Vivere a tempo pieno 206 (Marzo-Aprile 2021) by VIVA SA

ivere V

marzo/aprile 2021 n. 206

MEDICINA

Carenza di ferro

BELLEZZA Capelli

MOVIMENTO

Skipping rope: che cos'è?

Care lettrici, cari lettori, Ogni tre anni, la fondazione senza scopo di lucro Commonwealth Fund interroga la popolazione residente di 11 Paesi sulle esperienze fatte con il sistema sanitario. Delle 2'284 persone intervistate l'anno scorso in Svizzera, circa l'88% ritiene che il sistema sanitario nazionale offra prestazioni da buone a molto buone. La Svizzera si situa così in cima alla classifica, dopo Norvegia e Germania. Nel nostro Paese, gli over 65 esprimono molto più spesso un giudizio positivo (95%). La valutazione varia significativamente anche tra regioni linguistiche: il 67% degli intervistati della Svizzera italiana dà una valutazione da buona a molto buona, un dato che risulta basso nel confronto nazionale (Svizzera tedesca: 91%; Svizzera francese: 86%). Il 91% degli intervistati considera il proprio stato di salute buono, molto buono o eccellente (2016: 89%): anche in questo caso la Svizzera è in testa alla classifica, insieme a Nuova Zelanda ed Australia. La metà (49%) soffre però di almeno una malattia cronica - ipertensione, malattie mentali (p. es. depressione o ansia) e quelle polmonari sono le più menzionate. Un terzo ha preoccupazioni di natura finanziaria. Soltanto negli Stati Uniti questa quota è più elevata. Come nel 2016, anche nel 2020 il 23% afferma di aver rinunciato per motivi economici a prestazioni mediche, oltre all'aspetto finanziario, molti intervistati aggiungono di aver voluto aspettare che i disturbi scomparissero spontaneamente o non hanno ritenuto necessario un trattamento medico. Il 93% degli intervistati ha un medico di base o un centro sanitario a cui rivolgersi (2016: 90%). Il 67% (2016: 64%), è molto soddisfatto dell'assistenza medica e dà una valutazione da molto buona a eccellente ai medici di base ed ai centri sanitari. Gli anziani a partire dai 65 anni giudicano positivamente l'assistenza di base in misura nettamente maggiore delle persone di 18-34 anni (il 78% contro il 57%). Il 49% trova difficile o molto difficile ricevere assistenza medica la sera, il fine settimana o nei giorni festivi (2016: 59%). Il 29% si è presentato ad un pronto soccorso almeno una volta negli ultimi due anni: il 36% dichiara che i disturbi avrebbero potuto essere curati anche da un medico di base se questo fosse stato disponibile. Quest'affermazione è più frequente tra le donne (46%) che tra gli uomini (27%).

Valentina Tanzi

Responsabile della redazione di Vivere.

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n. 206 marzo/aprile 2021

SOMMARIO

MEDICINA 4 Carenza di ferro

Frequente, ma trascurata

6 Menopausa

Perché si ha la cistite?

7 Sudorazione La natura è efficiente

BELLEZZA 8 Capelli

Li lavi correttamente?

10 Abbronzatura Il sole di primavera

ODONTOIATRIA 11 Igiene orale

Aggiornamento fluoruri

MOVIMENTO 12 Skipping rope Che cos'è?

PASSATEMPO 14 Cruciverbone

Gioca e vinci un pesos d’oro!

Vivere

HIGHLIGHTS 15 In farmacia

La vetrina: marzo-aprile

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a tempo pieno

SIGLA EDITORIALE

COMITATO DI REDAZIONE

REDAZIONE

SOCIETÀ VIVA SA INDIRIZZO Casella postale 5539, CH — 6901 Lugano

MARIO TANZI Presidente OFCT

M. SC. COM. VALENTINA TANZI Responsabile

FEDERICO TAMÒ Portavoce OFCT

CRISTINA GEROSA Segretaria

TELEFONO +41 (0)91 922 68 66 FAX +41 (0)91 923 39 09 E-MAIL vivere@bluewin.ch

Gli articoli impegnano soltanto la responsabilità degli autori.

