compresa tra 2,0 e 5,0 m3/min. I principali mercati europei sono il Regno Unito, la Germania, l’Austria, la Svizzera, la Francia e il Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo), che insieme rappresentano più del 70% del mercato, coprendo svariati settori, tra cui quelli del noleggio, della costruzione, dei servizi, della demoli-
zione e dell’industria generale. Doosan Portable Power registra forti vendite in questa regione ed è uno dei primi tre attori sul mercato. Nella nuova gamma di compressori di piccole dimensioni il primo numero nel nome del modello indica la pressione in bar, il secondo rappresenta la portata d’aria nominale in metri cubi al minuto, mentre il numero 5 alla fine indica la dotazione di un motore conforme alla nor-
L’eredità di una manutenzione semplificata Tutti i compressori portatili di Doosan Portable Power sono rinomati per la semplicità della loro manutenzione quotidiana e delle esigenze di assistenza. Queste piccole macchine di ultima generazione ne continuano con evidenza l’eredità. Il cofano si apre verso la barra di traino, garantendo la massima stabilità durante la manutenzione della macchina. Inoltre, in “posizione di manutenzione”, l’apertura è di oltre 90 gradi, consentendo un facile accesso a tutti i componenti del compressore. Poiché il gruppo di raffreddamento è montato sul retro, la pulizia quotidiana è estremamente veloce ed efficiente. Infine, tutte le parti sostituibili si trovano proprio di fronte all’operatore, assicurando il lavoro di manutenzione più rapido possibile. “La nuova generazione di compressori portatili di piccole dimensioni è la risposta perfetta alle richieste dei nostri clienti - sottolinea Michele Corsi - Per soddisfare qualsiasi esigenza, offriamo una ricca gamma di opzioni e possibilità di personalizzazione. Per questo motivo, invito i clienti a rivolgersi alle loro concessionarie locali per qualsiasi informazione”.
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mativa Stage V. Ci sono tre modelli che funzionano a una pressione nominale di 7 bar – i nuovi 7/25, 7/45 e 7/55 con motorizzazione Yanmar Stage V e portata rispettivamente di 2,5, 4,0 e 5,0 m³/min (90, 140 e 180 cfm). La gamma di compressori di piccole dimensioni è completata dal nuovo modello 14/35 ad alta pressione
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che offre una portata d’aria compressa di 3,0 m³/min (105 cfm) a 13,8 bar. Jan Moravec, General Manager, Doosan Portable Power per Europa, Medio Oriente e Africa, afferma che “la complessità di design necessaria per l’implementazione dei più recenti motori Stage V ci ha costretti a riprogettare completamente
la gamma di compressori di piccole dimensioni, pur mantenendo la superiore durevolezza che contraddistingue i nostri prodotti, migliorando la manutenibilità e soddisfacendo tutti i requisiti di trasportabilità possibili, focalizzando allo stesso tempo sempre più la nostra attenzione su soluzioni con un minore impatto am-
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bientale. Il risultato ha portato, come nel caso dei nostri compressori di più grandi dimensioni, a una vasca di raccolta ermetica completamente integrata nella parte inferiore del telaio nonché di drenaggi centrali per tutti i fluidi. Per le unità Stage V con controllo elettronico, abbiamo introdotto l’opzione nota come ECOmizer opzionale, che riduce le emissioni, i rumori e il consumo di carburante”. Le macchine dotate dell’opzione ECOmizer riconoscono automaticamente la fase di lavoro e regolano pressione e regime del motore senza alcun intervento da parte dell’operatore per ottimizzare i consumi e ridurre rumori ed emissioni. Non appena l’operatore attiva un attrezzo pneumatico alimentato dal compressore, la macchina rileva automaticamente la domanda di portata e pressione, garantendo all’istante le massime prestazioni. Ad esempio, in un ciclo di lavoro con il 50% di pieno carico e il 50% di regime di minimo, l’opzione
ECOmizer garantisce il 60% di economia di carburante. “La novità che salta subito all’occhio nelle unità 7/25, 7/45, 7/55 e 14/35 Stage V è il look moderno e dinamico - aggiunge Michele Corsi, Product Manager, Doosan Portable Power - Il successo delle cofanature Tough Top (in polimero) ha convinto Doosan Portable Power a offrirle come dotazione di serie. Il nuovo cofano facile da aprire crea una linea fantastica con i parafanghi e i paraurti in polimero di nuova concezione. Anche le nuove luci a LED integrate sono di serie su tutte le macchine. E, naturalmente, le versioni con cofanatura tradizionale in metallo saranno ancora disponibili ai clienti come opzione”. Tra gli altri miglioramenti della nuova gamma di compressori di piccole dimensioni c’è il nuovo pannello di controllo, che è stato riposizionato per un accesso più ergonomico ed è ora protetto da un coperchio con serratura. Un semplice
