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. una memona
Il fascismo si appropria della memoria della Grande Guerra e ne veicola i significati. La guerra viene inresa dal regime come rigeneratrice della stirpe Perciò viene letta come un'anticipazione dello stesso fasc ismo, un evenm sa lutare in s tretta cominuità co n la rivoluzion e mussoliniana. Per vcnr'anni la propaganda consacrerà il "fascis mo [ ] figlio della guerra".
La Grande Guerra ha avuro, come a ltrove in Europa , un ruo lo d ec isivo nel processo di lungo periodo di naziona lizzaz ion e del le masse, ha inculcaco nelle masse l' idea di appartenere alla nazione per cu i s i co mb aue 1 • Nel dopoguerra il fascismo imprime un'ulteriore accelerazione al processo di nazionalizzazione. Ma in più, g li assegna una precisa connotazione ideologica. In alrre parole, vuole che la nazione sia identificata dalle masse con il fascismo stesso. Operando in questa direzione anche la Grande Guerra, combaLruta dalla nazione, viene fascisrizzata. Si tratta di una forzatura ideologica, che ha lo scopo di diffondere:: ndle:: masse l'idea che quella guerra vittoriosa srara in realrà una guerra fascisra tmte litteram2 • Operando in questa direzione, il fascismo promuove la mirizzazione della guerra e del soldato caduto. E ques10 milO viene alimentato anche con la costruzione di monum emi, che devono avere certe forme, perché devono modellare la memoria collettiva: devono servire per esaltare il ricordo della guerra vittoriosa e rimuovere il ricordo della tragedia, del dolore, dcll'oscenirà della mone. Servono per imporre ai posteri quel tipo di memoria funzionale al fascismo TI processo di monumenralizzazione dd ricordo riceve un impulso decisivo con il p rogramma generale di monumenralinazione dei luoghi del la guerra vitroriosa predisposto nel 1928, c riconCermaro nel 1930, dal generale Giovanni Faracovi, al lo ra Commissario per le onoran1.e ai ca d u t i. Punro qualificante de l programma è la realizzazione di pochi grandi ossari in sostiwzione dei numerosissimi cimiteri dispersi lungo il fronte3 .
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La preferenza per questa cipologia funeraria non è dovuta so l o a ragioni di tipo economico, dettare dalla necess ità di ridurre le c rescent i spese di manutenzione, ma soprattutto da finalità di ripo commemorativo e ideologico. Le inumazioni cimiteriali hanno una durata limitata e si prestavano poco a una modellazione architettonica monumentale. Invece, attraverso l'architetwra in pieua degli ossari è possibile ortenere quei caratteri di "grandiosità", di "monumentalità", di "pe rperuità", richiesti dal fascismo per celebrare il culco della naL.ione virroriosa. Quelle architetture possono essere modellare per rrasmerrere i valo ri nuovi, per fare in. modo che il c uho dci morti - i morri sono assunri a eroi della patria- si rrasformasse in culro della nazione, che sempre piLI si vuole identificata tout court con il fascismo.
Il primo grande ossario a essere rea liaaro seguendo il programma di Faracovi è quello di Oslavia. Il generale lo affida all'arch ircrw pi sano Ghino Venturi .
:Cossario accog lie 20.000 so ld ati noti e 30 .000 ignori e ha a prima vista la for m a di fortcz.z.a È precedeuto da un'a mpia c lunga scalinara. che con du ce alla platea trian go lare. Ai ve rtici del triango l o s i innalzano rre torr i, mentre un a quarra, mo l to p i ù g rand e, è posta al cemro. l loculi sono d isposti l ungo le pareti i nterne della torre cent ra le.