TIPOGRAFIA FONTANA SA

MEDICINA — Ferro

CARENZA DI FERRO: FREQUENTE, MA TRASCURATA

La carenza di ferro, con o senza anemia, è uno dei disturbi più diffusi al mondo. Ne soffre una persona su tre, ma molte volte non viene neppure sospettata, anche a causa dell'aspecificità dei sintomi.

stenia, frequenti mal di testa, fiato corto dopo una breve corsa, ma anche scarsa concentrazione, irritabilità e maggiore vulnerabilità alle infezioni sono i segnali più comuni che possono

manifestarsi a qualsiasi età, anche se sono più frequenti in determinate fasi della vita (ad esempio in gravidanza) e in presenza di alcune malattie croniche. È importante non trascurare questi

segnali perché senza sufficiente ferro a disposizione l'organismo non può funzionare correttamente. La Giornata della Carenza di Ferro (26 novembre), riaccende i riflettori su questa condizione che può essere molto debilitante e, se prolungata e non adeguatamente trattata, portare a un peggioramento dello stato di salute, della vita relazionale e lavorativa, delle performance scolastiche e sportive. Il ferro è presente in una sostanza chiamata emoglobina, che si trova nei globuli rossi e che trasporta l'ossigeno nel sangue, dai polmoni al resto del corpo. L'ossigeno è necessario al cervello per la concentrazione e ai muscoli per l'energia fisica. Il ferro è quindi un elemento fondamentale per la vita: • interviene nella produzione dei globuli rossi; • funge da importante cofattore di varie proteine necessarie per il metabolismo dell'ossigeno e dell'energia; • rafforza il sistema immunitario

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5 e garantisce quindi una maggiore resistenza alle malattie. Inoltre, lo troviamo nel sistema nervoso centrale dove interviene nei processi enzimatici chiave per la sintesi di neurotrasmettitori come la dopamina – che stimola la motivazione, il piacere, il controllo dei muscoli – e la serotonina – che regola il tono dell'umore.

DONNE, LE PIÙ COLPITE

Si calcola che una donna su tre sia interessata da carenza di ferro, a causa di: • mestruazioni abbondanti, • problemi di cattivo assorbimento, • carenze alimentari. Particolarmente delicato è pure il periodo della gestazione, durante il quale raddoppia il fabbisogno di ferro per la crescita della placenta e per lo sviluppo cerebrale e del sistema immunitario del feto. Tuttavia, almeno il 30% delle future mamme inizia la gravidanza senza adeguate scorte di ferro, aumentando il rischio di parto prematuro

e di basso peso del bambino alla nascita. Arrivare al termine della gestazione con riserve di ferro depauperate può essere pure molto pericoloso per la donna stessa, se si considera che l'emorragia ostetrica è la prima causa di mortalità e grave morbosità materna. La carenza di ferro può perdurare anche nel puerperio, esasperando lo stress emotivo e la sensazione di stanchezza fisica e predisponendo ad andare incontro a scarsa produzione di latte e depressione post partum. Per tutti questi motivi è fondamentale identificare le donne a rischio e correggere l'anemia prima o all'inizio della gravidanza.

I CARDIOPATICI E I NEFROPATICI SONO A RISCHIO

Fino al 50% dei soggetti affetti da scompenso cardiaco è interessato da carenza di ferro, con o senza anemia, condizione che interferisce con la produzione di energia muscolare, peggiorando la performance dei pazienti e la loro qualità di vita. Per

questo motivo una corretta diagnosi e una gestione appropriata della carenza di ferro sono fondamentali. Studi scientifici hanno infatti evidenziato come correggendo il deficit marziale è possibile migliorare il metabolismo energetico e la capacità funzionale del paziente, contribuendo a ridurre in maniera significativa le ospedalizzazioni per scompenso cardiaco. La carenza di ferro è una condizione comune, presente fino al 60% nelle persone affette da malattia renale cronica. Può aggravarne la condizione di anemia, rendendo meno efficace il trattamento con eritropoietina, o addirittura precederla. Poiché l'anemia e la carenza di ferro impattano in modo significativo sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza di chi soffre di nefropatia, è importante che tali condizioni vengano adeguatamente riconosciute e trattate. In particolare, va valutato in modo completo l'assetto marziale, che dovrebbe essere interpretato da uno specialista in considerazione della peculiarità di questa condizione e laddove indicato, instaurata una adeguata supplementazione di ferro.

