CASA&CLIMA #93

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ASSOVERDE LA POCA CHIAREZZA DEL MISE Fin qui le norme e il buon senso. All’improvviso nel dicembre del 2018, un dirigente del MiSE, Giuseppe Capuano – rispondendo a una richiesta di chiarimento della camera di Commercio di Torino – scrive un testo criptico. All’inizio sancisce che i contatori di calore e acqua presso ciascuna unità immobiliare previsti dal D.Lgs 102/2014 rientrano nell’orbita della Direttiva MID. Questi contatori sono in realtà più correttamente definiti sotto-contatori, come specificato nelle versioni successive del D.Lgs 102. Ma nelle conclusioni, la nota del MiSE invece di offrire il chiarimento richiesto solleva una coltre di nebbia in cui non si capisce nulla. La confusione generata da questa nota del MiSE ha creato grande imbarazzo nelle Camere di commercio che non sanno come regolarsi. Nonostante i ripetuti tentativi di chiarimento richiesti dall’Associazione ANCCA, il MiSE si è trincerato in un silenzio assordante. Un tavolo tecnico attivo al MiSE su questa materia non tiene in nessun conto la richiesta di ricomprendere i sotto-contatori nelle funzioni di misura legale previste dalla MID. Nella scheda tecnica predisposta, i sotto-contatori vengono esclusi dai controlli periodici; la stessa scheda viene ritenuta valida anche per i controlli casuali e gli eventuali contenziosi. Una prima conseguenza è che, in caso di contenzioso, il condominio sia considerato unico consumatore di riferimento per il MiSE: il condominio ha uno strumento preciso per adire un contenzioso presso Unioncamere, mentre il singolo condomino no, visto che i sotto-contatori sono di esclusiva proprietà del singolo. Il singolo consumatore può avviare un contenzioso, ma il MiSE non specifica più di tanto con quali strumenti a sua disposizione visto che la scheda riguarda solo i contatori. È necessario uscire da queste nebbie. Il MiSE si assuma le sue responsabilità e decida: o i sotto-contatori rientrano appieno nella MID – e quindi vengono sottoposti a verifica periodica – oppure, a scadenze già previste in norma (6 e 9 anni a seconda della tipologia di apparecchio) siano sostituiti obbligatoriamente.

Rosi Sgaravatti è la prima presidente di Assoverde Da 20 anni all’interno dell’associazione e da 15 nel Consiglio direttivo, rimarrà in carica sino al 2023

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osi Sgaravatti è la prima imprenditrice a ricoprire il ruolo di presidente di Assoverde, l’associazione italiana costruttori del verde che opera dal 1982 sul territorio nazionale e promuove la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e del suolo. La nomina all’unanimità da parte del Consiglio, il 14 settembre scorso, ha segnato il passaggio di testimone con il presidente Antonio Maisto. Da 20 anni all’interno dell’associazione e da 15 nel Consiglio direttivo, rimarrà in carica sino al 2023, data di fine consiliatura. Instancabile lavoratrice e lungimirante nel prevedere i cambiamenti del mercato, guida la Sgaravatti Group con quella intuizione che da sempre ha caratterizzato la storica azienda di famiglia, nata 40 anni prima dell’Unità d’Italia con alle spalle due secoli di attività. Se nel 1864 è stata una delle prime realtà a realizzare le vendite di sementi e piante per corrispondenza, proposte in catalogo simili a manuali di giardinaggio, oggi l’azienda con sede in Sardegna (140 dipendenti e un fatturato pari a 9 milioni di euro) si occupa della produzione e commercializzazione di piante su oltre 33 ettari di vivaio, progetta ed esegue opere a verde sia pubbliche che private con un team di architetti, ingegneri e agronomi. Dopo aver disegnato il verde della Costa Smeralda esporta competenza botanica e sostenibilità ambientale in Ucraina, Georgia, Azerbaijan, Antigua ed Emirati Arabi. Rosi Sgaravatti, già presidente dell’Aidda delegazione Sardegna (associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda), membro del Consiglio di amministrazione dell’Università di Cagliari e accademica aggregata dei Georgofili, si prepara al suo primo evento pubblico come presidente di Assoverde. “Il 12 ottobre, a Roma, nella sede di Palazzo della Valle, insieme a Confagricoltura e in collaborazione con istituzioni, enti pubblici, professionisti, università, enti di ricerca e associazioni, presenteremo il Libro Bianco del Verde per un neorinascimento della cura e della gestione del verde. Realizzato anche grazie al lavoro del presidente Maisto – spiega Sgaravatti – è strutturato in 50 contributi tecnico scientifici che, con approcci differenti, approfondiscono i nuovi modelli di pianificazione, progettazione e gestione, rivolti alla cura del suolo, dell’ambiente, degli animali e delle persone. Nelle città – conclude la presidente di Assoverde – le aree verdi rappresentano solo l’8% della superficie. Dobbiamo innestare un cambio culturale partendo dal presupposto che investire nel verde genera bellezza, crea ricadute positive e un indotto nelle aree urbane, periurbane e nelle città”. www.casaeclima.com    n.93

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