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Il sacrario di Oslavia
Il sacrario di Oslavia, a forma dì anrìco forrilizio, S\'etta tra le verdi colline del Collio. La visra spazia sulla pianura isonrina e l.ulle alture del Carso, arrivando sino al mare. A serrenrrione una dorsale nasconde parzialmente il panorama sul monre Sabotino. Le alrure al di là dcll'lsonzo hanno nomi che evocano violentissimi sconrri: Monrc San Gabriele, Monte Santo, Vodice. Più a oriente ancora ondeggia l'altopiano della Bainsina. Solo con la Sesta battaglia Jdl'lsonw (4-17 agosro 1916) le truppe italiane occuparono i baluardi auslfoungarìcì posti sulla destra lsonzo. Una linea sino ad invalicabi le nonosrante furiosi e sanguinosissimì arracchì, con capisaldi il Sabotino, Oslavia c il Monte Calv ario/ Podgora.
Tra ranti reparti combattenti in questo scrrorc vanno ricordati i Granatieri e i fanri, in prevalenza lombardi, della brigata Novara (153"-154° regg ìrn e n ro)
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Il sacrario fu realizzato nel 1938 su progetto dell'architetto Chino Venturi. Consiste in un torrion e centra le c ere rorrì laterali che formano un triangolo. La srrurrura richiama alla menre una forrcaa, Limerno, solenne, maestoso, è costituito da una cripta centrale con corridoi che parrano ad altre tre ipogei sorto le torri laterali. Ognuna dì queste stanze raccoglie al centro i resti dei militari ignori. Le tombe dei soldati nori sono disposte lungo i corridoi c le pareti del sacrario. Nella torre cemrale si eleva una grande croce, mentre nella cripta !>Ottostante, in un grande sarcofago di farwra classica, riposano l3 militari decorati con medaglia d'oro: Achille Papa, Ferruccio Trombi, Alceo Canalochino, Giulio Bechi, Aurelio Robino, Elio Ferrari, Alessandro Carroccio, lralo Lamberrenghi, halo Sregher, Ettore Biamino, Mario Del Grosso, Mario Giuriati, Umberto Pace. Complessivamente il sacrario accoglie 57.739 caduri (oltre 30.000 gli ignori), di cui 539 aumiaci, riesumati dai numerosissimi cimiteri militari delle vicinanze.
All'esterno sono posri alcuni cannoni, menrre sulla torre occidentale è posta una campana - la Chiara- offerta n el 1959 da cittadini mutilati c com b attenti di rutta lralia. Il suo dolce suono accompagna ogni sera la preghiera di ricordare i caduti. Scendendo verso Gorizia è possibile raggiungere la quota 240 del Monte Calvario, conosciuto anche come Podgora. Mentre l'occhio indugia sul bel panorama, bisogna ricordare come, nel tentativo di occupare questa collina, finiranno nel sangue i valorosi, ma vani, tentativi di alcuni reparti di carabinieri mobilitati nel dicembre 1915.
L' ingresso al Coll e Sant'Elia (da VIAGGIARE STORIA).