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MEDICINA — Cistite

MENOPAUSA: PERCHÉ SI HA LA CISTITE?

La cistite è frequente in menopausa a causa di un nuovo assetto ormonale che abbassa gli estrogeni e deteriora il tessuto vaginale e dell'uretra. Dieta, accorgimenti durante e dopo i rapporti e una regolare attività fisica possono aiutare. La redazione

istite, bruciori e fastidio urinario sono molto frequenti nelle donne dopo i 45 anni. Tutta colpa del nuovo assetto ormonale che si verifica gradualmente anche anni prima di iniziare la menopausa e ciò può influire in modo significativo sulla quotidianità, rendendo più faticosa la gestione dei vari impegni. La mucosa dell'uretra terminale e parzialmente quella vescicale sono estrogeno-dipendenti. Raggiunta la menopausa, ma anche già nel periodo pre-menopausale, gli ormoni sessua-

li si riducono progressivamente. Così come il trofismo del tessuto uretrale e vescicale: le cellule non sono più elastiche, ben solide, impilate in più strati tali da proteggere i vasi sanguigni ed i nervi sensitivi sottostanti. Sono molto assottigliate e sorrette da una matrice extracellulare povera di collagene e senza vitalità. Il tessuto uretrale e vescicale invecchiato è quindi molto fragile e spesso si lacera provocando sanguinamenti, dolore e piccole ulcere cutanee che rappresentano il tramite per i batteri. Analogamente a quanto si verifica

in vagina, la mucosa urinaria, in queste condizioni di atrofia, se sollecitata, facilmente si infiammerà e sarà anche il veicolo per batteri che molto spesso risiedono nella zona perianale provenendo dall'intestino. Facilmente si provano bruciore, aumentata frequenza minzionale e senso di peso sovrapubico. Il motivo per cui fallisce la cura di queste cistiti ricorrenti con il solo antibiotico è che questa non è finalizzata al ripristino del trofismo tissutale e di tutte le funzioni vescicali che sono appunto estrogeno-dipendenti.

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Sudore

—MEDICINA

SUDORAZIONE: LA NATURA È EFFICIENTE

Perché sudiamo? Qual è la differenza tra un deodorante e un antitraspirante? La redazione

a termoregolazione umana è così sofisticata che già oggi insegniamo ai robot a sudare. Per non surriscaldarci, regoliamo il calore, attivando oltre due milioni di ghiandole sudoripare. Una volta fuoriuscito, il sudore, composto per l'85% da acqua e il restante da grassi e proteine, evapora sulla pelle e la raffredda. Questo sistema ha però uno svantaggio: i batteri abbattono le molecole delle proteine e dei grassi, e la pelle non rimane inodore. I deodoranti proteggono dall'odore, ma non impediscono di sudare: sono naturali, delicati sulla pelle e hanno una leggera fraganza. Spesso con-

tengono anche degli estratti vegetali, come la camomilla, noti antibatterici. Se non si vuole sudare, bisogna usare invece un prodotto antitraspirante.

CONSIGLI UTILI

• Con lo stress l'organismo rilascia più ormoni — Sudiamo di più e per contrastarlo possono essere ad esempio utili delle pastiglie rilassanti. • I cibi ricchi di grassi, acidi e piccanti stimolano la produzione — Le gocce di fegato e cistifellea possono aiutare. • Ridurre il peso in eccesso. • I cambiamenti ormonali fanno sudare di tanto in tanto — La sal-

via è un efficace e naturale inibitore. • Le compresse rivestite di clorofilla prevengono gli odori corporei. • Sintomi come la sudorazione sono solo l'inizio di un'eccessiva acidificazione — Si consiglia una cura acido-base. • Utilizzare un deodorante — È efficace e rapido. • Lavare gli abiti regolarmente ed accuratamente. • Gli indumenti traspiranti in fibre naturali aiutano la respirazione cutanea. • Fare sport ed andare in sauna — Per allenare l'equilibrio termico ed il sistema vascolare.

