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ATTUALITÀ
di Tiziana Tacconi, Valentina Bettamio
Il Progetto “Attiva-Mente” Realizzato nell’Area di Attività a Ciclo Diurno dell’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, il progetto “AttivaMente” è un Laboratorio di ricerca di Terapeutica Artistica atto a sottolineare la valenza sociale e rieducativa dell’arte come terapia
Ogni forma d’arte, di letteratura, di musica deve nascere nel sangue del nostro cuore. L’arte è il sangue del nostro cuore; io non credo in un’arte che non nasce dal desiderio dell’individuo di rivelarsi all’altro. Io non credo in un’arte che non nasce da una forza, spinta dal desiderio di un essere di aprire il suo cuore. Edward Munch
L’Accademia di Belle Arti di Brera ha istituito il Biennio in Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica, in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università degli Studi di Pavia e con il Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione dell’Università di Milano Bicocca. Per le sue finalità, è unico in Italia e anche in Europa: formare artisti terapisti in grado di dialogare attraverso il linguaggio dell’arte con chiunque abbia il desiderio d’incontrarsi con la propria potenzialità creativa. La creatività è la condizione prima per riempire momenti di solitudine, per dare forma a quella sensazione di vuoto che può trovare soluzione aprendosi all’universo espressivo, foriero di emozioni positive. Per questo la creatività viene ritenuta terapeutica. L’essere artisti terapisti comporta un saper fare, ovvero una conoscenza pratica e teorica, e allo stesso tempo una partecipazio-
ne consapevole a ciò che si fa, al fine di trasmettere il piacere di “prendersi cura di sé” con l’arte. Gli artisti della Terapeutica Artistica sono presenti con progetti laboratoriali, atelier sperimentali, strutturati in diversi luoghi di cura: reparti di psichiatria, pediatria, neurologia, oncologia, geriatria, patologia della gravidanza, e nelle carceri. La particolare attenzione ai luoghi della sofferenza e alla relazione di tutti i partecipanti che concorrono alla costruzione di un’attività artistica, porta a riflettere sul valore umano e culturale della Terapeutica Artistica e a sottolinearne la valenza sociale riabilitativa. Comunicare e condividere risorse e potenzialità individuali, creare le condizioni affinché i processi di partecipazione rendano praticabile un’esperienza comune e la realizzazione di un’”Opera Condivisa”, significa essere strumento e dare strumenti per costruire un progetto di possibile cambiamento al presente. Il focus dell’arte terapeutica, oltre che sul prodotto artistico finale, è sul processo creativo, già terapeutico in sé. L’impronta creativa permette all’individuo di accedere agli aspetti più intimi di sé, di contattare ed esprimere le emozioni più recondite e spesso inaspettate, e di sperimentare e potenziare abilità ignorate o inutilizzate. “L’Opera Condivisa” è tale poiché prevede l’attuazione di un laboratorio artistico di espressione individuale, che al contempo coinvolge tutti i componenti presenti.
marzo-aprile 2020