BUZZER BEATER
TUTTI IN BOLLA! Di Silvia Gottardi E rieccoci di nuovo fermi ai box, almeno per un mese. Certo, il DPCM del 24 ottobre permette lo sport di vertice a livello nazionale, cosa che comunque ci fa tirare un sospiro di sollievo, ma colpisce duramente tutto lo sport di base. Per quanto riguarda il basket, continuano i campionati nazionali di A, A2, B nel maschile (con il via di questi ultimi due slittato di una settimana, al 22 novembre, per decisione del Consiglio Federale del 23 ottobre) e A1 e A2 femminile, pur tornando a porte chiuse. Si fermano invece completamente i campionati regionali, amatoriali e quelli giovanili, senza la possibilità di andare in palestra per allenarsi nemmeno in forma individuale, eccezion fatta per gli atleti considerati di interesse nazionale. Ho cercato di farmi un’idea il più possibile precisa in merito alla situazione, ma non è facile, soprattutto a causa dell’infodemia che impazza per colpa dei social. Quello che mi pare certo è che non si possa rimanere con un ragionevole dubbio di fronte ad una situazione enorme, di cui nemmeno gli scienziati sembrano averci capito molto. Non è permesso: devi avere un’opinione, devi schierarti. O sei in paranoia per il Covid o sei un negazionista. O sei per i cinema e i teatri aperti o sei contro la cultura. O sei per le palestre aperte e la UISP in campo o sei contro lo sport. E io ovviamente sono per lo sport. Ma sono anche per la salute pubblica. Come la mettiamo? La soluzione pare che l’abbiano trovata quei maghi dell’NBA, chiudendosi in una bolla! Per finire la stagione in sicurezza, si sono trasferiti a Orlando, non a caso proprio nella capitale della magia, Disney World. Ci sono voluti 4 mesi e mezzo per organizzare un campus isolato dal resto del mondo che fosse in grado di ospitare 22 squadre, per una totale di 770 addetti ai lavori (35 persone per squadra). Tra i tanti dispositivi di controllo utilizzati, anche un anello che monitorava i parametri fisici e avvertiva l’atleta nel caso fossero stati rilevati degli scompensi riconducibili al Covid-19, anticipando la diagnosi del tampone di tre giorni. Poi anche un bracciale con la faccia di Topolino come passe-partout, il distanziamento in panchina, l’accesso contingentato alle partite solo ai giornalisti in isolamento, il pubblico virtuale e le espulsioni degli atleti indisciplinati. Il risultato è stato strabiliante: 100 giorni nella bolla e zero casi positivi. Ma strabiliante è stato anche il costo di questa operazione: 180 milioni di dollari! La Lega è altresì riuscita a recuperare in questo modo l’importantissima cifra di 1.5 miliardi di dollari, adempiendo agli obblighi contrattuali con gli sponsor. Qui da noi intanto, nonostante i sistemi di sicurezza e i tamponi a raffica, il virus sta decisamente prendendo piede anche tra gli atleti professionisti. I casi del Genoa, di Juve-Napoli e le nubi sul derby di Milano, mentre scrivo i casi di Covid-19 nella Serie A di calcio sono 88, su un totale di 600 giocatori. Ma nella lista ci sono anche altri sportivi molto noti, tra cui Valentino Rossi e Federica Pellegrini, e nemmeno il basket è immune: 6 le giocatrici positive del Geas e 5 gli atleti dell’Aquila Trento, oltre agli otto componenti del gruppo squadra a Cantù. Inutile dire che qualcosa non ha funzionato come doveva nei protocolli di sicurezza.