BELLEZZA — Capelli

CAPELLI: LI LAVI CORRETTAMENTE?

Alcune lo fanno ogni giorno, altre solo una volta a settimana. La frequenza con cui ci si lava i capelli varia a seconda delle teste e soprattutto delle proprie abitudini. La redazione Se avete i capelli lunghi non è necessario applicare lo shampoo anche sulle punte, perché questo tenderà a seccarle maggiormente: infatti, durante il risciacquo il prodotto scivolerà sulle lunghezze, e questo sarà sufficiente per la loro detersione, risultando efficace e delicata allo stesso tempo.

Usare troppo shampoo

GLI ERRORI DA NON FARE Non spazzolarli prima

Per un lavaggio di successo, è importante preparare i capelli, spazzolandoli con cura. Soprattutto quando si hanno i capelli lunghi è fondamentale pettinarli per liberarli dalla polvere ed evitare che si formino dei nodi mentre li laviamo.

Fare lo shampoo in modo errato

Uno degli errori più comuni è una cattiva applicazione dello shampoo: spesso dimentichiamo che agisce principalmente sul cuoio capelluto. L'effetto "capello unto" a volte deriva dalle radici, che non vengono lavate accuratamente. Il consiglio è quindi quello di massaggiare bene quest'area, perché è proprio qui che si suda maggiormente, così come dietro alle orecchie e dietro al collo.

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Lavarli solo una volta

Due è il numero di lavaggi necessari da fare in una stessa sessione, per avere dei capelli sani. Ogni lavaggio ha una funzione diversa: • la prima applicazione — Rimuove le impurità e il sudore; • la seconda applicazione — Ha una funzione più curativa. In ogni caso, l'importante è lasciare agire qualche minuto lo shampoo, massaggiandolo con i polpastrelli, soprattutto se avete un problema di capelli grassi o di cuoio capelluto irritato. Ad esempio, potete applicarlo, lasciarlo in posa giusto il tempo di insaponare il resto del corpo e poi risciacquare. Possiamo anche interrogarci sulla scelta del prodotto da utilizzare: dovrebbe essere lo stesso durante i due passaggi o bisognerà cambiarlo per cercare di venire incontro alle diverse esigenze? Due shampoo diversi sono sicuramente consigliati solo se si ha una reale problematica, come nel caso di capelli veramente secchi.

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er prendersi cura al meglio dei propri capelli è importante sbarazzarsi di piccoli errori che tendono a ridurre la resa del lavaggio. Ecco allora quelli da non commettere per avere una chioma che duri a lungo fresca e profumata.

È fondamentale anche la quantità di shampoo che applicate sul palmo della mano. Una moneta da un franco può essere un buon riferimento per capire la quantità giusta di prodotto da utilizzare, per non danneggiare i capelli e ridurre l'inquinamento. Due segreti poi per ottimizzare il lavaggio sono quelli di bagnare con cura la chioma e di diluire lo shampoo in una tazzina da caffè, così da creare un'emulsione più fluida, che ne agevolerà l'applicazione. Infine, utilizzando più shampoo si allungano i tempi di risciacquo e si rischia di appesantire troppo i capelli.

9 Dimenticare il balsamo

Il balsamo non andrebbe mai scordato, perché ha una funzione idratante e districante, fondamentale per la cura delle lunghezze. I capelli, infatti, devono essere idratati perché, qualunque sia la stagione, il freddo e il sole tendono a renderli più ruvidi e spenti. Per un'applicazione efficace, utilizzare un pettine a denti larghi, che aiuta a distribuire meglio il prodotto e a districare i capelli. Ricordate: fate attenzione a non applicarlo mai sul cuoio capelluto. Il tempo di posa? Un minuto è sufficiente, e poi risciacquare subito.

