9 minute read

Gli elementi costitutivi di un popolo

I sacrari e gli ossar i de lla Grande Guerra sono un segno del passato di straordinaria suggestione perché si collocano con particolare intensità in quell'incrocio misterioso tra storia e memoria, tra individualità, familiarità e nazione, tra rerriror i locali e Stato, dove s'intrecciano gli elementi costitutivi di un popolo c si contribuisce a contrassegnarne l'identità.

Ossari e sacrari sono monumenti che partono dal Risorgimento e ch e sono legati all'idea stessa di nazione, non meno , simbolicamente, del tricolore. Trascendono le contingenze policiche de ll a loro edificazione, ma non nel significato profondo e diretro al futuro.

Advertisement

È bene scindere la loro presenza e la loro cura dalla te rnp erie che vide innalzati quelli della Grande Guerra. La na zione, che simboleggiano, preesiste e persi ste b en o l rre. È un 'osse rvazione centrale, che vale di suo a depurare il rema dalla connessione connotativa con il Venrennio. Non ne sono lo specchio, e se è vero che in allora furono realizzati i massimi tra di loro, fu per via della recente fine della prima guerra mondiale; se è vero che allora fu dedicata amplissima attenzione e grandi risorse al tema della m o ne in guerra e alla sua sacralizzazione, non è meno vero che non s i tratta di opere escl usive di quell'ambi e nte politico. Lo mo s trano lo spazio e il tempo. Lo spazio, perché simili e analoghi monumenri degli anni Venti e Trenta furono realizzati in Paesi di rurt' alrra improma poUrica , si pensi alla Francia.

n tempo , perc h é è con le guerre d 'in dipendenzacioè, con I'inverarsi del concetro di guerra naz iona le - che, per l'Ital ia, furono immaginare le prime realizzaz ioni di quesro tipo: basti pensare alla torre di San Martino della Battaglia, presso la quale vi è un ossario con oltre 2.600 resti di soldati ita l iani e austriaci. È con questo spiriro e questa co nsapevolezza di li berrà e d ' inrerpretaz ione scevra da pregiudi z i, che oggi vi ci s i deve avvicinare anche in Italia.

E questo è forse il principale merito di questo l ibro , p erché, con la s roricizz.az ionc c l'uso d e lla ragione, offre il suo efficace contributo alla maturaz i one delle menralità e al superamento degli auromarismi.

Identità

Nazionale E Nobilitazione Dei Ci Ttadini

Il Riso rg i me n to come discrirnine storico, dicevamo. Ne ll ' Amico Regime, quando quel lo delle armi era un mestiere m erce n ar io e la l eva militare era a venire, la sacralizzazione de ll a m orte g u erriera si riduceva a in - dividualità, J familiarit1t, aveva testimonianza monumemale, cioè rivolta al blico, solo per il condonicro di particolare fama e spesso prescindeva dalla fine in combanimemo. La funzione commemorativa del monumento era dedicata alla virtù individuale c al riconoscimento nobilitante della dignità guerriera del personaggio, non alla coesione della patria.

È con il conccno di nazione armata, figlio della rivoluzione francese che chiamava alle armi i cittadini, con l'identificazione !>oggertiva tra esercito e Paese, che la monumenraliZ7azione del cimitero di guerra diviene un mezzo di riconoscimemo e di identità nazionale, esaltante la dignità sovrana della morte per la patria, strumento di elaborazione co ll eniva del luttO e codice della sua suprema g iu st ifi cazione. Con i sacrari e gli ossa ri della Grande Guerra il processo di nobilitazionc del cimitero di guerra s i compie c - co n la quantità enorme di caduti- gi u nge all'apice, affermando irrevocabilmente la del sacrificio e raggiungendo lo scopo di indeclinabil c na z ionalizzazione. lsciwzionalizzazione con la quale il sacrario- il c ui stesso nome eleva a dignità superiore l'ossario- viene cretto in altare della religione civile, non dissimilmentc dall'archetipo centrale dell'Altare della patria che, unendo i due profìli, va a ospitare la romba del Milite Ignoro, rappresentante rutti i caduti nell'immane sacrificio collettivo.

In questo processo storico, il paradigma materiale di sacrari e ossari si sublima in quelli della Grande Guerra, dove è facile cogliere il riflesso della sua concezione di ultima delle guerre d'indipendenza. La prima guerra mondiale è infaui quella che più d ' ogni altra ha lasciato la traccia nei rerrirori che ne furono rearro e nella memoria colleLLiva, e poiché queste tracce sono ora oggetto di un'ap po s ita c speciale tute la giuridica (quella della legge 7 marzo 2001, n. 78, su lla tutela del patr i monio storico de ll a prima guerra mondi a ie), occorre i ncemrarsi su sacrari e ossari r iferiti a l 1915-18 per cogli e re la valenza u ni versale di spaz i unifi ca mi de ll a memoria, del lutto di un popo lo c de ll a s ua buona causa.