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manometro meccanico segnala la pressione, e sui modelli con motore a controllo elettronico, c’è un interruttore aggiuntivo per eseguire la rigenerazione forzata del filtro antiparticolato. Le macchine con l’opzione generatore hanno un ulteriore interruttore a 3 posizioni e un voltimetro. Tutti i nuovi compressori trainabili di piccole dimensioni sono dotati di carrello non frenato o completamente frenato, entrambi disponibili nella configurazione ad altezza fissa e altezza variabile. Tutti i nuovi modelli sono stati progettati per garantire un peso inferiore a 750 kg, anche con opzioni aggiuntive quali un post-refrigeratore o un lubrificatore. Ciò significa che chiunque possiede una patente di guida B può trainare le unità con il proprio veicolo. Tutti i modelli sono inoltre omologati fino a 950 kg, facilitando la vita ai clienti che devono installare numerose opzioni per avere la massima flessibilità.
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Attrezzature & Componenti | HydraPred Attachments & Components
La sfera (oleodinamica) del futuro Da startup a incubatore di soluzioni applicate per macchine e sistemi idraulici complessi. Da Lallio (Bg) arriva la nuova idea tecnologica ideata da Claudio Tresoldi e dedicata alla manutenzione fluida predittiva. Per la sicurezza e la produttività industriale, anche nei settori minerari ed estrattivi, nel tunnelling e nelle costruzioni
U
n progetto che si concretizza dopo 30 anni di percorso nel settore dell’oleodinamica. HydraPred si presenta come azienda e “startup reattiva in risposta all’automazione industriale che esige innovazione, concretezza e affidabilità. Un orgoglio soprattutto per chi crede, e ha creduto sin dall’inizio, che non esiste vero progresso senza un serio investimento anche sulla salute dell’ambiente”. Questa la dichiarazione di intenti del team insediato nella sede operativa di Lallio, alle porte di Bergamo, e unito da un’idea nuova dell’oleodinamica che coniuga tecnologia e tutela ambientale, innovazione 4.0 e sistemi di manutenzione predittiva, avvalendosi dell’esperienza del leader Claudio Tresoldi, ideatore di HydraPred. “L’esperienza di questi anni ha toccato tutti gli aspetti presenti in un sistema oleodinamico: le connessioni, i componenti, la progettazione e fabbricazione di sistemi, la loro installazione e il commissioning, i fluidi, il piping di interconnecting, compresi decapaggi e flussaggi - spiega Tresoldi - Tutto questo bagaglio, unito alla frequentazione di moltissime tipologie di aziende a livello nazionale e internazionale, ha condotto al perfezionamento di una proposta innovativa dedicata alla manutenzione racchiusa in HydraPred”.
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L’obiettivo di Hydrapred quello di aiutare aziende che utilizzano sistemi oleodinamici a potenziare i loro cicli produttivi con le più moderne tecnologie del settore. La proposta è ampia, applicabile a tutte le aziende che si servono dell’automazione oleodinamica per movimentare macchine operatrici e industriali e che quindi necessitano di forza e precisione. Il campo di applicazione va dalle acciaierie alle industrie agricole fino al trasporto ferroviario
ed aereo, per estendersi al settore minerario ed estrattivo. Il focus è quello della manutenzione predittiva. “Prevenire i guasti per evitare i fermi macchina è il nostro obiettivo - continua Tresoldi - In che modo? attraverso le tecnologie più avanzate attualmente disponibili. Machine Learning e intelligenza artificiale sono alla base della nostra attività di predizione. Un’attività di monitoraggio innovativa basata sulla pre-
venzione fa diminuire notevolmente i costi totali di manutenzione potenziandone il ciclo produttivo; un solo danno a tutto il sistema oleodinamico della struttura fermerebbe l’intera produzione e il danno
Biodegradabilità senza confronti Lubrisix costituisce una nuova scommessa di mercato per HydraPred e consiste in un fluido idraulico sintetico con caratteristiche eccezionali: auto-estinguente, altamente biodegradabile, di lunga durata ed elevate performance. Una delle proprietà principali di Lubrisix è quella di non propagare fuoco, pertanto, in caso di rottura di tubi o qualsiasi altro condotto non si produrrà un incendio come spesso purtroppo accade. Punti di forza di Lubrisix sono la lunga durata, la filtrabilità fino a 3 micron, l’assenza di produzione schiumosa, l’elevata compatibilità, l’alto indice di viscosità e la rapida e completa separazione dall’acqua. Inoltre, Lubrisix è resistente all’ossidazione e può lavorare fino a TAN 12. Le applicazioni di Lubrisix sono le più varie. In particolare, questa specialità è ideale per i settori dell’estrazione mineraria, del tunnelling, dell’oil & gas e delle costruzioni in generale.