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Acqua troppo calda

In inverno tendiamo ad alzare la temperatura per riscaldarci. In estate, al contrario, non esitiamo a rinfrescarci con l'acqua fredda. Ma per lavare i capelli questi estremi non vanno bene. L'ideale è scegliere una temperatura media, acqua tiepida per il lavaggio e solo alla fine uno sciacquo veloce con acqua fresca (non ghiacciata), per chiudere le squame dei capelli e renderli più lucidi.

Non asciugarli bene

Quando asciugate la testa, evitate di strofinarla. Il trucco è quello di avvolgere i capelli in un asciugamano, facendo un turbante da strizzare bene. In questo modo l'eccesso di acqua viene assorbito dalla spugna, velocizzando i tempi dell'asciugatura. Altra regola: mai dormire con i capelli bagnati, soprattutto in inverno. Perché? Le lunghezze umide tenderanno a macerare e possono causare irritazione, forfora o addirittura eczema del cuoio capelluto.

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QUANTE VOLTE LAVARLI?

Di sicuro lavarli troppo rischia di sfibrarli e renderli poco lucenti e secchi. Se si conduce una vita piuttosto sedentaria e non si suda quotidianamente, lavare la testa anche solo un paio di volte a settimana può andar bene. In tal caso si opterà per l'utilizzo di uno shampoo neutro e anche di un bel balsamo ammorbidente. Se invece si fa sport e ogni giorno si fa una doccia, bisogna optare per prodotti meno aggressivi e ricostituenti. Anche il luogo di lavoro e l'ambiente quotidiano possono influire sul numero dei lavaggi: se si è sempre in strada, esposti allo smog e agli agenti atmosferici, i lavaggi saranno quindi più frequenti. Invece con lo smart working, tanto in voga in questo periodo, tenderanno a sporcarsi molto meno. La predisposizione genetica di ognuno di noi gioca poi un ruolo piuttosto importante: chi ha una cute grassa o tende a produrre forfora, dovrà lavarli spesso o quotidianamente. Chi invece ha dei capelli normali o secchi, dovrà non lavarli troppo. C'è pure differenza tra i due sessi: le donne spesso dedicano un paio di sedute a settimana, considerando la lunghezza e la complessità di tutta la procedura. L'uomo invece li lava ogni volta che fa la doccia, correndo dei rischi non sempre calcolati. Gli esperti consigliano due, massimo tre volte a settimana per ambo i sessi, per evitare di indebolirli e che cadano precocemente. Vivere marzo/aprile 2021

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BELLEZZA — Pelle

ABBRONZATURA: IL SOLE DI PRIMAVERA

Desiderato anche se pallido. Spesso invisibile, dietro le nuvole, ma non per questo meno insidioso. Il sole di primavera non va sottovalutato, soprattutto se si ha a cuore la propria pelle. La redazione

a tentazione è di esporsi senza troppe precauzioni, "tanto il sole di primavera non fa niente". E invece è meglio fare molta attenzione: innanzitutto perché la pelle non è ancora preparata, visto che non ha avuto il tempo di mettere in atto quei meccanismi protettivi che richiedono un certo tempo, come la progressiva abbronzatura graduale, che si sviluppa dopo ripetute esposizioni. In secondo luogo, perché non tutti sanno che il sole di maggio è, in quanto a intensità, equivalente a quello di agosto. Infatti il massimo dell'intensità si raggiunge il 21 giugno. Fino a quella data è in crescendo, poi inizia a calare.

TRE REGOLE SEMPLICI PER PREPARARE LA PELLE

• Esporsi gradualmente — Ovvero incrementare i tempi di esposizione di 15-30 minuti ogni volta, ma non di più. • Usare all'inizio una crema solare con un fattore di protezione alto (più di 30) per i fototipi chiari che si scottano facilmente e media (15-20) per gli altri. • Evitare l'esposizione nelle ore centrali della giornata.

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È pericoloso prepararsi con sedute intensive di lampade, oltre che inutile: infatti, l'abbronzatura che ne risulta è causata dai raggi UVA ad alta pressione quindi è poco duratura e poco protettiva.