Nel suo vo lersi proporre come fortezza l ' ossario si richiama al castello di Gorizia, che sorge a qualche chilometro di distanza. Ma l'architettura principale, quel grande cilind ro cavo, è soprattutto un rimando ai grandi mausolei della Roma imperiale. In questo senso Oslavia è un gra11de m ausoleo all'antica, sul modello dei mausolei romani- quello di Planco a Gaeta, di Cecicilia Metella su ll a via Appia a Rom a . È un frammento di romanità cos trui ta su una co llina del confi n e oriencalé. Un ca mbio di passo ne lla proge tta z ion e degli ossari avviene s u l Monte Grappa. Dopo una se rie di in succes s i, qu i l' i mpresa è affidata a un co mmi ssa rio, il general e Ugo Cc i, c he assegna il progetto a due arrisri mi lanesi, G iova nni Greppi c Giannino Cas ri glioni 5 Con l'arri vo di G reppi e Castigliani, l'idea, fino a llora perseguita sul Grappa, del cim itero sotterraneo vie n e abbandonata. Si ado tta in vece una soluzione che va nella direzion e opposta. Si decide di porrare le rombe alla luce del so le, rrasformandole in un'imponente archirenura funeraria, ben visibile anche dalla grande distanza. Sul mont e G rappa, i progenisti disegnano allora 5 gradoni co n centrici c h e modellano lo sperone rocc ioso. Reirerato 2.800 volte, il lo c u l o a fo r ma di a rco è il so lo elemento de corativo. M a quel semp l ice segno a rcuato non è privo di sign ifi ca to. La forma ad arco delloculo richiama infarti a i co lomba ri di età romana imperialé. La montagna assume la forma di una sona di fortilizio g rado nato in espugnabile, il cui prospetto è definito dalle rombe -le nicchie ad a rco alla " romana"assemblate s ulle pareri verticali. La com po siz ione, unitaria c g ra ndio sa, è ottenuta dall'iteraz ion c dd singolo elemento, i l loculo ad a rco , e da ll a di s po s iz ione a grad oni.
Redipuglia
Dopo il Monre Grappa , Greppi e Casrigl ioni arrivano a Red ipu gl ia, c hiamati dallo s tesso Cci, nel frattempo dive nut o Commissa rio per le onoranze ai ca duri in sostituzione di Faracovi. Inizialm eme, s iamo nel 1935 , hanno l'incarico di risistemare il vecchio c imitero iv i esistente, allora il più importante d ' Italia per numero del le salme Nell'imm ediatO do p og u e rr a, su una co llina, ch iama t a La Monragnola, erano stat i infarri ra cco lri i resri di ben 30.000 so ldati ca dud in diverse zo n e del Carso, di cui solo 5 .000 ri co no sc iuti . In cima a ll a co llin a, c he aveva assumo un impianto ascendente e co n ce ntrico , era stata costruita una cappella, voluta da Emanuele Filiberto, llllmli Grtppi r Giannino Castiglwm, in "An nali di archirettur.t, n. 15, 2003, pp. 133-247; !d., l/ sacra no di Rl'diprtglia di Grtppi r Castigliolll in /1 pirtrt di'Ila mrmori4, cir., pp. 133-153. duca d i Aosta. Questo camposanto, chiamato il cimitero degli Tn vitri, era stato in augurato il 24 maggio 1923 all a presenza del re , di Mussolini e di d'Annunzio 7
8. Morti più uivi di'i vitti, " li Popolo dd 20 \ettembre 1938.
9. Sul rito dell'appello cfr. E. Gentile. Il mito dl'l littorio l: il. p. 4-48; Sul successo dd la Mostra: J. T. Anno X Ltt mostra della Rivoluzione fiucisttl del 1932. lsriru d edi rori ali c po li gra fì ci internaziona li, 2003. pp. 41-49.
Loc alizzazione del sacrario di Re dipugli a e degli altri sacrari del fronte dell'lsonzo e del Pi ave prima della costruzion e dei quello di Udine .
Caratteristica pri n cipale del cimitero degli Jnvitri era q u ella di evidenziare in modo particolare il legam e con il campo di battaglia. Era un camposamo che ri costruiva la vira in trincea. Era cosparso di elmi, frammenti di granare, borracce, cesoie, gavette, fi li spinac i. Restiruiva un ricordo vivo, in parre eroico , ma anche drammatico e realista. Esprimeva una piecistica ingenua e popolare , ada t ta alle comitive di reduci e di familiari, che si recavano in quel luogo a comme- morare i loro car i.
Il cimitero degli lnvitti sul Colle Sant'Elia negli anni 20. La lapide dei 30. 000 soldati sconosciuti sepolti a Redipuglia.
Tra la fine degli anni venri c i pr imi anni Trenta, il cimitero degli Tnviui fu inreressaro da diversi progetti di sistemazione, rra cui uno di Venturi, che propone un grande arco tri o nfale di accesso al camposanto . Ma tutte queste proposte non hanno esito. Soprattutto il cimitero n o n piace a Mussolini, perché non resriru isce quel l'idea di guerra vittor iosa, non trasmette il miro dell 'armata invincibile. Non è funzionale a quella trasmissione di valori che servono per edu care fascisticamenr.e il popolo. Dispregiativamenre lo definisce un "grande deposito di un ferro-vecchio". Serve u na so l uzione rad icale, bisogna passare dall a ripologia cim i teriale tradizionale a quel la de ll 'ossario monumemale. Nel 1935 viene perciò deciso d'autor ità il trasferimento delle sal m e su l co ll e opposto del Sei Busi. Greppi e Castigliani sono i ncar icati di disegnare il nuovo ossa rio.