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sarebbe enorme. Per questa ragione sistemi come il nostro, che non si fermano ad un unico aspetto della produzione, diventano appetibili per molte aziende. L’attenzione a differenti discipline tecniche come l’oleodinamica, la lubrificazione e la meccanica, fanno di HydraPred il fiore all’occhiello dell’innovazione tecnologica, una rivoluzione nel modo di fare impresa e gestire le attività”. Un esempio concreto è offerto dal modulo SPS, non una semplice apparecchiatura di monitoraggio ma un sistema completo alla base della manutenzione predittiva. Utilizzando i dati raccolti da sensori e attraverso algoritmi di machine learning si raccolgono le informazioni fondamentali per il monitoraggio delle condizioni del
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fluido e dei componenti, e la loro manutenzione. Il sistema prevede hardware e intelligenza artificiale progettati e realizzati da HydraPred, in grado di predire usura e logoramento dell’impianto e dei suoi componenti, in modo da segnalare anomalie, prevenendo guasti e/o fermi macchina. L’apparecchiatura SPS è dotata di un pannello di controllo a bordo macchina (HMI) per il monitoraggio in tempo reale di temperatura, contaminazione, HPN (HydraPred number) per l’indice di qualità dell’olio e allarmi. Il sistema SPS è inoltre dotato di una piattaforma software (Hydrapred Software Platform), disponibile in cloud o con installazione locale, che permette di accedere a molteplici funzio-
ni - monitoraggio dei parametri in tempo reale, rappresentazione grafica, analisi e comparazione, predizione di usura e guasti, storicizzazione. La piattaforma HPS, oltre alla proattività di warnings, notifiche e molto altro, permette anche di creare utenti e organizzare strutture per agevolare l’attività dei tecnici e della gestione. HydraPred abbatte le distanze e si affianca ad aziende di ogni parte del mondo, con un mercato che va oltre quello europeo. L’azienda nasce in Italia ma trova sviluppo anche in America e prossimamente la troveremo sui mercati asiatici. Uno staff che lavora a 360° e in un clima di competenza tecnica in grado di colmare il gap che si è creato con la nascita
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dell’industria 4.0 e le attività manutentive che le aziende svolgono quotidianamente. A questo proposito, la prossima tappa sarò quella della creazione, in
Sicilia, di una fabbrica modello dedicata all’olio Lubrisix la cui manutenzione verrà gestita in maniera totalmente predittiva.
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In questo numero
THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING
La Rivista “Perforare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
Anno 7 - Novembre/Gennaio 2022
Inserzionisti 15 73 5 79 17 21 7 33 IV 27 57 9 65
Casagrande Ciancaleoni Comacchio Concrete News Easy Mecc Enteco Fraste GeoDrilling GIC Hydra Hydrogen Expo Hinowa Khl
23 20 19 III 11 43
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3 II 13 69 I 61
Pipeline & Gas Expo Sandvik Sip&T Sollevare Tescar by Tonti Trading Unical
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Benvenuti nel mondo che avevamo sognato 30 anni fa!
www.tescar.com
Aziende citate A
S
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AIF
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58
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20, 22
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C
T
M 84
Caprari Casagrande
Mait
10, 40
CECE
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D Doosan Portable Power 86 E
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THE BIGGEST EUROPEAN EXHIBITION & CONFERENCE SPECIFICALLY DEDICATED TO THE CONCRETE AND MASONRY INDUSTRIES
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