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Ormai lo sanno tutti (o quasi): prima di andare in spiaggia o di esporsi al sole è importante applicare, senza parsimonia, una crema solare su viso e corpo. Quello che invece non tutti sanno è che esistono integratori alimentari che contengono ingredienti specifici per aiutare la pelle a rafforzare le proprie difese ed avere un colorito più duraturo e luminoso. Quali? Sono molto utili ai fini della protezione cutanea dal sole, i carotenoidi e derivati, ricchi di pigmenti organici liposolubili, quali ad esempio il beta-carotene e l'astaxantina. Un'ottima fonte naturale di carotenoidi è l'alga Dunaliella salina, il cui estratto fornisce beta-carotene, un precursore della vitamina A, utile per la salute non solo della pelle, ma anche degli occhi e delle mucose della vista. Inoltre, depositandosi nella cute, le conferisce un aspetto dorato. Queste "pillole abbronzanti" a base di sostanze naturali, vanno prese almeno un mese prima del periodo di esposizione al sole. Vivere marzo/aprile 2021

E GLI INTEGRATORI?

Igiene orale

— ODONTOIATRIA

IGIENE ORALE: AGGIORNAMENTO FLUORURI

Iniziamo col fare subito un po' di chiarezza: il fluoruro contenuto nei dentifrici e nei vari prodotti d'igiene orale è un sale minerale e non è da confondere con il fluoro, un gas estremamente aggressivo e tossico. Med. dent. Marco Ponti, SSO/SSO-Ticino Per la Commissione di Informazione della Svizzera Italiana (CISI) neralizzazioni (inizi di carie); • agiscono sui batteri inibendone in parte la proliferazione e ostacolandone il metabolismo (riduzione della produzione di acido). In Svizzera l'introduzione dei fluoruri nell'igiene orale ha portato dagli anni 60 ad oggi, ad una diminuzione della prevalenza della carie fino al 90%. Il fluoruro è quindi a ragione uno dei quattro pilastri della prevenzione dentale e, combinato con un'alimentazione adeguata, un'igiene orale ottimale e regolari controlli dal dentista, contribuisce in maniera significativa a prevenire l'insorgenza delle patologie dentali.

n confronto diretto tra i due è insensato quasi come confrontare cloro, un altro gas tossico, con il cloruro di sodio, cioè il sale da cucina che utilizziamo tutti i giorni e indispensabile per la vita. Inoltre, secondo le ultime ricerche scientifiche, la tossicità del fluoruro è quasi dieci volte inferiore a quella del sale da cucina. Già attraverso l'alimentazione assumiamo quotidianamente piccole quantità di fluoruri, che però non sono sufficienti a raggiungere la concentrazione necessaria nella saliva per la prevenzione della carie. Una protezione ottimale la si raggiunge soltanto con l'applicazione locale di fluoruri, quindi utilizzando dentifrici e prodotti per l'igiene orale che li contengano. A dipendenza dell'età, della dentizione presente (denti decidui oppure permanenti) e del rischio di carie, sono necessarie concentrazioni di fluoruri e frequenza di applicazione diverse (vedi tabella). Le piccole quantità contenute nei dentifrici sono totalmente innocue per l'organismo. Per provocare dei sintomi di avvelenamento da fluoruri un adulto dovrebbe ingerire circa tre tubetti interi di comune dentifricio, mentre un bambino dovrebbe ingerirne circa 2,5 di dentifricio per bambini. Gli effetti preventivi dei fluoruri contro la carie sono diversi: • rendono lo smalto dei denti più resistente all'azione degli acidi; • sono in grado di remineralizzare le piccole demiVivere marzo/aprile 2021

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MOVIMENTO — Skipping rope

SKIPPING ROPE: CHE COS'È?