Q u esto nuovo ossar io sul Carso deve s uper aJe per dimensione turri gli altri, deve essere maggiore di quello del Mo n te Grappa e anche di quello non distante di Oslav ia , che Venturi sta in quegli anni realizza ndo. Deve essere il pitt grande d 'Europa. La s ua gran d ezza, per estens ione e per numero dei morti , deve parlare esplicitame n te della po tenza della naz i o n e. Anche n ell 'ammassamento dei rest i d e i caduti, il fascismo vuol e prim egg iare in E uro pa, vu o le distinguersi p er la sua politi ca di potenza.
G reppi e Cas ti g li a ni disegnano un'efficace dispositivo celeb rat ivo. D alla "Via eroica", che corre fra 38 lapidi in bronzo con i nomi d e ll e battagl ie co mb attute sul Carso, attraverso due b rev i rampe si accede alla platea. Qui sono sis temat i il monolite di marmo del d u ca d'Aosta, comandante della Te rz a Armata, e i cinque monoliri d e i suoi generali. l'ossario vero e propr i o sta alle spalle, adagiato sul declivio del monte. È co mp osto da 22 gra doni. Ogni grad one, alro 2 m etr i e mezzo, largo 12, lu ngo circa l 00, è coronato da una sc rirra- " Presente"- ripetuta migliaia di vo lt e . S ull e p arer i ve rtica li d e i gradoni, sotto la scr itta "P rese nt e", ci sono le lastre di bronzo con i nomi dei cad uti. L'ossa ri o ne contiene 40 .000. Altri 60 .000 , rim ast i ig n oti, so no in vece racco l ti in due tombe sul grado ne pi ù alto. L'ascesa è conclusa da tre croci, ch e nell a compos iz ion e comp less i va q u asi sco mpaion o all'orizzonte. Mussolini in augura J'ossario il 19 se ttem bre 1938, nel venrennal e d ella Vittoria ln realtà, i lavori non so n o ancora ultimati e qu attro gradoni verranno co mpl etati solo nei primi ann i Cinquanta. L'archircrrura dell'ossario gli appare quanto di più distanre c:i sia dall'informe e caotico cimi tero degli Tnvini. SoddisfattO, dichiara che il monumento "sfide rà i secoli c forse anche i Diversamente dagli alrri sacrari, qui a Redipuglia i morri sono allineaci, disposti a schiera, compresi in una visione unitaria. Questi morti compongono una massa disciplinata e i 40 mila singoli nomi, distribuiti stù 22 gradoni, scompaiono nella ben più visibile serina "Presente", ripetuta ossessivamenre 8 mila volte.
Per turri in quegli anni la scritta "Prcscnrc" assume un pregnantc sign ilì cato politico, appartiene al vocabolario della li turgia fascista. Infatti, questa parola viene pronunciata nel riro fascista per eccellenza, cioè nel riro dell 'A ppcllo 9 • Essa si ritrova in ttmi i sacrar i fascisti. La ritroviamo, ad ese mpio , nel più famoso dci sacrari fascisti, il sacrario dei Martiri fascisti di Libera e Valente, alla Mostra della rivoluzione fascista del 1932 a Roma. Qui sulla parere di una sala circolare viene ripcrma centinaia c centinaia di volte e quella sala fu visitata da quasi 4 milioni di persone. Quella parola-icona viene riproposta sul Carso, cioè sui Luoghi della gue rra vittoriosa, di cui il fascismo dichiara di essere "figlio". Redipuglia, da ossario dei so ld ati caduti in guerra viene trasformato in un gigantesco sac rario fascista a c ie lo aperro. A Redipug l ia , i s in goli caduti, co n le loro sroric , con le loro vicende indiv iduali, le loro idee politiche- non riconducibili a un movimemo fascista che deve ancora nascere - si fanno una voce unica. Vengono costretti a pronunciare una parola che allora faceva parre del rituale fascista. Quel "P resente" omologa turro e rutti. La svolta corali caria che nella seconda merà degli anni T'renra invesre la società civile, fagocita anche il culro dei caduti nella Grande Guerra, lo irrcggimenra nella propria id eologia. Qui il fascismo ha m odo di rnanifesrare la propria c ultura prevaricatrce, non rispcrrando la memoria dei morri, imponendo la propria memoria sctraria ai vivi
L'os sario di Redipuglia appena costruito davanti al Coll e Sant'Elia su progetto di Giovanni Gre ppi e Gi annino Ca stiglioni , 1936-1938.