Una prospeniva che nega la prccarierà dei manufatti bellici, la monumcnralità verticale riconoscibile a distanza, la documentazione dell ' immanità del sacrificio e la destinazione imperitura rappresentano la drammaricirà di quell ' impronta. Se trincee e fortezze sono vestigia per loro natura precarie cd esposte all'insulto del tempo per la loro strumenralidt occasionalc, sacrari e ossari sono invece definitivi, e così più di quelle vanno a connotare il paesaggio che li contie ne e il senso di sé di un popolo.

Il numero dei caduti che vi sono raccolti e le identità locali implicite n e i cog nomi e spesso nei nomi ,

C\DU'ft) - '

• ALTI PIA•'«> DFt.U

IL 19 AGOSTO 1917

COM llATTE:NOO

PER LA UBERTÀ D ' ITALIA l nomi dei soli fanti della brigata Campania in una d elle tante lapidi commemorative che punt eggiano il fronte. no un legame senza residui ua i cittadini in armi c gli eventi. lnverano, nella dimensione tragica, con la puma più alta, l'idea di naLione coesa, di cittadini-soldati partecipi, il concerto partecipato di Stato proprio della concezione moderna c in ulrimo democratica.

Uno d ei tanti obelischi sorti in ogni comune per comm e morare i cittadini caduti. (G. Brunettin , F. Porracin, La costruzione dello memoria dello Gronde Guerro nello monumentistico del Friuli occidentale).

La sacralizzazionc civica, collettiva, della morre per la Patria è del resto i l rema conduttore che, pur sotto il simbolismo dei soli nomi riuniti, è già segnato dai monumenti ai caduri che ovunque furono realizzati dopo la guerra; così come dai viali e dei parchi della rimembram a. Ma se il monumenro è- per l'etimo e per la significazione- il ricordo, il sacrario è la presenza tangibile e sacralizzata.

Insegnamento d ell a storia e reli gio n e civil e

Al tempo come nei monumenri ai caduti diffusi in ogni municipio italiano, in queste concemraLioni realizzare sul luogo del sacrificio o in prossimità, viene narrata una sinresi che chiude e perpetua la vicenda epica del conflitto, sacralizza lo stesso spazio del martirio e rende irrefutabile la causa che lo volle. Rcndcndola semp re "presente" , ne eleva infatti i l significato e lo dcsrina al futuro. Non so no cimiter i evocativi di individualità o di famiglie, ma matrici dell'unirà completata della nazione, matcrializzazioni della patria e della sua for1.a segnata dalla genera;done perduta. Lo spazio dell'individualità vi è deliberatamente esaurito nell'indicazione del nome e del cognome del ca duro, a significare la dedizione totale alla causa nazionale dell'effusione del sangue, la prevalenza del co llcni vo sul singolo. È onniprese rue l'oricnramcmo a lla dimensione colleniva. Vi si elaborano il coraggio e il marririo.

I: imponente Sacrario dei cenromila di Redipuglia, nella !>Ua solennità archctipa di cemro di culto del sac rificio militare c patriorrico, ne è paradigma: il ritorno infiniw della scritta " prcseme", i caduti alternati a essa, la scalinata di ascesi alla vittoria; l' indi vidua lità del Comandanre dell'lnvirra Terza Armala, Emanuele Filiberro d'Aos ta, esal t ata a rarnrnenrare non il suo vissuto, ma la ridu z ione all'unità coi so ldati, la dedizione allo scopo comune nel l uogo stesso della co ntesa. Così come, con la mediana Via Eroica, l'ascendente al Carso, nome sacralinaro e sintesi stessa del confl irto: strumenri definitivi dell'ipermncsia della Grande Guerra: mondiale sì, ma prima di tutto nazionale e definitrice.

Si tratta dunque non solo di luoghi, ma di monumenti della memoria , c con essa del lucro e del mito della Grande Guerra : ormai essi srcssi immediati luogh i della Storia. Nella comune percezione di oggi- depurata dal la rcrorica che spesso ru inressma arrorno a quesri monum enti, come dell'antirecorica - un sacrario testimonia la Grande Guerra c la sua stessa memoria, non meno di un fortino o di una galleria di mine.

Dal punro di vista giuridico c amministrativo, si deve ricordare che a questa capacità è connessa una funzione pubb l ica, che opportunamente r iduce a unità la gestio n e di tutti i sac rari e ossari militari , in lralia o a ll 'estero, a partire da quelli del 1848 , cioè della prima Guerra dj indip endenza

La cura e la manutenzione di queste vesrigia, come di tutti i cimiteri di guerra, è un servizio svolro dal Ministero della difesa tramite un appos iro ufficio, il CommissariatO Generale per le Onoran ze dei Caduti in Guerra, noto come Onorcaduri, isriruiro n el 195! in sost ituzione dci serviz i istituiti prccedc ntemenre (1919, 1931, 1935). Attualmente è regola to da due leggi, del 1981 e del 1985. Tra le in combenze di Onorcaduri vi è anche il mantenimento delle sepo l ture contenenti i resti dei caduti austro-ungarici della Grande Guerra. Recenremenre, al siro internet di questo servizio, è stata inuodorra una banca dari, in via di perfezionamentO, sulle sepolrure, che offre modo di conoscere i dari essenziali (data e luogo del decesso, luogo della sepolrura).