Saltare la corda non è un gioco. O meglio, pur essendo anche uno dei passatempi più indicati e raccomandabili per l'infanzia, è anche un'attività motoria di tutto rispetto. La redazione

l salto con la corda – o salto alla corda o skipping rope – è un mezzo di allenamento fisico aerobico molto impiegato per stimolare la resistenza cardiovascolare generale – con reclutamento principale dei muscoli delle gambe e delle spalle ma non solo – e per aumentare il consumo calorico a fini dimagranti. Nell'immaginario comune, lo sport che utilizza più spesso questo tipo di training è il pugilato (boxe). A dire il vero, il salto con la corda è anche una disciplina sportiva a sé stante: in voga soprattutto nei Paesi anglosassoni, si sviluppa in diverse specialità (singolo, doppio, acrobatico, velocità ecc.) che vengono misurate in appositi circuiti agonistici. Saltare la corda attiva soprattutto il metabolismo ossidativo ma, aumentando l'intensità oltre la soglia anaerobica, stimola efficacemente anche il metabolismo anaerobico lattacido. Parecchi allenatori, preparatori e tecnici sportivi lo inseriscono negli aeroVivere marzo/aprile 2021

bic circuit training o comunque nella scheda di condizionamento sia in ambito fitness e wellness che sportivo. L'esecuzione del salto con la corda è per molti semplice ed intuitivo, mentre altri devono esercitarsi fino ad acquisire sincronia e coordinazione dei movimenti. Lo svantaggio principale di questa attività è, infatti, la difficoltà di apprendimento iniziale; può essere uno scoglio rilevante anche la presenza di eventuale sovrappeso grave o di disagi articolari od osteoarticolari (piedi, caviglie, ginocchia, anche, schiena, polsi e spalle), anche se ciò dipende molto dall'entità del disturbo. Tra i vantaggi primari invece, troviamo: • l'economicità, • la praticità logistica di esecuzione, • l'efficacia nel consumare energia — Solo 20' di salto con la corda permettono di utilizzare una quantità energetica pari alle calorie apportate da una barretta (snack) al cioccolato.

Per saltare la corda è sufficiente una corda appunto: non sono indispensabili nemmeno le scarpe – anche se per i principianti sarebbe meglio indossarne un paio da ginnastica e più precisamente da cross-training. Potrà sembrare banale ma è proprio così. Una qualsiasi cima, un filo per stendere i panni, una bandella di cuoio e perfino una striscia di tessuto bagnato possono essere impiegati per questo genere di skip. Poi, ovviamente, la necessità di maggior confort spinge quasi tutti ad acquistare un prodotto munito di impugnatura, magari di cuscinetti a sfera per consentire la rotazione sull'asse della corda ecc. Minore è l'esperienza, maggiori sono le necessità; viceversa, maggiore è la bravura, minori sono le richieste. Per i neofiti, è quindi consigliabile approcciarsi prediligendo uno strumento in perline (microsfere, simili ad una catenella), perché più rigido, in grado di mantenere la forma e più facile da controllare rispetto ad una corda in cuoio, in corda sottile o in vinile. Tuttavia non si dimentichi che l'intensità del salto non è costituita dal peso della stessa, bensì dalla frequenza con la quale si salta, dalle evoluzioni e dalle combo. L'area necessaria è di 2-3 m2, mentre l'altezza utile è di circa 25 cm sopra la testa. Pure la superficie di allenamento è molto importante: è sconsigliabile saltare su moquette o erba; cemento o asfalto, anche se prediletti da molti, sono considerati troppo duri. Il tappeto spesso ammortizzato riduce l'impatto articolare e aumenta leggermente l'intensità ma, essendo instabile, può aumentare le possibilità di distorsione alla caviglia e al ginocchio. Si consiglia quindi un pavimento in legno, un pezzo di compensato o un tappetino antiurto da allenamento.

L'ATTREZZATURA

13 I MUSCOLI COINVOLTI

I muscoli che si attivano saltando la corda sono numerosi. In ordine di importanza citiamo: • polpacci — Sia il gastrocnemio che il soleo. • Flessori ed estensori del piede e delle dita e non solo. • Estensori della gamba — Quadricipite femorale. • Flessori della gamba — Bicipite femorale. • Adduttori e abduttori degli arti inferiori; • grande gluteo; • deltoide e trapezio. Al peggiorare della tecnica utilizzata, aumenta l'impegno delle spalle, delle cosce e dei glutei. Viceversa, si impegnano maggiormente le gambe e i piedi.

CALORIE BRUCIATE

Il salto con la corda è un'attività aerobica ad alto costo metabolico e permette di consumare energia in misura di circa 0,1-1,1 kcal ogni balzo, a seconda di: • Tecnica e skill — Ad esempio l'e-

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levazione dei salti, il tempo di cadenza ecc. • Caratteristiche antropometriche del soggetto; • velocità di esecuzione delle rep. Saltare per 10' è paragonabile quindi a percorrere 1 Km di corsa in 5', 1520' invece a 45-60' di corsa leggera.

BENEFICI

• Alto consumo energetico e ottimizzazione del dimagrimento — Come abbiamo già visto, praticare salto con la corda permette di consumare un gran numero di calorie, aspetto che, associato alla giusta dieta, può appunto ottimizzare il dimagrimento. • Miglioramento dei parametri metabolici — Pressione arteriosa, colesterolemia, trigliceridemia, glicemia ed uricemia, quest'ultimo soprattutto se, in presenza di sovrappeso, avviene un dimagrimento significativo. • Miglioramento della fitness cardiovascolare e respiratoria — L'allenamento costante induce variazioni funzionali a carico dell'apparato respiratorio, soprattutto dei bronchi e del-

la muscolatura correlata, e a carico di quello cardiovascolare (efficienza cardiaca, della portata coronarica, del ritorno venoso ecc.). • Miglioramento dei metabolismi energetici — Aumenta la resistenza metabolica e distrettuale dei muscoli menzionati, stimolando sia il metabolismo anaerobico lattacido che l'aerobico.

CONSIGLI UTILI

• Verificare con il proprio medico l'idoneità fisica all'impatto e all'elevata intensità aerobica — Questa attività, se ben eseguita, ha un impatto meno dannoso sulla schiena e sugli arti inferiori rispetto al jogging, al running e al walking (camminata). • La scelta della superficie ed eventualmente delle scarpe ha un impatto potenzialmente elevato sulla risposta dell'organismo. • Il riscaldamento e il defaticamento giocano un ruolo importante — Inoltre, il modo in cui si salta determinerà l'impatto sul proprio corpo. • Evitare balzi più alti del necessario.

lesioni sportive,

contusioni, stiramenti e

slogature.

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Vivere marzo/aprile 2021

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TONOGLUTAL® N Per il corpo e lo spirito ad ogni età

TONOGLUTAL® N aiuta nel caso di debolezza fisica e psichica, di sovraffaticamento intellettuale (preparazione agli esami), di disturbi della memoria e di mancanza di concentrazione. TONOGLUTAL® N è un medicamento omologato. Leggete il foglietto illustrativo. Dr. Wild & Co. AG, 4132 Muttenz

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FEMANNOSE® N Cistite? Non sempre è necessario un antibiotico!

FEMANNOSE® N contiene lo zucchero naturale D-mannosio, il quale si lega alle fimbrie (filamenti) dei batteri E. coli che causano l'infiammazione. In questo modo vengono inattivati ed espulsi attraverso l'urina. FEMANNOSE® N è adatto per il trattamento acuto della cistite ed è possibile assumerne elevati dosaggi anche per la prevenzione. Agisce rapidamente nella vescica, è molto ben tollerato e non induce resistenza. Melisana AG, 8004 Zurigo

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Burgerstein Vitamin B12 Boost sono mini-compresse vegane con 500 µg di vitamina B12. La vitamina B12, che è presente soprattutto negli alimenti di origine animale, partecipa a vari processi metabolici. Ad esempio contribuisce alla normale funzione del sistema nervoso e del sistema immunitario, aiuta a ridurre stanchezza e spossatezza e supporta la normale produzione di globuli rossi. Burgerstein Vitamine, 8645 Rapperswil-Jona

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Ultrasun fa ulteriori passi avanti con la formula rielaborata del prodotto combinato Face Anti-Pigmentation SPF50+ privo di ingredienti critici. E c'è di più: questo gel rivoluzionario convince grazie alla sostanza naturale Ectoin®, che conferisce alla pelle l'umidità ottimale. Face Anti-Pigmentation è adatto a qualsiasi tipo di pelle e anche all’applicazione giornaliera. Siamo così pronti per l’estate! Ultrasun AG, 8045 Zurigo

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Vivere a tempo pieno 206 (Marzo-Aprile 2021)

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