Oggi noi guardiamo però a rutto ciò con occhi assai diversi da quelli di quando i sacrari sorsero, educa ti come siamo al valore superiore della pace e della coesistenza, alla consapevolezza che la dignità della persona umana è collegata al riconoscimcnlo del valore supremo de lla viw. Dunque grande è la distanza di questi tempi da quelli, enorme è il salro di menta l ità c la disponibilità dei conse n si. Ma questa consapevolezza del divenire storico non impedisce di guardare a quesri monument i per coglierne il signifìcaro per l'epoca in cui sorsero e per i farri cui si riferiscono; studiandonc le matrici; ricercandovi radici forti dell'Unità nazionale. Questo libro è un nuovo e meritevole reperrorio storico, geografico e architettonico della monumenralirà della religione civile incenrrata sulla Grande Guerra. Si può dire che quesro libro è anche un libro di memoria collettiva: la sua funzione è, dopo i molri decenni trascorsi dalla letteratura similare uscita negli anni venti e trenta, di riporrare all'arrenzione degl i italiani questi manufatti. Senza enfasi e senza ragioni politiche, ma so l o con l'inrenro più lodevole, che è di legare le generazioni odierne a del l'eve nto totale del passaro. con cu i ogni famig lia italiana ha un suo legame c spesso un caduro, e questo legame, mostra il libro e mostrerà il suo successo, è più tenace e duraturo del lungo tempo che da allora è passato.

Il tempio ossario di Udin e con 21.513 italiani di cui 5.685 ignoti l. Sul processo di n.wonaliua7ione: G. L Mosse, La nazionaliZZJJziont dt-lle masst!, Il Mulino, Bologna 1975; sul culto d el soldaro caduro in Europa: G. L Le gmrrr mondiali. Dalla tragedia al mito dei caduti, Roma Hnri l 990. pp. 6-1 O, 79- 118; sul culto del caduto in l ralia: L. Bregantin, Per Ili/Il morirt' 1//ai, li l'oligrafo, Padova 20 l O; s u l le varie cosrrutio n i c m:lnifcsrazioni della m cmori.1dell.t Grande Guerra in Italia: M. lsncnghi, !.ti Gmndr Gutrm, in !luoghi della memoria, a <.:ura di M. lsncnghi, L.uena, Roma-Bari l 997, pp. 27"i-,'l0ll; Q. Antond li , Cmto anni di gmndf' gurrm, Donzelli. Rom.1 2018.

O ssario di Udine, il libro è to sul testo di Stelutis alpinis, una so rta di inno identitario d e i friulani.

2. SuU.idcologiaa;ivnc della nazione: E. Gentile, La Grande Ira/w. Il m1111 dt!lltl m1ziont nt!l XX st!colo, Laten.a. Roma-Bari 2006, pp. 157-225: sulla fascisLiaa.lionc del cui ro della parria: Id., Il mito dt!llittorw, Later/..t, Roma-Bari 200 l, pp. 37-92; sul sacrificio per la patria: !tt morte per/,, patria. La dt!l mduri d,tf Risorgimmto a/M Rtpubblim. a cura di Olivcr Jam e Lurz KJinkammer, Dontdli, Roma 2008.

3. A. M. Fiore, Llt monumrmtdiZZttziont di'i luogln teatro della Grande Gut'rra: i Jacmri di Giovanni Grrppi r dr Giannino Cmtiglioni (19.331941), resi di dottorato, lu.w Vcne1 ia 2001, pp. 13-19.

4. Ji Oslav ia: L. l'in, Limario di Oslavia di V(nturi, in Li' pil'lrf dell11 memoria. Monumemi mi ronfìne orimlttle, a cura di Nicoloso, Udine 20 l 5. pp. l 13- l 31.

5. del Monre Grappa: Livio Vanzetro, Monte C:rapptl, i n f luoghi drlL11 nmnori11. Simboli e miti dell'ltlllia tmira, a cura di Mario Isnenghi, Laterza, Roma-Rari 1996, pp. 367372.

6. Un esempio il colombario di Vigna Codini o della 1òmba degli Scipioni a Roma.

7. SuU'ossario di Redipuglia cfr. M. Bonolorri, Progmi l' realiZZIIziom in J.riu/J Vrm:zia Cm/in. 1931-1938, in "Parametro", n. 213, mano aprile 1996. pp. 33-45; L. Safrcd, l Fahi, r. Todero, Rt!dipugltn. Storùr, 11rlt', mmwria, Ccnrro cuirurale pubblico polivalemc dd monf.1lconese, Ronchi dei Legionari, 1996; L. rabi, Storia, mnnoria, arte t miro di tmmonumt!nto cht! parla di pace, Linr, Trieste 1996; A. M. Fiore, La 1110/llmltllfllfiZZIIZÌO/If dd luoghi IMtro dr/la

Grnndt Guam: il ram1rio di Rfdipuglia di (7io-

This article is from: